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Il mio scopo nella vitaLa Torre di Guardia 1959 | 1° luglio
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per me. In questo periodo ho acquistato inestimabile esperienza. Ho imparato ad avere fiducia in Geova e a confidare nella sua organizzazione, e la speranza che ho di ottenere la vita eterna, che Geova offre, è più luminosa che mai. Essere servitore a pieno tempo del Re dei re e membro della società del Nuovo Mondo è veramente la migliore occupazione nella vita.
Tuttavia, mentre sono qui seduto a scrivere, non posso fare a meno di chiedermi perché un maggior numero di proclamatori fisicamente idonei non compia il ministero a pieno tempo. Spero che questa mia esperienza vi ispiri a deporre i pesi che vi hanno trattenuto dal fare del servizio di pioniere lo scopo della vostra vita, una mèta gloriosa, se mai ve ne è stata una.
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L’amorevole benignità di Dio e il RegnoLa Torre di Guardia 1959 | 1° luglio
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L’amorevole benignità di Dio e il Regno
“Sull’amorevole benignità un trono sarà certo stabilito fermamente, e deve sedervi fedelmente, nella tenda di Davide, uno che giudichi e cerchi l’equità e sia pronto a render giustizia”. — Isa. 16:5.
“O VOI tutti che siete assetati, venite alle acque! E voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate! Sì, venite, comprate vino e latte anche senza denaro e senza pagare. Perché continuate a spender denaro per quel che non è pane, e la vostra fatica in ciò che non soddisfa? Ascoltatemi attentamente e mangiate ciò che è buono, e l’anima vostra sentirà la delizia del pingue alimento. Inclinate l’orecchio e venite a me. Ascoltate, e la vostra anima vivrà, e io concluderò con voi un patto che duri indefinitamente riguardo alle amorevoli benignità assicurate a Davide. Ecco, io l’ho dato come testimone alle nazioni, come condottiero e comandante ai popoli”. — Isa. 55:1-4.
2 Era Geova Dio che chiamava, invitando coloro che hanno sete e fame. Di che cosa si doveva aver sete e fame? Di un giusto re, di un buon governo, in adempimento del patto che Geova Dio aveva concluso col re Davide. Mai vi era stato un patto più importante di questo concluso da Dio stesso con l’uomo Davide. Chiunque ha sete e fame di un governo giusto, pacifico e perfettamente integro deve attendere che Dio porti pienamente a compimento quel patto. Tale patto non è un pezzo di carta che possa venir strappato e calpestato con disprezzo da violatori volontari. Il patto è in vigore e non può essere infranto, poiché deve essere adempiuto e lo sarà.
3 Potrebbe sembrare quasi incredibile che l’Altissimo Dio del cielo abbia stipulato un patto o solenne, vincolante contratto con un semplice uomo sulla terra. Eppure Dio stesso ci ha provveduto la registrazione scritta dei patti da lui conclusi con gli uomini. Fu Lui che propose il patto col re Davide. Un uomo decaduto e imperfetto non avrebbe mai potuto presumere di proporre una cosa del genere. Poiché il patto fu promosso da un personaggio alto e potente come Geova Dio, doveva essere una cosa troppo grande per essere originata dal pensiero umano. Non poteva essere cosa da poco. Doveva essere una cosa molto importante per Dio e benefica per l’uomo. Questo è ciò che nobilita il patto.
4 Immaginate un uomo che senta Geova Dio dire: “Io giuro per me stesso, dichiara Geova, che siccome hai fatto questo e non hai trattenuto tuo figlio, il tuo unico, io certo ti benedirò e certo moltiplicherò la tua progenie come le stelle dei cieli e come i granelli di sabbia che sono sulla riva del mare, e la tua progenie prenderà possesso della porta dei suoi nemici. E per mezzo della tua progenie tutte le nazioni della terra si benediranno certamente poiché tu hai ascoltato la mia voce”. (Gen. 22:15-18) Eppure fu ciò che Abrahamo, il patriarca ebreo, sentì dire da Dio mediante il suo angelo. Udì Dio giurare per se stesso riguardo al patto allora annunciato.
5 Più di tutti noi dovremmo oggi riconoscere l’importanza e il valore di quel patto. Oggi noi dovremmo accorgerci della grande necessità che le nazioni si benedicano nel modo stabilito da Dio. Tutte le nazioni del mondo, compresa la repubblica d’Israele, recano oggi su di sé la maledizione col materialismo e il militarismo. Questo non avviene perché la promessa progenie di Abrahamo non sia presente per dare alle nazioni la benedizione. Piuttosto perché le nazioni non hanno fede nel patto stesso di Dio con Abrahamo, ma con egoismo e superbia ignorano la sua progenie. Ognuno può vedere come questa condotta delle nazioni sia assolutamente stolta. La questione diventa quindi d’interesse personale: Chi fra “tutte le nazioni della terra” otterrà la benedizione come Dio ha stabilito?
6 Certo se seguiamo le nazioni del mondo o i loro capi politici e i loro consiglieri economici e religiosi, incorreremo nella maledizione e non nella benedizione di Dio per mezzo della progenie di Abrahamo. Il patto con Abrahamo è confermato dal patto che Dio fece col re Davide. Partendo da Abrahamo, Davide fu il quattordicesimo uomo della sua discendenza, e quindi fu chiamato figlio di Abrahamo. (Matt. 1:1) Con il patto con Davide, figlio di Abrahamo, Dio assicurò che il patto abrahamico per la benedizione di tutte le nazioni e famiglie della terra sarebbe stato adempiuto da un governo, un regno teocratico. In quei giorni Davide era re di una nazione teocratica, l’antico Israele, con capitale a Gerusalemme. Il re che l’aveva preceduto, Saul della tribù di Beniamino, era morto in battaglia senza un successore al trono di tutto l’Israele. Sorse il problema: Avrebbe il re Davide avuto un successore al trono di Gerusalemme nella sua famiglia? Geova Dio l’aveva assicurato. Poiché il re Davide aveva dimostrato tale sacro zelo per la casa d’adorazione, o tempio di Dio, Geova concluse un altro patto importante per tutta l’umanità. Per mezzo del profeta Natan egli disse a Davide:
7 “Geova ha annunciato che una casa è ciò che Geova farà per te. Quando i tuoi giorni saranno terminati e tu giacerai coi tuoi padri, io susciterò certamente dopo di te la tua progenie, che uscirà dalle tue viscere, e io stabilirò invero fermamente il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome, e certo stabilirò fermamente il trono del suo regno per sempre. Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio. Quando farà del male, certamente lo riproverò con la verga degli uomini e coi colpi dei figli di Adamo. Quanto alla mia amorevole benignità, non si dipartirà da lui come la tolsi a Saul, che io rimossi dinanzi a te. E la tua casa e il tuo regno saranno certamente saldi per sempre dinanzi a te; e il tuo trono sarà fermamente stabilito per sempre”. — 2 Sam. 7:11-16.
AMORE LEALE
8 Quale grandioso patto fu quello, un patto per un governo, un regno che sarebbe stato stabile per sempre, il cui trono non sarebbe mai stato rovesciato! Quale indicibile privilegio per un uomo fedele e per la sua famiglia essere ammessi in quel patto del regno! Quel patto doveva esser portato a compimento per l’amorevole benignità di Dio, indispensabile affinché raggiungesse il suo grandioso adempimento in un regno stabilito per l’eternità. Infatti fu l’amorevole benignità che ispirò il patto da parte di Dio. Sotto questo punto di vista possiamo capire perché Geova, mediante il profeta Isaia, ne parla come di un “patto che duri indefinitamente riguardo alle amorevoli benignità assicurate a Davide”.
