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È l’esperienza la migliore maestra?La Torre di Guardia 1952 | 1° ottobre
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di Harmaghedon supererà il diluvio per distruzione, e sarà un’esperienza del tutto nuova per questo “presente secolo [mondo] malvagio”. (Gal. 1:4) Geova combatterà Harmaghedon con mezzi miracolosi, come in giorni antichi quando egli combatté per Israele gettando grossi pezzi di ghiaccio sul nemico, quando il suo angelo di morte percosse 185.000 persone in una notte, quando fece inghiottire dal Mar Rosso gli eserciti egiziani. (Gios. 10:11; Isa. 37:36; Eso. 14:27, 28) Harmaghedon rimpicciolirà tali antiche manifestazioni d’ira divina.
Ma quando l’attenzione è richiamata sull’avvicinarsi e sulla distruzione di Harmaghedon, la maggioranza degli uomini schernisce e mette in ridicolo e dice che è impossibile, solo perché essi non hanno mai visto tali opere miracolose prima. Come gli schernitori dei giorni di Noè, questi moderni insistono sull’essere ammaestrati intorno ad Harmaghedon dall’esperienza. Comunque, una minoranza di persone di buona volontà verso Dio saggiamente dà ascolto all’avvertimento divino concernente Harmaghedon, come Noè e la sua famiglia appresero del diluvio da Dio e agirono in armonia con le Sue istruzioni. Scegliendo Geova invece dell’esperienza come loro Maestro, essi supereranno il corso d’istruzione che Harmaghedon dà riguardo all’onnipotente potenza e alla supremazia di Dio.
GEOVA DIO IL MIGLIORE MAESTRO
Geova Dio non acquistò la sua illimitata sapienza dall’esperienza. Egli conosce “la fine sin dal principio”, prima che si potesse accumulare alcuna esperienza. (Isa. 46:10) Egli non raccomanda l’esperienza come la migliore maestra per i Cristiani. “Essi saranno tutti ammaestrati da Geova”. (Giov. 6:45, NM; Isa. 54:13) Non è la conoscenza acquistata mediante l’esperienza che conduce alla vita eterna, ma è la “conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. (Giov. 17:3, NM) Né l’esperienza è il bisogno di quelli che non l’hanno; piuttosto, sono dati proverbi ispirati “perché l’uomo conosca la sapienza e l’istruzione, e intenda i detti sensati; perché riceva istruzione circa l’assennatezza, la giustizia, l’equità, la dirittura; per dare accorgimento ai semplici, e conoscenza e riflessione al giovane”. (Prov. 1:1-4) Un saggio rimprovero è più istruttivo di una dura esperienza, e la persona saggia imparerà da esso più di quanto uno stolto capirà da provata esperienza: “Un rimprovero fa più impressione all’uomo intelligente, che cento percosse allo stolto”. — Prov. 17:10.
Ripetutamente Israele non tenne conto del rimprovero divino e con stoltezza si espose ai violenti assalti e alle oppressioni dei suoi nemici, tutto perché non si sottometteva all’insegnamento di Dio. “Abbandonarono l’Eterno, l’Iddio dei loro padri che li avea tratti dal paese d’Egitto, e andaron dietro ad altri dèi fra gli dèi dei popoli che li attorniavano; si prostrarono dinanzi a loro, e provocarono ad ira l’Eterno. E l’ira dell’Eterno s’accese contro Israele ed ei li dette in mano di predoni, che li spogliarono; li vendé ai nemici che stavan loro intorno, in guisa che non poteron più tener fronte ai loro nemici. E quando l’Eterno suscitava loro de’ giudici, l’Eterno era col giudice, e li liberava dalla mano de’ loro nemici durante tutta la vita del giudice; poiché l’Eterno si pentiva a sentire i gemiti che mandavano a motivo di quelli che li opprimevano e li angariavano. Ma, quando il giudice moriva, tornavano a corrompersi più dei loro padri, andando dietro ad altri dèi per servirli e prostrarsi dinanzi a loro; non rinunziavano menomamente alle loro pratiche e alla loro caparbia condotta”. — Giud. 2:12, 14, 18, 19.
