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  • “Venga il tuo Regno”
    La Torre di Guardia 1952 | 15 gennaio
    • “Venga il tuo Regno”

      1, 2. (a) Quale significato dà il clero alla venuta del Regno, e come è errata la loro applicazione di Romani 14:17? (b) Che cosa significa questo versetto?

      IL REGNO di Dio è il potente mezzo col quale egli santifica il suo eccelso nome e dimostra a tutta la creazione che è il Sovrano dell’Universo. Il clero della Cristianità pretende che il Regno per il quale qui si prega risieda nel cuore dei Cristiani e sia una condizione spirituale della quale essi godrebbero, e che la venuta del Regno significhi la conversione dei popoli a Cristo e l’assunzione da parte di Dio di governi e regni di questo vecchio mondo. A sostegno essi citano Romani 14:15-17: “Non rovinare a motivo del tuo cibo colui per il quale Cristo morì. Non permettere dunque che del bene che fai si parli con ingiuria verso di te. Poiché il regno di Dio non significa mangiare e bere, ma significa giustizia e pace e gioia con spirito santo”. (NM) Parlando schiettamente, quindi, se il Regno dovesse venire per convertire questo mondo e porre Dio nei suoi governi politici mediante l’influenza del clero, la preghiera per la venuta del Regno non verrebbe mai adempiuta. Osservate la Cristianità di oggi, per non parlare del paganesimo. Notate la sua paura del cosiddetto “comunismo ateo”. La sua unica difesa contro di esso è il baluardo militare delle potenze democratiche. Ai cattolici romani s’insegna ora a pregare per la conversione della Russia, vale a dire, per una conversione al cattolicismo romano, non alla religione ortodossa russa. Ma le orde naziste di Hitler non riuscirono ad aprire la Russia per la facile invasione del cattolicismo romano; e attualmente neppure la caduta del regime sovietico all’interno e la sua disfatta militare affretterebbero mai la conversione dei popoli comunisti al cattolicismo, e molto meno al vero Cristianesimo.

      2 Se, secondo Romani 14:17, aver giustizia, pace e gioia con spirito santo significa che il Regno esiste fra gli uomini, in quale quantità possiedono quindi queste cose l’Italia, la Francia, la Spagna e il rimanente della Cristianità? Certo non ne possiedono abbastanza per dimostrare che il regno di Dio esiste fra loro. Ma ciò che Romani 14:17 dice è che, se noi possediamo giustizia, pace e gioia con spirito santo, questo significa che acquisteremo un posto con Cristo Gesù nel regno di Dio. Quel regno non si acquista mangiando e bevendo. È la partecipazione alle altre cose spirituali, come pervenire alla conoscenza dell’unico vero Iddio e di Gesù Cristo che significa vita eterna; questo ci procura la vita eterna nel nuovo mondo. — Giov. 17:3.

      3. In che cosa consiste dunque il regno che deve venire, e perciò che cosa significa relativamente ai governi di questo mondo pregare per la sua venuta?

      3 Il regno che deve venire è il regno a proposito del quale Iddio fece un patto col re Davide e del quale il profeta Daniele disse: “E al tempo di questi re, l’Iddio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto, e che non passerà sotto la dominazione d’un altro popolo; quello spezzerà e annienterà tutti quei regni; ma esso sussisterà in perpetuo”. Un sogno ispirato di Daniele preannunziò altresì che questo regno divino sarà posto nelle mani di Cristo Gesù, il Figlio dell’uomo e Figlio di Davide. Il suo fedele corpo di seguaci, il suo piccolo gregge di coeredi, erediterà questo regno con lui. (Dan. 2:44; 7:13, 14, 18, 22, 27) Perciò quando un figlio del Padre celeste prega perché il Suo regno venga egli prega che il regno di Dio nelle mani di Cristo mandi in frantumi e annienti tutti i sistemi politici di questo mondo nella battaglia di Harmaghedon. Se ai patriotti non piace questo pensiero, cessino di dire questa preghiera.

      4, 5. (a) Quando e come questo regno fu messo al potere? (b) Quale fu una delle potenti manifestazioni della sua salita al potere?

      4 Nel 1914, in armonia con la visione di Daniele, il Figlio dell’uomo, Cristo Gesù, fu portato davanti al Vegliardo, il Padre celeste, e “gli furon dati dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, tutte le nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno, un regno che non sarà distrutto”. In questo modo Geova assunse il suo gran potere e cominciò a regnare in rapporto alla nostra terra e mise il suo Figlio al potere affinché regnasse in mezzo ai suoi nemici.

      5 Il 1914 fu l’anno divinamente segnato per questa assunzione di potere sopra la nostra terra, perché in quell’anno finirono “i fissati tempi delle nazioni”. Essi eran cominciati 2.520 anni prima col rovesciamento del regno tipico di Dio in Israele e con la distruzione di Gerusalemme e del tempio di Salomone. La loro fine avvenuta nel 1914 doveva segnare lo stabilimento del regno di Dio nelle mani del suo Erede del patto per il Regno, Gesù Cristo, e la consegna di tutte le nazioni perché fossero fatte in pezzi come vasi d’argilla con lo scettro di ferro del suo dominante Re. Così il regno del nostro Dio e l’autorità del suo Cristo si sono avverati. Una potente manifestazione di questo fatto fu la “guerra nel cielo” e la forzata espulsione di Satana e dei suoi demoni e il loro confinamento a questa terra per il trattamento finale. Non c’è da meravigliarsi dunque che noi possiamo oggi udire su tutta la terra la tonante voce di una gran folla di testimoni che dice come col rumoreggiar di molte acque: “Lodate Jah poiché Geova il nostro Dio, l’Onnipotente, ha cominciato a regnare come re”. — Apoc. 12:1-12; 19:6, NM.

      6. Dovremmo dunque cessar di pregare per la venuta del Regno? Perché o perché no?

      6 Significa dunque questo che il regno del nostro Padre celeste sia venuto, vale a dire, venuto nel modo indicato nella preghiera del Signore e che ora noi dovremmo cessar di fare questa invocazione? No; poiché, come fu raffigurato dal dramma profetico di Daniele interpretato a Nebucadnetsar, al regno è stata data esistenza come alla pietra staccatasi dal monte senz’opera di mano umana. Ma questa pietra del Regno deve ancora venire contro l’idolatra immagine dell’organizzazione mondiale di Satana, colpirne i piedi o parte visibile, abbattere la statua alla sua base e distruggerla totalmente nella battaglia di Harmaghedon. Quando l’antico re Davide regnava in mezzo ai suoi nemici nella Terra Promessa egli dovette andare contro tutti i suoi nemici e sottometterli finché non ebbe raggiunto tutti i confini del divino reame del regno. Similmente Cristo Gesù il Figlio di Davide, che ora regna in mezzo ai suoi nemici, deve ancora venire come un ladro in un giorno e a un’ora inaspettati contro questi nemici schierati ad Harmaghedon, infrangere la loro potenza organizzata e ridurli in polvere. — Dan. 2:31-35, 44, 45; Apoc. 16:13-16.

      7. Quando la preghiera per la sua venuta sarà pertanto pienamente adempiuta?

      7 La prima manifestazione della venuta del Regno si verificò quando diede inizio all’afflizione sull’organizzazione mondiale di Satana e precipitò lui dal cielo. La manifestazione completa della sua venuta si verificherà quand’egli riaccende quest’afflizione che è stata interrotta nel 1918 e spazza via l’organizzazione di Satana ad Harmaghedon. Allora Gesù il Re lega Satana e i suoi demoni, li precipita nell’abisso e lo sigilla per mille anni. Indi Cristo Gesù incomincerà a regnare per un millennio senza alcun ostacolo da parte di questo mondo. Sarà allora, pertanto, che la preghiera verrà pienamente adempiuta: “Venga il tuo regno”. — Apoc. 19:11 fino a 20:3.

      8. Dove deve venire, e perché ivi? Fino a dove si deve estendere?

      8 Questa terra è il luogo a cui il regno di Dio viene o estende la sua potenza e il suo dominio, perché è qui che Satana ha separato l’umanità da Dio. Ora, da quando Satana è stato precipitato quaggiù, la terra è il centro della ribellione, un’isola di ribellione in tutto l’universo; e Iddio sta localizzando la guerra di Harmaghedon solo a questa terra e alla sua prossimità. Il patto di Dio col re Davide per un regno eterno non fu limitato a uno stato spirituale di religiosità e moralità ma fu pure per il possedimento di territori. Iddio riservò al dominio di Davide soltanto il paese designato nel suo patto con l’antenato di Davide, Abrahamo, chiamato Terra Promessa. Ma il territorio che la profezia assegna al regno di Dio mediante Cristo si estenderà “da un mare all’altro, e dal fiume [Eufrate, già sede di Babilonia] fino all’estremità della terra”. La pietra simbolizzante il regno di Dio infrange la statua politica di Satana e diventa un gran monte che riempie tutta la terra. Leggiamo ancora: “Per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo: questo farà lo zelo dell’Eterno degli eserciti”. — Sal. 72:8; Dan. 2:35; Isa. 9:5, 6; Gen. 15:18-20.

      LA SUA VOLONTÀ

      9. Come avviene che la volontà di Dio si compie qui come in cielo?

      9 Da questo punto di vista possiamo apprezzare con maggiore intelligenza l’invocazione che segue immediatamente la preghiera per il regno di Dio: “Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra”. (Matt. 6:10, NM) Questo generalmente s’intende nel senso che la volontà di Dio dev’esser compiuta dalle creature umane sulla terra com’è compiuta dagli angeli spirituali nel cielo. Ma significa proprio questo? Oppure che Dio farà quello che vuole quaggiù sulla terra per mezzo del suo regno esattamente com’egli lo fa lassù nel cielo? Piuttosto quest’ultima cosa, benché comprenda anche il primo pensiero. Infatti è scritto: “Il nostro Dio è nei cieli; egli fa tutto ciò che gli piace, in cielo e in terra, nei mari e in tutti gli abissi”. Egli dice: “Io son Dio, e non ve n’è alcun altro; son Dio, e niuno è simile a me; che annunzio la fine sin dal principio, e molto tempo prima predico le cose non ancora avvenute; che dico: ‘Il mio piano sussisterà, e metterò ad effetto tutta la mia volontà’ . . . Sì, io l’ho detto, e lo farò avvenire; ne ho formato il disegno e l’eseguirò”. (Salmi 115:3; 135:6; Isa. 46:9-11; anche Eccl. 3:14; 8:3) Nell’anno da lui fissato, il 1914, egli diede nascita al suo regno intronizzando Cristo Gesù come Re in mezzo ai suoi nemici. E Gesù, che c’insegnò a pregare perché la volontà di Dio sia compiuta qui, esegue fedelmente la sua volontà verso questa terra come l’eseguì verso il cielo quando combatté e cacciò Satana e i suoi demoni da lassù. Gesù una volta venne sulla terra come uomo per compiere la volontà del Padre suo qui. Per averla compiuta egli fu ridestato dai morti e ascese al cielo per continuare a fare la volontà del Padre suo per sempre.

