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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Areta re dei nabatei venne confermato da Roma nel suo regno tributario. — II Cor. 11:32.

      I re non israeliti non si lasciavano avvicinare dai loro sudditi come quelli che governavano il popolo di Dio. I re israeliti si mescolavano liberamente con la popolazione. I re gentili spesso erano molto appartati. Entrare nell’intima corte del re di Persia senza il suo consenso rendeva automaticamente passibili di morte a meno che il re non desse la sua chiara approvazione stendendo lo scettro, come avvenne nel caso di Ester. (Est. 4:11, 16) L’imperatore romano riceveva tuttavia in udienza i cittadini romani che si appellavano a lui per ricorrere contro la decisione presa dal giudice di una corte inferiore, ma solo dopo una lunga trafila burocratica. — Atti 25:11, 12.

  • Re, libri dei
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Re, libri dei

      Libri delle Sacre Scritture che narrano la storia di Israele dagli ultimi giorni del re Davide fino alla liberazione del re Ioiachin in prigione a Babilonia.

      In origine i due libri erano uniti in un unico rotolo intitolato “Re” (ebr. Melakhìm), e nella Bibbia ebraica sono tuttora considerati un libro unico, il quarto dei cosiddetti “Profeti anteriori”. Nella Settanta i Libri dei Re si chiamavano Terzo e Quarto dei Regni, poiché i Libri di Samuele erano intitolati Primo e Secondo dei Regni. Nella Vulgata questi libri tutti insieme costituiscono i quattro libri ‘dei Re’, perché Girolamo preferì chiamarli Regum (“dei Re”), in armonia col titolo ebraico, anziché tradurre alla lettera il titolo della Settanta, Regnorum (“dei Regni”). La divisione in due libri nella Settanta si rese necessaria perché la traduzione greca, con le vocali, richiedeva uno spazio quasi doppio dell’ebraico che non le aveva. La divisione tra II Samuele e I Re non era sempre allo stesso punto nelle versioni greche. Luciano d’Antiochia, per esempio, nella sua recensione della Settanta, fece iniziare I Re con quello che nelle Bibbie odierne è I Re 2:12.

      LA STESURA DEI LIBRI

      Anche se nei due Libri dei Re non è specificato il nome dello scrittore, le inferenze scritturali e la tradizione ebraica indicano che fu Geremia. Molte espressioni e parole ebraiche che ricorrono in questi due libri si trovano altrove nella Bibbia solo nella profezia di Geremia. I Libri dei Re e il libro di Geremia si completano a vicenda: di regola gli avvenimenti trattati solo brevemente in uno sono descritti ampiamente nell’altro. L’assenza nei Libri dei Re di qualsiasi accenno a Geremia, benché fosse un profeta di grande rilievo, era spiegabile se Geremia ne fu lo scrittore, dato che le sue attività erano descritte particolareggiatamente nel libro che porta il suo nome. I Libri dei Re parlano delle condizioni di Gerusalemme dopo l’inizio della cattività, indicando che lo scrittore non era stato portato a Babilonia, come non lo fu Geremia. — Ger. 40:5, 6.

      Alcuni studiosi vedono nei Libri dei Re quella che considerano una prova dell’intervento di più di uno scrittore o compilatore. Ma a parte qualche variante dovuta a fonti d’informazione diverse, si deve convenire che la lingua, lo stile, il vocabolario e la grammatica sono assolutamente uniformi.

      Iniziando con gli ultimi giorni del re Davide, verso il 1040 a.E.V., I Re abbraccia un periodo di circa 129 anni, fino alla morte di Giosafat re di Giuda, avvenuta nel 911 a.E.V. (I Re 22:50) II Re inizia col regno di Acazia (ca. 920-919 a.E.V.) e prosegue almeno fino al trentasettesimo anno dell’esilio di Ioiachin (580 a.E.V.), per un periodo di circa 340 anni. (II Re 1:1, 2; 25:27-30) Quindi complessivamente i due Libri dei Re abbracciano circa quattro secoli e mezzo di storia ebraica. Poiché fra gli avvenimenti narràtivi ve ne sono alcuni accaduti nel 580 a.E.V., questi libri non possono esser stati ultimati prima di quella data, e poiché non c’è menzione della fine dell’esilio in Babilonia, come unico rotolo erano stati senza dubbio terminati prima di quella data.

