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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1969 | 15 febbraio
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ricevono giustamente l’ostracismo da parte di fedeli cristiani, essendo esclusi dalla loro associazione perché sono malfattori impenitenti. — 1 Cor. 5:11-13.
Proverbi 11:29 dice pure: “Una persona stolta sarà al servizio di chi è saggio di cuore”. Questo avviene di frequente. Anzitutto, alla persona stolta non si può affidare grande responsabilità. Spesso tale individuo diviene servo della persona che usa miglior giudizio di lui. La cattiva amministrazione delle cose personali può farlo divenire obbligato in qualche modo verso un altro. Per il fatto che è priva di saggezza, tale persona poco saggia può essere “al servizio di chi è saggio di cuore”.
Le parole di Proverbi 11:29 dovrebbero perciò far capire ai veri cristiani il bisogno di usare buon giudizio, agendo con saggezza in tutte le loro cose. Questo proverbio dovrebbe anche far loro capire l’importanza di evitare l’errata condotta che recherebbe loro l’ostracismo da parte di fedeli cristiani e specialmente di Geova Dio.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1969 | 15 febbraio
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Domande dai lettori
● Sotto la legge mosaica, qual era la differenza tra l’anno sabatico e l’anno giubilare? I debiti non erano cancellati durante entrambi gli anni? — E. P., U.S.A.
L’anno giubilare ha alcune caratteristiche in comune col regolare settimo anno sabatico, ma vi sono nette differenze. In quanto all’anno sabatico, secondo Deuteronomio 15:1, 2, v’era la remissione del debito: “Alla fine di ogni sette anni dovresti fare una remissione. E questa è la maniera della remissione: da parte di ogni creditore vi sarà la remissione del debito che ha lasciato contrarre al suo prossimo. Egli non dovrebbe far pressione sul suo prossimo né sul suo fratello per il pagamento perché si deve bandire la remissione a Geova”. Si intende che l’espressione “alla fine di ogni sette anni” significhi “nel settimo anno”. Paragonare Deuteronomio 14:28.
Quest’anno sabatico pertanto fu appropriatamente chiamato “l’anno della remissione”. (Deut. 15:9; 31:10) Quell’anno non solo il paese godeva di un riposo o remissione, rimanendo incolto (Eso. 23:11), ma doveva anche esserci riposo o remissione in relazione ai debiti contratti. (Deut. 15:3) Era una “remissione a Geova”, in suo onore.
In quanto alla remissione dei debiti nell’anno sabatico, sebbene alcuni commentatori considerino la cosa in modo diverso, evidentemente i debiti non erano cancellati, ma il creditore non doveva fare pressione sul suo prossimo ebreo perché pagasse un debito. Quell’anno era esentato dal pagamento di qualsiasi debito. Questo era un amorevole provvedimento, specialmente per il fatto che la terra non era coltivata durante l’anno sabatico e quindi, non essendovi messi, il contadino non avrebbe avuto nessuna entrata durante l’anno.
Quest’anno di remissione in cui non si doveva far pressione per il pagamento dei debiti non portava la remissione agli schiavi, molti dei quali erano schiavi perché si erano indebitati. Piuttosto, lo schiavo ebreo era messo in libertà nel settimo anno della sua servitù, o nel Giubileo se veniva prima. (Deut. 15:12; Lev. 25:10, 54) Questo regolamento è menzionato in Esodo 21:2: “Nel caso che tu dovessi acquistare uno schiavo ebreo, sarà schiavo per sei anni, ma nel settimo uscirà come uno reso libero senza onere”. Si deve notare che in questo caso la libertà dello schiavo non coincideva necessariamente con l’anno sabatico.
Comunque, nell’anno giubilare tutti quelli che si eran venduti schiavi, sia che i sei anni di servitù fossero terminati o no, erano affrancati; c’era la libertà. “Dovete santificare il cinquantesimo anno e proclamare la libertà nel paese a tutti i suoi abitanti. Esso diverrà per voi un Giubileo, e dovete tornare ciascuno al suo possedimento e dovreste tornare ciascun uomo alla sua famiglia”. — Lev. 25:10.
In quanto all’anno giubilare, si dovevano contare sette periodi di sette anni (7 × 7 =49), e l’anno dopo, il cinquantesimo, era l’anno giubilare. La terra aveva di nuovo completo riposo. (Lev. 25:11, 12) Il Giubileo era in un certo senso un intero anno di festa, un anno di libertà. La sua osservanza avrebbe dimostrato la fede d’Israele nel suo Dio Geova e sarebbe stato un tempo di rendimento di grazie e di felicità per i suoi provvedimenti. — Lev. 25:20-22.
Il corno del Giubileo annunciava che tutti i possedimenti di terra ereditari che erano stati venduti (di solito a causa di rovesci finanziari) dovevano essere restituiti; e ciascun uomo doveva tornare alla sua famiglia e al possedimento dei suoi antenati. Nessuna famiglia doveva sprofondare nella perpetua povertà. Ogni famiglia doveva avere il suo onore e il suo rispetto. Anche chi sperperava le sue sostanze non poteva per sempre perdere la sua eredità per i posteri. Dopo tutto, la terra era realmente di Geova e gli Israeliti stessi erano residenti temporanei dal punto di vista di Geova. — Lev. 25:9, 23, 24.
