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  • Giosuè
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • della Legge. Mentre metà della popolazione stava di fronte al monte Gherizim e l’altra metà di fronte al monte Ebal, Giosuè lesse loro la “legge, la benedizione e la maledizione”. “Non ci fu parola di tutto ciò che Mosè aveva comandato che Giosuè non leggesse ad alta voce”. — Gios. 8:30-35.

      Tornati a Ghilgal al loro accampamento, Giosuè e i capitribù di Israele ricevettero messaggeri gabaoniti. Riconoscendo che Geova combatteva per gli israeliti, i gabaoniti con un inganno riuscirono a concludere un patto di pace con Giosuè. Ma quando si seppe come stavano realmente le cose, Giosuè li rese schiavi. La notizia di ciò che avevano fatto i gabaoniti giunse anche ad Adoni-Zedec re di Gerusalemme. Per questo lui e altri quattro re cananei fecero una spedizione punitiva contro di loro. In risposta all’invocazione di aiuto dei gabaoniti, da Ghilgal Giosuè organizzò una marcia durata tutta la notte. Geova combatté per Israele in difesa dei gabaoniti, indicando che non disapprovava il patto che avevano fatto con loro. In seguito a una miracolosa grandinata perirono più uomini che nel combattimento vero e proprio. Geova ascoltò la voce di Giosuè persino prolungando le ore di luce per favorire la battaglia. — Gios. 9:3–10:14.

      Giosuè sfruttò questa vittoria data da Dio conquistando Maccheda, Libna, Lachis, Eglon, Ebron e Debir, e infranse così la potenza cananea nella parte meridionale del paese. Allora i re cananei del N, al comando di Iabin re di Hazor, radunarono i loro eserciti presso le acque di Merom per combattere contro Israele. Pur dovendo affrontare cavalli e carri da guerra, Giosuè fu divinamente incoraggiato a non cedere al timore. Ancora una volta Geova concesse la vittoria agli israeliti. Secondo le istruzioni, Giosuè tagliò i garretti dei cavalli e bruciò i carri nemici. Hazor stessa fu data alle fiamme. (Gios. 10:16–11:23) Così, nel giro di sei anni circa (confronta Numeri 10:11; 13:2, 6; 14:34-38; Giosuè 14:6-10), Giosuè sconfisse trentuno re e soggiogò gran parte della Terra Promessa. — Gios. 12:7-24.

      Era ormai tempo di distribuire il paese alle singole tribù. La suddivisione venne iniziata a Ghilgal, sotto la direttiva di Giosuè, del sommo sacerdote Eleazaro e di altri dieci rappresentanti divinamente costituiti. (Gios. 13:7; 14:1, 2, 6; Num. 34:17-29) Dopo che il tabernacolo fu trasferito a Silo la ripartizione del paese a sorte continuò di là. (Gios. 18:1, 8-10) Giosuè stesso ricevette la città di Timnat-Sera nella regione montuosa di Efraim. — Gios. 19:49, 50.

      ULTIME ESORTAZIONI AGLI ISRAELITI, E MORTE

      Verso la fine della sua vita Giosuè radunò gli anziani, i capi, i giudici e i responsabili di Israele, esortandoli a servire Geova fedelmente e avvertendoli delle conseguenze della disubbidienza. (Gios. 23:1-16) Convocò inoltre l’intera congregazione di Israele, ricordando ciò che Geova aveva fatto in passato per i loro antenati e per la nazione, invitandoli quindi a servire Geova: “Ora se è male agli occhi vostri servire Geova, sceglietevi oggi chi servirete, se gli dèi che servirono i vostri antenati che erano dall’altra parte del Fiume o gli dèi degli Amorrei nel cui paese dimorate. Ma in quanto a me e alla mia casa, serviremo Geova”. (Gios. 24:1-15) Allora gli israeliti rinnovarono il patto di ubbidire a Geova. — Gios. 24:16-28.

      Giosuè morì a 110 anni e fu sepolto a Timnat-Sera. Il buon effetto della sua incrollabile lealtà a Geova è evidente dal fatto che “Israele continuò a servire Geova per tutti i giorni di Giosuè e per tutti i giorni degli anziani che prolungarono i loro giorni dopo Giosuè”. — Gios. 24:29-31; Giud. 2:7-9.

      2. Figlio di I[e]ozadac; il primo sommo sacerdote a prestare servizio fra gli israeliti rimpatriati dall’esilio in Babilonia. (Agg. 1:1, 12, 14; 2:2-4; Zacc. 3:1-9; 6:11) Nei libri biblici di Esdra e Neemia viene chiamato Iesua. — Vedi IESUA.

  • Giosuè, libro di
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Giosuè, libro di

      Questo libro biblico è parte integrante della storia degli israeliti poiché spiega come si adempirono le promesse fatte da Dio ai patriarchi Abraamo, Isacco e Giacobbe. Abbraccia probabilmente più di un ventennio (1473–ca. 1450 a.E.V.), descrive la conquista di Canaan seguita dalla divisione del paese fra gli israeliti, e termina coi discorsi di Giosuè che incoraggiavano alla fedeltà a Geova.