      Sembra che in massima parte i libri siano stati scritti a Gerusalemme e in Giuda, dove poteva essere disponibile quasi tutto il materiale. Comunque II Re fu logicamente ultimato in Egitto, dove fu portato Geremia dopo l’assassinio di Ghedalia a Mizpa. — Ger. 41:1-3; 43:5-8.

      I Libri dei Re sono sempre stati inclusi nel canone ebraico e sono considerati canonici da ogni fonte autorevole. E a ragione, poiché questi libri sviluppano il principale tema biblico, il Regno del Seme promesso. Inoltre, tre profeti maggiori, Elia, Eliseo e Isaia, vi hanno un posto importante e viene mostrato che le loro profezie ebbero sicuro adempimento. Avvenimenti riportati nei Libri dei Re sono menzionati e spiegati altrove nelle Scritture. Tre volte Gesù fa riferimento a cose scritte in questi libri: a proposito di Salomone (Matt. 6:29), della regina del meridione (Matt. 12:42; confronta I Re 10:1-9), della vedova di Zarefat e di Naaman. (Luca 4:25-27; confronta I Re 17:8-10; II Re 5:8-14). Paolo menziona l’episodio di Elia e dei 7.000 uomini che non si erano inchinati a Baal. (Rom. 11:2-4; confronta I Re 19:14, 18). Giacomo parla delle preghiere di Elia perché non piovesse e perché piovesse. (Giac. 5:17, 18; confronta I Re 17:1; 18:45). Questi riferimenti alle azioni compiute da personaggi descritti nei Libri dei Re ne attestano la canonicità.

      I Libri dei Re furono in gran parte compilati sulla base di documenti scritti e lo scrittore indica chiaramente di aver attinto certe informazioni da queste fonti. Egli menziona il “libro dei fatti di Salomone” (I Re 11:41), il “libro dei fatti dei giorni dei re di Giuda” (I Re 15:7, 23) e il “libro dei fatti dei giorni dei re d’Israele”. — I Re 14:19; 16:14.

      Uno dei più antichi manoscritti ebraici pervenutici, che contiene i Libri dei Re per intero, risale al 1008 E.V. I manoscritti Vaticano 1209 e Alessandrino contengono i Libri dei Re (in greco), che mancano invece nel Sinaitico. Frammenti dei Libri dei Re che risalgono evidentemente a epoca a.E.V. sono stati rinvenuti nelle grotte di Qumran e, confrontati con testi più tardi, vi compaiono solo varianti secondarie.

      I Libri dei Re sono più che dei semplici annali o una relazione di avvenimenti come in una cronaca. Riportano avvenimenti storici spiegandone il significato. Sembra che sia stato omesso quello che non riguardava direttamente lo sviluppo del proposito di Dio e non illustrava i principi secondo i quali Geova tratta col suo popolo. Gli errori di Salomone e degli altri re di Giuda e di Israele non vengono taciuti, anzi sono descritti con la massima obiettività.

      PROVE ARCHEOLOGICHE

      La scoperta di numerosi manufatti ha confermato che i Libri dei Re sono storicamente e geograficamente accurati. L’archeologia, come pure la realtà odierna, conferma l’esistenza di foreste di cedri del Libano, che fornirono a Salomone il legname per gli edifici eretti a Gerusalemme. (I Re 5:6; 7:2) Tracce di attività industriale sono state scoperte nel bacino del Giordano a N dello Iabboc, dove un tempo sorgevano Succot e Zaretan. — I Re 7:45, 46.

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