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Mostriamo lealtà con cuore unitoLa Torre di Guardia 1962 | 15 maggio
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Mostriamo lealtà con cuore unito
“Proteggi l’anima mia, poiché io sono leale. . . . Istruiscimi, o Geova, intorno alla tua via. Io camminerò nella tua verità. Unisci il mio cuore per temere il tuo nome”. — Sal. 86:2, 11.
1, 2. (a) Che cosa si cerca in un governante, e a quali nazioni ci si rivolge oggi per avere una guida nella politica? (b) Quale altra guida è richiesta, perciò quale problema sorge?
IN QUESTO mondo d’incertezza, di mutamenti e di perplessità i popoli, sì, le nazioni, cercano una guida. Vogliono seguire un governante fidato, sicuro, che abbia una linea di condotta ben precisa che prometta buoni risultati. Il governante deve mostrare il suo prestigio mediante il successo, le conquiste, la classe, il coraggio delle proprie opinioni e mediante un maturo giudizio. Dev’esser qualcuno che ispiri lealtà nei suoi seguaci, perché egli, a sua volta, è leale verso i suoi seguaci, verso certi stabiliti propositi e verso certe norme d’azione.
2 Quindi, in questo mondo diviso dalla “guerra fredda”, alcuni portavoce delle nazioni invitano gli Stati Uniti d’America a prendere l’iniziativa negli affari del mondo, specialmente a favore delle nazioni democratiche dell’Occidente. Data la grandezza, la ricchezza e la potenza dell’America, essi pensano che dovrebbe prendere l’iniziativa a cui sembra sia stata destinata dalla sorte. Altre nazioni, quelle del blocco comunista, guardano a Mosca, nella Russia rossa, per avere una guida e le dichiarano pubblicamente e apertamente lealtà. La lealtà è richiesta anche se nel cuore non v’è convinzione. Oltre alla insistente richiesta di guida politica, si domanda guida religiosa. Tutto ciò complica il problema della lealtà in questi giorni. A chi dovremmo noi dunque mostrare lealtà con cuore unito?
3. (a) Quale lotta è ora in corso fra le potenze politiche e religiose, e in che cosa aumenta la mancanza di fiducia? (b) Ma quale messaggio ha il suono della verità, e perché?
3 Come non è mai accaduto in passato, questi sono giorni di propaganda. Servendosi di tutti i mezzi per raggiungere le persone mediante gli occhi e gli orecchi, le potenze politiche e quelle religiose sono in lotta per impadronirsi della mente delle persone e ottenerne la lealtà. Ne sono derivate confusione e divisione. La mancanza di fiducia in ciò che si vede e si ode aumenta di continuo, perché molto di questo è riconosciuto quale “falsa propaganda”. Buona parte d’essa fa parte della “guerra fredda” ora in corso. Ma in mezzo al fragoroso strepito della battaglia propagandistica si ode un messaggio che ha il suono della verità. Esso è sostenuto da un’incontestabile autorità e non delude alcuno. È il messaggio della buona notizia del regno di Dio. È un messaggio che non ci inganna né ci fa schiavi degli uomini né dei loro sistemi, poiché proviene da “Dio, che non può mentire”. (Tito 1:2, Na) “È impossibile che Dio mentisca”. — Ebr. 6:18, Na.
4, 5. (a) Come sappiamo che non è per puro caso né per invenzione o progetto umano che questo messaggio del Regno è ora annunciato? (b) In risposta a quale domanda, e a conferma di quale fatto, fu questo predetto?
4 Non per puro caso, né mediante invenzioni e progetti umani, questo messaggio del regno di Dio è stato annunciato in tutto il mondo dal 1914 d.C. in poi. Fu predetto molto tempo fa, ed oggi esso è annunciato in adempimento alla profezia. Diciannove secoli fa il più grande predicatore del regno di Dio che vi fosse sulla terra lo predisse come segno dei nostri tempi. Narrando in anticipo la storia della nostra generazione, questo predicatore del Regno, Gesù Cristo, descrisse la prima guerra mondiale, che contrassegnò il 1914 quale anno decisivo della storia umana, insieme a carestie, pestilenze, terremoti, slealtà, illegalità, persecuzione religiosa, perplessità internazionale e timore del futuro che hanno caratterizzato la nostra epoca, dal 1914 in poi.
5 Ma Gesù Cristo non predisse un futuro del tutto incerto. Egli disse anche: “E questo Vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, per testimonianza a tutte le genti, allora verrà la fine”. (Matt. 24:3-14, Na) Egli predisse tutte queste cose rispondendo alla domanda su come avremmo saputo il tempo della sua presenza nel trono del celeste regno di Dio e quando sarebbe stato scritto il capitolo finale, la conclusione, di questo vecchio sistema di cose terreno. Nell’ultimo capitolo della storia del vecchio mondo dal 1914 è stato scritto l’adempimento di questo rincorante aspetto della profezia di Gesù, cioè, la predicazione della buona notizia del Regno in tutto il mondo. Ma da parte di chi?
6, 7. (a) Da quale classe di persone era ragionevole aspettarsi che fosse predicata la buona notizia del Regno? (b) Chi sono, secondo la storia moderna, coloro che compiono la predetta predicazione?
6 Naturalmente, non dai nemici del regno di Dio, anche se i nemici, con i loro noti attacchi ad esso e ai suoi predicatori, non fanno altro che far conoscere sempre più il Regno. La predicazione è stata fatta dalla stessa classe di persone che predicarono il regno di Dio ai giorni di Gesù e dei suoi dodici apostoli, da dedicati, battezzati seguaci delle sue orme. In qualsiasi campagna politica, diciamo per esempio in America, chi parla in favore del partito democratico, del suo programma politico e delle sue promesse? I democratici, naturalmente! Chi parla in favore del partito repubblicano, delle sue norme e delle sue promesse? I repubblicani, naturalmente! Chi parla in favore del partito socialista, dei suoi propositi politici e dei suoi candidati? I socialisti, naturalmente! Chi sarebbero dunque stati coloro che avrebbero predicato, in armonia con la profezia di Gesù, “questo Vangelo del regno . . . in tutto il mondo, per testimonianza a tutte le genti”? I seguaci di Gesù Cristo, naturalmente! Questi sono completamente a favore del regno di Dio e lo sostengono lealmente. Questi fanno ciò che Gesù disse ai suoi discepoli nel suo sermone del monte: “Cercate prima di tutto il regno d’Iddio e la sua giustizia”. — Matt. 5:1, 2; 6:32, 33, Na.
7 Significa questo che gli 869 milioni di persone che oggi affermano di essere cristiane cattoliche e protestanti adempiono la profezia di Gesù di predicare la buona notizia del regno di Dio nel periodo conclusivo di questo sistema di cose? Niente affatto. La storia odierna mostra che dal 1914 essa è stata adempiuta ed è tuttora adempiuta da dedicati, battezzati cristiani chiamati testimoni di Geova. — Vedere The American Annual del 1961, pagina 396, 2a colonna.
