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Apprezziamo Geova Dio e Gesù Cristo e ciò che hanno fatto per noiLa Torre di Guardia 1971 | 15 ottobre
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Apprezziamo Geova Dio e Gesù Cristo e ciò che hanno fatto per noi
“O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio! Come sono imperscrutabili i suoi giudizi e impenetrabili le sue vie!” — Rom. 11:33.
1. Che cosa dobbiamo fare per provare verso Geova apprezzamento di cuore?
LA RAGIONE per cui i cristiani testimoni di Geova Lo servono e operano strenuamente per predicare la buona notizia a tutte le nazioni è l’apprezzamento, l’apprezzamento per ciò che Geova Dio e Gesù Cristo hanno fatto e fanno per il genere umano. Questa è la cosa importante, l’apprezzamento di cuore. Per avere tale apprezzamento dobbiamo acquistare conoscenza di Dio. Gesù Cristo disse: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. (Giov. 17:3) In quanto ad acquistare conoscenza, dobbiamo continuare ad acquistarla; non basta credere che Dio esiste e conoscere alcune cose che Dio ha fatte quale Creatore. C’è molta differenza fra una conoscenza superficiale di Dio e conoscerlo realmente. Conoscere effettivamente Dio significa dunque più che avere solo una conoscenza superficiale. Cercando di continuo una conoscenza più profonda, perveniamo all’apprezzamento di cuore di quale amico egli sia per il genere umano e di come abbia espresso la sua amicizia con un amore e una pazienza senza paralleli.
2, 3. Che cosa non farà seguire una pratica di peccato?
2 L’apostolo Giovanni, dopo essere stato per più di sessant’anni un cristiano servitore di Dio, scrisse: “Chiunque rimane unito a lui non pratica il peccato; chiunque pratica il peccato non lo ha visto né l’ha conosciuto”. (1 Giov. 3:6) Di nuovo dice: “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”. (1 Giov. 4:8) Gli uomini che non acquistano conoscenza di Dio non vedono Dio in tutte le sue eccellenti qualità e alti princìpi, e i loro cuori non provano profondo apprezzamento.
3 Giovanni ci narra che alcuni si allontanarono. Egli dice: “Non erano della nostra sorta; poiché se fossero stati della nostra sorta, sarebbero rimasti con noi”. (1 Giov. 2:19) Giovanni dimostra che quelli che hanno acquistato conoscenza intima di Dio, come si acquista conoscenza di un eccellente amico o di un padre amorevole e forte, rimarranno leali. Essi non praticheranno una condotta di peccato allontanandosi dalla verità. Possiamo dire, perciò, che non tutti quelli che asseriscono di essere servitori di Dio conoscono Dio in questo senso intimo, poiché alcuni in effetti si allontanano e alcuni sono disassociati dalle congregazioni per aver seguìto pratiche antiscritturali.
DIVENITE SIMILI A DIO
4. Perché Gesù poté rivelare Dio agli uomini sulla terra?
4 Gesù, quando fu sulla terra, disse che nessuno conosce pienamente il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio è disposto a rivelarlo. (Matt. 11:27) Il Figlio fu l’intimo del Padre per miliardi di anni prima di venire sulla terra; perciò durante il suo ministero terreno ebbe la più piena conoscenza del Padre. Conosceva le qualità di Dio così bene che l’amava più devotamente di tutti gli altri e a sua volta Lo poteva rivelare, mediante le parole e imitando Geova Dio.
5. Quale effetto ha su una persona il servizio di un dio?
5 La persona imita l’iddio che serve. Se crede in un dio di un inferno di fuoco, in un dio perverso, si indurirà nella sua propria mente e nel suo proprio cuore; col tempo diverrà perverso nei rapporti con altre persone. Gesù disse che alcuni, credendo falsamente, avrebbero perfino ucciso servitori di Dio col pensiero di rendere un servizio a Dio. (Giov. 16:2) Ma se una persona serve l’Iddio di amore, sarà amorevole verso altri. Acquisterà le qualità di questo Dio. Se serve Geova lo imiterà come un figlio che nel proprio cuore ama suo padre. — Efes. 5:1.
6. Come si acquista conoscenza di Dio?
6 Quando rendiamo perciò servizio con i nostri fratelli nella fede, la cosa importantissima da fare è d’aiutarli a conoscere Dio e il suo punto di vista. (Si paragoni Esodo 18:15, 16). Acquistare conoscenza di Dio non significa semplicemente studiare. Come dicono le Scritture in Romani 12:2, significa “provare a voi stessi la buona e accettevole e perfetta volontà di Dio”. Facciamo questo operando insieme a lui. (2 Cor. 6:1) Quindi proviamo con l’applicazione i buoni princìpi di Dio e vediamo perché egli è l’Iddio felice e tutti quelli che operano con lui son felici. (1 Tim. 1:11) Noi diveniamo veri amici dei suoi leali amici e proviamo gioia operando insieme a loro.
LE COSE IMPORTANTI
7, 8. (a) Come possiamo acquistare pieno discernimento? (b) Quale dovrebbe essere la nostra attitudine verso qualche punto che possiamo non capire pienamente?
7 Dobbiamo avere accurata conoscenza di Dio. Ma l’apostolo Paolo disse a questo riguardo: “Questo è quello che continuo a pregare, che il vostro amore abbondi sempre più in accurata conoscenza e pieno discernimento; affinché vi accertiate delle cose più importanti, onde siate senza difetto e non facciate inciampare altri fino al giorno di Cristo”. (Filip. 1:9, 10) In ogni cosa che apprendiamo vorremo capirne la relazione con Dio e Cristo, e meditare sul modo in cui esalta la personalità e i provvedimenti di Dio. Dobbiamo ampliare nel nostro cuore la comprensione e l’apprezzamento di quanto essi han fatto per noi. Quindi, se troviamo qualche cosa che non comprendiamo pienamente, non lasceremo che questo ci sconvolga e ci faccia buttar via la fede in tutte le cose importanti che abbiamo imparate.
8 Come un fratello nella verità da molti anni espresse l’argomento: “È eccellente imparare tutto quello che possiamo. Dobbiamo aumentare la nostra conoscenza per rafforzare la nostra fede. Ma non dobbiamo mai lasciare che qualche piccola questione ci faccia inciampare. Io la penso così: So quello che Geova Dio e Gesù Cristo hanno fatto per noi, e questo è qualche cosa per cui vale la pena di morire”.
