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ReginaAusiliario per capire la Bibbia
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e di sua moglie Izebel, dopo la morte del proprio figlio Acazia re di Giuda fece uccidere tutti gli eredi al trono, tranne Ioas figlio di Acazia, nascosto da Ieoseba sorella di quest’ultimo. Essa regnò illegalmente per sei anni, finché fu messa a morte per ordine del sommo sacerdote Ieoiada. — II Re 11:1-3, 13-16.
A BABILONIA
A Babilonia il trono era riservato ai re. In Daniele 5:10, la “regina” (malkà’) evidentemente non era la moglie, ma la madre di Baldassarre, come risulta dal fatto che era a conoscenza di avvenimenti relativi a Nabucodonosor, nonno di Baldassarre. Come regina madre, possedeva una certa dignità regale ed era molto rispettata da tutti, incluso Baldassarre.
IN EGITTO
Anticamente in Egitto i capi di stato erano uomini. Le “regine” erano in realtà regine consorti. Tafnes, la moglie del faraone, viene chiamata “signora” in I Re 11:19. Hatshepsut regnò come regina solo perché rifiutò di rinunciare alla reggenza quando l’erede al trono, Tutmosi III, era diventato maggiorenne. Dopo la morte di lei, Tutmosi III cancellò o distrusse tutti i suoi monumenti. Comunque in seguito, all’epoca dei Tolomei, ci furono delle regine sovrane d’Egitto.
NELLA FALSA ADORAZIONE
Gli israeliti apostati dei giorni di Geremia abbandonarono Geova, loro vero Re, e si diedero all’idolatria offrendo pani, libagioni e facendo fumare sacrifici alla “regina [ebr. melèkheth] dei cieli”, probabilmente la dea pagana Astoret. — Ger. 7:18; 44:17, 18.
In Rivelazione 18:7 Babilonia la Grande è descritta nell’atto di vantarsi dicendo: “Siedo regina [gr. basìlissa]”, infatti siede su “popoli e folle e nazioni e lingue”. (Riv. 17:15) Essa conserva il suo potere grazie ai rapporti immorali che ha con i sovrani della terra, come fecero molte regine del passato. — Riv. 17:1-5; 18:3, 9; vedi BABILONIA LA GRANDE.
LA SPOSA DI CRISTO
Essendo la “sposa” del Re Cristo Gesù, la sua congregazione diventa in effetti la sua “consorte regina” in cielo, investita di dignità regale. (Efes. 5:23-27, 32, 33; Riv. 19:7, 8; 21:9-14) Dal momento che Ebrei 1:8, 9 applica il Salmo 45:6, 7 a Cristo Gesù, sembra che la “consorte regina” (ebr. sheghàl) del versetto 9 sia una figura profetica della classe della sposa.
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Regina dei cieliAusiliario per capire la Bibbia
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Regina dei cieli
Titolo di una divinità adorata da israeliti apostati all’epoca di Geremia. Anche se riguardava principalmente le donne, tutta la famiglia partecipava in qualche modo all’adorazione della “regina dei cieli”. Le donne cuocevano al forno pani sacrificali, i figli raccoglievano la legna per il fuoco e i padri lo accendevano. (Ger. 7:18; 44:15, 19) L’adorazione di questa dea ebbe forte presa sugli ebrei, come risulta dal fatto che coloro che erano fuggiti in Egitto dopo l’assassinio del governatore Ghedalia attribuirono la loro calamità all’aver trascurato di fare fumo di sacrifici e libagioni alla “regina dei cieli”. Il profeta Geremia però mise vigorosamente in risalto come fosse sbagliata la loro idea. — Ger. 44:15-30.
