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  • Chi farà in modo che il giorno della resa dei conti sia per il nostro bene?
    La Torre di Guardia 1979 | 15 luglio
    • ricompensa è stato innalzato al cielo ed è alla destra del Giudice Supremo, l’Iddio che ha il potere di risuscitare. Gesù Cristo parlò di sé come dell’“unigenito Figlio” di Dio e come del “principio della creazione di Dio”. (Giov. 3:16; Riv. 3:14) Perché?

      14 Perché fu la prima creazione di Dio in cielo e Dio lo impiegò quindi come Suo collaboratore per fare tutte le altre cose, inclusa la terra e i suoi primi abitanti, Adamo ed Eva. (Col. 1:15-18) La creazione degli invisibili angeli celesti precedette la creazione dell’uomo. Avendo creato il suo “unigenito Figlio” e tutti i santi angeli, Dio non è rimasto solo come un eremita nel suo reame spirituale. Secondo il racconto della Bibbia, vi sono centinaia di milioni di questi angeli sovrumani. — Sal. 104:4; Dan. 7:9, 10; Ebr. 1:7; 12:22.

      15. In che modo l’unigenito Figlio di Dio fu una volta reso “un poco inferiore agli angeli”?

      15 Quelle miriadi di angeli saranno al comando di Dio il giorno della resa dei conti con tutte le nazioni della terra. Sono anche al servizio del Giudice a lui associato per mezzo del quale giudicherà la terra abitata nel giorno da lui stabilito. (Matt. 25:31, 32) Quando Dio mandò miracolosamente il suo Figlio unigenito affinché divenisse un uomo perfetto sulla terra, nascendo da una vergine giudea, questo Figlio di Dio fu fatto “un poco inferiore agli angeli”. — Ebr. 2:9; Sal. 8:4, 5.

      16. A quale condizione fu risuscitato Gesù Cristo, e per quale utile scopo?

      16 Ma qual è oggi, ora, la condizione di questo unigenito Figlio di Dio? Egli è stato risuscitato da Dio a una condizione celeste ancora più alta di quella degli angeli essendosi mostrato fedele a Dio fino a una morte di sacrificio nell’innocenza. Affinché questo Figlio di Dio, simile a un agnello, potesse estendere i benefici del suo sacrificio a tutta l’umanità, il terzo giorno Dio lo risuscitò, non però come uomo, in quanto aveva sacrificato la sua natura umana per sempre. Dio lo risuscitò dunque alla vita celeste, all’immortalità e a una condizione molto più alta di quella di tutti gli angeli. (1 Piet. 3:22) Così poté prestare servizio come il “seme” tramite cui si dovevano benedire tutte le nazioni della terra. — Gen. 22:18; Gal. 3:8-16.

      17. In Ebrei 1:3-9, cosa scrisse Paolo riguardo alla glorificazione di Gesù Cristo come Figlio di Dio?

      17 Or dunque, non dovremmo essere lieti che Gesù Cristo sia stato glorificato nei cieli? Sì, poiché ora abbiamo una veduta più luminosa della vita futura. L’apostolo cristiano Paolo, che vide miracolosamente il risuscitato Gesù Cristo, scrisse in merito alla sua glorificazione. In una lettera agli ebrei che accettarono Gesù come il Messia della profezia biblica, Paolo scrisse: “Dopo aver fatto la purificazione dei nostri peccati si mise a sedere alla destra della Maestà negli alti luoghi. Quindi è divenuto migliore degli angeli, in quanto ha ereditato un nome più eccellente del loro. . . . E riguardo agli angeli dice: ‘Ed egli fa suoi angeli gli spiriti, e suoi pubblici servitori una fiamma di fuoco’. Ma riguardo al Figlio: ‘Dio è il tuo trono per sempre, e lo scettro del tuo regno è lo scettro di rettitudine. Tu hai amato la giustizia e hai odiato l’illegalità. Per questo Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di esultanza più dei tuoi compagni’”. — Ebr. 1:3-9.

      18. Per mezzo di questo Figlio, cosa farà Dio rispetto al futuro giorno della resa dei conti?

      18 Per mezzo di questo Re superiore agli angeli quale suo Giudice delegato, Dio farà in modo che il futuro giorno della resa dei conti con tutte le nazioni sia per il nostro bene eterno.

  • Gesù Cristo, il re vittorioso a cui le nazioni dovranno rendere conto
    La Torre di Guardia 1979 | 15 luglio
    • Gesù Cristo, il re vittorioso a cui le nazioni dovranno rendere conto

      1. In Ebrei 1:8, 9, cosa scrisse Paolo ai cristiani di Gerusalemme per dimostrare che il Figlio di Dio era di gran lunga superiore agli angeli?

      PRIMA che Gerusalemme fosse distrutta dai romani nel 70 E.V., i cristiani che erano in quella città avevano bisogno che si provasse loro con le ispirate Scritture Ebraiche che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, era stato reso più alto degli angeli celesti. Scrivendo dunque ai cristiani del primo secolo, l’apostolo Paolo richiamò la loro attenzione su queste parole profetiche che si applicavano al glorificato Gesù Cristo: “Dio è il tuo trono per sempre, e lo scettro del tuo regno è lo scettro di rettitudine. Tu hai amato la giustizia e hai odiato l’illegalità. Per questo Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio d’esultanza più dei tuoi compagni”. — Ebr. 1:8, 9.