      10. Chi sono sulla terra quelli che ora compiono la volontà di Dio, ma com’è che non è la Cristianità?

      10 Ora il tempo che rimane a Satana per infierire e far la sua volontà, arrecando calamità sulla terra e sul mare e perseguitando il popolo di Geova sulla terra, è invero brevissimo. Ecco perché egli è così adirato e ora tenta di fare quanto di peggio gli è possibile, affin di distruggere tutto il genere umano e in ispecie il rimanente degli eredi del regno di Dio e tutta la folla dei loro conservi e compagni di buona volontà. Ma il rimanente non è terrorizzato dal furore di Satana e dalla sua guerra; essi “osservano i comandamenti di Dio e hanno l’opera di rendere testimonianza a Gesù”. Essi e i loro compagni di buona volontà sono interamente dedicati a compiere la volontà di Dio. Perciò ora partecipano con ubbidienza all’adempimento della profezia di Gesù concernente la fine di questo mondo: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di una testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine compiuta (Apoc. 12:12, 13, 17; Matt. 24:14, NM) Ma non si comporta così la Cristianità! Essa dice regolarmente il suo “Pater noster” ma non fa la volontà di Dio. Essa combatte contro i veri interessi del regno di Dio e combatte i testimoni di Geova i quali proclamano che il Regno è già stato stabilito. Essa è ora divisa entro se stessa da guerre calde e fredde contro il comunismo internazionale, e serve incoerentemente entrambe le parti del conflitto.

      11. Come la distruzione che Iddio esegue permetterà che la sua volontà sia compiuta sulla nostra terra come nel cielo?

      11 In quanto alla volontà di Dio che dev’esser compiuta nei cieli, egli ha insediato le nuove potenze celesti onde governino il prossimo, giusto nuovo mondo e ha spodestato Satana ed i suoi demoni e ha limitato le loro attività ora alla terra. Il suo insediato Re ha ora tutti i suoi nemici sul suo sgabello la terra e regna su loro. Tra breve egli distruggerà i cieli e la terra empi di Satana, l’organizzazione invisibile e visibile di Satana. Dopo questa distruzione egli edificherà una nuova società umana i membri della quale vorranno fare la volontà di Dio. Così la volontà di Dio di avere nuovi cieli e una nuova terra nei quali dimori la giustizia sarà compiuta, in adempimento della sua promessa. (2 Piet. 3:13; Isa. 65:17; 66:22) Non è volontà di Dio distruggere questa terra letterale, come non lo è distruggere i cieli letterali. Essi sussisteranno per sempre. Poiché la sua volontà è quella di far sussistere questo globo terrestre oltre la battaglia di Harmaghedon, la sua volontà può esser compiuta e sarà compiuta qui com’è compiuta lassù nel cielo.

  • Pane quotidiano, perdono, e liberazione
    La Torre di Guardia 1952 | 15 gennaio
    • Pane quotidiano, perdono, e liberazione

      1. A chi si riferiscono le tre precedenti, e le quattro rimanenti invocazioni della preghiera del Signore?

      LE PRIME tre invocazioni della preghiera del Signore trattano direttamente gl’interessi di Dio che sono di universale, prima importanza. Le rimanenti quattro invocazioni si riferiscono a noi creature individualmente e personalmente. Essendo il nostro Padre celeste, Iddio s’interessa amorevolmente di queste cose che influiscono in maniera vitale sui suoi figli sulla terra, e Gesù nostro Maestro ci assicura che possiamo presentarle a Geova Dio in preghiera.

      2. Con quale considerazione per il domani chiediamo solo il cibo per oggi?

      2 “Dacci oggi il nostro pane per questo giorno”. Chiedendo pane o nutrimento e bevanda per non più di oggi la preghiera adotta la corretta attitudine. Essa non presume che saremo in vita domani, tenendo presente Proverbi 27:1: “Non ti vantare del domani, poiché non sai quel che un giorno possa produrre”. Il discepolo Giacomo esprime questo stesso concetto e ci dice che dovremmo dire: “Se Geova vuole, saremo in vita e faremo pure questo o quello”. (Giac. 4:13-15, NM) In armonia con questa preghiera per una porzione di cibo per oggi solo Gesù dice poco dopo in questo stesso sermone sul monte come Iddio nutre gli uccelli e riveste i fiori, e aggiunge: “Quindi non siate mai ansiosi e non dite: ‘Che cosa mangeremo?’ o, ‘Che cosa berremo?’ o, ‘Che cosa indosseremo?’ Poiché tutte queste son le cose che le nazioni ansiosamente perseguono. Poiché il vostro Padre celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Continuate quindi a cercare prima il regno e la sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte. Perciò, non siate mai ansiosi del giorno seguente, perché il giorno seguente avrà le sue proprie ansietà. Basta a ciascun giorno il suo proprio male”. (Matt. 6:31-34, NM) Perciò oggi noi chiediamo solo il nostro pane quotidiano.