Il titolo “regina dei cieli” fa pensare che si trattasse di una divinità stellare. Per quanto gli israeliti, ancor prima di entrare nella Terra Promessa, fossero stati esplicitamente avvertiti di evitare l’adorazione del sole, della luna e delle stelle (Deut. 4:15, 19; 17:2-5), la venerazione dei corpi celesti era estesamente praticata da israeliti apostati, sia nel regno delle dieci tribù che nel regno di Giuda. (II Re 17:16, 17; 21:3, 5; Ger. 8:1, 2; Ezec. 8:16) Probabilmente la “regina dei cieli” aveva stretta relazione con uno o più corpi celesti.
L’adorazione di corpi celesti era parte integrante della religione di Babilonia. (Isa. 47:5, 12-15) Diversi studiosi infatti propendono per identificare la “regina dei cieli” con la dea babilonese della fertilità, Ishtar, posta generalmente in relazione col pianeta Venere. Altri identificano la “regina dei cieli” con la corrispondente dea cananea della fertilità, Astoret, che pure alcuni scrittori dell’antichità pongono in relazione col pianeta Venere, altri con la luna. Coloro che identificano Astoret con la luna avanzano l’ipotesi che i pani sacrificali offerti alla “regina dei cieli” fossero a forma di mezzaluna o di luna piena. Secondo altri la frase “per fare un’immagine di lei” (della “regina dei cieli”) sarebbe un’indicazione che i pani preparati dalle israelite apostate fossero a forma di figurina. — Ger. 44:19.
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RegistrazioneAusiliario per capire la Bibbia
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Registrazione
I censimenti menzionati nella Bibbia venivano fatti di solito secondo il nome e la discendenza, in base alla tribù e alla famiglia, ed erano più che un semplice conteggio delle persone. Quelle registrazioni nazionali avevano vari scopi; servivano per la tassazione, per il reclutamento militare o (quando erano inclusi i leviti) per le nomine di servizio nel santuario.
PRESSO IL SINAI
Per comando di Geova la prima registrazione ebbe luogo mentre Israele era accampato presso il Sinai, nel secondo mese del secondo anno dopo l’esodo dall’Egitto. Non solo furono elencati tutti gli uomini dai vent’anni in su — idonei al servizio militare — ma la Legge imponeva ai registrati una tassa pro capite di mezzo siclo per il servizio del tabernacolo. (Eso. 30:11-16; Num. 1:1-3, 18, 19) Il numero totale dei censiti ammontava a 603.550, esclusi i leviti che non avevano eredità nel paese. Essi non pagavano la tassa per il tabernacolo e non dovevano fare servizio militare. — Num. 1:44-47; 2:32, 33; 18:20, 24.
Dal libro di Numeri risulta che si fece il conto anche dei maschi primogeniti delle dodici tribù, e di tutti i leviti di sesso maschile, da un mese in su. (Num. 3:14, 15) Questo perché i primogeniti appartenevano a Geova che li aveva salvati dallo sterminio dei primogeniti in Egitto. Egli desiderava usare i leviti come persone santificate in modo speciale per il servizio del santuario. Israele doveva perciò dedicare i leviti a Geova per redimere i primogeniti delle altre tribù. Il censimento indicava che i leviti maschi erano 22.000 e i primogeniti non leviti 22.273. (Num. 3:11-13, 39-43) Per redimere i 273 primogeniti in più rispetto al numero dei leviti, si dovevano versare al santuario cinque sicli per ciascuno di questi. — Num. 3:44-51.
Vennero contati anche i cheatiti, i ghersoniti e i merariti dai trenta ai cinquant’anni. Questi ricevettero speciali incarichi di servizio presso il santuario. (Num. 4:34-39) Per aiutare Mosè in questa impresa venne scelto un capotribù per ciascuna tribù, responsabile di sorvegliare la registrazione della sua tribù. — Num. 1:4-16.