      2. Perché Dio divenne il “trono” di suo Figlio, e in che modo?

      2 Il regno di Gesù, che ama la giustizia e odia l’illegalità, sarebbe senz’altro della massima utilità per tutti noi che siamo sulla terra. Quindi lo scettro che egli impugna è “lo scettro di rettitudine”. Non c’è da meravigliarsi se Dio è per lui come un “trono”, essendo Dio l’unica Fonte del suo regno e Colui che sostiene la sua regalità. Tutte le nazioni di questo mondo non potrebbero mai rovesciare il suo regno come non possono rovesciare Dio quale Sovrano universale e “Re delle nazioni”. Tutte le nazioni devono ora rendere conto a suo Figlio sul trono.

      3. Da che cosa citò Paolo le parole di Ebrei 1:8, 9, e che cosa prova questo?

      3 Le parole che lo scrittore della lettera agli ebrei divenuti cristiani applicò al glorificato Figlio di Dio furono citate dal libro biblico di Salmi, da Salmo 45:6, 7. Questo prova che l’intero salmo era profetico. Studiandolo otterremo informazioni su ciò che l’unto re di Dio farà alla gloria di Dio e per l’eterna felicità dell’uomo.

      4. Per che cos’è l’entusiasmo espresso nel Salmo 45?

      4 Gli scrittori del salmo erano leviti ufficiali che prestavano servizio nel tempio di Dio a Gerusalemme. Il salmo esprime giustamente entusiasmo. L’entusiasmo è quello che si prova per la venuta di un buon governo retto da un governante giusto e incorruttibile. L’occasione è fornita da qualcosa di incoraggiante, poiché il salmista esclama: “Il mio cuore si è eccitato per una bella cosa. Dico: ‘Le mie opere sono riguardo a un re’. Sia la mia lingua lo stilo di un esperto copista”. — Sal. 45:1 e soprascritta.

      5. La “bella cosa” del Salmo 45 fu il rimarchevole tema della predicazione di chi, e quale proclamazione meritava?

      5 La “bella cosa” che stimolò il cuore dell’ispirato salmista è un aspetto notevole di quella che Gesù Cristo chiamò “questa buona notizia del regno”. Il messaggio del Regno era così ‘bello’ da meritare d’essere predicato “in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”, in vista del fatto che la “fine” di queste nazioni deve venire. (Matt. 24:14) Oggi sono stimolati i nostri cuori dal ‘bel’ tema del regno di Dio retto da Cristo?

      6. (a) Le nostre “opere” dovrebbero essere principalmente a favore di che cosa? (b) In che modo la nostra “lingua” diventa come lo stilo di un esperto copista?

      6 Ci uniamo noi al salmista nel dire in modo che tutti odano: “Le mie opere sono riguardo a un re”? Non abbiamo motivo di vergognarci di questo re, l’unto di Dio. Le nostre principali “opere” dovrebbero essere quelle di parlare, insegnare e predicare in merito a questo regale Messia. Noi operiamo principalmente a favore degli interessi del suo Regno, non a favore di qualche altro regno del mondo che si avvicina alla sua disastrosa fine. Siamo spronati a usare la lingua per annunciare il regno di Dio e il suo unto Re. Ciò che la nostra lingua dichiara fluisce come lo scritto della penna o dello stilo di uno scriba esperto nel fare copie manoscritte delle Sacre Scritture. Ciò che fluisce dalla nostra lingua vogliamo anche scriverlo affinché altri lo leggano con gioia. Ancor meglio, oggi lo possiamo stampare con veloci rotative che sfornano milioni di copie identiche in decine e decine di lingue da distribuire al pubblico dei lettori nel mondo intero.

      PAROLE ISPIRATE RIVOLTE AL RE

      7. Quale domanda sorge in merito alla descrizione di Salmo 45:2?

      7 È l’unto re di Dio di nostro gradimento? Dovrebbe esserlo, se ci piace la descrizione fatta dal salmista che si rivolge a lui e lo paragona ai re precedenti della discendenza reale del re Davide di Gerusalemme, dicendo: “Tu sei in realtà più bello dei figli degli uomini. Fascino è stato versato sulle tue labbra. Perciò Dio ti ha benedetto a tempo indefinito”. — Sal. 45:2.

      8. Che cosa accresce la bellezza di Gesù Cristo?

      8 Gesù Cristo fu un uomo perfetto, così perfetto come il primo uomo Adamo nel giardino di Eden. Le immagini che ne hanno dipinto gli artisti della cristianità non raffigurano certo l’aspetto che ebbe in realtà quando fu sulla terra. La descrizione che ne fa il salmista differisce completamente da quella che ne fa il capitolo 53 di Isaia dov’è raffigurato come un sofferente servitore di Dio. Ma quando lo consideriamo alla luce di ciò che effettivamente è e fa, assume una bellezza che non dipende dai lineamenti del viso, ma che tuttavia sorpassa la bellezza di tutti gli altri uomini, perfino quella di Adamo.

      9. Che cosa diede fascino alle labbra di Gesù Cristo, e che cosa rende più attraenti le nostre labbra?

      9 Le labbra del re erano ben fatte. Ma era ciò che usciva da quelle labbra ad accrescerne l’attrattiva, e questa attrattiva aveva origine da Dio. I perfidi nemici accusarono le sue labbra di bestemmiare Dio. Ma anche gli ufficiali di polizia mandati ad arrestarlo e a condurlo in tribunale furono costretti a dire: “Nessun altro uomo ha mai parlato come questo”. (Giov. 7:46) Il messaggio del regno di Dio che egli dichiarò diede fascino alle sue labbra. Noi che lo riconosciamo come nostro Insegnante siamo attratti da ciò che dice. Come suoi discepoli rendiamo più affascinanti le nostre labbra ripetendo ciò che disse.

