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La gioia di stare coi bambiniSvegliatevi! 1970 | 8 maggio
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contro la loro stoltezza e la loro mancanza d’esperienza.
Comunque, i bambini mettono continuamente alla prova i genitori per vedere se riescono a rimanere impuniti, e fin dove li lasciano arrivare. Sperano segretamente che i genitori non li lascino andare troppo lontano. Il genitore che cerca di accattivarsi il favore del suo bambino dandogli tutto ciò che chiede e lasciandolo fare a modo suo non avrà successo. Un giorno, trovandosi in difficoltà, il figlio dirà: “Perché me l’avete lasciato fare? Che specie di genitori siete?” I genitori sono incolpati per non aver disciplinato con giustizia. Ma dov’è impartita l’amorevole disciplina, di solito si avrà un felice risultato. — Ebr. 12:11.
C’è un detto: “Non manca l’acqua finché il pozzo non si secca”. Com’è vero questo coi bambini. Quando se ne sono andati, la casa diventa silenziosa e ci sono meno risa. I figli si rendono conto ben poco del caloroso affetto che hanno suscitato nei loro genitori. Anche se i genitori sanno che i figli cresceranno e vivranno la loro propria vita, non sono mai del tutto preparati ad affrontare il vuoto che c’è quando i figli se ne vanno. Il vuoto si riempie in una certa misura, comunque, allorché i figli tornano ogni tanto a casa a chiedere consiglio o quando vanno a trovare mamma e papà. Figli, per amore dei vostri genitori, non dimenticate di far questo, poiché ad essi piace stare con voi.
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Come si vive ad AbidjanSvegliatevi! 1970 | 8 maggio
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Come si vive ad Abidjan
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nella Costa d’Avorio
ELEFANTI e avorio! Monte Kilimangiaro! Febbre della giungla! Oro! Leoni! “Il dott. Livingstone, presumo”.
Questi non sono che alcuni dei pensieri che forse si affollano nella mente parlando del continente africano. Ma i tempi sono cambiati da quando Stanley attraversò la giungla alla ricerca di Livingstone.
Perché non venite e vedere personalmente qual è la situazione in Africa? Venite a visitare una sfavillante città bianca dell’Africa Occidentale, piena d’alberi e di fiori, Abidjan, capitale della Costa d’Avorio. Essa è piacevolmente adagiata su azzurre lagune presso la riva del mare. Ma per vedere il meglio dovreste alzarvi all’alba.
Se uscite di sotto la zanzariera, lasciandola fluttuare sul letto, e andate alla finestra, noterete che l’aria è ancora fresca e leggera. Il sole è una fiammeggiante palla avvolta in una foschia dorata. Una dolce brezza muove le foglie degli alberi e diffonde il fresco aroma del fumo di legna mentre i nostri vicini preparano la colazione in cortile. Anche noi faremo colazione, crostini di pane alla francese e caffè. Il caffè non manca, poiché questo e il principale prodotto d’esportazione della Costa d’Avorio. Esso, insieme al cacao, agli ananas e alle banane è la base dell’economia del paese.
Al mercato
Finita la colazione, avviamoci al mercato a prendere frutta fresca e verdura. Giacché non è lontano, e non fa ancora troppo caldo, andremo a piedi. Passiamo davanti alla moschea con le sue cupole a forma di cipolla e frotte di musulmani seduti in giro per terra con le mercanzie ammucchiate intorno a loro. Vestiti delle loro lunghe vesti bianche e coi piccoli fez sul capo, recitano preghiere insieme o leggono gli uni agli altri brani del Corano in arabo. Ivi il 23 per cento della popolazione è musulmana, il 13 per cento è cristiana nominale e il 61 per cento animista.
Ecco il mercato dove vanno compratori e venditori. Respirando profondamente una boccata d’aria fresca, ci addentriamo dove prevalgono odori pungenti. Passiamo davanti a sandali, pelli di serpente, pezze di stoffa, brocche di terracotta, grandi zucche, spazzolini da denti e lucertole essiccate. Infine arriviamo al banco dei limoni. Dopo molto aggrottar di sopracciglia e mercanteggiar sul prezzo, otteniamo i limoni a un prezzo conveniente. La donna ce ne da anche due in più come “cadeau” (dono). Il francese è la lingua ufficiale, ma ci sono più di 60 diversi idiomi nativi, una vera e propria Babele.