9 Molto quindi dipende dall’amorevole benignità di Geova. Questo è uno dei suoi tratti più rimarchevoli, ed è entrato in azione principalmente verso di noi, creature umane. Uno studio dell’espressione “amorevole benignità” rivelerà che significa più che essere benevoli perché spinti da amore. Stabilisce una relazione fra chi esprime amorevole benignità e chi la riceve. È una benignità che amorevolmente avvince l’oggetto dell’amorevole benignità e che vi si attiene con una lealtà che non cede finché non sia stato realizzato il suo degno scopo. Infatti la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, nella nota in calce sul testo ebraico, dà alla parola ebraica késed l’altro possibile significato di “amore leale”; per la stessa parola ebraica al plurale dà il significato di “atti (o casi) di amore leale”, “molta amorevole benignità”, o “amore molto leale”.
10 Un dizionario ebraico pubblicato recentemente suggerisce che queste continue prove d’amorevole benignità dovrebbero intendersi come “la sempre provata lealtà”. Quindi l’espressione “un patto che duri indefinitamente riguardo alle amorevoli benignità assicurate a Davide” dovrebbe leggersi “un patto che duri indefinitamente riguardo alla sempre provata lealtà assicurata a Davide”. Questa ripetuta prova della lealtà di Dio è ciò che lo rende sicuro. Perciò la lealtà di Dio verso colui col quale conclude il patto si dimostra infallibile. Indica la solidarietà di Dio verso colui con cui il patto è stipulato. Questo rende stabile il patto indipendentemente da ciò che l’altra parte contraente possa fare. Assicura che il proposito dell’amorevole benignità non sarà una delusione.
11 Questo fatto s’impone a Suo onore e a Suo credito: Geova Dio è leale. Dalla prima menzione di quest’espressione nel testo ebraico, l’amorevole benignità del grande Dio che preserva i suoi fedeli adoratori emana un confortante calore. Allorché fu menzionata per la prima volta il nipote del patriarca Abrahamo viveva nella città di Sodoma. Geova Dio disse ad Abrahamo che era in procinto di distruggere l’empia città immorale. Abrahamo sapeva che suo nipote Lot si trovava nella città, con la moglie e le due figlie, e che la vita di queste quattro persone era in pericolo. Volendo evidentemente che le loro vite fossero risparmiate risparmiando Sodoma stessa, Abrahamo implorò Geova finché finalmente Geova promise che se a Sodoma si fossero trovate dieci persone giuste egli non l’avrebbe distrutta.
12 Due angeli di Geova si diressero verso Sodoma in sembianza di uomini, e Lot offerse loro ospitalità in casa sua. Considerandoli suoi ospiti Lot era tenuto ad essere leale verso di loro, e dimostrò di esserlo durante l’assalto dei sodomiti contro la sua casa. Con fede egli avvertì i suoi futuri generi dell’imminente distruzione della città condannata. La mattina dopo, prima del levar del sole, gli angeli fecero affrettare Lot e la sua famiglia verso la periferia della città. “Fuggi alla regione montuosa per timore che tu sia spazzato via!” disse uno degli angeli di Geova. Lot chiese quindi un ulteriore favore dicendo: “No, Geova, ti prego! Il tuo servo ha trovato favore agli occhi tuoi tanto che tu hai magnificato la tua amorevole benignità, che mi hai mostrata serbando in vita l’anima mia, ma io, io non posso fuggire alla regione montuosa”. Con considerazione l’angelo di Geova gli concesse il favore chiesto, e Lot e le sue due figlie riuscirono a mettersi in salvo e sopravvissero alla distruzione di Sodoma mediante fuoco e zolfo. — Gen. 18:16 fino a 19:26.
13 La liberazione di Lot e delle sue due figlie magnificò il leale amore di Geova, principalmente per Abrahamo, zio di Lot, poiché con lui Geova aveva fatto il patto per la benedizione di tutte le famiglie della terra. (Gen. 12:1-3) Quella fu un’illustrazione per i nostri giorni, per le persone mansuete che vengono raccolte nel favore divino. Queste devono avere assoluta fiducia nella stessa amorevole benignità, lo stesso leale amore di Geova, che le preserverà attraverso l’ardente distruzione dell’organizzazione di questo mondo, spiritualmente chiamata Sodoma. (Apoc. 11:8) Queste “altre pecore” del Grande Pastore non devono temere che la sua amorevole benignità possa venir meno. Per ben ventisei volte il solo Salmo 136 ripete perché si deve lodare Geova, dicendo: “Poiché la sua amorevole benignità è per tempo indefinito”. Quando dichiarò il suo nome dinanzi al profeta Mosè sul monte Sinai allorché furono scritti i Dieci Comandamenti, egli disse di sé: “Geova, Geova, Dio misericordioso e benevolo, lento all’ira e ricco d’amorevole benignità e verità, che preserva l’amorevole benignità per migliaia, perdonando iniquità, trasgressione e peccato, . . . Qui io concludo un patto: . . . Poiché tu non devi prostrarti ad altro dio, perché Geova è esclusivamente devoto al suo nome. Egli è un Dio che esige esclusiva devozione”. (Eso. 34:4-14) Questo Dio, che si sdegna se è rappresentato in modo indegno e che esige devozione indivisa, è corretto in ogni dettaglio nel descrivere se stesso. Quindi possiamo certamente contare sulla sua lealtà.
LEALTÀ VERSO IL REGNO
14 Sin dal tempo in cui Geova stipulò con Davide il patto per il regno eterno, quel patto del regno richiese che tanto Dio quanto l’uomo lo sostenessero lealmente e vi rimanessero fedeli. Tale patto era connesso in modo inscindibile col re Davide e con la linea dei suoi successori al trono. Infatti il patto era impersonato dalla casa reale o dinastia di Davide, tanto che lealtà al patto significava lealtà verso la casa di Davide sotto Geova Dio. La lealtà dell’uomo doveva essere rivolta a quel patto; questo è un principio dal quale non si può allontanarsi, fino a quest’anno 1959, se siamo determinati a fare la volontà di Colui che ha proposto il patto, Geova Dio. Abbiamo Geova stesso come perfetto Esempio di lealtà.
15 Qualche tempo dopo essere stato così altamente favorito con questo patto, il re Davide fu trascinato in una serie di ignominiosi peccati, turpi delitti in violazione dei Dieci Comandamenti. Aveva desiderato la moglie di un altro uomo e aveva commesso adulterio con lei, la moglie di un fedele ufficiale del suo esercito, Uria l’Eteo. Quando la donna si trovò incinta, Davide, mancando d’equilibrio spirituale, cercò di proteggere se stesso. Fece trasferire il marito di lei in una pericolosa posizione di combattimento, dove sarebbe andato incontro alla morte sicura. Dopo che il coraggioso, leale Uria era stato mandato a morire così, Davide mandò a prendere la moglie di Uria e la portò in casa propria perché fosse una delle sue molte mogli. Davide, essendo impuro e macchiato di sangue, non avrebbe dunque dovuto essere condannato a morte per questi delitti, e il patto fatto con lui non avrebbe dovuto essere cancellato?