È chiaro che la nazione d’Israele imparò poco da queste dure esperienze, poiché sia sotto i giudici che sotto i re commise ripetutamente gli stessi grossolani errori che portò tali tempi di prove su di lei, e infine la sua caparbia via la condusse al suo rigetto come una tipica nazione teocratica. (Ezech. 21:29-32) Geova Dio non portò queste difficili esperienze sopra Israele. Israele le portò sopra se stesso disubbidendo ai comandi di Dio. Geova Dio portò correttori rimproveri sopra Israele perché tornasse sulla retta via, ma a causa della follia e della caparbietà d’Israele i buoni effetti di tali rimproveri non durarono a lungo. I Cristiani di oggi fanno sbagli, e perciò si arrecano spiacevoli esperienze, ma se essi sono mansueti e saggi trarranno profitto dall’amorevole correzione di Geova. “Figlio mio, non disprezzare la disciplina di Geova, e non venir meno quando sei corretto da lui; poiché Geova disciplina colui che ama”. “A quelli che ne sono stati ammaestrati essa produce frutti pacifici, cioè, giustizia”. (Ebr. 12:5, 6, 11, NM) Noi non portiamo sopra di noi stessi nessuna difficile esperienza, ma la disciplina e la correzione di Geova c’insegnano e ci ammaestrano alla giustizia.
Questo mondo presente è simile all’Israele dell’antichità. Il mondo potrebbe vantarsi che l’esperienza è la migliore maestra, ma se è così il mondo è uno studente molto testone. I suoi abitanti non hanno imparato a evitare il peccato esperimentandolo nei passati millenni. La loro esperienza in immoralità e bestemmia ha solo trovato loro altri adepti, più trincerati nelle cattive abitudini, finché oggi raggiunge il degradato stato predetto per gli ultimi giorni. Ancora e ancora questo vecchio mondo segue ciclo dopo ciclo di sanguinose guerre e odiosi crimini, mentre la sua sordida storia si ripete sopra ogni generazione; ma da tutta questa esperienza esso non impara niente, avendo questa generazione combattuto perfino due guerre mondiali e preparandosi ora per una terza. Come una scrofa che torna al suo pantano, come un cane che rimangia il suo vomito, il mondo non impara niente dall’esperienza, malgrado esso dica che l’esperienza è la migliore maestra. Ad Harmaghedon quella “migliore maestra” sarà la peggiore esperienza del mondo, la sua ultima esperienza, poiché allora esso sarà promosso da questa scuola di duri colpi a una morte dalla quale non sarà più risuscitato. — 2 Piet. 3:7.
Tuttavia, le persone di buona volontà non credono di dover deliberatamente provare il peccato per apprezzare la moralità, o subire la morte per imparare il valore della vita, o sentire la potenza di Geova contro di loro ad Harmaghedon per essere convinti ch’egli la possiede. Essi si rivolgono a Geova Dio e a Cristo Gesù come ai migliori Maestri. Nelle attuali condizioni la vita dell’uomo è breve e la sua esperienza magra, mentre Satana ha avuto migliaia d’anni d’esperienza nell’ingannare e intrappolare gli uomini. Noi non possiamo mettere in gara la nostra breve esperienza contro la sua, e sperar di vincere. Dobbiamo combattere la lunga esperienza di Satana attingendo alla illimitata sapienza di Geova. Noi abbiamo bisogno dei migliori maestri perché siamo istruiti a scansare le trappole di Satana. In Dio e Cristo abbiamo questi Maestri. Nella Bibbia abbiamo la loro inestimabile istruzione. — Prov. 2:1-12; 3:13-18.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1952 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Perché Isaia 45:7 dichiara che Geova Dio creò il male mentre sappiamo che egli è buono e giusto in tutte le sue vie? — C. S., Ontario, Canada.
