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  • Rallegratevi nell’“Iddio che dà speranza”
    La Torre di Guardia 1980 | 1° maggio
    • generosi nel far conoscere ad altri questa meravigliosa “buona notizia”?

      14. (a) Perché le nazioni non hanno “nessuna speranza”? (b) Come possiamo mostrare la nostra fede e la nostra “speranza viva”?

      14 Nel far questo partecipiamo a “opere buone, che Dio ha preparate in anticipo perché camminiamo in esse”. Non siamo più come quelli che Paolo chiama “estranei ai patti della promessa”, dicendo che non hanno “nessuna speranza” e sono “senza Dio nel mondo”. Non camminiamo più “come camminano anche le nazioni nell’inutilità delle loro menti, mentre sono mentalmente nelle tenebre, e alienati dalla vita che appartiene a Dio, a causa dell’ignoranza che è in loro, a causa dell’insensibilità dei loro cuori”. (Efes. 2:10, 12; 4:17, 18) No, perché ora camminiamo con Dio, e le nostre “opere buone”, che comprendono la predicazione e l’insegnamento della “buona notizia”, riflettono la nostra fede e la “speranza viva” che trabocca dal nostro cuore. — Matt. 4:17; 5:16; 9:35; 24:14.

      SPERANZA DI UN GOVERNO GIUSTO

      15. (a) Perché la nostra “speranza viva” include la speranza di un buon governo? (b) Quale incoraggiante profezia Isaia scrisse a questo riguardo?

      15 La nostra speranza viva comprende molto più della prospettiva della vita eterna. Riflettete: Che gioia si potrebbe provare vivendo per sempre sotto governi umani crudeli e oppressivi, come quelli che hanno così spesso dominato nel corso della storia? Alcuni preferirebbero la morte piuttosto che tale schiavitù. Felicemente, la speranza viva del popolo di Dio include la speranza di un governo giusto, il Regno per cui i cristiani pregano da molto tempo, e che santificherà il nome di Geova e farà sì che la Sua volontà si compia “come in cielo, anche sulla terra”. (Matt. 6:9, 10) Nei suoi lungimiranti preparativi per quel regno, Geova impiegò Davide, re di Israele, come tipo di Cristo Gesù nel suo ruolo di Re. Isaia definì quest’ultimo il “Principe della pace”, e disse: “Dell’abbondanza del dominio principesco e della pace non ci sarà fine, sul trono di Davide e sul suo regno per stabilirlo fermamente e per sostenerlo mediante il diritto e mediante la giustizia, sin da ora e a tempo indefinito. Il medesimo zelo di Geova degli eserciti farà questo”. — Isa. 9:6, 7.

      16. Quale assicurazione diedero Gabriele e il salmista riguardo al Regno?

      16 Più di mille anni dopo, l’angelo Gabriele apparve a una vergine, Maria, dicendole: “Hai trovato favore presso Dio; ed ecco, concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e dovrai mettergli nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, . . . e del suo regno non vi sarà fine”. (Luca 1:30-33) Quindi questo “Figlio dell’Altissimo” provvede non solo il mezzo di salvezza per ottenere la vita eterna, ma anche benedizioni mediante il suo regno. Questo governo regnerà con giustizia su tutto il genere umano e porterà pace in abbondanza per i suoi sudditi in tutto il mondo. — Sal. 72:1-8.

      17. Perché dovremmo quindi ‘abbondare nella speranza’ e come possiamo esprimere questa speranza?

      17 Facendo ancora una volta riferimento alle cose “scritte anteriormente”, l’apostolo Paolo scrive: “Di nuovo Isaia dice: ‘Vi sarà la radice di Iesse [padre di Davide], e uno che sorgerà per governare le nazioni; in lui le nazioni riporranno la loro speranza’. L’Iddio che dà speranza vi empia di ogni gioia e pace mediante il vostro credere, affinché abbondiate nella speranza col potere dello spirito santo”. (Rom. 15:12, 13) La nostra speranza nel regno di Dio affidato a Cristo è veramente fonte di gioia e pace di cuore, e mentre abbondiamo in quella speranza siamo incoraggiati a proclamarla ad altri, con la forza che lo spirito di Dio provvede. — Zacc. 4:6; Isa. 40:28-31.

