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  • Ieoram
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Almeno in parte per la cattiva influenza di sua moglie Atalia, Ieoram non seguì la retta via seguita da suo padre Giosafat. (II Re 8:18) Ieoram non solo assassinò sei suoi fratelli e alcuni principi di Giuda, ma fece allontanare i sudditi da Geova per adorare falsi dèi. (II Cron. 21:1-6, 11-14) Tutto il suo regno fu travagliato da difficoltà all’interno e da guerre all’esterno. Prima si ribellò Edom; poi Libna insorse contro Giuda. (II Re 8:20-22) In una lettera scritta a Ieoram, il profeta Elia aveva avvertito: “Ecco, Geova inferisce un gran colpo al tuo popolo e ai tuoi figli e alle tue mogli e a tutti i tuoi beni”. E tu, re Ieoram, “avrai molte infermità, con una malattia dei tuoi intestini, finché i tuoi intestini sian venuti fuori a causa dell’infermità di giorno in giorno”. — II Cron. 21:12-15.

      Tutto accadde proprio in questo modo. Geova lasciò che arabi e filistei invadessero il paese e prendessero prigionieri le mogli e i figli di Ieoram. Permise che scampasse solo Ioacaz (chiamato anche Acazia), figlio minore di Ieoram, concessione fatta però solo per amore del patto del regno stipulato con Davide. “Dopo tutto questo Geova lo piagò [Ieoram] negli intestini con un’infermità per cui non c’era guarigione”. Due anni dopo “gli vennero fuori gli intestini” e gradualmente morì. Così terminò la vita di quest’uomo malvagio, che “se ne andò senza esser desiderato”. Fu sepolto nella città di Davide, “ma non nei luoghi di sepoltura dei re”. Gli successe al trono il figlio Acazia. — II Cron. 21:7, 16-20; 22:1; I Cron. 3:10, 11.

  • Ieoseba
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    • Ieoseba

      (Ieòseba) [Geova è un giuramento].

      Moglie del sommo sacerdote Ieoiada; figlia di Ieoram re di Giuda, ma non necessariamente di sua moglie Atalia; chiamata anche “Ieosabeat”. (II Cron. 22:11) Dopo la morte del fratello (o fratellastro), il re Acazia, Ieoseba tenne nascosto il piccolo Ioas, figlio del re, per sottrarlo alla strage della discendenza reale ordinata da Atalia. Per sei anni Ieoiada e Ieoseba tennero nascosto il nipote nella loro abitazione presso il tempio, finché Ieoiada non lo fece uscire per essere acclamato re. (II Re 11:1-3; II Cron. 22:10-12) L’azione di Ieoseba, e di suo marito, preservò provvidenzialmente la discendenza reale da Davide al Messia.

  • Ierapoli
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    • Ierapoli

      (Ieràpoli) [città santa].

      Città della provincia romana dell’Asia. Nel I secolo in mezzo alla popolazione pagana c’era un gruppo di cristiani a favore dei quali Epafra ‘compì un grande sforzo’. (Col. 4:12, 13) Sorgeva all’estremità settentrionale della valle del Lico, in Asia Minore, quasi 10 km a N di Laodicea. Anche se l’apostolo Paolo evidentemente non si recò mai a Ierapoli, gli effetti della prolungata attività svolta a Efeso (dall’inverno 52-53 E.V. fin dopo la Pentecoste del 55 E.V. [I Cor. 16:8]) si fecero sentire in ‘tutta l’Asia’. (Atti 19:1, 10) Sembra che il cristianesimo fosse giunto a Ierapoli grazie agli ‘sforzi’ di Epafra. La tradizione vuole che vi abbiano operato anche gli apostoli Giovanni e Filippo. Benché la città non avesse importanza politica, durante la pacifica dominazione romana diventò un fiorente centro del culto di Cibele. Alla base di tale culto c’erano due fenomeni naturali: le sorgenti minerali e il Plutonion, o ‘Porta dell’Ades’, profonda e angusta grotta da cui esalavano vapori mortiferi.

  • Ierubbaal
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    • Ierubbaal

      Vedi GEDEONE.

  • Ierubbeset
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    • Ierubbeset

      Vedi GEDEONE.

