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Sconfitti quelli che combattono contro DioLa Torre di Guardia 1978 | 1° giugno
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Sconfitti quelli che combattono contro Dio
“Per certo combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”. — Ger. 1:19.
1. In che senso combattono contro Dio quelli che stanno per essere sconfitti?
COMBATTERE contro Dio! Non nel senso di combattere contro le leggi della creazione di Dio, come la legge della gravitazione. Ma combattere contro Dio nel senso di combattere contro la visibile organizzazione del suo popolo eletto e contro l’opera che egli comanda loro di fare. Nei tempi moderni, uomini che tengono in alta considerazione le leggi della creazione scoperte dalla scienza potrebbero trovarsi a combattere in tal modo contro l’Iddio della Bibbia. Con loro delusione, ne stanno uscendo sconfitti. — Atti 5:39.
2. Com’è stata fornita la prova che Dio ha accettato la piccola organizzazione in questione e che non l’ha ripudiata?
2 A costoro sembra senz’altro presuntuoso da parte di una piccola organizzazione sulla terra considerarsi l’organizzazione a cui Dio ha dato la sua speciale protezione per liberarla da quelli che combattono contro di lui. Ma tale organizzazione quali conclusioni dovrebbe trarre dalle sue effettive esperienze? Le evidenze accumulatesi in 100 anni dovrebbero permetterle di trarre la giusta conclusione circa l’identità dell’organizzazione che Dio ha scelto e rafforzato per resistere sinora ad attacchi di proporzioni mondiali. Questa piccola organizzazione di persone dedicate salì alla ribalta della scena moderna nel nome di Dio. Ogni evidenza disponibile indica che Dio decise di riconoscere e accettare tale organizzazione e che non l’ha ripudiata. Il tempo, ben dieci decenni, ne ha fornito una valida prova.
3. Nel nome di chi venne l’annunciato Messia, ma come reagì il popolo?
3 L’esperienza di questa organizzazione è paragonabile a ciò che avvenne 19 secoli fa, nei tempi biblici. Nel Medio Oriente un uomo veniva annunciato a quel tempo come il Messia lungamente atteso, l’unto da Dio per essere Re di un governo che avrebbe dato infine a tutta l’umanità un giusto dominio. La maggioranza delle persone seguirono i loro capi religiosi e si rifiutarono di credere che questi era il Messia promesso da Dio. Ma egli non fu un impostore. Non fu un uomo avido di gloria e di potere, un sedicente Messia. Ai suoi oppositori disse: “Io non accetto la gloria dagli uomini. . . . Sono venuto nel nome del Padre mio, ma voi non mi ricevete; se qualche altro arrivasse nel proprio nome, quello ricevereste”. (Giov. 5:41-43) A dire queste parole fu Gesù, discendente del re Davide di Gerusalemme e, quindi, anche discendente del fedele Abraamo per mezzo del cui seme devono essere benedette tutte le famiglie della terra. — Gen. 12:3; 22:18; Matt. 1:1-16.
4. Che cosa significò riguardo a Gesù il fatto che venne nel nome del suo Padre celeste?
4 Che Gesù venisse nel nome del suo Padre celeste significò che venne non di propria iniziativa, ma come colui che il Padre celeste aveva mandato. Quindi fu un figlio che dovette compiere ubbidientemente sulla terra la volontà del Padre. Dovette far conoscere il nome del Padre e recargli onore, non presentandolo mai sotto falsa luce.
5. Pur essendo egli stesso un profeta, anche di quali profezie si interessò il Messia Gesù?
5 Il Messia Gesù ha dato prova d’essere il più grande profeta che l’Iddio della Bibbia abbia mai avuto sulla terra fino a questo giorno, e non fa eccezione neppure il legislatore Mosè dei tempi precristiani. (Deut. 18:15-19; Atti 3:22, 23; Riv. 22:18-20) Ma egli si interessò anche di profezie pronunciate da un profeta di nome Geremia che lo aveva preceduto.
6. Nel nome di chi Geremia venne e parlò, e come fu confermato questo fatto da persone di quel tempo?
6 Geremia veniva da una famiglia sacerdotale abitante ad Anatot, nel regno di Giuda. Come Gesù Cristo, Geremia non venne o non parlò nel proprio nome, sebbene avesse le responsabilità di sacerdote levita. Come nel caso di Gesù, l’opera profetica di Geremia suscitò opposizione. I suoi oppositori, che volevano ucciderlo, gli dissero: “Non devi profetizzare nel nome di Geova, affinché tu non muoia per nostra mano”. (Ger. 11:21) In un’occasione, sentendosi scoraggiato, Geremia disse: “Non lo menzionerò, e non parlerò più nel suo nome”. (Ger. 20:9) Ma la parola di Dio lo accese a tal punto di zelo che non poté smettere di proclamarla. Le sue profezie si avverarono nel 607 a.E.V. con la distruzione di Gerusalemme, eppure i superstiti ebrei, decisi a fare a modo loro, gli dissero: “Riguardo alla parola che tu ci hai pronunciata in nome di Geova, noi non ti ascolteremo”. (Ger. 44:16) Al momento opportuno coloro che avevano combattuto contro Dio dovettero accettarne le conseguenze.
7. All’inizio quali rassicuranti parole dovette dire Geova a Geremia?
7 C’è poco da meravigliarsi se 40 anni prima, nel 647 a.E.V., Geova aveva dovuto dire all’allora giovane Geremia: “Devi . . . pronunciar loro ogni cosa che io stesso ti comando. Non esser colpito da alcun terrore per causa loro, onde io non ti colpisca di terrore dinanzi a loro. Ma in quanto a me, ecco, t’ho reso oggi una città fortificata e una colonna di ferro e mura di rame contro tutto il paese, verso i re di Giuda, verso i suoi principi, verso i suoi sacerdoti e verso il popolo del paese. E per certo combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’” — Ger. 1:17-19.
8. Rammentando che cosa Geremia si fortificò per perseverare così a lungo, ma quale domanda facciamo ora?
8 Pensate quanto dovette resistere Geremia, quanto dovette sopportare, per oltre 40 anni! È uno dei portavoce di Geova a cui il discepolo cristiano Giacomo rivolge la nostra attenzione, dicendo: “Prendete a modello di sofferenza del male e di esercizio della pazienza i profeti, che parlarono nel nome di Geova”. (Giac. 5:10) Rammentando continuamente a se stesso che non era venuto nel proprio nome, ma che parlava nel nome di Geova, Geremia si fortificò per perseverare e sventare le mire dei suoi attaccanti, che in realtà combattevano contro Dio. Geova non colpì Geremia di terrore dinanzi a quegli assalitori, poiché Geremia non si lasciò prendere dal terrore per il loro minaccioso aspetto e numero. Questo andava molto bene 26 secoli fa, ma troviamo oggi qualcosa di simile, un esempio moderno? Sì!
MODERNA CLASSE DI GEREMIA
9, 10. A quale schiavo, prefigurato da Geremia, ci riferiamo, e perché ora dev’essere presente?