9. Perché è importante “non andare oltre ciò che è scritto”?
9 Ora La Torre di Guardia mira ad aiutarci ad acquistare la mente di Dio, il suo punto di vista, sulle cose. E il corpo del servitore di Dio, lo “schiavo fedele e discreto”, ha la responsabilità di presentarci queste cose dichiarando la Parola di Dio e questo ha fatto fedelmente sino a questo anno 1971. Ecco perché è importante seguire il principio che l’apostolo Paolo espresse in I Corinti 4:6: “Non andare oltre ciò che è scritto”. Se ci atteniamo a questo e operiamo entro lo schema che la Bibbia ha indicato per la congregazione cristiana, aiuteremo altri a conoscere Dio e Cristo e non guarderemo noi stessi come individui. (1 Cor. 4:6) Non vogliamo che alcuno si appoggi su di noi, ma solo su Geova. Vogliamo che capiscano che l’intera congregazione cristiana esprime le qualità di Dio per mezzo dei suoi vari componenti. (1 Cor. 12:4, 5, 24, 25) Le nostre proprie idee potrebbero apparire per il momento buone, ma a lungo andare non adempiono lo scopo, perché se i nostri fratelli non acquistano conoscenza di Dio e di Gesù Cristo e delle loro qualità, vengono meno nelle cose più importanti.
10. Quale insegnamento ci aiuterà a conoscere meglio Dio?
10 Una delle cose che ci faranno meglio conoscere le meravigliose qualità di Dio è quella di comprendere l’insegnamento biblico del riscatto. Se ci rendiamo pienamente conto di ciò che Dio e suo Figlio hanno fatto per noi dandoci così immeritato aiuto, non possiamo fare a meno di rispondere con espressioni di amore e apprezzamento verso i nostri simili.
LA CONTESA
11. Come Satana suscitò una contesa o controversia con Dio?
11 La necessità del riscatto sorse riguardo alla contesa che intervenne fra Dio e Satana. In Genesi, nel capitolo tre, troviamo come questa contesa fu suscitata. Usando un animale, fu il Diavolo a parlare a Eva. Ma notate ciò che disse. Ci aiuta a capire su che cosa verte la contesa, di che cosa si tratta. Egli disse a Eva: “È realmente così che Dio ha detto che non dovete mangiare di ogni albero del giardino?” Oppure, disse, in effetti: ‘Vuoi dirmi che Dio ti ha detto questo? che ti avrebbe fatto ciò? e che avrebbe trattenuto da te qualche cosa?’ Il Diavolo non si espose dapprima dicendo esplicitamente che Dio avesse sbagliato, perché avrebbe potuto incontrare una netta resistenza. No, prima, mise nella mente di Eva questo pensiero egoistico, questo dubbio; quindi proseguì calunniando Dio e dicendo: ‘Dio sa che questo non è giusto. Egli sa che se mangi dell’albero proibito acquisterai più conoscenza’. — Gen. 3:1-5.
12. Era la contesa sulla supremazia di Dio? Spiegate.
12 Così Satana suscitò la contesa. Che cosa era la contesa? Era una sfida alla supremazia di Dio? A questo possiamo dire No, perché se una persona è suprema in potenza, chi lo può sfidare su questo punto con qualsiasi speranza di successo? Notate che, in seguito, il Diavolo non sfidò la restrizione di Dio Onnipotente che proteggeva la vita di Giobbe. — Giob. 2:6, 7.
13. Che cos’è la sovranità, e fu sfidato il fatto che esisteva la sovranità di Dio?
13 Or dunque, fu la sovranità di Dio? Sovranità significa diritto di dominare e di delegare l’autorità di governo. Sfidò Satana la sovranità di Dio? Sì, ma non il fatto — l’esistenza — della sovranità di Dio, perché, ancora, se una persona è suprema e onnipotente può dominare indipendentemente da ciò che chiunque dica. La sovranità di Dio non fu perciò mai in pericolo.
14. Che cosa fu sfidato della sovranità di Dio, e in che modo?
14 Non fu dunque il fatto della sovranità di Dio a essere sfidato. Quindi, che cosa fu? In effetti ebbe a che fare con la sovranità di Dio. Possiamo capire da ciò che il Diavolo disse che furono messi in dubbio il merito, il diritto e la giustezza della sovranità di Geova. Dio era sicuramente sovrano, ma era tale sovranità esercitata in modo che risultasse davvero utile per le sue creature? O tratteneva da esse qualche cosa? Quando il Diavolo parlò a Dio intorno a Giobbe, con astuzia espresse l’argomento tutto al contrario, dicendo: ‘Guarda tutto ciò che Giobbe ha. Guarda ciò che gli hai dato. Naturalmente ti servirà, perché ottiene ogni cosa da te’. Così, da un altro punto di vista, ripeté la sua sfida al merito o diritto della sovranità di Dio. — Giob. 1:8-12.
IMPLICATO L’UOMO
15. Come l’uomo fu implicato nella contesa?
15 Per giunta, nella contesa fu implicato l’uomo. Nella questione fu inclusa l’integrità dell’uomo verso Dio. Il Diavolo diceva che la sovranità di Geova non era buona sulle sue creature; non era del tutto meritata o giusta. Fu dunque suscitata la questione: Avrebbero le creature riconosciuto la sovranità di Geova come del tutto meritata e quindi giusta? Avrebbero amato la sovranità di Dio più di qualsiasi altra cosa? Avrebbero preferito vivere sotto quella sovranità più che sotto qualsiasi altra? L’avrebbero veramente preferita, di cuore? E anche se avessero avuto l’opportunità di sottrarsi a tale sovranità di Dio ed essere completamente indipendenti, l’avrebbero voluto? o avrebbero preferito di attenersi lealmente a lui in qualsiasi cosa sorgesse per sfidarlo?a Quest’ultima è la specie di persone che Dio vuole per servirlo, perché altri non sarebbero leali; causerebbero solo difficoltà nell’universo. Perciò la contesa metterà alla prova tutte le creature. Farà una selezione di tutti quelli che hanno punti di vista egoistici.