      10. Perché Dio diede a Gesù Cristo la sua benedizione di durata indefinita, e come fu espressa questa benedizione?

      10 Questo Re, bello e affascinante, riceve da Dio benedizioni di durata indefinita. La ragione è che dichiarò ciò che Dio gli aveva insegnato. Predicò e insegnò la verità di Dio in merito al governo teocratico che dovrà benedire tutta l’umanità. Quando era sotto processo, pena la vita, e il governatore romano Ponzio Pilato gli chiese se era re, intrepidamente Gesù Cristo rispose: “Tu stesso dici che io sono re. Per questo sono nato e per questo son venuto nel mondo, per rendere testimonianza alla verità. Chi è dalla parte della verità ascolta la mia voce”. (Giov. 18:37) Per aver detto fedelmente la verità in merito al Regno, Dio lo benedisse con la risurrezione dai morti. Inoltre, Dio gli diede un regno celeste non solo sui sudditi israeliti del re Davide, ma su tutto il genere umano. La benedizione di durata indefinita che Dio gli conferisce significa benefici per tutti noi.

      COLUI AL QUALE LE NAZIONI DOVRANNO RENDERE CONTO

      11. Poco prima della sua morte, cosa disse Gesù ai discepoli riguardo all’odio del mondo, e perché le nazioni dovranno rendere conto a lui in una guerra violenta?

      11 Quando Gesù Cristo fu sulla terra come uomo perfetto ebbe dei nemici. Quindi non è strano che abbia ancora dei nemici sulla terra dopo la sua intronizzazione come re in cielo da che terminarono nel 1914 i “fissati tempi delle nazioni”. (Luca 21:24) Alcune ore prima della sua morte da martire disse ai discepoli: “Se il mondo vi odia, sapete che prima di odiare voi ha odiato me”. (Giov. 15:18) Oggi il mondo non si è convertito per amare Gesù Cristo. Neppure la cristianità si è convertita; lo prova la persecuzione che essa ha scatenato contro i veri discepoli di Cristo. Le nazioni del mondo vorrebbero impedire all’intronizzato Gesù Cristo di regnare sul genere umano. Vorrebbero limitarne il dominio al cielo e tenere il dominio della terra per sé in perpetuo. È dunque in gioco la causa della verità, dell’umiltà e della giustizia. Poiché le nazioni del mondo hanno preso tale ostinata determinazione dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, dovranno rendere conto a Gesù Cristo in una guerra violenta.

      12. A motivo di ciò che sarebbe accaduto al Re appena intronizzato, cosa gli disse di fare Salmo 45:3-5?

      12 Ciò che sarebbe accaduto al re messianico appena intronizzato fu previsto sotto ispirazione dal salmista. Infatti egli proseguì scrivendo come con lo “stilo di un esperto copista”: “Cingi la tua spada sulla coscia, o potente, con la tua dignità e il tuo splendore. E nel tuo splendore avanza verso il successo; cavalca nella causa della verità e dell’umiltà e della giustizia, e la tua destra ti istruirà nelle cose tremende. Le tue frecce sono aguzze — sotto di te continuano a cadere i popoli — nel cuore dei nemici del re”. — Sal. 45:3-5.

      13. In che modo la descrizione del salmista ci aiuta a identificare colui che è visto in visione in Rivelazione 6:1, 2, e di chi si tratta?

      13 Per lanciare frecce ci vuole l’arco. Quindi la descrizione del salmista ci aiuta a identificare chi è raffigurato in Rivelazione 6:1, 2, dove l’apostolo cristiano Giovanni parla di una visione e dice: “Vidi quando l’Agnello [Gesù Cristo] aprì uno dei sette suggelli e udii una delle quattro creature viventi dire con voce come di tuono: ‘Vieni!’ E vidi, ed ecco, un cavallo bianco; e colui che vi sedeva sopra aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli uscì, vincendo e per completare la sua vittoria”. Quell’arciere coronato a cavallo del cavallo bianco raffigura il glorificato Gesù Cristo che si accinge a far guerra ai suoi nemici. Egli vuole la vittoria completa. La sua vittoria dovrà estendersi a tutta la terra.

      14. Perché il Re appena insediato è un “potente”, come predice Isaia 9:6?

      14 Nella sua dignità e nel suo splendore di re ufficialmente insediato, Gesù Cristo cinge la spada della guerra per brandirla contro le nazioni ostili della terra. Non essendo più un uomo di carne e sangue, ma rivestito di poteri celesti, è ora davvero “un potente”. La profezia d’Isaia 9:6 dice che uno dei suoi titoli doveva essere “Dio possente”. Le odierne nazioni pesantemente armate devono ancora imparare a conoscerlo come tale.

      15. In contrasto con il suo trionfale ingresso in Gerusalemme, perché Gesù Cristo cavalcherà un cavallo nella resa dei conti con le nazioni?

      15 Una volta, come il re Salomone alla sua incoronazione, Gesù Cristo cavalcò un pacifico asino quando fece il suo ingresso trionfale in Gerusalemme e le si presentò come re della discendenza di Davide. (Matt. 21:1-14; Zacc. 9:9) Ma quando fra breve cavalcherà nella causa della verità, dell’umiltà e della giustizia, cavalcherà, simbolicamente parlando, un destriero da guerra. E con ragione, poiché a lui dovranno rendere conto quelli che violano la verità, l’umiltà e la giustizia.

