-
Come rendere proficua la vostra lettura della BibbiaLa Torre di Guardia 1985 | 15 giugno
-
-
Come rendere proficua la vostra lettura della Bibbia
“BEATI i poveri in spirito”. Queste sono le parole iniziali del famoso Sermone del Monte pronunciato da Gesù, come compaiono in diverse versioni italiane della Bibbia. (Matteo 5:3, CEI) Riuscite a capire cosa in effetti intendeva dire Gesù con l’espressione “poveri in spirito”? Stava forse parlando di coloro che si sentono scoraggiati? O forse intendeva riferirsi agli stupidi? L’ultima ipotesi può apparire improbabile, ma è senza dubbio importante saperlo.
I testimoni di Geova, ritenuti dai loro stessi critici ottimi studiosi della Bibbia, hanno riscontrato che la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture soddisfa pregevolmente i requisiti di chiarezza e precisione. Ecco come questa traduzione rende quel brano del Sermone del Monte: “Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale”.
Alcuni commentari biblici ammettono che questo è ciò che significa l’espressione “poveri in spirito”. Per quale motivo, allora, molte versioni moderne, come quella cattolica della CEI o la Versione Riveduta (revisione 1982), continuano a usare l’espressione “poveri in spirito”?
Questo esempio mostra che per rendere proficua la propria lettura della Bibbia è necessario scegliere una traduzione accurata, chiara e comprensibile.
Un giusto atteggiamento
Per leggere con profitto la Bibbia il lettore deve avere l’atteggiamento giusto. Quelle stesse parole del Sermone del Monte specificano magnificamente quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento: “Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale”. Alla vostra vita manca forse una vera dimensione spirituale? Siete consci della necessità di nutrire la vostra mente e il vostro cuore di cibo spirituale? La Bibbia vi può aiutare a soddisfare questo bisogno.
La Bibbia, tuttavia, non vi darà di che nutrire la mente e il cuore se la esaminerete come fosse una qualunque opera letteraria. Dovete leggerla “non come la parola degli uomini, ma, quale veracemente è, come la parola di Dio”. (I Tessalonicesi 2:13) Leggerete non filosofia umana o una storia nazionalistica, ma i pensieri di Dio e la storia dei suoi rapporti con i suoi servitori terreni. Essa contiene anche straordinarie profezie, alcune delle quali si sono già adempiute, mentre altre sono in corso di adempimento davanti ai nostri occhi o si devono ancora realizzare per il massimo beneficio di tutta l’umanità.
Dato che la Bibbia è la Parola di Dio, per leggerla con profitto è necessario chiedere il Suo aiuto. È opportuno, pertanto, rivolgersi a Dio in preghiera prima di cominciare a leggere la Bibbia. Con parole semplici, che vengono dal cuore, chiedetegli di aiutarvi a capire ciò che leggete e a metterlo in pratica nella vostra vita. A volte ci manca la capacità di utilizzare la conoscenza acquisita, capacità che chiamiamo sapienza. La Bibbia stessa consiglia: “Se alcuno di voi è privo di sapienza, continui a chiederla a Dio, poiché egli dà generosamente a tutti e senza biasimare; ed essa gli sarà data. Ma continui a chiedere con fede, non dubitando affatto”. — Giacomo 1:5, 6.
Leggere con fede
Forse chiedete: Come posso pregare e leggere con fede se non ho fede? Ebbene, se intraprenderete la lettura della Bibbia ‘rendendovi conto del vostro bisogno spirituale’, la vostra fede aumenterà man mano che acquisterete conoscenza di Geova Dio e dei suoi meravigliosi propositi imperniati su Cristo. La vera fede non va confusa con la credulità cieca. La Bibbia stessa definisce la fede come “la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute”. — Ebrei 11:1.
Per avere vera fede è necessario un fondamento di conoscenza, la quale rende le cose promesse da Dio così reali come se si vedessero. Perciò la fede è qualcosa che si può acquisire. Deriva dal leggere e dall’ascoltare informazioni sul conto di Dio e in merito ai suoi meravigliosi propositi per l’umanità. L’apostolo Paolo dice che “la fede segue ciò che si ode. A sua volta ciò che si ode viene dalla parola intorno a Cristo”. — Romani 10:17.a
Man mano che la vostra fede crescerà, leggerete la Bibbia con sempre più profitto. Perché? Perché la vostra “aspettazione [delle] cose sperate” diverrà più “sicura”. A questo riguardo si potrebbe fare l’esempio di una nuova amicizia sorta fra voi e qualcun altro. Man mano che il tempo passa e lo conoscete meglio, vi fidate sempre più di lui. Infine, dopo aver affrontato diverse situazioni durante le quali il vostro amico non vi ha mai abbandonato, finite per fidarvi completamente di lui. Quando vi scrive sapete cogliere lo spirito di ciò che lui intende dire. Anche se una frase non è molto chiara, conoscete tanto bene quell’amico che non fate difficoltà ad afferrarne il pensiero. Leggete la sua lettera con un atteggiamento di fiducia, non con sospetto.
In modo simile, più conoscete la Bibbia e il suo Autore, Geova, più nutrirete fiducia sia in Dio che nella sua Parola. Quella fiducia non verrà indebolita da quegli episodi della storia biblica che possono sembrare difficili da capire. Per esempio, anche se a prima vista non è riconoscibile il motivo per cui Dio agì in maniera drastica contro un uomo o una nazione, con fiducia la riterrete un’azione necessaria. È come se di un amico fidato diceste: ‘Be’, se lo ha fatto, significa che c’era una ragione valida’.