16. Dubitò Dio della sua sovranità o che la sua organizzazione si sarebbe tenuta dalla sua parte?
16 Si potrebbe fare la domanda: ‘Dubitò Dio della sua sovranità? Si chiese: Ho sbagliato nel modo in cui ho governato l’universo?’ No, era soddisfatto della propria sovranità. Sapeva cosa c’era dentro di sé e sapeva cosa occorreva alle sue creature intelligenti. (Eso. 34:6, 7; Sal. 136:1-9) Sapeva che questo modo di dominare era per il bene e la felicità eterna delle sue creature. Non c’era, comunque, una probabilità che l’organizzazione delle creature di Dio in cielo e sulla terra potessero pensarla tutti in quel modo e ritrarsi in massa da lui? No. Geova lasciò che la contesa fosse messa alla prova, il che mostra che non temeva di perdere la propria organizzazione.
17. Perché Dio ebbe fiducia che la sua organizzazione non l’avrebbe abbandonato in massa?
17 Geova sapeva che la sua sovranità era degna e giusta e che le sue creature l’amavano e apprezzavano. Aveva dato alle sue creature il libero arbitrio; perciò alcuni si sarebbero potuti ritrarre se l’avessero voluto, ma Dio sapeva che questo non sarebbe accaduto in massa. Perché? A causa della qualità che egli aveva creata in loro e a causa del potenziale che aveva dato loro di sviluppare tale qualità in maggior grado. Quella qualità era l’AMORE. La Bibbia dice che l’amore è un “perfetto vincolo d’unione” e “l’amore non viene mai meno”. (Col. 3:14; 1 Cor. 13:8) Esso è il più forte potere vincolante nell’universo. È una delle stesse qualità di Geova e non può venirgli meno. Ebbe piena fiducia che la sua organizzazione si sarebbe attenuta a lui. Sapeva anche che ci sarebbero stati di quelli che lo avrebbero conosciuto, cosa che Adamo non fece mai a causa della sua mancanza di lealtà. Quelli che avrebbero fatto ciò lo avrebbero amato e si sarebbero tenuti incrollabilmente e gioiosamente sotto la sua sovranità.
PERCHÉ DIO PERMISE CHE LA CONTESA FOSSE MESSA ALLA PROVA
18. Permise Dio che la contesa continuasse per 6.000 anni a suo proprio beneficio, o perché?
18 Perché Geova permise quindi che la prova della sfida divenisse una contesa disputata nei passati 6.000 anni? Lo fece egoisticamente per il suo proprio bene? Nessuno poteva dare a Dio nessuna cosa materiale o proprietà, o accrescerne la ricchezza e la potenza, o la conoscenza. (Rom. 11:34-36) E a lui non si doveva provare nulla. No, lo fece per amore del suo nome, nello stesso tempo per il beneficio delle sue creature.
19. Chi fu calunniato dalla sfida del Diavolo?
19 Possiamo vedere che questo è vero se analizziamo la questione. Geova fu calunniato, calunniato malvagiamente circa il modo in cui dominava l’universo. Ma non fu calunniato solo Geova. Fu calunniata ogni creatura nell’universo, perché il Diavolo in effetti diceva: ‘L’unica ragione per cui si attengono a te è che hai dato loro ogni cosa’. Il Diavolo fece dunque cadere un’ombra o marchio nero sulla reputazione di ogni creatura intelligente che era in vita.
20. Perché Dio lasciò che altri partecipassero con lui per eliminare il biasimo?
20 Geova sapeva di aver figli che sarebbero stati ansiosi di ottenere l’opportunità di cancellare il marchio di biasimo dal Suo nome. Questa fu per loro la cosa primaria da fare. Ma nello stesso tempo potevano togliere il marchio della calunnia dal loro proprio nome e da quello dei loro fratelli. Quale figlio di qualche valore non vorrebbe esporsi in difesa della famiglia e per togliere il biasimo dal nome del padre? Sarebbe stata una rivendicazione di Dio più completa che se Geova l’avesse compiuta tutta da sé. Mentre ci accingiamo a leggere l’articolo che segue chiediamo: Chi sarebbe stato scelto come primario rivendicatore, e perché?
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Il riscatto, meravigliosa espressione di amore e giustiziaLa Torre di Guardia 1971 | 15 ottobre
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Il riscatto, meravigliosa espressione di amore e giustizia
1, 2. (a) Quando sorse la contesa, quale promessa fece Geova, che suscitò quale domanda? (b) Perché fu scelto il Figlio unigenito come colui che sarebbe stato il primario rivendicatore di Dio?
GEOVA, in armonia con la dignità della sua sovranità universale, risolve problemi apparentemente insolubili in modo da suscitare la nostra meraviglia. E in seguito diciamo: ‘Non si sarebbe potuto proprio fare in nessun altro modo e avere una soluzione così completa, giusta e del tutto buona’. (Isa. 55:9) Così, al tempo stesso in cui sorse la contesa, Dio, nella sua prescienza di ciò che esattamente avrebbe fatto, annunciò: “Egli [il seme] ti ferirà [Satana] la testa”. — Gen. 3:15.
2 Chi sarebbe stato da Dio designato per essere il “seme”, che sarebbe stato ferito al calcagno? L’unigenito Figlio di Geova! Egli fu scelto come colui che avrebbe risolto primariamente la contesa riguardo alla degna e giusta sovranità di Geova. Perché questo grande che era così vicino al cuore di Geova? Ebbene, quando Satana fece la sua sfida un’ombra cadde sulla reputazione di ogni creatura. Essa sarebbe giunta fino a questo Figlio.a Per di più, sarebbe caduta su di lui più che su qualsiasi altra creatura di Dio perché, prima di tutto, era il principale di Geova, quello che gli era più vicino nell’universo. Egli era colui che aveva sempre il comando sugli altri angeli. Era stato cooperatore di Dio nel fare l’universo. (Col. 1:15-17) Chi sfidava Dio poteva dire: Di tutte le creature che sarebbero fedeli nel servire Dio, egli dovrebbe esserlo. La sfida di Satana portò dunque alla ribalta questo potente Figlio di Dio.
3. Quale significato ebbe il nome del Figlio nella sua esistenza preumana?
3 Inoltre, il nome dell’unigenito Figlio nella sua esistenza preumana fa luce sulla situazione, il suo nome Michele. (Dan. 12:1; 1 Tess. 4:16; Riv. 12:7) Significa “Chi è simile a Dio?” Il nome stesso è una domanda. È come dire che se qualcuno dovesse sorgere e sfidare Dio, se cercasse di rivaleggiare con Dio, Michele sarebbe il primo su cui ricadrebbe il dovere di levarsi e dire: ‘Chi è costui che sfida il Padre mio? Gli darò prova che non c’è nessuno simile a Geova Dio’. Il suo nome lo designò dunque effettivamente come colui che avrebbe rivendicato e risolto questa contesa a favore di Geova.b
4, 5. Perché il Figlio unigenito fu il migliore che si potesse scegliere, e fu la sua risoluzione forzata?