  • Iesse
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    • Iesse

      (Ièsse) [forse, Iah esiste].

      Padre del re Davide della tribù di Giuda; nipote di Rut e Boaz e uno degli anelli della linea genealogica da Abraamo a Gesù. (Rut 4:17, 22; Matt. 1:5, 6; Luca 3:31, 32) Iesse ebbe otto figli, uno dei quali evidentemente morì prima di avere figli propri, il che può spiegare l’omissione del suo nome dalle genealogie di Cronache. (I Sam. 16:10, 11; 17:12; I Cron. 2:12-15) Le due sorelle di Davide, Abigail e Zeruia, non sono mai chiamate figlie di Iesse, ma una è chiamata “figlia di Naas”. (I Cron. 2:16, 17; II Sam. 17:25) Può darsi che Naas fosse il primo marito della moglie di Iesse, e le sue figlie sorellastre dei figli di Iesse, oppure Naas potrebbe essere un altro nome di Iesse, o anche il nome di sua moglie, come alcuni hanno ipotizzato.

      Iesse era un proprietario di pecore di Betleem. Dopo che il re Saul si era allontanato dalla vera adorazione, Geova mandò Samuele a casa di Iesse per ungere re uno dei suoi figli. Iesse presentò i sette figli maggiori, ma siccome Geova non scelse nessuno di loro, fu costretto a chiamare il figlio minore Davide dal pascolare le pecore; la scelta di Geova cadde su di lui. — I Sam. 16:1-13.

      Quando Saul fece venire Davide a suonare l’arpa per calmarlo, l’anziano Iesse mandò anche un generoso dono e poi diede a Davide il permesso di rimanere per qualche tempo alla corte di Saul. (I Sam. 16:17-23; 17:12) In seguito sembra che Davide sia tornato a badare alle pecore e Iesse lo mandò con le provviste dai tre figli maggiori che prestavano servizio nell’esercito di Saul. (I Sam. 17:13, 15, 17, 18, 20) Per tutto il tempo in cui Davide era messo al bando da Saul, Iesse e sua moglie trovarono asilo in Moab. — I Sam. 22:3, 4.

      Spesso Davide è chiamato “il figlio di Iesse”, in tono denigratorio, da personaggi come Saul, Doeg, Nabal e Seba (I Sam. 20:27, 30, 31; 22:7-9, 13; 25:10; II Sam. 20:1; I Re 12:16; II Cron. 10:16), ma in altri casi con maggior rispetto, per esempio, da Davide stesso, da Esdra, da Geova Dio e altri. — I Sam. 16:18; 17:58; II Sam. 23:1; I Cron. 10:14; 12:18; 29:26; Sal. 72:20; Luca 3:32; Atti 13:22.

      La promessa profetica che “la radice di Iesse” sarebbe stata “eretta come segnale per i popoli” e avrebbe giudicato con giustizia trova adempimento in Cristo Gesù. — Isa. 11:1-5, 10; Rom. 15:8, 12.

  • Iesua
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    • Iesua

      (Ièsua) [Geova è salvezza].

      Sommo sacerdote (chiamato Giosuè nei libri di Aggeo e Zaccaria), figlio di I[e]ozadac e nipote di Seraia (Esd. 3:8; Nee. 12:26; I Cron. 6:14), della casa di Eleazaro. — Per la genealogia da Eleazaro a Seraia, vedi Esdra 7:1-5.

      Quando distrusse Gerusalemme, Nabucodonosor mise a morte Seraia, che allora era sommo sacerdote, e portò prigioniero a Babilonia Iozadac. (II Re 25:18-21; I Cron. 6:14, 15; Nee. 7:7) Nel 537 a.E.V. Iesua tornò da Babilonia insieme a Zorobabele e prestò servizio come sommo sacerdote per il rimanente ebraico rimpatriato. (Esd. 2:2; 5:2; Agg. 1:1) La discendenza dei sommi sacerdoti fu dunque preservata da Geova affinché, dalla restaurazione fino alla venuta del Messia, Israele non fosse privato del servizio di un sommo sacerdote. Iesua, insieme a Zorobabele, prese l’iniziativa nell’erigere l’altare e poi nel ricostruire il tempio, incoraggiato dai profeti Aggeo e Zaccaria. (Esd. 3:2; 5:1, 2) Rimase al fianco di Zorobabele nell’opporsi agli avversari che ostacolavano la ricostruzione del tempio. Questi provocatori erano persone che il re d’Assiria aveva trasferito nel paese quando aveva portato in esilio la popolazione del regno delle dieci tribù di Israele. Quindi non avevano alcun diritto di partecipare all’opera di ricostruzione insieme al ristabilito rimanente, come pretendevano. — Esd. 4:1-3.

