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  • Sorveglianti nella destra di Cristo
    La Torre di Guardia 1958 | 1° agosto
    • unti perdere gli interessi del Regno ora, prima di Armaghedon, significa perdere la corona celeste. Per le “altre pecore” perdere ciò che hanno significa perdere la vita nel Nuovo Mondo sotto il Regno.

      31. Come gli unti sorveglianti devono mostrare di essere colonne e continuare a mostrarsi degni della Nuova Gerusalemme, e conformemente che cosa dovrebbero fare tutti i sorveglianti?

      31 Gli unti sorveglianti devono dimostrare di essere colonne nell’organizzazione del tempio di Dio, sostenendo l’adorazione del tempio alla quale ora prendono parte le altre pecore. Essi devono continuare a mostrarsi degni della Nuova Gerusalemme predicando il regno di Dio e mantenendosi puri come futura sposa dell’Agnello di Dio. Questo è indispensabile, se vogliono essere colonne nel glorificato tempio celeste e portare il nome della città di Dio come suoi celesti cittadini e condividere il nome altamente esaltato del Cristo divenendo la sua amorevole sposa. Il tempio, la Nuova Gerusalemme, il nuovo nome di Cristo nella sua posizione celeste: anche queste sono cose che le altre pecore devono riconoscere. Operino ora in armonia con queste realtà vitali. Chiunque non si mantiene santo, chiunque è spiritualmente ripugnante, chiunque sostiene una menzogna, sarà escluso dalla Nuova Gerusalemme e dal suo reame sulla terra. Perciò tutti i sorveglianti, specialmente quelli che hanno la prospettiva di far parte del tempio celeste, indichino notte e giorno la via dell’adorazione nel tempio. In tal modo essi otterranno il beneficio della promessa di Cristo descritta in Apocalisse 3:12.

      IL CANDELABRO DI LAODICEA

      32. Come si rivolse Gesù alla congregazione di Laodicea, e perché tale messaggio avrebbe dovuto pungere sul vivo la congregazione?

      32 Al tempo dell’apostolo Paolo vi era una congregazione a Laodicea. (Col. 4:15) Ma al tempo della rivelazione a Giovanni si era corrotta. Rivolgendosi ad essa per mezzo dell’angelo della congregazione, Gesù parla di se stesso come de “l’Amen, il testimone fedele e verace, il principio della creazione di Dio”. Quest’allusione avrebbe dovuto pungere sul vivo la congregazione di Laodicea, perché non affermava più di tutto cuore la verità come un amen. Non era più un testimone fedele e verace. Non dava alcuna prova di far parte della “nuova creazione” della quale Gesù Cristo era ed è il primo e principale membro. In che modo Gesù, come esemplare Sorvegliante principale, trattò allora il caso della congregazione di Laodicea, e come lo tratta ora?

      33. Perché Gesù minacciò di vomitarli dalla sua bocca, e come furono essi simili ad Efraim?

      33 Quelli che assomigliano ai Laodicesi non sono né caldi per stimolare né freddi per ristorare. Sono tiepidi! Perciò, come acqua tiepida, devono esser vomitati dalla bocca. Cristo non li vuole come suoi portavoce, come “ambasciatori in sostituzione di Cristo”, né come annunciatori del messaggio o testimoni al suo servizio. Non permetterà che partecipino all’adempimento di Matteo 24:14, a meno che non si pentano. Essi sono come la dominante tribù dell’antico Israele, Efraim. In che modo? Perché sono come una focaccia cotta a metà, come una schiacciata non rivoltata e quindi mezza cotta e mezza cruda, perciò di cuore diviso e di mente doppia: “Efraim è come una colomba stupida e senza giudizio; essi invocano l’Egitto [non Geova], vanno in Assiria [non a Dio]”. — Osea 7:8, 11, VR.

      34. Perché si trovavano i Laodicesi in tale condizione di tepidezza, e di che cosa avevano bisogno per eliminare la loro infelicità spirituale?

