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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • pubblicazione i riferimenti agli “Ittiti” della storia secolare sono generalmente fra virgolette per ricordare al lettore che tale indentificazione non è dimostrata, e che non riteniamo ci siano prove abbastanza valide da farla ritenere conclusiva.

  • Iturea
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    • Iturea

      (Iturèa) [di Ietur].

      Piccolo territorio dai confini incerti situato a NE del Mar di Galilea. Il nome “Iturea” pare derivi da Ietur figlio di Ismaele, i cui discendenti che dimoravano a E del Giordano furono sconfitti dagli israeliti. (Gen. 25:15, 16; I Cron. 1:31; 5:18-23) Verso la fine del II secolo a.E.V. il re Aristobulo I Maccabeo riportò una vittoria contro l’Iturea annettendo gran parte di quel territorio alla Giudea. Per poter rimanere nel paese, gli abitanti dell’Iturea dovettero sottoporsi alla circoncisione e osservare la legge ebraica. (Antichità giudaiche, Libro XIII, cap. XI, 3) In seguito l’Iturea fu inclusa nei territori che facevano parte della tetrarchia di Filippo, ereditata dal padre Erode il Grande. — Luca 3:1.

  • Iugero
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    • Iugero

      (iùgero) [dal lat. iugum, giogo].

      Misura corrispondente alla superficie di terreno che un paio di buoi poteva arare in una giornata. Il termine ebraico così tradotto (tsèmedh) letteralmente significa “giogo”. (I Sam. 14:14; Isa. 5:10) Il corrispondente termine iugerum della Vulgata latina era un’unità di misura di superficie pari a 0,25 ettari.

  • Ivvei
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    • Ivvei

      (ivvèi).

      Popolazione discendente da Canaan figlio di Cam. (Gen. 10:6, 15, 17; I Cron. 1:13, 15) Ivvei erano gli abitanti della città di Sichem all’epoca del patriarca Giacobbe. I figli di Giacobbe, guidati da Simeone e Levi, uccisero ogni maschio e saccheggiarono la città perché Sichem, figlio del capotribù Emor, aveva violentato la loro sorella Dina. — Gen. 34:1-29.

      Quando Israele giunse nella Terra Promessa gli ivvei costituivano una delle sette nazioni cananee che Dio aveva promesso di scacciare davanti a loro. (Eso. 3:8, 17; 13:5; 23:23, 28; 33:2; 34:11) Era stato detto che quelle nazioni erano più popolose e potenti di Israele. (Deut. 7:1) Mosè aveva ordinato agli israeliti di votarle alla distruzione, non lasciando in vita nessuno quando avrebbero conquistato le loro città, perché avevano usanze abominevoli e adoravano dèi pagani. Altrimenti sarebbero state un laccio e avrebbero fatto incorrere Israele nel disfavore di Dio. — Lev. 18:27, 28; Deut. 18:9-13; 20:15-18.

      La Bibbia riferisce che Giosuè rase al suolo le città di quelle nazioni. (Gios. capp. 10, 11) Ivvei residenti “ai piedi dell’Ermon nel paese di Mizpa” erano fra le tribù che si unirono ai re cananei contro Giosuè per ordine di Iabin re di Hazor. (Gios. 11:1-3) Gli ivvei sono elencati fra coloro che combatterono contro Israele e furono sconfitti. (Gios. 9:1, 2; 12:7, 8; 24:11) Tuttavia un gruppo di ivvei fu risparmiato: gli abitanti di Gabaon (Gios. 9:3, 7), che rappresentavano evidentemente anche altre tre città ivvee. Soltanto loro temettero Geova, riconoscendo che combatteva per Israele. Grazie a uno stratagemma riuscirono a concludere un patto coi capi di Israele e perciò non furono uccisi ma diventarono umili servitori di Israele. (Gios. 9:1-15, 24-27) Questo è un esempio dell’adempimento della maledizione pronunciata da Noè su Canaan: i gabaoniti e i loro associati non furono annientati ma diventarono schiavi dei semiti. — Gen. 9:25-27.

