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Geova benedice i lealiLa Torre di Guardia 1974 | 15 marzo
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e slealtà da parte loro. Egli fece percorrere l’accampamento israelita da una piaga mortale, che uccise 23.000 persone. (1 Cor. 10:8) Numeri, capitolo venticinque, non dichiara con precisione quanti idolatri fossero uccisi dai giudici di Israele, ma probabilmente questi furono inclusi nella cifra complessiva di 24.000 vittime della piaga, apparentemente con 1.000 uccisi. Così, accettando l’invito di assistere a una festa apparentemente innocente, quegli Israeliti furono condotti a tale calamità.
19. Come si pose fine al flagello nel campo israelita, e con quali parole Osea rammentò secoli dopo agli Israeliti la slealtà che vi era stata manifestata?
19 Da ultimo si pose fine al flagello quando Fineas, figlio di Eleazaro il sommo sacerdote, ebbe trafitto con una lancia Zimri e la donna madianita Cozbi, che aveva introdotta nella sua tenda per avervi rapporti immorali. Molto probabilmente Zimri fu uno degli agitatori fra gli sleali. Poiché la prostituzione cerimoniale faceva parte dell’adorazione di Baal, si poté considerare che Zimri introducesse nell’accampamento d’Israele l’adorazione di Baal quando condusse Cozbi nella sua tenda e vi ebbe rapporti sessuali con lei. (Num. 25:6-8) Secoli dopo Geova rammentò agli Israeliti questa slealtà verso di lui quando fece scrivere dal suo profeta Osea: “Essi stessi andarono al Baal di Peor, e si dedicavano alla cosa vergognosa, e divennero disgustanti come la cosa del loro amore”. — Osea 9:10.
20. Perché la macchinazione di Balaam non riuscì, e come si ritorse contro di loro?
20 La macchinazione di Balaam, mentre causò grande danno agli Israeliti, non riuscì, perché gli Israeliti leali resisterono agli allettamenti carnali a fare ciò che è male agli occhi di Dio. L’insidia si ritorse in effetti sui Madianiti, poiché Dio comandò agli Israeliti leali di abbatterli. “Geova parlò poi a Mosè, dicendo: ‘Ci sia un osteggiare dei Madianiti, e li dovete colpire, perché essi vi osteggiano con le loro opere d’astuzia che hanno astutamente commesse contro di voi nel fatto di Peor e nel fatto di Cozbi figlia del capotribù di Madian, loro sorella che fu colpita a morte il giorno del flagello per il fatto di Peor’”. (Num. 25:16-18) Le città madianite e i campi cinti da mura della zona furono destinate al fuoco. Cinque re di Madian, tutti i maschi e ogni femmina che aveva avuto rapporti sessuali, nonché Balaam, furono messi a morte. (Num. 31:1-20) I Moabiti, che erano discendenti di Lot nipote di Abraamo, non furono giustiziati, ma a causa della loro partecipazione al complotto Dio impedì loro d’entrare nella congregazione di Geova, “fino alla decima generazione . . . a tempo indefinito”. — Deut. 23:3, 4.
BENEDETTI I LEALI
21, 22. Come Fineas fu un esempio di lealtà verso Geova, e che cosa possiamo imparare da ciò che accadde agli sleali?
21 Il sacerdote Fineas diede prova d’essere uno dei leali, e per la sollecita azione che aveva compiuta contro Zimri e Cozbi ricevette lodevole menzione. Egli non tollerò “nessuna rivalità” verso l’adorazione di Geova, e questo gli fu “attribuito a giustizia”. Perciò, gli fu dato un patto di pace con Geova che “deve servire come il patto d’un sacerdozio a tempo indefinito per lui e per la sua progenie dopo di lui”. — Num. 25:11-13; Sal. 106:30, 31.