9 Non vogliamo dire che lo stesso Geremia sia tornato in vita per mezzo della risurrezione dai morti. Questo è ciò che pensarono alcuni Israeliti del primo secolo riguardo a Gesù Cristo perché era venuto nel nome di Geova e aveva sopportato tanta opposizione religiosa lì in Israele. (Matt. 16:13, 14) Ci riferiamo a qualcuno che fu prefigurato o rappresentato dall’antico Geremia. Abbiamo in mente il servitore o lo schiavo di cui Gesù Cristo parlò nella sua profezia sul “segno della [sua] presenza [o parusia] e del termine del sistema di cose”. (Matt. 24:3) Oggi gli attenti studiosi della Bibbia vedono il “segno” della presenza, o parusia, del glorificato Gesù Cristo nel celeste potere del Regno. Quindi, per completare il “segno” in tutti i suoi particolari, ora dovrebbe esserci sulla terra il servitore o schiavo. In Matteo 24:45-47, Gesù disse:
10 “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo? Felice quello schiavo se il suo signore arrivando lo troverà a fare così. Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi”.
11, 12. (a) Quando comparve sulla scena lo “schiavo”, e come? (b) Che cosa mostrò che lo “schiavo” era costituito per dare ai “domestici” il cibo a suo tempo?
11 Lo “schiavo” lì predetto non poteva essere un singolo cristiano, poiché, se così fosse, ora dovrebbe avere più di 1.900 anni d’età. Lo “schiavo” dev’essere l’intera congregazione cristiana formata dai 144.000 discepoli che sono stati generati dallo spirito di Dio per divenire coeredi di Gesù Cristo nel suo regno celeste. Questa classe dello “schiavo” ebbe inizio il giorno della festa di Pentecoste del 33 E.V. La parte originale della classe dello “schiavo” venne all’esistenza quando il glorificato Gesù Cristo fu impiegato per versare lo spirito santo sui discepoli (circa 120) radunati a Gerusalemme in attesa. Questa classe dello “schiavo” di recente creazione fu allora costituita per dare il cibo spirituale a suo tempo ai domestici del glorificato Signore Gesù Cristo, e questo è dimostrato da un fatto rimarchevole. Quale?
12 Tutti quelli che allora furono unti con lo spirito santo cominciarono a parlare in lingue straniere che fino a quel momento non avevano conosciute e a dichiarare “le magnifiche cose di Dio”. (Atti 2:1-11) Subito dopo, 3.000 Ebrei e proseliti assetati di verità furono sfamati con cibo spirituale a suo tempo e divennero cristiani battezzati e generati dallo spirito, domestici del Signore Gesù Cristo. — Atti 2:14-42; Matt. 24:45.
13. (a) Come si è mantenuto in vita finora questo “schiavo” e in attesa di che cosa? (b) Perché il periodo di quasi 64 anni trascorso dal 1914 deve avere un significato speciale?
13 A uno a uno quei cristiani del primo secolo generati dallo spirito morirono ma nei secoli successivi si aggiunsero alla congregazione dello “schiavo” altri membri, che attendevano tutti la “presenza” del glorificato Signore Gesù Cristo nel potere del Regno. Dall’anno 1914 il “segno” è apparso e si è fatto sempre più rimarchevole, confermando che la presenza del Signore nel potere del Regno è cominciata alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914. (Luca 21:24; Dan. 4:16, 23, 25, 32) Il periodo di quasi 64 anni da allora trascorso, che ha visto tutta l’umanità afflitta da guerre internazionali e sconvolgimenti politici, accompagnati da tanti terremoti, pandemie, penurie di viveri con vertiginosi aumenti nel prezzo dei generi alimentari, esplosioni d’illegalità, spietata oppressione e persecuzione della classe dello “schiavo” di Cristo in tutto il mondo, non è stato un periodo qualsiasi. Veramente, questo periodo intercorso fra la prima guerra mondiale nel 1914 e ora non ha nessun parallelo nella storia. Dovrebbe avere un significato d’importanza mondiale. E ce l’ha! Gesù Cristo, il profeta di Dio più grande di Mosè, ne spiegò profeticamente il significato. Qual è?
14. Secondo la spiegazione di Gesù, che cosa significa questo periodo?
14 Che la sua “presenza”, o parusia, è in atto dal 1914 e che la fine di questo sistema di cose s’avvicina sempre più!
15. Perché oggi dev’esserci sulla terra una classe come Geremia, e da chi è composta?
15 Il periodo della “presenza” di Cristo è il tempo in cui giudica i membri della congregazione dello “schiavo” costituita 19 secoli fa per dare ai suoi domestici il cibo spirituale a suo tempo. (Matt. 24:45-47; 25:14-30) Quindi il rimanente finale della classe dello “schiavo” generato dallo spirito dev’essere ora sulla terra e dev’essere in giudizio. La loro fedeltà e sapienza spirituale nel servizio del Signore determinano se sono degni di essere costituiti su tutti gli averi terrestri del Signore. Inoltre, poiché i nostri tempi corrispondono ai giorni di Geremia, profeta di Geova, è logico che debba esistere oggi una classe simile a Geremia, che venga nel nome di Geova. E c’è! È composta dall’approvato rimanente della classe dello “schiavo”. E finora quelli che combattono contro Dio non hanno prevalso contro di essa!
16. (a) Circa cent’anni fa che cosa era venuto all’esistenza ad Allegheny, in Pennsylvania, e che relazione aveva con la cristianità? (b) Come fu che si cominciò a pubblicare una rivista tanto necessaria, e chi ne fu l’editore?
16 Ripensiamo a circa 100 anni fa, al 1877 E.V. A quel tempo le sette e le denominazioni religiose della cristianità si erano notevolmente moltiplicate. Tuttavia, a quell’epoca c’era ad Allegheny (ora parte di Pittsburgh), in Pennsylvania (U.S.A.), una piccola congregazione di dedicati studiosi della Bibbia. Questa congregazione era completamente separata dai sistemi religiosi della cristianità, allora sotto l’attacco della teoria dell’evoluzione, della critica testuale e del materialismo. In quella piccola congregazione di Allegheny lo studio non settario dell’ispirata Parola di Dio destò un impellente senso di urgenza. Un anziano di quella congregazione comprese la necessità di pubblicare una nuova rivista che difendesse le dottrine basilari della Sacra Bibbia. Egli decise di usare a tal fine la propria ricchezza materiale. Quindi nel luglio del 1879 fondò la rivista desiderata, di cui divenne direttore ed editore. Questa rivista avrebbe posto un problema al sistema di cose mondiale, particolarmente alla cristianità. Aveva per titolo “La Torre di Guardia di Sion e Araldo della Presenza di Cristo”. Il suo direttore ed editore fu Charles Taze Russell, un devoto studioso della Bibbia.
17, 18. (a) Oltre a ciò che è indicato dal titolo “Torre di Guardia di Sion”, nel nome di chi salirono alla ribalta mondiale coloro che ebbero a che fare con la rivista? (b) Perché la rivista non avrebbe mai chiesto né implorato l’appoggio degli uomini?