      Alcuni dei più anziani fra gli israeliti rimpatriati avevano visto la gloria del tempio di Salomone, e secondo loro il tempio ricostruito non era nulla in confronto. Il profeta Aggeo fu mandato a dire a Zorobabele e Giosuè (Iesua) che la gloria della seconda casa sarebbe stata maggiore della gloria di quella precedente. Geova avrebbe fatto questo radunando “le cose desiderabili di tutte le nazioni”. — Agg. 2:1-4, 7, 9.

      Il profeta Zaccaria ebbe una visione in cui vide Giosuè (Iesua) il sommo sacerdote in piedi davanti all’angelo di Geova, e Satana alla sua destra per resistergli. A Giosuè furono tolte le vesti sporche e messe vesti sontuose e un turbante pulito. Poi gli fu parlato del servitore di Dio, Germoglio. — Zacc. 3:1-8.

      Un’altra volta Geova disse a Zaccaria di mettere una corona sulla testa di Giosuè e di dirgli: “Ecco l’uomo il cui nome è Germoglio . . . Ed egli stesso edificherà il tempio di Geova, . . . e deve divenire sacerdote sul suo trono”. Questa profezia si riferiva senz’altro a un personaggio futuro perché, sotto la Legge, sacerdozio e regno erano nettamente separati, e il sommo sacerdote Giosuè non divenne mai re di Israele. — Zacc. 6:11-13.

  • Iesurun
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    • Iesurun

      (Ièsurun) [retto; forse derivato da yashàr (essere retto)].

      Titolo onorifico di Israele. Nella Settanta “Iesurun” diventa un termine affettuoso, ed è reso “diletto”. L’appellativo “Iesurun” avrebbe dovuto ricordare a Israele la sua chiamata quale popolo del patto di Geova e quindi l’obbligo di essere retto. (Deut. 33:5, 26; Isa. 44:2) In Deuteronomio 32:15 il nome “Iesurun” è usato in senso ironico. Anziché essere all’altezza del suo nome “Iesurun”, Israele diventò intrattabile, abbandonò il suo Creatore e disprezzò il suo Salvatore.

  • Ietro
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    • Ietro

      (Iètro) [eccellenza].

      Chenita, suocero di Mosè. (Eso. 3:1; Giud. 1:16) Ietro è chiamato anche Reuel (Num. 10:29); questo potrebbe indicare che Ietro (“eccellenza”) poteva essere un titolo, mentre Reuel era un nome proprio. Tuttavia non era insolito che un capo arabo avesse due o più nomi, com’è confermato da molte iscrizioni.

      Ietro era “il sacerdote di Madian”. Essendo capo di una famiglia numerosa con almeno sette figlie e un figlio menzionato per nome (Eso. 2:15, 16; Num. 10:29), e avendo non solo la responsabilità di provvedere materialmente per la sua famiglia, ma anche di guidarla nell’adorazione, egli è giustamente chiamato “il sacerdote [o capotribù] di Madian”. Questo non indica necessariamente che adorasse Geova Dio, anche se agli antenati di Ietro poté esser stata inculcata la vera adorazione, in parte ancora osservata dalla famiglia. Il suo comportamento indica per lo meno un profondo rispetto per il Dio di Mosè e di Israele. — Eso. 18:10-12.

      Ietro conobbe Mosè, futuro genero, poco dopo che questi era fuggito dall’Egitto nel 1553 a.E.V. Le figlie di Ietro, che badavano al gregge paterno, furono aiutate da Mosè ad abbeverarlo; quando glielo riferirono, il padre a sua volta offrì ospitalità a Mosè. Allora Mosè si stabilì in casa di Ietro e in seguito sposò sua figlia Zippora. Dopo aver pascolato per una quarantina d’anni il gregge di Ietro nei pressi del monte Horeb (Sinai), Mosè venne invitato da Geova a tornare in Egitto, e vi andò con la benedizione del suocero. — Eso. 2:15-22; 3:1; 4:18; Atti 7:29, 30.

