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  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1969 | 1° ottobre
    • doveva toccare corpi morti. Leggiamo: “Per tutti i giorni che si terrà separato a Geova non venga verso alcun’anima morta. Non si contamini nemmeno per suo padre o per sua madre o per suo fratello o per sua sorella quando muoiono, perché sulla sua testa è il segno del suo nazireato al suo Dio”. (Num. 6:6, 7) Se tale persona in effetti toccava casualmente un corpo morto, doveva fare una cerimonia di purificazione e presentare certe offerte. Il tempo già trascorso non contava, e doveva ricominciare il periodo di nazireato daccapo. (Num. 6:8-12) Chi così prestava dunque servizio per un periodo temporaneo era attento a non contaminarsi toccando un corpo morto.

      Prima che Sansone nascesse l’angelo di Geova disse a sua madre: “Diverrà nazireo di Dio da che lascerà il ventre”. (Giud. 13:5) Sansone doveva essere nazireo per tutta la sua vita. Per cui, se avesse casualmente toccato un corpo morto, non avrebbe potuto ricominciare daccapo il suo periodo di nazireato. Mentre Sansone aveva senza dubbio rispettato le esigenze del nazireato, il fatto che era nazireo per tutta la vita rendeva la sua situazione alquanto diversa da quella di coloro che prestavano servizio da nazirei solo per breve tempo.

      Nonostante che Sansone fosse nazireo, Dio l’aveva scelto perché fosse giudice e prendesse “la direttiva per salvare Israele dalla mano dei Filistei”. (Giud. 13:5) È comprensibile che egli, attenendosi al suo incarico, sarebbe venuto in contatto con corpi morti, come avvenne. Abbatté trenta Filistei e li spogliò delle loro vesti. In seguito colpì il nemico, “ammucchiando gambe su cosce con un grande massacro”. E con una mascella umida d’asino uccise mille uomini filistei. Disapprovò Geova il nazireo Sansone, perché aveva abbattuto in quel modo i nemici d’Israele? No, poiché proprio prima del terzo massacro “lo spirito di Geova divenne operante su” Sansone, dandogli forza sovrumana. E quando il giudice Sansone fu esausto per la battaglia, “Dio fendé una cavità a forma di mortaio” e provvide miracolosamente acqua per rinvigorirlo. — Giud. 14:19–15:19.

      Un’altra volta Sansone dimostrò la forza che Dio gli aveva data, uccidendo a mani nude e per autodifesa un ruggente giovane leone fornito di criniera. (Giud. 14:5-9) Non possiamo esser certi se la restrizione circa il toccare i corpi morti si applicasse agli animali uccisi. Gli Israeliti in genere, e i sacerdoti in particolare, erano già sotto certe regole secondo cui dovevano astenersi dal toccare gli impuri animali morti, poiché dava luogo a temporanea impurità. (Lev. 11:24, 25; 22:2-7) È possibile che i nazirei non avessero l’ulteriore restrizione riguardo agli animali. Se i nazirei avessero dovuto evitar di toccare tutti gli animali morti, questo li avrebbe resi vegetariani e nelle Scritture non c’è nulla che dica che lo fossero.

      Sansone continuò a giudicare Israele per vent’anni, ed è dunque ovvio che Dio non tenne conto del fatto che aveva toccato i nemici morti quando era stato necessario. (Giud. 15:20) Geova fece un’eccezione nel caso dei Gabaoniti, e poté farla in questo caso così che Sansone adempisse il suo incarico quale giudice e liberatore d’Israele. (Giosuè, cap. 9) Il fatto che Sansone fece rimanere lunghi i suoi capelli mostra che rispettò le esigenze del nazireato per poterle adempiere. (Giud. 16:17) Egli trovò favore presso Dio ed è menzionato nelle Scritture come un esempio di fede per i cristiani. — Ebr. 11:32; 12:1.

  • Domande dai lettori (3)
    La Torre di Guardia 1969 | 1° ottobre
    • Domande dai lettori

      ● Si chiamava Salome la ragazza che ballò nel compleanno di Erode e che chiese la testa di Giovanni Battista? — J. A., U.S.A.

      Sì, pare di sì, benché la Bibbia non ne menzioni il nome. Il racconto di Matteo 14:6-8 dice: “Quando si celebrava il compleanno di Erode la figlia di Erodiade vi ballò e piacque tanto ad Erode [Antipa] che egli promise con giuramento di darle qualsiasi cosa avesse chiesto. Quindi ella, dietro istigazione della madre, disse: ‘Dammi qui su un piatto la testa di Giovanni Battista”.

      Lo storico giudeo del primo secolo Giuseppe Flavio ci narra che Erodiade sposò il proprio zio Filippo (non il governante distrettuale menzionato in Luca 3:1). Da questo matrimonio nacque una figlia chiamata Salome. In seguito Erode Antipa visitò il fratellastro e s’infatuò di Erodiade. Divorziato da sua moglie, Erode dispose di sposare sua nipote, Erodiade. — Antichità dei Giudei, Libro XVIII, Capitolo V, paragrafo 4.

      Giovanni Battista denunciò apertamente questo matrimonio adultero, e fu messo in prigione per la sua baldanza. (Matt. 14:3, 4; Luca 3:19, 20) Ma questo non era abbastanza per Erodiade, che “nutriva rancore contro [Giovanni] e lo voleva uccidere”. Al ricevimento di Erode ella ne ebbe l’opportunità. Sua figlia, che Giuseppe Flavio dice si chiamava Salome, ballò e quindi chiese la testa di Giovanni. — Mar. 6:19.

