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Bisogna tener conto di Dio, tener conto degli altri, tener conto di se stessiSvegliatevi! 1979 | 8 ottobre
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Today del giugno 1978, dice:
“In una situazione normale, chi ha un’intima relazione con qualcuno prova qualcosa che gli reca grande soddisfazione. . . . E se non si può ottenere, si prova un senso di vuoto e insoddisfazione cronica”.
Abbiamo bisogno d’essere apprezzati e accettati dagli altri. Il miglior modo per ricevere è quello di dare, come mostrò Gesù: “Praticate il dare, e vi sarà dato. Vi sarà versata in grembo una misura eccellente, pigiata, scossa e traboccante. Poiché con la misura con la quale misurate, sarà rimisurato a voi”. (Luca 6:38) Vi è felicità nel ricevere, ma ce n’è di più nel dare. Dando amore lo esercitiamo e lo facciamo crescere, aumentiamo la nostra capacità di amare gli altri; e in cambio riceviamo il loro amore. Amate per primi gli altri, e così li indurrete ad amarvi. Questo è indicato dall’amore che Geova ha mostrato all’umanità riconoscente: “In quanto a noi, amiamo, perché egli per primo amò noi”. — 1 Giov. 4:19; Atti 20:35.
I bambini piccoli devono imparare che è importante amare gli altri. È utile che giochino con i coetanei perché imparano che non possono sempre averla vinta, che non possono sempre fare come gli pare, che non possono sempre essere i primi. La tendenza dei bambini è di voler fare a modo proprio, ma imparano presto che il prezzo della compagnia è che anche per gli altri viene il momento d’essere i primi. Chi vuole sempre essere il primo finisce per rimanere solo.
Bisogna amare Dio
Siamo una piccola nullità in paragone con la grandezza della terra, che è piccola in paragone con il sole, che è una piccola stella tra i miliardi di stelle della Via Lattea. La Via Lattea è solo una fra i miliardi di galassie nell’universo. Nella sua immensità siamo microscopici e del tutto insignificanti, tranne per il fatto che l’Iddio che fece l’universo ha fatto pure noi, ha cura di noi e ha un proposito per noi. Solo per questa ragione la nostra vita può avere uno scopo e un senso. Egli ci ama; noi dobbiamo amarlo. Questo è un punto ripetutamente messo in rilievo nella Bibbia. Il redattore religioso Leslie K. Tarr fa un contrasto tra la filosofia del “me-ismo” e il cristianesimo, dicendo:
“Il vangelo dell’interesse personale colpisce alla radice tutto ciò che vi è di nobile nella nostra cultura ed è diametralmente opposto al vangelo cristiano. ‘Cercare d’essere il numero uno’ è il grido di battaglia di una nuova barbarie. Il vangelo chiama in un’altra direzione. Esso invita a rinnegare se stessi, a prendere la croce, . . . a porgere l’altra guancia, e a fare il secondo miglio. Al contrario, l’invito a ‘cercare d’essere il numero uno’ suona meschino. . . . Il vangelo egocentrico, nelle sue forme secolari e religiose, è lungi dal messaggio che indirizza il nostro sguardo prima verso Dio e poi verso gli altri”. — Star di Toronto, 25 novembre 1978.
L’illustre storico Arnold Toynbee parlò del grave abisso morale cui ci troviamo di fronte, e della scienza disse:
“Non ha aiutato [l’uomo] a evadere dalla prigione del suo innato egocentrismo per stabilire una comunione o un’unione con qualche realtà più grande, più importante, più preziosa e più duratura dell’individuo stesso”. — Surviving the Future, di Arnold Toynbee.
I moderni guru del “me-ismo” inseguono avidamente il mito dell’Io con valanghe di libri sul soggetto e cercano di far fortuna. Ma millenni di storia umana hanno rivelato che le filosofie umane non recano nessun beneficio duraturo. “Che la sapienza sia giusta è provato dalle sue opere”, e la sapienza umana non ha tale prova. (Matt. 11:19) Gli uomini possono schernire e dire che la sapienza della Bibbia non è pratica, ma resta il fatto che il mondo non l’ha mai provata, non ha provato l’amore di Dio, l’amore del prossimo, neppure il giusto amore di se stessi. E certo non ha provato a seguire la Regola Aurea che Gesù proclamò: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. — Matt. 7:12.
