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  • Il modo di vivere in Corea
    Svegliatevi! 1973 | 8 novembre
    • Come risultato, i Coreani s’interessano quando i testimoni di Geova li visitano per spiegare ciò che dice la Bibbia del futuro dell’uomo. Tuttavia, in modo curioso, la promessa biblica della “vita eterna” non è accolta volentieri. (Giov. 3:16) “Oh, no”, risponderà un Coreano. “Ma dobbiamo tutti morire. Deve nascere altra gente e noi vecchi dobbiamo morire!” Dicono così perché la loro religione ha insegnato loro dalla nascita che la vecchiaia e la morte sono desiderabili, specialmente per il fatto che la loro progenie allora offrirà loro adorazione e sacrifici.

      Quindi, parlando ai Coreani della Bibbia, il ministro dei testimoni di Geova si riferirà alla loro considerazione per gli stretti familiari e dirà qualcosa di questo genere: “Non sarebbe una vera benedizione vivere una vita lunga e piena e vedere i nostri figli crescere in un ambiente pacifico, divenire giovani uomini e donne che mostrano sempre rispetto agli anziani?” Quando si mostra che Dio promette questo nella Bibbia, molti Coreani di cuore onesto vogliono saperne di più.

      Ogni settimana i testimoni di Geova tengono nelle case coreane oltre 20.000 studi biblici a domicilio, e molti accettano le verità bibliche, divenendo zelanti ministri. Oltre 16.700 testimoni di Geova predicano oggi in Corea, in paragone con i meno di 8.000 di solo cinque anni fa. La scorsa estate, dall’1 al 5 agosto, si tenne a Seoul, in Corea, un’assemblea internazionale dei testimoni di Geova, con programmi in inglese ogni mattina per far conoscere ai visitatori le usanze e la storia del paese.

      La Corea è una delle nazioni in più rapido sviluppo nel mondo, e il valore totale della produzione nazionale aumenta di oltre il 10 per cento l’anno. E il Coreano medio è assai istruito. Nello stesso tempo, c’è qui un distinto modo di vivere orientale che affascina molti Occidentali.

  • L’eruzione minaccia Heimaey
    Svegliatevi! 1973 | 8 novembre
    • L’eruzione minaccia Heimaey

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Islanda

      POCO prima di mezzanotte dello scorso 22 gennaio gli abitanti di Heimaey, isoletta a sedici chilometri dalla costa meridionale dell’Islanda, avvertirono due leggere scosse di terremoto. Ma nessuno mise in relazione le scosse con Helgafell, il vulcano dell’isola da lungo tempo inattivo.

      Poi alle 2 di notte una donna chiamò i pompieri, informandoli di aver visto fiamme gigantesche. Pensava che una casa avesse preso fuoco. Guardando più da vicino, comunque, si appurarono i sorprendenti fatti.

      La terra si era aperta e vomitava fuoco e vapore! “Sembrava che la terra esplodesse”, disse l’ispettore scolastico dell’isola, Jonas Sigurdsson. Il crepaccio si era aperto sul pendio orientale di Helgafell, a soli pochi metri dalle case più vicine.

      L’intera città fu presto all’opera. La gente correva avanti e indietro, alcuni al

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