22 L’eccellente esempio del leale Fineas è quello che oggi dovremmo voler seguire, non quello di coloro che cedettero ai desideri carnali. Ciò che accadde a quegli sleali ci serve da esempio ammonitore. (1 Cor. 10:11) È un esempio di come, coltivando desideri errati, anche quando sembrano di poco conto e insignificanti, si può esser condotti al disastro. — Giac. 1:14, 15.
23. Come l’atteggiamento dei cristiani leali di oggi è parallelo a quello degli Israeliti leali nelle pianure di Moab, e quali benedizioni attendono?
23 Come quegli Israeliti, simili a Fineas, che rimasero leali a Geova furono benedetti col privilegio di entrare nella Terra Promessa, così oggi i cristiani che si mantengono leali verso Geova possono attendersi di ricevere le splendide benedizioni che Dio ha in serbo per quelli che lo amano. Essi entreranno nella magnifica nuova èra promessa che verrà sotto il regno del suo unto Re, Gesù Cristo. “Dell’incremento del suo governo, e della pace, non ci sarà fine”. Egli governerà “secondo diritto e giustizia, da ora in avanti, sì, per sempre”. (Isa. 9:7, An American Translation) Quale incentivo è questo per non cedere mai alle tentazioni carnali e per non compiere atti di slealtà verso Dio!
24. Che cosa dobbiamo riconoscere in quanto ai desideri carnali, e perché la nostra situazione è simile a quella degli Israeliti quando furono nelle pianure di Moab?
24 Avendo dinanzi la speranza di tale nuova èra, abbiamo una vigorosa ragione per resistere alle tentazioni di fare ciò che è male agli occhi di Geova. Ma dobbiamo riconoscere che i desideri carnali sono oggi un punto debole degli uomini proprio come lo fu ai giorni di quegli Israeliti che si accamparono nelle pianure di Moab. Le tentazioni ad abbandonarsi a tali desideri sono assai grandi perché siamo circondati da persone mondane dedite alla condotta dissoluta e all’impurità sessuale. In un certo senso esse si dedicano all’adorazione del sesso come vi si dedicavano i Moabiti e i Madianiti. La loro letteratura, le loro rappresentazioni teatrali, le loro pellicole cinematografiche e i loro programmi televisivi danno risalto a ogni depravato desiderio carnale che possa essere immaginato da una mente corrotta. Noi dobbiamo resistere a tale cattiva influenza. Cedere a essa ed essere condotti a fare ciò che è male agli occhi di Dio può esserci fatale, come lo fu per quei 24.000 Israeliti che perirono per la loro slealtà.
25. Quando ci si presentano tentazioni carnali, che cosa dovremmo ricordare?
25 Perciò, quando vi si presentano tentazioni che possono apparire come cose di poco conto ma che possono effettivamente indurvi a fare ciò che è male agli occhi di Dio, vogliate ricordare questa prova di lealtà che ebbe luogo nelle pianure di Moab. Scegliete il corso dei leali e tenete presente ciò che è scritto in Salmo 97:10: “O voi che amate Geova, odiate ciò è male. Egli guarda le anime dei suoi leali”.
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Lealtà nel tempo della fineLa Torre di Guardia 1974 | 15 marzo
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Lealtà nel tempo della fine
“Poiché vi basta il tempo passato nel fare la volontà delle nazioni quando compivate opere di condotta dissoluta, concupiscenze, eccessi col vino, gozzoviglie, sbevazzamenti e illegali idolatrie”. — 1 Piet. 4:3.
1. Perché in questo tempo sembra che la malizia del genere umano divenga sempre peggiore?
DALLA prima guerra mondiale siamo stati in un periodo assai insolito della storia umana, un periodo che è stato contrassegnato da violenze, grandi spargimenti di sangue e diffusa degenerazione morale senza precedenti. Riguardo a un periodo simile di migliaia d’anni fa, il racconto storico della Bibbia dice: “Di conseguenza Geova vide che la malvagità dell’uomo era abbondante sulla terra e che ogni inclinazione dei pensieri del suo cuore era solo male in ogni tempo”. (Gen. 6:5) “Non si avvidero di niente” in quanto alla volontà di Dio per il genere umano. Questo descrisse la condizione che esisteva ai giorni prima del grande diluvio del tempo di Noè. Gesù Cristo disse che condizioni simili sarebbero esistite negli ultimi giorni dell’attuale sistema di dominio umano. (Matt. 24:37-39) Dal 1914 E.V. siamo vissuti in tali “ultimi giorni”.
