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  • L’odierna distruzione di Bibbie non ha successo
    La Torre di Guardia 1980 | 15 luglio
    • 21. Quando sono costretti ad agire clandestinamente, cosa fanno oggi i testimoni di Geova, e ha avuto successo l’odierna distruzione di Bibbie?

      21 Oggigiorno i testimoni di Geova sono stati costretti ad agire clandestinamente in molti paesi. Cosa fanno quando le loro Bibbie vengono confiscate e bruciate? Semplicemente ne stampano delle altre o si procurano altre traduzioni della Bibbia. Continuano a proclamare, se necessario anche clandestinamente, il messaggio di condanna contro il mondo blasfemo, un messaggio simile a quello proclamato da Geremia. La distruzione di Bibbie per mettere a tacere gli odierni testimoni di Geova non ha avuto successo. Non è riuscita a spaventarli perché non distribuissero letteratura biblica e non riuscirà a impedire alla Parola di Geova di avverarsi con tutto il suo vigore negli infuocati tempi avvenire! Gli oppositori non fanno che mostrarsi degni di distruzione eterna!

  • Servite il “Re delle nazioni” e sopravvivrete
    La Torre di Guardia 1980 | 15 luglio
    • Servite il “Re delle nazioni” e sopravvivrete

      1. Secondo il modello del re Ioiachim e del suo successore, suo fratello Sedechia, gli odierni governanti del mondo cambieranno condotta a motivo di ciò che dice la classe di Geremia?

      CHE dire se i governanti del mondo, specialmente quelli della cristianità, riconoscessero che c’è una moderna classe di Geremia? Che dire se le si rivolgessero per sapere quale sorte li attende secondo la profetica parola di Geova? Significherebbe questo che sono sul punto di cambiare condotta per seguire il modo d’agire che consentirebbe loro di sopravvivere alla predetta “grande tribolazione” che sta per abbattersi sul mondo? No! Almeno non se prendiamo come esempio l’ultimo re giudeo di Gerusalemme, cioè Sedechia fratello di Ioiachim. Il re Ioiachim aveva costretto Geremia e il suo segretario Baruc ad agire clandestinamente, non ci è detto per quanto tempo. Ma Sedechia, fratello di Ioiachim, fece di peggio al fedele testimone di Geova, Geremia. In modo analogo, gli odierni governanti del mondo non cambieranno la loro ostinata condotta. Vi sono implicati interessi politici che essi ritengono troppo importanti. Questo non presagisce nulla di buono per i popoli su cui governano. — Ger. 37:2.

      2. In quali circostanze Sedechia chiese a Geremia di pregare per gli israeliti, ma cosa gli rispose il profeta?

      2 Era il nono anno del regno di Sedechia. Era in corso il terzo ed ultimo assedio di Gerusalemme ad opera dei babilonesi! Dall’Egitto erano in arrivo forze militari in soccorso della città assediata. Per far fronte a questa minaccia gli assedianti babilonesi si ritirarono. Sembrava che fosse tempo di chiedere in preghiera a Geova di benedire il corpo di spedizione egiziano. Il re Sedechia chiamò quindi Geremia perché pregasse “Geova nostro Dio a nostro favore”. Ma Geova aveva dato istruzioni a Geremia di non pregare in tal senso. Geova non avrebbe ascoltato una simile preghiera. (Ger. 37:3; 11:14; 14:11, 12) Per questo Geremia preannunciò la vittoria dei babilonesi sulle truppe di soccorso egiziane, dicendo al re Sedechia che i babilonesi sarebbero tornati e avrebbero ridotto in cenere Gerusalemme. — Ger. 37:4-10.

      3. Perché i principi della città di Gerusalemme fecero mettere Geremia nella “casa dei ceppi”?

      3 Durante la ritirata dei babilonesi, Geremia si sentì libero di lasciare Gerusalemme per recarsi nella città sacerdotale di Anatot, nel territorio della tribù di Beniamino. Arrestato alla porta settentrionale di Gerusalemme, la Porta di Beniamino, egli negò che stesse disertando per passare ai nemici babilonesi. I principi della città, trattandolo come un sovversivo, un traditore, lo fecero mettere nella “casa dei ceppi”, dove fu rinchiuso per “molti giorni”. (Ger. 37:11-16) Un trattamento molto simile a quello riservato oggi alla classe di Geremia.

      4. Quale consiglio diede Geremia a Sedechia, e perché Geremia fu trasferito nel Cortile della Guardia?

      4 A faccia a faccia col re Sedechia in persona, si sarebbe Geremia discostato dal suo duro messaggio? Quando il re Sedechia lo fece portare dalla casa di detenzione a un luogo segreto per interrogarlo in privato, Geremia disse coraggiosamente al re che sarebbe stato fatto prigioniero dai babilonesi, di cui Geova si serviva come strumento. Sia che il re si fosse arreso loro spontaneamente o che fosse stato catturato contro la sua volontà, il risultato sarebbe stato lo stesso. Geremia pensava fosse meglio che il re non si rendesse la situazione ancora più difficile. Non gli diede false assicurazioni. Francamente Geremia non faceva nulla di male al suo popolo e al re. Perché allora lo tenevano in un luogo di detenzione dove rischiava di morire prematuramente? Dietro sua richiesta, il re Sedechia lo fece trasferire nel Cortile della Guardia, una specie di prigione militare. Il vitto era pane e acqua. — Ger. 37:17-21.

      LA CONDOTTA SAGGIA NON È SOVVERSIVA

      5. Cosa avrebbe dovuto giustamente fare il re Sedechia nei confronti dell’impero babilonese, e perché toccò a ogni abitante prendere una decisione personale circa il restare a Gerusalemme?

      5 Sedechia era stato messo sul trono di Gerusalemme dall’imperatore Nabucodonosor. Eppure, dopo aver pagato i tributi a Nabucodonosor come re vassallo per otto anni, Sedechia si era ribellato. La condotta appropriata sarebbe stata quella di porre fine alla ribellione e di sottomettersi pacificamente all’impero che Geova aveva lasciato divenire la Terza Potenza Mondiale della storia biblica. Se lui come re si fosse rifiutato di farlo, allora avrebbe dovuto farlo il popolo, per il proprio bene. Avrebbero dovuto fare quello che Geremia aveva dichiarato agli abitanti di Gerusalemme:

      “Geova ha detto questo: ‘Chi continua a dimorare in questa città morrà di spada, di carestia e di pestilenza. Ma chi esce ai Caldei continuerà a vivere e per certo avrà la sua anima come spoglia e vivrà’. Geova ha detto questo: ‘Senza fallo questa città sarà data in mano alle forze militari del re di Babilonia, ed egli per certo la catturerà’”. (Ger. 38:2, 3)

      Il re Sedechia avrebbe dovuto essere il primo a seguire questo consiglio ispirato. Ma poiché non lo fece, toccò a ciascuno dei suoi sudditi decidere per sé riponendo fede nella guida di Geova.

      6. Perché i principi fecero gettare Geremia nella cisterna del cortile del figlio del re?

      6 I principi di Gerusalemme chiedevano che Geremia fosse messo a morte, perché secondo loro era un disfattista che scoraggiava le truppe preposte alla difesa della città; minava la volontà del popolo di combattere. Perciò, senza il consenso

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