È ovvio che la vostra fede in Dio sarà rafforzata se riuscite a scoprire il motivo per cui Egli agì in un particolare modo o per cui a volte sembra tardare nel prendere provvedimenti contro i malvagi. Ma forse vi occorre aiuto. Questo ci porta a considerare un altro importante aspetto per rendere profittevole la lettura della Bibbia.
Occorre aiuto
È un’ottima cosa leggere per intero la Bibbia. Al ritmo di un capitolo al giorno vi ci vorrebbero più di tre anni per completare sia le Scritture Ebraiche che quelle Greche Cristiane. Leggendone tre o quattro capitoli al giorno vi ci vorrà circa un anno. Ma per avere un’idea generale del contenuto della Bibbia potreste iniziare con i Salmi e i Proverbi. Poi tornate a Genesi, Esodo e Primo Samuele, prima di passare all’èra cristiana, con Matteo, Atti e alcune lettere scritte ai primi cristiani, come quella ai Filippesi, quelle di Giacomo e di Primo o di Secondo Pietro.
Nel far questo vi renderete conto del fatto che, per ottenere benefìci pratici e spirituali dalla Bibbia, è bene scoprire ciò che ha da dire su un particolare argomento. I brani che si riferiscono a un certo argomento forse si trovano in punti molto distanti fra loro. Con tutta probabilità riscontrerete di aver bisogno di pubblicazioni che vi aiutino a studiare la Bibbia per imparare cosa dicono le Scritture, soggetto per soggetto. Inoltre, dato che i libri biblici non sono disposti necessariamente in ordine cronologico, queste pubblicazioni vi possono aiutare a capire l’ordine in cui gli avvenimenti si sono verificati. Anche materiale geografico e storico può essere molto utile per comprendere le Scritture.
Dove trovare questo aiuto per studiare la Bibbia? Negli ultimi anni scrittori cattolici hanno pubblicato molti libri preparati esplicitamente per aiutare i cattolici a leggere la Bibbia. Ma questi scrittori si trovano di fronte a un dilemma: se aiutano realmente i cattolici a capire la Bibbia, questi non tarderanno ad accorgersi che gran parte dei dogmi cattolici non sono confermati dalle Scritture; d’altra parte, se sostengono la dottrina cattolica, essi minano la fiducia dei lettori nella Bibbia, dato che subordinano la Scrittura alla tradizione ecclesiastica. — Confronta Marco 7:13.
Un crescente numero di sinceri cattolici accettano l’aiuto offerto dai testimoni di Geova. In molti paesi migliaia di cattolici si sforzano di comprendere la Bibbia mentre la leggono, ma ricevono poco o nessun aiuto dai rispettivi sacerdoti. Assomigliano al funzionario etiope che stava leggendo il libro di Isaia. Quando l’evangelizzatore Filippo gli chiese se in effetti capiva quanto stava leggendo, l’etiope con umiltà rispose: “Come posso capire se nessuno me lo spiega?” (Atti 8:31, Parola del Signore, Il Nuovo Testamento) Filippo lo aiutò e di lì a poco quest’uomo sincero divenne un cristiano battezzato. In maniera analoga, quando i testimoni di Geova, nella loro opera di porta in porta, incontrano dei cattolici che dicono di possedere una Bibbia, i Testimoni chiedono se hanno bisogno di aiuto per leggere con vero profitto la Bibbia.
Una lettura fruttuosa
Nella loro opera di istruzione biblica, i testimoni di Geova impiegano una grande varietà di pubblicazioni per lo studio biblico, come per esempio Il mio libro di racconti biblici (116 racconti biblici scritti in modo semplice e in ordine cronologico), È la Bibbia realmente la Parola di Dio? (che fornisce prove scientifiche e storiche dell’autenticità della Bibbia), “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile” (un riassunto libro per libro del contenuto della Bibbia, con informazioni geografiche e storiche) e Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca (nel quale sono raccolti versetti relativi a 30 importantissimi soggetti, inclusa la meravigliosa speranza che oggi la Parola di Dio prospetta ai sinceri lettori della Bibbia).
Questi sussidi biblici, insieme all’aiuto personale che i testimoni di Geova saranno felici di offrirvi gratuitamente, renderanno piacevole e proficua la vostra lettura della Bibbia. Troverete una guida per la vita di ogni giorno e la meravigliosa speranza di vivere nel nuovo ordine promesso da Dio, nel quale, infine, la volontà di Dio ‘sarà fatta, come in cielo così in terra’. — Matteo 6:10, CEI.
-
-
Scaviamo più a fondo nella Parola di DioLa Torre di Guardia 1985 | 15 giugno
-
-
Scaviamo più a fondo nella Parola di Dio
‘Se continui a cercarla come i tesori nascosti, troverai la medesima conoscenza di Dio’. — PROVERBI 2:4, 5.
1. Qual è una vera fonte di felicità, e perché?
“FELICE è l’uomo che ha trovato la sapienza, e l’uomo che ottiene discernimento, poiché averla come guadagno è meglio che avere come guadagno l’argento e averla come prodotto che l’oro stesso. Essa è più preziosa dei coralli e tutti gli altri tuoi diletti non si possono uguagliare ad essa. Lunghezza di giorni è nella sua destra . . . È un albero di vita per quelli che l’afferrano, e quelli che la ritengono saldamente dovranno chiamarsi felici”. — Proverbi 3:13-18.