16 Mediante lo stesso profeta Natan dal quale aveva fatto annunciare a Davide il patto del regno, Geova mandò il suo messaggio di grave condanna, mostrando a Davide come avesse agito vigliaccamente. Per punizione una spada non si sarebbe mai allontanata dalla famiglia stessa di Davide; il male sarebbe sorto nella sua casa, e alcune delle sue mogli sarebbero state violate apertamente. Davide comprese che aveva disprezzato Geova e che aveva mancato di rispetto verso il Dio del patto. Addolorato egli confessò il suo peccato contro Geova. Egli temeva per la propria vita. “Tu non morrai”, gli aveva detto Natan; ma il figlio illegittimo del suo adulterio doveva morire. Nulla distolse Geova da questa decisione. Il bambino bastardo visse solo sette giorni, quindi morì.
17 Ma, che accadde del patto del regno fatto con Davide? Geova non lo annullò. Egli vi rimase fedele; esercitò l’amorevole benignità implicata in questo patto perché raggiungesse il glorioso successo. Davide ritornò nel favore divino e rimase sul “trono di Geova” a Gerusalemme; ma le diverse punizioni indicate nella condanna di Geova furono inflitte a Davide a suo tempo. La profondità dell’amorevole benignità o amore leale di Geova venne mostrata ancor più allorché il secondo figlio che Davide ebbe da colei che era stata moglie di Uria, un figlio legittimo, fu scelto da Dio quale successore di Davide al trono e continuatore del patto del regno. Perciò dopo che Davide morì nel favore di Dio, “Salomone si assise sul trono di Geova, come re invece di Davide suo padre e prosperò e tutti gli Israeliti gli ubbidivano”. (1 Cron. 29:23; 2 Sam. 11:1 fino a 12:25) L’amorevole benignità di Geova, secondo il patto del regno, dimostrò di essere un meraviglioso mezzo di salvezza!
18 Per questo il re Davide poté dire nel suo salmo: “Ti ringrazierò, o Geova, fra le nazioni, e canterò al tuo nome. Sei Colui che compie grandi atti per salvare il suo re ed esercita amorevole benignità verso il suo unto, verso Davide e la sua progenie per sempre”. (2 Sam. 22:50, 51) Quando dedicò il magnifico tempio per cui Davide aveva fatto grandi preparativi, il re Salomone, suo figlio e successore, poté dire con sentita riconoscenza: “O Geova, Dio d’Israele, non vi è lassù nei cieli o quaggiù sulla terra un Dio simile a te, che mantieni il patto e l’amorevole benignità verso i tuoi servitori che camminano dinanzi a te con tutto il loro cuore, tu che hai mantenuto ciò che avevi promesso al tuo servo Davide, mio padre, e in questo giorno l’hai adempiuto con la tua stessa mano. E ora, o Geova, Dio d’Israele, mantieni al tuo servo Davide, mio padre, ciò che gli promettesti dicendo: ‘Non ti mancherà mai un uomo che sieda dinanzi a me sul trono d’Israele, se soltanto i tuoi figli baderanno alla loro via camminando dinanzi a me come tu hai camminato dinanzi a me’. E ora, o Dio d’Israele, s’avveri la promessa che facesti al tuo servo Davide, mio padre”. — 1 Re 8:22-26.
19 In triste contrasto col padre suo Davide, il re Salomone in tarda età s’allontanò da Geova. Qui di nuovo fu necessario che Geova esercitasse la sua amorevole benignità, per la preservazione dell’eterno patto del regno. Il patto non fu abolito, perciò Roboamo, figlio di Salomone, salì al trono di Geova a Gerusalemme, ma non come re di tutte le dodici tribù d’Israele. Secondo la punizione decretata da Geova dieci tribù furono tolte dal dominio dei re della casa di Davide. Quindi Roboamo continuò a regnare soltanto su due tribù fedeli, Giuda e Beniamino. (1 Re 11:1-13; 12:19-24) Roboamo morì come un re malvagio, eppure suo figlio Abia salì al trono del regno di Giuda. Perché? La risposta ispirata dice: “Per amore di Davide, Geova suo Dio gli diede una lampada in Gerusalemme suscitandogli un figlio dopo di lui e lasciando sussistere Gerusalemme, perché Davide aveva fatto ciò che era giusto agli occhi di Geova e non si era scostato da alcuna cosa gli avesse comandato in tutti i giorni della sua vita, tranne nel caso di Uria l’Eteo”. — 1 Re 15:4, 5.
20 Quando il re Abia andò a far guerra alle dieci tribù ribelli, si rivolse dapprima a loro dalla cima di un monte con queste parole: “Non sapete che Geova il Dio d’Israele diede per sempre il regno sopra Israele a Davide, a lui e ai suoi figli, con un patto di sale? . . . E ora voi pensate di resistere contro il regno di Geova nelle mani dei figli di Davide, essendo una grande moltitudine e avendo con voi i vitelli d’oro che Geroboamo [vostro re] vi fece come dèi. . . . Ed ecco, con noi alla nostra testa vi è il vero Dio con i suoi sacerdoti e con le trombe per dare il segnale della battaglia contro di voi. Figli d’Israele, non combattete contro Geova, il Dio dei vostri padri, perché non avrete successo”. (2 Cron. 13:3-12) Tuttavia il patto del regno e la leale fedeltà a Geova, Dio del patto, non convinse gli Israeliti ribelli. Essi proseguirono il combattimento, ma Geova vinse la battaglia per coloro che si attenevano lealmente al patto per il regno che aveva fatto con Davide.
21 La divisione delle dodici tribù d’Israele in due regni mise a dura prova gli Israeliti leali verso il patto del regno. Ma vi furono Israeliti che posero l’adorazione di Geova e il suo patto del regno al di sopra del nazionalismo. Essi sono un esempio per noi oggi. Prendete per esempio i sacerdoti e i Leviti che servivano nel tempio di Geova a Gerusalemme, ma le cui case si trovavano nelle quarantotto città dislocate in mezzo alle dodici tribù d’Israele. (Num. 35:6-8; Gios. 21:1-41) Ecco ciò che la narrazione dice di loro:
22 “I sacerdoti e i Leviti stessi che si trovavano in tutto Israele passarono dalla sua parte [del figlio del re Salomone] da tutti i loro territori. Poiché i Leviti abbandonarono i loro pascoli e le loro proprietà e vennero in Giuda e a Gerusalemme, perché Geroboamo [re delle dieci tribù ribelli] e i suoi figli li avevano esonerati dal loro incarico di sacerdoti di Geova. . . . E in seguito [i Leviti] di tutte le tribù d’Israele, quelli che davano il loro cuore per cercare Geova, il Dio d’Israele, vennero loro stessi a Gerusalemme per far sacrifici a Geova, il Dio dei loro padri. E rafforzarono il regno di Giuda e consolidarono Roboamo, figlio di Salomone”. — 2 Cron. 11:13-17.
23 Gli Israeliti che vivevano temporaneamente in Giuda non si ribellarono né provocarono la guerra civile, ma si sottomisero lealmente al re che rappresentava il patto del regno che Geova aveva fatto con Davide. La narrazione dice: “In quanto ai figli d’Israele che abitavano nelle città di Giuda, Roboamo continuò a regnare su di loro”. — 2 Cron. 10:17.