8, 9. (a) A quali domande inerenti alla testimonianza del Regno dobbiamo ora rispondere? (b) Quali persone non riceveranno le benedizioni del Regno, e perché, dunque, sono usati i testimoni di Geova per predicare la buona notizia?
8 Questa predicazione del Regno doveva essere compiuta nei nostri giorni, perché Dio la predisse mediante Gesù Cristo, e Dio non può mentire e non si è mostrato bugiardo. Dato che la predicazione del Regno a scopo di testimonianza è ora in corso in adempimento all’ispirata profezia, ciascuno di noi deve porsi e rispondere ad un’importante domanda. Cioè: Saremo noi semplicemente coloro che ascoltano la predicazione a scopo di testimonianza e non fanno nulla in favore d’essa, o saremo noi fra coloro che compiono la predicazione e la testimonianza, mostrando così di sostenere lealmente il regno quale unica speranza e unico rimedio per tutta l’umanità? Se professiamo d’essere cristiani, che dire del nostro cuore? È il nostro cuore diviso perché siamo attivamente impegnati nella politica di questo mondo, pensando che il “regno di Dio” sia ora solo una condizione del cuore e che il cristiano diverrà attivo per il regno di Dio soltanto quando morirà e andrà in cielo?
9 Le persone che sono divise nella lealtà non riceveranno mai le benedizioni del regno di Dio. Nell’ultimo libro della Bibbia, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, dice: “Poiché sei tiepido, e non sei né freddo né caldo, Io ti vomiterò dalla mia bocca”. (Apoc. 3:16, Na) Non le persone che ascoltano soltanto la testimonianza, ma le persone che predicano e testimoniano saranno preservate in vita durante la fine di questo sistema di cose e riceveranno le benedizioni del Regno dopo la “grande afflizione; tale, che non v’è stata l’uguale dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà”. (Matt. 24:21, 22, VR) Per questo i cristiani testimoni di Geova sono usati da Dio per adempiere la profezia di predicare la buona notizia del Regno.
COME UNIRE IL CUORE
10. (a) È ragionevole che i predicatori del Regno vengano perseguitati? (b) Perché i cristiani nominali ascoltano soltanto la testimonianza?
10 Anche nelle lotte politiche, gli uomini che sostengono una certa forma di governo anziché un’altra hanno i loro oppositori e sono ingiuriati. È dunque ragionevole che coloro che predicano e sostengono il regno di Dio quale giusto governo e unica speranza dell’umanità vengano ostacolati, diffamati e perfino perseguitati? Sì, secondo la stessa profezia di Gesù sulla “fine del mondo”. Ai suoi attenti discepoli, immediatamente dopo aver predetto la guerra mondiale, Gesù disse: “Allora vi metteranno al supplizio, e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte la nazioni a causa del mio Nome”. (Matt. 24:9, Na) Da quante nazioni? “Da tutte le nazioni”, disse Gesù, rendendo così certo che tutte le nazioni politiche si sarebbero opposte al regno di Dio e ne avrebbero odiato i predicatori. Per questa ragione la maggioranza delle persone, siano esse cristiane cattoliche o protestanti, ascoltano soltanto la testimonianza anziché testimoniare esse stesse.
11. Quale qualità esige la predicazione del Regno, quindi per che cosa prega il vero cristiano?
11 La predicazione della buona notizia del Regno esige cuori leali al regno di Dio. Ma quale vero cristiano vorrebbe essere sleale al regno di Dio per cui Gesù Cristo morì? Il vero cristiano desidera essere leale a questo glorioso regno per cui ha pregato nel Paternoster, anche se ciò vuol dire essere perseguitato e odiato da tutte le nazioni. Egli prega per essere leale al regno di Dio, come pregò Davide, che fu unto per sedersi “sul trono di Geova” per regnare sopra la nazione d’Israele. — 1 Cron. 29:23.
12. (a) Quale qualità mostrò Davide verso Dio, e che cosa s’aspettava che Dio, a sua volta, gli mostrasse? (b) Quando e perché possiamo aspettarci che Dio sia leale verso di noi?
12 Nell’ottantaseiesimo Salmo, in cui dice di essere perseguitato, Davide dichiara: “Inclina, o Geova, il tuo orecchio. Rispondimi, perché io sono afflitto e povero. Proteggi l’anima mia, poiché io sono leale. Salva il tuo servo, tu sei il mio Dio, che in te confida”. (Sal. 86:1, 2, 14, 17) Davide nutriva amore leale verso Geova Dio, per il cui regno era stato unto onde servisse quale capo esecutivo. In armonia con la sua lealtà, egli confidò in Geova. Egli s’aspettava che Dio fosse leale verso di lui e verso coloro che soffrivano con lui per il regno. Nel Salmo 18:25 Davide disse a Dio: “Con chi è leale agirai con lealtà”. (2 Sam. 22:1, 2, 26) Perciò se siamo dedicati agli interessi del regno di Dio ed esso è la prima cosa che cerchiamo, anche noi, come Davide, ci sforzeremo di essere leali verso Dio, a cui appartiene il regno. In tal caso possiamo star certi che Dio mostrerà lealtà verso di noi. Che cosa meravigliosa pensare che Dio è leale verso di noi! E nonostante sia una cosa meravigliosa, leggiamo: “‘Io sono leale’, dichiara Geova”. (Ger. 3:12) È giusto che siamo leali verso Dio, che è leale verso noi.
13. Da quale organo ha origine la lealtà, e perciò che cosa dobbiamo fare riguardo alla lealtà?
13 La lealtà ha origine dal cuore. Non possiamo essere leali se il nostro cuore è diviso negli affetti, nell’amore, nella devozione. Non possiamo essere leali se temiamo chiunque si oppone all’oggetto del nostro amore e della nostra devozione e per questa ragione ci perseguita. I nostri persecutori ed oppositori agiscono in qualità di servitori di Satana il Diavolo, e il loro scopo è di infrangere la nostra lealtà a Dio e al suo regno. Se vogliamo cercare prima il suo regno e predicarlo come fece Gesù Cristo, è necessario che mostriamo lealtà e sempre l’accresciamo e la rafforziamo, ed eliminiamo il timore del nemico. Davide ci mostrò come far questo quando disse, nel Salmo 86:10, 11: “Tu sei Dio, tu solo. Istruiscimi, o Geova, intorno alla tua via. Io camminerò nella tua verità. Unisci il mio cuore per temere il tuo nome”.
14. (a) Che cosa fa capire l’espressione “Unisci il mio cuore” circa la condizione del cuore? (b) Perché fu sleale il re Saul?