2. Perché i testimoni di Geova sono felici, ma cosa viene loro consigliato fin dal momento del battesimo?
2 I veri cristiani sono realmente felici di aver trovato la sapienza. Per sapienza si intende la capacità di usare la propria conoscenza della Parola di Dio nell’adorazione attiva, per risolvere i problemi quotidiani e per prendere decisioni relative alle mete che ci si propone nella vita. Prima che i testimoni di Geova accettino qualcuno per il battesimo, la sua conoscenza basilare della Bibbia viene valutata per mezzo di un’ampia serie di domande penetranti. Una delle domande conclusive dice: “Dopo il tuo battesimo in acqua, perché è indispensabile che tu segua un buon programma di studio personale e partecipi regolarmente al ministero?” Questo imprime nella mente del candidato al battesimo la necessità di continuare a studiare per andare oltre le cose elementari e ‘avanzare verso la maturità’. (Ebrei 6:1) Ma seguono tutti questo consiglio?
3, 4. (a) Cosa disse Paolo di alcuni cristiani che vivevano a Corinto e nella Giudea? (b) Cosa sembra accada oggi ad alcuni cristiani?
3 Nella sua prima lettera ai cristiani di Corinto l’apostolo Paolo si dolse di non poter parlare loro “come a uomini spirituali”, ma di doverlo fare “come a bambini in Cristo”. (I Corinti 3:1) Similmente, a cristiani che vivevano probabilmente nella Giudea scrisse: “Riguardo a lui abbiamo molto da dire e difficile a spiegarsi, giacché siete divenuti di udito torpido. Poiché, in realtà, mentre dovreste essere maestri a causa del tempo, avete ancora bisogno che qualcuno v’insegni dal principio le cose elementari dei sacri oracoli di Dio; e siete divenuti tali che avete bisogno di latte, non di cibo solido. Poiché chiunque partecipa al latte è senza conoscenza della parola della giustizia, perché è bambino”. — Ebrei 5:11-13.
4 Nello stesso modo, oggi, sembra che alcuni, una volta acquisita la conoscenza necessaria per dedicarsi a Geova nella speranza di vivere per sempre sulla terra paradisiaca, non coltivino serie e durevoli abitudini di studio. Forse pensano di saperne abbastanza per “tirare avanti”, spiritualmente parlando. Non vanno oltre la fase del “latte”. Paolo afferma con chiarezza che costoro rimangono “senza conoscenza della parola della giustizia”, non sono abituati cioè a usare la “parola della giustizia” per esaminare a fondo le cose. Paolo aggiunge: “Ma il cibo solido appartiene alle persone mature, a quelli che per mezzo dell’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere il bene e il male”. — Ebrei 5:14.
Per crescere occorre “cibo solido”
5, 6. (a) Cosa si può dire di alcuni che sono da anni nella verità, e perché questo è un fatto anormale? (b) Cosa disse Paolo a persone del genere, perciò cosa dovrebbero fare?
5 Da quanti anni siete dedicati servitori di Geova? Riflettete sulla vostra crescita spirituale nel corso di questi anni. Riuscite a spiegare con la Bibbia solo le verità fondamentali, “le cose elementari dei sacri oracoli di Dio”? Alcuni che seguono la via cristiana da 10 o 20 anni sono ancora alla fase del “latte”. Come verrebbe considerato un bambino di 10 anni, o un giovane di 20 anni, che fosse ancora allattato col poppatoio? Non sarebbe un fatto anomalo? La dieta a base di latte non ne arresterebbe forse la crescita? Potrebbe sopravvivere, ma non diverrebbe un adulto forte e sano. Lo stesso vale in senso spirituale.
6 Perché alcuni che sono cristiani da anni non sono spiritualmente forti tanto da prendere parte attiva nell’assistere quelli che è normale siano “bambini”, essendosi da poco schierati dalla parte di Geova? Costoro che non hanno fatto progresso hanno beneficiato per anni del tempo e delle attenzioni di anziani e altre persone mature. Eppure, secondo le parole di Paolo, essi stessi ‘dovrebbero essere maestri a causa del tempo’. Per divenire maestri devono andare oltre la dieta a base di “latte” e abituarsi a mangiare “cibo solido”. Come possono riuscirci? — Ebrei 5:12.
7. Secondo Ebrei 5:14, a quali persone si addice “il cibo solido”, e come lo diventa il cristiano?
7 Paolo dice che “il cibo solido appartiene alle persone mature”, da lui definite come quelle “che per mezzo dell’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere il bene e il male”. In altre parole, coloro che hanno l’abitudine di usare la conoscenza della Parola di Dio di cui dispongono per distinguere il bene e il male miglioreranno a poco a poco le loro facoltà di percezione e raggiungeranno la maturità cristiana. Si abitueranno a usare la “parola della giustizia” per esaminare a fondo le cose e distinguere in tal modo ciò che è sano da ciò che è dannoso dal punto di vista morale, spirituale e persino fisico. Mettendo in pratica quanto imparano, non saranno più “senza conoscenza della parola della giustizia”. Diverranno “persone mature”, alle quali ‘appartiene il cibo solido’. — Ebrei 5:13, 14.