2, 3. Quale cattiva influenza sentono i cristiani, e perché le devono resistere?
2 Col genere umano che sprofonda di continuo a livelli morali sempre più bassi, cresce sui veri cristiani la pressione affinché considerino le azioni immorali come accettevoli. Il pensiero della cosiddetta “nuova morale” permea le persone mondane che ci circondano e riempie la letteratura e i trattenimenti di tali persone. Questo esercita su tutti i cristiani una cattiva influenza. Ci vuole da parte loro una decisa resistenza. Alcuni possono anche aver partecipato alla vita immorale prima di divenire veri cristiani. Ma ora che hanno rivestito la nuova personalità che si conforma alle alte norme morali della Parola di Dio, è passato il tempo di vivere a somiglianza delle nazioni. Ritornarvi sarebbe come un cane che torna al suo vomito. — 2 Piet. 2:22.
3 Che divengano veri cristiani, comunque, non significa che non provino più i desideri della carne decaduta. Essi li provano, e tali desideri sono per loro un punto debole. A meno che non facciano di continuo una difesa morale della padronanza di sé, possono divenire vulnerabili all’attacco contro questo punto debole. Satana, il dio di questo corrotto mondo del genere umano, opera su questo punto debole per mezzo della corruttrice influenza del suo mondo. Egli segue oggi le stesse tattiche che fece seguire ai Moabiti e ai Madianiti quando cercarono di corrompere gli Israeliti nel quindicesimo secolo avanti la nostra Èra Volgare e di volgere in tal modo Geova Dio contro di loro. Così oggi Satana cerca di irretire i cristiani per mezzo della concupiscenza della carne, onde violino le leggi di Dio e in tal modo rechino su di sé l’avverso giudizio di Dio. — 1 Piet. 5:8.
4. Che cosa può accadere quando un cristiano lascia soffermare la propria mente su desideri errati?
4 Quando un cristiano prova piacere in pubblicazioni moralmente corrotte e in altre forme di divertimento prodotte dal sistema di cose del Diavolo, non si lascia egli esposto e senza protezione? Coltivando desideri errati, non sarà indotto a soccombere a essi col passar del tempo e così a peccare agli occhi di Dio? (Giac. 1:14, 15) Continuando a seguire tale corso, subirà la certa distruzione per mano di Dio come la subirono i 24.000 Israeliti che furono uccisi nelle pianure di Moab. Satana avrà riportato su di loro la vittoria in quanto li avrà fatti divenire sleali verso il loro Dio e Re. — Num. 25:1-9.
LEALTÀ IN TUTTE LE COSE
5, 6. (a) Che cosa comprende la lealtà verso Dio? (b) Che cosa disse Gesù che il cristiano deve cercare oltre al Regno? Come?
5 Un cristiano può pensare d’esser leale a Geova Dio perché predica con zelo la buona notizia del Regno, ma la lealtà richiede più di ciò. I soldati israeliti che avevano combattuto valorosamente contro gli Amorrei pensarono pure d’esser leali verso Dio, ma molti non compresero che la lealtà doveva mostrarsi inoltre in tutta la propria condotta. Se un cristiano cede a desideri errati la sua predicazione intorno al regno di Dio non significa nulla. Egli mostra in effetti d’essere sleale verso il regno di Dio, violandone il codice morale. La sua condotta non cristiana reca biasimo sul nome del suo Dio e Re. — 2 Piet. 2:2.