      34 Qual era la ragione? I Laodicesi non avevano continuato a cercare prima il regno di Dio e la giustizia che viene da esso mediante Cristo. (Matt. 6:33) Le loro parole indicano che ritenevano che le materiali ricchezze della terra significassero avere la felice approvazione di Dio; attribuivano maggior valore alla ricchezza materiale che ai valori spirituali del Regno, specialmente al “tesoro” di recare ad altri la verità del Regno. Di che cosa hanno bisogno ora i Laodicesi per eliminare la loro povertà, cecità e nudità spirituale? Un buono, onesto sforzo di comprare da Cristo l’oro della fede di provata qualità, vesti di giustizia che durino nel nuovo mondo, e il potere o la facoltà della vista spirituale, per vedere la grande importanza del Regno riguardo al quale deve ora esser data testimonianza in tutto il mondo.

      35. Pertanto che cosa devono fare i sorveglianti a favore dei Laodicesi per la loro guarigione spirituale?

      35 Ecco dunque un lavoro per i sorveglianti: ridestare coloro che assomigliano ai Laodicesi perché sentano la loro necessità spirituale e quindi aiutarli a divenire “ricchi in fede”. (Giac. 2:5) Tale fede è ricca di frutti del Regno e desta all’opera di testimonianza. Elimina la fiducia nella propria giustizia. Ci induce a cercare di essere giusti agli occhi di Dio, e a deporre ogni mondanità e nudità peccaminosa. I sorveglianti devono pure aiutare i Laodicesi ad usare il collirio spirituale; cioè, seguire l’insegnamento di Gesù al riguardo, il suo consiglio, il suo esempio e la sua disposizione mentale, e ad agire in armonia ad essi. Questo è un rimedio risanatore contro il “desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei beni della vita”. (1 Giov. 2:15-17) Riacquistando la vista spirituale, possono aiutare altri a vedere, e non essere ciechi che guidano altri ciechi.

      36. Come agisce Cristo verso quelli per cui ha affetto, e quindi che cosa devono fare i sorveglianti e come dovrebbero comportarsi i Laodicesi?

      36 Cristo come principale Sorvegliante rimprovera e castiga ma lo fa per affetto verso coloro che si sono impegnati a seguirlo. I sorveglianti sotto di lui devono fare altrettanto. I Laodicesi dovrebbero apprezzare questa coraggiosa, aperta dimostrazione di affetto ed essere zelanti nel pentirsi o mutare la loro mente e quindi mutare il loro modo di vivere.

      37. (a) Per che cosa è ora tempo, e quale invito è oggi rivolto ai Laodicesi? (b) Come mostreranno i moderni Laodicesi di non essere stati vomitati dalla bocca di Cristo?

      37 L’ora è tarda. È il tempo del miglior pasto della giornata, cioè la cena, il pasto serale. Gesù sulla terra partecipò a molti pasti serali, dando istruzioni spirituali mentre godeva l’ospitalità del padron di casa. Ora egli ci invita a godere con lui tale pasto spiritualmente edificante. Egli è ora alla porta della congregazione del tipo di quella di Laodicea e bussa. Voi Laodicesi, ascolterete il suo bussare, risveglierete il vostro affetto per Cristo, lo inviterete in mezzo a voi e lascerete che vi ammaestri in preziosa comunione con lui? In questo caso, riceverete il suo sorvegliante sulla vostra congregazione. Il vostro sorvegliante, l’angelo della congregazione, la “stella” nella destra di Cristo, è desideroso e ansioso di aprire la porta. Egli l’ha aperta perché Cristo entri per festeggiare con quelli che si pentono. Voi tutti, Laodicesi, dimostrate che non siete stati vomitati dalla sua bocca ma che fate ancora parte della sua congregazione venendo a tutte le adunanze della congregazione per lo studio e per il servizio, perché Gesù ha promesso di esser presente al pasto spirituale dove anche solo due o tre sono con riconoscenza radunati nel suo nome. Le “altre pecore” lasciano entrare Cristo, in modo che nel prossimo giudizio egli dirà loro: “Fui forestiero e mi accoglieste con ospitalità”. (Matt. 25:35) Questa ospitalità significa vita!

