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    La Torre di Guardia 1975 | 15 marzo
    • decisione mentale e di cuore. Questo è il passo della dedicazione. Con fervida preghiera, dici a Dio per mezzo di Cristo che hai preso la tua decisione e gli chiedi di accettarti secondo i suoi termini. Siccome vieni a lui confidando nel merito del sacrificio di Cristo, hai l’assicurazione che egli ti accetterà. Anche questo significa divenir discepolo, seguace delle orme di Gesù Cristo. Essendo egli simile al Padre suo, ti viene assicurato che egli pure ti accetterà lietamente. Pensando a ciò, ti rendi conto che ci vuole qualche altra cosa oltre alla decisione mentale a cui sei già pervenuto. — Isa. 55:7; Matt. 11:28-30.

      16. (a) Come simboleggiò Gesù la presentazione di sé per fare la volontà di Dio per lui come uomo? (b) In che modo questo è per te un modello, tenendo presente quale distinzione?

      16 Pietro scrisse: ‘Cristo ti lasciò un modello, onde segua attentamente le sue orme’. (1 Piet. 2:21) Il primo e visibile passo che Gesù compì, quando seppe che era il tempo stabilito da Dio, fu quello del battesimo in acqua per mano di Giovanni il Battista. Questo fu il simbolo della sua propria presentazione di sé per fare la volontà di Dio com’era stato predetto di lui in Salmo 40:6-8. (Si veda anche Ebrei 10:5-10). Gesù non aveva commesso nessun peccato di cui pentirsi. Aveva verso Dio una buona coscienza. Ma nel tuo caso, il passo del battesimo è un esteriore e pubblico simbolo della tua dedicazione a fare la volontà di Dio, e siccome sei stato schiavo del peccato, è anche la “richiesta fatta a Dio d’una buona coscienza”. Pur essendo ancora imperfetto, ‘ora presenti le tue membra quale schiavo di giustizia in vista della santità’. — 1 Piet. 3:21–4:3; Rom. 6:19.

      17. In vista di II Corinti 5:14, 15, come dovresti considerare i passi precedenti?

      17 Visto nella giusta luce, dovresti sentirti sollecitato a compiere questi passi per seguire con amore e premura l’amorevole provvedimento e il benigno invito di Dio. Non sei spinto o forzato a farlo. Piuttosto, dovresti considerarlo un grande privilegio. — 2 Cor. 5:14, 15.

      UN GRANDE PRIVILEGIO

      18. (a) Come mostrò Gesù che il suo comandamento in Giovanni 13:34 era un comandamento nuovo? (b) Perché è un grande privilegio perseguire lo stesso corso che intraprese Gesù?

      18 Il secondo dei due grandi comandamenti dati a Israele, come fu riassunto da Gesù, fu questo: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. (Matt. 22:39) Ma ai suoi discepoli Gesù disse: “Vi do un nuovo comandamento, che vi amiate l’un l’altro; come vi ho amati io, che voi pure vi amiate l’un l’altro”. Più tardi quella stessa sera aggiunse: “Nessuno ha amore più grande di questo, che qualcuno ceda la sua anima a favore dei suoi amici”. (Giov. 13:34; 15:13) Gesù fece proprio questo. Rinnegò se stesso. Non cercò di preservare o di salvare la propria anima per sé. Invitò i suoi seguaci a fare la stessa cosa. Perché? Perché era il preconosciuto proposito di Dio che, mentre il permesso del male era ancora in pieno dominio, sarebbe stata concessa l’opportunità di rispondere al suo invito: “Sii saggio, figlio mio, e rallegra il mio cuore, affinché io possa rispondere a chi mi biasima”. (Prov. 27:11) Com’è illustrato nel caso di Giobbe, Satana scherniva Geova asserendo che nessuno avrebbe mantenuto verso Dio la propria integrità se non per ragioni egoistiche, se non per propria convenienza. (Giob. 1:9-11; 2:3-5) In altre parole, nessuno avrebbe rinnegato volontariamente se stesso per amore verso Dio. Gesù, compresa pienamente la situazione, afferrò volontariamente e lietamente l’opportunità di seguire questo corso. Fino a questo giorno, quelli che di propria volontà divengono discepoli di Gesù intraprendono un corso simile. Quale glorioso privilegio abbiamo di fare una piccola parte nella rivendicazione del nome di Geova! Abbiamo il privilegio di contribuire alla splendida e completa risposta che Geova può ribattere al suo avversario e schernitore.