6 Il cristiano deve manifestare la propria lealtà verso Dio e verso il Regno con tutto il suo modo di vivere, anche in quelle che potrebbero essere considerate cose di poco conto. Dev’essere rimarchevolmente diverso dal corrotto modo di vivere del mondo, nonostante che ciò possa dar motivo a conoscenti e parenti mondani di parlare oltraggiosamente di lui. (1 Piet. 4:3, 4) Notate come Gesù rese chiaro ciò che deve accompagnare il proprio interesse per il regno di Dio. “Continuate dunque a cercare prima il regno”, egli disse. Ma poi aggiunse “e la sua giustizia”. (Matt. 6:33) Così, per sostenere lealmente il regno di Dio, il cristiano deve vivere conforme alla giustizia di Dio la quale è espressa nelle leggi e nei consigli divinamente scritti nella Bibbia. Vivendo in questo modo, egli deve manifestare vero cristianesimo.
7. (a) Siccome i veri cristiani hanno una relazione personale con Geova, che cosa devono specialmente amare? (b) Perché il cristiano è colpevole di slealtà quando abbandona ciò che è giusto?
7 Come gli Israeliti ai giorni di Mosè, i veri cristiani hanno una relazione personale con Geova Dio. Ciò richiede che amino ciò che è puro e giusto, come lo ama Dio. Il suo principale nemico, Satana il Diavolo, ama ciò che è corrotto e ingiusto, e così questo mondo del genere umano disubbidiente produce i frutti corrotti e ingiusti del suo dio e governante malvagio. (Giov. 8:44; 2 Cor. 4:4) Che un cristiano abbandoni ciò è giusto cedendo a desideri errati significa che segue slealmente un altro dio, il dio malvagio di questo mondo. Ne produce i cattivi frutti. Egli sarebbe come gli infedeli Israeliti che furono irretiti da desideri errati quando parteciparono alla festa dei Moabiti e dei Madianiti e vennero coinvolti nell’adorazione di Baal. Quando cerchiamo la giustizia di Geova, ci sforziamo di mantenere la massima purezza di pensiero e condotta. Prestiamo ascolto all’ammonizione scritturale: “Cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente, per provare a voi stessi la buona e accettevole e perfetta volontà di Dio”. — Rom. 12:2.
8. C’è qualche parte della nostra vita che possa chiamarsi privata agli occhi di Geova? Spiegate con esempi.
8 Il nome di Geova è sui veri cristiani che danno testimonianza al suo regno. Questo nome rappresenta tutto ciò che è retto e puro nell’universo. Lo scettro del suo regno, che il suo Figlio brandisce, “è lo scettro di rettitudine”. (Ebr. 1:8) Non dovrebbero i sudditi che sono leali a quel regno e al suo supremo Re, Geova Dio, riflettere tale giustizia in ogni aspetto della loro vita? Non richiede questo la lealtà? Essi portano in ogni tempo il nome di Geova, e se si crede di poter praticare qualche cosa di male o perfino di sconveniente in privato, si biasima tale nome. In realtà non c’è nessuna parte della nostra vita che possa chiamarsi “privata” per ciò che riguarda Geova. Se facciamo ciò che è male in segreto, è segreto solo per altri uomini. Geova l’ha visto. Non vide egli ciò che gli sleali Israeliti fecero nelle tende dei Moabiti e dei Madianiti? Non vide ciò che gli sleali anziani d’Israele fecero secoli più tardi nelle stanze private del cortile interno del tempio di Geova in Gerusalemme? Non li vide compiervi adorazione idolatrica? Tale slealtà verso Dio non può esser nascosta. Essi si ingannavano quando dicevano: “Geova non ci vede. Geova ha lasciato il paese”. (Ezec. 8:9-12) Nessun vero cristiano vorrà fare l’errore di adottare questo falso ragionamento come han fatto gli odierni pseudo-cristiani che asseriscono che Dio sia morto.