24 Durante i regni di alcuni re di Giuda, fedeli Israeliti passarono al regno di Giuda, perché il suo re aveva l’amorevole benignità o la dimostrazione del leale amore di Geova. Ai giorni del re Asa, nipote di Roboamo, “egli cominciò a raccogliere tutto Giuda e Beniamino insieme ai residenti temporanei provenienti da [le tribù ribelli di] Efraim, Manasse e Simeone, perché da Israele erano passati in gran numero dalla sua parte quando videro che Geova, suo Dio, era con lui. Quindi si radunarono a Gerusalemme . . . Inoltre convennero nel patto di cercare Geova, il Dio dei loro padri, con tutto il cuore e con tutta l’anima”. Essi lo cercarono mentre poteva essere trovato ed “egli si lasciò trovare da loro”. — 2 Cron. 15:9-15.
25 Il re Ocozia fu l’ottavo re di Gerusalemme della famiglia di Davide. Alla sua morte vi fu una memorabile dimostrazione di lealtà al patto del regno rappresentato dalla casa reale di Davide. Sua madre Atalia, nipote dell’empio Amri, re delle dieci tribù ribelli, usurpò il trono di Gerusalemme. Secondo il patto del regno stabilito da Geova quel trono apparteneva solo ad uomini. Per rimanere sul trono Atalia “distrusse tutta la discendenza reale della casa di Giuda”, tranne un piccolo bambino, Joas. Sua zia, Josabet, aveva sposato un Levita, il sommo sacerdote Joiada; determinata a mantenere in vita la discendenza reale del re Davide in armonia col patto secondo cui non sarebbe mai venuto meno a Davide un uomo che sedesse sul suo trono, la zia Josabet rapì il piccolo Joas, e lo tenne nascosto con la sua balia in una stanza interna del tempio di Geova.
26 Come fu appropriato che il tempio di Geova nascondesse l’unico erede del Suo patto del regno! Nel settimo anno dell’esistenza clandestina di Joas, il leale sommo sacerdote Joiada lo condusse fuori e lo unse re presso una colonna del tempio. La sanguinaria usurpatrice Atalia udì le grida di giubilo. “Congiura, congiura!” gridò quando entrò e vide ciò che accadeva. Fedele al legittimo re di Geova, il sommo sacerdote Joiada la fece condurre fuori e mettere a morte alla porta del palazzo. (2 Cron. 22:10 fino a 23:15; 2 Re 11:1-16) Per la sua amorevole benignità Geova, mediante i suoi adoratori leali, tenne fede al patto che aveva fatto col suo servo, il re Davide.
27 La mancanza di apprezzamento porta all’infedeltà. Perfino Joas ne diede un esempio. Finché il sommo sacerdote Joiada visse e fu suo consigliere spirituale, il re Joas si comportò bene, ma dopo la morte di Joiada, Joas ascoltò gli idolatri prìncipi di Giuda. Il sommo sacerdote Zaccaria, figlio di Joiada, si oppose dicendo: “Poiché hai abbandonato Geova, egli a sua volta ti abbandonerà”. Infine per ordine del re Joas, il popolo cospirò contro il sommo sacerdote Zaccaria e lo lapidò proprio nel cortile del tempio di Geova. Che vile ingratitudine! Dice 2 Cronache 24:22: “Il re Joas non si ricordò dell’amorevole benignità che Joiada, padre [di Zaccaria], gli aveva mostrato, perciò uccise suo figlio, che, sul punto di morte, disse: ‘Geova veda e lo richieda indietro’”. E Geova lo fece. La narrazione ci dice come morì Joas: “I suoi stessi servi cospirarono contro di lui a causa del sangue dei figli del sacerdote Joiada, e riuscirono ad ucciderlo sul suo letto, così morì”. (2 Cron. 24:25) Suo figlio Amasia gli successe sul “trono di Geova”. Così, per amorevole benignità di Geova, il patto del regno rimase in vigore.
[Domande per lo studio]
1, 2. (a) Quale invito rivolge Geova a coloro che hanno sete e fame, e quale promessa fa a coloro che accolgono l’invito? (b) Di che cosa si doveva aver sete e fame, e perché vi sarà un adempimento del patto implicato?
3. Chi propose questo patto, e che cosa nobilita tale patto?
4. Che cosa sentì dire Abrahamo da Geova, con giuramento, mediante il suo angelo?
5. Perché noi oggi dovremmo riconoscere l’importanza e il valore del patto e a quale importante domanda dobbiamo rispondere personalmente?
6, 7. (a) Da quale altro patto è confermato il patto fatto con Abrahamo? (b) Che cosa definì tale patto riguardo a Davide, e quale qualità di Geova mise in risalto?
8. Perché tale patto è detto un “patto che duri indefinitamente riguardo alle amorevoli benignità assicurate a Davide”?
9. Come si esprime quest’amorevole benignità, e quindi quale altro significato dà la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture alla parola késed?
10. Secondo un nuovo dizionario, come si dovrebbe leggere l’espressione di Isaia 55:3, e quindi che cosa indica che il proposito dell’amorevole benignità non può venir meno?
11, 12. (a) Quindi qual è l’atteggiamento di Geova verso i suoi fedeli adoratori? (b) Quali avvenimenti furono collegati all’espressione “amorevole benignità” la prima volta che fu usata nelle Scritture?
13. (a) Quale qualità di Dio fu messa in risalto dalla liberazione di Lot e delle sue figlie? (b) Perché le “altre pecore” di oggi non devono temere che l’amorevole benignità di Geova venga meno?
14. Che cosa richiese fin dall’inizio il patto del regno, e quindi da quale principio non ci dobbiamo mai allontanare?
15. Dopo essere stato favorito con questo patto, in quale serie di delitti si lasciò trascinare il re Davide?
16. Come dovette essere punito Davide, e chi subì la morte?
17. (a) Ma che accadde del patto del regno fatto con Davide? (b) Come fu dimostrata la profondità dell’amorevole benignità di Geova riguardo all’immediato successore di Davide?
18. Come si espresse Davide nel suo salmo, e che cosa disse pertinentemente Salomone nella preghiera per la dedicazione del tempio?
19. Quando Salomone divenne vecchio perché fu necessario che Geova esercitasse amorevole benignità, e per quale ragione Abia poté succedere a Roboamo?
20. Quale esortazione rivolse il re Abia al ribelle esercito d’Israele, e per chi Geova vinse la battaglia?
21, 22. Chi fu d’esempio per noi oggi nel porre l’adorazione di Dio e il patto del regno al di sopra del nazionalismo, e che cosa dice la narrazione al riguardo?
23. Che cosa fecero gli Israeliti che vivevano già temporaneamente in Giuda riguardo a tale questione?
24. Durante il regno di alcuni re di Giuda, chi passò dalla parte del regno di Giuda, chi raccolse Asa a Gerusalemme e quale patto ne risultò?
25, 26. (a) Quale memorabile dimostrazione di fedeltà al patto del regno si ebbe alla morte del re Ocozia di Gerusalemme? (b) Come fu infine unto re l’unico erede del patto del regno?
27. Nel caso di Joas, in che modo la mancanza di apprezzamento portò all’infedeltà, ma per merito di che cosa rimase in vigore il patto del regno?