4 Possiamo considerare la cosa da un altro angolo, in quanto alla ragione per cui fu scelto. Non fu costretto a servire per questo scopo. La Bibbia mostra che quando Gesù venne per essere battezzato disse: “A fare la tua volontà, o mio Dio, mi sono dilettato”. (Sal. 40:8; Ebr. 10:5-7) Di lui è anche scritto: “Hai amato la giustizia e hai odiato l’illegalità”. (Ebr. 1:9) Vediamo dunque che Gesù fu vivamente ansioso, provò diletto, di fare la volontà di Dio. Egli stesso disse: “Faccio sempre le cose che gli piacciono”. (Giov. 8:29) Fu qualificato più di tutti gli altri. Per giunta, nei Proverbi, al capitolo otto, Questi, personificato come sapienza, parlando dell’opera creativa di Dio, dice: “Le cose che mi dilettavano erano presso i figli degli uomini”. (Vs. 31) Egli amò profondamente il genere umano, che Dio aveva creato. Accettò lietamente questo incarico di vendicare il Padre suo, prima per lealtà verso di Lui e, inoltre, per profondo amore verso il genere umano.
5 Ora, se questo Figlio di Dio aveva volontariamente accettato questo incarico, quale altro angelo poteva dire: “No, lascia che io abbia questo incarico”? Chi poteva passargli avanti? Michele aveva la precedenza, per offrirsi e cooperare con Dio in questa faccenda. Era l’unigenito Figlio di Dio, il più vicino, l’intimo. — Giov. 1:18.
NESSUN CONDONO PER IL PECCATO
6, 7. Perché Geova non poté trascurare il peccato di Adamo ed Eva?
6 Il riscatto fu provveduto da Geova per mezzo di Gesù Cristo. L’amore da parte di Geova Dio e di suo Figlio motivò il provvedimento del riscatto. (Giov. 3:16) Esso soddisfa la misericordia, ma è il riscatto anche in armonia con la giustizia di Geova? Vediamo. Adamo ed Eva si ribellarono contro la sovranità di Dio, cosa che Dio sapeva era possibile, per la ragione che aveva creato queste creature col libero arbitrio per servirlo. Esse non servivano per costrizione ma per le qualità che avevano e per la loro facoltà di apprezzare e imitare le sue qualità. Geova ha cose materiali, i pianeti, per esempio, che lo servono nei più minuti particolari e proprio come vuole; gli animali sono guidati dall’istinto, ma le creature intelligenti possono seguire la loro propria condotta. Ciò nondimeno, se il peccato fosse venuto nell’universo, Dio non l’avrebbe potuto condonare, dicendo: ‘Semplicemente ci passerò sopra’. Avrebbe potuto forse dire a qualsiasi peccatore: ‘Voglio mostrarti misericordia, quindi perdonerò il tuo peccato’? No. In armonia con il suo diritto e con la sua giustizia non avrebbe potuto passare il peccato sotto silenzio e non chiederne conto.
7 Non è così, comunque, che agiscono oggi i governi della terra. Essi han condonato l’illegalità, essendo negligenti e privi di zelo nell’agire contro di essa. Ne è risultato che le persone han perduto fede nei governi e ogni cosa infine va in sfacelo. Il Legislatore universale non farà avvenire questo circa le sue leggi.
8. Qual è l’atteggiamento di Geova circa il peccato e i peccatori?
8 Conformemente, Dio il Sovrano universale, nella sua responsabilità di sostenere la legge e l’ordine nell’universo, non passa sopra al peccato. “Dio non è da beffeggiare”. (Gal. 6:7) Infatti, in Abacuc 1:13 il profeta dice: “Tu sei troppo puro di occhi per vedere ciò che è male; e non puoi guardare l’affanno. Perché guardi quelli che si comportano slealmente?” Ma, certo, per un tempo permette la malvagità a causa della grande contesa. Alla presenza di Geova le cose peccaminose non possono esistere. I serafini nella visione di Isaia son mostrati mentre dicono: “Santo, santo, santo è Geova degli eserciti”. (Isa. 6:3; Riv. 4:8) “Santo” ha il basilare significato di purezza, sia fisica che morale, e che sia ripetuto tre volte significa purezza al grado superlativo. Nell’universo non c’è nessuno così puro, al più alto grado possibile, e nulla di peccaminoso può dunque accostarglisi direttamente.
PROBLEMA LEGALE
9. Solo in che modo Dio poteva trattare i peccatori?
9 Di conseguenza, per trattare con quelli nati nel peccato, sebbene non per loro propria mancanza, Dio dovette avere qualche base legale che consentisse tali trattative. (Sal. 51:5; Rom. 5:12) Dovette avere qualcuno, il cui sacrificio sarebbe stato una base legale, per mezzo del quale potesse trattare. Non poteva trattare col popolo peccaminoso a causa della sua propria dignità e giustizia. Prese quindi provvedimento.
10. Prendendo disposizioni per trattare col genere umano, cambiò Geova le sue basilari leggi per governare l’uomo?
10 Frattanto Dio lasciò che l’uomo continuasse a generare figli. Si attenne al suo dichiarato proposito riguardo ai genitori. Aveva comandato loro di generare figli. (Gen. 1:28) Poiché ora si propose che il genere umano servisse alla contesa, non cambiò la sua legge o non tolse ai genitori quel privilegio, né interferì, ma lasciò che l’uomo andasse avanti generando figli a sua propria immagine, un’immagine ora imperfetta. (Gen. 5:3) Ai genitori fu accordato il privilegio di generare figli così che divenissero come i genitori li avrebbero educati. (Prov. 22:6; 29:15) Vediamo operare questo principio oggi nel mondo, e molti crescono odiando Dio. Ma Dio lo permette. Egli rispettò le proprie leggi che aveva fatte per governare il genere umano, sapendo che erano leggi giuste. Sapeva che alcuni dei figli nati si sarebbero schierati dalla sua parte nella contesa. — Giob. 1:8; 2:3.
“ANIMA PER ANIMA”
11. Che cosa era richiesto per soddisfare il diritto, e come fu dimostrato questo nel modo in cui Dio trattò con Israele?