      16. Quale verità hanno calpestato i governi nazionali nonostante l’annuncio dei testimoni di Geova?

      16 Alcuni giorni dopo essere entrato in Gerusalemme su un asino, Gesù disse al governatore Pilato d’essere venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità. Quella era primariamente la verità relativa al regno di Dio, in merito a cui aveva appena reso testimonianza davanti a Pilato. (1 Tim. 6:13) Oggi i governi delle nazioni calpestano quella verità nonostante che Geova abbia fatto annunciare loro dai Suoi testimoni che i tempi del dominio mondiale da parte dei gentili terminarono nel 1914.

      17. La causa di quale classe Gesù Cristo ha difeso, e perché deve combattere per un nuovo ordine di giustizia?

      17 I governanti del mondo non mostrano nessuna umiltà davanti a Dio. Non si sottomettono pacificamente al legittimo Re della terra, Gesù Cristo, che ha mostrato dinanzi a Dio la massima umiltà e che ha difeso tutti gli umili e i deboli della terra, specie i suoi perseguitati discepoli. In questi “ultimi giorni” l’ingiustizia dilaga e l’illegalità si estende in maniera sempre più allarmante. Il genere umano ha bisogno di ricominciare da capo nella giustizia. Perciò, il Re guerriero, Gesù Cristo, deve cavalcare nella causa della giustizia e combattere per l’istituzione di un nuovo ordine in tutta la terra. — Isa. 26:9.

      18. Quale avvertimento è dato alle nazioni dalle parole dette al Re, cioè “la tua destra ti istruirà nelle cose tremende”, e com’è indicato in Salmo 45:5 che il massacro sarà completo?

      18 Nei tempi moderni, la guerra è andata assai oltre l’uso delle spade e delle frecce. Le superpotenze militari contano di usare bombe nucleari e al neutrone e missili balistici intercontinentali. Ma non devono pensare che il glorificato Gesù Cristo non le possa sorprendere con armi da guerra scientificamente superiori alle loro. Il Salmo 45:4 avverte le nazioni che la destra di Cristo lo istruirà “nelle cose tremende”. I suoi missili sovrumani non saranno meno precisi nel colpire i bersagli umani dei missili dell’uomo. Con mira micidiale, colpiranno il “cuore dei nemici del re”. Che il massacro sia completo è indicato dal bollettino di guerra secondo cui sotto di lui “continuano a cadere i popoli” mentre combatte per la verità, l’umiltà e la giustizia. — Sal. 45:5.

      19. Che cosa dovrebbe chiedersi riguardo alle nazioni chi si sorprende di tale raffigurazione di Cristo e del suo Padre celeste, e come sarà purificata la terra contaminata da sangue innocente?

      19 Le persone della cristianità potrebbero dire che tale prospettiva presenti Gesù Cristo come uno spargitore di sangue e il suo Padre celeste come un Dio crudele e sanguinario. Forse si dicono sorprese che Dio e Gesù Cristo siano raffigurati in tal modo. Ma che dire delle nazioni della cristianità di cui sono cittadini patriottici? Tali nazioni sono forse pure del sangue versato non nella guerra teocratica, ma nella guerra non cristiana? Tali nazioni colpevoli di sangue ricordino che dopo il diluvio che spazzò via tutta la popolazione della terra eccetto Noè e la sua famiglia dentro l’arca, a questi Dio disse: “Chiunque sparge il sangue dell’uomo, il suo proprio sangue sarà sparso dall’uomo, poiché a immagine di Dio egli ha fatto l’uomo”. (Gen. 9:6) La cristianità ha condotto le nazioni allo spargimento di sangue in guerre politiche, crociate religiose e persecuzione di cristiani coscienziosi che si attenevano alla Bibbia. In che modo sarà purificata la terra contaminata dal sangue umano? Solo con lo spargimento del sangue di coloro che se ne sono resi colpevoli, per pareggiare la bilancia della giustizia.

      20. Com’è questo in armonia con la legge di Dio sulle città di rifugio per gli omicidi involontari, e come sarà resa idonea la nostra terra perché vi sia stabilito il Paradiso?

      20 Questo è in armonia con la legge di Dio sulle città di rifugio che stabilì in Israele per gli omicidi involontari. Per mezzo del profeta Mosè, disse: “Non dovete contaminare il paese nel quale siete; perché il sangue contamina il paese, e per il paese non ci può essere nessuna espiazione rispetto al sangue che è stato sparso su di esso eccetto mediante il sangue di colui che l’ha sparso. E non dovete contaminare il paese in cui dimorate, in mezzo al quale io risiedo; poiché io, Geova, risiedo in mezzo ai figli d’Israele”. (Num. 35:33, 34) La nostra terra contaminata dal sangue dev’essere purificata se si vuole che vi sia ristabilito il Paradiso come eterna dimora dell’uomo. Il sangue innocente versato su di essa dev’essere espiato mediante il sangue delle nazioni che oggi ci minacciano con una terza guerra mondiale.

      21. Tenendo conto della giustizia, perché Dio deve dare a Cristo la vittoria, e a che cosa serviranno le forze alleate delle nazioni nelle Nazioni Unite?