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Uomini di amorevole benignità e il RegnoLa Torre di Guardia 1959 | 1° luglio
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Uomini di amorevole benignità e il Regno
COME possiamo essere leali oggi verso il patto eterno che Geova fece con Davide per il regno? Con chi Geova ha concluso oggi un “patto che duri indefinitamente riguardo alle amorevoli benignità assicurate a Davide”? (Isa. 55:3) Ecco, la parte vecchia di Gerusalemme è in mano agli Arabi maomettani. Sulla sommità della collina un tempo occupata dal tempio di Geova si trova ora la moschea di Omar. La Repubblica d’Israele non ha un re della casa reale di Davide nel patto per il regno. Che è accaduto di quel patto eterno? La nostra vita eterna nel nuovo mondo di giustizia che Dio presto stabilirà dipende dalla nostra possibilità di avere la giusta risposta e dalle nostre azioni in leale armonia ad essa.
2 Nel 618 a.C. il re Joachin, diciannovesimo discendente diretto del re Davide, salì al trono ma regnò solo per tre mesi e dieci giorni in Gerusalemme; poi s’arrese a Nabucodonosor, re di Babilonia, e fu deportato a Babilonia, dove crebbero i suoi figli. Suo zio, Sedechia, fu posto sul trono di Gerusalemme e regnò per undici anni. Nel 607 a.C. fu catturato e portato a Babilonia dove morì senza figli; e Gerusalemme, col suo magnifico tempio costruito da Salomone, fu distrutta. Settant’anni dopo Zorobabel, nipote di Joachin, ricondusse a Gerusalemme da Babilonia un rimanente di leali Giudei per ricostruire il tempio di Geova. Come suddito della nuova potenza mondiale, l’impero persiano, Zorobabel servì in qualità di governatore civile del paese di Giuda, ma non salì al trono di Gerusalemme come re secondo il patto del regno che Geova aveva fatto con Davide. Dopo la sconfitta dell’infedele re Sedechia, nessun erede reale della casa di Davide si era seduto sul “trono di Geova” a Gerusalemme.
3 Il patto che Geova aveva fatto per il regno era forse fallito? Era stato messo da parte? No! L’amorevole benignità di Geova, il suo amore leale, non permise ciò. È vero che egli rovesciò il suo trono a Gerusalemme e spodestò Sedechia, l’ultimo re terreno che l’occupò; ma non annullò l’eterno patto del regno. In adempimento ai termini del patto permise semplicemente che la casa di Davide subisse la punizione per la malvagità di molti re che avevano mal rappresentato Geova sul “trono di Geova” a Gerusalemme. Durante tutto questo tempo di punizione non mancò mai un uomo nella linea reale dei discendenti del re Davide. Tale linea reale terminò diciannove secoli fa. Come? Era venuta meno la divina promessa del patto o era mancato al re Davide un erede per il patto del regno? Niente affatto! Perché? Perché la dinastia di Davide terminò allora con un discendente che morì senza figli, ma che vive per sempre. Egli vive oggi in questo ventesimo secolo e non ha bisogno di successori per il patto del regno. In armonia con questo fatto, gli unici documenti disponibili della linea reale del re Davide terminano con Gesù Cristo. Nessun Giudeo oggi vivente può provare la sua discendenza dal re Davide.
4 Gesù nacque nella città natale di Davide, Betlemme di Giuda. Era discendente diretto di Davide da due parti, quindi fu chiamato il Figlio di Davide quale suo erede regale. (Matt. 1:1 fino a 2:11; Luca 3:23-31) La sua nascita umana fu miracolosa, poiché egli in realtà era il Figlio di Dio disceso dal cielo. La sua forza vitale fu trasferita di là al seno di una vergine giudea della famiglia di Davide, di nome Maria. Per accertarsi che avrebbe acconsentito a divenire la madre del Figlio di Dio, Geova mandò il suo angelo Gabriele a dirle che era stata scelta per essere la madre umana della progenie promessa al patriarca Abrahamo, il promesso erede dell’eterno patto del regno. Dopo averla salutata l’angelo Gabriele disse: “Non temere, Maria, poiché tu hai trovato favore presso Dio; ed ecco, concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e gli metterai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, ed egli sarà re sopra la casa di Giacobbe [Israele] per sempre, e del suo regno non ci sarà fine”. (Luca 1:26-33) Leale al patto del regno stipulato da Geova, Maria amorevolmente acconsentì a quest’atto miracoloso.
5 In adempimento alla profezia di Isaia 7:14 la nascita di Gesù da questa giovane donna fu un grande segno, la cui importanza non è diminuita fino ad oggi. L’angelo di Geova disse dal cielo ai pastori di Betlemme che questo miracoloso Figlio di Davide sarebbe divenuto l’Unto di Geova, il Cristo: “Vi dichiaro la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà, perché oggi, nella città di Davide, vi è nato un Salvatore, che è Cristo il Signore”. — Luca 2:1-12; Matt. 1:18-25.
6 Benché nato come uomo per essere realmente la Progenie di Abrahamo per la benedizione di tutte le nazioni e per essere effettivamente l’eterno Erede del regno di Davide, Gesù non era legato a questa terra dovendo sedere su un trono materiale, sul monte Sion a Gerusalemme. Quando Geova Dio fece il patto del regno con Davide tremila anni fa, aveva in mente infine un eterno regno celeste per il permanente Erede di Davide. Nessun sommo sacerdote della tribù di Levi poteva ungere Gesù per tale governo celeste. Geova lo unse dopo il suo battesimo in acqua, spargendo lo spirito santo su Gesù e santificandolo come il Cristo.
7 Gesù fu allora generato dallo spirito di Dio per divenire un Figlio spirituale di Dio, destinato alla futura vita nel cielo. Molto appropriatamente Gesù predicò il regno di Dio, “il regno dei cieli”, invitando i discepoli a seguirlo e a cercare prima il Regno. Con questa chiamata egli stava realmente estendendo loro l’invito fatto da Dio mediante il profeta Isaia: “Inclinate l’orecchio e venite a me. Ascoltate, e la vostra anima vivrà, e io concluderò con voi un patto che duri indefinitamente riguardo alle amorevoli benignità assicurate a Davide”. (Isa. 55:3) Questo significava che Geova Dio aveva stabilito di dare a Gesù Cristo dei coeredi nel regno celeste. Leale al patto del regno Gesù accolse tali coeredi del regno di Dio. Dopo la sua ultima pasqua con i leali apostoli, egli disse loro: “Voi siete quelli che hanno perseverato con me nelle mie prove; e io faccio un patto con voi, come il padre mio ha fatto un patto con me, per un regno, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele”. (Luca 22:28-30) Quale amorevole benignità fu questa da parte di Geova Dio!
8 Tutto dipendeva da quell’unico Erede del regno, Gesù Cristo! Quando morì e fu sepolto, sembrò che un uomo della casa di Davide non sarebbe più salito sul suo trono, che era il “trono di Geova”. Molto tempo prima la profezia dell’angelo a Daniele aveva detto che il “principe del patto” sarebbe stato vinto da un “uomo spregevole”, l’imperatore romano Tiberio Cesare. (Dan. 11:21, 22) Gesù giacque morto, nello Sceol o Ades, che è la comune tomba dell’umanità peccatrice. Apparentemente era ora impossibile ridar vita al patto del regno fatto con Davide. Eppure la cosa veramente impossibile era che Dio Onnipotente lasciasse cadere il suo patto. La sua amorevole benignità, il suo amore leale, promesso nel patto e che giustamente spettava a questo leale Figlio di Dio, Gesù Cristo, non poteva lasciare che il patto fallisse. Geova Dio doveva farlo uscire dallo Sceol o Ades o “inferno”, la comune tomba dell’umanità. Nel Salmo 16:10 Geova aveva promesso in anticipo che avrebbe compiuto quest’atto miracoloso, ispirando Davide a dire: “Tu non lascerai l’anima mia nello Sceol. Non permetterai che il tuo uomo di amorevole benignità veda la fossa”. Quella profezia assicurava la risurrezione di Gesù, il più grande Davide, dalla tomba.