11 L’esigenza legale della perfetta giustizia di Dio è evidente nella legge che diede a Israele: “Sarà anima per anima, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede”. (Deut. 19:21) L’esattezza di Dio in questa faccenda fu illustrata anche nel modo in cui trattò Israele quando scelse una tribù perché lo servisse nel tempio. Il primogenito già apparteneva esclusivamente a Geova perché li aveva salvati dalla distruzione durante la decima piaga versata sull’Egitto. Ma ora Geova volle che la tribù di Levi lo servisse nel suo santuario in cambio dei primogeniti. Comunque, un censimento rivelò che c’erano 273 primogeniti israeliti in più rispetto ai Leviti. Perciò, per redimere questi 273, gli Israeliti dovettero pagare per ciascuno un riscatto. Dio fu molto rigido in questa transazione. (Num. 3:39-51) Inoltre, se una persona aveva commesso un assassinio, non si poteva prendere per l’uomo denaro o altro riscatto; doveva morire. Egli doveva dare anima per anima. (Num. 35:31-33) Perciò è chiaro che, per redimere l’uomo dal peccato e dalla morte, era richiesto il prezzo di riscatto di un’anima umana perfetta.
12. Quale fu la situazione dell’uomo in quanto a provvedere la liberazione?
12 L’impotenza dell’uomo è espressa nel quarantanovesimo Salmo, ai versetti da sei a nove: “Quelli che confidano nei loro mezzi di sostentamento, e che continuano a vantarsi dell’abbondanza delle loro ricchezze, nemmeno uno d’essi può con alcun mezzo redimere sia pure un fratello, né dare a Dio un riscatto per lui; (e il prezzo di redenzione della loro anima è così prezioso che è cessato a tempo indefinito) perché ancora viva per sempre e non veda la fossa”. Il prezzo era troppo prezioso, troppo alto, oltre le possibilità di tutto il genere umano. In quanto alla capacità dell’uomo, la liberazione era così lontana da essere a tempo indefinito, in effetti al di là della speranza.
SOSTENUTI DIRITTO E GIUSTIZIA
13. Era Geova così rigoroso con se stesso come lo fu con Israele in quanto al riscatto? Spiegate.
13 Perché l’uomo fosse dunque liberato, Dio doveva agire prendendo provvedimento. Sarebbe stato così rigoroso con se stesso come lo era stato nella sua legge per Israele? Avrebbe sostenuto quella legge e ne avrebbe osservato i dichiarati princìpi? Fece esattamente così, nonostante che gli costasse il suo Figlio primogenito. (Rom. 5:6-8) Quale meravigliosa qualità! Possiamo avere piena fiducia in Geova perché sappiamo che non devierà mai minimamente dai suoi princìpi. Non farà mai, per capriccio, né per forza di circostanze, nulla di irragionevole o nulla al di là dei princìpi che ci rivela. — Mal. 3:6.
14. In che modo il provvedimento del riscatto fu assolutamente in armonia con il diritto e la giustizia?
14 In questo modo Geova poteva mantenere completamente la sua propria giustizia, mostrando nello stesso tempo l’eccessiva dannosità del peccato. L’apostolo Paolo dice: “Poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ed è come gratuito dono che son dichiarati giusti per la sua immeritata benignità con la liberazione mediante il riscatto pagato da Cristo Gesù. Dio lo ha stabilito come offerta per la propiziazione mediante la fede nel suo sangue. Questo avvenne per esibire la sua propria giustizia, perché perdonava i peccati commessi nel passato mentre Dio esercitava sopportazione; per esibire la propria giustizia nel tempo presente, affinché sia giusto anche quando dichiara giusto l’uomo che ha fede in Gesù”. (Rom. 3:23-26) Dio ebbe perciò una base legale in armonia con il proprio diritto e con la propria giustizia, nel sacrificio di riscatto di Gesù Cristo. Conformemente, quando trattò con Abraamo e lo dichiarò giusto, come fece circa 3.900 anni fa, poté far questo giustamente perché sapeva di provvedere in futuro il riscatto. (Rom. 4:9) Abraamo non era libero dal peccato, benché esercitasse fede. Geova, comunque, poté trattare con Abraamo e ciò nondimeno essere del tutto puro e giusto nel far questo, per mezzo di questa disposizione legale.
15. (a) Perché il Figlio di Dio fu mandato sulla terra, e come nacque da uomo perfetto? (b) Come sappiamo che mantenne l’integrità e diede una piena e completa risposta alla calunnia del Diavolo?
15 Verso la soluzione della contesa, e per provvedere il riscatto, l’unigenito Figlio di Dio fu mandato sulla terra, dove il Diavolo poté far pressione sulla sua integrità. Con la miracolosa nascita dalla vergine Maria egli divenne un figlio umano di Dio. Questo figlio nacque da una donna imperfetta, ma fu perfetto e senza macchia. L’angelo Gabriele l’aveva annunciato a Maria: “Lo spirito santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. E per questa ragione quello che nascerà sarà chiamato santo, Figlio di Dio”. (Luca 1:35) Lo spirito santo pose intorno a Maria una parete d’invisibile potenza, così che nulla potesse danneggiare questo embrione mentre si sviluppava verso la nascita. Satana il Diavolo avrebbe avuto il desiderio di distruggere quel Figlio prima che nascesse, se possibile. Gesù, in tutta la sua vita umana, rimase in quello stato perfetto. Egli fu “leale, semplice, incontaminato, separato dai peccatori”. (Ebr. 7:26) La vita di Gesù sulla terra seguì una condotta che risolse al di là di ogni dubbio la contesa. Prima della sua morte di sacrificio, egli disse: “Viene il governante del mondo. Ed egli non ha presa su di me”, e, “ora vi è il giudizio di questo mondo; ora il governante di questo mondo sarà cacciato fuori”. (Giov. 14:30; 12:31) Queste dichiarazioni mostrano che egli aveva completamente dato prova che Satana era un bugiardo.
SOFFERENZE DI GESÙ
16. Che cosa comprenderemo meglio quando avremo considerato ciò che soffrì Gesù?
16 A questo punto potremmo dire che è davvero difficile che comprendiamo quanto fu ed è grande Gesù. Prestando servizio per risolvere perfettamente la contesa, Gesù soffrì. Tutti i servitori di Dio hanno subìto cose terribili per mano di Satana e dei suoi agenti. Ma Gesù subì una sofferenza più grande di quella di qualsiasi servitore di Dio. Come possiamo dir questo? Nella risposta a questa domanda possiamo meglio renderci conto della cosa meravigliosa che il nostro Signore Gesù Cristo fece per noi.
