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  • Il modo di vivere in Corea
    Svegliatevi! 1973 | 8 novembre
    • il calore in ogni parte del pavimento. Lo stesso impianto di riscaldamento che è sotto il pavimento provvede alla casalinga il calore necessario per cucinare i pasti. La cucina è proprio di fianco alla casa ed è più bassa rispetto al piano delle stanze principali della casa.

      All’ora dei pasti, aprono tavolinetti pieghevoli e la famiglia mangia sedendo per terra a gambe incrociate. All’ora di andare a letto, si tira fuori l’occorrente per dormire, e la famiglia dorme insieme sul pavimento caldo. Si dorme su una grossa imbottita, e se ne usa un’altra come coperta.

      Abiti coreani

      Gli uomini coreani indossano di solito abiti di tipo americano o europeo. Comunque, le donne portano ancora l’abito tradizionale. Il vestito principale si chiama chima.

      È una lunga gonna sciolta che da poco più su del punto naturale della vita arriva fin sotto le caviglie. Può essere di qualsiasi colore e fantasia, ma di solito è a colori vivaci. Sopra questa lunga gonna si porta una camiciola dai colori vivaci con le maniche e, anziché abbottonarle, le due punte di stoffa che si sovrappongono si legano insieme e vi si appunta una spilla ornamentale. Coi capelli tirati indietro e raccolti in una stretta crocchia, e vestite con il vivace, sciolto abito tradizionale, le donne coreane appaiono molto graziose e femminili.

      Quello che mangiano i coreani

      I Coreani si nutrono di un’interessante varietà di cibi di preparazione molto semplice e naturale, e molto sani. Carne e pesce sono comuni, ma non ne mangiano in gran quantità. L’alimentazione consiste essenzialmente di vegetali e vari frutti e noci. I cibi sono in genere piccanti e pepati. Non sono troppo cotti, ma solo bolliti e si mangiano con salsa di soia o salsa di peperoncino rosso. Il riso è l’elemento fondamentale dell’alimentazione, e ne consumano porzioni enormi. Insieme al riso, un pasto tipico può includere quanto segue:

      Kimchi, che è una pietanza piccante e pepata. È fatta di cavolo, o cetriolo, o rape sottaceto, messe in salamoia in una salsa di peperoncino rosso, sale, aglio e ghiande, insieme a pezzi di pesce fortemente aromatizzati. Possono esserci anche: spinaci bolliti, germogli di fagioli, formaggio vegetale ricavato dalla soia fritto in olio, brodo di alghe marine, ostriche crude, seppie crude o seppie fritte con lo zucchero.

      Se si tratta di un’occasione speciale, il pasto può includere anche la “carne infuocata”. È una pietanza cucinata sulla graticola proprio davanti alla persona seduta a tavola. Man mano che ciascun pezzo è cotto a puntino, la persona lo prende coi suoi bastoncini e lo inzuppa in salsa di soia prima di mangiarlo. Non è una pietanza piccante e il suo sapore unico e indimenticabile piace quasi a tutti.

      Religione

      La religione è una parte importante della vita coreana. Su una popolazione di 33 milioni di persone, 19,6 milioni affermano d’essere associati a una religione. Di questi, oltre 12 milioni sono buddisti o confuciani. L’adorazione degli antenati, che è una parte fondamentale di entrambe queste religioni, è praticata da oltre il 30 per cento della popolazione. Superstizione e divinazione sono comuni. All’angolo di ciascuna strada di una città si possono vedere indovini che fanno molti affari.

      Molti cominciano a capire che, come il buddismo non è stato di nessun vero aiuto per le persone negli scorsi 2.000 anni, è pure inutile confidare nella scienza moderna. Come prova di ciò, la stampa locale ha recentemente riferito che Seoul è la città più inquinata del mondo. Molti Coreani cercano qualche cosa di meglio.

      Come risultato, i Coreani s’interessano quando i testimoni di Geova li visitano per spiegare ciò che dice la Bibbia del futuro dell’uomo. Tuttavia, in modo curioso, la promessa biblica della “vita eterna” non è accolta volentieri. (Giov. 3:16) “Oh, no”, risponderà un Coreano. “Ma dobbiamo tutti morire. Deve nascere altra gente e noi vecchi dobbiamo morire!” Dicono così perché la loro religione ha insegnato loro dalla nascita che la vecchiaia e la morte sono desiderabili, specialmente per il fatto che la loro progenie allora offrirà loro adorazione e sacrifici.

      Quindi, parlando ai Coreani della Bibbia, il ministro dei testimoni di Geova si riferirà alla loro considerazione per gli stretti familiari e dirà qualcosa di questo genere: “Non sarebbe una vera benedizione vivere una vita lunga e piena e vedere i nostri figli crescere in un ambiente pacifico, divenire giovani uomini e donne che mostrano sempre rispetto agli anziani?” Quando si mostra che Dio promette questo nella Bibbia, molti Coreani di cuore onesto vogliono saperne di più.

      Ogni settimana i testimoni di Geova tengono nelle case coreane oltre 20.000 studi biblici a domicilio, e molti accettano le verità bibliche, divenendo zelanti ministri. Oltre 16.700 testimoni di Geova predicano oggi in Corea, in paragone con i meno di 8.000 di solo cinque anni fa. La scorsa estate, dall’1 al 5 agosto, si tenne a Seoul, in Corea, un’assemblea internazionale dei testimoni di Geova, con programmi in inglese ogni mattina per far conoscere ai visitatori le usanze e la storia del paese.

      La Corea è una delle nazioni in più rapido sviluppo nel mondo, e il valore totale della produzione nazionale aumenta di oltre il 10 per cento l’anno. E il Coreano medio è assai istruito. Nello stesso tempo, c’è qui un distinto modo di vivere orientale che affascina molti Occidentali.

  • L’eruzione minaccia Heimaey
    Svegliatevi! 1973 | 8 novembre
    • L’eruzione minaccia Heimaey

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Islanda

      POCO prima di mezzanotte dello scorso 22 gennaio gli abitanti di Heimaey, isoletta a sedici chilometri dalla costa meridionale dell’Islanda, avvertirono due leggere scosse di terremoto. Ma nessuno mise in relazione le scosse con Helgafell, il vulcano dell’isola da lungo tempo inattivo.

      Poi alle 2 di notte una donna chiamò i pompieri, informandoli di aver visto fiamme gigantesche. Pensava che una casa avesse preso fuoco. Guardando più da vicino, comunque, si appurarono i sorprendenti fatti.

      La terra si era aperta e vomitava fuoco e vapore! “Sembrava che la terra esplodesse”, disse l’ispettore scolastico dell’isola, Jonas Sigurdsson. Il crepaccio si era aperto sul pendio orientale di Helgafell, a soli pochi metri dalle case più vicine.

      L’intera città fu presto all’opera. La gente correva avanti e indietro, alcuni al

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