      19. Quali sono il privilegio e il requisito che in questo tempo son posti dinanzi a tutti noi?

      19 Il privilegio di portare un “palo di tortura” appartiene a tutti i discepoli cristiani mentre il permesso del male sta per scadere, sia che la loro speranza di vita riguardo al Regno sia celeste o terrestre. Dopo la “grande tribolazione”, la dedicazione sarà ancora in vigore, motivata dallo stesso amore come adesso, ma in condizioni diverse. Ci sarà il requisito di rendere a Geova devozione con tutta l’anima, ma non di portare un “palo di tortura”. — Isa. 25:8.

      20. (a) Come si risolverà infatti la contesa della proprietà? (b) In quanto alla dignità della proprietà di Dio, quale atteggiamento assumono tutti i veri cristiani?

      20 Possiamo capire così come si adempirà la soluzione della contesa della proprietà, già assicurata. La soluzione della contesa sarà dimostrata infatti dopo la “grande tribolazione”, quando Satana e i suoi demoni saranno stati inabissati, e sarà risolta in eterno quando essi e quelli che si schierano dalla loro parte saranno stati distrutti per sempre. Ma in quanto al fatto che la proprietà di Geova ha dignità, abbondanti prove sono state provvedute dai veri discepoli cristiani e da Cristo Gesù stesso, che riconoscono lietamente la suprema autorità di Geova, e che, anche se fosse data l’opportunità di scegliere un corso di indipendenza da Dio, la rigetterebbero fermamente.

      21. Quale emozionante opera e quale gloriosa prospettiva ci sono dinanzi?

      21 Durante il dominio del regno millenario, non ci sarà nessuna organizzata o sostenuta sfida alla continua dignità di Geova. Ma l’enorme lavoro da compiere in quel periodo, l’opera di disfare tutto il danno e la rovina causati su questa terra da seimila anni di dominio del peccato, questo sarà un’emozionante sfida. Quando sarà stato completato, che cosa si farà? Come Paolo scrisse: “Poi, la fine, quando [Cristo] avrà consegnato il regno al suo Dio e Padre, quando avrà ridotto a nulla ogni governo e ogni autorità e potenza. . . . allora il Figlio stesso si sottoporrà a Colui che gli ha sottoposto tutte le cose, affinché Dio sia ogni cosa a tutti”. (1 Cor. 15:24-28) Essendo stata compiuta l’unificazione di tutto il genere umano, Cristo consegnerà il Regno al Padre suo, in riconoscimento del fatto che tutta la creazione veramente appartiene a Geova. A tale prospettiva, siamo ora esortati a unirci al coro di quel canto celeste: “Degno sei, Geova, Dio nostro, di ricevere la gloria e l’onore e la potenza, perché tu creasti tutte le cose, e a causa della tua volontà esse esisterono e furon create”. — Riv. 4:11.

      22. Come si può e si dovrebbe rispondere alla domanda: A chi appartieni?

      22 A chi appartieni? Hai risposto a questo amorevole invito di dare te stesso in dedicazione per fare la volontà di Dio com’è indicata nella sua Parola? Se no, può darsi che ti trattenga qualche ragione o desiderio egoistico? Parlando “quali sostituti di Cristo noi imploriamo: ‘Siate riconciliati con Dio’”. Appartieni a lui. Entra in intima relazione con lui e rallegrati all’intimità della sua amicizia. Prova gioia al senso di mutua proprietà, facendo di lui il tuo Dio e rendendoti uno del suo devoto popolo. — 2 Cor. 5:20; Mic. 4:5; Giov. 15:15; Riv. 21:3.

  • Studi “Torre di Guardia” per le settimane
    La Torre di Guardia 1975 | 15 marzo
    • Studi “Torre di Guardia” per le settimane

      del 20 aprile: Come si risolve la contesa della proprietà. Pagina 181. Cantici da usare: 38, 81.

      del 27 aprile: A chi appartieni? Pagina 187. Cantici da usare: 57, 92.

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