      Dopo la morte di Giosuè Israele non continuò a eliminare le nazioni cananee come Dio aveva comandato, anzi si imparentò con loro. Perciò la Bibbia dice: “Or queste sono le nazioni che Geova lasciò restare per provare mediante esse Israele,. I cinque signori dell’asse dei Filistei, e tutti i Cananei, pure i Sidoni e gli Ivvei che abitavano sul monte Libano dal monte Baal-Ermon fino all’entrata di Amat.... e [gli israeliti] si misero a servire i loro dèi”. — Giud. 3:1-6.

      Questo brano definisce gli ivvei abitanti delle montagne del Libano fino alla parte più settentrionale della Terra Promessa. (Num. 34:8; Gios. 11:1, 3) Nel fare un censimento per ordine del re Davide, Gioab e i suoi uomini “vennero alla fortezza di Tiro e a tutte le città degli Ivvei”. (II Sam. 24:7) Tiro si trovava evidentemente appena sotto l’estremità meridionale del territorio ivveo.

      Per il suo programma edilizio nazionale Salomone si servì di cananei, ivvei inclusi, per i lavori forzati diretti da sorveglianti israeliti. Questo fu un altro adempimento della maledizione profetica di Noè su Canaan. — I Re 9:20-23; II Cron. 8:7-10.

      IVVEI E OREI

      In Genesi 36:2 Zibeon, nonno di una delle mogli di Esaù, è chiamato Ivveo. I versetti 20 e 24 lo definiscono invece discendente di Seir l’Oreo. Può darsi che in Genesi 36:2 un copista abbia confuso le lettere ebraiche rehsh (ר) e waw (ו) che sono molto simili. È possibile pertanto che il versetto 2 si debba leggere “Zibeon l’Oreo”.

      Viceversa il termine “Oreo” potrebbe derivare dall’ebraico hohr, “caverna” o “buca”, e può significare semplicemente “abitante delle caverne”. Questo eliminerebbe qualsiasi discrepanza fra il testo di Genesi 36:2 e i versetti 20 e 24. Comunque sembra più probabile che gli orci fossero una nazione separata. — Vedi OREI.

  • Izebel
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    • Izebel

      (Ízebel o Izèbel).

      Secondo alcuni studiosi l’originale nome fenicio significava “Baal è esaltato” o “Baal è un marito”, ma fu deliberatamente alterato per essere meno offensivo per gli ebrei col significato di “non esaltata” o “non maritata”.

      1. Moglie di Acab, re di Israele nella seconda metà del X secolo a.E.V. Era una regina dispotica e fervente sostenitrice del baalismo a spese dell’adorazione di Geova. In questo assomigliava a suo padre Etbaal, il re di Sidone identificato dall’antico storico Menandro (secondo Giuseppe Flavio, Contro Apione, Libro I, 18) con un sacerdote di Astarte (Astoret) che conquistò il trono assassinando il suo stesso re. — I Re 16:30, 31.

      Molto probabilmente il matrimonio di Acab con la principessa pagana Izebel fu fatto per ragioni politiche, senza tener conto delle disastrose conseguenze religiose. E dopo aver fatto una simile alleanza era solo logico che il passo successivo per piacere alla moglie, devota adoratrice di Baal, fosse quello di costruire un tempio e un altare a Baal, erigere un “palo sacro” fallico e unirsi a lei in tale adorazione idolatrica. In tutto questo Acab offese Geova più di tutti gli altri re di Israele prima di lui. — I Re 16:32, 33.

      Izebel, non soddisfatta che l’adorazione di Baal fosse ufficialmente approvata dalla corona, cercò di eliminare l’adorazione di Geova dal paese. Perciò ordinò che fossero uccisi tutti i profeti di Geova, ma Dio avvertì Elia di fuggire al di là del Giordano, e Abdia, amministratore del palazzo reale, ne nascose altri cento in caverne. (I Re 17:1-3; 18:4, 13) Qualche tempo dopo Elia fuggì di nuovo per mettersi in salvo quando Izebel gli fece sapere per mezzo di un messaggero personale di aver fatto voto di ucciderlo. — I Re 19:1-4, 14.