17 Il direttore e gli altri collaboratori della nuova rivista, insieme alla congregazione che la sosteneva, salirono alla ribalta mondiale nel nome dell’Iddio di Geremia, che prestò servizio come sacerdote nell’antica Sion. La Bibbia parla ripetutamente della Sion dell’epoca di Geremia come residenza dell’Iddio di Geremia. (Sal. 74:2; 48:1, 2) Il nome della rivista, “La Torre di Guardia”, aveva relazione con il versetto biblico citato sul frontespizio: “Guardia, che ne è della notte?” “Viene il mattino”. (Isa. 21:11, 12, Versione Autorizzata [inglese]) Questo suggeriva lo scopo che avrebbe avuto la rivista in relazione all’adempimento delle profezie bibliche. Ma a pagina 2 del secondo numero della rivista (Volume 1, Numero 2), in cima alla prima colonna apparve un’intestazione: “Volete ‘La Torre di Guardia di Sion’?” Sotto questa intestazione, il terzo paragrafo diceva:
18 “Non prendete questi commenti per una richiesta di denaro. No. Crediamo che ‘La Torre di Guardia di Sion’ abbia l’appoggio di GEOVA, e, stando così le cose, non chiederà né implorerà l’appoggio degli uomini. Quando Colui che dice: ‘Tutto l’oro e l’argento sui monti sono miei’ smetterà di provvedere i fondi necessari, capiremo che è tempo di sospenderne la pubblicazione”.
AVANTI NEL NOME DIVINO
19. Che cosa mostra se Geova ha smesso di provvedere i fondi per la pubblicazione della rivista?
19 Questo è un punto indiscutibile. L’editore della Torre di Guardia di Sion e Araldo della Presenza di Cristo entrò nell’arena dell’attività religiosa mondiale nel nome di GEOVA, proprio come l’antico profeta Geremia. Geova smise mai di provvedere i fondi necessari per continuare a pubblicare questa rivista? La risposta a questa domanda si capisce dal fatto che, dal luglio del 1879 fino al presente, questa rivista, nonostante sia stata proibita varie volte in diversi paesi, non ha mai sospeso le pubblicazioni né ha mai saltato un numero!
20. Qual è ora la tiratura della rivista, e che cosa fa notare il suo titolo?
20 Oggi la rivista Torre di Guardia ha aumentato la sua tiratura dalle iniziali 6.000 copie mensili in una lingua (inglese) a una tiratura di 9.800.000 copie quindicinali in 79 lingue. Dal numero del 1º marzo 1939, questa rivista ha per titolo “La Torre di Guardia Annunciante il Regno di Geova”. Inoltre, la Watchtower Bible and Tract Society di New York, Inc., stampa oggi un’altra rivista intitolata “Svegliatevi!” in 33 lingue e con una tiratura media di 8.900.000 copie.
21, 22. (a) Quale fu l’obiettivo della rivista, e quale nome adottarono coloro che l’accettarono come rivista ufficiale? (b) Quale obbligo, simile a quello di Geremia, si assunsero dunque?
21 Dal numero del 1º gennaio 1926, la rivista Torre di Guardia cercò specialmente di dare al nome dell’Iddio della Bibbia, Geova, un posto più preminente dinanzi al mondo intero. Era solo logico che, cinque anni dopo (nel 1931), quei cristiani dedicati e battezzati che accettarono tale rivista come loro pubblicazione ufficiale adottassero il nome basato su Isaia 43:10, cioè Testimoni di Geova. Non è strano che gli editori e i sostenitori della rivista Torre di Guardia e di pubblicazioni simili, venendo e parlando dal 1879 in poi nel nome dell’Iddio di Geremia, si assumessero un obbligo. Quale? Quello di annunciare a tutti gli uomini ciò che Geova aveva dichiarato nella Sacra Bibbia. Questa responsabilità era simile a quella affidata a Geremia, al quale Dio disse:
22 “E in quanto a te, ti dovresti cingere i fianchi, e ti devi levare e pronunciar loro ogni cosa che io stesso ti comando”. — Ger. 1:17.
23. Che cosa si è dunque sforzata continuamente di fare l’organizzazione dei Testimoni di Geova e come?
23 L’organizzazione cristiana dei Testimoni di Geova ha riconosciuto il proprio obbligo a tale riguardo e si è sforzata continuamente di adempierlo. Non solo essi pubblicano la Bibbia completa in varie traduzioni, ma pubblicano e distribuiscono anche libri, opuscoli e volantini che spiegano la scritta Parola di Geova nella sua interezza, vale a dire, “ogni cosa che io stesso ti comando”. E fino al nostro giorno non si sono trattenuti dal farlo.
24. Come indicò Gesù la principale opera dei suoi discepoli?
24 Gesù Cristo, quale profeta più grande di Geremia, indicò l’opera principale dei suoi discepoli quando disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. Inoltre: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre [Geova] e del Figlio [Gesù Cristo] e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. — Matt. 24:14; 28:19, 20.
25. Come hanno compiuto i testimoni di Geova l’opera decretata, ma che dire di quelli che contrastano quest’opera?
25 L’opera comandata dal Figlio di Dio, Gesù Cristo, viene compiuta dai cristiani testimoni di Geova in tutto il globo, in 216 paesi e isole, in 194 lingue. Gli uomini che li contrastano in quest’opera decretata da Dio combattono in effetti contro Dio. Ma così facendo, saranno sconfitti. Persistono disperatamente nel credere di poter prevalere contro la piccola classe di unti, la classe di Geremia, e i loro leali compagni. Ma la parola di Geova dice che non prevarranno mai!
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“Per certo combatteranno contro di te”La Torre di Guardia 1978 | 1° giugno
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“Per certo combatteranno contro di te”
1. Come potremmo reagire all’infedeltà del nostro coniuge?
COME si sentirebbe uno di noi se fosse sposato e la propria moglie legale gli divenisse infedele e commettesse flagrante adulterio? Supponiamo che nostra moglie, sposata con noi sin dalla giovinezza, divenisse infedele, ci abbandonasse e andasse a prostituirsi a uomini di condotta dissoluta. Essendo mariti fedeli, non ci sentiremmo feriti nel profondo del cuore? Svanite le speranze di riconciliazione, potremmo mandarla via con un certificato di divorzio. Nella nostra difficile situazione, potremmo non volerla mai più!
2. Quale caso di infedeltà su scala nazionale è descritto in Geremia 3:1, 2?
2 Ventisei secoli fa, ai giorni del profeta Geremia, si verificò un caso simile, ma su scala nazionale. Esso ha un parallelo nei giorni nostri, e quindi ci interessa. Merita che lo esaminiamo per vedere che cosa c’entriamo. Nel racconto che ce ne fa Geremia, leggiamo: “C’è un detto: ‘Se un uomo dovesse mandar via sua moglie ed ella dovesse effettivamente andarsene da lui e divenisse di un altro uomo, dovrebbe egli tornare più a lei? . . . E tu stessa hai commesso prostituzione con molti compagni; e vi dovrebbe essere un ritorno a me?’ è l’espressione di Geova. ‘Alza i tuoi occhi ai sentieri battuti e vedi. Dove non sei stata violata? Lungo le vie ti sei seduta per loro, come l’Arabo nel deserto; e continui a contaminare il paese con i tuoi atti di prostituzione e con la tua malizia’”. — Ger. 3:1, 2.
