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    Svegliatevi! 1972 | 8 novembre
    • “La tua parola è verità”

      Quando Babilonia desolò Gerusalemme?

      GLI storici secolari indicano di solito l’anno 586 a.E.V. come la data corretta della desolazione di Gerusalemme. Perché, dunque, i cristiani testimoni di Geova parlano di questo avvenimento affermando che ebbe luogo nel 607 a.E.V.? Perché hanno fiducia in ciò che la Bibbia dice della durata della desolazione di Gerusalemme.

      Le Scritture assegnano alla desolazione di Giuda e Gerusalemme un periodo di settant’anni. Dopo aver descritto la conquista babilonese di Gerusalemme, II Cronache 36:21 riferisce: “Tutti i giorni che giacque desolato osservò il sabato, per adempiere settant’anni”. Per mezzo del suo profeta Geremia, Geova aveva dichiarato: “Tutto questo paese deve divenire un luogo devastato, un oggetto di stupore, e queste nazioni dovranno servire il re di Babilonia per settant’anni”. — Ger. 25:11.

      Fu questo in realtà un periodo di settant’anni letterali? Sì, verso la fine del periodo della desolazione di Gerusalemme, questo fu il modo in cui lo comprese il profeta Daniele, dicendo: “Io stesso, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni riguardo ai quali la parola di Geova era stata rivolta a Geremia il profeta, per compiere le devastazioni di Gerusalemme, cioè settant’anni”. (Dan. 9:2) Notate che qui Daniele parla del “numero degli anni” di devastazione dicendo che furono settanta. Di sicuro non avrebbe potuto far questo se i settant’anni fossero stati simbolici o una cifra tonda esagerata.

      Ulteriore evidenza è provveduta dal libro di Zaccaria. Leggiamo: “Quando digiunaste e si fece lamento nel quinto mese e nel settimo mese, e questo per settant’anni, digiunaste realmente a me, proprio a me?” (Zacc. 7:5; 1:12) Il modo in cui questa domanda è formulata, col riferimento a mesi specifici, indica per certo che si trattava di un periodo di settant’anni letterali.

      Che nei tempi antichi i Giudei comprendessero che i settant’anni eran letterali e implicavano la totale devastazione del paese è mostrato dalle opere di Giuseppe Flavio, uno storico giudeo. Nelle sue Antichità giudaiche, Libro X, cap. 9, par. 7, egli narra che “tutta la Giudea e Gerusalemme, e il tempio, continuarono ad essere un deserto per settant’anni”.

      Quando gli Israeliti poterono tornare in Giuda e Gerusalemme, quella desolazione finì. C’è un generale consenso che Babilonia cadde nelle mani di Ciro il 5/6 ottobre 539 a.E.V. Dal racconto scritturale di II Cronache 36:21-23 ed Esdra 3:1-3, che parla del decreto di Ciro di liberare i Giudei e del loro ritorno in patria, le indicazioni mostrano che i Giudei arrivarono nella loro patria verso il principio di ottobre del 537 a.E.V., ponendo fine ai settant’anni di desolazione. Gerusalemme, perciò, doveva essere stata distrutta settant’anni prima, nel 607 a.E.V.

      Vari tentativi di mettere in armonia la data del 586 a.E.V. con ciò che la Bibbia dice sono perciò insoddisfacenti. Nessuno di tali tentativi concorda con la testimonianza della Bibbia che Gerusalemme e Giuda giacquero desolate per settant’anni.

      La data del 586 a.E.V. si basa primariamente su ciò che è noto come il “Canone di Tolomeo”, che assegna un totale di 87 anni alla dinastia babilonese che cominciò con Nabopolassar e finì con Nabonedo alla caduta di Babilonia nel 539 a.E.V. Secondo questo Canone, i cinque re che regnarono durante questo periodo furono Nabopolassar (21 anni), Nabucodonosor (43 anni), Evil-Merodac (2 anni), Neriglissar (4 anni) e Nabonedo (17 anni). Conforme al numero di anni così assegnati a ciascun regnante, la desolazione di Gerusalemme nel diciottesimo anno di Nabucodonosor (diciannove anni se contati dal suo “anno di ascesa al trono”) cadrebbe nel 586 a.E.V. — 2 Re 25:8; Ger. 52:29.

