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Dedicazione: a chi e perché?La Torre di Guardia 1982 | 15 febbraio
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15. (a) Con l’abrogazione del patto della Legge che cosa non finì immediatamente per i giudei? (b) Che cosa richiedeva ora Dio dai giudei che si interessavano della loro relazione con Dio quali servitori dedicati?
15 Anche se il patto della Legge ora non aveva più valore, il periodo di tempo in cui Dio mostrava speciale favore e attenzione ai giudei, in base al fatto che erano il seme naturale di Abraamo, non era terminato; terminò nel 36 E.V. Quindi, anche dopo il primo versamento dello spirito santo nel 33 E.V., l’apostolo Pietro, unto dallo spirito, disse a una folla di giudei a Gerusalemme: “Pentitevi, perciò, e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati, onde vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro e onde egli mandi il Cristo che vi ha costituito, Gesù”. Per ristabilire con Dio la loro relazione di servitori dedicati avrebbero dovuto non solo pentirsi dei peccati commessi contro il patto della Legge in cui si consideravano ancora ma dovevano anche presentarsi come futuri membri di questa nuova nazione, ciò che Dio richiedeva allora da tutti quelli che divenivano discepoli di Gesù, cristiani. Questo è confermato da ciò che Pietro aveva detto in precedenza il giorno di Pentecoste ai giudei “compunti nel cuore” per avere contribuito alla morte di Gesù. Pietro aveva detto loro: “Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e riceverete il gratuito dono dello spirito santo”. Pertanto occorreva molto di più che il semplice pentimento e la determinazione di far meglio in base alla fede in Gesù. — Atti 3:19, 20; 2:37-40.
16. (a) Allorché il messaggio del Regno giunse ai samaritani circoncisi, che cosa simboleggiò il loro battesimo in acqua? Perché? (b) Come fu confermato il fatto che erano stati accolti nella relazione del patto con Dio?
16 Prima di ascendere al cielo, Gesù disse agli apostoli che essi avrebbero esteso la testimonianza inerente a lui in “Samaria e fino alla più distante parte della terra”. (Atti 1:8) Sebbene i samaritani fossero non israeliti, persone “di un’altra nazione”, erano circoncisi perché accettavano i libri della Bibbia scritti da Mosè e lo consideravano il mediatore fra loro e Dio. (Luca 17:16-18) Nella Sua immeritata benignità, Geova ritenne opportuno far usare a Pietro una speciale chiave per i samaritani qualche tempo prima che usasse quella dei gentili incirconcisi per offrire opportunità in relazione al regno dei cieli. Ma dato che quei samaritani non erano nati nel patto della Legge mosaica, e ‘adoravano ciò che non conoscevano’, ora, essendo battezzati, dovevano prima dedicarsi con intendimento a Geova Dio nel nome del Messia, Gesù, il Mediatore di un nuovo patto. Il fatto che furono poi battezzati con lo spirito santo confermò che erano stati accettati nel nuovo patto. — Matt. 16:18, 19; Giov. 4:4-42; Atti 8:5-25.
17. (a) Quando e come Dio si rivolse per la prima volta ai non giudei incirconcisi “per trarne un popolo per il suo nome”? (b) Che cosa simboleggiò il loro battesimo in acqua?
17 Nel 36 E.V., quando il tempo di speciale favore di Dio verso i giudei cessò, Geova Dio rivolse la sua attenzione agli incirconcisi non israeliti, i gentili, “per trarne un popolo per il suo nome”. (Atti 15:14-18) Usando un’altra ‘chiave’, Pietro fu mandato alla casa del centurione romano di nome Cornelio, che era bendisposto verso il popolo giudaico. Questi gentili dovevano avere accettato la testimonianza intorno a Geova Dio e al suo glorificato Messia, poiché lo spirito santo scese su di loro ed essi cominciarono a parlare in lingue. Dio aveva misericordiosamente cominciato a concedere “anche alle persone delle nazioni il pentimento a vita”, per mezzo di Gesù Cristo, “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. (Atti 11:18; Giov. 1:29) Geova aveva accettato anche loro nella sua nazione spirituale in base alla dedicazione fattagli nel loro cuore. Lo spirito santo lo confermò. Pertanto nessuno dei giudei cristianizzati che accompagnavano Pietro poté fare obiezione al suo comando “che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo”. Ebbe inizio così “la conversione di persone delle nazioni”. (Atti 10:1-48; 15:3) Da allora tutti quelli che hanno desiderato servire Dio, giudei o gentili, hanno dovuto fare una dedicazione a Geova nel loro cuore. E, in relazione al loro battesimo in acqua, si presentano a Dio per fare ciò che egli vuole da loro, imitando Gesù.
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La dedicazione e il suo simboloLa Torre di Guardia 1982 | 15 febbraio
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La dedicazione e il suo simbolo
1. Come può un segno dell’identità di una persona essere una cosa buona, come nel caso dei sinceri giudei prima che Gerusalemme venisse distrutta nel 607 a.E.V.?
UN SEGNO o simbolo dell’identità o condizione ufficiale di una persona può essere una cosa buona, anzi, necessaria. Per esempio, quando Gerusalemme stava per essere distrutta nel 607 a.E.V., fu mandato un “uomo” simbolico ad apporre un segno sulla fronte degli israeliti di cuore retto per salvarli dal massacro. Solo quei pochi che erano oltraggiati per ‘le cose detestabili che si facevano’ in mezzo a quella che avrebbe dovuto essere la città santa di Dio ricevettero il segno della salvezza. — Ezec. 9:1-7.
2. Quali fattori di identificazione sono considerati in Rivelazione capitolo 7, e che relazione hanno con la salvezza?
2 Oggi una “grande tribolazione” sta per abbattersi sul mondo intero. Rivelazione 7:1-8 ci dice che i “quattro angeli” in piedi ai quattro angoli della terra ricevono l’ordine di trattenere i quattro venti, perché non soffino e non causino una tempesta o “tribolazione” distruttiva finché il numero stabilito degli eletti di Dio non siano stati suggellati sulla fronte. Questo dà anche a una “grande folla” il tempo di purificarsi “nel sangue dell’Agnello” per mostrare d’essere degna di sopravvivere a questa “grande tribolazione”. — Riv. 7:9-14; Matt. 24:21, 22.
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