3. Geova che cosa invita a fare la rinnegata a cui sta qui parlando, e perché?
3 Qui si parla alla nazione d’Israele. Perciò leggiamo: “‘Torna, o rinnegata Israele’, è l’espressione di Geova. ‘Non farò cadere la mia faccia con ira su di voi, poiché io sono leale’, è l’espressione di Geova”. “‘Non resterò risentito a tempo indefinito. Solo prendi nota del tuo errore, poiché hai trasgredito contro Geova tuo Dio’”. “‘Tornate, o figli rinnegati’, è l’espressione di Geova. ‘Poiché io stesso son divenuto il vostro proprietario maritale; e di sicuro vi prenderò . . . e vi condurrò a Sion’”. — Ger. 3:12-14.
4. Chi è oggi simile alla rinnegata Israele, e quale domanda sorge in merito alla proprietà maritale?
4 Oggi la cristianità è simile alla rinnegata Israele. Ci sono più di 900.000.000 di persone che hanno ancora legami con la cristianità, poiché sono iscritti alle sue molte sette e denominazioni. Geova Dio è mai stato il “proprietario maritale” della cristianità? Oggi essa sminuisce il nome di Geova e dà risalto quasi esclusivamente al nome di Gesù, il Figlio di Geova. Oltre 18 secoli prima che venisse all’esistenza la cristianità, Geova divenne un “proprietario maritale”. Di chi? Della nazione d’Israele. Egli ne divenne proprietario specialmente liberandoli dalla schiavitù dell’antico Egitto e poi stipulando con loro un contratto legale al monte Sinai, essendo il profeta Mosè impiegato come mediatore fra Dio e l’uomo. (Eso. da 19:1 a 24:8) Ma che dire ora della cristianità?
5. (a) Da che cosa ebbe origine la cristianità? (b) Nel 33 E.V., con chi Geova strinse una relazione maritale, e come?
5 Questa è una cosa che l’unta classe odierna di Geremia deve far notare alla cristianità, ed è ciò che il moderno Geremia sta facendo. La cristianità ebbe origine dal cristianesimo del primo secolo E.V. La vera congregazione cristiana venne all’esistenza il giorno della festa di Pentecoste dell’anno 33 di quel secolo. Essa divenne “una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso” per Geova Dio. (1 Piet. 2:9) In tal modo fu annullata o abolita la sua relazione matrimoniale con il circonciso Israele naturale. Divorziò da lei! Geova subentrò quindi nella posizione di “proprietario maritale” nei confronti della neonata “nazione santa”, l’Israele spirituale. Egli aveva comprato questa “nazione santa” con il prezioso sangue del suo Figlio Gesù Cristo, il più grande Mosè. Egli portò questa “nazione” nel “nuovo patto” predetto da Geremia. (Ger. 31:31-34) Gesù fu il Mediatore di quel nuovo patto. Nell’autunno dell’anno 36 E.V. credenti non ebrei furono ammessi al battesimo e divennero parte dell’Israele spirituale.
6. A che cosa portò nel quarto secolo E.V. l’apostasia religiosa fra i cristiani professanti?
6 Che cosa accadde poi? Verso la fine del primo secolo, dopo la morte degli apostoli scelti da Cristo, nella congregazione cristiana dell’Israele spirituale cominciò a sorgere la ribellione religiosa contro il suo “proprietario maritale”, Geova Dio. (Matt. 13:24-28, 36-39) Questa apostasia fra i cristiani professanti crebbe, finché agli inizi del quarto secolo l’imperatore romano Costantino fu indotto ad approfittare della situazione. Benché non fosse battezzato e fosse ancora pontefice massimo della religione pagana di Roma, egli dichiarò il cristianesimo nominale del suo giorno religione di Stato dell’Impero Romano. Ne risultò un connubio fra il cristianesimo apostata e lo Stato politico.
7. Secondo Geremia 2:20, 21, i cristiani testimoni di Geova quale degenerazione devono portare all’attenzione della cristianità?
7 I cristiani testimoni di Geova hanno il dovere di parlare alla cristianità del nostro giorno come Geremia parlò all’apostata nazione d’Israele nel settimo secolo avanti l’Èra Volgare. Quali parole di Geova Dio devono dichiarare? Queste: “Su ogni alto colle e sotto ogni albero lussureggiante giacevi in maniera scomposta, prostituendoti. E in quanto a me, t’avevo piantata come una scelta vite rossa, tutta di vero seme. Come ti sei dunque cambiata verso di me in degenerati germogli di vite straniera?”. — Ger. 2:20, 21.
8. Come Geremia 2:2, 3 mostra che Israele abbandonò un’onorevole condizione spirituale?
8 Geova descrisse ulteriormente la condizione spirituale abbandonata da Israele, il popolo con cui aveva stipulato un patto, e, parlando dei tempi moderni, dal cristianesimo nominale, quando disse, sempre per mezzo di Geremia: “Ricordo bene, da parte tua, l’amorevole benignità della tua giovinezza, l’amore quando eri fidanzata per sposarti, il tuo camminare dietro a me nel deserto, in un paese non seminato con seme. Israele era qualche cosa di santo a Geova, il Suo primo prodotto [le primizie]”. (Ger. 2:2, 3) La santità di quel patto con Geova Dio fu persa di vista dall’Israele naturale, fatta eccezione per un fedele rimanente di cui faceva parte Geremia. Allo stesso modo la cristianità non ha mostrato di riconoscere che è giusto rendere esclusiva devozione a Geova Dio. Non è vissuta secondo il nuovo patto.
9, 10. Perché la cristianità mette in dubbio il diritto dei cristiani testimoni di Geova di agire come Geremia?
9 Ma chi sono gli odierni cristiani testimoni di Geova da arrogarsi la responsabilità di agire come Geremia e accusare la cristianità di non avere soddisfatto le esigenze stabilite da Dio per gli Israeliti spirituali sotto il nuovo patto? Chi sono essi da accusare la cristianità di adulterio spirituale nei confronti dell’Iddio del nuovo patto? (Giac. 4:4) Così la cristianità considera l’opera dei testimoni di Geova. Se si conta dal tempo di Costantino il Grande, la cristianità ha più di 1.600 anni e milioni di congregazioni!
10 In confronto, i cristiani testimoni di Geova d’oggi hanno soltanto un secolo, se si conta dalla fondazione della congregazione di studenti biblici non settari di Allegheny (Pennsylvania). La cristianità li considera solo una congregazione nuova, nata da poco, priva dell’erudizione biblica che essa può vantare. Ma che dire dell’età che aveva Geremia quando Geova gli diede l’incarico di profeta?
