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  • L’amorevole benignità di Dio e il Regno
    La Torre di Guardia 1959 | 1° luglio
    • se stesso. Quindi possiamo certamente contare sulla sua lealtà.

      LEALTÀ VERSO IL REGNO

      14 Sin dal tempo in cui Geova stipulò con Davide il patto per il regno eterno, quel patto del regno richiese che tanto Dio quanto l’uomo lo sostenessero lealmente e vi rimanessero fedeli. Tale patto era connesso in modo inscindibile col re Davide e con la linea dei suoi successori al trono. Infatti il patto era impersonato dalla casa reale o dinastia di Davide, tanto che lealtà al patto significava lealtà verso la casa di Davide sotto Geova Dio. La lealtà dell’uomo doveva essere rivolta a quel patto; questo è un principio dal quale non si può allontanarsi, fino a quest’anno 1959, se siamo determinati a fare la volontà di Colui che ha proposto il patto, Geova Dio. Abbiamo Geova stesso come perfetto Esempio di lealtà.

      15 Qualche tempo dopo essere stato così altamente favorito con questo patto, il re Davide fu trascinato in una serie di ignominiosi peccati, turpi delitti in violazione dei Dieci Comandamenti. Aveva desiderato la moglie di un altro uomo e aveva commesso adulterio con lei, la moglie di un fedele ufficiale del suo esercito, Uria l’Eteo. Quando la donna si trovò incinta, Davide, mancando d’equilibrio spirituale, cercò di proteggere se stesso. Fece trasferire il marito di lei in una pericolosa posizione di combattimento, dove sarebbe andato incontro alla morte sicura. Dopo che il coraggioso, leale Uria era stato mandato a morire così, Davide mandò a prendere la moglie di Uria e la portò in casa propria perché fosse una delle sue molte mogli. Davide, essendo impuro e macchiato di sangue, non avrebbe dunque dovuto essere condannato a morte per questi delitti, e il patto fatto con lui non avrebbe dovuto essere cancellato?

      16 Mediante lo stesso profeta Natan dal quale aveva fatto annunciare a Davide il patto del regno, Geova mandò il suo messaggio di grave condanna, mostrando a Davide come avesse agito vigliaccamente. Per punizione una spada non si sarebbe mai allontanata dalla famiglia stessa di Davide; il male sarebbe sorto nella sua casa, e alcune delle sue mogli sarebbero state violate apertamente. Davide comprese che aveva disprezzato Geova e che aveva mancato di rispetto verso il Dio del patto. Addolorato egli confessò il suo peccato contro Geova. Egli temeva per la propria vita. “Tu non morrai”, gli aveva detto Natan; ma il figlio illegittimo del suo adulterio doveva morire. Nulla distolse Geova da questa decisione. Il bambino bastardo visse solo sette giorni, quindi morì.

      17 Ma, che accadde del patto del regno fatto con Davide? Geova non lo annullò. Egli vi rimase fedele; esercitò l’amorevole benignità implicata in questo patto perché raggiungesse il glorioso successo. Davide ritornò nel favore divino e rimase sul “trono di Geova” a Gerusalemme; ma le diverse punizioni indicate nella condanna di Geova furono inflitte a Davide a suo tempo. La profondità dell’amorevole benignità o amore leale di Geova venne mostrata ancor più allorché il secondo figlio che Davide ebbe da colei che era stata moglie di Uria, un figlio legittimo, fu scelto da Dio quale successore di Davide al trono e continuatore del patto del regno. Perciò dopo che Davide morì nel favore di Dio, “Salomone si assise sul trono di Geova, come re invece di Davide suo padre e prosperò e tutti gli Israeliti gli ubbidivano”. (1 Cron. 29:23; 2 Sam. 11:1 fino a 12:25) L’amorevole benignità di Geova, secondo il patto del regno, dimostrò di essere un meraviglioso mezzo di salvezza!

      18 Per questo il re Davide poté dire nel suo salmo: “Ti ringrazierò, o Geova, fra le nazioni, e canterò al tuo nome. Sei Colui che compie grandi atti per salvare il suo re ed esercita amorevole benignità verso il suo unto, verso Davide e la sua progenie per sempre”. (2 Sam. 22:50, 51) Quando dedicò il magnifico tempio per cui Davide aveva fatto grandi preparativi, il re Salomone, suo figlio e successore, poté dire con sentita riconoscenza: “O Geova, Dio d’Israele, non vi è lassù nei cieli o quaggiù sulla terra un Dio simile a te, che mantieni il patto e l’amorevole benignità verso i tuoi servitori che camminano dinanzi a te con tutto il loro cuore, tu che hai mantenuto ciò che avevi promesso al tuo servo Davide, mio padre, e in questo giorno l’hai adempiuto con la tua stessa mano. E ora, o Geova, Dio d’Israele, mantieni al tuo servo Davide, mio padre, ciò che gli promettesti dicendo: ‘Non ti mancherà mai un uomo che sieda dinanzi a me sul trono d’Israele, se soltanto i tuoi figli baderanno alla loro via camminando dinanzi a me come tu hai camminato dinanzi a me’. E ora, o Dio d’Israele, s’avveri la promessa che facesti al tuo servo Davide, mio padre”. — 1 Re 8:22-26.

