BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • L’efficace uso del tempo di studio reca gioia
    La Torre di Guardia 1971 | 15 luglio
    • mettere insieme le parole quando sono pronunciate correttamente, e tutto questo vi aiuterà a migliorare la vostra capacità di parlare. Seguite dunque la lettura invece di guardare il paragrafo successivo.

      Ma che dire delle altre informazioni usate nelle adunanze della congregazione che potete non aver studiate in anticipo? Per esempio, che dire se non avete studiato tutte le informazioni che vengono presentate nella Scuola di Ministero Teocratico? Ebbene, siccome siete presente alla scuola per un’ora, perché non prestare diligente attenzione a ciò che si dice? In tal modo, in un certo senso, potete studiare le informazioni traendo profitto da ciò che altri dicono. Poiché siete già lì, quale miglior uso potreste fare del tempo?

      PROFITTO

      Seguendo buoni metodi di studio, riscontrerete che la vostra capacità di leggere migliorerà, come miglioreranno la vostra scelta e il vostro uso delle parole e della grammatica. Imparerete di più e ricorderete di più, secondo che la Parola di Geova passerà per la vostra mente e scenderà nel vostro cuore.

      Sarete meglio preparato a giudicare quando vi si presenteranno decisioni importanti o contese su ciò che è giusto e su ciò che è errato. Ingrandirete e rafforzerete lo scudo della fede per proteggervi dalle influenze malvage di questo mondo. Farete discorsi migliori, commenti più edificanti alle adunanze e più istruttivi studi biblici a domicilio. Sì, più imparate, meglio preparati sarete per dire ad altri le ragioni della speranza del Regno che è in voi. — 1 Piet. 3:15.

      Migliorando così le vostre abitudini di studio, potete crescere spiritualmente più forte invece di rimanere un bambino spirituale. Pianterete più fermamente i vostri piedi nella via che conduce alla vita eterna nel nuovo ordine di Geova. Siate dunque diligenti circa il vostro studio. “Fa tutto il possibile per presentarti approvato a Dio, operaio che non abbia nulla di cui vergognarsi, maneggiando rettamente la parola della verità”. — 2 Tim. 2:15.

      Potrete essere quindi come una di quelle felici persone di cui il salmista disse: “Il suo diletto è nella legge di Geova, e lègge sottovoce nella sua legge giorno e notte”. — Sal. 1:2.

  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1971 | 15 luglio
    • Domande dai lettori

      ● Non è vero che Geova fu parziale verso la nazione d’Israele per il modo in cui li trattò? Tuttavia in Atti 10:34 la Bibbia dice che “Dio non è parziale”. Com’è questo coerente? — U.S.A.

      Essere imparziale significa esser privo di biasimo o favoritismo. Si tratta di non lasciare che la persona o il suo posto, la sua ricchezza, il suo potere o altra influenza alteri il proprio giudizio o le proprie azioni a favore dell’individuo. Significherebbe non accettare un regalo, e, d’altra parte, non farsi influenzare dal semplice sentimentalismo verso una persona povera. L’imparzialità fa sì che tutti siano trattati in armonia con ciò che è giusto e retto, secondo quanto ciascuno merita e gli necessita. — Prov. 3:27.

      Geova dice che egli “non tratta nessuno con parzialità né accetta regalo”. (Deut. 10:17; 2 Cron. 19:7) Quando l’apostolo Pietro comprese che Dio aveva udito le preghiere dell’incirconciso gentile Cornelio e aveva fatto in modo da metterlo in diretto contatto con la congregazione cristiana, Pietro disse: “Per certo io comprendo che Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme e opera giustizia gli è accettevole”. — Atti 10:34, 35. Rom. 2:10, 11.

      Tuttavia, alcuni hanno sostenuto che Geova trattasse parzialmente Israele, impiegandolo e favorendolo come suo popolo nei tempi antichi. Comunque, un onesto esame di come trattò Israele rivelerà che tale accusa è errata. Geova scelse Israele e trattò con esso non a causa della sua grandezza e del suo numero, ma a causa del proprio amore e del proprio apprezzamento per la fede e la lealtà del suo amico Abraamo, loro antenato. Inoltre, fu longanime verso di loro perché aveva posto su loro il suo nome. — Deut. 7:7-11; 29:13; Ezec. 36:22; Sal. 105:8-10.

      Mentre fu ubbidiente, Israele fu benedetto sulle nazioni che non avevano la Legge da Geova data per mezzo di Mosè. Quando Israele fu disubbidiente, Dio fu paziente e misericordioso, ciò nondimeno punendoli. E benché la loro fosse una posizione di favore, avevano dinanzi a Dio una più grave responsabilità perché portavano il nome di Dio e perché erano sotto la Legge.