Buone “abitudini alimentari”
8. In che modo un cristiano potrebbe limitarsi a una dieta a base di “latte”, ma come può prendere buone “abitudini alimentari” in senso spirituale?
8 I malati che hanno seguito una dieta a base di latte per un lungo periodo devono riabituare il loro corpo a ingerire cibo solido. In maniera analoga, coloro che hanno preso l’abitudine di “mangiucchiare” il cibo spirituale servito dallo “schiavo fedele e discreto”, scartando, per così dire, quei bocconi prelibati che bisogna “masticare” (con la riflessione e la ricerca) di più, dovranno compiere uno sforzo per prendere buone “abitudini alimentari” in senso spirituale. Avranno bisogno di ‘destare le loro chiare facoltà di pensare’ e ‘sforzarsi con vigore’. — Matteo 24:45; II Pietro 3:1, 2; Luca 13:24.
9. Cosa può aiutare uno che ha perso l’appetito?
9 Ci sono tre cose che possono aiutare chi è stato malato a ritrovare il desiderio di mangiare cibo solido e nutriente: (1) un motivo giusto, cioè il desiderio di star bene e di essere di nuovo in forze, (2) cibo appetitoso consumato a orari regolari e (3) sufficiente esercizio all’aria aperta. In che modo questi aspetti potrebbero aiutare qualcuno che ha perso il desiderio di cibarsi delle cose più profonde della Parola di Dio?
10. Quale giusto desiderio dovrebbe spingerci ad accrescere la nostra conoscenza della Parola di Dio?
10 Chi ha dedicato la propria vita a Geova dovrebbe sentire un forte desiderio di accrescere la propria conoscenza della Parola di Dio. Il nostro amore per Geova ci spinge a conoscere sempre meglio le sue qualità, la sua volontà e i suoi propositi. Per far questo sono necessari lo studio approfondito e la meditazione. (Salmo 1:1, 2; 119:97) Oltre a ciò, la nostra speranza di vivere per sempre sulla terra paradisiaca di Dio dipende dal continuare ad ‘acquistare conoscenza del solo vero Dio e di suo Figlio, Gesù Cristo’. (Giovanni 17:3) Ma il desiderio di vivere per sempre non dovrebbe essere il principale motivo che ci porta a studiare le Scritture. Questo era l’errore fatto da alcuni ebrei increduli. Dobbiamo ‘scrutare le Scritture’ in primo luogo perché amiamo Dio e desideriamo fare la sua volontà. — Giovanni 5:39-42; Salmo 143:10.
11. In che modo ci viene servito cibo appetitoso a orari regolari?
11 L’abbondanza di cibo spirituale fornitoci regolarmente e “a suo tempo” dallo “schiavo fedele e discreto” dovrebbe indurre tutti noi a manifestare il nostro apprezzamento avvalendoci pienamente delle buone cose provvedute. (Matteo 24:45) Dovremmo prendere buone “abitudini alimentari” in senso spirituale riservando tempo a sufficienza per leggere e studiare tutto l’ottimo materiale pubblicato sui libri e sulle riviste della Società (Watch Tower). Viene servito cibo spirituale a orari regolari durante le cinque adunanze settimanali organizzate nelle congregazioni dei testimoni di Geova di tutto il mondo. Siete presenti a tutte queste adunanze e siete ben preparati per assimilare il cibo che viene servito?
12. (a) In quale altra maniera un cristiano può sviluppare il proprio appetito spirituale? (b) Perciò, cosa ci possiamo chiedere?
12 Sia l’amore per Dio che l’amore per il prossimo dovrebbe spingerci a studiare la Sua Parola. (Luca 10:27) A chi ha perduto l’appetito in senso fisico può far bene compiere dell’esercizio all’aria aperta. Così anche al cristiano che vuole sviluppare il desiderio di nutrirsi di “cibo solido” può far bene uscire in predicazione e mettere a frutto la sua conoscenza per diffondere “questa buona notizia del regno” e per ‘fare discepoli delle persone di tutte le nazioni’. (Matteo 24:14; 28:19, 20) Ricordate che a quelli ‘divenuti tali che avevano bisogno di latte’, cioè bambini spirituali, Paolo disse che ‘avrebbero dovuto essere maestri a causa del tempo’. (Ebrei 5:12) Voi a che punto vi trovate, considerando da quanto tempo siete veri cristiani? Se siete fratelli, avete fatto progresso fino al punto di poter essere impiegati come “maestri”, nel campo e forse anche come anziani nella congregazione? Se siete sorelle cristiane, siete in grado di condurre studi biblici edificanti con coloro che si interessano della verità di Dio o di aiutare le vostre sorelle cristiane nell’opera di testimonianza?
Rendete piacevole lo studio
13. Che differenza c’è tra leggere e studiare?
13 È stato detto che leggere è un piacere mentre studiare è un lavoro. In un certo senso è vero. Si possono leggere molte cose edificanti come piacevole diversivo. Cosa ci potrebbe essere di più dilettevole che passare un’ora o due comodamente seduti a leggere le esperienze riportate nell’Annuario dei testimoni di Geova o un numero della rivista Svegliatevi!? Studiare, invece, vuol dire lavorare. Un dizionario afferma: “Lo studio comporta una concentrazione prolungata volta a conoscere dettagli che rivelino eventuali possibilità, applicazioni, modificazioni e nessi dell’oggetto studiato”. Sì, lo studio richiede sforzo. Ma, come qualsiasi lavoro ben fatto può essere soddisfacente e rimunerativo, così lo studio può essere piacevole e spiritualmente gratificante. È nel nostro interesse renderlo tale. Come fare?