Attraversata la sezione dove vendono pipistrelli affumicati e grandi lumache della foresta vive, oh, ecco la sezione della frutta. Mentre osserviamo la pittoresca abbondanza di frutta fresca non possiamo fare a meno di pensare al Paradiso e alla sua abbondanza di alberi che producevano frutto.
Una parola d’avvertimento però. Tutte le cose che acquistiamo dovremo immergerle prima in una soluzione clorurata e poi in acqua per distruggere i parassiti che si annidano nella buccia e tra le foglie. Questi parassiti, insieme alle malattie della febbre gialla e della malaria, erano la causa di un’alta mortalità. Oggi, comunque, le severe misure igieniche, le pastiglie contro la malaria prese quotidianamente o settimanalmente e i vaccini contro la febbre gialla hanno fatto meraviglie. Ma dobbiamo ancora immergere attentamente in una soluzione clorurata ogni foglia di lattuga!
Scene per la strada
Mentre andiamo verso casa notiamo molte donne che sono già tornate e che sono indaffarate a preparare il foo-foo per il pasto di mezzogiorno. Questo si prepara schiacciando banane bollite radice di manioca con un pestello di legno nel mortaio fino a ottenere una molle pappa. Le donne maneggiano quel grosso pestello che sembra una clava in maniera molto efficiente. Forse è un bene che qui i mariti siano ancora molto rispettati.
Un’altra scena comune è quella dei mendicanti allineati in fila nella piazza. Essi sono poco più che fasci di vecchi stracci per terra che agitano verso i passanti arti contorti, gambe deformi, estremità monche, augurando loro benedizioni. La maggioranza di loro non sono nativi della Costa d’Avorio, ma mendicanti di mestiere venuti dall’estero per partecipare alla prosperità locale.
Qui c’è povertà e malattia come nella maggioranza delle grandi città. Si fanno sforzi per risolvere questi problemi, ma anche il crescente numero di ospedali ben attrezzati è tutt’altro che adeguato. I bambini che si vedono spesso per le strade hanno il corpo coperto di piaghe o soffrono di disturbi agli occhi. Della popolazione del paese con circa quattro milioni di persone, quasi due milioni hanno meno di quindici anni.
Visita al Banco
Quando usciamo di casa dopo pranzo, sentiamo il calore opprimente che si innalza dal selciato mentre il sole emana bagliori accecanti battendo sui bianchi edifici. Qui è così quasi continuamente durante la stagione calda.
Con la macchina di un amico attraversiamo velocemente la laguna passando per il vecchio ponte, sopra le acque scintillanti che rispecchiano fedelmente il vivido azzurro del cielo limpido. Siamo diretti al Banco, il locale parco cittadino, dove sono state costruite strade fin nell’interno della foresta così che le persone possano avventurarcisi. Non c’è da preoccuparsi, poiché non vi sono leoni. Comunque, ci sono serpenti. Delle 3.000 specie di serpenti che vi sono qui, solo 600 circa sono velenosi, di questi, solo pochissimi sono in grado di recare la morte all’uomo.
Ecco che entriamo nella foresta, una foresta equatoriale. Una volta entrati nella foresta, il cambiamento è completo. All’improvviso non c’è più il riverbero del sole, né il calore che si avvertiva da tutte le parti. Tutto è fresco e verde e scuro. Grandi piante di bambù crescono da ambo le parti e si intrecciano sopra la nostra testa. Presso un laghetto, dove un corso d’acqua è stato chiuso con una diga per potervi nuotare, i grandi alberi di mogano arrivano fino alla riva dell’acqua, riflettendosi sulla sua superficie come verdi ombre. I profani si spaventano.
Lì le persone superstiziose erano persuase che ci fossero dèi della foresta malvagi e crudeli. I Baulè, per esempio, uno dei gruppi etnici della Costa d’Avorio, non credevano mai che la morte fosse naturale. Uno che era morto era stato indubbiamente avvelenato da un altro, o era punito dagli dèi, nella cui ira era incorso. Non molto tempo fa i Baulè avevano paura di guardare troppo a lungo la luna, poiché si temeva che il demone tamburino, Konan Djeti, che si suppone abiti lì, suonasse un canto di morte per quelli troppo curiosi.
I Senufo, uno dei gruppi tribali del nord, credono che il bosco sia abitato da folletti, i “badegale”, genietti grotteschi, che molestano gli abitanti dei villaggi e si suppone abbiano i piedi attaccati dietro la fronte. Tali credenze hanno ancora forte presa sugli ignoranti. In certe parti di Abidjan troverete ancora venditori ambulanti le cui mercanzie sono amuleti d’ogni tipo per proteggersi dagli spiriti.