      21 Per questa giusta ragione tutte le nazioni dovranno fra breve rendere conto a Gesù Cristo. Egli dovrà riportare la vittoria su di loro. Altrimenti le esigenze della giustizia non sarebbero soddisfatte. Geova Dio gli darà la vittoria su di loro. Subiranno una completa disfatta, nonostante abbiano unito le loro forze nell’organizzazione delle Nazioni Unite. Combatteranno contro gli interessi del regno dell’Agnello di Dio che fu sacrificato, e l’ultimo libro della Bibbia dice al riguardo: “Questi hanno un solo pensiero, e danno la loro potenza e la loro autorità alla bestia selvaggia [le Nazioni Unite]. Questi combatteranno con l’Agnello, ma, siccome egli è Signore dei signori e Re dei re, l’Agnello li vincerà”. (Riv. 17:13, 14) Su questo combattimento leggiamo inoltre:

      22, 23. (a) Che cosa ci dice ulteriormente Rivelazione 19:11-16, 19 riguardo a quel combattimento? (b) Dove si combatte la guerra, e, per purificare la terra, com’è espiato il sangue innocente versato su di essa?

      22 “Ecco, un cavallo bianco. E colui che vi sedeva sopra è chiamato Fedele e Verace, e giudica e guerreggia con giustizia. . . . Sulla sua testa sono molti diademi. . . . È adorno di un mantello asperso di sangue, e il suo nome è La Parola di Dio. E gli eserciti che erano nel cielo lo seguivano su cavalli bianchi, ed eran vestiti di lino bianco, puro e fine. . . . E sul suo mantello, e sulla coscia, ha scritto un nome, Re dei re e Signore dei signori”.

      23 “E vidi la bestia selvaggia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che sedeva sul cavallo e al suo esercito”. (Riv. 19:11-16, 19) Poiché le nazioni radunate insistono nel voler mantenere la propria sovranità nazionale e perpetuare il dominio umano su tutta la terra, provocano il combattimento che segue. La situazione mondiale in cui giungono al punto di massima tensione è paragonata al campo di battaglia chiamato in ebraico Har-Maghedon. (Riv. 16:14-16) Lì si combatte “la guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Lì il sangue di tutte le nazioni dovrà espiare tutto il sangue innocente con cui hanno contaminato la terra. Così l’intera terra sarà purificata perché vi sia stabilito il Paradiso.

      24. Sopravvivrà alcuna nazione a quel giorno della resa dei conti, e di che cosa dovremmo preoccuparci personalmente?

      24 Che giorno della resa dei conti sarà quello per tutte le nazioni della terra, sia dentro che fuori della cristianità! Sopravvivrà alcuna nazione a quel giorno? Questa è l’importante domanda che abbiamo posta in precedenza. E ora la risposta è senz’altro no! Neppure una! Per tale motivo noi cittadini di queste nazioni condannate dovremmo preoccuparci seriamente. Dovremmo voler imparare come possiamo singolarmente sopravvivere scevri di colpa.

  • In che modo il giorno della resa dei conti è per il nostro bene
    La Torre di Guardia 1979 | 15 luglio
    • In che modo il giorno della resa dei conti è per il nostro bene

      1. Perché le nazioni non otterranno la vittoria ad Har-Maghedon, e come saranno saldati i conti nel giorno della resa dei conti?

      LA “GUERRA del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon attende inesorabilmente tutte le nazioni della terra. Pur essendo pesantemente armate come non mai per la guerra globale, non potrebbero mai aspettarsi di ottenere la vittoria sull’Onnipotente Dio. Quale Comandante in capo degli eserciti celesti, egli concederà la vittoria al suo grande Maresciallo di campo, Gesù Cristo, perché è “Re dei re e Signore dei signori”. Quel giorno egli terrà la finale resa dei conti con tutte le nazioni avversarie. Pesate sulla bilancia della giustizia divina, saranno trovate mancanti. I conti saranno saldati con la loro eterna distruzione. — Riv. 19:11-21; 17:14.

      2. Perché le parole di Salmo 45:6, 7 sono rivolte al Re dopo il combattimento, e il fatto che impugna lo scettro di che cosa è un presagio per l’umanità?

      2 La vittoria ad Har-Maghedon rivendicherà la sovranità universale dell’Iddio Onnipotente. Siccome impiega con successo Gesù Cristo per ottenere questa vittoria, Dio lo riterrà degno di restare sul suo trono celeste. Finché durerà Dio, durerà il trono del suo unto Re Gesù Cristo. Questo fatto importante è sottolineato dalle parole di Salmo 45:6, 7, che il salmista rivolge al Re, dicendo: “Dio è il tuo trono a tempo indefinito, sì, per sempre; lo scettro del tuo regno è uno scettro di rettitudine. Tu hai amato la giustizia e hai odiato la malvagità. Perciò, Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio d’esultanza più dei tuoi compagni”. In queste parole riconosciamo quelle citate dall’apostolo Paolo per dimostrare la superiorità di Cristo rispetto agli angeli. (Ebr. 1:7-9) Poiché Cristo amò la giustizia e odiò la malvagità o l’illegalità, doveva impugnare lo scettro a favore della rettitudine. Questo è un buon presagio per l’umanità.

