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Vendicato il sangue degli innocentiLa Torre di Guardia 1973 | 1° novembre
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in effetti l’omicida, non ha colpa del sangue. Poiché egli dovrebbe dimorare nella sua città di rifugio fino alla morte del sommo sacerdote, e dopo la morte del sommo sacerdote l’omicida può tornare al paese del suo possedimento”. (Num. 35:26-28) Questo significava che, una volta entrato nella città e accettato come suo abitante, avendo dimostrato la sua innocenza in quanto all’uccisione intenzionale ed essendosi sottoposto al debito processo, l’omicida non poteva quindi per nessuna ragione uscire dalla città neppure temporaneamente senza rischiare la vita. Questo avrebbe fatto capire all’omicida la gravità di quanto aveva fatto, benché innocentemente, e gli avrebbe sempre rammentato la misericordia di Geova che gli aveva concesso questo asilo. Era ulteriormente dichiarato: “E non dovete prendere nessun riscatto per uno che è fuggito alla sua città di rifugio, perché riprenda a dimorare nel paese prima della morte del sommo sacerdote”. (Num. 35:32) Altrimenti, avrebbe significato farsi beffe del provvedimento preso da Geova e avrebbe fatto pensare che si poteva comprare la vita da Geova.
12. Era l’omicida tenuto prigioniero nella città? Che cosa ve lo teneva, e che cosa doveva fare nel periodo in cui vi risiedeva?
12 Chi era ammesso nella città di rifugio non doveva divenire un peso per gli abitanti della città. È ragionevole che mentre era lì contribuisse al benessere della città e lavorasse per procurarsi il necessario. Poteva far questo svolgendo il suo proprio mestiere, se si addiceva alla vita cittadina. Se no, poteva anche doverne imparare un altro. Non c’era nulla nella legge di Geova che gli permettesse di mendicare o di vivere della carità altrui senza dare qualche cosa in cambio, se ne era fisicamente in grado. Anche la vedova e l’orfano che erano senza terra o senza mezzi di sostentamento, pur ricevendo abbondanti provvedimenti, dovevano sempre lavorare in cambio di quello che ricevevano. (Deut. 24:17-22) È interessante notare che, mentre gli omicidi non erano tenuti prigionieri nella città ed erano liberi di andarsene se lo ritenevano opportuno, tuttavia l’incentivo di Geova a osservare il suo provvedimento per la salvezza era di natura tale che solo i più temerari avrebbero cercato di violarlo.
13. Quali ulteriori aspetti della legge d’Israele rendevano chiaro che neppure il togliere una vita involontariamente poteva essere considerato alla leggera?
13 Inoltre, non si doveva abusare della misericordia di Geova che aveva provveduto rifugio all’omicida non intenzionale, né la legge ammetteva l’inescusabile negligenza come motivo per chiedere misericordia. Ad esempio, quando un uomo costruiva una casa nuova doveva fare un parapetto per il tetto; altrimenti, chiunque cadesse dal tetto avrebbe recato la colpa del sangue sulla casa. (Deut. 22:8) Se un uomo possedeva un toro che aveva l’abitudine di cozzare, e il proprietario aveva ricevuto avvertimento, e se non custodiva il suo toro ed esso uccideva qualcuno, il proprietario del toro era colpevole di sangue e poteva essere messo a morte. (Eso. 21:28-32) Se un ladro era stato trovato a sfondare di notte ed era stato ucciso nella lotta per prenderlo, non c’era colpa del sangue. Ma se era accaduto di giorno quando si poteva vedere bene, colui che lo aveva colpito mortalmente era colpevole di spargimento di sangue. (Eso. 22:2, 3) La legge di Geova era veramente in perfetto equilibrio, poiché esigeva giusta retribuzione dai malvagi ma estendeva misericordia a coloro che senza intenzione cadevano nel peccato o commettevano una violazione della legge.
LA RETRIBUZIONE È SICURA E SUBITANEA
14. In che modo Israele come nazione accettò le esigenze della Legge sulla santità della vita, e quali capi d’accusa furono i profeti di Dio autorizzati a pronunciare?
14 Che capo d’accusa per l’antico Israele fu questo equo provvedimento di Geova! Benché l’intera legge d’Israele desse enfasi alla santità della vita e alla santità del sangue, sin dall’inizio delle sue opere con Israele solo un piccolo rimanente rispose alle ripetute esortazioni che Geova ritenne necessario dare al suo popolo, ‘levandosi di buon’ora e mandando i suoi profeti’ per avvertirli della certezza della giusta retribuzione. Non solo essi si rifiutarono di dare ascolto ai consigli ammonitori di Geova, ma si gettarono violentemente sui suoi profeti e li misero crudelmente a morte, aggiungendo così il sangue di questi innocenti alla colpa che avevano dinanzi a Geova. (Ger. 26:2-8) Perciò Geova pronunciò questa accusa contro di loro mediante Geremia: “Inoltre, nei tuoi lembi si son trovati i segni del sangue delle anime dei poveri innocenti. Non li ho trovati nell’atto di sfondare, ma sono su tutti questi”. (Ger. 2:34) E mediante Isaia: “Il paese medesimo si è contaminato sotto i suoi abitanti, poiché han trasgredito le leggi, cambiato il regolamento, infranto il patto di durata indefinita. Perciò la maledizione stessa ha divorato il paese, e quelli che lo abitavano sono ritenuti colpevoli. Perciò gli abitanti del paese son diminuiti di numero, e sono rimasti pochissimi uomini mortali”. — Isa. 24:5, 6.
15. Quale retribuzione portò Geova contro il suo popolo Israele al giorno di Geremia, e quale ulteriore responsabilità a questo riguardo ebbero i loro discendenti del giorno di Gesù?