NELLA PIANURA DI MOAB
Il secondo censimento di cui si ha notizia è quello fatto nella pianura di Moab, dopo il flagello dovuto al peccato di Israele in relazione al Baal di Peor. Si riscontrò che il numero degli uomini dai vent’anni in su era di 601.730, cioè 1.820 in meno rispetto al censimento fatto quasi trentanove anni prima. (Num. 26:1, 2, 51) La diminuzione era in gran parte dovuta al decreto emanato da Dio in seguito al rapporto negativo degli esploratori. (Num. 13:30-33; 14:28-30) Il numero dei leviti da un mese in su era di 23.000, cioè 1.000 più che nel primo censimento. — Num. 26:57, 62.
CALAMITOSO CENSIMENTO DI DAVIDE
La Bibbia parla anche di un censimento fatto verso la fine del regno di Davide, censimento che provocò calamità. In II Samuele 24:1 si legge: “E l’ira di Geova si accese di nuovo contro Israele, quando uno incitò Davide contro di loro, dicendo: ‘Va, fa il conto di Israele e di Giuda’”. Il testo originale ebraico consente di rendere parte di questo versetto “quando egli incitò Davide contro di loro”. (NW, ed. 1955, nota in calce) Questo versetto è stato anche tradotto: “L’ira del Signore si accese ancora una volta contro Israele e incitò Davide contro di esso, così: ‘Va’ a fare il censimento d’Israele e di Giuda’”. (NVB) Perciò alcuni commentatori ritengono che colui che incitò Davide a fare il censimento fosse Geova. Secondo questa ipotesi la sua ‘ira contro Israele’ precedette il censimento ed era dovuta alla recente ribellione contro Geova e il re da lui costituito, Davide, nel seguire prima l’ambizioso Absalom, poi Seba, un buono a nulla figlio di Bicri, in opposizione a Davide. — II Sam. 15:10-12; 20:1, 2.
La narrazione parallela in I Cronache 21:1 dice invece: “E Satana [o “un oppositore”] si levava contro Israele e incitava Davide a numerare Israele”. (NW, ed. 1955, nota in calce) Naturalmente questo potrebbe concordare con l’idea che Geova “incitò” Davide considerando l’incitamento come qualcosa che Geova di proposito consenti, per esempio rimuovendo la sua mano protettiva o restrittiva così che Satana potesse incitare Davide a compiere quell’azione. (Confronta I Re 22:21-23; I Samuele 16:14) D’altra parte l’“oppositore”, quell’”uno” che spinse Davide a prendere quella decisione calamitosa, poteva essere un cattivo consigliere. Davide poteva nascondere un motivo errato dovuto all’orgoglio e alla fiducia nel numero degli uomini che componevano il suo esercito, mancando così di manifestare completa fiducia in Geova. Ad ogni modo è chiaro che in questo caso il motivo di Davide non era quello di glorificare Dio.
Obiezione di Gioab
Quando gli venne ordinato di fare il censimento, Gioab, generale di Davide, obiettò dicendo: “Geova tuo Dio aggiunga al popolo perfino cento volte quanti sono mentre i medesimi occhi del mio signore il re lo vedono. Ma in quanto al mio signore il re, perché ha egli trovato diletto in questa cosa?” (II Sam. 24:3) Le parole di Gioab sottintendono che la forza della nazione non dipendeva dal numero, ma da Geova che, se era sua volontà, avrebbe potuto moltiplicarli. Gioab, a motivo dell’insistenza di Davide, fece il censimento, ma controvoglia; infatti la Bibbia dice: “Non registrò fra loro Levi e Beniamino, perché la parola del re era stata detestabile a Gioab” (la tribù di Levi non fu contata secondo la legge riportata in Numeri 1:47-49). Oppure Gioab si fermò prima di registrare Beniamino o ritardò la registrazione e Davide tornato in sé diede ordine di smettere prima che Gioab la completasse. (I Cron. 21:6) Può darsi che Gioab abbia evitato Beniamino non volendo irritare quella che era la tribù di Saul, che, prima di unirsi alle altre tribù riconoscendo Davide, aveva combattuto contro l’esercito di Davide comandato da Gioab. (II Sam. 2:12-17) Senza dubbio perché era sbagliato fare il censimento, il numero non è stato riportato nella relazione dei “fatti dei giorni del re Davide”. — I Cron. 27:24.