      C’erano 450 profeti di Baal e 400 profeti del palo sacro, tutti protetti da Izebel e cibati alla sua tavola a spese dello stato. (I Re 18:19) Ma nonostante i suoi fanatici tentativi di eliminare l’adorazione di Geova, alla fine ‘tutte le ginocchia che non si erano piegate a Baal, e ogni bocca che non l’aveva baciato’, come rivelò Geova ammontavano a settemila persone. — I Re 19:18.

      Quello che fece a Nabot ci dà un’idea della malvagità di questa donna, estremamente egoista, senza scrupoli, arrogante, crudele. Quando Acab cominciò a fare il broncio e a essere di malumore perché Nabot aveva rifiutato di vendergli la vigna che aveva avuto in eredità, questa donna senza scrupoli spudoratamente calpestò l’autorità del marito e dichiarò con arroganza: “Io stessa ti darò la vigna di Nabot”. (I Re 21:1-7) Essa scrisse lettere che firmò e sigillò a nome di Acab, ordinando agli anziani e ai nobili del paese di Nabot di disporre che uomini buoni a nulla lo accusassero falsamente di aver maledetto Dio e il re, quindi lo portassero fuori e lo lapidassero. In tal modo, travisando la giustizia, Nabot fu messo a morte. Acab allora s’impadronì della vigna e si accinse a trasformarla in orto. — I Re 21:8-16.

      Per tale irresponsabile disprezzo per la giustizia Geova decretò che Acab e i suoi discendenti fossero eliminati nel modo più assoluto. “Senza eccezione nessuno ha mostrato d’essere come Acab, che si è venduto per fare ciò che è male agli occhi di Geova, che Izebel sua moglie ha incitato”. Quindi il giudizio di Geova contro Izebel: “I medesimi cani mangeranno Izebel”. — I Re 21:17-26.

      A suo tempo Acab morì e gli succedette prima il figlio Acazia avuto da Izebel, che regnò per due anni, poi un altro figlio di lei, Ieoram, che regnò per altri dodici anni prima che la dinastia di Acab avesse finalmente termine. (I Re 22:40, 51-53; II Re 1:17; 3:1) Durante il regno dei figli, Izebel, ora in veste di regina madre, continuò a corrompere il paese con le sue fornicazioni e stregonerie. (II Re 9:22) La sua influenza si fece sentire anche in Giuda a S, dove la sua malvagia figlia Atalia, che aveva sposato il re di Giuda, dopo la morte della madre perpetuò per altri sette anni lo spirito di Izebel nel regno meridionale. — II Re 8:16-18, 25-27; II Cron. 22:2, 3; 24:7.

      Quando seppe che Ieu aveva ucciso suo figlio il re Ieoram e che era diretto a Izreel, Izebel si truccò con cura gli occhi, si acconciò i capelli e si presentò alla finestra superiore del palazzo che guardava verso la piazza. Di là salutò l’ingresso trionfale del vincitore dicendo: “È andato tutto bene a Zimri l’uccisore del suo signore?” Quel sarcastico saluto era probabilmente una velata minaccia, infatti Zimri, dopo aver ucciso il suo re e averne usurpato il trono, sette giorni dopo, quando la sua vita fu minacciata, si suicidò. — II Re 9:30, 31; I Re 16:10, 15, 18.

      La risposta di Ieu a quell’ostile accoglienza fu: “Chi è per me? Chi?” Quando due o tre cortigiani si affacciarono, egli ordinò: “Fatela cadere!” Per la violenza della caduta il sangue di Izebel imbrattò il muro e i cavalli, ed essa fu calpestata, presumibilmente dagli stessi cavalli. Poco dopo, quando alcuni uomini vennero per seppellirla poiché era ‘figlia di un re’, trovarono che i cani randagi l’avevano divorata, proprio come “la parola di Geova che egli pronunciò per mezzo del suo servitore Elia” aveva predetto, lasciando solo il teschio, i piedi e le palme delle mani a riprova che tutto ciò che Geova dice si avvera. — II Re 9:32-37.