14 Che espressione singolare: “Unisci il mio cuore”! Questo fa capire che il cuore non è in una condizione di unità, che è diviso in se stesso, in quanto ai suoi affetti e timori. Sembra indicare che vi è un certo timor dell’uomo nel cuore, che sottrae qualche cosa al completo timor di Dio. “La paura degli uomini costituisce un laccio”, dice Proverbi 29:25 (VR); e tale laccio significa la nostra morte per mano di coloro che vogliono divorarci o distruggerci. Il persecutore di Davide, il re Saul, temeva gli uomini; e a causa di tale timore dimenticò il suo timor di Dio e trasgredì gli ordini e i comandi di Dio. Il re Saul disse al profeta di Dio, Samuele: “Ho peccato, ho trasgredito l’ordine del Signore e le tue parole, perché ho avuto timore del popolo, ed ho accondisceso alla sua voce”. (1 Sam. 15:24, Na) Tale timore condusse alla slealtà verso Geova Dio.
15. Quando mandò i suoi apostoli a predicare, quale istruzione diede loro Gesù al riguardo, e perché?
15 Davide non volle cedere a questo timore. Quando Gesù Cristo, il Figlio di Davide, mandò i suoi dodici apostoli a predicare in qualità di missionari, dicendo: “Il regno dei cieli è vicino”, li avvertì di guardarsi da tale timore degli uomini. Avrebbe impedito loro di predicare intrepidamente il Regno. Gesù disse: “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto Colui che può far perdere anima e corpo nella Geenna”. (Matt. 10:5-7, 27, 28, Na) Per Davide era quindi appropriato pregare Dio: “Proteggi l’anima mia, poiché io sono leale”.
16, 17. (a) Che cosa doveva fare Geova onde unire il cuore di Davide per temere il Suo nome? (b) Portando il Suo nome all’attenzione dei testimoni di Geova, perché il timore riempie il loro cuore, e a che cosa conduce questo?
16 L’ispirato salmo di Davide fu preservato perché oggi ci fosse di beneficio. Che cosa dobbiamo dunque comprendere dalla preghiera che Davide rivolse a Geova: “Unisci il mio cuore per temere il tuo nome”? Che cosa doveva fare Geova Dio per esaudire questa preghiera? Significava che Dio doveva eliminare tutti gli altri timori che avrebbero diviso il cuore di Davide e gli avrebbero impedito di temere l’Iddio Onnipotente, che può distruggere l’anima e il corpo nella Geenna della distruzione. Significava rendere il cuore di Davide unito nel temere il nome di Geova. Gli uomini di questo mondo possono avere un nome o una reputazione sorprendente, e semplicemente menzionando il loro nome si può incutere spavento nel cuore di chiunque non conosca timore maggiore. Oggi gli uomini non tremano quando si menziona Dio. Ma pronunciate minacciosamente il nome di qualche capo di banditi, di qualche dittatore, di qualche stregone, ed essi impallidiranno; tremeranno; temeranno per la loro vita e il loro corpo.
17 Ma Davide non si comportò così tremila anni fa! Né si comportano così i testimoni di Geova oggi. Si porti alla loro attenzione il nome di Geova Dio, si menzioni il suo nome dinanzi a loro, ed essi penseranno alla gloria che egli ha recato sul suo nome. Ricorderanno tutte le sue meravigliose e nobili gesta del passato e tutte le profezie che fa adempiere in questi giorni del ventesimo secolo. La semplice menzione del suo nome fa loro ricordare tutte le punizioni e le distruzioni che ha eseguito come giudizio sui suoi nemici e su quelli che gli sono stati infedeli. Sì, come distrusse un mondo intero di persone al tempo di Noè. (2 Piet. 2:5; 3:6) Perciò il loro timor di Geova predomina su tutti gli altri possibili timori. Il timore del suo nome riempie il loro cuore e volge il cuore unito alla via della lealtà verso il Dio che ispira timore.
18. Perché questo non è un timore da codardo?
18 Questo non è un timore da vile, un timore da codardo. Il Salmo 19:9 (VR) dice: “Il timore dell’Eterno è puro, dimora in perpetuo”. Impedisce di essere vili dinanzi agli uomini e conduce ad una vita pura. Elimina ogni indecisione circa l’obbedire a Dio quale governante anziché agli uomini. Con il cuore unito nel timore di Dio la persona non è più “un uomo indeciso [letteralmente, uomo d’animo doppio], incostante in tutti i suoi disegni”. (Giac. 1:8, Na) Perciò la condotta saggia è di temere con tutto il cuore l’Iddio Altissimo.
19. Che cosa mostra Davide che è necessario che Dio faccia per unire il cuore?
19 La persona dedicata a Geova Dio prega perché il suo cuore sia in tal modo unito; ma come esaudisce Dio tale preghiera? Conformemente alla sua preghiera, che cosa fa il cristiano per agire in armonia con Dio? Prima di pronunciare questa preghiera, Davide ci mostra che parte ha Dio e che parte ha egli stesso nella questione, dicendo: “Poiché tu sei grande e fai cose meravigliose; tu sei Dio, tu solo. Istruiscimi, o Geova, intorno alla tua via. Io camminerò nella tua verità”. (Sal. 86:10, 11) Era necessario che Geova desse istruzioni sulla sua via; era anche necessario che Davide camminasse nella via di verità. Oggi è necessaria la stessa cosa.
20. Che cos’altro significa da parte nostra pregare che Dio ci istruisca?
20 Se preghiamo, come pregò Davide, perché Geova ci istruisca, significa che dobbiamo esser desiderosi di farci istruire, pronti a farci istruire, e che dobbiamo cercare di farci istruire in tutto ciò che riguarda la sua via. Questa preghiera è stata detta da molti testimoni di Geova come Davide per molti secoli.
21. Esaudendo la nostra preghiera, che cosa ha provveduto Geova in misura maggiore di ciò che aveva Davide?
21 Esaudendo questa preghiera, Geova ha provveduto moltissima istruzione, molto più di quella che aveva Davide nei suoi giorni. Davide aveva solo i primi otto libri della Bibbia, e forse il libro di Giobbe, se fu scritto da Mosè. Noi oggi abbiamo la Bibbia completa, composta da sessantasei libri ispirati. Quante preziose istruzioni contiene, istruzioni che non diventano mai antiquate, tanto che si debba scrivere un nuovo libro di religione per la congregazione cristiana di quest’èra spaziale!
22. (a) Che cosa, circa le profezie di Dio, ci indica la sua via? (b) Quindi, per essere istruiti intorno alla sua via, che cosa dobbiamo fare prima?