      Questa complice in assassinio chiamata Salome non dovrebbe esser confusa con la Salome che seguiva Gesù. (Mar. 15:40; 16:1) La Salome nominata nella Bibbia era moglie di Zebedeo e madre degli apostoli Giacomo e Giovanni. — Matt. 27:56.

  • Domande dai lettori (4)
    La Torre di Guardia 1969 | 1° ottobre
    • Domande dai lettori

      ● Da alcuni mesi leggo La Torre di Guardia, e apprezzerei il vostro consiglio. Di recente ho chiesto il divorzio per motivi che comprendo sono conformi alla Bibbia. Commetto un errore secondo le Scritture se do “appuntamento” o cerco l’attenzione di una persona dell’altro sesso che non sia il mio ex coniuge prima che il divorzio sia concesso? — U.S.A.

      È bene aver prima chiaro nella mente ciò che la Bibbia dice sul divorzio. Secondo la Parola di Dio, la sola base per il divorzio che permette di risposarsi è l’adulterio da parte del proprio coniuge. (Matt. 19:9) Gesù non disse che si può divorziare dal proprio coniuge se ci sono ‘fondati sospetti’ che sia stato commesso adulterio. Ci dev’essere l’effettiva evidenza dell’adulterio, come la confessione del coniuge, o la prova che il coniuge sia stato per tutta la notte con una persona del sesso opposto in circostanze indebite. — Prov. 5:8-11.

      Il divorzio legale ottenuto senza nessuna prova di adulterio può porre legalmente fine al matrimonio, ma al cospetto di Dio non rende libero di risposarsi. (Mar. 10:9) Se è stato ottenuto un divorzio legale senza prova dell’adulterio del coniuge, il nuovo matrimonio sarebbe un adulterio agli occhi di Geova. Leggiamo: “Chiunque divorzia da sua moglie [senza evidenza di adulterio] e sposa un’altra commette adulterio contro di lei, e se una donna, dopo aver divorziato da suo marito, ne sposa un altro, commette adulterio”. — Mar. 10:11, 12; si paragoni con Matteo 19:9.

      Ora, supponendo che in effetti ci sia la base scritturale per il divorzio legale che si sta per ottenere, ancora non si può dare “appuntamento” o fare la “corte” a qualcuno se il divorzio non è stato concesso. Egli è ancora sposato. Le leggi sul divorzio differiscono da luogo a luogo. In alcuni paesi e stati i coniugi che chiedono il divorzio sono subito completamente e legalmente liberi. In altri luoghi il divorzio non diviene effettivo che sei mesi dopo. In altri luoghi ancora, il divorzio non diviene definitivo per parecchio tempo, come un anno, dopo la concessione di un decreto temporaneo o interlocutorio.

      In quanto a quest’ultimo tipo in uno stato, un libro legale dice: “Il decreto interlocutorio è emesso dopo la causa se la corte riscontra che si debba concedere il divorzio. . . . Questo ha vigore per un anno, nel qual tempo i coniugi sono ancora marito e moglie. . . . Il giudizio finale ridà ai coniugi lo stato di persone libere”. Viene concesso pertanto un periodo di tempo perché abbia luogo la riconciliazione, se ciò è possibile. Se questa non ha luogo, i coniugi divengono legalmente liberi solo dopo che è stato emesso il decreto finale.

      Nel caso che ha suscitato la domanda, il divorzio non è divenuto definitivo, per cui entrambi i coniugi sono ancora legalmente sposati, e la corte concede tempo per vedere se si possono riconciliare. Dovrebbe dunque essere ovvio che in tale condizione non si è liberi di agire come se la persona non fosse sposata, potesse fare la “corte” e sposarne un’altra. Far questo significherebbe andare in cerca di difficoltà, sia legali che scritturali. (Ebr. 13:4) Solo dopo che il divorzio è divenuto definitivo, ed è stato emesso il decreto finale, se ciò è richiesto dalla legge, la persona è libera di agire come una disponibile e in grado di risposarsi.

      Chi in questa circostanza s’interessa di fare ciò che Dio approva fa bene a notare ciò che Geova ha consigliato circa il matrimonio, nel caso che voglia risposarsi dopo che l’attuale matrimonio sia stato legalmente e scritturalmente sciolto. Dio comandò ai suoi servitori di non dare il consenso per un matrimonio fra un vero adoratore e uno che non adorava Geova secondo la verità della sua Parola. (Deut. 7:3; Neem. 10:30) Il matrimonio con un incredulo può condurre alla disapprovazione di Dio, come accadde al re Salomone d’Israele. (1 Re 11:4, 9) La Parola di Dio dice che i veri cristiani si devono sposare “solo nel Signore”, o solo con un altro vero cristiano. (1 Cor. 7:39) Benché questo limiti la propria compagnia in vista del matrimonio, può contribuire al proprio bene eterno permettendo di assicurarsi un luogo nel paradiso che Dio presto stabilirà sulla terra.

      Continuando a studiare la Bibbia e le pubblicazioni scritturali si può apprendere qual è la volontà di Geova e come può esser servito in compagnia dei suoi Testimoni in maniera accettevole. Attualmente, la persona che ha fatto la domanda è ancora sposata e dovrebbe resistere a ogni tentazione di provare attaccamento

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