14. Cosa potreste dover fare per rendere il vostro studio personale più piacevole e utile?
14 Perché lo studio sia piacevole e realmente utile è necessario dedicarvi sufficiente tempo. Dato che “lo studio comporta una concentrazione prolungata volta a conoscere dettagli”, quante volte potete onestamente dire di aver studiato la vostra Torre di Guardia o la pubblicazione usata per lo studio di libro di congregazione? Non sarebbe più esatto dire che spesso scorrete il materiale di studio sottolineando in fretta e furia le risposte alle domande, senza scendere realmente nei particolari e approfondire i motivi per cui sono date quelle spiegazioni? Se vi succede questo, con tutta probabilità il primo passo che dovete fare per imparare ad ‘alimentarvi’ meglio in senso spirituale è quello di ‘riscattare il tempo opportuno’ per studiare. (Efesini 5:15-17) Questo può significare sottrarre buona parte del tempo dedicato ad altre attività meno importanti. Ma forse vi sorprenderà vedere quanto può diventare piacevole lo studio quando avete il tempo di far onore al materiale, anziché doverlo leggere sbrigativamente.
15. Cos’altro è indispensabile perché lo studio sia piacevole e spiritualmente utile?
15 In relazione col fattore tempo c’è la preghiera. È indispensabile la benedizione di Geova perché lo studio sia spiritualmente utile. Dobbiamo rivolgerci a lui in preghiera nel nome di Gesù, per chiedergli di aprirci la mente e il cuore, affinché questi recepiscano realmente le verità che stiamo per studiare. Quante volte vi siete messi frettolosamente a prepararvi per un’adunanza, solo per accorgervi poi di aver dimenticato di chiedere a Geova di benedirvi e di darvi la sapienza per mettere in pratica nella vita quotidiana le cose apprese? Perché negarvi l’aiuto di Geova quando basta chiederlo? — Giacomo 1:5-7.
Scaviamo più a fondo
16. Secondo i versetti su cui si basa questo studio, cosa dobbiamo fare per trovare conoscenza, discernimento e intendimento?
16 Proverbi 2:4, 5 afferma: ‘Se continui a cercarla come i tesori nascosti, troverai la medesima conoscenza di Dio’. Il contesto di questo brano menziona la necessità di trovare i “detti”, i “comandamenti”, la “sapienza”, il “discernimento” e l’“intendimento” di Geova. Per cercare tesori ci vogliono sforzo e perseveranza. È necessario scavare molto. Lo stesso va fatto quando si ricerca “la medesima conoscenza di Dio”, il “discernimento” e l’“intendimento”. Anche per far questo è necessario scavare molto, o penetrare sotto la superficie. Non pensate che sia sufficiente scalfire la superficie della Parola di Dio.
17. Cosa dicono le Scritture circa i pensieri di Geova, e di che cosa dunque dovremmo essere grati?
17 Un salmista esclamò: “Come sono grandi le tue opere, o Geova! Molto profondi sono i tuoi pensieri”. (Salmo 92:5) L’apostolo Paolo scrisse pieno di ammirazione: “O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio!” (Romani 11:33) In un’altra lettera parlò delle “cose profonde di Dio”. (I Corinti 2:10) È vero che, come spiega Paolo, Dio rivela queste cose profonde “per mezzo del suo spirito”, la forza attiva che agisce in modo potente sui cristiani unti incaricati da Cristo Gesù di provvedere cibo spirituale. Dovremmo essere veramente grati alla classe dello “schiavo” per la ricerca spirituale che viene fatta per renderci sempre più chiare “le profondità di Dio”. — I Corinti 2:10, CEI.
18. In che modo ciascun cristiano può scavare più a fondo nella Parola di Dio, e di quali speciali strumenti di scavo disponiamo?
18 Ma questo fatto non solleva ogni singolo cristiano dalla responsabilità di scavare più a fondo nella Parola di Dio allo scopo di cogliere tutta la profondità dei pensieri spiegati. Questo vuol dire esaminare i versetti riportati. Significa leggere le note in calce degli articoli della Torre di Guardia, alcune delle quali rimandano il lettore a una pubblicazione precedente che spiega più ampiamente un particolare brano o una certa profezia. Richiede che si scavi in profondità, facendo lo sforzo di rintracciare la pubblicazione più vecchia per studiarne poi le pagine a cui si fa riferimento. Significa far pieno uso dei sussidi specialistici di studio biblico resi disponibili dalla classe dello “schiavo” nel corso degli anni, come per esempio gli indici, le concordanze, l’Ausiliario per capire la Bibbia e “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”. I cristiani dispongono veramente di ottimi strumenti di scavo, il più recente dei quali è la nuova edizione in inglese della Bibbia con riferimenti, che col tempo sarà disponibile in altre lingue. Mettiamo a buon frutto questi strumenti di scavo.
