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“Pace fra gli uomini che egli approva”La Torre di Guardia 1979 | 15 dicembre
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delle prove e dimostrò che Satana è un bugiardo. Con la sua morte guadagnò il regno che porrà fine alla malvagità e porterà pace durevole. La sua disponibilità a lasciare il cielo, a venire sulla terra e a morire come sacrificio, e quindi la sua elevazione al potere reale, sono descritti in Filippesi 2:5-11:
“Mantenete in voi questa attitudine mentale che fu anche in Cristo Gesù, il quale benché esistesse nella forma di Dio, non la considerò una cosa da afferrare, cioè che dovesse essere uguale a Dio. No, ma vuotò se stesso e prese la forma d’uno schiavo, divenendo simile agli uomini. Per di più, quando si trovò nella forma d’un uomo, umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura. E per questa stessa ragione Dio l’ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome ch’è al di sopra d’ogni altro nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre”.
Gesù Cristo diviene il Principe della pace di cui si parla in Isaia 9:6, e quale re di giustizia intronizzato da Geova recherà le pacifiche condizioni descritte nel Salmo 72:6, 7: “Egli scenderà come la pioggia sull’erba del prato, come gli acquazzoni che bagnano la terra. Germoglierà ai suoi giorni il giusto, e l’abbondanza di pace finché non ci sia più la luna”. Fu quindi appropriato che l’angelo che ne annunciò la nascita ai pastori parlasse di lui come di colui che avrebbe portato “pace fra gli uomini che egli approva”. Da tutto questo si comprende che l’evento importante fu la sua morte. La sua nascita era necessaria come preludio della sua morte, ma fu la sua morte a conseguire il grande scopo e a meritare d’essere commemorata. Pertanto la data della sua nascita non è nemmeno scritta, mentre si conosce la data della sua morte ed è comandato di ricordarla. — Luca 22:7, 19, 20.
“UOMINI CHE EGLI APPROVA”
Geova vieta di mischiare la sua adorazione con quella resa agli dèi demonici. “Non devi concludere alcun patto con loro né coi loro dèi, disse al suo popolo, Israele. “Essi non dovrebbero dimorare nel tuo paese, affinché non ti facciano peccare contro di me. Nel caso che tu servissi i loro dèi, ti diverrebbe un laccio”. (Eso. 23:32, 33; 1 Sam. 5:1-4) Questa proibizione è ripetuta ai cristiani: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli. Poiché quale partecipazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale associazione ha la luce con le tenebre? Inoltre, quale armonia vi è fra Cristo e Belial?” — 2 Cor. 6:14, 15.
L’articolo precedente mostra le origini non cristiane del Natale. Esso si basa sul culto del sole praticato da molti popoli antichi. C’è anche un tentativo di imitare l’opera di redenzione e riconciliazione compiuta con la morte di Gesù. Il risuscitato Gesù, come mediatore, riconciliò Dio e il peccaminoso genere umano. Il vischio usato a Natale è il simbolo pagano di un falso messia che riconcilia Dio e l’uomo. The Two Babylons di Hislop commenta questo fatto e l’usanza del bacio sotto il vischio:
“Il lettore osservi la singolare usanza, tutt’ora viva . . . alla vigilia di Natale, di baciarsi sotto un ramo di vischio. Il ramo di vischio nella superstizione druidica, che, come abbiamo visto, ebbe origine da Babilonia, era simbolo del Messia, ‘L’uomo il ramo’. Il vischio era considerato un ramo divino, un ramo venuto dal cielo, e cresciuto su un albero storto dalla terra. Così, grazie all’innesto del ramo celeste sull’albero terreno, cielo e terra, che il peccato aveva separati furono riuniti, per cui il ramo di vischio divenne il simbolo della riconciliazione divina con l’uomo, essendo il bacio un ben noto simbolo di perdono e riconciliazione”. — Pagg. 98, 99.
Uomini e donne che hanno l’approvazione di Geova e che quindi godono la pace promessa staranno lontani dalle celebrazioni pagane, anche se sono camuffate da usanze in onore della nascita di Gesù. Inoltre la sfacciata commercializzazione del Natale contrasta flagrantemente con lo spirito di Gesù.
GENEROSITÀ NATALIZIA O GENEROSITÀ CRISTIANA?
Sebbene molti si lamentino del carattere commerciale del Natale, alcuni affermano che ciò sia compensato dal fatto che in quel periodo dell’anno hanno luogo molte manifestazioni di generosità. Questo conferisce alla festività un’apparenza cristiana, poiché Gesù ribadì spesso l’importanza della generosità. Questo è il loro ragionamento. Tuttavia, in molti casi tutto si riduce a uno scambio di doni, all’attesa d’essere ricambiati da colui al quale si è fatto un regalo. Se la generosità non è contraccambiata, il nome del colpevole viene depennato dalla lista di quelli che riceveranno un regalo l’anno prossimo. Questo è proprio il contrario di quello che insegnò Gesù Cristo. Egli mostrò il giusto spirito con queste parole:
“Quando fai un pranzo o un pasto serale, non chiamare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i vicini ricchi. Qualche volta essi pure potrebbero invitarti e sarebbe per te una ricompensa. Ma quando tu fai una festa, invita poveri, storpi, zoppi ciechi; e sarai felice, perché essi non hanno nulla per ricompensarti. Poiché tu sarai ricompensato nella risurrezione dei giusti”. — Luca 14:12-14.
Lo stesso spirito si nota nel consiglio di Proverbi 19:17: “Chi mostra favore al misero presta a Geova, ed Egli gli ripagherà il suo trattamento”. Sia questo versetto che i precedenti mostrano che Geova ricompensa. Forse anche colui al quale avete fatto un regalo vorrà ricompensarvi. Non c’è nulla di male in questo, ma il punto è che il motivo della vostra generosità non dev’essere quello di ricevere un regalo in cambio. La vostra generosità può incoraggiare altri a manifestare la loro, come indicò Gesù: “Praticate il dare, e vi sarà dato. Vi sarà versata in grembo una misura eccellente, pigiata, scossa e traboccante. Poiché con la misura con la quale misurate, sarà rimisurato a voi”. Anche in tal caso, siete generosi perché provate felicità nel dare: “Vi è più felicità nel dare che nel ricevere”. — Luca 6:38; Atti 20:35.
Praticate il dare tutto l’anno. Questo aiuterà altri. Vi darà felicità. Farà più piacere a Gesù che non l’aspettare una festa mondana che porta il suo nome per scambiarsi regali. Vi farà ottenere l’approvazione di Geova Dio, che ricompenserà il donatore allegro concedendogli pace sotto il regno che ha affidato a Cristo.
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“Il donatore allegro”La Torre di Guardia 1979 | 15 dicembre
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“Il donatore allegro”
“Ciascuno faccia come ha deciso nel suo cuore, non con rancore o per forza, poiché Dio ama il donatore allegro”. — 2 Cor. 9:7.
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