      Il fatto che contenga antichi nomi di città (Gios. 14:15; 15:15) e istruzioni particolareggiate, riportando poi come queste furono eseguite, indica che si tratta di un documento contemporaneo. (Per esempio vedi Giosuè 1:11-18; 2:14-22; 3:2-4:24; 6:22, 23). Infatti lo scrittore dichiara di essere contemporaneo di Raab di Gerico e quindi un testimone oculare. — Gios. 6:25.

      AUTENTICITÀ

      Secondo il giudizio di alcuni però il libro di Giosuè non è storia vera. Tale opinione si basa principalmente sull’assunto che, poiché i miracoli menzionati esulano da ogni recente esperienza umana, non possono essere accaduti. Viene dunque messa in dubbio la capacità di Dio di compiere miracoli, se non anche la sua esistenza, come pure l’integrità dello scrittore. Presentando una storia romanzata pur dichiarando di esserne testimone oculare, lo scrittore si sarebbe reso colpevole di frode. Certo non è logico concludere che un libro che onora Dio, Colui che adempie la Sua parola (Gios. 21:43-45), incoraggia la fedeltà a lui (Gios. 23:6-16; 24:14, 15, 19, 20, 23) e riconosce apertamente le mancanze di Israele sia opera di un falso testimone. — Gios. 7:1-5; 18:3.

      Nessuno può negare che la nazione israelita venne all’esistenza e occupò il paese descritto nel libro di Giosuè. Similmente non c’è alcuna valida ragione per mettere in dubbio la veracità di quello che dice il libro circa il modo in cui gli israeliti si impadronirono di Canaan. Né i salmisti (Sal. 44:1-3; 78:54, 55; 105:42-45; 135:10-12; 136:17-22) né Neemia (9:22-25) né il primo martire cristiano Stefano (Atti 7:45) né il discepolo Giacomo (Giac. 2:25) e neanche l’erudito apostolo Paolo (Atti 13:19; Ebr. 4:8; 11:30, 31) ne misero in dubbio l’autenticità. Inoltre in I Re 16:34 si ha la conferma dell’adempimento della maledizione profetica pronunciata da Giosuè circa cinque secoli prima, all’epoca della distruzione di Gerico. — Gios. 6:26.

      LO SCRITTORE

      Alcuni dotti, pur convenendo che il libro deve essere stato scritto più o meno all’epoca di Giosuè, rifiutano di accettare la tradizionale idea ebraica che l’abbia scritto Giosuè stesso. La loro principale obiezione è che alcuni degli avvenimenti descritti nel libro di Giosuè compaiono anche nel libro di Giudici, che inizia con le parole “E dopo la morte di Giosuè”. (Giud. 1:1) Tuttavia questa dichiarazione iniziale non si riferisce necessariamente a tutti gli avvenimenti descritti nel libro di Giudici. Questo libro non è disposto secondo un rigido ordine cronologico, infatti menziona un avvenimento che ebbe senz’altro luogo prima della morte di Giosuè. (Giud. 2:6-9) Perciò anche altri episodi, come la conquista di Ebron da parte di Caleb (Gios. 15:13, 14; Giud. 1:9, 10), di Debir da parte di Otniel (Gios. 15:15-19; Giud. 1:11-15) e di Lesem o Lais (Dan) da parte dei daniti (Gios. 19:47, 48; Giud. 18:27-29) potevano similmente essere accaduti prima della morte di Giosuè. Anche l’azione dei daniti, che eressero un’immagine idolatrica a Lais, si può ragionevolmente attribuire all’epoca di Giosuè. (Giud. 18:30, 31) Nella sua esortazione finale, Giosuè disse agli israeliti: “Rimuovete gli dèi che i vostri antenati servirono dall’altra parte del Fiume e in Egitto, e servite Geova”. (Gios. 24:14) Se non esisteva l’idolatria, queste parole avrebbero avuto ben poco senso.

      Fatta eccezione per la parte finale che parla della sua morte, è logico attribuire il libro a Giosuè. Come Mosè aveva messo per iscritto gli avvenimenti accaduti durante la sua vita, così sarebbe stato appropriato che Giosuè avesse fatto altrettanto. Il libro stesso riferisce: “Giosuè scrisse quindi queste parole nel libro della legge di Dio”. — Gios. 24:26.

      NON SI CONTRADDICE

      Alcuni hanno pensato che il libro si contraddica dando l’idea che il paese fosse stato completamente soggiogato da Giosuè e tuttavia dicendo che era in gran parte ancora da conquistare. (Confronta Giosuè 11:16, 17, 23; 13:1). Ma tali apparenti discrepanze si spiegano facilmente ricordando che ci sono due diversi aspetti della conquista. Prima la nazione al comando di Giosuè infranse la potenza cananea. Poi era necessario che intervenissero i singoli o le tribù per impadronirsi completamente del paese. (Gios. 17:14-18; 18:3) Forse mentre Israele combatteva altrove, i cananei si ristabilirono in città come Debir ed Ebron, tanto che queste dovettero essere riconquistate con l’intervento di un singolo o di una tribù. — Confronta Giosuè 11:21-23 con Giosuè 14:6, 12; 15:13-17.