17. Che cosa fece Gesù, insieme ai suoi discepoli, l’ultima notte che fu sulla terra, prima di essere arrestato?
17 Considerate ciò che accadde l’ultima notte che stette con i suoi discepoli. Il racconto dice: “Quindi Gesù venne con loro al luogo chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: ‘Sedete qui mentre io vado là a pregare’. E prendendo con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò ad addolorarsi e ad essere gravemente turbato. Quindi disse loro: ‘L’anima mia è profondamente addolorata, fino alla morte. State qui e vigilate con me’. E andando un po’ innanzi, cadde sulla sua faccia, pregando e dicendo: ‘Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice. Ma, non come io voglio, bensì come vuoi tu’”. Gesù fece questo per tre volte, e ogni volta che tornò dai suoi discepoli erano addormentati. Disse loro: “Non avete potuto vigilare con me nemmeno un’ora?” I discepoli avevano la mente intorpidita; non vedevano la grande contesa accentrata in questa notte; non potevano dunque rimanere svegli. — Matt. 26:36-44.
18. Con l’espressione che rivolse in preghiera a Geova, chiedeva Gesù d’essere risparmiato dalla morte?
18 Quando Gesù chiese a Geova: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice”, che cosa intese dire? Diceva che si tirava indietro, rinunciando alla sua decisione di morire e provvedere il riscatto? No, poiché aveva detto ai suoi discepoli di continuo che sarebbe morto. Aveva spiegato che i capi sacerdoti e gli scribi l’avrebbero preso e sarebbe stato messo morte e che Geova l’avrebbe destato il terzo giorno. (Mar. 8:31; Luca 9:22) Perfino il pensiero di evitare la morte di sacrificio ripugnava a Gesù. (Matt. 16:21-23) Il libro di Ebrei mostra che quando iniziò la sua condotta di sacrificio al tempo del suo battesimo disse: “Mi hai preparato un corpo”, cioè un corpo perfetto come prezzo di riscatto. Di continuo aveva avuto la determinazione di seguire quella condotta di sacrificio. — Ebr. 10:5.
19, 20. (a) Che cosa sapeva Gesù di dover affrontare, e che cosa pregò, se Dio l’avesse voluto? (b) Perché era così difficile ciò che si presentava a Gesù?
19 No, Gesù non si rivolse al Padre suo perché fosse risparmiato da morte. Ma sapeva che dopo poche ore doveva essere arrestato e portato davanti al Sinedrio giudaico. Lo avrebbero dichiarato colpevole di bestemmia contro Dio, il peggiore delitto possibile. (Giov. 10:33; Matt. 26:65) Ricordate che era colui che ‘amava la giustizia e odiava l’illegalità’. Era venuto dal cielo come il Figlio di Dio, per vendicare il Padre suo, e prima di tutto, la sua essenziale natura — il fatto che era figlio — era negato dallo stesso sedicente popolo di Dio. (Giov. 19:7) Ma ora, l’avrebbero appeso a un palo come una persona della peggiore specie esistente, un bestemmiatore contro Dio e un sedizioso. (Luca 23:2-4) Che diffamazione di Dio! Egli viene per vendicare il Padre suo ed esaltarne il nome, ed ecco, dev’essere appeso a un palo come maledetto e bestemmiatore!
20 Essere accusato come bestemmiatore e ritenere l’eletta nazione di Dio responsabile di tale accusa, questo era per Gesù Cristo una cosa terribile, poiché nel passato era stato il più zelante di tutti nell’universo al fine di piacere al Padre suo, sostenerlo, evitare anche la più piccola cosa che potesse riflettersi sul Padre suo. Un bestemmiatore! Oggi, se una persona appartiene ai servitori di Geova, ma si svia nell’apostasia e bestemmia Dio, diviene detestabile a tutto il popolo di Dio. Gesù Cristo, avendo mente, cuore e intendimento perfetti, si rendeva conto di questo assai più di noi. Ciò nondimeno, disse: “Ma, non come io voglio, bensì come vuoi tu [Geova]”. — Matt. 26:39.
21. Quale schiacciante peso fu quella notte sulle spalle di Gesù?
21 A causa di tutte queste cose, quando pregò il suo sudore divenne come gocce di sangue. (Luca 22:44) Su di lui era un grande carico; quella notte sulle sue spalle era il peso di ogni cosa. Fece appello al Padre suo, pregando “con forti grida e lagrime”. (Ebr. 5:7) Sapeva di dover rimanere fedele, perché, che sarebbe accaduto se fosse venuto meno? Quale umiliazione sarebbe stato questo per Geova! D’altra parte, quale rivendicazione del Padre suo e quale umiliazione per il Diavolo quando Gesù rimase fedele! Geova aveva tale fiducia nella lealtà del suo Figlio che aveva fatto scrivere nella sua Parola, sì, Geova aveva detto in anticipo, ciò che Gesù avrebbe fatto. Gesù lo sapeva. Ma Gesù sapeva anche che spettava a lui mantenere l’integrità; sarebbe potuto venir meno; avrebbe potuto peccare. Tutto questo poggiava sulle spalle di Gesù. La sua vita eterna e la vita dell’intera razza umana erano in gioco. Lo sforzo era enorme.
22. Perché Gesù gridò poco prima della sua morte?
22 Mentre era al palo poco prima di morire, egli gridò: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matt. 27:46; Sal. 22:1) L’apostolo Paolo disse ai seguaci cristiani: “Cristo ci liberò mediante acquisto dalla maledizione della Legge, divenendo una maledizione invece di noi, perché è scritto: ‘Maledetto ogni uomo appeso al legno’”. (Gal. 3:13) Egli doveva divenire maledetto per liberare quelli che erano sotto la Legge. E Pietro disse: “Egli stesso portò i nostri peccati nel proprio corpo, sul legno”. — 1 Piet. 2:24.
23. Gesù non poté accedere a che cosa, che egli provvide per noi?
23 Ora, se pecchiamo, possiamo pentirci e rivolgerci a Geova Dio, pregandolo e dicendo: ‘Geova Dio, confesso di aver peccato. In base al sacrificio di riscatto di Cristo chiedo perdono. Ti prego di perdonarmi’. E riceveremo perdono da Dio. (1 Giov. 1:9) Ma Gesù non poté far questo. Non poteva chiedere misericordia ‘in base al sacrificio (di qualcuno)’, se si indeboliva e faceva il minimo errore. Quella notte portò un peso schiacciante.