9 Risuscitando Gesù, Dio diede prova della sua amorevole benignità nel sostenere il patto del regno fatto con Davide. L’apostolo Paolo ce lo spiega chiaramente dicendo: “Quel fatto ch’egli l’ha risuscitato dai morti non più destinato a ritornare alla corruzione, ha dichiarato in questa maniera: ‘Io vi darò le amorevoli benignità di Davide che sono sicure’. Quindi dice anche in un altro salmo: ‘Tu non permetterai che il tuo uomo di amorevole benignità veda la corruzione’. Poiché Davide, da una parte, servì l’espressa volontà di Dio nella propria generazione e si addormentò nella morte e fu posto con i suoi antenati e vide la corruzione. D’altra parte, colui che Dio risuscitò non vide la corruzione”. — Atti 13:34-37.
ALTRI SONO COMPRESI NEL PATTO
10 Gesù Cristo è l’“uomo di amorevole benignità” di Geova o uomo di amore leale, che Egli non abbandonò nello Sceol. Risuscitandolo da morte alla vita immortale in cielo, Geova aprì la via per estendere le sicure amorevoli benignità del suo patto con Davide ad altri “uomini di amorevole benignità” o uomini leali, i fedeli apostoli e tutti gli altri Cristiani dedicati che Dio genera e fa coeredi del regno celeste insieme a suo Figlio Gesù Cristo.
11 Davide aveva cantato profeticamente: “Tutte le tue opere ti celebreranno, o Geova, e i tuoi uomini di amorevole benignità ti benediranno. Della gloria del tuo regno essi parleranno, e la tua potenza narreranno, per rendere noti ai figli degli uomini i suoi prodigi e la gloria dello splendore del suo regno. Il tuo regno è un regno di tutti i tempi indefiniti, e il tuo dominio è attraverso tutte le successive generazioni”. — Sal. 145:10-13.
12 In questo tempo della fine del mondo vi è ancora sulla terra solo un rimanente di questi spirituali “uomini di amorevole benignità” o uomini di amore leale, cioè uomini che sono devoti o ligi al dovere nell’adempiere i loro impegni verso Geova Dio. Durante la prima guerra mondiale essi vennero meno alle loro responsabilità verso Dio, perciò egli s’indignò contro di loro. Nella sua ira li lasciò andare in una cattività simile a quella dei Giudei a Babilonia. (Isa. 12:1, 2; 54:7-10) Perché Geova Dio non rigettò questo rimanente durante la prima guerra mondiale a causa delle loro mancanze sotto le prove e le persecuzioni che accompagnarono il conflitto? Fu per lealtà verso il suo patto.
13 Mediante Gesù Cristo egli aveva incluso nel patto del regno i membri di questo rimanente. Quindi era in obbligo di esprimere le amorevoli benignità che furono promesse a Davide nel patto. Nel concludere il patto con Davide, Geova aveva detto: “Quando [il successore al regno] farà del male, certamente lo castigherò con la verga degli uomini e coi colpi dei figli di Adamo. Quanto alla mia amorevole benignità [il mio amore leale], non si dipartirà da lui come la tolsi a Saul, che io rimossi dinanzi a te [Davide]. E la tua casa [i tuoi coeredi nel regno] e il tuo regno saranno certamente saldi per sempre dinanzi a te; e il tuo trono sarà fermamente stabilito per sempre”. — 2 Sam. 7:14-16.
14 Perciò il rimanente degli “uomini di amorevole benignità” fu punito per mano delle nazioni in guerra. Era un rimprovero inferto con la verga degli uomini e coi colpi dei figli di Adamo. Proprio così, molto tempo fa la casa reale di Davide dovette essere punita, dal tempo della distruzione di Gerusalemme nel 607 a.C. fino al 29 d.C., quando apparve il Messia promesso, il Principe, l’Erede permanente del re Davide. Nel 1919 Geova liberò quelli del rimanente che di cuore volevano essergli leali. Quindi li mise all’opera come suoi testimoni in una misura che non si era mai conosciuta prima. Con le parole di Lamentazioni 3:22, 23 essi poterono dire: “È per gli atti di amorevole benignità di Geova che non siamo giunti alla nostra fine, perché le sue misericordie non saranno mai esaurite. Esse si rinnovano ogni mattina poiché grande è la tua fedeltà”. La liberazione e restaurazione fu concessa loro “anche senza denaro e senza pagare”, e perciò le anime loro sono state tenute in vita fino ad oggi. — Isa. 55:1-3.
15 Ora è giusto domandarsi: Come possiamo noi testimoni di Geova provare oggi la nostra lealtà verso il patto del regno, come fecero gli Israeliti dell’antichità, Gesù e gli apostoli? Possiamo farlo essendo leali verso il regno dell’Erede permanente del patto del regno. Geova Dio non ha mai dimenticato il suo patto dopo che l’ultimo re della casa di Davide sedette sul trono di Gerusalemme. È vero che l’effettivo regno di Davide non fu operante per più di sei secoli; ma la miracolosa venuta di Gesù Cristo, il “principe del patto”, mostrò la lealtà di Geova verso il patto per il quale aveva giurato. Geova non spergiura. Quando un individuo fa un giuramento e poi non mantiene ciò che ha giurato, non solo spergiura ma reca una maledizione su se stesso. Mai Geova reca una maledizione su se stesso; egli è il Benedetto per sempre. Quando giura per il suo nome o per se stesso non giura mai il falso; ma il suo solenne giuramento conferisce certezza ancora maggiore al compimento di ciò che ha giurato. Infatti la venuta di Gesù, il Messia, e la sua risurrezione dai morti dimostrarono che il giurato patto di Geova non era stato abolito. Per Geova Dio era ancora in vigore benché il regno non fosse stato operante a Gerusalemme per 635 anni, cioè dal 607 a.C. al 29 d.C.
16 Ma che c’entra tutto questo col nostro tempo? Ebbene, il regno dell’Erede permanente del patto reale non divenne operante quando il risorto Gesù ascese al cielo nel 33. Dalla primavera di quell’anno fino all’autunno del 1914, per 1881 anni, egli rimase seduto alla destra di Dio, senza regnare ma aspettando che giungesse il tempo stabilito da Dio per fare dei nemici del regno lo sgabello dei piedi di Gesù, l’Erede del regno. Quel lungo periodo d’attesa portò forse alla fine legale del patto? No, non impose a Gesù in cielo la perdita del suo diritto al potere del Regno per il mancato godimento di tale diritto. No, perché durante tutti quei secoli di paziente attesa, il patto del regno era stato operante. In che modo? In quanto Geova ha scelto i 144.000 coeredi, quei Cristiani che rispondono al suo invito e coi quali egli conclude il “patto che duri indefinitamente riguardo alle amorevoli benignità assicurate a Davide”. Questo non include la Cristianità. Con la sua popolazione che si conta a milioni, la Cristianità è stata infedele al patto dal quarto secolo in poi. Essa non attese che l’Erede del regno di Geova salisse al potere nel tempo da Lui stabilito, ma disprezzò il patto. Come? Favorendo l’unione della chiesa con lo stato politico o i regni di questo mondo sotto Satana il Diavolo. Ma Geova è rimasto ugualmente fedele al patto giurato, continuando a raccogliere da questo mondo, da tutte le nazioni, i veri Cristiani e comprendendoli nel patto.