Studiate con uno scopo
19. Per quel che riguarda la conoscenza, a cosa è indispensabile stare attenti?
19 Non scaviamo più a fondo nella Parola di Dio allo scopo di sentirci superiori ai nostri fratelli, o di far vanto della nostra conoscenza. Questo è ciò che fanno spesso le persone mondane. Come principio, vale quello che scrisse Paolo: “La conoscenza gonfia, ma l’amore edifica”. (I Corinti 8:1) L’amore ci spingerà ad usare con umiltà la nostra conoscenza nell’opera di predicare e fare discepoli e nell’apportare con discrezione il nostro contributo alla buona riuscita spirituale delle adunanze cristiane.
20. Quali esortazioni dà Paolo a questo proposito?
20 Non rimaniamo “bambini”, ma “cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo”. (Efesini 4:13-15) “Avanziamo verso la maturità”. (Ebrei 6:1) Diveniamo persone mature, capaci di assimilare “il cibo solido” che ci renderà spiritualmente forti e utili all’interno della congregazione cristiana. Per far questo, però, ci vuole più che acquistare conoscenza tramite lo studio. È necessario nutrirsi con apprezzamento delle espressioni o dichiarazioni di Geova, come vedremo nel prossimo articolo. — Salmo 110:1; Isaia 56:8; 66:2.
Per ricordare
◻ Perché alcuni restano “bambini” spirituali?
◻ Cosa può essere di aiuto per divenire maturi?
◻ In che modo possiamo prendere buone “abitudini alimentari” in senso spirituale?
◻ Cosa può rendere più piacevole il nostro studio personale?
◻ Perché è necessario scavare a fondo nella Parola di Dio?
[Riquadro a pagina 11]
Fattori che possono servire per avere salute spirituale
1. Giusto motivo: Coltivare un profondo desiderio di conoscere meglio Geova
2. Alimentazione regolare: Avvalersi del cibo spirituale servito regolarmente dallo “schiavo fedele e discreto”
3. Esercizio: Usare la conoscenza per aiutare altri, impegnandosi per esempio nell’opera di predicazione
-
-
Nutriamoci della realizzazione delle espressioni di GeovaLa Torre di Guardia 1985 | 15 giugno
-
-
Nutriamoci della realizzazione delle espressioni di Geova
“L’uomo non deve vivere solo di pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Geova”. — MATTEO 4:4.
1. In che senso Geova è il grande Provveditore di cibo, ma cosa affermò Gesù in merito alle necessità dell’uomo?
GEOVA è il grande Provveditore di cibo. Si presentò all’uomo in questa veste già nel primo capitolo della Bibbia. (Genesi 1:29, 30) Molto tempo dopo, pieno di gratitudine il salmista Davide disse a Geova: “A te guardano tutti gli occhi con speranza, e tu dai loro il loro cibo a suo tempo. Apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni cosa vivente”. (Salmo 145:15, 16) Sì, Geova ha provveduto cibo in abbondanza sia per gli uomini che per gli animali. C’è tuttavia una differenza. Mentre agli animali è sufficiente nutrirsi fisicamente, Gesù indicò che l’uomo ha bisogno di più che di pane, o cibo, materiale. ‘Deve anche vivere di ogni espressione che esce dalla bocca di Geova’. — Matteo 4:4.
2. Cosa dovremmo sapere circa il significato delle parole di Gesù riportate in Matteo 4:4?
2 Gesù fece questa affermazione nel rispondere a Satana, il quale aveva cercato di indurlo a trasformare con un miracolo delle pietre in pane. Il Diavolo non insistette oltre e passò subito a un’altra tentazione. A giudicare dall’erronea applicazione del Salmo 91:11, 12 che poi fece, forse Satana nemmeno comprese cosa voleva dire Gesù con la Sua risposta alla prima tentazione. (Matteo 4:3-7) Ma a noi servitori di Geova interessano moltissimo le parole di Gesù. Noi che ci dilettiamo a scavare in profondità nella Bibbia per trarne il massimo beneficio spirituale possiamo chiederci: Gesù voleva dire che per condurre una vita piena è necessario studiare e forse imparare a memoria “ogni espressione che esce dalla bocca di Geova”? O che cosa intendeva dire?
Le espressioni di Geova
3, 4. Quale duplice significato hanno i termini greco ed ebraico tradotti “espressione”? Spiegate.
3 Nel respingere Satana, Gesù citò Deuteronomio 8:3, secondo la versione greca di questa scrittura ebraica che ne fa la Settanta. Il termine greco tradotto “espressione” (rhèma) ha un duplice significato. A volte è tradotto “parola”, “detto” o “espressione”. Ma, come il corrispondente termine ebraico (davàr), può anche significare “cosa”.
4 In Luca 1:37 leggiamo: “Presso Dio nessuna dichiarazione [rhèma] sarà un’impossibilità”. Luca 2:15 dice: “I pastori dicevano l’uno all’altro: ‘Andiamo in ogni modo fino a Betleem e vediamo questa cosa [rhèma] che è avvenuta, la quale Geova ci ha fatta conoscere’”. Perciò, particolarmente come viene usato in relazione con Geova, questo termine greco può denotare una “parola”, una “dichiarazione” o un’“espressione” di Dio. Oppure può denotare una “cosa”, sia che si riferisca a un “evento”, o a un’“azione” descritta, al risultato di quanto viene detto, alla parola realizzata.