Lo psichiatra Karl Menninger, nel suo libro Whatever Became of Sin?, dichiara: “Trascendere il proprio egocentrismo non è una virtù; è una necessità redentrice”.
Dobbiamo tener conto di noi stessi, degli altri e soprattutto dobbiamo tener conto di Geova Dio. Gesù mise queste necessità nella giusta prospettiva quando gli fu chiesto: “Maestro, qual è il più grande comandamento della Legge?” Egli rispose: “‘Devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente’. Questo è il più grande e il primo comandamento. Il secondo, simile ad esso, è questo: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’. Da questi due comandamenti dipendono l’intera Legge e i Profeti”. — Matt. 22:36-40.
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Una filosofia che rovina le famiglieSvegliatevi! 1979 | 8 ottobre
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Una filosofia che rovina le famiglie
“Pensa che la cosiddetta società dell’‘Io’ accresca il numero dei matrimoni falliti?” fu chiesto al dott. Robert Taylor, autore di libri sul soggetto. “Sì”, rispose, “credo che la filosofia dell’‘Io’ contribuisca all’alto indice di divorzi che abbiamo ora”.
L’odierna mania di appagare se stessi induce “interi quartieri”, diceva un articolo di fondo in “U.S. News & World Report”, “a subordinare o abbandonare lavoro, politica, servizio civile e responsabilità familiari a favore di lezioni per realizzarsi, esercizi esotici, il farsi accarezzare con penne di pavone e guanti di pelliccia, bagni caldi in comune, sensazioni extraconiugali e altre cose che si suppone diano pura felicità”.
“Il moderno genitore è lontano dal figlio”. Perché? Una notizia di “Newsweek” spiega: “Pensa di avere poco da ‘trasmettere e, in ogni caso, ora dà la precedenza al proprio diritto di appagare se stesso’”.
“In un’epoca che dà risalto alla massima espressione e soddisfazione personale, molti genitori non vogliono affatto sacrificarsi per i figli, che sono considerati un peso. O non vogliono affatto i figli, o vogliono che i loro ragazzi se ne stiano tranquilli e non diano fastidio. . . . La gente è più egocentrica di 20 anni fa”. — “Homemaker’s Magazine”, giugno/luglio/agosto 1976.
Uno speciale programma televisivo della CBS trasmesso lo scorso dicembre faceva vedere una famiglia in cui i genitori erano divorziati e i cattivi effetti che questo aveva sui figli. La madre faceva parte del movimento di liberazione della donna, ciò che aveva portato al divorzio. I figli espressero la loro tristezza perché il lavoro della madre la teneva per troppo tempo lontana da casa, e il padre non viveva con loro.
Riguardo alla psichiatria “U.S. News & World Report” ha detto: “La società nel suo insieme può essere stata danneggiata da certi sistemi psichiatrici. C’è la diffusa opinione, giusta o sbagliata, che le ansie dell’America moderna siano state accresciute dal consiglio psichiatrico che spesso incoraggia l’individuo a ‘fare quello che gli pare’ anche se rovina delle famiglie”.
Sotto l’intestazione “Io, Io, Io”, la rivista “Newsweek” pubblicò la recensione del libro “The Culture of Narcissism” di Christopher Lasch, un professore di storia. L’attuale tendenza dei genitori di dare ‘la precedenza al proprio diritto di appagare se stessi’ danneggia emotivamente i figli e li lascia privi di un codice morale. Egli afferma che il nuovo movimento “offre soluzioni controproducenti, consigliando di non investire troppo in amore e amicizia”.
In principio, le riviste femminili parlavano della casa, della cucina e dei figli. Poi uscirono riviste per la ragazza che lavora. In seguito uscirono riviste par il movimento femminista. L’ultima novità è una rivista intitolata “Self”. L’articolo di fondo di “The Wall Street Journal” che parlava di questa rivista concludeva dicendo che, secondo gli editori, i lettori “vogliono pensare soprattutto al proprio indipendente io, non ai figli o al sesso o alla politica. Un messaggio non molto incoraggiante per la fine del decennio”.
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