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    La Torre di Guardia 1968 | 15 aprile
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  • Il latino e le Scritture Greche Cristiane
    La Torre di Guardia 1968 | 15 aprile
    • Il latino e le Scritture Greche Cristiane

      OGGI il latino è una lingua morta. Comunque, un tempo fu una lingua importante, viva. A motivo delle conquiste di Roma imperiale era parlato non solo in ogni parte d’Italia, ma anche in Gallia (Francia), Spagna e Africa settentrionale, essendo pure la lingua ufficiale di tutti i domini di Roma.

      La storia registra circa quattro periodi generali di letteratura latina. Il primo andò dagli inizi preletterari e preistorici del latino al 240 a.E.V. Il secondo, il preclassico, durò da quel tempo fin verso l’80 a.E.V. Il terzo, che molti dividono in due parti, durò dall’80 a.E.V. al 14 E.V. ed è chiamato Periodo Classico Aureo. Il quarto, il periodo d’“argento”, durò dal 14 E.V. al 130 E.V. Nei secoli successivi il latino declinò gradualmente, divenendo frammentario nelle varie lingue romanze, l’italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese e il romeno, mentre esso stesso divenne una lingua morta.

      Oltre alla vita letteraria e politica, il latino ebbe anche vita religiosa. Nell’ultima metà del secondo secolo E.V. le potenze religiose cominciarono a far sostituire il greco col latino quale lingua del vescovato romano.a Dopo circa diciassette secoli il Concilio Vaticano II ha permesso il ritorno al vernacolo locale nel dire la messa.

      Per secoli il latino, sebbene il suo uso declinasse fra il popolo comune, non solo fu la lingua ufficiale della Chiesa di Roma ma di tutta la cultura (insieme al greco), poiché moltissimi eruditi scrittori, comprese figure notevoli come Martin Lutero e Sir Isaac Newton lo usarono. Il latino della letteratura classica preservata sino al nostro giorno era lo stile usato dalle classi dotte e dal fior fiore della società, essendoci stato un latino comune o d’ogni giorno come c’era anche stato per un po’ di tempo un greco koiné. Medici, farmacisti e botanici usano ancora il latino nella loro professione.

      La maggioranza delle lingue europee trassero il loro alfabeto dal latino, che, a sua volta, l’aveva tratto dal greco. Metà delle parole della lingua inglese hanno origine dal latino.

      Poiché il latino era la lingua di Roma imperiale e quindi la lingua ufficiale della Palestina al tempo di Cristo, non è sorprendente trovare alcuni latinismi nelle Scritture Greche Cristiane. La parola “latino” stessa ricorre solo una volta nelle moderne traduzioni della Bibbia, in Giovanni 19:20, dove ci è detto che l’iscrizione posta sopra Gesù sul palo di tortura fu scritta pure in latino.

      I latinismi si trovano soprattutto nei Vangeli di Marco e Matteo, avendone Marco più di qualsiasi altro scrittore della Bibbia; questo rende credibile che egli scrivesse il suo Vangelo a Roma e per i Romani. L’apostolo Paolo, scrittore di quattordici dei ventisette libri delle Scritture Greche Cristiane, fece scarso uso di latinismi e non ce n’è nessuno nella Versione Greca dei Settanta delle Scritture Ebraiche.

      Il latino nelle Scritture Greche Cristiane si trova in varie forme. Così ci sono in esse più di quaranta nomi propri latini di persone e luoghi, come Aquila, Luca, Marco, Paolo, Cesarea e Tiberiade. Ci sono pure in esse una trentina di parole di natura militare, giudiziaria, monetaria e domestica, come centurio (ufficiale dell’esercito); colonia (colonia); denarius (“denaro”); speculator (guardia del corpo); titulus (titolo) e sicarius (assassino).

      Nelle Scritture Greche Cristiane compaiono pure certe espressioni o locuzioni latine. Fra queste ci sono “desiderando soddisfare la folla” (Mar. 15:15), “te la vedrai tu” (Matt. 27:4), e “dopo aver preso sufficiente cauzione”. — Atti 17:9.

      Inoltre, nelle Scritture Greche Cristiane ci sono certi aggettivi che, secondo l’esperto di greco Robertson,b si formano secondo il latino anziché secondo il greco. Tra questi ci sono

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