9, 10. (a) Spiegate come i desideri carnali possono mettere in difficoltà il cristiano. (b) Come vi è qui implicata la lealtà?
9 Il cristiano comincia a mettersi in difficoltà quando smette di mantenere una forte difesa. Invece di star lontano dalle situazioni che irretiscono in modo da suscitare errati desideri carnali, egli può cercar di camminare vicino all’orlo il più possibile. Sebbene la sua coscienza gli indichi che il desiderio non è giusto, può soffermarvisi, e più a lungo ci scherza più il desiderio errato diviene forte. A somiglianza degli Israeliti sleali, non resiste al desiderio errato di “cose dannose”. (1 Cor. 10:6) Tale situazione può crearsi quando due persone di sesso opposto che non sono sposate cominciano in privato a stimolarsi l’un l’altro sessualmente, mettendo l’uno le mani sulle parti intime dell’altro. Questa è una forma d’impurità morale e non si addice al cristiano, il cui modo di vivere dovrebbe riflettere la giustizia di Geova.
10 Possiamo in tali cose esser guidati da ciò che è accettevole per il mondo in genere? No, poiché il mondo non ci provvede norme sane. Esso riflette non la giustizia di Geova Dio, ma l’ingiustizia dell’“iddio di questo sistema di cose”, l’avversario di Geova. (2 Cor. 4:4) Invece di farci cullare da un senso di noncuranza, o perfino ingannandoci, dovremmo onestamente riconoscere che quando si eccita la passione sessuale questa può suscitare un irresistibile impulso a soddisfare tale passione con l’unione sessuale. Questo è un fatto della vita. Tale soddisfazione è normale e consentita per le persone che sono coniugate secondo la disposizione matrimoniale. Ma se persone non sposate soddisfano tale passione con tale unione commettono una grave violazione della legge divina; effettivamente, da parte del cristiano è una slealtà verso Dio. Non dovrebbe dunque la lealtà guardarci dal rischiare tale violazione, facendoci evitare azioni che susciterebbero pericolosamente il desiderio sessuale?
11. (a) Come argomentano alcuni per giustificare l’amore passionale, e perché l’argomento è sbagliato? (b) In che modo la condotta impura, pur non implicando l’effettiva unione sessuale, può giungere al punto d’essere “fornicazione” (por·neiʹa)?
11 Nella pratica moderna degli “appuntamenti”, molte coppie fanno all’amore in modo da suscitare forti sentimenti passionali. Tuttavia alcuni possono argomentare che questo non sia sbagliato finché non ci sia l’effettiva unione degli organi sessuali, giacché secondo la loro comprensione, questo è esattamente ciò che la Bibbia proibisce alle persone non sposate. Tale modo di ragionare è sia errato che pericoloso. I cristiani sono esortati a presentare le loro membra non più “quali schiavi dell’impurità e dell’illegalità” ma “quali schiavi di giustizia in vista della santità”. (Rom. 6:19) Anche se facendo all’amore in maniera passionale non giunsero fino al punto di commettere “fornicazione” (greco, por·neiʹa) nel senso biblico della parola, ciò potrebbe ancora costituire un’“impurità” (greco, a·ka·thar·siʹa), una specie di condotta indecente, impura. L’“impurità” è elencata dopo la “fornicazione” nell’elenco dell’apostolo circa le opere della carne decaduta, ed egli avverte che quelli che impenitentemente “praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”. (Gal. 5:19, 21) Non solo, ma le azioni impure potrebbero divenire continuamente di natura più grave o giungere fino al punto d’essere giustamente classificate come “fornicazione” (por·neiʹa). Ciò avviene perché questa parola si riferisce scritturalmente non solo all’unione sessuale fra persone non sposate, ma ad ogni specie di grave immoralità o condotta dissoluta come potrebbe trovarsene nei luoghi di prostituzione.