      18. Quale splendida prospettiva Isaia presenta riguardo al Regno?

      18 Parlando della “radice di Iesse”, Paolo citava Isaia capitolo 11, che dà questa splendida visuale del dominio del regno di Cristo: “Su di lui deve posarsi lo spirito di Geova, lo spirito di sapienza e d’intendimento, lo spirito di consiglio e di possanza, lo spirito di conoscenza e del timore di Geova; e presso di lui ci sarà gioia nel timore di Geova. Ed egli non giudicherà da ciò che solo appare ai suoi occhi, né riprenderà semplicemente secondo la cosa udita dai suoi orecchi. E dovrà giudicare con giustizia i miseri, e dovrà dar riprensione con rettitudine a favore dei mansueti della terra”. Dopo aver descritto la pace del paradiso spirituale in cui il popolo di Dio vive già oggi, come se le bestie selvagge della terra fossero state domate, la profezia dichiara: “La terra sarà per certo piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”. Che meravigliosa speranza! Non sorprende che molte persone delle nazioni si rivolgano interrogativamente alla “radice di Iesse”, l’intronizzato Gesù, che ‘si erge come segnale per i popoli’. — Vv. 1-10.

      19. Perché, specialmente ora, dovremmo rallegrarci nella speranza?

      19 Dal memorabile anno 1914 l’umanità sta vivendo nel “termine del sistema di cose”. “Il Figlio dell’uomo” è arrivato, e con lui tutti gli angeli, e siede sul suo glorioso trono celeste. Raduna le nazioni per il giudizio e separa “gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri”. Per le nazioni e per i “capri” è un tempo di disperata afflizione, ma per gli uomini ubbidienti paragonabili a pecore è il tempo di ‘alzarsi e sollevare la testa, perché la loro liberazione s’avvicina’. — Matt. 24:3-8; 25:31-34; Luca 21:26-28.

      20. Facendo che cosa possiamo ora perseverare nella speranza?

      20 Tuttavia ci vuole perseveranza per poter vedere l’adempimento della speranza. Mentre questi “ultimi giorni” volgono al termine, abbiamo bisogno di vedere le cose come le vedeva Gesù, secondo quanto ci esorta a fare Paolo: “L’Iddio che fornisce perseveranza e conforto vi conceda d’avere fra voi stessi la medesima attitudine mentale che ebbe Cristo Gesù, affinché di comune accordo glorifichiate con una sola bocca l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo”. (Rom. 15:5, 6) Continuiamo dunque, “di comune accordo” e “con una sola bocca”, a servire con perseveranza, mentre predichiamo questa buona notizia del Regno “in testimonianza a tutte le nazioni”, fiduciosi che “allora verrà la fine”. (Matt. 24:13, 14) Sì, continuiamo a riporre incrollabile fiducia nel nostro Sovrano Signore Geova, l’“Iddio che dà speranza”.

  • Spronàti dalla nostra “speranza viva”
    La Torre di Guardia 1980 | 1° maggio
    • Spronàti dalla nostra “speranza viva”

      “A questo fine fatichiamo e ci sforziamo, perché abbiamo riposto la nostra speranza nell’Iddio vivente, che è il Salvatore d’ogni sorta di uomini, specialmente dei fedeli”. — I Tim. 4:10.

      1. Perché la Parola di Dio dovrebbe spingerci all’azione?

      È NELLA Parola di Dio, la Bibbia, che troviamo “parole dilettevoli e lo scritto di corrette parole di verità”. (Eccl. 12:10)

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