11. Secondo Geremia 1:4-6, contava presso Geova la giovinezza di Geremia?
11 Presso Geova la giovinezza di Geremia non contava. Le qualità che avevano importanza presso Geova erano la santa devozione e la prontezza a servire in condizioni poco piacevoli. Lo si capisce dal racconto biblico: “E la parola di Geova mi era rivolta, dicendo: ‘Prima che io ti formassi nel ventre ti conobbi, e prima che tu uscissi dal seno ti santificai. Ti feci profeta alle nazioni’. Ma io dissi: ‘Ohimè, o Signore Geova! Ecco, effettivamente io non so parlare, poiché non sono che un ragazzo’”. — Ger. 1:4-6.
NON ERA “CHE UN RAGAZZO”
12. Perché nel 647 a.E.V. Geremia non era troppo giovane perché Geova lo scegliesse come “profeta alle nazioni”?
12 Pertanto, questo figlio del sacerdote Ilchia era forse troppo giovane nel 647 a.E.V. quando Geova lo scelse come “profeta alle nazioni”? No, poiché ancor prima che Geremia fosse concepito nel seno di sua madre, quindi molto prima della sua nascita, Geova vide che un figlio di Ilchia sarebbe stato adatto per questo compito di responsabilità, e proprio al momento giusto. Inoltre, se Geova poté santificare un tale figlio prima che Ilchia lo generasse, certo questo Onnipotente Dio poté affidare il sacro incarico a quel figlio una ventina d’anni dopo la sua nascita, o ancor meglio, 25 anni dopo la sua nascita, quando sarebbe stato qualificato per svolgere le prime fasi del servizio sacerdotale nel tempio di Gerusalemme. Quindi Geremia nacque al tempo giusto, poiché Geova voleva che il profeta-sacerdote desiderato fosse un giovane agli inizi della carriera.
13. Durante il regno di chi fu rivolta a Geremia la parola di Geova, e perché egli si sentiva troppo giovane per parlare come profeta?
13 Geova si propose che Geremia prestasse servizio come profeta per un lungo periodo, per oltre 40 anni, o fino alla vecchiaia. Non fu per caso che la parola profetica di Geova fu rivolta a Geremia nel tredicesimo anno di regno del re Giosia di Gerusalemme. (Ger. 1:1, 2) Ma Geremia si sentiva troppo giovane per intraprendere un’opera profetica che richiedeva di parlare in pubblico. Inoltre, poiché avrebbe dovuto parlare agli anziani della nazione, a uomini di età avanzata, Geremia sentiva di non essere “che un ragazzo”.
14. In che modo Geova considerò la giovinezza di Geremia diversamente da come la considerarono le persone importanti del paese?
14 I re, i principi, i sacerdoti e il popolo del paese disprezzarono la giovinezza di Geremia, e questo ci rammenta che l’apostolo cristiano Paolo disse al suo compagno missionario Timoteo di non permettere ad alcuno di disprezzare la sua giovinezza quando eseguiva gli ordini datigli da Paolo. (1 Tim. 4:12) Geova non la disprezzò. Non parlò a Geremia come si parla a un bambino e non ispirò Geremia a pronunciare la sua prima profezia con un linguaggio da ragazzi. Fu rivolta a degli adulti e nel loro dignitoso linguaggio.
15. La cristianità come ha sempre considerato la classe di Geremia, e in che modo il coraggio di questa classe è stato simile a quello di Davide?
15 Sin dal principio, i sistemi religiosi della cristianità, molto più vecchi, hanno disprezzato i cristiani testimoni di Geova, non considerandoli “che un ragazzo”, in paragone a loro. È vero che C. T. Russell aveva solo 27 anni quando fondò e cominciò a pubblicare La Torre di Guardia di Sion, ma la diresse per 37 anni, finché morì all’età di 64 anni. Prestò servizio in qualità di presidente della Watch Tower Bible and Tract Society per quasi 32 anni (1884–1916). Poiché quella Società fu costituita in ente legale nel dicembre del 1884, l’opera svolta insieme ad essa da coloro che sono organizzati come cristiani testimoni di Geova è svolta solo da cent’anni circa. Sì, erano giovani quando entrarono nell’arena della moderna controversia religiosa, tuttavia avanzarono con coraggio. Furono simili al pastore adolescente Davide, quando sfidò il gigante filisteo Golia pesantemente armato. (1 Sam. 17:23-54) Come Davide, essi sapevano che si facevano avanti nel nome di Geova e che “la battaglia appartiene a Geova”. — 1 Sam. 17:47.
16. Malgrado Geremia obiettasse: “Non sono che un ragazzo”, che cosa fece Geova?
16 Geova è in grado di rendere qualificati quelli che sceglie per il suo servizio, qualunque età abbiano. L’esperienza di Geremia, testimone di Geova precristiano, lo prova, per nostro incoraggiamento. La biografia stessa di Geremia afferma: “E Geova continuò a dirmi: ‘Non dire: “Non sono che un ragazzo”. Ma a tutti quelli ai quali ti manderò dovresti andare; e tutto ciò che ti comanderò, dovresti pronunciare. Non aver timore a causa delle loro facce, poiché “io sono con te per liberarti”, è l’espressione di Geova’. Allora Geova stese la mano e le fece toccare la mia bocca. Quindi Geova mi disse: ‘Ecco, ho messo le mie parole nella tua bocca. Vedi, t’ho dato incarico in questo giorno per essere sulle nazioni e sui regni, per sradicare e per abbattere e per distruggere e per demolire, per edificare e per piantare’”. — Ger. 1:7-10.
17. L’incarico affidato da Geova alla classe di Geremia che cosa non autorizza i suoi membri a fare?
17 La classe di Geremia del nostro tempo capisce l’incarico ricevuto da Geova. Sanno che questo incarico non li autorizza a occuparsi della politica del mondo, a promuovere o partecipare attivamente a rivoluzioni politiche o ad impegnarsi in movimenti nichilisti, anarchici. Non è questo il modo in cui Dio vuole che essi ‘sradichino e abbattano e distruggano e demoliscano’. Essi sono “sulle nazioni e sui regni” non nel senso di comandare le nazioni e i regni né di assumerne il pieno controllo. Nel suo giorno Geremia non adempì in questo modo l’incarico affidatogli dall’Altissimo Dio. Né lo fanno gli unti dell’odierna classe di Geremia. Essi sono cittadini pacifici, ordinati, ossequenti alle leggi del paese dove risiedono.
18. In che senso la classe di Geremia è sulle nazioni e sui regni, e in che senso questa classe adempie il suo incarico verso tali nazioni e regni?