      SCHEMA DEL CONTENUTO

      I Giosuè incaricato da Geova di condurre Israele al di là del Giordano; gli è assicurato il successo ed è esortato a essere coraggioso e ubbidire alla Legge (1:1-9)

      A. Ordina ai responsabili di dare istruzioni agli israeliti onde si preparino ad attraversare il Giordano (1:10, 11)

      B. Ricorda a rubeniti, gaditi e mezza tribù di Manasse l’impegno di partecipare alla conquista; sono disposti a cooperare (1:12-18)

      C. Manda due esploratori in ricognizione a Gerico e dintorni (2:1)

      1. Alloggiati da Raab, prostituta di Gerico (2:1)

      a. Avendo fede in Geova, Raab nasconde esploratori e svia uomini mandati a cercarli dal re di Gerico; per tale amorevole benignità chiede di aver salva la vita insieme a tutta la famiglia (2:2-13)

      b. Esploratori assicurano incolumità di Raab se non li tradirà e dicono di legare corda scarlatta alla finestra e riunire la famiglia in casa per essere salvati (2:14, 16-21)

      2. Esploratori scendono con una fune dalla finestra della casa di Raab e, dopo esser rimasti tre giorni nella regione montuosa, tornano da Giosuè con buone notizie (2:15, 21-24)

      D. Israeliti al comando di Giosuè levano il campo da Sittim, pernottano presso il Giordano poi passano il fiume (3:1-17)

      1. Secondo divine istruzioni, sacerdoti con l’Arca guidano la marcia (3:8, 11, 14)

      2. Nell’istante in cui i sacerdoti che portano l’Arca affondano i piedi nelle acque del Giordano, il fiume è miracolosamente trattenuto, adempiendo precedenti parole di Geova a Giosuè e assicurando che Geova era con Giosuè e che Israele avrebbe sconfitto gli abitanti del paese (3:7, 9-16)

      3. Israeliti attraversano mentre i sacerdoti restano fermi con l’Arca in mezzo al Giordano (3:17)

      4. Per ordine di Giosuè, dodici pietre prese dal letto del Giordano per essere deposte nel primo luogo di dimora israelita a O del Giordano; dodici pietre erette anche in mezzo al Giordano dove erano i sacerdoti (4:1-10)

      5. Sacerdoti con l’Arca attraversano per ultimi e Giordano di nuovo in piena (4:11-19)

      6. Dodici pietre prese dal letto del Giordano erette a ricordo a Ghilgal (4:20-24)

      7. Miracoloso passaggio del Giordano intimorisce abitanti del paese (5:1)

      II Circoncisione degli israeliti a Ghilgal poi celebrazione della Pasqua; cessa la manna poiché israeliti cominciano a mangiare frutto del paese (5:2-12)

      III Principe angelico appare a Giosuè presso Gerico e spiega come prendere la città (5:13–6:5)

      IV Gerico votata a distruzione dopo che Geova fa cadere le mura; Raab e familiari risparmiati (6:6-25, 27)

      A. Giosuè pronuncia maledizione profetica su futuro ricostruttore di Gerico (6:26)

      B. Acan si appropria indebitamente di cose votate a distruzione (7:1)

      V Israeliti sconfitti da uomini di Ai perché non hanno aiuto di Geova a motivo del peccato di Acan; Acan e famiglia lapidati e poi bruciati (7:2-26)

      VI Con la benedizione di Geova secondo tentativo contro Ai ha successo (8:1-29)

      A. Giosuè tende imboscata contro la città (8:2-21)

      B. Abitanti votati a distruzione, animali domestici presi come bottino, città desolata e re appeso al palo fino a sera (8:22-29)

      VII Giosuè costruisce altare sul monte Ebal e legge benedizioni e maledizioni agli israeliti; metà della congregazione è di fronte al monte Gherizim e metà di fronte al monte Ebal (8:30-35)

      VIII Mentre altri popoli di Canaan si preparano a combattere contro Israele, gabaoniti astutamente convincono Giosuè a fare patto di pace (9:1-15, 24)

      A. Patto rispettato anche se gabaoniti avevano travisato fatti per salvarsi la vita; gabaoniti resi schiavi (9:16-27)

      B. Cinque re si alleano contro gabaoniti perché hanno fatto pace con Israele (10:1-5)

      1. Esercito d’Israele marcia tutta la notte da Ghilgal per difendere gabaoniti accogliendo loro richiesta di aiuto (10:6-9)

      2. Nemico sconfitto perché Geova combatte per Israele (10:10-27)

      C. Giosuè approfitta della vittoria per prendere città di Maccheda, Libna, Lachis, Eglon, Ebron

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