15 Gerusalemme fu distrutta nel 607 a.E.V. per i suoi molti delitti contro Geova, compresa la sua colpa del sangue, e solo un rimanente non fu condannato. Ma, nonostante questo spaventoso atto punitivo di Geova, i falsi capi religiosi del giorno di Gesù non poterono negare la loro colpa del sangue come non avevano potuto negarla i capi religiosi del tempo di Geremia, poiché, in entrambi i casi i loro lembi erano di un rosso vivo per il sangue dei fedeli di Geova, incluso perfino quello del suo proprio caro Figlio. — Matt. 23:33-36; 27:24, 25; Luca 11:49-51.
16. Quale posizione hanno oggi assunto le nazioni in merito alla controversia della santità della vita, e quale dovrebbe essere la nostra veduta?
16 Oggi, la colpa del sangue di tutte le nazioni della terra ha raggiunto il colmo. La colpa del sangue della “meretrice” Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, è così grande che si dice sia ubriaca del sangue del popolo di Geova. (Riv. 17:5, 6; 18:24) Il Vendicatore del sangue costituito da Geova deve colpire in qualsiasi momento, e guai a chiunque sarà sorpreso in sua compagnia! (Riv. 18:4) Tali colpevoli di sangue “non vivranno per metà dei loro giorni”, come disse Davide. (Sal. 55:23) La nostra fervida preghiera dovrebbe essere, con quella del salmista: “Liberami dalla colpa del sangue, o Dio, Dio della mia salvezza”, e “salvami dagli uomini colpevoli di sangue”. (Sal. 51:14; 59:2) Quindi, nel vicinissimo futuro, quando nei cieli il potente coro di lode ascenderà a Geova perché gli ultimi elementi di Babilonia la Grande saranno stati distrutti e il sangue di tutti gli innocenti sarà stato vendicato, sulla terra le nostre voci si uniranno a quelle di tutti coloro che saranno sfuggiti alla spada punitiva del Vendicatore di Geova. — Riv. 19:1, 2, 15, 21.
“Mediante la sapienza si edificherà una casa, e mediante il discernimento sarà fermamente stabilita. E mediante la conoscenza le stanze interne si empiranno d’ogni cosa di valore, preziosa e piacevole”. — Prov. 24:3, 4.
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Lasciare la città di rifugio significa perdere la vitaLa Torre di Guardia 1973 | 1° novembre
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Lasciare la città di rifugio significa perdere la vita
1. In quale posizione simile a quella dei Giudei del giorno di Gesù è ora la cristianità?
SULLA cristianità e su tutto il mondo ricade oggi gravemente la colpa del sangue. Molte persone sincere, non avendo personalmente ucciso un uomo o non avendo direttamente partecipato alla guerra, non si rendono conto d’essere personalmente colpevoli. Ciò nondimeno, devono condividere questa responsabilità con coloro che secondo la profezia hanno sparso sangue innocente. Oggi la cristianità è nella stessa condizione dei Giudei del giorno di Gesù, a cui Gesù disse: “Ecco, io vi mando profeti e saggi e pubblici insegnanti. Alcuni li ucciderete e metterete al palo, ed alcuni li flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; affinché venga su di voi tutto il sangue giusto versato sulla terra, dal sangue del giusto Abele al sangue di Zaccaria figlio di Barachia, che voi assassinaste fra il santuario e l’altare. Veramente vi dico: Tutte queste cose verranno su questa generazione. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati”. — Matt. 23:34-37.
2. A che cosa era dovuta la sanguinosa storia di Gerusalemme, e quale retribuzione ricevette?
2 La sanguinosa storia di Gerusalemme era dovuta non al fatto che si era impegnata nella guerra teocratica per comando di Geova Dio, ma all’avere sparso sangue innocente e deliberatamente messo a morte molti profeti di Dio, essendovi stato condannato a morte perfino Gesù, il Figlio di Dio. Questo non fu fatto innocentemente, poiché sette secoli prima, al giorno di Geremia, Geova aveva smascherato la colpa del sangue di Gerusalemme dicendo per mezzo del suo profeta: “Inoltre, nei tuoi lembi si son trovati i segni del sangue delle anime dei poveri innocenti. Non li ho trovati nell’atto di sfondare, ma sono su tutti questi. Ma tu dici: ‘Sono rimasta innocente. Sicuramente la sua ira si è stornata da me’. Ecco, io entro in controversia con te a motivo del tuo dire: ‘Non ho peccato’”. (Ger. 2:34, 35) Agendo direttamente conforme a queste parole, nel 607 a.E.V. Geova aveva espresso effettivamente la sua ira contro Gerusalemme per il suo sfrenato spargimento di sangue, e i suoi giustizieri babilonesi avevano versato il sangue di lei in terra compiendo una spaventosa distruzione. E così a Gerusalemme fu riservato un altro bagno di sangue, in adempimento alle parole di Gesù, e, prima che fosse terminato nell’estate del 70 E.V. 1.100.000 persone erano morte nella città assediata.
COLPA DEL SANGUE PER AVER CONDIVISO LA RESPONSABILITÀ
3. Perché perirono molti che non avevano direttamente tolto la vita?
3 Quelli che sono nella cristianità diano particolarmente ascolto a questo esempio ammonitore. Non tutti i Giudei uccisi dai Babilonesi o dai Romani furono direttamente colpevoli di aver ucciso i profeti di Dio o d’aver tolto altrimenti la vita umana, tuttavia perirono con quelli che avevano volontariamente sparso sangue innocente. Perché? Perché avevano sostenuto il passato e le tradizioni del giudaismo e così avevano condiviso la responsabilità di questa società per la sua colpa del sangue.
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