18 In che senso, dunque, sono “sulle nazioni e sui regni”? Come adempiono il loro incarico sopranazionale ricevuto da Geova, nel cui nome sono stati mandati? Ebbene, essi hanno ricevuto una posizione o un incarico da una fonte più alta delle nazioni e dei regni del mondo. Per tale ragione sono debitamente autorizzati a dichiarare in tutto il mondo cose che queste nazioni e questi regni non farebbero mai annunciare alla classe di Geremia senza servirsi della diplomazia mondana. Autorizzati dall’Altissimo Dio e nel linguaggio della sua Bibbia, essi semplicemente dichiarano che queste nazioni e questi regni saranno sradicati dalle posizioni dove si sono trincerati, che saranno abbattuti, demoliti e distrutti al tempo fissato da Dio e tramite il mezzo da lui scelto. (Confronta Ezechiele 43:3; Genesi 41:11-13). È come se fosse la classe di Geremia a sradicare, abbattere, demolire e distruggere, poiché Dio stesso adempirà ciò che la Sua Parola dice a questa classe di dichiarare. — Ger. 18:7-10.
19. Che cosa mostra Geova d’essere per le nazioni, relativamente parlando?
19 In questo modo Dio mostra d’essere “Re delle nazioni”, e si dimostra superiore a tutte loro. Nessuno dei loro re e governanti può uguagliarlo. — Ger. 10:7; Apoc. 15:3, Versione Riveduta.
20. A motivo di quali reazioni internazionali la classe di Geremia deve aver coraggio per adempiere l’incarico affidatole da Dio?
20 Quelli della classe di Geremia devono aver coraggio per adempiere questo incarico, poiché il loro messaggio è impopolare in tutto il mondo. Come il Geremia dell’antichità devono dichiarare la distruzione di tutte le nazioni del mondo. (Ger. 25:15-30) Quindi non possono condividere il fanatico patriottismo di queste nazioni condannate. Non possono impregnarsi dello spirito nazionalistico dei tempi moderni. I re e i governanti d’oggi considerano sedizioso e sleale il messaggio della classe di Geremia, e a loro giudizio esso mina il morale dei loro sudditi e indebolisce le forze difensive dei rispettivi paesi. Quindi minacciano coloro che proclamano al mondo moderno il profetico messaggio di Geova. In molti casi attuano tali minacce opprimendo la classe di Geremia e infliggendo varie forme di punizione nel tentativo di scoraggiare questa classe. È dunque necessario imitare Geremia e ubbidire a Geova come “Re delle nazioni” anziché agli uomini. Questo è ciò che fecero gli apostoli di Cristo nel primo secolo. — Atti 4:19, 20; 5:29.
[Immagine a pagina 20]
La giovane classe di Geremia (raffigurata in uno dei primi calendari della Watch Tower Society) è “sulle nazioni” in quanto Dio le ha affidato una posizione e un’opera
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“Non prevarranno contro di te”La Torre di Guardia 1978 | 1° giugno
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“Non prevarranno contro di te”
1, 2. Perché, in questo “tempo della fine”, la classe di Geremia non ha tempo da perdere?
IL 1919, anno in cui fu stipulato il trattato di pace di Versailles dopo la prima guerra mondiale, segnò una svolta decisiva per l’unta classe di Geremia. Con gli inequivocabili termini della Bibbia essi cominciarono a dichiarare il messaggio di Geova circa la distruzione di questo sistema di cose nell’imminente guerra di Dio ad Har-Maghedon. — Riv. 16:13-16.
2 Certo, adesso che sono passati più di 58 anni dal 1919 non c’è tempo da perdere. Nel suo caso, Geremia aveva solo un tempo limitato, 40 anni, per dichiarare a Gerusalemme la sovrastante distruzione. Anche la sua controparte moderna ha solo un tempo limitato. Abbiamo ogni ragione di vigilare. Ora che sono passati tanti anni da che Geova affidò l’incarico alla classe di Geremia, Egli è ancora consapevole del suo proposito con speciale riferimento a questo “tempo della fine” in cui si trovano le nazioni. (Dan. 12:4) È consapevole di ciò che si è proposto di fare quando terminerà questo “tempo della fine”. Geremia 1:11, 12 lo rende certo:
3, 4. Come Geova illustrò a Geremia il fatto che Egli è vigilante riguardo al suo proposito, e ora quale domanda è appropriato farsi?
3 “E la parola di Geova continuò ad essermi rivolta, dicendo: ‘Che cosa vedi, Geremia?’ Dunque dissi: ‘Vedo un germoglio di mandorlo [ebraico, shaqéd]’. E Geova continuò a dirmi: ‘Hai visto bene, poiché io vigilo [shoqéd] riguardo alla mia parola per metterla in atto’”.
4 Chi di noi dunque, sia che apparteniamo all’unta classe di Geremia o che facciamo parte di quelli che sostengono attivamente quella classe, osa smettere di vigilare personalmente? Siamo saggi se imitiamo Geova stesso. Per illustrare la propria vigilanza fece vedere in visione a Geremia “un germoglio di mandorlo”. Geremia sapeva che la parola tradotta “mandorlo” (shaqéd in ebraico) significa “uno che sveglia”. Quest’albero è il primo a svegliarsi in primavera fiorendo. Geova fu come il “germoglio di mandorlo” rendendosi conto della stagione in cui stavano entrando le nazioni e i regni. La sua Parola profetica si applica a un certo tempo, e a quel tempo l’eseguirà. La sua parola non verrà mai meno per disattenzione da parte sua. Ci crediamo oggi che siamo nel 1978?
5. Come Geova mostrò d’essere conscio della crescente urgenza del suo messaggio, e come dovremmo agire in modo corrispondente?
5 Avendo vigilato durante tutti questi decenni del “tempo della fine”, Geova ha continuato a mandare la classe di Geremia per dare avvertimento alle nazioni e ai regni. (Confronta II Cronache 36:15, 16). Poiché il tempo dell’esecuzione del giudizio di Geova sulle nazioni e sui regni si fa sempre più vicino, è urgente che faccia dare in tutto il mondo tale avvertimento, specie nell’interesse di quelli che devono scegliere da che parte stare. Tenendo presente che Geova vigila più che mai e che sarà puntuale, quelli della classe di Geremia dovrebbero essere consci della crescente urgenza del loro messaggio. Dovrebbero vigilare essendo regolarmente e ampiamente occupati nella sua proclamazione.
RESPONSABILITÀ PER LA FINE DI QUESTO SISTEMA
6, 7. Dall’esempio che Geova fece successivamente a Geremia, che cosa sappiamo della sovrastante distruzione del sistema attuale?
6 Dall’ispirata Parola di Geova sappiamo Chi manderà la distruzione che sovrasta l’attuale sistema di cose. Quindi, sappiamo da che parte verrà la distruzione e sappiamo anche quale mezzo sarà impiegato. Abbiamo in merito un’ulteriore indizio dall’esempio che Geova fece a Geremia quando gli affidò l’incarico di “profeta alle nazioni”.