      La Legge recava maledizioni contro chi la violava. È scritto: “Maledetto è chi non porrà in vigore le parole di questa legge mettendole in pratica’’. (Deut. 27:26) I Giudei, violando la Legge, vennero sotto questa maledizione, che si aggiunse alla loro condanna come progenie del peccatore Adamo. (Rom. 5:12) Perciò, per redimere i Giudei da questa speciale incapacità, Cristo dovette non solo morire, ma morire sul palo di tortura come l’apostolo Paolo sostiene in Galati 3:10-13.

      Quanto precede dimostra il fatto che Dio non esercitò nessuna parzialità verso Israele. Dio impiegava Israele in vista della benedizione di tutte le nazioni. (Gal. 3:14) In questa nazione fece nascere il suo Figlio, per mezzo del quale la salvezza è possibile per tutti quelli che esercitano fede. Dio operava in effetti per il beneficio delle persone di tutte le nazioni a suo tempo. In armonia con ciò l’apostolo osserva: “È egli l’Iddio dei soli Giudei? Non lo è anche delle persone delle nazioni? Sì, anche delle persone delle nazioni, se Dio è veramente uno che dichiarerà giuste le persone circoncise quale risultato della fede e le persone incirconcise per mezzo della loro fede”. — Rom. 3:29, 30.

      Per di più, nell’antico stato giudaico, gli uomini di altre nazioni potevano venire sotto il favore e la benedizione di Dio adorando Geova l’Iddio d’Israele e osservandone la legge, come fecero i Gabaoniti, i Netinei (“dati”) e molti residenti forestieri. — Gios. 9:3, 27; Esd. 8:20; 1 Re 8:41-43; Num. 9:14.

      Sebbene paziente e misericordioso, ricevendo di nuovo Israele quando si pentì, la pazienza di Geova alla fine si esaurì ed egli li scacciò dall’essere il popolo del suo nome. (Luca 13:35; Rom. 11:20-22) Ha qui vigore la dichiarazione dell’apostolo: “Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: . . . tribolazione e distretta, sull’anima di ogni uomo che opera ciò che è dannoso, del Giudeo prima e anche del Greco; ma gloria e onore e pace a ognuno che opera ciò che è bene, per il Giudeo prima e anche per il Greco. Poiché presso Dio non vi è nessuna parzialità”. — Rom. 2:6-11.

      Mentre una superficiale veduta a breve raggio del modo di trattare di Dio può apparire dunque che riveli parzialità, una più profonda veduta a largo raggio mostra le meravigliose imparzialità e giustizia oltre qualsiasi cosa l’uomo abbia concepito. Quanto eccellentemente egli operò perché tutto il genere umano avesse l’opportunità di ricevere il suo favore e la vita! — Isa. 55:8-11; Rom. 11:33.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1971 | 15 luglio
    • Domande dai lettori

      ● Se la Bibbia insegna che per andare in cielo bisogna essere ‘innalzati’ (Atti 1:9), non mostra essa che non si tiene conto della rotazione della terra e della struttura dell’universo? — C. P., U.S.A.

      Il racconto biblico dell’ascensione di Gesù dichiara che mentre i suoi discepoli “guardavano, fu innalzato e una nube lo nascose alla loro vista”. Essi continuarono a guardare il cielo finché furono altrimenti consigliati dagli angeli, che li informarono: “Gesù che di fra voi è stato ricevuto in cielo verrà nella stessa maniera in cui l’avete visto andare in cielo”. (Atti 1:9-11) Alcuni hanno trovato da ridire sul racconto dell’ascensione, dicendo che esprima il primitivo concetto secondo cui il cielo è in alto rispetto alla terra. Comunque, per soddisfare tali critici si dovrebbero effettivamente togliere le parole “innalzare”, “alto” e così via, dal linguaggio umano. Anche in quest’era spaziale, leggiamo ancora degli astronauti posti in orbita intorno alla terra che sono “ascesi a 739 miglia nautiche” al di sopra della terra (Times di New York, 16 settembre 1966), mentre sappiamo che tecnicamente “uscirono o si allontanarono” tale distanza dalla superficie della terra.

      In modo interessante, il racconto della delegazione angelica che annunciò in coro la nascita di Gesù riferisce che, quando la loro missione fu compiuta, “gli angeli [partirono] da loro nel cielo”. (Luca 2:15; si paragoni Atti 12:10). Quindi l’ascensione di Gesù, mentre cominciò

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi