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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Il libro di Rivelazione descrive una visione avuta dall’anziano apostolo Giovanni. Il nome del libro in greco, Apokàlypsis, che significa ‘lo scoprire’ o ‘il palesare’, è appropriato, poiché Rivelazione effettivamente palesa, svela molti avvenimenti futuri, ben lontani rispetto al tempo della sua composizione.

      VISIONI FALSE

      Nel 607 a.E.V., prima della distruzione di Gerusalemme, falsi profeti di quella città dichiaravano “la visione del loro proprio cuore”, messaggi che non provenivano da Geova. (Ger. 23:16) Non avendo visioni da Geova, ciò che vedevano in visione era privo di valore. (Lam. 2:9, 14) Poiché dicevano falsità e avevano “avuto visione di una menzogna”, Geova era contro di loro. — Ezec. cap. 13.

      PREDETTO CHE ALCUNI AVREBBERO VISTO VISIONI

      A differenza delle visioni false, e oltre alle visioni date da Dio di cui si è già parlato, Gioele fu divinamente ispirato a predire che, sotto l’influenza dello spirito di Dio, dei giovani “vedranno visioni”. (Gioe. 2:28) Pietro spiegò che c’era stato un adempimento di questa profezia il giorno di Pentecoste del 33 E.V., quando fu concesso lo spirito santo ai seguaci di Gesù Cristo ed essi miracolosamente annunciarono in molte lingue le “magnifiche cose di Dio”. — Atti 2:1-4, 11, 15-17.

  • Vita
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Vita

      Il principio della vita o il fatto di vivere; la vita è stata definita esistenza animata, o periodo di esistenza animata, di un individuo. Per ciò che riguarda la vita fisica, terrena, ciò che ha vita presenta tre aspetti distinti: crescita mediante metabolismo, riproduzione e possibilità di adattarsi all’ambiente mediante cambiamenti intrinseci. Il termine ebraico usato nelle Scritture è hhayyàh e quello greco zoè. Anche il termine ebraico nèphesh e quello greco psykhè, che significano entrambi “anima”, si riferiscono alla vita, non in senso astratto, ma alla vita di una persona o di un animale. (Confronta i termini “anima” e “vita”, usati in Giobbe 10:1; Salmo 66:9; Proverbi 3:22). La vegetazione ha vita, in essa opera il principio della vita, ma non vita come anima.

      HA ORIGINE DA GEOVA DIO

      La vita è sempre esistita, perché Geova Dio è l’Iddio vivente, la Fonte della vita, e la sua esistenza non ha principio né fine. (Ger. 10:10; Dan. 6:20, 26; Giov. 6:57; II Cor. 3:3; 6:16; I Tess. 1:9; I Tim. 1:17; Sal. 36:9; Ger. 17:13) La prima delle sue creazioni, il suo unigenito Figlio, la Parola, ricevette la vita. (Giov. 1:1-3; Col. 1:15) Per mezzo di questo Figlio, furono creati altri viventi angelici figli di Dio. (Giob. 38:4-7; Col. 1:16, 17) In seguito furono portati all’esistenza l’universo fisico (Gen. 1:1, 2), e nel terzo “giorno” creativo della terra le prime forme di vita fisica: l’erba, la vegetazione e gli alberi da frutto. Il quinto giorno furono create anime viventi terrene, animali marini e volatili; e il sesto giorno animali terrestri e infine l’uomo. — Gen. 1:11-13, 20-23, 24-31; Atti 17:25.

      Non per evoluzione

      Quindi la vita sulla terra non ha dovuto attendere che si formasse per caso, in determinate condizioni, un composto di sostanze chimiche. Una cosa del genere non si è mai verificata, e infatti è impossibile. La vita sulla terra è il risultato di un diretto comando di Geova Dio, la Fonte della vita, e dell’azione diretta del Figlio suo nell’attuare quel comando. Solo la vita genera vita. La Bibbia ci dice in ogni caso che ciò che è stato creato si riproduce “secondo la sua specie”. (Gen. 1:12, 21, 25; 5:3) Gli scienziati hanno riscontrato che c’è senz’altro discontinuità fra le diverse “specie”, e, a parte la questione dell’origine, questo è stato il principale ostacolo incontrato dalla loro teoria dell’evoluzione.

      Forza vitale e respiro

      Le creature terrene o “anime” sono dotate sia di attiva forza vitale o “spirito” che le anima, sia di respiro o alito che sostiene quella forza vitale. Sia lo spirito (forza vitale) che il respiro sono provvedimenti di Dio, ed egli può togliere la vita togliendo uno o l’altro. (Sal. 104:29; Isa. 42:5) Al tempo del Diluvio animali e esseri umani annegarono; fu mozzato loro il respiro e la forza di vita si estinse, si spense. “Tutto ciò nelle cui narici era attivo l’alito della forza della vita [lett. “l’alito dello spirito (o, forza attiva) della vita”], cioè tutto ciò che era sulla terra asciutta, morì”. — Gen. 7:22 e nota in calce NW, ed. 1953; vedi SPIRITO.