22 Oltre alle numerose profezie di cui la Bibbia stessa menziona l’adempimento, quante profezie si sono adempiute dopo che la Bibbia fu completata millenovecento anni fa! Anche questi adempimenti servono per nostra istruzione oggi, e ci rivelano la via di Dio nella quale preghiamo d’essere istruiti. Il modo in cui possiamo cooperare con Dio perché la nostra preghiera sia esaudita è dunque chiaro. Se gli chiediamo di istruirci nella sua via, dobbiamo innanzi tutto rivolgerci al suo Libro, la sua Parola scritta, che ci parla intorno alle sue vie più di qualsiasi altro libro, anche del cosiddetto Libro della Natura. Dio non mette da parte il suo Libro per istruirci direttamente. Dobbiamo fare ciò che fece anche il suo Figlio quando fu sulla terra, studiare la scritta Parola di Dio. Gesù disse: “Eccomi, vengo! Sta scritto di me nel rotolo del libro. Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà, e la tua legge è dentro al mio cuore”. — Sal. 40:7, 8, VR; Ebr. 10:5-9.
23. Che cosa fa per noi una ricerca nella Bibbia riguardo a Dio?
23 Per ricevere istruzione intorno alle sue vie non possiamo far altro che cominciare a studiare la sua preziosa Parola scritta. Dobbiamo cercare nelle sue pagine le informazioni. Questa non è una difficile ricerca religiosa, inutile e noiosa, ma è entusiasmante e rimuneratrice come la caccia di un tesoro nascosto. “I saggi fanno tesoro della conoscenza”. (Prov. 10:14, Na) Ci fa conoscere Dio e le sue vie. Rafforza la nostra fiducia in lui e il nostro rispetto per lui. Ci induce a temerlo in modo puro e salutare. Che la vera conoscenza di lui abbia questo effetto è chiaramente espresso in Proverbi 22:17, 19 (Na): “Tendi il tuo orecchio e ascolta le parole dei saggi e applica il tuo cuore al mio sapere, . . . Perché sia nel Signore la tua fiducia, ti farò sapere oggi la tua via”.
24. Che cosa rese certo Gesù per noi in Giovanni 17:3?
24 La nostra vita eterna dipende dalla profonda conoscenza di Dio, come rese certo Gesù Cristo dicendo: “La vita eterna è questa: che conoscano te, solo vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”. (Giov. 17:3, Na) L’importante fatto che la decisione finale riguardo alla nostra vita eterna o alla nostra distruzione eterna dipende da Geova Dio dovrebbe bastarci per unire il cuore al timore del suo nome.
25, 26. (a) Che cosa si deve fare oltre al personale studio della Bibbia, e perché? (b) Quali persone vuole Geova nel suo nuovo mondo, quindi mediante chi cercheremo di avere l’istruzione?
25 Tuttavia, non siamo istruiti intorno alla via di Geova solo facendo uno studio personale e privato della sua Parola scritta. Le “cose meravigliose” che egli ha fatto nella storia biblica e il modo in cui ha adempiuto le profezie bibliche dopo che la Bibbia è stata terminata sono sempre stati in relazione con il suo popolo, con i suoi testimoni. Per ottenere complete istruzioni, per ottenere dirette istruzioni, dobbiamo semplicemente associarci al suo popolo, ai suoi testimoni. Coloro che vogliono offrire il loro cuore in completo timor di Geova non studiano né agiscono indipendentemente gli uni dagli altri. Stanno insieme. “Allora”, dice Malachia 3:16 (VR), “quelli che temono l’Eterno si son parlati l’uno all’altro; e l’Eterno è stato attento ed ha ascoltato; e un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono l’Eterno e rispettano il suo nome”.
26 Se tengono conto del suo nome, parlano di tale nome gli uni agli altri, accrescendo così l’apprezzamento che ciascuno ha di tale nome. Queste sono le persone che Geova vuole nel suo nuovo mondo. Quindi a queste persone egli promette di preservarle in vita durante “il giorno del Signore, grande e spaventoso”, che si avvicina sempre più. Perciò in armonia con la sua via indicata nella Bibbia, il suo popolo organizzato, coloro che temono il suo nome, sono il mezzo che Dio usa per provvedere ulteriore istruzione che getta luce sulla sua Parola scritta e contribuisce a rendere più comprensibile la Bibbia sotto molti aspetti. Se dunque preghiamo sinceramente Geova perché ci istruisca intorno alla sua via, dobbiamo esser pronti a ricevere l’istruzione mediante il suo popolo organizzato. Dobbiamo esserne ansiosi.
27. Come si può mettere in pratica l’istruzione ricevuta e camminare nella verità di Dio?
27 Davide non conclude l’argomento pregando per avere istruzione. Subito dopo aggiunge: “Io camminerò nella tua verità”. In tal modo si mette in pratica l’istruzione ricevuta; la si segue. In questo modo si cammina nella verità di Dio. Si vive la verità. Si mette la propria vita in armonia con tale verità inerente a Dio e al suo regno. Si abbandonano le menzogne, le tradizioni, le cerimonie, le abitudini e le feste religiose che si osservavano seguendo le false religioni di questo mondo. Si predica la verità e si dà testimonianza mediante le parole e le azioni, come fece Gesù, poiché per questo scopo Gesù nacque quale creatura umana.
28. Come ci libera la verità, e quale effetto ha sul nostro cuore il camminare nella verità?
28 Mediante la verità la persona si libera dalle superstizioni che rendono schiavi e dai timori di falsi dèi e demoni. Il timore dell’unico “vivente e vero Dio” domina e modella la propria vita. Quindi accettando da Geova l’istruzione intorno alla sua via e poi camminando nella sua verità Geova esaudisce la nostra preghiera di unire il nostro cuore per temere il suo nome. Che ristoro, che libertà reca nella nostra vita un cuore così unito!
29. Quale condizione degli uomini indica che questo è il “tempo della fine”, e come uomini ambiziosi approfittano egoisticamente di questo, mettendo alla prova circa la lealtà?
29 Questi sono giorni di paura internazionale in misura mai vista prima! Tale paura indica che questo è il “tempo della fine” del mondo o “fine dell’età presente”. Le condizioni sono quelle predette da Gesù: “Gli uomini saranno tramortiti dallo spavento e dall’attesa angosciosa di quel che avverrà sopra la terra”. (Luca 21:25, 26, Na) Tale spavento e tale attesa angosciosa inducono le persone che non sono al corrente a nascondersi o rifugiarsi nelle organizzazioni umane che promettono protezione, sicurezza e preservazione. Esse cercano una guida esperta. Non è dunque strano se uomini e organizzazioni approfittano dei desideri e dei timori delle persone e prendono l’iniziativa per poi chiedere loro lealtà. Tutto questo rinnova la domanda in quanto a chi o a che cosa dobbiamo essere leali senza fare lo sbaglio di mostrare lealtà a chi non dovremmo, per subirne poi le conseguenze senza rimedio.
30, 31. (a) Chi non condivide le paure del mondo, e che fanno essi? (b) Quale risultato ci assicura il fatto che siamo leali, e perciò quale attuale ricompensa dà Dio a coloro che sono leali?
30 Noi, cioè coloro che hanno il cuore unito per temere Geova, non condividiamo le paure e l’angosciosa attesa delle persone e delle nazioni di questo vecchio mondo. Anziché condividere le loro paure, ci comportiamo come Gesù disse di comportarsi in questo particolare tempo: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, guardate in alto e alzate il capo, perché la vostra redenzione è vicina”. (Luca 21:28, Na) Non a qualche organizzazione umana né a qualche dittatore politico, ma all’Onnipotente Dio noi diciamo, con le parole del salmista Davide: “Proteggi l’anima mia, poiché io sono leale”. (Sal. 86:2) Essendo leali a Geova Dio e al suo regno non possiamo sbagliare e subire le conseguenze senza rimedio. Confidiamo che egli mantenga la sua promessa di volgere i nostri passi nella via giusta. Di lui è scritto: “Egli guarda i passi dei suoi devoti, mentre i malvagi spariscono nelle tenebre. L’uomo non vince infatti con la forza”. — 1 Sam. 2:9, Na.
31 Che forza e che sostegno dà al nostro cuore questa promessa! Ed anche quest’altra: “Egli è uno scudo per quelli che camminano nell’integrità, osservando i sentieri del giudizio, e custodirà la via di quelli che gli sono leali”. (Prov. 2:7, 8) Che attuale ricompensa è questa, se siamo leali a Geova Dio con cuore unito nel timore del suo nome! Egli ci ricompensa anche ora perché desidera che riceviamo una durevole ricompensa nel suo nuovo mondo, che sarà ereditato e abitato da tutti coloro che sono leali a lui per sempre.
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Profetizziamo con la leale organizzazioneLa Torre di Guardia 1962 | 15 maggio
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Profetizziamo con la leale organizzazione
1. (a) Quale altra lealtà è richiesta per mostrare lealtà verso Dio? (b) Essendo leali a quali organizzazioni religiose le persone non mostrano lealtà verso Dio?
LA LEALTÀ a Dio che creò e organizzò i cieli e la terra richiede lealtà alla sua organizzazione. Oggi molte persone pensano che essendo leali a qualche organizzazione religiosa siano leali a Dio. Ma forse a questo proposito si sbagliano. Fra le cose il cui adempimento fu predetto per i nostri giorni vi sono persone e organizzazioni “amanti più del piacere che di Dio, aventi le apparenze della pietà, ma privi di quanto ne forma l’essenza”. (2 Tim. 3:1, 4, 5, Na) Esse hanno pretese religiose; affermano di essere devote a Dio; osservano cerimonie religiose inventate da uomini e tenute da uomini ordinati come sacerdoti, vescovi, diaconi, reverendi e teologi. Nello stesso tempo cercano le cose materiali, la soddisfazione della carne anziché dello spirito, e in tal modo rivelano di non essere la vera organizzazione di Dio. Rivelano di amare le cose belle e i divertimenti, i passatempi e i giuochi d’azzardo di questo mondo, e non manifestano il potere della vera e santa devozione nella loro vita. La loro condotta smentisce la sincerità della loro devozione esteriore. Sono leali ad una falsa organizzazione, e non all’“Iddio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo”. (Efes. 1:3, Na) Sono leali a un’organizzazione religiosa falsa dinanzi a Dio, che Egli non considera quale sua organizzazione.
2, 3. (a) A quale organizzazione ci comanda Geova di essere leali, e quale giorno di diciannove secoli fa risolse la questione per noi? (b) Come fu mostrato quel giorno che la congregazione cristiana era l’organizzazione a cui si deve essere leali?
2 La visibile organizzazione a cui Dio ci comanda di essere leali è quella su cui egli ha sparso il suo spirito santo. Oltre diciannove secoli fa, il giorno festivo di Pentecoste del 33 d.C., la congregazione giudaica di Gerusalemme pensava di essere la visibile organizzazione di Dio. Per questa ragione cinquantadue giorni prima i suoi sacerdoti e capi religiosi avevano costretto il governatore romano Ponzio Pilato a inchiodare sul palo Gesù Cristo perché morisse come uno schiavo colpevole. Ma ciò che accadde quel giorno di Pentecoste mostrò se ciò che essi pensavano era giusto o errato. I discepoli di Gesù Cristo attestarono che egli era risuscitato dai morti il terzo giorno dopo la sua morte e che era apparso loro in alcune occasioni, nei quaranta giorni che seguirono la sua risurrezione, e furono inoltre testimoni dell’inizio della sua ascensione al cielo. Questi discepoli, che erano stati rigettati dalla congregazione giudaica, erano forse la nuova visibile organizzazione di Geova Dio? Il giorno di Pentecoste risolse la questione in modo decisivo.
3 Quel giorno lo spirito santo di Dio fu sparso sulla sua approvata congregazione, no, non sulla congregazione giudaica che celebrava la Pentecoste nel suo tempio di Gerusalemme, ma sui discepoli di Gesù Cristo che erano radunati in una stanza superiore fuori del recinto del tempio. Questi centoventi discepoli furono tutti ripieni di spirito santo e cominciarono miracolosamente a parlare in lingue straniere delle cose grandi di Dio. Quando Geova Dio aveva precedentemente sparso il suo spirito su Gesù di Nazaret, aveva detto dal cielo: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale Io mi compiaccio”. Similmente, quando sparse il suo spirito su quella prima congregazione cristiana a Gerusalemme, fu data la prova visibile e udibile che l’aveva approvata, mentre aveva rigettato la congregazione giudaica di Gerusalemme la cui comunità era responsabile dell’assassinio di Gesù Cristo. Non v’era rimasto alcun dubbio a quale organizzazione dovevano essere leali d’allora in poi gli adoratori di Geova. Era la congregazione cristiana, non l’organizzazione religiosa giudaica.
4. Di quale profezia fu questo un adempimento, e come profetizzarono coloro che si trovavano in tale stanza superiore?
4 Quello spargimento dello spirito santo con tutto ciò che ne derivò fu un miracoloso adempimento della profezia divina. L’apostolo Pietro, che fu unto e ricevette lo spirito santo quel giorno, disse che si adempiva Gioele 3:1-5 (Na), dove si legge: “E dopo questo, avverrà che Io diffonderò il mio spirito sopra ogni carne, e profetizzeranno i vostri figli e le vostre figlie; i vostri vecchi avranno dei sogni, i vostri giovani vedranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave in quei giorni, diffonderò il mio spirito. . . . prima che venga il giorno del Signore, grande e spaventoso. Ed avverrà che chiunque invocherà il Nome del Signore sarà salvo”. (Atti 2:1-21) Per questo tutti coloro che erano nella stanza superiore di Gerusalemme profetizzarono, cioè parlarono delle cose grandi di Dio affinché udissero altre persone.
