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“Sia fatta la tua volontà in terra”La Torre di Guardia 1959 | 1° maggio
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di Dio. Tutti noi esistiamo soltanto per sua volontà. Sarebbe molto appropriato che desiderassimo e cercassimo di apprendere quale sia la sua volontà e quindi di compierla. Altrimenti mancheremmo in modo disastroso allo scopo della nostra creazione ed esistenza.
38 Il più grande uomo che sia mai stato sulla terra riconobbe questo fatto. Era un uomo che veramente pregava Dio. Il suo nome era Gesù. Suo padre non era un Ebreo, un Israelita o Giudeo, ma Dio stesso, come dimostreranno i fatti che ora esamineremo. Per questa ragione egli non chiamò alcun uomo padre ma parlò di Dio come del suo Padre celeste. Poiché, quand’ebbe trent’anni, Gesù fu unto e ricevette lo spirito di Dio, venne chiamato Gesù Cristo. Nella Sacra Bibbia troviamo scritto il “libro della storia di Gesù Cristo”, “la buona notizia intorno a Gesù Cristo”. (Matt. 1:1; Mar. 1:1) Egli fu il più grande maestro che sia mai stato sulla terra. Aveva allievi o discepoli, e mandò speciali discepoli a predicare. Egli li chiamò apostoli, o inviati. — Mar. 3:7, 9, 13, 14.
39 Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare Dio in modo accettevole. Il più semplice, eppure il più grande modello di preghiera che egli insegnò loro è riferito nel ben noto Sermone sul Monte. Disse loro di non pregare ipocritamente o in modo solo formale: “Ma, quando pregate, non dite sempre le stesse cose, come fanno le persone delle nazioni, poiché esse pensano d’essere ascoltate per la moltitudine delle loro parole. Non siate come loro dunque, poiché Dio vostro Padre sa le cose di cui avete bisogno prima che gliele chiediate”. (Matt. 6:5-8) In questo modo egli insegnò loro a riconoscere Dio come Creatore e Datore di vita, quindi come Padre, Colui che provvede qualunque cosa essi abbiano bisogno. Quindi aggiunse:
LA PREGHIERA MODELLO
40 “Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano; e rimettici i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal male”. — Matt. 6:9-13, Ti.
41 Ai giorni in cui Gesù era sulla terra, la Roma imperiale dei Cesari governava gran parte della terra abitata, compreso il Medio Oriente, dove visse Gesù. Gesù non insegnò ai suoi allievi, ai suoi discepoli, a pregare una Divinità senza nome, un innominabile Dio, un Dio che appena si menzioni il suo titolo “Dio” sia riconosciuto allo stesso modo da tutti, senza considerare quale dei milioni di cosiddetti dèi una persona possa adorare. Gesù Cristo molte volte parlò del nome personale di Dio, suo Padre. Prima di cominciare a predicare in un luogo di raduno a Nazaret, sua città natale, egli prese il libro di Isaia e lesse ai suoi ascoltatori il capitolo 61, versetti 1 e 2, che dice: “Lo Spirito del Signore Geova è sopra me; per questo Geova mi ha unto per portare la buona novella”. (Ri; Luca 4:16-21) Da questo si vede che Dio ha un nome personale.
42 Dio ha un nome che lo distingue da qualsiasi altra persona o cosa che venga chiamata col titolo di “dio”. Egli onora e rispetta il suo nome e non permetterà che viva per sempre alcuno che parli male del suo nome o rechi vituperio al suo nome. Egli mette il suo nome nelle sue promesse, nelle profezie, nelle dichiarazioni dei suoi propositi, affinché non si possa confonderlo con alcun altro che gli uomini adorino come dio. Riguardo al suo nome, la sua Parola scritta, la Bibbia, non è d’accordo con questa recente dichiarazione:c
43 “I nomi degli dèi non determinano la religione più che i nomi di uomini e di donne non determinino la loro personalità. I nomi originalmente vengono dati e usati senza alcuna idea di confronto o contrasto con altri nomi. . . . Sia Dio, Geova, Bhavani, Ishvari, Allah, Hari, Siva o Rama, è lo stesso Essere che in modo vago viene ricordato da ogni devoto che pronunci il nome che è stato abituato ad associare al mistero dell’universo e all’idea dell’adorazione”.
44 Al contrario, Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare, non un cosiddetto Madre-Padre Dio,d o un Dio senza nome, ma un Dio il cui nome Gesù stesso conosceva e i sommi sacerdoti israeliti conoscevano. Se il nome personale di Dio, che è Geova, non avesse importanza, perché Gesù avrebbe iniziato la sua preghiera modello insegnando: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome”? Coloro che ascoltarono il Sermone sul Monte di Gesù credevano, non negli dèi dell’India o di altri paesi simili, ma nel Dio che Gesù stesso adorava. Il nome stesso di Cristo onora il nome di questo Dio e Padre celeste, poiché il nome Gesù significa “Geova salva”. — Matt. 1:21, VR nota in calce.
(Continua)
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Le acque della vita trovano la viaLa Torre di Guardia 1959 | 1° maggio
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Le acque della vita trovano la via
● Un testimone di Geova che aveva sofferto come obiettore di coscienza nell’Ungheria comunista raccontò come la letteratura biblica giungeva ai ministri cristiani anche nelle prigioni militari. Egli disse:
● “Vi erano ordini molto severi nella prigione militare del nono distretto di Budapest. Sembrava completamente impossibile fare entrare qualche cosa di proibito. Eppure le acque della vita trovarono la via per giungere fino ai fratelli attraverso corsi sotterranei. Dopo tre giorni che era stata pronunciata la mia sentenza fui mandato in città a fare un certo lavoro. Dal luogo in cui lavoravo potei mettermi in contatto con i fratelli. I prigionieri pativano grandemente la fame, sia spirituale che materiale. Il nostro menu era costituito esclusivamente da cavoli, carote, fagioli e piselli senza alcun grasso. Quanto al cibo spirituale, non ci era rimasto praticamente nulla.
● “Tuttavia, in una certa occasione riuscii a portare un articolo de La Torre di Guardia. Al ritorno dal lavoro avevo con me un secchio sporco di cemento. All’ingresso fui perquisito con molta attenzione e quindi mi fu detto di andare. Di proposito non prestai molta attenzione al mio secchio. Immediatamente la guardia mi gridò: ‘Perché lasci qui questo secchio?’ Lo presi su e lo portai con me. L’articolo de La Torre di Guardia era lì dentro. Avevo coperto il fondo con della carta, sulla carta avevo messo l’articolo, e quindi altra carta coperta col cemento.
● “In seguito andai di nuovo fuori a fare delle riparazioni. Grazie ad un soldato potei di nuovo mettermi in contatto con i fratelli liberi. Con del legno feci una cassetta per gli arnesi. La feci con un doppio fondo e vi mettevo in mezzo gli articoli de La Torre di Guardia. Buttavo sempre molti pezzi di ferro taglienti nella cassetta, per cui la guardia non faceva troppe perquisizioni. In tal modo era molto facile far entrare di contrabbando gli articoli di studio. Poiché facevo riparazioni avevo accesso ad ogni cella e potevo così passare il cibo spirituale dagli uni agli altri entro la prigione. Così, per immeritata benignità di Geova, i fratelli ebbero un po’ di cibo spirituale”.
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