5. Cosa significa Luca 1:37?
5 Inteso in questo modo Luca 1:37 non significa che Dio possa dire una qualsiasi cosa. Questo potrebbe valere per un uomo, anche se ciò che dice è improbabile che si avveri o se è privo di significato. Ma, riferito alle affermazioni fatte da Dio, Luca 1:37 vuol dire che ogni parola o dichiarazione di Geova non può non realizzarsi. La dichiarazione che l’angelo aveva rivolto a Maria doveva perciò necessariamente adempiersi. L’idea sottintesa nei termini ebraico e greco usati per la “parola”, l’“espressione” o la “dichiarazione” di Geova viene meravigliosamente espressa nel libro di Isaia. Geova afferma: “Poiché proprio come scende il rovescio di pioggia, e la neve, dai cieli e non vi torna, a meno che non saturi effettivamente la terra e la faccia produrre e germogliare, e si dia effettivamente seme al seminatore e pane a chi mangia, così sarà la mia parola [ebr. davàr; gr. rhèma] che esce dalla mia bocca. Essa non tornerà a me senza risultati, ma per certo farà ciò di cui mi son dilettato, e avrà sicuro successo in ciò per cui l’ho mandata”. — Isaia 55:10, 11.
‘Non solo di pane’
6, 7. Qual era il contesto storico-geografico di Deuteronomio 8:2, 3?
6 Per tornare ora alla nostra domanda, cosa intendeva Gesù allorché, citando Deuteronomio 8:3, disse che “l’uomo non deve vivere solo di pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Geova”? (Matteo 4:4) Voleva forse dire che l’uomo devoto si nutre semplicemente di espressioni, parole o dichiarazioni? Sarebbe stato sufficiente conoscere mentalmente queste espressioni divine? Esaminiamo il contesto storico nel quale furono pronunciate le parole di Deuteronomio citate da Gesù.
7 La pubblicazione per lo studio biblico “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, a pagina 35, ci dice: “Il libro di Deuteronomio contiene per il popolo di Geova un messaggio dinamico. Dopo aver vagato nel deserto per quarant’anni, i figli d’Israele stettero ora ai limiti della Terra Promessa”. Era l’anno 1473 a.E.V. Il luogo? Le pianure di Moab. Mosè, nel secondo discorso che rivolse agli israeliti riuniti in assemblea, dichiarò: “Ti devi ricordare di tutta la via per cui Geova tuo Dio ti ha fatto camminare in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti, per metterti alla prova in modo da conoscere ciò ch’era nel tuo cuore, se avresti osservato i suoi comandamenti o no. Egli t’ha dunque umiliato e ti ha fatto provare la fame e ti ha cibato con la manna, che né tu avevi conosciuta né l’avevano conosciuta i tuoi padri; per farti conoscere che non di solo pane in effetti vive l’uomo ma l’uomo vive in effetti di ogni espressione della bocca di Geova”. — Deuteronomio 8:2, 3.
8. In quale situazione si erano trovati gli israeliti, e perché Geova l’aveva permessa?
8 Pensate! Alcuni milioni di israeliti — vecchi e giovani, uomini, donne e bambini — avevano camminato per 40 lunghi anni “attraverso il grande e tremendo deserto, con serpenti velenosi e scorpioni e con terra assetata che non [aveva] acqua”. (Deuteronomio 8:15) Avevano bisogno di acqua e di viveri. A volte Geova aveva lasciato che provassero la fame e la sete. Perché? Per imprimere nella loro mente il fatto che “non di solo pane in effetti vive l’uomo ma l’uomo vive in effetti di ogni espressione della bocca di Geova”.
9. In che senso i bisogni degli israeliti erano stati soddisfatti dalle espressioni di Geova?
9 Che relazione correva tra i bisogni degli israeliti e le espressioni che uscivano dalla bocca di Geova? Ebbene, agli israeliti cos’era successo di tangibile come risultato delle espressioni di Geova? Mosè scrisse: “Il tuo mantello non si è consumato su di te, né il tuo piede si è gonfiato in questi quarant’anni. . . . [Geova] ti ha fatto uscire l’acqua dalla roccia di silice; [e] nel deserto ti ha cibato con la manna”. (Deuteronomio 8:4, 15, 16) La relazione è questa: Gli israeliti non avrebbero ricevuto alcuna di queste cose se Geova non avesse comandato che avessero luogo. Gli israeliti erano letteralmente vissuti “di ogni espressione [o comando] della bocca di Geova”.
Nutriti dalle espressioni di Geova
10, 11. In quali altri modi gli israeliti poterono essere nutriti dalle espressioni di Geova?
10 Oltre a dipendere da Geova per quel che riguardava cose materiali come cibo, acqua e vestiario, in quali altri modi gli israeliti poterono nutrirsi delle espressioni di Geova? C’erano anche vantaggi spirituali. Mosè disse agli israeliti che Geova aveva fatto loro vivere queste esperienze nel deserto ‘per umiliarli, per metterli alla prova in modo da conoscere ciò ch’era nel loro cuore, se avessero osservato i suoi comandamenti o no’. Aggiunse: “Nel tuo proprio cuore conosci bene che proprio come un uomo corregge suo figlio, Geova tuo Dio ha corretto te . . . in modo da farti del bene nei tuoi giorni di poi”. — Deuteronomio 8:2, 5, 16.