Il censimento rivelò che gli uomini di Israele erano 1.100.000 e quelli di Giuda 470.000, secondo quanto si legge in I Cronache 21:5. In II Samuele 24:9 gli uomini di Israele sarebbero stati 800.000 e quelli di Giuda 500.000. Alcuni ritengono che si tratti di un errore di trascrizione. Ma non è saggio ritenere sbagliate le cifre quando non si comprendono pienamente le circostanze, i metodi seguiti nel fare il conto, ecc. Può darsi che i due risultati fossero stati ottenuti in modo diverso. Per esempio, può darsi che sia stato incluso oppure omesso il numero degli effettivi dell’esercito o degli ufficiali. Inoltre metodi diversi seguiti nel fare il censimento possono aver fatto includere certi uomini negli elenchi di Giuda o di Israele. Questo è quanto potrebbe essere avvenuto nel caso di I Cronache capitolo 27. Qui sono elencate dodici divisioni dell’esercito, includendo tutte le tribù tranne Gad e Aser, ma includendo Levi e le due mezze tribù di Manasse. Questo può essere avvenuto perché i combattenti di Gad e di Aser avevano in quel tempo un diverso comando unificato, o per qualche altra ragione sconosciuta.
Giudizio di Geova
Gad profeta di Geova fu mandato da Davide, che aveva autorizzato il censimento, per dargli la scelta fra tre forme di punizione: tre anni di carestia, tre mesi durante i quali la spada dei nemici avrebbe avuto la meglio su Israele o tre giorni di pestilenza. Davide, confidando nella misericordia di Dio anziché in quella dell’uomo, preferì “cadere nella mano di Geova”; a motivo della pestilenza morirono 70.000 persone. — I Cron. 21:10-14.
Anche qui c’è una variante tra il libro di Samuele e quello di Cronache. Mentre in II Samuele 24:13 si parla di sette anni di carestia, in I Cronache 21:12 si parla di tre. (La Settanta ha “tre” anche in Samuele). Una spiegazione potrebbe essere che i sette anni menzionati in II Samuele sarebbero, in parte, un’estensione dei tre anni di carestia che ci furono a motivo del peccato di Saul e della sua casa contro i gabaoniti. (II Sam. 21:1, 2) L’anno in corso (la registrazione richiese nove mesi e venti giorni [II Sam. 24:8]) sarebbe stato il quarto anno, e coi tre anni successivi si sarebbe giunti a sette. Anche se la variante può essere dovuta all’errore di un copista, si può dire ancora una volta che prima di giungere a una conclusione del genere bisognerebbe conoscere bene tutti i fatti e le circostanze.
PER IL SERVIZIO DEL TEMPIO
Qualche tempo dopo Davide, ormai vecchio, fece fare il censimento dei leviti per il futuro servizio del tempio, con l’evidente approvazione di Geova. Questo censimento rivelò che i leviti dai trent’anni in su, tutti uomini validi, erano 38.000. Essi vennero elencati come segue: 24.000 soprintendenti, 6.000 funzionari e giudici, 4.000 portinai e 4.000 musicisti. — I Cron. 23:1-5.
A proposito della costruzione del tempio leggiamo: “Salomone fece quindi il conto di tutti gli uomini che erano residenti forestieri, i quali erano nel paese d’Israele, dopo il censimento che ne aveva fatto Davide suo padre; e se ne trovarono centocinquantatremilaseicento. Fece dunque settantamila d’essi portatori di pesi e ottantamila tagliatori sul monte e tremilaseicento sorveglianti per tenere il popolo in servizio”. — II Cron. 2:17, 18.