5. Come mostrarono le osservazioni di Pietro se lo spargimento dello spirito doveva essere limitato alle centoventi persone riunite in quella stanza?
5 Quello spargimento dello spirito non fu limitato alle centoventi persone radunate nella stanza superiore di Gerusalemme. Pietro disse che Dio si era servito di Gesù Cristo alla sua destra nel cielo per spargere lo spirito santo. Perciò, se le varie migliaia di Giudei, i quali udirono la spiegazione che Pietro diede del miracolo, volevano ricevere lo spirito santo in adempimento alla profezia di Gioele, dovevano pentirsi ed essere battezzati nell’acqua nel nome di Gesù Cristo per ottenere il perdono dei loro peccati. In tal caso avrebbero ‘ricevuto il dono dello Spirito Santo’. — Atti 2:22-40, Na.
6. Secondo il racconto biblico, come continuò ad esser sparso lo spirito, ed è questo continuato nel nostro ventesimo secolo?
6 Circa tremila Giudei e proseliti colpevoli si pentirono e furono battezzati nel nome di Gesù, e in seguito ricevettero lo spirito santo come l’avevano ricevuto quello stesso giorno i primi centoventi discepoli. Circa tre anni e mezzo dopo un gruppo di incirconcisi Italiani che udirono la predicazione di Pietro e divennero credenti ricevettero lo spirito santo e cominciarono a profetizzare in lingue straniere. (Atti 10:1-46) Sedici anni più tardi, nel 52 d.C., o diciannove anni dopo la Pentecoste, l’apostolo Paolo predicò a un gruppo di dodici credenti ad Efeso nell’Asia Minore ed essi furono battezzati nel nome di Gesù Cristo; dopo di che Paolo impose loro le mani e lo spirito santo fu sparso su di essi, che cominciarono a profetizzare in lingue straniere. (Atti 19:1-7) Non dobbiamo, dunque, supporre che lo spargimento dello spirito santo, in seguito al quale si profetizzò in adempimento alla profezia di Gioele, terminasse il giorno di Pentecoste, nel 33 d.C. È continuato in questo ventesimo secolo lo spargimento dello spirito santo insieme all’opera di profetizzare? Sì; e mediante questa prova possiamo stabilire qual è l’organizzazione a cui ora dobbiamo essere leali.
7. In quali giorni viviamo secondo la profezia, e riuscirà la cristianità a salvarsi nell’imminente giorno di Geova?
7 Alla luce degli avvenimenti mondiali verificatisi dal 1914 d.C., considerati secondo le profezie bibliche, vi sono schiaccianti prove che viviamo nei predetti “ultimi giorni”. Diciannove secoli fa furono gli “ultimi giorni” per l’organizzazione nazionale giudaica con il suo tempio e il suo sacerdozio a Gerusalemme. Nel 1914 d.C., l’anno in cui scoppiò la prima guerra mondiale, proprio nel cuore della cristianità, cominciarono gli “ultimi giorni” della cristianità, che pretende d’essere l’Israele spirituale di Dio. Quindi, come avvenne nel caso dell’antica Gerusalemme, così per la cristianità deve venire “il giorno del Signore, grande e spaventoso”. Riuscirà la cristianità a ‘salvarsi’ nel giorno in cui tutto l’empio sistema di cose sarà distrutto con un’afflizione senza pari? No; perché la cristianità non invoca il nome di Geova. Il suo cuore non è stato unito per temere il nome di Geova. Essa è unita nel timore dell’ateo comunismo.
8. Cercando di stabilire se le chiese della cristianità meritino la nostra lealtà, come sappiamo se il parlare miracolosamente in lingue straniere è la giusta prova o no?
8 Ebbene, sono le chiese religiose della cristianità, cattoliche e protestanti, le organizzazioni a cui i veri, dedicati e battezzati cristiani devono essere leali fino alla morte stessa? Dobbiamo rispondere facendo una domanda: Tali organizzazioni hanno la prova della Pentecoste che sono l’organizzazione religiosa approvata da Dio? Ma con questo non intendiamo dire che debbano parlare in lingue straniere come certe cosiddette chiese pentecostali della cristianità. Oggi la prova non consiste nel parlare miracolosamente in lingue straniere. Il dono di parlare in lingue straniere era impartito alla presenza dei dodici apostoli di Cristo o mediante l’imposizione delle loro mani. Perciò il miracoloso dono di parlare o interpretare le lingue straniere scomparve con la morte degli apostoli, come l’apostolo Paolo disse che sarebbe accaduto. (Atti 8:14-19; 19:1-7; 1 Cor. 13:1, 6-11) E nell’elenco di otto funzioni compiute mediante lo spirito di Dio nella congregazione cristiana dei suoi giorni, Paolo mette al secondo posto la profezia e all’ottavo ed ultimo posto il parlare in diverse lingue. — 1 Cor. 12:27-31.
9. A quale effetto dello spargimento dello spirito di Dio si riferiva la profezia di Gioele, e chi o quanti vi prendono parte?
9 Non si dimentichi questo: La profezia di Gioele sugli ultimi giorni non prediceva il parlare miracolosamente in lingue straniere; prediceva lo spargimento dello spirito santo di Dio accompagnato dal profetizzare. Questo particolare profetizzare non era lo speciale dono di profezia che era ispirata, dono che non fu dato a tutti i cristiani. Era la pubblica dichiarazione delle “cose grandi di Dio”, e quest’opera di profetizzare fu intrapresa da tutti coloro su cui era sparso lo spirito di Dio, dalla Pentecoste in poi. — Atti 2:5-11, VR.
10. (a) Quale domanda dovremmo fare oggi riguardo alle chiese della cristianità, circa l’opera di profetizzare? (b) Di quali “cose grandi di Dio” si deve profetizzare oggi?
10 Poiché viviamo nel tempo chiamato dalle Scritture “ultimi giorni” (Atti 2:16, 17, Na), i sistemi religiosi della cristianità sono oggi messi a questa prova: È stato sparso su di essi lo spirito di Geova Dio mediante Gesù Cristo? E, a conferma di ciò, profetizzano essi come fu predetto? Non solo il clero ordinato, ma tutti i membri della congregazione insieme al loro clero? E intorno a che cosa dovrebbero essi profetizzare oggi? Quali sono le “cose grandi di Dio” che devono essere profetizzate oggi, come le cose grandi che furono profetizzate o predicate alla Pentecoste, nel 33 d.C.? Allora l’apostolo Pietro predicò che il morto e risuscitato Gesù era stato fatto Signore e Cristo alla destra di Dio nei cieli. Quanto ad oggi, le “cose grandi di Dio” di cui parlare quando si profetizza sotto il potere dello spirito di Dio dovrebbero essere, non quelle che noi stessi diciamo, ma quelle menzionate nelle profezie della Bibbia.