7 “E la parola di Geova mi era rivolta per la seconda volta, dicendo: ‘Che cosa vedi?’ Dunque dissi: ‘Vedo una caldaia sulla quale si soffia, e la sua bocca è lungi dal nord’. A ciò Geova mi disse: ‘Dal nord si scioglierà la calamità contro tutti gli abitanti del paese. Poiché, “ecco, io chiamo tutte le famiglie dei regni del nord”, è l’espressione di Geova; “e per certo verranno e porranno ciascuno il suo trono all’ingresso delle porte di Gerusalemme, e contro tutte le sue mura all’intorno e contro tutte le città di Giuda. E di sicuro io pronuncerò riguardo a loro i miei giudizi su tutta la loro malizia, in quanto hanno lasciato me e continuano a far fumo di sacrificio ad altri dèi e a inchinarsi alle opere delle loro proprie mani”’”. — Ger. 1:13-16.
8. Perché si soffiava sulla caldaia della visione, e che cosa fu indicato dal fatto che era inclinata lungi dal nord?
8 Ricordiamo che Geremia fu suscitato e incaricato come “profeta alle nazioni” nel 647 a.E.V. Già allora si stava preparando una disastrosa calamità per Gerusalemme e per il paese di Giuda. Nella caldaia vista nella visione di Geremia non bolliva niente di buono per la rinnegata Gerusalemme e le altre città di Giuda. La ragione per cui ‘si soffiava’ sulla caldaia non era di raffreddarne il contenuto ma di alimentare le fiamme sotto di essa. Il fatto che la larga bocca della caldaia era inclinata lungi dal nord significava che il suo contenuto bollente doveva essere versato su ciò che si trovava a sud, cioè Gerusalemme e il paese di Giuda. La loro calamità non doveva venire dall’Egitto, situato a sud rispetto a loro. Sarebbe venuta dal nord sulle città condannate, situate a sud. — Ger. 4:6, 7; 6:1, 22.
9. Quando, come aveva visto Geremia, fu versata sul paese di Giuda la simbolica “caldaia”?
9 Il contenuto della caldaia simbolica che Geova avrebbe rovesciato sul paese di Giuda sarebbero state “tutte le famiglie dei regni del nord”. Babilonia sarebbe stata perciò la figura principale in questa invasione del paese di Giuda, poiché l’Impero Babilonese stava allora sorgendo come Terza Potenza Mondiale della profezia biblica. In qualità di profeta Geremia dovette aspettare 27 anni prima di vedere quella simbolica caldaia versare il suo contenuto con la prima invasione del paese di Giuda da parte delle forze militari di Babilonia, nel 620 a.E.V. Tre anni dopo il contenuto della caldaia simbolica fu versato di nuovo con una seconda invasione babilonese, e Geremia venne infine a trovarsi sotto il regno di Sedechia, vassallo dell’imperatore babilonese Nabucodonosor. Poi ci fu la rivolta di Sedechia, e nel 609 a.E.V. la caldaia simbolica fu completamente rovesciata con la terza e ultima invasione delle orde babilonesi nelle città di Giuda.a Nell’estate del 607 a.E.V. la “calamità” raggiunse il culmine con la distruzione di Gerusalemme. Al principio dell’autunno di quell’anno tutto il paese di Giuda rimase desolato.
10. Su chi si abbatterà ciò che fu prefigurato da quell’antica “calamità”, come si attende la classe di Geremia?
10 Oggi quelli della classe di Geremia si attendono di assistere a ciò che fu prefigurato da quell’antica “calamità”! Sì, attendono di vedere una “calamità” di proporzioni maggiori abbattersi sulla cristianità, la moderna controparte della rinnegata Gerusalemme e del paese di Giuda.
11. In che modo la luce della Bibbia rivela che la “malizia” della cristianità è simile a quella delle rinnegate Gerusalemme e Giuda?
11 La cristianità, vecchia di secoli, è contrassegnata da ‘tutta la malizia’ che corruppe Gerusalemme e il paese di Giuda nell’antichità. Rivolgendo sulla cristianità il fascio di luce della Bibbia, si vede che, nonostante i Dieci Comandamenti di Geova, essa sacrifica “ad altri dèi”. Sì, essa si prostra in adorazione all’opera delle mani dell’uomo. Si professa cristiana, ma non imita Gesù Cristo stando separata da questo mondo empio. È pervasa dal nazionalismo del nostro tempo che divide i popoli e fomenta le guerre. Non appena c’è una crisi nazionale, essa mostra di adorare lo Stato politico, opera delle mani dell’uomo. L’immensa ricchezza delle chiese della cristianità rivela che adora il materialismo. Essendo intima amica di questo mondo si rende nemica di Geova!
12. Di che cosa Geova preavvertì Geremia, e quale promessa gli fece, anche per nostro incoraggiamento?
12 Il Geremia dell’antichità dovette far notare che Geova era giustificato a mandare una calamità nazionale sugli Israeliti perché avevano infranto il sacro patto stipulato con lui. Geova sapeva che la maggioranza non avrebbe gradito quello che nel 647 a.E.V. comandò a Geremia di dichiarare agli abitanti del paese di Giuda. Quindi preavvertì Geremia dicendogli francamente che i re del paese, i principi, i sacerdoti e il popolo di Giuda avrebbero combattuto contro di lui. Avrebbero minacciato la sua stessa vita. Che sarebbe dunque accaduto se Geova non avesse promesso al giovane profeta che tutti quegli avversari non avrebbero prevalso contro di lui? Avrebbe avuto il coraggio di continuare tenacemente per 40 anni a essere ‘profeta di Geova alle nazioni’, per vedere infine sconfitti i suoi spietati nemici? È un po’ difficile da credere. La promessa che Geova fece a Geremia nell’antichità si applica anche all’odierna classe di Geremia e ai suoi sostenitori!
13. In considerazione di quale cumulo di accuse contro la cristianità la simbolica “caldaia” sta bollendo per lei?
13 Oggi la simbolica “caldaia” di Geova per questo “tempo della fine” sta bollendo. Come “le sette coppe d’oro che eran piene dell’ira di Dio” viste in Rivelazione 15:7, la “caldaia” rappresenta il contenitore dell’intera “calamità” mandata da Geova sulla cristianità. La cristianità ha senz’altro un cumulo di immoralità di cui Geova deve chiederle conto dato che essa afferma d’essere nel “nuovo patto” con lui per mezzo di Cristo. Ora le trova le mani macchiate del sangue di due guerre mondiali, oltre che della violenta persecuzione cui essa ha sottoposto i Suoi testimoni cristiani. Appropriatamente l’odierna classe di Geremia rivolge alla cristianità le Sue parole riportate in Geremia 2:34, cioè: “Nei tuoi lembi si son trovati i segni del sangue delle anime dei poveri innocenti. Non li ho trovati nell’atto di sfondare [come se tali uccisi fossero stati scassinatori], ma sono su tutti questi [lembi]”. — Vedi La Torre di Guardia (inglese) in data 1º novembre 1923, pagina 327, paragrafo 3 (6).
14. (a) Perché la cristianità è la parte più biasimevole dell’impero mondiale della falsa religione? (b) Geova che cosa verserà su di essa dalla sua simbolica “caldaia”?
