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  • Come morì Gesù
    La Torre di Guardia 1960 | 1° luglio
    • suoi nervi, rendendo sopportabili le esperienze che doveva ancora subire. Qui vediamo la misericordia di Geova nel permettere le sofferenze di Gesù prima che fosse inchiodato al palo di tortura.

      Dopo che Gesù fu arrestato e subì un processo da burla, fu flagellato e, per l’insistenza della folla istigata dal clero, fu consegnato per essere messo al palo. Per quanto terribile fosse tale esperienza, il dolore fu senza dubbio alquanto attenuato dalle sofferenze precedenti che avevano intorpidito i suoi nervi. Invece di lasciare che Gesù soffrisse a lungo sul palo di tortura o che i soldati ponessero fine alla sua vita rompendogli le ossa, “piacque all’Eterno di fiaccarlo”, cosa che fece lasciandolo spirare alcune ore dopo che era stato messo al palo. Gesù, rendendosi conto di quello che stava accadendo, gridò: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” E, sopraffatto dal dolore, “Gesù, avendo emesso un alto grido, spirò”. (Mar. 15:34, 37, Na) Nello spiegare l’accaduto, il medico William Strout, ne La causa fisica della morte di Cristo (inglese), fa riferimento alle osservazioni di un certo Grüner che dice: “È comune che persone il cui cuore è oppresso da eccessiva congestione sanguigna, accompagnata da ansietà e palpitazione, e che sono sul punto di soffocare, gridino a gran voce”. Apparentemente il suo cuore s’era spezzato o era avvenuta la rottura di una delle arterie maggiori, provocando la sua morte.

      Questo rese possibile l’adempimento di un’altra parte importante del proposito di Geova. “Se non si versa il sangue non ha luogo nessun perdono”. (Ebr. 9:22) E a proposito della morte di Gesù era stato scritto: “Versò la sua anima fino alla morte”. (Isa. 53:12) Egli doveva morire al palo per poter liberare gli Ebrei credenti dalla maledizione della Legge, ma la morte al palo non avrebbe provocato spargimento di sangue, e questo era necessario per soddisfare i requisiti divini per la remissione dei peccati di tutta l’umanità ubbidiente. (Gal. 3:13) Ma Geova permise che Gesù fosse fiaccato lasciando che gli fossero trafitte le mani e i piedi con chiodi e che avvenisse una rottura del cuore o di un’arteria, così che il sangue si riversò nel precardio o torace. Infatti quando uno dei soldati, presa una lancia gli trafisse il fianco, “ne uscì sangue e acqua”. (Giov. 19:34) In tal modo, mentre si compiacque di por fine rapidamente all’agonia di suo Figlio, Geova rese anche possibile che fossero adempiute tutte le cose scritte dai profeti ispirati e che fossero soddisfatti i requisiti per la salvezza.

  • Ateismo e pensiero umano
    La Torre di Guardia 1960 | 1° luglio
    • Ateismo e pensiero umano

      ● “Vi è ogni sorta di ragioni diverse per credere in Dio”, scrive C. S. Lewis in The Case for Christianity, “e qui ne menzionerò solo una. È questa: Supponiamo che non vi sia alcuna intelligenza nell’universo, alcuna mente creativa. In tal caso nessuno ha formato il mio cervello allo scopo di pensare. Solo quando avviene che gli atomi entro il mio cranio, per ragioni fisiche o chimiche, si dispongono in un certo modo, questo mi dà, come risultato, la sensazione che chiamo pensiero. Ma in questo caso, come posso fidarmi che il mio stesso pensiero sia verace? È come rovesciare la brocca del latte e sperare che si versi in modo da formare la pianta di Londra. Ma se non posso aver fiducia negli argomenti che portano all’ateismo, non ho ragione di essere ateo. . . . Se non credo in Dio, non posso credere nel pensiero; perciò non potrò mai servirmi del pensiero per rinnegare Dio”.

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