24. Che cosa ci dice Romani 5:18 riguardo a Gesù?
24 Quali grazie possiamo rendere a Geova Dio e a Gesù Cristo per il fatto che Gesù non venne meno! Egli servì a dare alla sfida una piena risposta. L’apostolo dice: “Così, dunque, come per mezzo di un solo fallo risultò a uomini d’ogni sorta la condanna, similmente anche per mezzo di un solo atto di giustificazione è risultato a uomini d’ogni sorta che son dichiarati giusti per la vita”. (Rom. 5:18) Questo “solo atto di giustificazione” fu il corso d’integrità di Gesù, compreso il suo sacrificio. Con ciò fu provato che era giusto. Naturalmente, fu sempre giusto, ma dopo questa prova, che superò con successo, Dio poté ancora dire: ‘Tu sei completamente giusto, in ogni via’.
25. Paragonate la giustizia di Cristo con quella di chi esercita fede in lui.
25 L’apostolo Paolo dichiarò ulteriormente di Gesù: “Imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì; e dopo essere stato reso perfetto divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono responsabile di salvezza eterna”. (Ebr. 5:8, 9) Fu dunque per merito di Cristo che Dio lo dichiarò giusto. Non dovette concedere giustizia a Cristo come un dono. Ecco perché il suo sacrificio poté servire come base per dichiarare giusti altri uomini. Se altri son dichiarati giusti non lo sono in base alla loro propria giustizia, ma in base al sacrificio di riscatto di Gesù Cristo; è un dono per loro. — Rom. 5:17.
AMOREVOLE BENIGNITÀ DI GEOVA
26, 27. Che cosa fece Geova esprimendo amore e apprezzamento verso Cristo?
26 L’amorevole benignità di Geova è esaltata in tutto ciò e anche in un altro modo. Gesù sapeva di tornare in cielo dal Padre suo. L’amore e l’apprezzamento di Geova furono così grandi verso questo Figlio che aveva rivendicato il Suo nome nelle più severe prove che concesse a Gesù assai più di quanto avesse mai avuto. Diede a Cristo l’immortalità e un posto più alto che mai, molto più alto degli angeli. (Filip. 2:5-11; Ebr. 7:26) E non solo questo, ma Gesù guadagnò anche qualche altra cosa.
27 Sappiamo che le creature intelligenti di Dio sono gregarie. Hanno grande desiderio d’associarsi. Ora Gesù era qui, eccetto Geova, in una classe tutta per sé. Ma Geova, per apprezzamento, gli diede ora in aggiunta una meravigliosa ricompensa, cioè una “sposa”. (Giov. 3:28, 29; Riv. 19:7; 21:9) Gesù li chiamò, come individui, “fratelli”. (Ebr. 2:11) Essi hanno le stesse esperienze che Gesù ebbe sulla terra. Noi proviamo grandissima gioia della compagnia e della conversazione di quelli che hanno subìto le stesse cose, han fatto lo stesso lavoro, hanno avuto le stesse esperienze, come noi, come Gesù lo prova senza dubbio con la sua “sposa”. Dio diede a Gesù questa “sposa” come evidenza della sua insondabile ricchezza e della profondità del suo apprezzamento e del suo amore verso il suo meraviglioso Figlio.
GENEROSITÀ DI GESÙ
28, 29. Come Gesù Cristo, da parte sua, dimostra la sua amorevole benignità e generosità?
28 Gesù Cristo, da parte sua, pure rivelò la sua amorevole benignità e la sua generosità, e il suo amore di giustizia, in quanto non fu egoista in questa faccenda. Non disse: ‘Ho rivendicato Dio. Perché dovrebbe qualcun altro condividere con me questa gloria?’ No, piuttosto, fu lieto, felice di poter avere altri che partecipassero a tale rivendicazione e glorificazione di Dio e che partecipassero inoltre alla sua gloria e alla sua potenza nei cieli. (Rom. 6:4, 5) Fu lieto che Dio avesse altri sulla terra, dove il Diavolo poteva perseguitarli, che rimanevano ciò nonostante fedeli alla sovranità di Dio, amandola proprio come egli l’amava.
29 C’è poi la “grande folla” delle “altre pecore”. Gesù Cristo è lieto di farle venire ad avere pure qualche piccola parte in tale rivendicazione. (Riv. 7:9, 10; Giov. 10:16) Egli assiste dunque tutte le “pecore” di Dio perché si mantengano ferme verso la sovranità di Geova, malgrado ciò che disse il Diavolo.
“L’ULTIMO ADAMO”
30. In che modo Gesù Cristo diviene “l’ultimo Adamo”?
30 A causa della fedele condotta e del sacrificio di Gesù molti possono esser salvati da lui. Quando fu sulla terra, egli ebbe il potere di avere una famiglia sua propria con mezzi naturali umani. Non generò tale famiglia, ma cedette tale potenziale nel suo sacrificio. Divenne perciò “l’ultimo Adamo”. Adamo generò una famiglia, una famiglia imperfetta, con caratteristiche cattive. Gesù Cristo genera una famiglia che ha giustizia. Gli individui possono trasferirsi dalla famiglia di Adamo ed essere rigenerati per mezzo della giustizia di Gesù Cristo e, secondo la legge di Dio della procreazione, possono essere resi a sua immagine. Possono essere purificati come figli dell’“ultimo Adamo”. — 1 Cor. 15:45.
31. Con quale mezzo Cristo ottiene una “progenie”?
31 Isaia, per ispirazione, descrive alcune sofferenze di Cristo e dice: “Se porrai la sua anima come offerta per la colpa, egli vedrà la sua progenie”. (Isa. 53:10) Quando una persona pone l’anima di Cristo, il sacrificio di riscatto della perfetta vita umana di Gesù, come offerta della colpa dei propri peccati, diviene “progenie” di Cristo. Cristo non ottiene una progenie mediante il metodo naturale, ma quale “Padre eterno” genera una famiglia con le sue caratteristiche giuste, nella maniera in cui la descrive il profeta Isaia. — Isa. 9:6, 7.
ELARGITI ORA I BENEFICI DEL RISCATTO
32, 33. Sono stati già applicati ad alcuni i benefici del riscatto? Spiegate.