      Ma quanto è fidato il Canone di Tolomeo? Nel suo libro The Mysterious Numbers of the Hebrew Kings, il prof. E. R. Thiele scrive:

      “Il canone di Tolomeo fu preparato primariamente per scopi astronomici, non storici. Non pretese di fornire un elenco completo di tutti i governanti di Babilonia o di Persia, né l’esatto mese o giorno del principio dei loro regni, ma fu un accorgimento che rese possibile correggere la collocazione in un ampio schema cronologico di certi dati astronomici che erano allora disponibili. I re i cui regni erano di meno di un anno e che non abbracciavano il giorno dell’Anno Nuovo non erano menzionati”. (Il corsivo è nostro)

      Lo stesso proposito del Canone ne rende dunque impossibile per suo mezzo la datazione assoluta. Non c’è nessun modo d’esser sicuri che Tolomeo fosse corretto nell’assegnare a vari re un certo numero di anni. Per esempio, mentre Tolomeo attribuisce a Evil-Merodac solo due anni di regno, Polyhistor gli assegna dodici anni. E poi non si può esser certi che solo cinque re regnassero in quel periodo. A Borsippa, per esempio, furon trovati i nomi di parecchi re babilonesi che non compaiono altrove.

      Ciò nondimeno, qualcuno può chiedere: Non c’è un’antica tavoletta astronomica, “VAT 4956”, che pone il trentasettesimo anno del regno di Nabucodonosor esattamente nello stesso anno in cui lo pone il Canone di Tolomeo?

      Non si dovrebbe trascurare che la fonte di evidenza corroboratrice dovrebbe presentare gli aspetti dell’attendibilità. Può dirsi questo del “VAT 4956”? Non realmente. Il testo non è un originale e contiene numerose lacune. Certi termini ivi trovati non possono comprendersi nemmeno ora. Due volte compare nel testo l’annotazione hi-bi (che significa “rotto, cancellato”). In tal modo lo scriba riconobbe che lavorava con una copia difettosa.

      Anche se, nonostante questi problemi, le informazioni astronomiche presentano un vero quadro dell’originale, questo non stabilirebbe la correttezza dei dati storici. Siccome Tolomeo usò i regni degli antichi re (come egli li capì) semplicemente quale struttura in cui porre dati astronomici, così il copista di “VAT 4956” poté, conforme alla cronologia accettata nel suo tempo, inserire i ‘trentasette anni di Nabucodonosor’. Come ammisero gli eruditi tedeschi Neugebauer e Weidner (traduttori di questo testo), lo scriba cambiò evidentemente le parole perché si adattassero all’abbreviata terminologia comune nel suo giorno. Ma egli fu sia incoerente che inaccurato. Egli poté dunque inserire altrettanto facilmente altre informazioni adatte ai suoi scopi. Pertanto sia il Canone di Tolomeo che “VAT 4956” poterono anche esser tratti dalla stessa fonte basilare. Potrebbero condividere reciproci errori.

      Contraria al Canone di Tolomeo e a “VAT 4956” è l’unanime testimonianza di Geremia, Zaccaria, Daniele e lo scrittore di II Cronache, che Giuda e Gerusalemme giacquero desolate per settant’anni. Migliaia di antichi manoscritti di questi scritti contengono l’identica testimonianza. Quindi, a causa dei problemi inerenti al Canone di Tolomeo e a “VAT 4956”, ci vuole più fede ad accettare essi che non ad accettare la testimonianza della Bibbia, che porrebbe la desolazione di Gerusalemme ad opera dei Babilonesi nel 607 a.E.V.a

      [Nota in calce]

      a Per ulteriori particolari si veda il libro inglese Ausiliario per capire la Bibbia, pagg. 327, 331, 339, 348.