11. In base a Matteo 24:14, quali dovrebbero essere le “cose grandi di Dio” intorno alle quali profetizzare oggi?
11 Quando era ancora nella carne sulla terra, Gesù Cristo predisse questi “ultimi giorni” e le prove mediante le quali riconoscere che viviamo alla “fine del mondo”. Fra le prove menzionò la seguente: “E questo Vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, per testimonianza a tutte le genti, allora verrà la fine”. (Matt. 24:3, 4, 14, Na) In armonia a ciò, le “cose grandi di Dio” intorno alle quali si deve profetizzare oggi sono le cose inerenti al regno di Dio fin dal 1914 d.C., allorché terminarono i Tempi dei Gentili (“i fissati tempi delle nazioni”). A quell’epoca Dio fece nascere il suo regno promesso, retto da Cristo il Signore. Il regno appena nato fece immediatamente guerra a Satana il Diavolo e ai suoi demoni e li cacciò dai cieli, gettandoli nelle vicinanze di questa terra. Geova Dio rianimò quindi i suoi perseguitati testimoni sulla terra per dare inizio alla più grande testimonianza del Regno di tutti i tempi. Poi cominciò a radunare davanti al suo trono una “gran folla” di sostenitori e proclamatori del suo regno appena stabilito. Sono narrate molte altre cose, particolarmente nell’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse.
12, 13. (a) Come risponde il clero alla domanda se essi compiono la predetta opera di profetizzare, e che cosa prova questo riguardo allo spirito santo? (b) Perché dunque l’organizzazione del clero non sarà salvata?
12 Queste sono “cose grandi di Dio”. Ma profetizzano i sistemi religiosi della cristianità, anche il loro clero, intorno a queste cose predette? Predicano essi questa buona notizia del Regno in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, sapendo che si avvicina la fine di questo sistema di cose? Compiono essi questa predicazione e profetizzano come fecero gli apostoli e i loro conservi credenti dal giorno della Pentecoste in poi, cioè, “in pubblico e nelle case”? (Atti 20:20, Na; Atti 2:46; 5:40-42) Le loro stesse ammissioni fatte a voce e nelle loro pubblicazioni stampate rispondono No! Ebbene, dunque, che cosa indica il loro fallimento al riguardo, alla luce delle Scritture profetiche? Indica che lo spirito santo non è stato sparso su di essi e che non adempie in loro la sua missione.
13 L’aver mancato di adempiere la profezia di Gesù di Matteo 24:14 spinti dallo spirito di Dio indica che sono venuti meno al regno di Dio in questo importantissimo tempo, in questa sorprendente situazione mondiale in cui avrebbero dovuto farlo. Per questa mancanza non potranno avere l’approvazione di Dio. La loro organizzazione non si salverà; “infatti col cuore si crede per ottener la giustizia e con la bocca si fa confessione per esser salvati”. (Rom. 10:10, VR) Questo vale tanto per le organizzazioni che per i singoli individui. L’organizzazione che non confessa il regno di Dio davanti agli uomini non sarà confessata o riconosciuta dal regno di Dio in cui serve Gesù Cristo. — Matt. 10:32, 33.
14. Che cosa non offre oggi la cristianità alle persone, perciò che cosa non merita da parte nostra?
14 Oggi la cristianità con il suo miscuglio di sette religiose non è l’organizzazione che offre vera e sicura guida alla persone del mondo. Non è l’organizzazione a cui dobbiamo mostrare lealtà come pratica espressione della nostra lealtà a Dio. Dobbiamo rivolgerci altrove per trovare l’organizzazione che è leale a Dio.
15. In adempimento a Gioele 3:1-5 che cosa deve avere l’organizzazione che è oggi leale verso Dio?
15 L’organizzazione che dobbiamo cercare deve provare che lo spirito di Dio è stato sparso su di essa in questi “ultimi giorni” profetizzando come era stato predetto, facendo la ‘predicazione di questo Vangelo del regno in tutto il mondo, per testimonianza a tutte le genti’. Com’era stato predetto, quest’opera di predicare o profetizzare viene fatta da ogni carne nell’organizzazione, da uomini e donne, da figli e figlie, da vecchi e giovani, da schiavi e schiave, da tutti coloro su cui è stato sparso lo spirito.
16. (a) A questo proposito, chi additano le prove fornite dal 1914 al 1918? (b) Come descrisse Gesù questa classe in Matteo 24:45-47, e che cosa comprese la nomina di questa classe?
16 Dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, e più particolarmente dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918, sono state fornite le prove che tutto il mondo può esaminare per trarre una conclusione imparziale ed obiettiva. Le prove additano il rimanente dei cristiani testimoni di Geova. Nella profezia contenente le prove della “fine del mondo”, Gesù predisse che questo unto rimanente sarebbe stato la leale classe del servitore, descritta quale “schiavo fedele e discreto”, che egli al suo ritorno trova impegnata a dispensare il dovuto cibo spirituale e che nomina sopra tutti i suoi beni del Regno sulla terra. (Matt. 24:45-47) Questa nomina comprende l’incarico di compiere la predetta predicazione del Regno; e l’unto rimanente l’ha compiuta in modo notevole dal 1919 e la sta tuttora compiendo.
17. Chi ha riconosciuto oggi l’organizzazione nominata da Dio, e che fanno a conferma di ciò?
17 Centinaia di migliaia di persone che hanno ricevuto la testimonianza del Regno, ora in 144 lingue, in 181 Paesi, hanno già riconosciuto l’organizzazione nominata da Dio, che è leale al suo regno e che quindi merita la loro lealtà cristiana, il loro appoggio e la loro cooperazione. Queste centinaia di migliaia di persone provenienti da tutte le nazioni fanno ciò ubbidendo al consiglio di Gesù di cercare prima il regno di Dio e la sua giustizia. A conferma di ciò si sono battezzati per simboleggiare la completa dedicazione di se stessi a Dio e prendono parte con tutto il cuore, insieme al rimanente, all’opera di profetizzare o predicare la buona notizia. — Zacc. 8:20-23.
18, 19. (a) Che cosa fa profetizzare alla sua approvata organizzazione lo spirito sparso da Dio? (b) Che cosa dice al riguardo Zaccaria 13:2, 3?