      Organismo

      Tutto ciò che ha vita, spirituale o carnale, ha un corpo o organismo. La vita stessa è impersonale, incorporea, essendo semplicemente il principio vitale. Parlando del tipo di corpo che avranno i risuscitati, l’apostolo Paolo spiega che esseri creati per vivere in ambienti diversi hanno corpi diversi. Di quelli che hanno vita sulla terra, dice: “Non ogni carne è la stessa carne, ma ve n’è una del genere umano, e v’è altra carne dei bovini, e altra carne degli uccelli, e altra dei pesci”. Inoltre dice che “vi sono corpi celesti, e corpi terrestri; ma la gloria dei corpi celesti è d’una sorta, e quella dei corpi terrestri è d’una sorta diversa”. — I Cor. 15:39, 40.

      A proposito della differenza nella carne dei vari corpi terrestri, l’Encyclopædia Britannica dice: “Un altro aspetto è l’individualità chimica ovunque manifesta; infatti ogni tipo di organismo distinto sembra avere qualche proteina sua propria che lo distingue, e un caratteristico tasso o ritmo di metabolismo. Quindi sotto la generale persistenza presente nell’incessante metabolismo c’è una triade di fatti: (1) la formazione che compensa la demolizione di proteine, (2) la presenza di queste proteine allo stato colloidale e (3) la loro specificità da un tipo all’altro”. [Il corsivo è nostro]. — Ed. 1942, Vol. 14, p. 42.

      TRASMISSIONE DELLA FORZA VITALE

      La forza vitale delle creature, la cui attività fu iniziata da Geova nelle prime creature di ogni specie (per esempio, nella prima coppia umana), poteva poi essere trasmessa alla progenie mediante il processo della procreazione. La vita dell’uomo e degli animali dipende, prima di tutto, dalla forza vitale avviata inizialmente nella prima coppia, e in secondo luogo dal respiro che sostiene quella forza vitale. La biologia conferma questo fatto. Ciò è evidente nel processo di morte che avviene in due fasi così classificate: Morte somatica o sistemica (detta anche morte clinica), che è l’assoluta cessazione delle funzioni del cervello, del sistema circolatorio e respiratorio (il corpo come unità organizzata è morto); e morte dei tessuti (detta anche morte biologica), la totale scomparsa di attività vitale delle ultime componenti strutturali del corpo. Quindi anche se la persona è morta oltre qualsiasi tentativo umano di rianimazione (morte somatica), la forza vitale è ancora presente nelle cellule dei tessuti del corpo finché alla fine ogni cellula muore completamente (morte dei tessuti).

      A differenza degli animali, l’uomo è capace di spiritualità. Questa capacità creò un bisogno in Adamo. Gli occorreva più che il solo cibo materiale; aveva bisogno di sostentamento spirituale; la spiritualità era necessaria al suo benessere fisico e mentale.

      Quindi, separata da Geova Dio e dai suoi provvedimenti spirituali la vita non può continuare all’infinito. In quanto a vivere per sempre, Gesù disse: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. — Giov. 17:3.

      Adamo perse la vita per sé e per i suoi discendenti

      Creato Adamo, Dio pose nel giardino di Eden “l’albero della vita”. (Gen. 2:9) Quell’albero evidentemente non aveva nel suo frutto alcuna intrinseca qualità vivificante, ma rappresentava la garanzia di vita “a tempo indefinito” data da Dio a coloro ai quali avrebbe concesso di mangiarne il frutto. Poiché l’albero era stato messo lì da Dio per uno scopo, senza dubbio Adamo avrebbe avuto il permesso di mangiare quel frutto dopo essersi dimostrato fedele nella misura ritenuta soddisfacente e sufficiente da Dio. Quando Adamo trasgredì, gli fu negata l’opportunità di mangiare dell’albero; infatti Geova disse: “Ora onde non stenda la mano ed effettivamente prenda anche il frutto dell’albero della vita e mangi e viva a tempo indefinito, . . .”. Geova agì di conseguenza: non avrebbe permesso che un essere indegno di vivere rimanesse nel giardino fatto per persone giuste e mangiasse dell’albero della vita. — Gen. 3:22, 23.

      Adamo, che aveva avuto vita perfetta, la cui continuità dipendeva dall’ubbidienza a Geova (Gen. 2:17; Deut. 32:4), ora sperimentò personalmente il risultato del peccato e del suo frutto, la morte. La sua vitalità era tuttavia forte. Anche in quella triste situazione, tagliato fuori da Dio e dalla vera spiritualità, visse 930 anni prima che lo cogliesse la morte. Nel frattempo poté trasmettere la vita, anche se non in misura piena, ai posteri, molti dei quali vissero da 700 a 900 anni. (Gen. 5:3-32) Comunque, il processo verificatosi in Adamo è descritto da Giacomo, fratellastro di Gesù: “Ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio. Quindi il desiderio, quando è divenuto fertile, partorisce il peccato; a sua volta, il peccato, quando è stato compiuto, produce la morte”. — Giac. 1:14, 15.