CENSIMENTI SUCCESSIVI
Altri censimenti furono fatti da successivi re di Israele e di Giuda. Ai giorni del re Amazia gli uomini di Giuda e di Beniamino dai vent’anni in su erano 300.000. (II Cron. 25:5) Secondo il censimento fatto dal re Uzzia l’esercito contava 307.500 uomini, con a capo 2.600 capi delle case paterne. — II Cron. 26:11-13.
Gli esuli rimpatriati sotto Zorobabele nel 537 a.E.V. ammontavano a 42.360 uomini, 7.337 schiavi e 200 cantori (il testo masoretico di Neemia dice 245 cantori). — Esd. 2:64, 65; Nee. 7:66, 67; vedi NEEMIA, LIBRO DI.
ALL’EPOCA DELLA NASCITA DI GESÙ
Nelle Scritture Greche Cristiane sono menzionati due censimenti avvenuti dopo che la Giudea era caduta sotto la dominazione romana. Questi non ebbero semplicemente lo scopo di accertare il numero della popolazione, ma piuttosto furono fatti principalmente ai fini della tassazione e della coscrizione degli uomini per il servizio militare. A proposito del primo si legge: “Ora, in quei giorni [ca. 2 a.E.V. fu emanato da Cesare Augusto il decreto che si registrasse tutta la terra abitata; (questa prima registrazione ebbe luogo quando Quirinio era governatore della Siria); e tutti andavano a farsi registrare, ciascuno nella propria città”. (Luca 2:1-3, NW) Questo editto dell’imperatore fu provvidenziale, poiché costrinse Giuseppe e Maria a recarsi da Nazaret a Betleem nonostante il fatto che Maria fosse avanti nella gravidanza; così Gesù nacque nella città di Davide adempiendo la profezia. — Luca 2:4-7; Mic. 5:2.
Due censimenti sotto Quirinio
Alcuni critici della Bibbia hanno detto che l’unico censimento fatto mentre Publio Sulpicio Quirinio era governatore della Siria risaliva più o meno al 6 E.V., e fu la scintilla che fece scoppiare la ribellione di Giuda il Galileo e degli zeloti. (Atti 5:37) Questo in realtà era il secondo censimento fatto sotto Quirinio; infatti iscrizioni scoperte vicino a Roma e ad Antiochia hanno rivelato che alcuni anni prima Quirinio era stato legato dell’imperatore in Siria durante il proconsolato di Saturnino. A questo proposito il Dictionnaire du Nouveau Testament unito alla Bibbia nella versione francese di Crampon (ed. 1939, p. 360) dice: “Le accurate ricerche di Zumpt (Commentat. epigraph., II, 86-104; De Syria romana provincia, 97-98) e di Mommsen (Rea gestæ divi Augusti) affermano senza alcun dubbio che Quirinio fu per due volte governatore della Siria”. Molti studiosi pongono il primo governatorato di Quirinio tra il 4 e l’1 a.E.V., probabilmente dal 3 al 2 a.E.V. Tuttavia il loro metodo per giungere a queste date non è coerente e l’effettivo periodo del governatorato rimane indefinito. Il secondo mandato andò dal 759 al 765 [dal 6 al 12 E.V. come attesta espressamente Giuseppe Flavio.
A ragione lo storico e scrittore biblico Luca dice a proposito del censimento avvenuto all’epoca della nascita di Gesù: “questa prima registrazione ebbe luogo quando Quirinio era governatore della Siria”, per distinguerla dalla seconda, fatta in seguito sotto lo stesso Quirinio e alla quale accenna Gamaliele, come riferisce Luca in Atti 5:37.
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RegnoAusiliario per capire la Bibbia
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Regno
Nell’uso scritturale il termine “regno” può riferirsi a determinati aspetti di un governo monarchico. Può indicare il reame o territorio geografico su cui viene esercitata la sovranità. Quindi il reame del regno non includeva solo la capitale ma l’intero dominio, che poteva abbracciare regni tributari o subordinati. — I Re 4:21; Est. 3:6, 8.