      3. Chi erano i “compagni” di Gesù Cristo, e perché egli fu unto con “olio d’esultanza” più di loro?

      3 Da uomo sulla terra, Gesù ebbe come antenati dei re. Il salmista menziona che avrebbe avuto degli antenati terrestri. Molti di loro, dal re Ioiachin a risalire fino al re Davide, erano stati suoi “compagni” regnando nel regno stabilito da Dio e sedendo sul “trono di Geova”. (1 Cron. 29:23; 2 Cron. 13:5, 8; Matt. 1:6-12) Quegli antenati regali esultarono senz’altro per il loro regno sull’eletto popolo di Dio. Ma nessuno di quei “compagni” regali poté esultare quanto il glorificato Gesù Cristo. Il suo regno è di gran lunga superiore al loro, essendo celeste, sì, al di sopra degli angeli. Geova, l’Iddio di Gesù Cristo, lo unse più abbondantemente con “olio d’esultanza” a causa della sua perfetta e incorruttibile devozione alla giustizia di Dio.

      MATRIMONIO E FIGLI

      4, 5. Cosa fa in seguito il re vittorioso, secondo Salmo 45:8-14a, e perché questo potrebbe sorprenderci?

      4 Dopo aver combattuto una guerra vittoriosa contro i suoi nemici sulla terra, Gesù Cristo può rivolgere l’attenzione ad attività pacifiche. L’ispirato salmista lo descrive come uno che si sposa e alleva una famiglia. Questo può sorprendere, perché il Figlio di Dio non divenne uomo sulla terra per sposare una delle figlie degli uomini. Non seguì la condotta di certi angelici “figli di Dio” del tempo di Noè. (Gen. 6:1-4) Ci si può dunque chiedere quale sia il vero significato delle ulteriori parole del Salmo 45:

      5 “Tutte le tue vesti son mirra e legno di aloe e cassia; dal grande palazzo d’avorio gli stessi strumenti a corda ti han fatto rallegrare. Figlie di re sono fra le tue preziose donne. La consorte regina ha preso posto alla tua destra in oro di Ofir. Ascolta, o figlia, e vedi, e porgi l’orecchio; e dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. E il re avrà gran desiderio della tua bellezza, poiché egli è il tuo signore, inchinati dunque a lui. La figlia di Tiro anche con un dono; i ricchi del popolo placheranno la tua propria faccia. La figlia del re è tutta gloriosa dentro la casa; la sua veste è con castoni d’oro. In abito tessuto sarà condotta al re”. — Sal. 45:8-14a.

      6. Chi è la “figlia del re” che è condotta al Re, e cosa ebbe a che fare con lei Giovanni il Battezzatore?

      6 Chi è la “figlia del re”, la quale è condotta in sposa al re che ne ha gran desiderio, mentre solenne musica strumentale allieta l’occasione? È davvero la figlia di un Re, cioè Geova Dio, il “Re d’eternità”. (Riv. 15:3) Pertanto è una principessa. È la glorificata congregazione cristiana di 144.000 membri, considerati come un’unità, un corpo composto. Giovanni il Battezzatore ebbe il grande privilegio di presentare i primi membri di questo gruppo della sposa a Gesù Cristo sulla terra. Giovanni disse: “Chi ha la sposa è lo sposo. Comunque, l’amico dello sposo, quando sta ad ascoltarlo, prova molta gioia a motivo della voce dello sposo. Questa mia gioia è stata perciò resa piena”. — Giov. 3:29; 1:35-42; Riv. 14:1-5.

      7. Facendo discepoli, a chi li promisero in matrimonio gli apostoli, e cosa costituiscono tutti insieme in cielo?

      7 Allo stesso modo, facendo discepoli di Cristo, l’apostolo Paolo e gli altri apostoli li diedero in sposa come “casta vergine” a Gesù Cristo quale “solo marito”. (2 Cor. 11:2) Come una ragazza fidanzata che lascia la casa dei genitori per unirsi al marito e vivere con lui, i discepoli che sono promessi in matrimonio allo Sposo celeste devono dimenticare il proprio popolo sulla terra e la casa del padre terreno e rivolgere i propri affetti al Fidanzato celeste, Gesù Cristo. Dopo avere fedelmente terminato la loro vita sulla terra nella virginea castità, devono attendere che la voce dello Sposo li chiami in una risurrezione dai morti. (1 Tess. 4:16, 17; Giov. 6:54) In cielo, i 144.000 costituiscono tutti insieme la “figlia” del Re Geova, poiché per mezzo del Suo spirito li generò come loro Padre adottivo. Formano unitamente la Nuova Gerusalemme, chiamata “la sposa, la moglie dell’Agnello”. In tale occasione essa è “preparata come una sposa adorna per il suo marito”. — Riv. 21:2, 9.

      8. Data la natura dell’avvenimento, chi è giustamente presente secondo Salmo 45, e chi sono quelli che sono presenti in adempimento del salmo?

      8 Questo matrimonio fra il figlio di un Re e la figlia di un Re è un avvenimento regale. È appropriato che i reali siano presenti, sia la “consorte regina” che le principesse. Tutta la celeste organizzazione di Dio, come “moglie” regale di questo “Re d’eternità”, si rallegra come una madre, e i membri angelici di quell’organizzazione si rallegrano insieme come se fossero principesse. Tutte queste creature celesti tengono presente che Geova Dio ha reso possibile tutto questo, e quindi dicono: “Rallegriamoci ed esultiamo, e diamo a lui la gloria, perché è arrivato il matrimonio dell’Agnello e la sua moglie s’è preparata”. — Riv. 19:7.