  • Uno sguardo al mondo
    Svegliatevi! 1972 | 8 novembre
    • Uno sguardo al mondo

      Parità di diritti per le donne

      ◆ Il Congresso ha approvato l’Emendamento per la Parità dei Diritti alla Costituzione degli Stati Uniti, fondamentale legge del paese. L’emendamento è stato quindi mandato agli stati per la ratificazione. Se tre quarti di essi lo approveranno, diverrà il 27º emendamento alla Costituzione. Una dozzina di stati l’hanno già prontamente ratificato. L’emendamento porrà fine alla discriminazione basata sul sesso. Priverà di vigore le attuali leggi o pratiche che sono a favore degli uomini, come quelle relative al lavoro e ai diritti di proprietà. Comunque, può anche significare un cambiamento delle leggi favorevoli alle donne. Per esempio, può assoggettare le donne alla leva, mettere gli alimenti a disposizione di entrambi i coniugi in casi di divorzio e modificare leggi sulla custodia dei figli, che sono a favore della donna.

      Messe in discussione le pratiche relative al parto

      ◆ Un membro della facoltà della scuola di medicina dell’Università Nordoccidentale, il dott. Niles Anne Newton, afferma che alcune pratiche americane relative al parto siano errate e contribuiscano alla mortalità dei neonati relativamente alta nella nazione. Ella menziona quanto segue, fra l’altro: équipe sanitarie che suggeriscono alle madri in attesa di mantenere il proprio peso al di sotto del normale, benché un peso maggiore sia d’aiuto per evitare nascite premature; separazione obbligatoria della madre dal neonato nella maggioranza degli ospedali, benché i fatti facciano pensare che ciò contribuisca a peggiorare le relazioni tra madre e figlio; decantare l’allattamento materno ma poi fornire alle madri istruzioni che come risultato causano dolori al seno e un’inferiore quantità di latte; permettere che il bambino prenda il latte solo secondo un programma anziché quando lo chiede, benché quest’ultimo sistema si sia dimostrato superiore sia per la madre che per il bambino; somministrare alle donne incinte farmaci invece di metterle in guardia contro il loro uso; far stendere la donna sulla schiena per il parto, benché la posizione seduta o accovacciata migliori il parto.

      Miti sugli omosessuali

      ◆ Il dott. Martin Goldberg, professore aggiunto di psichiatria clinica presso la Scuola di Medicina dell’Università della Pennsylvania, scrive in Consultant del marzo 1972 che alcuni ‘fatti’ da molto tempo accettati sugli omosessuali in realtà sono miti. Uno di questi è che gli omosessuali siano di solito uomini. Un’altra supposizione è che l’omosessualità sia causata da qualche disturbo organico od ereditario. Ma il dott. Goldberg dichiara: “Per quello che so, non è stata stabilita nessuna convincente prova di una vera causa organica od ereditaria . . . La maggioranza dei moderni psichiatri considera l’omosessualità come un modello di comportamento che si acquista”.

      L’acqua si sta esaurendo

      ◆ L’Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione delle Nazioni Unite riferisce che entro un secolo la famiglia umana esaurirà l’acqua a causa del rapido aumento delle richieste dell’Industria e dell’‘esplosiva’ popolazione mondiale. Fra le zone elencate che sono già colpite da scarsità d’acqua cronica vi sono le seguenti: “Spagna, Italia meridionale, Costa Dalmata, Grecia, Altopiano Anatolico, tutti gli stati arabi eccetto la Siria, la maggior parte dell’Iran, Pakistan, India occidentale, Giappone, Corea, la zona occidentale e meridionale dell’Australia e della Nuova Zelanda, le coste nordoccidentali e sudoccidentali dell’Africa, il Sud-Ovest americano,

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