11 Se gli israeliti avessero tratto pieno profitto delle esperienze avute nel deserto, avrebbero realmente appreso come ‘vivere di ogni espressione della bocca di Geova’, non solo imparando a ubbidire ai suoi comandamenti scritti, ma provando in prima persona cosa avveniva come risultato delle espressioni di Geova nella loro vita come nazione e come singoli. Erano state fornite loro molte opportunità di ‘gustare e vedere che Geova è buono’. (Salmo 34:8) Le preziose esperienze fatte in relazione alle parole di Geova — sia quelle pronunciate che quelle adempiute — avrebbero dovuto sostenere spiritualmente gli israeliti.
12, 13. Come fece Giosuè a conoscere bene le espressioni di Geova, e cosa attestò?
12 Giosuè, succeduto a Mosè come condottiero di Israele, si sforzò di conoscere bene le espressioni di Geova riempiendone la propria mente. La sua fede fu rafforzata osservandone la realizzazione. Dopo la morte di Mosè, Geova rivolse a Giosuè questa espressione: “Questo libro della legge non dovrebbe dipartirsi dalla tua bocca e vi devi leggere sottovoce giorno e notte, per aver cura di fare secondo tutto ciò che vi è scritto; poiché allora avrai successo nella tua via e allora agirai con saggezza”. — Giosuè 1:8.
13 Verso la conclusione della sua vita, dopo aver fedelmente ubbidito alla parola di Geova e averne osservato l’adempimento nei confronti del popolo di Geova, Giosuè poté attestare: “Geova diede dunque a Israele tutto il paese che aveva giurato di dare ai loro antenati, ed essi ne prendevano possesso e vi dimoravano. Inoltre, Geova diede loro riposo tutto intorno, secondo tutto ciò che aveva giurato ai loro antenati, e non uno di tutti i loro nemici tenne loro fronte. Tutti i loro nemici Geova li diede nella loro mano. Non una promessa [ebr. davàr; gr. rhèma] venne meno di tutta la buona promessa che Geova aveva fatta alla casa d’Israele; s’avverò tutta”. (Giosuè 21:43-45) Veramente Giosuè visse e si nutrì non solo di pane letterale, “ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Geova”. — Matteo 4:4.
Viviamo delle espressioni di Geova oggi
14. (a) Scavando più a fondo in Matteo 4:4, come possiamo capire meglio cosa intendeva dire Gesù? (b) Cosa rafforzò gli israeliti che nutrivano apprezzamento?
14 Avendo scavato un po’ più a fondo nelle summenzionate parole che Gesù citò in risposta alla tentazione del Diavolo, possiamo capire meglio cosa intendeva dire Gesù. Il contesto storico-geografico del racconto di Mosè dal quale Gesù trasse la sua citazione indica che le espressioni di Geova mediante cui donne e uomini devoti devono vivere non sono semplicemente parole imparate a memoria. Per quegli israeliti “ogni espressione della bocca di Geova” era in stretto rapporto con la manna, l’acqua e il vestiario che non si logorava. Sì, nelle espressioni era compresa la loro realizzazione, le cose meravigliose fatte da Geova per il suo popolo. Fare esperienza di queste cose, in adempimento delle espressioni di Geova, rafforzò gli israeliti che nutrivano apprezzamento.
15. In che modo le espressioni di Geova ci possono nutrire?
15 In modo analogo, oggi, ciò che nutre il popolo di Geova non è semplicemente la lettura e lo studio delle espressioni di Geova, per quanto queste siano cose necessarie. È il fare esperienza, a livello collettivo e individuale, del modo meraviglioso in cui Geova si occupa di noi e agisce nei nostri confronti. Più ci rendiamo conto della maniera in cui Geova si comporta verso di noi, più queste espressioni adempiute ci nutriranno, rafforzando la nostra fede e la nostra spiritualità.
16. (a) Di che cosa si occupava un salmista? (b) Perché dovremmo fare la stessa cosa, e in che modo questo ci aiuterà?
16 Un salmista scrisse: “Ricorderò le pratiche di Iah; poiché di sicuro ricorderò le tue azioni meravigliose di molto tempo fa. E per certo mediterò su tutta la tua attività, e mi occuperò di sicuro delle tue opere”. (Salmo 77:11, 12) Se ci preoccuperemo di conoscere le pratiche, le azioni, l’attività e le opere di Geova a favore del suo popolo, comprendendo che sono la manifestazione tangibile delle sue espressioni, questi provvedimenti divini saranno per noi come pane spirituale. Ci permetteranno di avere una più intima relazione personale con Geova. Saremo come Gesù, il quale si rifiutò di trasformare delle pietre in pagnotte di pane come gli aveva detto di fare il Diavolo. In modo simile, staremo attenti a non permettere che beni materiali o un’indebita preoccupazione per le necessità materiali ci facciano cadere nella trappola del Diavolo e abbandonare l’adorazione di Geova.
17. Sotto quale aspetto Gesù fu un esempio meraviglioso?
17 Gesù affermò: “Il mio cibo è che io faccia la volontà di colui che mi ha mandato e finisca la sua opera”. (Giovanni 4:34) Egli fu un esempio meraviglioso, una dimostrazione pratica del fatto che “l’uomo non deve vivere solo di pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Geova”. — Matteo 4:4.
Attendiamo ulteriori istruzioni
18. Quale espressione divina si sta ora realizzando?
18 Geova, tramite suo Figlio, ha detto che “questa buona notizia del regno [sarà] predicata in tutta la terra abitata” prima che
-