      19 In triste contrasto col padre suo Davide, il re Salomone in tarda età s’allontanò da Geova. Qui di nuovo fu necessario che Geova esercitasse la sua amorevole benignità, per la preservazione dell’eterno patto del regno. Il patto non fu abolito, perciò Roboamo, figlio di Salomone, salì al trono di Geova a Gerusalemme, ma non come re di tutte le dodici tribù d’Israele. Secondo la punizione decretata da Geova dieci tribù furono tolte dal dominio dei re della casa di Davide. Quindi Roboamo continuò a regnare soltanto su due tribù fedeli, Giuda e Beniamino. (1 Re 11:1-13; 12:19-24) Roboamo morì come un re malvagio, eppure suo figlio Abia salì al trono del regno di Giuda. Perché? La risposta ispirata dice: “Per amore di Davide, Geova suo Dio gli diede una lampada in Gerusalemme suscitandogli un figlio dopo di lui e lasciando sussistere Gerusalemme, perché Davide aveva fatto ciò che era giusto agli occhi di Geova e non si era scostato da alcuna cosa gli avesse comandato in tutti i giorni della sua vita, tranne nel caso di Uria l’Eteo”. — 1 Re 15:4, 5.

      20 Quando il re Abia andò a far guerra alle dieci tribù ribelli, si rivolse dapprima a loro dalla cima di un monte con queste parole: “Non sapete che Geova il Dio d’Israele diede per sempre il regno sopra Israele a Davide, a lui e ai suoi figli, con un patto di sale? . . . E ora voi pensate di resistere contro il regno di Geova nelle mani dei figli di Davide, essendo una grande moltitudine e avendo con voi i vitelli d’oro che Geroboamo [vostro re] vi fece come dèi. . . . Ed ecco, con noi alla nostra testa vi è il vero Dio con i suoi sacerdoti e con le trombe per dare il segnale della battaglia contro di voi. Figli d’Israele, non combattete contro Geova, il Dio dei vostri padri, perché non avrete successo”. (2 Cron. 13:3-12) Tuttavia il patto del regno e la leale fedeltà a Geova, Dio del patto, non convinse gli Israeliti ribelli. Essi proseguirono il combattimento, ma Geova vinse la battaglia per coloro che si attenevano lealmente al patto per il regno che aveva fatto con Davide.

      21 La divisione delle dodici tribù d’Israele in due regni mise a dura prova gli Israeliti leali verso il patto del regno. Ma vi furono Israeliti che posero l’adorazione di Geova e il suo patto del regno al di sopra del nazionalismo. Essi sono un esempio per noi oggi. Prendete per esempio i sacerdoti e i Leviti che servivano nel tempio di Geova a Gerusalemme, ma le cui case si trovavano nelle quarantotto città dislocate in mezzo alle dodici tribù d’Israele. (Num. 35:6-8; Gios. 21:1-41) Ecco ciò che la narrazione dice di loro:

      22 “I sacerdoti e i Leviti stessi che si trovavano in tutto Israele passarono dalla sua parte [del figlio del re Salomone] da tutti i loro territori. Poiché i Leviti abbandonarono i loro pascoli e le loro proprietà e vennero in Giuda e a Gerusalemme, perché Geroboamo [re delle dieci tribù ribelli] e i suoi figli li avevano esonerati dal loro incarico di sacerdoti di Geova. . . . E in seguito [i Leviti] di tutte le tribù d’Israele, quelli che davano il loro cuore per cercare Geova, il Dio d’Israele, vennero loro stessi a Gerusalemme per far sacrifici a Geova, il Dio dei loro padri. E rafforzarono il regno di Giuda e consolidarono Roboamo, figlio di Salomone”. — 2 Cron. 11:13-17.

      23 Gli Israeliti che vivevano temporaneamente in Giuda non si ribellarono né provocarono la guerra civile, ma si sottomisero lealmente al re che rappresentava il patto del regno che Geova aveva fatto con Davide. La narrazione dice: “In quanto ai figli d’Israele che abitavano nelle città di Giuda, Roboamo continuò a regnare su di loro”. — 2 Cron. 10:17.

      24 Durante i regni di alcuni re di Giuda, fedeli Israeliti passarono al regno di Giuda, perché il suo re aveva l’amorevole benignità o la dimostrazione del leale amore di Geova. Ai giorni del re Asa, nipote di Roboamo, “egli cominciò a raccogliere tutto Giuda e Beniamino insieme ai residenti temporanei provenienti da [le tribù ribelli di] Efraim, Manasse e Simeone, perché da Israele erano passati in gran numero dalla sua parte quando videro che Geova, suo Dio, era con lui. Quindi si radunarono a Gerusalemme . . . Inoltre convennero nel patto di cercare Geova, il Dio dei loro padri, con tutto il cuore e con tutta l’anima”. Essi lo cercarono mentre poteva essere trovato ed “egli si lasciò trovare da loro”. — 2 Cron. 15:9-15.

