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GeremiaAusiliario per capire la Bibbia
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L’apostolo Matteo fece notare come una delle profezie di Geremia si adempì ai giorni dell’infanzia di Gesù. (Matt. 2:17, 18; Ger. 31:15) Lo scrittore ispirato di Ebrei menziona i profeti, fra i quali Geremia, di cui cita gli scritti in Ebrei 8:8-12. (Ger. 31:31-34) Di quegli uomini lo stesso scrittore dice che “il mondo non era degno di loro”, e che ricevettero “testimonianza mediante la loro fede”. — Ebr. 11:32, 38, 39.
2. Figlio di Abazzinia e padre di Iaazania; evidentemente un capofamiglia e uno dei recabiti che il profeta Geremia mise alla prova, per comando di Geova, conducendoli in una delle stanze da pranzo del tempio e offrendo loro vino da bere. Essi rifiutarono, ubbidendo al comando dato loro più di due secoli prima dal loro antenato Gionadab figlio di Recab. Per questo Geova promise: “Non sarà stroncato da Gionadab figlio di Recab un uomo che stia dinanzi a me per sempre”. — Ger. 35:1-10, 19.
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geremia, libro diAusiliario per capire la Bibbia
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Geremia, libro di
Geremia ricevette l’incarico di profeta nel tredicesimo anno del re Giosia (647 a.E.V.) per avvertire il regno meridionale, Giuda, dell’incombente distruzione. Questo meno di un secolo dopo l’attività del profeta Isaia e la caduta di Israele, il regno settentrionale, invaso dagli assiri.
QUANDO FU SCRITTO
La maggior parte del libro non fu scritta quando Geremia pronunciò le profezie. Anzi, evidentemente Geremia non mise per iscritto nessuna delle sue dichiarazioni finché, nel quarto anno del re Ioiachim (625 a.E.V.), non ricevette da Geova il comando di dettare tutte le parole che gli aveva proferite fino a quel momento. Quindi non solo le parole rivolte a Giuda all’epoca di Giosia, ma anche le dichiarazioni di giudizio per tutte le nazioni. (Ger. 36:1, 2) Il rotolo venne bruciato da Ioiachim quando Ieudi glielo lesse. Ma Geremia ebbe ordine di riscriverlo, cosa che fece fare al suo segretario Baruc, aggiungendovi molte altre parole. — Ger. 36:21-23, 28, 32.
Il resto del libro, incluse l’introduzione che menziona l’undicesimo anno di Sedechia (Ger. 1:3), altre profezie che Geremia mise per iscritto quando le pronunciò (Ger. 30:2; 51:60) e la lettera inviata agli esiliati in Babilonia, fu evidentemente aggiunto in seguito. (Ger. 29:1) Inoltre le dichiarazioni pronunciate durante il regno di Sedechia, e il resoconto degli avvenimenti che seguirono la caduta di Gerusalemme, fin verso il 580 a.E.V., furono aggiunti più tardi. Può darsi che, anche se il rotolo scritto da Baruc era la base di gran parte del libro, Geremia poi ne abbia curato la stesura definitiva quando vi aggiunse scritti successivi.
ORDINE
Il libro non è disposto in ordine cronologico, ma piuttosto per argomenti. Le date sono indicate dove è necessario, ma la maggior parte delle profezie si potevano applicare alla nazione di Giuda durante l’intero periodo in cui regnarono Giosia, Ioacaz, Ioiachim, Ioiachin e Sedechia. Più volte Dio disse a Geremia che la nazione era incorreggibile nella sua malvagità. Eppure quelli di cuore retto ebbero ogni opportunità di ravvedersi ed essere liberati. In quanto alle profezie che ci riguardano, l’ordine non influisce sull’intendimento e l’applicazione degli scritti di Geremia.
AUTENTICITÀ
L’autenticità del libro di Geremia è generalmente riconosciuta. Solo pochi critici l’hanno messa in dubbio sulla base delle differenze che si riscontrano fra il testo masoretico ebraico e la Settanta greca secondo il Manoscritto Alessandrino. Ci sono più cambiamenti fra il testo ebraico e quello greco del libro di Geremia che in qualsiasi altro libro delle Scritture Ebraiche. Si dice che la Settanta sia più breve del testo ebraico di circa 2.700 vocaboli, cioè un ottavo del libro. La maggioranza degli studiosi conviene che la traduzione greca di questo libro è poco accurata, ma questo non rende meno attendibile il testo ebraico. È stata avanzata l’ipotesi che il traduttore avesse a disposizione un manoscritto ebraico di una diversa “famiglia”, una recensione particolare, ma uno studio critico rivela che non fu così.
L’adempimento delle profezie messe per iscritto da Geremia, insieme al loro contenuto, attesta decisamente l’autenticità del libro. Fra le numerose profezie di Geremia, alcune delle quali vide personalmente adempiersi, sono le seguenti:
Prigionia di Sedechia e distruzione di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor, re di Babilonia (Ger. 20:3-6; 21:3-10; 39:6-9)
Deposizione e morte in prigionia del re Sallum (Ioacaz) (Ger. 22:11, 12; II Re 23:30-34; II Cron. 36:1-4)
Il re Conia (Ioiachin) portato prigioniero a Babilonia (Ger. 22:24-27; II Re 24:15, 16)
La morte entro l’anno del falso profeta Hanania (Ger. 28:16, 17)
Alcuni recabiti e l’etiope Ebed-Melec sopravvivono alla distruzione di Gerusalemme (Ger. 35:19; 39:15-18)
Altri adempimenti delle profezie di Geremia sono:
Invasione dell’Egitto conquistato da Nabucodonosor (Ger. 43:8-13; 46:13-26)
Ritorno degli ebrei e ricostruzione del tempio e della città dopo settant’anni di desolazione (Ger. 24:1-7; 25:11, 12; 29:10; 30:11, 18, 19; confronta II Cronache 36:20, 21; Esdra 1:1; Daniele 9:2)
Desolazione di Ammon (Ger. 49:2)
Fine di Edom come nazione (Ger. 49:17, 18) (Con la morte dell’ultimo Erode, la nazione di Edom scompare)
Permanente desolazione di Babilonia (Ger. 25:12-14; 50:35, 38-40)
Le Scritture Greche Cristiane indicano che alcune profezie di Geremia, fra cui le seguenti, hanno un adempimento maggiore, spirituale:
Nuovo patto con la casa d’Israele e la casa di Giuda (Ger. 31:31-34; Ebr. 8:8-13)
Alla casa di Davide non sarebbe mancato un uomo sul trono del regno per sempre (Ger. 33:17-21; Luca 1:32, 33)
La caduta di Babilonia la Grande è un’estensione e un’applicazione simbolica delle parole di Geremia contro l’antica Babilonia, come risulta dal seguente raffronto:
In Geremia In Rivelazione
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