      2. “Donna” della congregazione di Tiatira “che si dice profetessa”. A questa “donna” senza dubbio fu messo nome Izebel perché la sua condotta malvagia assomigliava a quella della moglie di Acab. Non solo questa “donna” insegnava una falsa religione e induceva molti a commettere fornicazione e idolatria, ma anche rifiutava ostinatamente di pentirsi. Per tale ragione “il Figlio di Dio” dichiarò che sarebbe stata gettata su un letto da malata e i suoi figli sarebbero stati uccisi, per indicare che ciascuno riceve quello che si merita. — Riv. 2:18-23.

  • Izreel
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    • Izreel

      (Izreèl), IZREELITA (izreelìta) [Dio seminerà seme].

      “Izreel” era il nome di due uomini. (I Cron. 4:3; Osea 1:4) C’erano anche due città chiamate Izreel, una nella regione montuosa di Giuda (Gios. 15:56) e l’altra al confine del territorio di Issacar. (Gios. 19:17, 18) Chi abitava in una di queste due città si chiamava izreelita. (I Sam. 27:3; I Re 21:1) La regione geografica inclusa nella valle di Izreel era limitata al bassopiano che dalla città di Izreel nel territorio di Issacar si estendeva in direzione SE fino a Bet-Sean. Ma a volte, come tuttora, con “valle di Izreel” si intende anche il bassopiano a O di Izreel cioè la pianura di Esdrelon (forma greca dell’ebraico Izreel).

      La città al confine del territorio di Issacar viene identificata con Zer‘in, villaggio situato circa 11 km a N di Jenin (En-Gannim). (Gios. 19:17, 18) A SE c’è una catena di colline calcaree disposte in semicerchio, identificate per tradizione col monte Ghilboa.

      Situato sul ciglio di un declivio roccioso, Zer‘in domina l’intero bassopiano di Izreel, che si estende a SE per quasi 20 km ed è largo circa 3 km. All’epoca di Giosuè la regione era dominata dai cananei che avevano carri da guerra ben armati. (Gios. 17:16) Sempre nella valle di Izreel Gedeone e i suoi trecento uomini furono testimoni dei salvifici atti di Geova quando le forze nemiche composte di madianiti, amalechiti e orientali si volsero le une contro le altre in gran confusione. (Giud. 6:33; 7:12-22) In seguito l’esercito israelita al comando del re Saul si accampò presso la sorgente di Izreel (forse ‘Ain Galud sul contrafforte NO del monte Ghilboa o ‘Ain el-Meiyiteh sotto il villaggio di Zer‘in), di fronte ai nemici filistei. Da Izreel giunse in seguito la notizia della morte di Saul e di suo figlio Gionatan. (I Sam. 29:1, 11; II Sam. 4:4) Izreel e dintorni furono poi inclusi nella regione su cui regnava il figlio di Saul, Is-Boset. (II Sam. 2:8, 9) E durante il regno di Salomone la fertile pianura di Izreel faceva parte del territorio affidato al delegato Baana. — I Re 4:7, 12.

      Nella seconda metà del X secolo a.E.V. Izreel fu la residenza reale del re di Israele Acab e del suo successore Ieoram, anche se Samaria era la capitale del regno settentrionale. (I Re 18:45, 46; 21:1; II Re 8:29) Nella vigna di Nabot vicino al palazzo reale di Izreel, il profeta Elia pronunciò il giudizio di Geova contro la casa di Acab. (I Re 21:17-29) La profezia si adempì: Ieu uccise il figlio di Acab, il re Ieoram, e ne fece gettare il cadavere nel campo di Nabot. Izebel, moglie di Acab, quando per comando di Ieu fu precipitata da una finestra, venne divorata dai cani randagi di Izreel. Le teste dei settanta figli di Acab, messi a morte dai loro custodi a Samaria, furono ammassate in due mucchi alla porta di Izreel. Non scampò nessuno degli uomini preminenti, dei conoscenti né dei sacerdoti di Acab a Izreel. — II Re 9:22-37; 10:5-11.

      Il nome profetico “Izreel”, che per ordine di Geova Osea doveva mettere al figlio avuto da Gomer, additava un futuro giudizio contro la casa di Ieu. La

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