      9. Dov’è che si rallegrano le “vergini al suo seguito quali sue compagne”, e perché?

      9 Comunque, si rallegrerà qualcuno sulla terra con i santi cieli per questo splendido avvenimento di importanza universale? Sì! Salmo 45:14b, 15 lo indica, allorché prosegue dicendo: “Le vergini al suo seguito [al seguito della sposa] quali sue compagne ti sono introdotte [allo Sposo regale]. Saranno condotte con allegrezza e gioia; entreranno nel palazzo del re”. Dove si rallegrano queste vergini compagne della Sposa? È vero che si dice che entrano nel palazzo del re, che è un re celeste, ma sposano il re? No. Naturalmente no, poiché non gli vengono nemmeno promesse in matrimonio. Quindi non sono generate dallo spirito di Dio per la vita celeste. — Giov. 3:3, 5.

      10. Chi raffigurano oggi le “vergini al suo seguito quali sue compagne”, e come mai sono sulla terra quando il matrimonio ha luogo in cielo?

      10 I membri della classe della “figlia del re” son promessi in matrimonio a Cristo quaggiù sulla terra, quindi mentre sono ancora creature umane. Perciò le damigelle della sposa che sono semplicemente “al suo seguito” e non hanno la prospettiva di sposare il Re-Sposo sarebbero una classe terrestre. Compaiono sulla terra quando sta per essere consumato il matrimonio celeste. Queste vergini compagne raffigurano pertanto la “grande folla” che cominciò a comparire in questo “tempo della fine” e si unisce al rimanente della classe della sposa prima che questo lasci la terra per unirsi allo Sposo Gesù Cristo in cielo. In perfetta armonia con ciò, la “grande folla”, com’era predetto in Rivelazione 7:9-17, cominciò a formarsi nel 1935 e ad associarsi con gli ultimi membri della classe della sposa generata dallo spirito. Essendo preservati attraverso la futura “grande tribolazione”, saranno in vita qui sulla terra quando avrà luogo il matrimonio celeste. A quell’evento si rallegreranno grandemente. — Sal. 45:15.

      “PRINCIPI SU TUTTA LA TERRA”

      11. La gloria presente e futura di Cristo dipende forse dalla fama dei suoi antenati terreni, e come mostra Salmo 45:16 che il suo matrimonio con la congregazione in cielo è fruttuoso?

      11 Quando fu sulla terra, Gesù Cristo ebbe antenati illustri. Ma la sua gloria presente e futura non dipende da nessun lustro impartito da tali antenati. Con lui si conclude la dinastia reale del re Davide, poiché è l’Erede permanente del re Davide e il suo regno non passerà mai a un successore. (Luca 1:31-33) Tuttavia, il Salmo 45:16 raffigura il suo matrimonio con la congregazione dei 144.000 discepoli glorificati come un matrimonio fruttuoso, proprio come dev’essere. Pertanto, questo versetto rivolto al Re-Sposo dice: “In luogo dei tuoi antenati ci saranno i tuoi figli, che costituirai principi su tutta la terra”.

      12. Qual è il posto più alto a cui possano pervenire questi “figli” sulla terra, e perché il Re ne ha a sufficienza per costituirli “su tutta la terra”?

      12 Nessuno di questi “figli” diverrà il successore del Re celeste. Il posto di principe sulla terra è il più alto a cui possa pervenire alcuno di questi “figli”. Perché possano essere costituiti “principi su tutta la terra” dovranno essercene molti. Il Re avrà “figli” sufficienti per questo scopo, poiché oltre al titolo di “Dio possente” avrà anche il titolo di “Padre eterno”. (Isa. 9:6) Il suo perfetto sacrificio umano a favore di tutta l’umanità gli permise di divenire tale. Mediante questo sacrificio di riscatto li comprò tutti.

      13. In che modo il Re diverrà il Padre datore della vita per tutti i morti riscattati, e come potrà la “grande folla” fornire al Re i suoi primi “principi”?

      13 Di conseguenza il Re può divenire il datore della vita per la “grande folla” delle damigelle della sposa, che sopravvivranno alla “grande tribolazione” e verranno a trovarsi sotto il suo regno millenario. Può anche diventare il padre di tutti i morti umani, inclusi i suoi antenati terrestri. Come? Risuscitandoli dai morti perché vivano di nuovo sulla terra. (Giov. 5:28, 29) Fra tutti questi figli terreni egli potrà costituire uomini degni e timorati di Dio “principi su tutta la terra”. In questo modo eserciterà il suo dominio in tutto il globo. Logicamente, la “grande folla” dei superstiti della “grande tribolazione” che diverranno i primi sudditi terrestri del suo regno fornirà al Re i suoi primi “principi” perché lo servano come suoi rappresentanti terrestri.

      14. In che modo a questi “principi” tratti dalla “grande folla” se ne uniranno altri nel servizio ufficiale sulla terra, e cosa garantirà questa disposizione governativa a tutta l’umanità?

      14 Quale meraviglioso privilegio sarà quello! A questi “principi” tratti dalla “grande folla” se ne uniranno altri nel servizio ufficiale, poiché gli antenati di Gesù Cristo e altri fedeli uomini da Abele a Giovanni il Battezzatore saranno risuscitati e resi suoi rappresentanti principeschi. Quale splendido governo incorruttibile garantirà questa disposizione a tutto il genere umano! Questo è il governo tanto necessario che Geova Dio si propone di stabilire per sostituire gli odierni governi nazionali che fra breve renderanno conto al re vittorioso, Gesù Cristo.