      Incidentalmente è il caso di menzionare a questo punto l’argomento di alcuni secondo i quali, nonostante la capacità del corpo umano di guarirsi e sostituire le parti logore, è escluso nel modo più assoluto che l’uomo possa vivere per sempre. Questo, dicono, è un fatto, perché le cellule del sistema nervoso centrale che possono andare distrutte non vengono sostituite. Gli esperimenti odierni sembrano avvalorare questa ipotesi. Tuttavia, un nervo leso può guarire; persino un nervo reciso, se dovutamente suturato, può rigenerarsi, anche se la guarigione dei nervi è più lenta di quella di altri tessuti. Quindi, benché le cellule nervose non si logorino e sostituiscano come le cellule cutanee, anch’esse subiscono un processo di riparazione e rigenerazione. Il fatto che questo avvenga è indicato dall’estrema longevità degli uomini prima del Diluvio. Il loro sistema nervoso centrale fu in grado di resistere ai danni prodotti dal tempo in centinaia di anni, nonostante l’incapacità dovuta al peccato e alla morte operanti nel loro corpo.

      Rigenerazione

      Per poter ridare agli uomini la perfezione fisica, con la prospettiva di vivere per sempre, Geova ha provveduto la verità, la ‘parola di vita’ che, se seguita, darà a chi è ubbidiente questa possibilità. (Giov. 17:17; Filip. 2:16) Seguendo la verità si acquista conoscenza del provvedimento preso da Dio con Gesù Cristo, “che diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”. (I Tim. 2:5, 6) Solo in questo modo l’uomo potrà riavere piena spiritualità e anche integrità fisica. — Atti 4:12; I Cor. 1:30; 15:23-26; II Cor. 5:21; vedi RISCATTO.

      Per mezzo di Gesù Cristo avviene dunque la rigenerazione alla vita. Egli è chiamato “l’ultimo Adamo . . . spirito vivificante”. (I Cor. 15:45) La profezia lo definisce “Padre eterno” (Isa. 9:6) e colui che “versò la sua anima alla medesima morte”, “come offerta per la colpa”. Egli, come “Padre eterno”, è in grado di rigenerare l’umanità, dando così vita a chi esercita fede nell’offerta della sua anima ed è ubbidiente. — Isa. 53:10-12.

      La speranza degli uomini dell’antichità

      Fedeli uomini dell’antichità avevano la speranza della vita. L’apostolo Paolo sottolinea questo fatto. Egli torna indietro nel tempo fino ai discendenti di Abraamo prima che fosse emanata la Legge, e parla di se stesso, un ebreo, come se fosse stato in vita allora, nel senso che era nei lombi dei suoi antenati, e fa questo ragionamento: “Io fui una volta vivente senza la legge; ma quando arrivò il comandamento, il peccato venne di nuovo in vita, e io morii. E il comandamento che era a vita, questo trovai essere a morte”. (Rom. 7:9, 10; confronta Ebrei 7:9, 10). Uomini come Abele, Enoc, Noè e Abraamo avevano speranza in Dio. Credevano nel “seme” che avrebbe schiacciato la testa del serpente: questo avrebbe significato liberazione. (Gen. 3:15; 22:16-18) Essi aspettavano “la città che ha reali fondamenta”. Credevano nella risurrezione dei morti alla vita. — Ebr. 11:10, 16, 35.

      Con l’emanazione della Legge fu rivelato che gli israeliti, e l’umanità in generale, erano peccatori. Inoltre la Legge condannava a morte gli ebrei. (Gal. 3:19; I Tim. 1:8-10) L’apostolo osserva: “Se fosse stata data una legge che potesse far rivivere, la giustizia sarebbe stata effettivamente per mezzo della legge”. (Gal. 3:21) Ora gli ebrei, essendo condannati dalla Legge, non solo erano dichiarati peccatori come discendenti di Adamo, ma erano squalificati anche in un altro modo. Per questa ragione Cristo morì su un palo di tortura, come dice Paolo: “Cristo ci liberò mediante acquisto dalla maledizione della Legge, divenendo una maledizione invece di noi, perché è scritto: ‘Maledetto ogni uomo appeso al legno’”. (Gal. 3:13) Eliminando questo ostacolo, cioè la maledizione in cui erano incorsi gli ebrei trasgredendo alla Legge, Gesù Cristo eliminò la barriera che precludeva la vita agli ebrei, dando loro possibilità di vita. Il suo riscatto poteva così beneficiare loro e anche altri.

      Vita eterna, premio concesso da Dio per la fedeltà

      Da tutta la Bibbia è evidente che la speranza dei servitori di Geova è stata di ricevere vita eterna per mano di Dio. Questa speranza li ha incoraggiati a rimanere fedeli. E non è una speranza egoistica. L’apostolo scrive: “Inoltre, senza fede è impossibile essere accetto a lui, poiché chi s’accosta a Dio deve credere ch’egli è, e che è il rimuneratore di quelli che premurosamente lo cercano”. (Ebrei 11:6) Dio è così; questa è una delle qualità per cui merita la piena devozione delle sue creature.

      Immortalità, incorruzione, vita divina

      La Bibbia dice che Geova ha immortalità ed è incorruttibile.

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