14 Sotto gli occhi di tutto il mondo la cristianità ostenta ancora le evidenze della sua condotta mortifera. Essa è la parte più biasimevole dell’impero mondiale della falsa religione, poiché afferma di agire nel nome del cristianesimo o in nome della religione ora approvata dall’Iddio della Bibbia. Non è strano che il mondo non cristiano, a causa del vergognoso esempio di lei, non abbia nessun rispetto per ciò che si ritiene cristiano! L’Iddio della Bibbia è stato presentato sotto falsa luce dalla cristianità. La sua colpa non è nascosta agli occhi di Lui. Egli la punirà come merita, apertamente e appieno. Ma prima ha fatto sorgere la classe di Geremia per portare all’attenzione di tutti la condotta apostata e adultera di questa organizzazione religiosa, la più grande del mondo. Geova ha inclinato verso di essa la larga bocca della sua simbolica “caldaia”. Si avvicina il momento in cui Egli la rovescerà del tutto spandendo le sue celesti forze esecutive su questa moderna controparte delle apostate e adultere Gerusalemme e Giuda. Così la distruzione si abbatterà sulla principale diffamatrice del Suo santo nome. — Ger. 1:14-16.
15. Perché la classe di Geremia deve avere i fianchi cinti e mantenersi attiva, e fin quando?
15 L’opera della classe di Geremia non è ancora completamente finita. I componenti di questa classe devono avere i fianchi cinti e mantenersi attivi finché l’opera di cui sono incaricati non sarà stata completata. Tutta la “grande folla” di cristiani che sostengono attivamente la classe di Geremia deve continuare a operare con essa. La classe di Geremia deve ancora mantenersi ferma come una “colonna di ferro” e una “città fortificata” con “mura di rame”. Questo è ciò che fece il Geremia dell’antichità. Gesù Cristo non fu certo da meno di Geremia nel dichiarare la distruzione che incombeva sulla Gerusalemme del suo giorno, distruzione che sopraggiunse 676 anni dopo che era perita la Gerusalemme del giorno di Geremia. Quali unti seguaci di Gesù Cristo l’odierna classe di Geremia deve fare la stessa cosa, fino ad assistere alla distruzione delle antitipiche e infedeli Gerusalemme e Giuda dei nostri tempi.
16. Come fece anche Gesù, quali due cose deve dichiarare la classe di Geremia?
16 Come Gesù, la classe di Geremia deve dichiarare non solo il “tempo accettevole”, “l’anno di buona volontà da parte di Geova”, ma anche “il giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. — Isa. 61:1, 2; 49:6; 2 Cor. 6:2; Ger. 11:20; 20:12; 46:10; Luca 21:22.
17. Anche se intensificano la loro lotta contro di noi, che cosa non dovremmo fare rispetto a re, principi, sacerdoti e popolo?
17 Gli “ultimi giorni” di questo sistema di cose non sono il momento di abbassare il tono, solo perché re, principi, sacerdoti e popolo della cristianità intensificano la loro lotta contro di noi. Ora che svolge il suo servizio pubblico in tutto il mondo da oltre 58 anni, la classe di Geremia non è più solo “un ragazzo”. Dal 1919 ha resistito alla guerra impegnata contro di essa dagli elementi politici, religiosi e popolari di questo vecchio mondo.
18. Quali rassicuranti parole di Geova si sono già avverate riguardo alla classe di Geremia, e che cosa significa questo per il futuro?
18 A questo punto la perseverante classe di Geremia dovrebbe aver raggiunto l’età adulta. Dato che i fedeli membri della classe di Geremia a uno a uno muoiono, ogni anno il suo numero può diminuire; tuttavia essa persiste nell’opera affidatale dall’alto, da Geova. Finora le Sue rassicuranti parole, che re, principi, sacerdoti e popolo nemici non avrebbero prevalso contro di essa, si sono avverate. Le Sue parole si dimostreranno altrettanto vere nei più duri giorni avvenire man mano che si avvicina il tempo per versare dalla simbolica “caldaia” la Sua vendetta. I nostri nemici guerrafondai non prevarranno contro di noi! Perché no? Perché il Sovrano Signore, Geova degli eserciti, è accanto a noi, ‘per liberarci’ in futuro come ha fatto in passato. Così vedremo i nostri nemici mordere la polvere!
“PER EDIFICARE E PER PIANTARE”
19. Quale opera costruttiva fu affidata alla classe di Geremia, e come l’ha compiuta?
19 Il Geremia dell’antichità ricevette l’incarico di “profeta alle nazioni”, non solo per sradicare, abbattere, demolire e distruggere, ma anche “per edificare e per piantare”. (Ger. 1:10) Non si trattava di “edificare” ciò che era abbattuto e demolito, o di “piantare” ciò che era stato sradicato e distrutto, ma di predire l’edificazione di ciò che Geova si era proposto di edificare e la piantagione di ciò che si era proposto di piantare e far crescere fino alla piena maturità. Questa parte dell’incarico di Geremia ha senz’altro relazione con il vero regno di Geova Dio ora che, dal 1914 E.V., “il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo”. (Riv. 11:15) Quindi, dev’esserci ora l’adempimento mondiale delle parole di Cristo: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. (Matt. 24:14) Questo comporta che si pianti il vero cristianesimo e che lo si edifichi in molti territori in cui la classe di Geremia e i suoi attivi sostenitori hanno recentemente intrapreso l’opera di testimonianza. Era necessario edificare il paradiso spirituale.
20. In che modo Geremia compì nel suo giorno un’opera di edificare e piantare, e chi figura oggi nell’adempimento di tale opera?
20 Molto tempo fa, nel periodo dal 647 al 607 a.E.V., Geremia stesso compì un’opera di piantare ed edificare una classe di non Israeliti che dovevano sopravvivere alla distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. Furono i Recabiti, discendenti di Gionadab, e l’eunuco etiope di nome Ebed-Melec. (Ger. 35:1-9; 38:1-13; 39:15-18) Questi amici di Geremia, timorati di Dio, raffiguravano la “grande folla” che oggi si mostra amica della classe di Geremia e assiste attivamente questo unto rimanente nella sua opera. Insieme alla classe di Geremia affrontano la crescente opposizione di re, principi, sacerdoti e popolo. — Vedi le pagine 62-67 del libro You May Survive Armageddon into God’s New World, edizione del 1955.
21. Come sarà ampiamente ricompensata la lealtà della “grande folla” verso la classe di Geremia?
21 L’incrollabile lealtà della “grande folla” verso la classe di Geremia sarà ampiamente ricompensata. Coloro che oggi combattono contro Dio non prevarranno contro di loro. Insieme alla classe di Geremia sopravvivranno alla “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. Costituiranno la base della “nuova terra” sotto i “nuovi cieli” di Geova. (Riv. 7:9-17; 21:1-4) La classe di Geremia prova grande piacere a edificare nella “grande folla” la sicura speranza di ereditare l’imminente paradiso terrestre secondo l’amorevole proposito del Sovrano Signore Geova!
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