Sia per i botanici che per i giardinieri dilettanti, questo luogo ha tanto da offrire. Piante d’ogni specie si offrono al vostro esame. Lassù in alto, sulle cime di alti alberi, s’intrecciano piante rampicanti e liane, a cui sono spesso attaccati funghi di vario tipo. E in mezzo alla sovrastante vegetazione, filtra la luce del sole, da una piccola macchia d’azzurro, tingendo tutto d’oro lo scuro sottobosco e punteggiando l’acqua di luce. L’odore delle piante che marciscono e della vegetazione fresca si fonde. Vicino al suolo della foresta ci sono ombre verde mare, su cui spiccano qua e là i colori degli insetti e dei fiori illuminati dai raggi del sole.
Sulla via del ritorno, l’aria notturna è piena dei deliziosi aromi delle banane fritte e di yam mentre le persone siedono per terra vicino ai loro bracieri a cucinare sul luogo. Si può udire il ritmico suono dei tamburi mentre gruppi strumentali suonano a ogni angolo e i negozi di musica trasmettono gli ultimi successi africani. Ma laggiù vicino all’acqua c’è quiete e pace.
Soluzione dei problemi
Al visitatore potrebbe sembrare che Abidjan sia a metà strada verso il paradiso. C’è vita e colore e bellezza, ma c’è anche malattia e povertà, analfabetismo e altri problemi. Naturalmente, Abidjan non è tutta la Costa d’Avorio. Né la Costa d’Avorio è tutta l’Africa, ma i suoi problemi e le sue bellezze sono tipici. Tutte le nazioni dell’Africa hanno problemi. Benché non abbiano sufficienti lavoratori addestrati, cercano di risolvere questi problemi.
La Costa d’Avorio ha un governo stabile. Comunque, in Africa, come in altre parti del mondo, la stabilità è solo relativa. Al presente questo paese ha un’economia prospera e la benedizione d’avere molte risorse naturali che attendono solo d’essere sfruttate. Ma l’uomo ‘non può vivere solo di pane’, cioè dei frutti materiali del suolo. No, ha bisogno anche di cose spirituali, della conoscenza delle parole di Geova, l’Altissimo Dio. (Matt. 4:4) Otterranno gli abitanti della Costa d’Avorio questo più sicuro sostentamento?
La risposta si trova nel ministero dei cristiani testimoni di Geova della Costa d’Avorio e dei paesi vicini. Coscienziosamente, essi viaggiano per il territorio in lungo e in largo, nelle città, nei villaggi e nelle zone rurali, recando il messaggio del regno di Dio, regno sotto cui tutti i problemi saranno positivamente risolti, sotto cui coloro che amano la giustizia avranno abbondanza di pace nonché dei frutti della terra.
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Lingue usate più estesamenteSvegliatevi! 1970 | 8 maggio
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Lingue usate più estesamente
Il cinese è la lingua parlata dal maggior numero di persone, ma è confinata essenzialmente all’Asia. L’inglese è parlato da circa 400.000.000 di persone, più di qualsiasi lingua eccetto il cinese. Ma l’inglese si parla in molti più luoghi della terra che non il cinese.
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Persone dedite all’agricolturaSvegliatevi! 1970 | 8 maggio
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Persone dedite all’agricoltura
● Negli Stati Uniti e nel Canada, meno di 8 persone su 100 vivono nei poderi. In Asia, Sudamerica, e parti d’Europa, circa metà della popolazione sono contadini. Circa 70 africani su 100 vivono coltivando la terra.
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La vegetazione frena l’erosioneSvegliatevi! 1970 | 8 maggio
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La vegetazione frena l’erosione
● Quando la pioggia batte sul suolo nudo, la forza dell’acqua scioglie il suolo superficiale, portandolo via. Col tempo, questa erosione rende improduttivo il suolo. La vegetazione, come gli alberi delle foreste, gli arbusti e l’erba, attenua la caduta della pioggia, così che non colpisca il suolo con tutta la forza. Parte dell’acqua è quindi assorbita dalle foglie in decomposizione e da altra vegetazione, oltre che dalle radici delle piante e degli alberi. Il resto si infiltra lentamente nella terra finché gran parte d’essa va a finire in sorgenti e corsi d’acqua. Questo processo preserva il suolo e provvede anche acqua molto tempo dopo la caduta della pioggia e della neve. Com’è stato saggio il Creatore a provvedere la vegetazione come protettiva copertura per la terra!
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