12. (a) Il fatto d’esser fidanzati dà alla coppia il diritto di fare all’amore appassionatamente? (b) Quale situazione le persone non sposate dovrebbero evitare, e perché?
12 È naturale che due persone che hanno convenuto di sposarsi esprimano affetto l’uno verso l’altro. Ma questo non significa che possano giustamente abbandonarsi a intimità che sono giustamente riservate alle persone sposate. Non essendo libere d’avere effettivamente unione sessuale finché non si sposino, non dovrebbero dedicarsi al tipo di intimo ‘gioco d’amore’ che, nel matrimonio, è preliminare ai rapporti sessuali. Far questo significherebbe da parte loro commettere un’impurità, mostrare mancanza di rispetto per la disposizione di Dio, esser privi di lealtà verso le sue sante norme. Quindi, in ogni espressione di affetto, la loro lealtà dovrebbe indurle a esercitare cura e dovuta restrizione. Non solo dovrebbero non offendere in pubblico l’usanza locale rischiando di far inciampare le persone, ma anche quando sono da sole non dovrebbero compiere azioni che le farebbero vergognare se all’improvviso comparisse un’altra persona. Non è forse vero che la presenza di altri è spesso per noi una buona protezione contro le nostre debolezze e i nostri desideri carnali? L’oscurità e la segretezza, d’altra parte, abbassano le nostre difese e possono indebolire le nostre risoluzioni. (Si paragonino Proverbi 9:16-18; Giovanni 3:20, 21; Efesini 5:7-13). Nonostante che siano fidanzati, non è saggio che le coppie cristiane evitino di mettere in pericolo il rispetto che hanno di sé e il rispetto che hanno l’uno per l’altro evitando situazioni che condurrebbero alla condotta impura? Possono evitare queste cose non isolandosi da altri fino al punto di non sentire più la salutare restrizione di sapere che qualcuno potrebbe facilmente entrare nella stanza o nel luogo dove si trovano. Per certo quelli che non sono fidanzati fanno bene a esercitare una restrizione anche maggiore, preferendo stare l’uno in compagnia dell’altra nell’aperta associazione con altri, non nell’isolata intimità.
AZIONE DELLA CONGREGAZIONE
13, 14. Quale azione della congregazione cristiana è parallela a quella compiuta dai fedeli anziani d’Israele rispetto a coloro che erano stati sleali verso Dio, e perché quest’azione è necessaria per quelli che praticano la condotta immorale?
13 Quando gli Israeliti ebbero ceduto ai desideri carnali nella festa dei Moabiti e dei Madianiti e si furono dedicati all’adorazione del sesso, l’azione contro di loro fu compiuta da Dio e dai rappresentanti della congregazione d’Israele. Quei componenti rappresentativi uccisero personalmente forse fino a mille Israeliti sleali. (Num. 25:3-5) Un parallelo di ciò può trovarsi nella congregazione cristiana odierna. Mentre essa non è autorizzata da Dio a giustiziare i componenti sleali che praticano peccati vari, è autorizzata a compiere contro di loro l’azione di disassociarli dalla congregazione se sono impenitenti. (1 Cor. 5:11-13) Questo è necessario per mantenere pura la congregazione. Se non facesse questo, come potrebbe giustamente asserire di appartenere a Geova e a Gesù Cristo, che sono giusti? Essa è obbligata a sostenere le giuste leggi di Dio.
14 Poiché tutta la grave immoralità a cui si fa riferimento col termine por·neiʹa è condotta dissoluta che può impedire a una persona di ereditare il regno di Dio, la congregazione cristiana giustamente disassocia gli individui che la praticano e non manifestano sincero pentimento. In maniera simile si agisce con quelli che persistono in qualsiasi forma di “impurità”. L’impurità è comunque un termine ampio che abbraccia un largo raggio di gradi, come anche fisicamente ci si può sporcare solo un po’ o si può essere particolarmente sporchi, così pure per l’impurità morale. Quando si determina perciò il grado di impurità,
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