      In seguito Ietro ebbe notizia della grande vittoria di Geova sugli egiziani, e immediatamente andò da Mosè in Horeb, portando con sé Zippora e i due figli di Mosè. Quello fu certamente un incontro molto cordiale. Dopo che Mosè gli ebbe riferiti i potenti atti salvifici di Geova, Ietro rispose benedicendo Dio e confessando: “Ora in effetti so che Geova è più grande di tutti gli altri dèi”. Quindi offrì sacrifici a Dio. (Eso. 18:1-12) L’indomani Ietro osservò che Mosè ascoltava i problemi degli israeliti “dalla mattina alla sera”. Notando come fosse estenuante sia per Mosè che per il popolo, Ietro suggerì di delegare parte dell’autorità. ‘Addestra altri uomini capaci e meritevoli come capi di decine, cinquantine, centinaia e migliaia per risolvere i vari problemi, e tu giudica solo quelli che loro non possono risolvere’. Mosè acconsentì e Ietro se ne tornò al suo paese. — Eso. 18:13-27.

      A Obab, figlio di Ietro, Mosè chiese di fare da guida. Con un po’ di insistenza evidentemente accettò, e alcuni del suo popolo entrarono nella Terra Promessa insieme a Israele. (Num. 10:29-33) In Giudici 4:11, Obab è chiamato suocero di Mosè anziché suo cognato, e questo ha causato qualche incomprensione. Tuttavia l’espressione ebraica resa normalmente “suocero” può in senso lato indicare qualsiasi parente acquisito di sesso maschile, e quindi poteva significare anche “cognato”. Dire che Obab e non Ietro era suocero di Mosè non sarebbe in armonia con altri versetti. Se Obab fosse un altro nome di Ietro, come alcuni vorrebbero sostenere, ci sarebbero due uomini, padre e figlio, entrambi di nome Obab. Viceversa può darsi che Obab, per la preminenza che ebbe nella successiva generazione di cheniti, fosse menzionato in questo versetto quale rappresentante del padre. — Vedi OBAB.

  • Ieu
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    • Ieu

      (Ièu) [forse, Geova è egli].

      Figlio di Giosafat (non il Giosafat re di Giuda) e nipote di Nimsi. (II Re 9:14) Ieu fu re di Israele dal 905 all’876 a.E.V. circa. Durante il regno di Acab re di Israele, il profeta Elia era fuggito al monte Horeb per evitare di essere messo a morte da Izebel moglie di Acab. Dio ordinò a Elia di tornare indietro e ungere tre uomini: Eliseo quale successore dello stesso Elia, Azael quale re di Siria e Ieu quale re di Israele. (I Re 19:15, 16) Elia unse (o nominò) Eliseo. All’unzione di Ieu provvide invece Eliseo, successore di Elia.

      Elia temporeggiava lasciando che fosse Eliseo a ungere Ieu? No. Qualche tempo dopo aver dato il comando a Elia, Geova gli disse che la calamità sulla casa di Acab (per mano di Ieu) non si sarebbe abbattuta ai giorni di Acab bensì ai giorni di suo figlio. (I Re 21:27-29) È dunque evidente che l’indugio era voluto da Geova e non dovuto a negligenza di Elia. Comunque Geova fece ungere Ieu proprio al momento giusto, quando i tempi erano ormai maturi perché mettesse immediatamente in atto la sua unzione. E, in armonia con la sua personalità decisa e dinamica, Ieu non perse tempo, ma agì immediatamente.

      Giunse il momento opportuno. C’era una guerra. Acab era morto e regnava suo figlio Ieoram. L’esercito di Israele era ammassato a Ramot-Galaad, pronto a respingere gli attacchi di Azael re di Siria. Ieu era uno dei comandanti. (II Re 8:28; 9:14) Circa tredici anni prima, lui e il suo aiutante Bidcar, che militavano nell’esercito di Acab, erano stati

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