32 Considerando queste cose, qualcuno può chiedere: ‘Sono passati 1.900 anni da che fu dato il riscatto. Perché non vediamo persone che ricevano i benefici del riscatto?’ Noi le vediamo. Immediatamente dopo che il prezzo del riscatto era stato presentato in cielo, solo cinquanta giorni dopo la risurrezione di Cristo, fu versato lo spirito santo e uomini cominciarono a divenire figli di Dio. (Atti 2:1, 33) L’apostolo Giovanni dice: “Ora siamo figli di Dio”. (1 Giov. 3:2) Questi ricevettero i benefici del riscatto e furono generati dallo spirito, fu data loro la speranza celeste. Nei 1.900 anni trascorsi da allora, Geova ha scelto quelli che formano tale gruppo di 144.000 persone che saranno re e sacerdoti con Cristo. (Riv. 14:1, 2; 5:9, 10; 20:6) Per sceglierli e provarli c’è voluto tempo, poiché essi son quelli che amministreranno per sempre la sovranità di Geova in tutto l’universo.
33 Oggi vediamo i frutti di tale sacrificio elargiti anche alla “grande folla”. Essa prova gli eccellenti benefici della pace con Dio, della felicità, di una speranza e di uno scopo nella vita, di una vita completamente cambiata, con l’appressarsi a Geova Dio e alla sua benedizione. Essa pure ha una felice ed edificante opera da compiere per la rivendicazione di Geova. Nel nuovo ordine assai vicino perverranno alla perfezione umana come figli di Dio. — Rom. 8:21.
IL RISCATTO È PIÙ FORTE DEL PECCATO
34. Come il riscatto è più forte del peccato di Adamo?
34 Per riassumere, possiamo dire che il riscatto è più forte del peccato di Adamo. Il peccato di Adamo degradò tutti. Il riscatto, naturalmente, non salva ogni anima umana, ma è ciò nondimeno più forte del peccato innato in noi. In che modo? Ogni anima che vuole liberarsi dal peccato e dall’imperfezione può ottenere che siano cancellati e divenire interamente pura. Anche quelli risuscitati dai morti avranno l’opportunità di valersi del riscatto. Quelli che non otterranno la vita non avranno voluto la sovranità di Geova. Non ameranno la giustizia e odieranno la legalità. Essi si autocondanneranno, aggiungendo il loro proprio peccato volontario al loro peccato ereditato. — Giov. 3:17-21.
35. In che modo tutto ciò che hanno fatto Adamo e Satana sarà cancellato, ridotto a nulla?
35 Perciò, il riscatto di Cristo, amministrato dal suo governo del Regno, cancella completamente ciò che fece Adamo. L’ultimo nemico, la morte (la morte recata al genere umano dal peccato di Adamo), sarà ridotta a nulla. Quando la morte sarà stata spazzata via, tutto ciò che fece Adamo, tutto ciò che recò sulla razza umana, non esisterà più. Non ci sarà rimasto nulla per mostrare il peccato di Adamo. (1 Cor. 15:26, 56) E non ci sarà rimasto nulla per mostrare il peccato del Diavolo perché, come la Bibbia dice: “Per questo scopo il Figlio di Dio fu reso manifesto, cioè per distruggere le opere del Diavolo”. (1 Giov. 3:8) Satana avrà completamente sprecato i suoi sforzi e avrà perduto la vita. L’ombra sul nome di Geova e sulla sua creazione sarà completamente cancellata. Il nome di Dio sarà pienamente rivendicato per tutta l’eternità e quelli che vogliono la sua sovranità saranno lì, in vita, alla sua lode. — Sal. 150.
36. Dopo aver considerato il provvedimento di Geova per il riscatto, che cosa possiamo esclamare?
36 Quale amorevole benignità di Dio! E quale amore da parte del nostro Signore Gesù Cristo! Possiamo dire con l’apostolo: “O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio! Come sono imperscrutabili i suoi giudizi e impenetrabili le sue vie!” (Rom. 11:33) Avendo vero apprezzamento di queste cose, possiamo esclamare, senza tener conto delle cose che il mondo possa recare per causare dubbi e minacciare la nostra fede: ‘Non è questo qualche cosa per cui vale la pena di morire?’ — Atti 20:24; 21:13.
[Note in calce]
a Si veda Il Nuovo Mondo (Pubblicato in inglese nel 1942), da pagina 153, paragrafo 1, a pagina 157, al sottotitolo “Applicata la prova”. Ora non più stampato ed esaurito.
b Si veda il libro “Quindi è finito il mistero di Dio”, pubblicato dalla Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati nel 1971, pagg. 305-308.
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Ho cercato di servire Geova sin dalla fanciullezzaLa Torre di Guardia 1971 | 15 ottobre
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Ho cercato di servire Geova sin dalla fanciullezza
Narrato da Ruth Cannon
GENOVA, dove ora abito in Italia, è molto distante dal Montana. Ma son passati molti anni e sono accadute tante cose dalla mia prima fanciullezza. Nacqui nel 1928 e crebbi in una piccola fattoria in vista delle imponenti Montagne Rocciose. Il ben noto Parco Yellowstone è solo a poche ore di viaggio in auto.
Un bel giorno di primavera un giovane venne nella fattoria dei miei genitori e si presentò come testimone di Geova. Parlò con la mamma offrendole un libro che spiegava la Bibbia, ma ella lo mandò da mio padre nel giardino. Mio padre sembrò che non riuscisse a decidersi se prendere il libro o no e lasciò la decisione a mia madre. Infine, fu accettato il libro Liberazione.
I miei genitori credevano fermamente in Dio. Sebbene appartenessero a una chiesa protestante, gradualmente smisero di andare alle funzioni ecclesiastiche poiché non vi trovavano nessun conforto. Pensavano di non essere abbastanza buoni per andare in cielo e questo lasciava come alternativa solo l’inferno di fuoco ch’era stato predicato loro tanto spesso.
Quando fu mostrata loro nella Bibbia una vera speranza, la loro gioia fu grande. Cominciarono a imparare l’effettiva condizione dei morti, che sono come addormentati e non nel tormento. (Atti 13:36; Eccl. 9:5) E questo non fu che il principio, poiché continuarono a imparare ch’erano state insegnate loro molte idee false, non scritturali. Col passar del tempo cominciarono a studiare quel primo libro che avevano ricevuto e anche altre pubblicazioni
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