A causa della legge del Giubileo nessuna parte del paese doveva essere venduta perpetuamente. Dio stabiliva che, se un uomo vendeva della terra del suo possedimento ereditario, il prezzo di vendita doveva essere calcolato secondo il numero di anni che dovevano passare fino al Giubileo. Lo stesso prezzo era in vigore quando la terra ereditaria era riacquistata dal suo proprietario. In effetti una vendita di terra, perciò, era solo la vendita dell’uso della terra e del suo prodotto per il numero di anni che mancavano all’anno giubilare. (Lev. 25:15, 16) Questo si applicava alle case nei villaggi non cinti di mura, che erano considerati come aperta campagna, ma le case nelle città cinte di mura non erano incluse nella proprietà restituita nel Giubileo. Faceva eccezione la proprietà dei Leviti nelle città levitiche, i cui unici possedimenti erano le case e i terreni da pascolo intorno alle città levitiche; nel Giubileo la proprietà tornava loro. — Lev. 25:29-34.
Il settimo anno sabatico recava il riposo o remissione dall’essere obbligati a pagare i debiti e il riposo per la terra, ma l’anno giubilare recava molto di più: la completa libertà dai debiti e dalla servitù ai concittadini e la restituzione dei possedimenti ereditari, nonché un altro anno di riposo per la terra.
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Scritture per marzoLa Torre di Guardia 1969 | 15 febbraio
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Scritture per marzo
16 Scrutiamo le nostre vie ed esploriamole, e torniamo fino a Geova. “Noi stessi abbiamo trasgredito, e ci siamo comportati in maniera ribelle”. — Lam. 3:40, 42. TG 15/1/68 3, 4
17 Ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, . . . [stette] in piedi davanti al trono”. — Riv. 7:9. TG 15/4/67 1, 2a
18 Molti dei popoli del paese si dichiaravano Giudei. — Ester 8:17. TG 1/1/68 24
19 A qual fine? Affinché, come il peccato regnò con la morte, similmente anche l’immeritata benignità regnasse per mezzo della giustizia in vista della vita eterna per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. — Rom. 5:21. TG 15/8/67 22, 23
20 Continua a tenere il modello delle sane parole. . . . Custodisci questo eccellente deposito per mezzo dello spirito santo che dimora in noi. — 2 Tim. 1:13, 14. TG 1/3/68 9, 10
21 Desidero grandemente di vedervi, . . . perché vi sia fra voi uno scambio d’incoraggiamento, da parte di ciascuno mediante la fede dell’altro. — Rom. 1:11, 12. TG 1/12/67 13
22 Immediatamente [Saulo] predicava nelle sinagoghe Gesù. — Atti 9:20. TG 15/5/67 27, 28
23 Nessun altro uomo ha mai parlato come questo. — Giov. 7:46. TG 15/2/68 11, 12
24 Perché la sentenza contro un’opera cattiva non è stata eseguita rapidamente, per questo il cuore dei figli degli uomini s’è in loro pienamente volto a fare il male. — Eccl. 8:11. TG 1/10/67 14-16
25 Non essere fra gli smodati bevitori di vino, fra quelli che sono ghiotti mangiatori di carne. Poiché l’ubriacone e il ghiotto si ridurranno in povertà. — Prov. 23:20, 21. TG 15/12/67 23, 24
26 Datevi le città di rifugio . . . perché vi fugga l’omicida che in maniera non intenzionale avrà colpito a morte un’anima. — Gios. 20:2, 3. TG 1/2/68 16, 17
27 Non abbiamo portato nulla nel mondo, e non ne possiamo portare fuori nulla. Quindi, avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti. — 1 Tim. 6:7, 8. TG 15/7/67 10
28 Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi nemmeno se qualcuno sorge dai morti. — Luca 16:31. TG 15/9/67 18, 19a
29 Non vi è creazione che non sia manifesta alla sua vista, ma tutte le cose sono nude e apertamente esposte agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto. — Ebr. 4:13. TG 15/1/68 24, 25a
30 Il servo del Signore invece non deve litigare, ma essere mansueto con tutti, pronto ad insegnare e paziente. Deve correggere con dolcezza gli avversari. — 2 Tim. 2:24, 25, Na. TG 1/11/67 27, 28a
31 Il fanciullo diverrà nazireo di Dio . . . fino al giorno della sua morte. — Giud. 13:7. TG 1/8/67 5, 6
(Indicazione dei luoghi di ulteriori commenti su queste scritture: I numeri dopo la data de “La Torre di Guardia” si riferiscono ai paragrafi nel primo articolo di studio. Quando il numero del paragrafo è seguito da “a”, il commento è nel secondo articolo di studio; quando vi è “b”, si riferisce al terzo articolo di studio).
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STUDI “TORRE DI GUARDIA” PER LE SETTIMANE
del 16 marzo: “Qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”. Pagina 105.
del 23 marzo: ‘Non smettiamo di fare ciò che è eccellente’. Pagina 111.
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