      15, 16. (a) Secondo Salmo 45:17, perché il salmista desiderava vivere a lungo? (b) Chi conosce il vero nome del Re, e merita esso d’essere menzionato e lodato così a lungo?

      15 Come il cuore dell’ispirato salmista dell’antichità, non palpita il nostro cuore per tali ‘belle’ prospettive del prossimo futuro? Sì, e la nostra lingua ripete le parole conclusive che il salmista rivolse all’affascinante Re il cui governo è sostenuto dal trono di Dio: “Farò menzione del tuo nome per tutte le generazioni avvenire. Perciò i popoli stessi ti loderanno a tempo indefinito, sì, per sempre”. — Sal. 45:17.

      16 Il salmista desiderava vivere a lungo — “per tutte le generazioni avvenire” — solo per fare menzione del nome del re. Non disse il nome del re. In realtà, non conosceva il nome del re in merito a cui scrisse profeticamente sotto ispirazione. Ma oggi possiamo identificare il Re in merito a cui il salmista scrisse profeticamente, e ne conosciamo il nome. È Gesù Cristo, il Figlio di Geova Dio. Merita il suo nome d’essere menzionato “per tutte le generazioni avvenire”? Il salmista predisse che ci sarebbero stati “popoli” che l’avrebbero pensata così e che perciò avrebbero ‘lodato’ colui che portava questo nome “a tempo indefinito, sì, per sempre”.

      17. Ora è il tempo favorevole per fare che cosa, e cosa significherà per noi il farlo?

      17 Oggi abbiamo dinanzi la prospettiva di sopravvivere al giorno della resa dei conti di tutte le nazioni e di ricevere le benedizioni del regno di Dio che le sostituirà. Con fede possiamo esultare anche ora insieme al Suo unto Re, poiché la vittoria di questo Re ad Har-Maghedon è certa e il suo regno su una terra purificata per 1.000 anni è sicuro. Ora, oggi, è il tempo favorevole per schierarci fra quei “popoli” che loderanno il Re vittorioso “a tempo indefinito, sì, per sempre”. Questo tornerà a gloria di Geova Dio, il suo Padre celeste, supremo “Re d’eternità” oltre che “Re delle nazioni”. Così facendo potremo lodare il Suo unto Re “per sempre”. La vita acquisterà in tal modo vero significato. Avremo dinanzi un nobile scopo per cui vivere per tutta l’eternità.

  • Perché non si deve mormorare?
    La Torre di Guardia 1979 | 15 luglio
    • Perché non si deve mormorare?

      “SEMBRA che alcuni non siano mai soddisfatti”. Quante volte avete udito queste parole? È vero che in questi tempi difficili molti sono inclini a mormorare. Hanno dubbi e sospetti quasi su tutto. Ma il cristiano fa bene a lasciar sviluppare in sé tale modo di pensare? Evidentemente l’apostolo Paolo pensava di no, poiché scrivendo alla congregazione di Filippi disse: “Continuate a fare ogni cosa senza mormorii e discussioni, affinché siate irriprovevoli e innocenti, figli di Dio senza macchia”. — Filip. 2:14, 15.

      Queste parole di Paolo suscitano alcune domande. Quanto può diventare serio il mormorio? Può influire sulla mia relazione con altri? Con la congregazione? Cosa pensa Geova di me se ho la tendenza a mormorare? Cosa posso fare per evitare questo spirito?

      ESEMPI DELL’ANTICHITÀ

      Che mormorare sia una cosa grave si capisce da ciò che disse Paolo nella sua prima lettera ai compagni di fede di Corinto. L’apostolo disse: “Né siate mormoratori, come alcuni d’essi [gli israeliti] mormorarono, solo per perire ad opera del distruttore”. (1 Cor. 10:10) Considerate ad esempio l’occasione in cui Mosè mandò 12 uomini, uno per ciascuna tribù d’Israele, a esplorare il paese che Geova aveva promesso loro in eredità. Gli israeliti avevano lasciato da poco tempo l’Egitto e si trovavano nel deserto. Quando queste 12 spie tornarono nel campo israelita, solo due, Giosuè e Caleb, fecero un buon rapporto, esortando il popolo ad agire con coraggio e a entrare nel paese. Le altre 10 fecero una descrizione scoraggiante. Definirono la regione “un paese che consuma i suoi abitanti”, e dissero: “Tutto il popolo che abbiamo visto in mezzo ad esso sono uomini di statura straordinaria”. — Num. 13:32.

      A ciò gli israeliti privi di fede “mormoravano contro Mosè e Aaronne, e tutta l’assemblea diceva contro di loro: ‘Fossimo morti nel paese d’Egitto, o fossimo morti in questo deserto! E perché Geova ci conduce in quel paese per cadere di spada?’” Sì, mormoravano contro Geova! Per questo motivo tutti gli uomini dai 20 anni in su, a eccezione di Giosuè, Caleb e i leviti, perirono nel deserto. Non fu mai permesso loro di entrare nella Terra Promessa. (Num. 14:2, 3, 26-30) Come pagarono cari i loro mormorii!

      Questo illustra cosa può accadere a un’intera nazione che si lamenta. Altri esempi mostrano che è altrettanto grave quando singole persone mormorano contro Geova. Considerate il caso di Miriam, sorella di Mosè. Una volta, insieme a suo fratello Aaronne, mormorò, chiedendo: “Ha Geova parlato solo mediante

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