      3. In che modo la preghiera del Signore non incoraggia alcuno spirito di avidità?

      3 Luca 11:3 (NM) mette la preghiera simile in queste parole: “Dacci oggi il nostro pane per il giorno secondo l’esigenza del giorno”. Questo non incoraggia nessuno spirito d’ammassamento di cose per negare tali cose ad altri figli di Dio, né quello di accantonare o monopolizzare derrate in modo da padroneggiare il mercato, controllare i prezzi e fare profitti pecuniari a spesa della miseria del popolo. La preghiera del Signore non consiglia uno spirito di avidità. Al contrario, raccomanda una sincera dedizione con contentezza, il che significa un gran guadagno in modo effettivo, un guadagno di felicità e benedizione ora e di vita eterna nel giusto nuovo mondo. “Perciò, avendo nutrimento e di che coprirci, con queste cose saremo contenti.” — 1 Tim. 6:6-8, NM.

      4, 5. (a) In che modo questo pane quotidiano non è una concessione gratuita non guadagnata? (b) Perché non dobbiamo temere dato che viene sulla base di giorno per giorno?

      4 Questa preghiera per il pane quotidiano non vuol dire che Iddio ci tratti come bambini e ci provveda il nutrimento senza sforzo da parte nostra e ce lo metta sulla tavola o addirittura in bocca. No; questo pane materiale non è qualche cosa gratuita, non guadagnata. Iddio ci ha circondati di tutti i mezzi necessari per procurarci il pane, ma noi dobbiamo darci da fare e lavorare per ottenerlo meritatamente. Non c’è nessun motivo per vivere sulle spalle dei nostri conservi che lavorano duramente, ma Dio impone ai suoi figli idonei la regola: ‘Se qualcuno non vuole lavorare neppure mangi.’ (2 Tess. 3:10, NM) In armonia con la nostra preghiera con la quale gli chiediamo la nostra razione quotidiana per oggi, noi confidiamo ch’egli ci provvederà la forza fisica e mentale per lavorare e meritarla. Durante i quarant’anni di peregrinazione degl’Israeliti nel deserto, Iddio fece cadere la manna sotto forma di rugiada ogni giorno della settimana salvo il settimo. Così vi fu abbondanza di nutrimento per loro, ma dovevano uscire a raccogliere la manna e quindi farne pani cotti al forno. Il sesto giorno Iddio ne faceva cadere il doppio, perché il settimo giorno era un giorno di riposo e non ne sarebbe caduta, perché altrimenti si sarebbe guastata dato che per legge era loro vietato di uscire a raccogliere.

      5 Così la nostra preghiera di ricevere solo il pane per oggi ci metterebbe alla dipendenza di Dio per il nostro nutrimento giorno per giorno, ma egli ce lo provvederà paternamente durante il nostro viaggio attraverso questo vecchio mondo così fedelmente come provvide la manna agl’Israeliti.

      6. Quale assicurazione ha dato Iddio relativamente al nostro pane e alla nostra acqua, e che cosa si può fare per quelli che hanno meno di noi?

      6 A quelli che si rifugiano sotto l’organizzazione capitale di Dio, la Sion celeste, Geova fa quest’assicurazione come ha garantito finora: “Quegli dimorerà in luoghi elevati, le rocche fortificate saranno il suo rifugio; il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata”. (Isa. 33:13-16) Per esempio, durante l’assedio di Gerusalemme ad opera degli eserciti di Nebucadnetsar, Geremia fu imprigionato, ma anche qui i suoi carcerieri gli davano “tutti i giorni un pane dalla via de’ fornai, finché tutto il pane della città fosse consumato”. (Ger. 37:16-21) Similmente, durante questo periodo travagliato della Cristianità e fino oltre la guerra di Harmaghedon Geova ci assicurerà il pane e l’acqua

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