      25 Il re Ocozia fu l’ottavo re di Gerusalemme della famiglia di Davide. Alla sua morte vi fu una memorabile dimostrazione di lealtà al patto del regno rappresentato dalla casa reale di Davide. Sua madre Atalia, nipote dell’empio Amri, re delle dieci tribù ribelli, usurpò il trono di Gerusalemme. Secondo il patto del regno stabilito da Geova quel trono apparteneva solo ad uomini. Per rimanere sul trono Atalia “distrusse tutta la discendenza reale della casa di Giuda”, tranne un piccolo bambino, Joas. Sua zia, Josabet, aveva sposato un Levita, il sommo sacerdote Joiada; determinata a mantenere in vita la discendenza reale del re Davide in armonia col patto secondo cui non sarebbe mai venuto meno a Davide un uomo che sedesse sul suo trono, la zia Josabet rapì il piccolo Joas, e lo tenne nascosto con la sua balia in una stanza interna del tempio di Geova.

      26 Come fu appropriato che il tempio di Geova nascondesse l’unico erede del Suo patto del regno! Nel settimo anno dell’esistenza clandestina di Joas, il leale sommo sacerdote Joiada lo condusse fuori e lo unse re presso una colonna del tempio. La sanguinaria usurpatrice Atalia udì le grida di giubilo. “Congiura, congiura!” gridò quando entrò e vide ciò che accadeva. Fedele al legittimo re di Geova, il sommo sacerdote Joiada la fece condurre fuori e mettere a morte alla porta del palazzo. (2 Cron. 22:10 fino a 23:15; 2 Re 11:1-16) Per la sua amorevole benignità Geova, mediante i suoi adoratori leali, tenne fede al patto che aveva fatto col suo servo, il re Davide.

      27 La mancanza di apprezzamento porta all’infedeltà. Perfino Joas ne diede un esempio. Finché il sommo sacerdote Joiada visse e fu suo consigliere spirituale, il re Joas si comportò bene, ma dopo la morte di Joiada, Joas ascoltò gli idolatri prìncipi di Giuda. Il sommo sacerdote Zaccaria, figlio di Joiada, si oppose dicendo: “Poiché hai abbandonato Geova, egli a sua volta ti abbandonerà”. Infine per ordine del re Joas, il popolo cospirò contro il sommo sacerdote Zaccaria e lo lapidò proprio nel cortile del tempio di Geova. Che vile ingratitudine! Dice 2 Cronache 24:22: “Il re Joas non si ricordò dell’amorevole benignità che Joiada, padre [di Zaccaria], gli aveva mostrato, perciò uccise suo figlio, che, sul punto di morte, disse: ‘Geova veda e lo richieda indietro’”. E Geova lo fece. La narrazione ci dice come morì Joas: “I suoi stessi servi cospirarono contro di lui a causa del sangue dei figli del sacerdote Joiada, e riuscirono ad ucciderlo sul suo letto, così morì”. (2 Cron. 24:25) Suo figlio Amasia gli successe sul “trono di Geova”. Così, per amorevole benignità di Geova, il patto del regno rimase in vigore.

  • Uomini di amorevole benignità e il Regno
    La Torre di Guardia 1959 | 1° luglio
    • Uomini di amorevole benignità e il Regno

      COME possiamo essere leali oggi verso il patto eterno che Geova fece con Davide per il regno? Con chi Geova ha concluso oggi un “patto che duri indefinitamente riguardo alle amorevoli benignità assicurate a Davide”? (Isa. 55:3) Ecco, la parte vecchia di Gerusalemme è in mano agli Arabi maomettani. Sulla sommità della collina un tempo occupata dal tempio di Geova si trova ora la moschea di Omar. La Repubblica d’Israele non ha un re della casa reale di Davide nel patto per il regno. Che è accaduto di quel patto eterno? La nostra vita eterna nel nuovo mondo di giustizia che Dio presto stabilirà dipende dalla nostra possibilità di avere la giusta risposta e dalle nostre azioni in leale armonia ad essa.

      2 Nel 618 a.C. il re Joachin, diciannovesimo discendente diretto del re Davide, salì al trono ma regnò solo per tre mesi e dieci giorni in Gerusalemme; poi s’arrese a Nabucodonosor, re di Babilonia, e fu deportato a Babilonia, dove crebbero i suoi figli. Suo zio, Sedechia, fu posto sul trono di Gerusalemme e regnò per undici anni. Nel 607 a.C. fu catturato e portato a Babilonia dove morì senza figli; e Gerusalemme, col suo magnifico tempio costruito da Salomone, fu

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