17 Ancor prima di terminare la sua opera col rimanente dei 144.000 coeredi o di terminare di servirsi di loro come suoi testimoni sulla terra, Geova aveva stabilito il Regno, del quale gli uomini e le donne fedeli hanno avuto sete e fame. A conferma del suo patto eterno con Davide egli aveva promesso: “Sull’amorevole benignità un trono sarà certo stabilito fermamente, e deve sedervi fedelmente, nella tenda di Davide, uno che giudichi e cerchi l’equità e sia pronto a render giustizia”. (Isa. 16:5) Nel memorabile anno 1914 era giunto il tempo che Geova ponesse sul trono l’Erede del Regno come regnante re, “nella tenda di Davide”, come Figlio di Davide eppure celeste Signore di Davide. — Sal. 110:1, 2; Matt. 22:41-45.
18 Il sole ha mai cessato di sorgere e di dar inizio al giorno? O la luna ha mai cessato di splendere di notte? Mai fino ad oggi. Così Geova, fedele al patto e all’amorevole benignità, non ha dimenticato o trascurato questo importantissimo patto per il Regno che lo rivendicherà quale legittimo Sovrano dell’universo. Egli giurò nella sua santità, e non mentì quando disse al re Davide che la sua casa sarebbe rimasta salda e che il suo trono sarebbe stato permanente. Gesù Cristo, l’Erede permanente del patto dell’amorevole benignità verso Davide, dura, come durano il sole e la luna, ed oggi Gesù Cristo regna dal celeste “trono di Geova”. (Sal. 89:28-37) Il nostro dovere è quindi chiaro. Gli “uomini di amorevole benignità” di Geova hanno verso Dio il dovere di essere leali verso il Re da lui intronizzato, il Figlio e Signore di Davide. In premio per il loro amore leale essi mangiano i cibi succulenti, il latte, della mensa spirituale di Dio, e bevono il vino della gioia del ministero del Regno quali ambasciatori del Regno.
LEALI SUDDITI TERRENI
19 Al tempo del re Davide anche gli stranieri residenti in Israele furono leali verso di lui perché era il re unto da Geova, colui col quale era stato stipulato il patto per una dinastia eterna e per un trono fermamente stabilito. Fra tali leali stranieri vi erano i Getei (Filistei di Gat), i Feletei e i Ceretei. (2 Sam. 15:18-22) Persino Gionata, figlio dell’infedele re Saul, mostrò incrollabile amorevole benignità per Davide perché era stato scelto da Geova. Anche i fratelli stessi del re Saul, appartenenti alla tribù di Beniamino, considerarono la scelta di Geova superiore a quella personale e si schierarono per Davide che Egli aveva scelto e unto. — 1 Sam. 18:1-4; 20:8, 14, 15; 1 Cron. 12:1, 2, 19, 29.
20 Oggi vediamo che ci sono dei fedeli imitatori di quegli antichi sostenitori di Davide, l’unto di Geova. Una gran folla di uomini e donne che sono venuti a conoscenza del patto del regno di Geova con Gesù Cristo e i suoi coeredi danno ora lealmente il loro appoggio all’Erede permanente del patto eterno. Che importa se sono di tante diverse nazioni, tribù, popoli e lingue? Questo non li distoglie dall’ubbidire al governo di Dio nei cieli. Si rivolgono a Lui, sul suo trono, e all’Agnello, suo Figlio Gesù Cristo, e li acclamano a gran voce uniti nella pubblica confessione: “Noi dobbiamo la salvezza al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello”. Giorno e notte rendono sacro servizio a Geova, e lasciano che suo Figlio, l’Agnello, li guidi come loro Pastore e Re. — Apoc. 7:9-17.
21 Per dare una prova pratica di amore leale per il loro Pastore e Re, si mostrano leali verso i suoi coeredi del Regno, i suoi fratelli, quegli “uomini di amorevole benignità”, che Dio ha compresi nel patto del Regno, che Egli ha raccolti e approvati. (Sal. 50:5) Per questa ragione il Pastore e Re approva queste “altre pecore”, le raccoglie alla sua destra e dice: “Venite, voi che avete la benedizione del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo. . . . Veramente io vi dico: In quanto l’avete fatto [tutto questo bene] a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”. (Matt. 25:31-40) Ciò spiega perché queste “altre pecore” godono ora anche loro del delizioso “vino e latte” che fluisce dal rimanente dei regali fratelli di Cristo, senza denaro e senza pagare.
LA PROVA È IN CORSO!
22 La prova dell’amore leale per il patto del Regno e per il regnante Erede di quel patto è ora in corso! Il potere dittatoriale che ora tende al dominio mondiale non solo è contro la Cristianità democratica ma principalmente contro l’Erede del Regno che ha assunto il potere nel 1914. La profezia dell’angelo di Geova chiarisce questo dicendo dell’ambizioso potere dittatoriale: “Si perderà d’animo; poi di nuovo s’indignerà contro il patto santo, ed eseguirà i suoi disegni, e tornerà ad intendersi con quelli che avranno abbandonato il patto santo. E per via di lusinghe corromperà quelli che agiscono empiamente contro il patto; ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio mostrerà fermezza”. — Dan. 11:30, 32, VR.
23 Vaste sezioni della Cristianità sono cadute in potere di empie dittature e il clero della Cristianità ha cercato una conciliazione col potere dittatoriale. Ha ceduto alle sue lusinghe ed ha scelto di servire gli uomini invece di Dio. Anche il clero della parte della Cristianità nominalmente “libera” ha violato il patto o agito empiamente contro di esso. È stato sleale verso “Cristo il Re”, che professa di seguire e in onore di cui si tengono feste ogni anno. Essi non hanno seguito l’esempio delle “altre pecore” fedeli al Re, ma hanno perseguitato i suoi fratelli, il rimanente degli “uomini di amorevole benignità” di Geova. Effettivamente dicono: “Noi non abbiamo alcun re eccetto Cesare”. (Giov. 19:15) Avviene oggi nella Cristianità ciò che avveniva nell’antico Israele ai giorni del profeta Osea: “L’Eterno ha una contestazione con gli abitanti del paese, poiché non v’è verità, né misericordia [amorevole benignità], né conoscenza di Dio nel paese”. (Osea 4:1, VR) Eppure Geova ha oggi delle pecore che dimostrano di essergli fedeli.
24 Noi non facciamo parte della Cristianità ignorante. Noi conosciamo il nostro Dio. Mostriamo la nostra lealtà verso il suo patto col più grande Davide predicando la buona notizia del regno di Dio stabilito nel 1914. Predichiamo ovunque, in Asia, in Africa, in Australia, in Europa, nelle Americhe e in innumerevoli isole del mare, per dare una testimonianza, agli ordini del nostro celeste Capo, che Geova ha dato come principale “testimone alle nazioni”. (Isa. 55:3, 4) Geova ha decretato per mezzo suo che la buona notizia di quel regno, per cui fu stipulato il patto tanto tempo fa, deve essere predicata fino alla fine di questo mondo. Come potrebbe Dio dimenticare il patto per il suo regno eterno ora, alla fine di questo mondo? Senza eccezione, quel regno supera tutti i governi politici di questo mondo. Geova dice del suo Re: “Io stesso lo costituirò il primogenito, il più eccelso dei re della terra”. (Sal. 89:27) Al governo teocratico del Primogenito di Geova vada la nostra più alta, completa, imperitura ubbidienza, devozione e lealtà per sempre!