Isaia 45:7 dichiara: “Io formo la luce, e creo le tenebre; faccio la pace, e creo il male; io sono Geova, che la tutte queste cose”. (SA) Geova Dio semina la luce per quelli che sono inclini alla giustizia, e mediante la sua Parola la Bibbia illumina le loro menti, ma reca oscurità mentale su coloro che volontariamente persistono nella condotta errata. (Sal. 82:5-7; 97:11; 2 Piet. 2:4; Giuda 13) La pace mentale, anche ora, è la parte di quelli che sono devoti a Dio e al suo servizio, e nel nuovo mondo sotto il regno del Principe della Pace tutti quelli che allora vivranno si rallegreranno in quel beato stato per sempre. (Sal. 72:1, 4, 7, 8; Isa. 9:5, 6) In quanto all’affermazione che Dio crea il male, non significa alcuna cosa o nessuna pratica che sia moralmente cattiva. “Male” come viene usato qui non significa male morale, di cui Dio non può mai esser colpevole, ma si riferisce a una calamità o un disastro o una distruzione, che egli porta sopra i suoi impenitenti nemici, e questo particolarmente alla battaglia di Harmaghedon. Dal tempo del ribelle Adamo in poi la punizione è venuta da Dio sopra gli empi volontari, e questo è stato del tutto giusto da parte di Dio, ma è stato come un male per coloro che l’han meritato. Questo soggetto è trattato per esteso nell’articolo in due parti intitolato “Pace e male” apparso nelle edizioni de La Torre di Guardia (inglese) del 10 e del 15 maggio 1930.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1952 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Perché la Traduzione del Nuovo Mondo dice che i seguaci di Cristo furono chiamati Cristiani “per divina provvidenza”? Io credevo che fosse un nome di scherno dato dagli increduli. In Genesi 4:26 sono menzionati uomini che si chiamavano ipocritamente col nome di Geova, e non sarebbero gli antitipi quelli che si chiamano col nome di Cristo? — F. B., Inghilterra.
Atti 11:26, NM, dice: “Fu la prima volta in Antiochia che i discepoli per divina provvidenza furono chiamati ‘Cristiani’”. La traduzione dice così perché questo è ciò che il termine originale greco sembra significare. Il verbo chrematízo in oggetto ricorre nove volte e il nome chrematismós ricorre una volta, e riferendoti a questi casi e osservando come la traduzione rende ciascuno di essi, comprenderai che queste parole greche sono sempre usate in relazione con ciò che è da Dio e quindi divino in tal senso. Si veda Matteo 2:12, 22; Luca 2:26; Atti 10:22; 11:26; Romani 7:3; Ebrei 8:5; 11:7; 12:25, e Romani 11:4. Perciò, data la natura controversa di Atti 11:26, il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo agì saggiamente rendendo il termine “per divina provvidenza furono chiamati”. Fossero essi i nemici che chiamarono i credenti Cristiani o fosse Dio mediante Gesù Cristo, il chiamarli con questo nome rientrava nella disposizione della divina provvidenza secondo l’uso scritturale del verbo adoperato. La parola greca usata in Genesi 4:26 nella versione greca dei Settanta non è la stessa parola usata nelle scritture che stiamo qui considerando, ma è la parola usata in Atti 2:21 e Romani 10:13.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1952 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
◆ Ne La Torre di Guardia del 15 dicembre 1951 l’articolo “Crescete e moltiplicate e riempite la terra” disse che le moltitudini risuscitate non avrebbero parte al mandato divino di sposarsi e generare figli, e come prova citava Matteo 22:30. Il libro “La verità vi farà liberi”, pagine 365-367, afferma che è ragionevole che le “altre pecore” morte prima di Harmaghedon avranno una subita risurrezione e parteciperanno al mandato divino, aggiungendo che questo non sarà contrario a Matteo 22:30. Quale è giusta? — R. K., New York.
Noi ci atteniamo ancora alle due affermazioni, e diciamo che non c’è fra loro contraddizione alcuna. La Torre di Guardia dichiarò che la risurrezione dei morti non costituirebbe un adempimento del mandato divino, e che le “moltitudini risuscitate” non si sposerebbero né genererebbero, citando Matteo 22:30 come prova, che afferma: “Nella risurrezione non si sposano né sono dati in matrimonio”. (NM) Il senso di questo testo indica ch’esso parla della risurrezione del genere umano, quando le moltitudini saranno risuscitate dai morti. Erano queste moltitudini che La Torre di Guardia aveva presenti quando parlò di “moltitudini risuscitate”. Noi non prevediamo che moltitudini della classe delle “altre pecore” muoiano prima o durante Harmaghedon, ma ci attendiamo che come classe sopravvivano ad Harmaghedon e compongano una “grande moltitudine” o “grande folla”. (Apoc. 7:9, 10, NM) Quindi queste non sono
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