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Sono buoni insegnanti i gesuiti?La Torre di Guardia 1958 | 1° febbraio
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Sono buoni insegnanti i gesuiti?
NEGLI Stati Uniti i gesuiti hanno quarantatré scuole superiori e ventotto università. La saggezza dei genitori che mandano i loro figli alle scuole dei gesuiti può ben essere messa in dubbio in considerazione della loro storia. Infatti la loro storia è tale che gesuitico significa astuto e ambiguo; pronto ad abbassarsi a qualsiasi mezzo per conseguire il proprio scopo.
Un caso appropriato è quello delle due bolle emesse da Benedetto XIV, vissuto soltanto due secoli fa. Egli e descritto dalla Catholic Encyclopedia come “forse il più grande studioso fra i papi” Di Benedetto e di queste due bolle l’Encyclopedia Britannica, 9ª edizione, dichiara: “Forse l’atto più importante del suo pontificato fu la promulgazione delle sue famose leggi sulle missioni in due bolle: Ex quo singulari e Omnium solicitudium. In queste bolle egli denunciò l’abitudine di adattare parole e usanze cristiane per esprimere idee e pratiche pagane, come era stato fatto estesamente dai gesuiti nelle loro missioni indiane e cinesi. La conseguenza di queste bolle fu che la maggior parte dei cosiddetti convertiti si allontanarono dalla chiesa”.
E che dopo duecento anni non vi sia alcuna differenza nella moralità dei gesuiti risulta dal resoconto apparso sulla rivista Time del 30 luglio 1956, a proposito di una commedia scritta, allestita e rappresentata da monache che fu messa in scena all’Università di Notre Dame. Fra parentesi, solo alle monache era permesso di vedere questa commedia. In essa un angelo custode dal cielo propose a una suora sulla terra di cambiare posto con lei per mostrarle come fosse veramente semplice la vita di una suora. Ma “in poco tempo l’angelo s’era messo nei guai con la madre superiora per la sua angelica franchezza. Quando Suor Angelica le dice di finirla, l’angelo si lamenta: ‘Vuoi dire che non posso dire la verità in convento?’ No, dice la suora: ‘Fa’ una riserva mentale . . . espediente inventato dai gesuiti. Dichiara solo quel tanto di verità che ti sembra opportuno e serba nella mente il resto’”.
In considerazione di ciò si può dire che sia saggio mandare i propri figli alle scuole dei gesuiti?
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Il Sionismo non ha alcun diritto inalienabileLa Torre di Guardia 1958 | 1° febbraio
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Il Sionismo non ha alcun diritto inalienabile
● Ad Arnold J. Toynbee, uno dei più eminenti storici viventi, non si può attribuire fede nella Bibbia come ispirata Parola di Dio. Egli sostiene che i Cristiani dovrebbero riconoscere “tutte le religioni superiori come rivelazioni di ciò che è buono e giusto”, e non pretendere l’esclusività. È perciò interessante notare come Toynbee, in base alla Bibbia, metta in risalto l’inconsistenza della pretesa del Sionismo sulla Palestina. Toynbee accusa i Sionisti “di un’importunità che rasenta l’empietà nel loro tentativo di togliere dalle mani di Dio l’adempimento della promessa di Dio di ristabilire Israele in Palestina per iniziativa di Dio stesso”. Egli mostra come ad Israele non venne dato alcun diritto inalienabile sulla Palestina ma che il suo possesso di quella terra dipendeva unicamente dal favore di Dio e dall’ubbidienza di Israele ai comandamenti di Dio e come il Sionismo trascura queste condizioni. Toynbee aggiunge: “Non tenendo quindi conto della volontà di Dio e della condotta d’Israele, il Sionismo abbandonò il terreno spirituale che era la sola base sicura per il diritto degli Ebrei al suolo della terra santa”. Toynbee arriva al punto di dire che per Israele il modo più sicuro di perdere il diritto alla terra santa è permettere al Sionismo di smarrirsi nell’illusione che una condizionata “concessione dell’Onnipotente Dio fosse un inalienabile diritto naturale”. (A Story of History, Vol. VIII, pagina 601) È indiscutibile che il grande Datore di ogni dono buono e ogni regalo perfetto stabilisce le sue condizioni: “Se siete disposti ad ubbidire, mangerete i prodotti migliori del paese; ma se rifiutate e siete ribelli, sarete divorati dalla spada”. — Isa. 1:19, 20.
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