25 Per quanto le potenze del comunismo, della Cristianità e del paganesimo lo combattano; per quanto tentino freneticamente di conservare la loro sovranità nazionale e il loro dominio terreno, il regno di Dio nelle mani dell’Erede del patto è l’incontestabile realtà di oggi. È l’unica cosa sicura che abbia eterno avvenire. In adempimento alla preghiera modello di Gesù (Matt. 6:9, 10), il celeste regno del Padre verrà sul campo di battaglia di Armaghedon e definirà la scottante contesa per il governo, e tutti i governi politici di questo vecchio mondo scenderanno nella Geenna.
26 La buona notizia del regno di Dio che predichiamo è senz’altro sensazionale. Ma non è un’esagerazione; non è uno scherzo. Da quarant’anni la predichiamo, ma non è una notizia che diventi stantia, che perda la sua efficacia e che si debba smettere di predicare. Non smetteremo. La nostra predicazione del Regno, ordinata da Dio, deve continuare. Si estenderà finché i regni e i governi dei Gentili finiranno e finché il regno millenario di Gesù Cristo stabilirà la pace gloriosa che seguirà Armaghedon, quando sarà fatta tacere ogni propaganda umana d’ispirazione demonica e la guerra fredda fra il comunismo e i suoi avversari e contro il regno di Dio sarà cessata.
27 Restiamo dunque fedeli e leali per sempre verso il patto del Regno che Dio fece col più grande Davide. Mostriamo amorevole benignità e lealtà a tutti gli uomini che rispettano quel patto e sostengono il Regno promesso. Proverbi 3:3, 4 dice: “L’amorevole benignità e la verità stessa non ti lascino. Lègatele alla gola. Scrivile sulla tavola del tuo cuore, per trovar favore e buon intendimento agli occhi di Dio e dell’uomo”. Se lo faremo, vedremo che Geova Dio stesso, mediante il suo re Gesù Cristo, eserciterà le stesse preziose qualità verso di noi, e la nostra anima vivrà per sempre. “Tutti i sentieri di Geova sono amorevole benignità e verità per coloro che osservano il suo patto e le sue testimonianze”. — Sal. 25:10.
[Domande per lo studio]
1. Quali domande sono oggi appropriate riguardo al patto del regno, e come vi è implicata la nostra stessa vita?
2. In che modo terminò il regno effettivo dei successori di Davide, e perché Zorobabel non ridiede vita a quel regno?
3. Che cosa permise Geova che accadesse alla casa di Davide, e come terminò diciannove secoli fa la discendenza reale di Davide senza che venisse meno la promessa del patto?
4. Perché Gesù è chiamato il Figlio di Davide come erede regale, e perché Maria acconsentì a divenirne la madre umana?
5. In adempimento a quale profezia avvenne questa nascita da una vergine, e come venne annunciata?
6. Essendo divenuto l’Erede permanente del patto del regno Gesù era forse legato a questa terra, e quindi da chi fu unto Gesù?
7. Che cosa predicò Gesù molto appropriatamente, e per lealtà verso il patto del regno a chi estese egli l’invito?
8. Come appariva la situazione mentre Gesù era morto nello Sceol, e che cosa fece Geova in armonia con la sua promessa?
9. Che cosa esprimeva da parte di Geova la risurrezione di Gesù, e come Paolo ci spiegò chiaramente questo fatto?
10. Chi era dunque l’“uomo di amorevole benignità” di Geova, e risuscitandolo per il cielo quale via aprì Geova?
11. Che cosa cantò Davide nel Salmo 145 riguardo agli uomini di amorevole benignità di Geova?
12. Quanti di quegli uomini spirituali vi sono in questo tempo della fine, e perché non furono rigettati per le loro mancanze durante la prima guerra mondiale?
13, 14. (a) In virtù del suo patto che cosa era in obbligo di esprimere Geova verso la classe del rimanente? (b) Che cosa subì quindi il rimanente durante la prima guerra mondiale, e a qual prezzo le loro anime furono tenute in vita fino ad oggi?
15. Come possiamo oggi dimostrare la nostra lealtà verso il patto del regno, e come mostrò Geova di non aver dimenticato il patto ma di ritenerlo sempre valido?
16. (a) Perché la lunga attesa di Gesù, senza godere il potere del Regno, non provocò la fine legale del patto del regno? (b) Perché non vi è inclusa la Cristianità, e nonostante ciò come Geova si è mostrato fedele al patto?
17. Prima di finire di servirsi del rimanente, che cosa fece Geova riguardo al Regno, in adempimento di Isaia 16:5?
18. (a) Come quali corpi celesti l’Erede permanente del patto del regno sarebbe durato? (b) Qual è dunque il dovere del rimanente, e a che cosa partecipano in premio per la loro lealtà?
19. Chi oltre agli Israeliti naturali furono fedeli a Davide, perfino nella famiglia stessa del re Saul?
20, 21. (a) Chi sono oggi gli imitatori di quegli antichi sostenitori di Davide? (b) Come esprimono in modo pratico il loro amore leale, e che cosa condividono ora col rimanente?
22. A proposito dell’adempimento di quale profezia di Daniele riguardo al patto viene ora messo alla prova l’amore leale verso di esso?
23. Quali Cristiani professanti hanno violato il patto, e come Osea 4:1 s’avvera a loro riguardo?
24. Come noi differiamo dalla Cristianità, e perché dovremo essere per sempre fedeli al governo del Primogenito di Geova?
25. Per quanto le potenze nemiche lo combattano, qual è la verità riguardo al regno di Dio nelle mani del suo Erede, e perché?
26. Perché non smetteremo di predicare la buona notizia del regno di Dio come se fosse ormai vecchia, e fino a quando si estenderà la nostra predicazione del Regno?
27. Quali qualità dobbiamo avere verso coloro che sono fedeli al patto e al Regno, e che cosa, a sua volta, farà Geova per noi?
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L’eccellenza delle ScrittureLa Torre di Guardia 1959 | 1° luglio
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L’eccellenza delle Scritture
◆ “Continui la cultura mentale ad avanzare”, disse una volta il poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe, “continuino le scienze naturali a progredire in misura e profondità sempre più grandi e la mente umana a svilupparsi fin quanto desidera; oltre l’elevatezza e la cultura morale del Cristianesimo, come rifulgono nei Vangeli, non andrà”.
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Non c’è tempoLa Torre di Guardia 1959 | 1° luglio
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Non c’è tempo
◆ “L’altro giorno parlavo con un uomo che aveva viaggiato molto”, scrive Ronald K. Ross. “Quando egli arrivò a New York, il funzionario della dogana, notando la sua Bibbia nella borsa, gli disse: ‘Vedi, fratello, non avrai tempo per leggerla negli Stati Uniti. Siamo tutti troppo occupati a fare dollari. Penso che l’onnipotente dollaro sia il nostro dio’”. — Treasury of the Christian World.
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