Con “regno” si può intendere in senso generale uno qualsiasi o tutti i governi umani, sia che siano retti da un re o no. — Esd. 1:2; Matt. 4:8.
Può significare potere regale, il ruolo o la posizione del re (Luca 17:21), con la relativa dignità, potenza e autorità. (I Cron. 11:10; 14:2; Luca 19:12, 15; Riv. 11:15; 17:12, 13, 17) I figli del re possono essere definiti “progenie del regno”. — II Re 11:1.
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Regno di DioAusiliario per capire la Bibbia
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Regno di Dio
L’espressione e l’esercizio della sovranità universale di Dio nei confronti delle creature, oppure il mezzo o strumento da lui impiegato a tal fine. (Sal. 103:19) Per “regno di Dio” s’intende in particolare l’espressione della Sua sovranità per mezzo di un’amministrazione regale con a capo suo Figlio, Cristo Gesù.
Il termine reso “regno” nelle Scritture Greche Cristiane è basilèia, che significa “regno, reame, regione o paese governato da un re; potere, autorità, dominio regale; dignità regale, titolo e onore di re”. (The Analytical Greek Lexicon, p. 67) L’espressione “regno di Dio” è usata spesso da Marco e Luca, mentre in Matteo ricorre una trentina di volte l’espressione analoga “regno dei cieli”. — Confronta Marco 10:23 e Luca 18:24 con Matteo 19:23, 24.
LA SOVRANITÀ DI DIO ALL’INIZIO DELLA STORIA UMANA
Le prime creature umane, Adamo ed Eva, sapevano che Geova Dio era il Creatore del cielo e della terra. Ne riconoscevano l’autorità, il diritto di emanare ordini, di esigere che svolgessero certi compiti o evitassero certe azioni, di assegnare la terra da abitare e coltivare, e anche di delegare l’autorità su altre sue creature. (Gen. 1:26-30; 2:15-17) Benché Adamo avesse la capacità di coniare parole (Gen. 2:19, 20) non c’è alcuna prova che abbia inventato il titolo “re [mèlekh]” da rivolgere al suo Dio e Creatore, pur riconoscendo l’autorità suprema di Geova.
Come risulta dai primi capitoli di Genesi, in Eden Dio esercitava la sua sovranità sull’uomo in modo benevolo e non eccessivamente restrittivo. La relazione tra Dio e l’uomo richiedeva ubbidienza come quella che un figlio mostra al padre. (Confronta Luca 3:38). L’uomo non doveva osservare un minuzioso codice di leggi (confronta I Timoteo 1:8-11); le esigenze di Dio erano semplici e avevano uno scopo preciso. Nulla indica che Adamo si sentisse inibito da una costante, critica sorveglianza di ogni sua azione; anzi, sembra che Dio comunicasse con l’uomo perfetto periodicamente, secondo necessità. — Gen. capp. 1-3.
Nuova espressione della sovranità di Dio
L’aperta violazione del comando di Dio da parte della prima coppia umana, istigata da un figlio spirituale di Dio, fu in effetti una ribellione contro l’autorità divina. (Gen. 3:17-19) La posizione assunta dall’avversario (ebr. satàn) spirituale di Dio costituiva una sfida che richiedeva una prova, poiché la questione in gioco era la legittimità della sovranità universale di Geova. La terra, dove fu sollevata la questione, è proprio il luogo dove sarà risolta. — Riv. 12:7-12.
Nel momento in cui emanò il verdetto sui primi ribelli, Geova Dio pronunciò una profezia, espressa in linguaggio simbolico, che dichiarava il suo proposito di servirsi di un agente, un “seme”, per eliminare definitivamente i ribelli. (Gen. 3:15) Il governo di Geova, l’espressione della sua sovranità, avrebbe assunto un nuovo aspetto in seguito alla rivolta che era avvenuta. La progressiva rivelazione dei “sacri segreti del regno” (Matt. 13:11)
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