      38. Che cosa dobbiamo vincere ora, e quale premio sarà dato ai vincitori?

      38 Siamo tutti ammoniti dal rimprovero rivolto ai Laodicesi. Dobbiamo vincere il materialismo di questo mondo in questo “tempo della fine”. A chiunque vince, Cristo, parlando mediante lo spirito di Dio, promette un grande premio, ai suoi unti seguaci un trono, non di un regno di questo mondo, ma con lui alla destra del Padre suo nel cielo. Alle “altre pecore” vittoriose promette un posto dinanzi al suo trono, un posto di amorevole favore nella “nuova terra” del nuovo mondo di giustizia di Dio.

      39. Che cosa dovrebbero dunque fare le congregazioni e le loro “stelle”, e che cosa pregheremo che Cristo conceda loro?

      39 Risplendete dunque sorveglianti, come “stelle” nella destra di Cristo, in qualità di suoi angeli sulle congregazioni. Risplendete anche voi, congregazioni, come candelabri che egli serba al loro posto. Vi conceda egli la sua vigile cura e protezione affinché possiate dar luce per illuminare tutti quelli che vogliono essere salvati per sempre.

  • Sapienza e felicità sotto il governo del Nuovo Mondo
    La Torre di Guardia 1958 | 1° agosto
    • Sapienza e felicità sotto il governo del Nuovo Mondo

      LE PERSONE che vogliono essere libere, felici e prosperose cercano sempre un buon governo. Perché? La risposta è ovvia. Un buon governo reca la felicità. Un governo cattivo reca la miseria. Questo principio è a proposito dichiarato in queste parole: “Quando i giusti son numerosi, il popolo si rallegra; ma quando domina l’empio, il popolo geme”. — Prov. 29:2, VR.

      Il nuovo mondo sarà pieno di allegrezza perché il suo governo è totalmente giusto. Un esame della scritta Parola di Geova presenterà ampie prove che questo è vero.

      Un buon governo esisté ai giorni di Salomone, re d’Israele, mentre fu fedele a Geova, che rappresentò come re. Salomone applicò i princìpi che aveva appreso da suo padre Davide, che lo aveva preceduto sul trono. Davide aveva detto:” ‘Colui che regna sugli uomini con giustizia, colui che regna con timor di Dio, è come la luce mattutina, quando il sole si leva in un mattino senza nuvole, e col suo splendore, dopo la pioggia, fa spuntare l’erbetta della terra’. Non è egli così della mia casa dinanzi a Dio?” Evidentemente la casa di Salomone fu “dinanzi a Dio”, poiché ogni giorno fu un giorno felice per i suoi leali sudditi. Il racconto dichiara: “Giuda e Israele erano numerosissimi, come la rena ch’è sulla riva del mare. Essi mangiavano e bevevano allegramente. E Giuda ed Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, vissero al sicuro, ognuno all’ombra della sua vite e del suo fico, tutto il tempo che regnò Salomone”. — 2 Sam. 23:3-5; 1 Re 4:20, 25, VR.

      La fama di Salomone per il suo giusto governo si sparse in tutto l’antico mondo. Gli stranieri che vennero a vedere constatarono presto che la fama sottovalutava la realtà. La regina di Saba disse: “Io non ho riposto fede nelle parole finché non son venuta e non ho visto con i miei occhi, ed ecco! non me n’era stata riferita la metà. Tu hai sorpassato in sapienza e in prosperità le cose udite che avevo ascoltate. Felici i tuoi uomini, felici questi tuoi servi che stanno del continuo dinanzi a te, ascoltando la tua sapienza!” Più importante delle sue parole di lode fu la benedizione che ella invocò su Geova per quello che aveva visto. “Sia benedetto Geova, il tuo Dio, il quale si è compiaciuto in te mettendoti sul trono d’Israele, perché Geova ama Israele a tempo indefinito, perciò egli ti ha nominato re per rendere decisione giudiziaria e giustizia”. — 1 Re 10:7-9.

      Geova merita giustamente di essere benedetto. Tutto ciò che Salomone ebbe fu un dono proveniente da Geova. Nella sua giovinezza e inesperienza Salomone chiese a Geova di ‘dare al tuo servo un cuore ubbidiente per giudicare il tuo popolo, per discernere fra il bene e il male’. Geova rispose: “Ecco! io ti darò certamente un

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