18 Lo spirito di Dio, quando viene sparso sul rimanente dell’Israele spirituale, fa profetizzare o predicare solo la verità, la verità di Dio. Gesù una volta lo chiamò: “Lo Spirito di verità”. (Giov. 15:26, Na) Ci si può attendere che lo spirito dell’Iddio di verità compia una purificazione in ciò che viene predicato dall’approvata e leale organizzazione di Dio. Il suo spirito non permetterebbe che alcuno profetizzasse delle falsità, che predicasse delle menzogne o degli errori sotto il manto della religione. Tale purificazione compiuta entro l’organizzazione del restaurato e leale rimanente di Dio e dei loro leali compagni è predetta nella profezia di Zaccaria 13:2-6 (Ri). Nei versetti due e tre leggiamo:
19 “E avverrà in quel giorno, dice il Signore degli eserciti, che io sterminerò dalla terra il nome degli idoli, e non verranno più oltre menzionati, e i falsi profeti e lo spirito immondo spazzerò via dalla terra. E avverrà che se alcuno farà ancora il profeta, il padre e la madre suoi genitori, gli diranno: ‘Tu non vivrai, perché hai detto delle menzogne in nome di Dio!’ e il padre e la madre, suoi genitori, lo trafiggeranno quando egli profetizzerà”.
20. Di che cosa fu ciò che precede un’illustrazione profetica e, in base ad essa, quale dovrebbe essere la condizione del nostro cuore?
20 Questa è un’illustrazione profetica della lealtà che avrebbe caratterizzato gli appartenenti all’organizzazione dell’unto rimanente di Geova su cui ha sparso il suo spirito in questi “ultimi giorni”. Questo è uno spirito di lealtà a Geova Dio e al regno del suo Messia, il Cristo, uno spirito in favore e a sostegno della sovranità universale dell’Iddio Altissimo. Quindi i membri dell’unto rimanente riconoscono che la loro lealtà deve essere al di sopra delle relazioni umane derivanti da legami naturali. Deve trascendere il naturale affetto che si ha per i propri genitori, per i propri figli o per altri stretti parenti carnali. Quando si tratta della lealtà verso Dio e verso il regno del suo Figlio Gesù Cristo, il nostro cuore non può essere diviso; non possiamo fare compromesso.
21, 22. (a) Come potrebbero opporsi alcuni figli di dedicati genitori riguardo a Matteo 24:14? (b) Quali misure devono prendere tali dedicati genitori verso il loro figlio che si oppone?
21 La profezia di Gesù rende sicuro che questo è il tempo in cui dev’essere predicata la buona notizia del regno di Dio in tutte le lingue, in tutti i luoghi. Questa è la parte principale dell’opera di profetizzare che si deve compiere ora. Che accadrebbe, dunque, se il figlio di una famiglia che fa parte della visibile organizzazione di Dio si opponesse a quest’opera di profetizzare intorno a Regno? Che accadrebbe se il figlio cominciasse a proclamare o profetizzare qualcosa contro il messaggio del Regno o cercasse di esercitare un’influenza errata perfino su altri membri dell’organizzazione, facendo questo nel nome di Geova? Che dovrebbero fare il padre e la madre dedicati e battezzati? Essi non osano lasciarsi dominare dai sentimenti; non osano nemmeno risparmiare questa persona cara che hanno generato.
22 Devono dichiarargli il peccato mortale commesso profetizzando falsamente od opponendosi all’opera di profetizzare del Regno. Essi non possono tollerare nemmeno che il loro figlio dica falsità nel nome di Geova. Devono trafiggerlo perché ha profetizzato falsamente. Devono considerarlo spiritualmente morto, uno con cui non si deve avere alcuna associazione né comunione religiosa e il cui profetizzare dev’essere rigettato. Non devono impedire che sia disassociato dalla società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. In tale situazione ricorderanno le parole del Re di Geova, Gesù Cristo: “Chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me”. — Matt. 10:37, Na.
23, 24. (a) Riguardo a quali altri può verificarsi tale prova della lealtà entro l’organizzazione? (b) Come descrive questo Zaccaria 13:4-6?
23 Tuttavia, l’infedeltà e la slealtà alla verità e all’organizzazione non sono sempre manifestate entro la nostra naturale cerchia familiare. Anche qualcuno con cui abbiamo stretto intima amicizia entro l’organizzazione del restaurato rimanente di Geova può profetizzare in modo falso e sleale. I versetti da quattro fino a sei del tredicesimo capitolo di Zaccaria predissero come doveva risolversi una simile situazione nella leale organizzazione di Dio.
24 Leggiamo: “In quel giorno i profeti resteranno confusi, ciascuno della sua propria visione che avrà profetizzata; e non si copriranno più di un ispido saio per dire delle menzogne; ma uno dirà: ‘Io non sono profeta; sono uno che lavora la terra [adāmāh], perché Adamo è mio esempio dalla mia giovinezza’. E gli diranno: ‘Che cosa sono queste piaghe in mezzo alle tue mani?’ Egli risponderà: ‘Da queste sono stato piagato nella casa di coloro che mi amavano’”.
25, 26. (a) Che cosa induce questi sedicenti profeti a vergognarsi delle loro visioni, e come si può infliggere la pena? (b) Che cosa devono fare coloro che hanno amato l’offensore, e perché?
25 Che cosa induce tali profeti che sono in mezzo al restaurato rimanente di Geova a vergognarsi delle loro visioni? Che cosa impedisce loro di andare attorno annunciandosi quali veri profeti come se indossassero l’ufficiale abito di pelo per rendere l’inganno più facile? È il trattamento che questi sleali e sedicenti profeti ricevono anche nella casa di coloro che li amavano quali conservi cristiani, essendo probabilmente i loro genitori naturali coloro che li amavano di più. Nell’antico e teocratico Israele tali falsi profeti dovevano essere processati davanti a testimoni, smascherati e lapidati a morte. (Deut. 13:1-11) Oggi la vera congregazione cristiana non può infliggere una simile pena di morte ai falsi profeti che cercano di indurre ad esser sleali verso Dio e verso il suo regno. Ma la congregazione può infligger loro una battitura o percossa spirituale mediante la verità della Parola di Dio, ferendoli anche dolorosamente nel cuore e nello spirito.
26 Coloro che li hanno amati devono colpirli e ferirli per dar prova della loro ferma lealtà a Dio e alla sua organizzazione e per proteggere la sua leale organizzazione visibile. Siano svergognati i falsi profeti! “Non abbiate con lui nessuna relazione, affinché si vergogni”, dice 2 Tessalonicesi 3:14 (Na). “Esorta . . . mostrando nell’insegnamento purità incorrotta, gravità, parlar sano, irreprensibile, onde l’avversario resti confuso”, dice Tito 2:6-8 (VR). Che accade se questa cura spirituale produce una ferita? “Segno di fedeltà sono le ferite inflitte da chi ama”, dice Proverbi 27:6, (Na).
27. Perché è bene che l’offensore si vergogni delle sue visioni, e nella sua vergogna che cosa dovrebbe onestamente ammettere?
27 Facciamo in modo che la persona che cerchiamo di aiutare a riprendersi dal profetizzare falsamente riconosca la nostra fedeltà alla Parola di Dio con cui l’abbiamo colpita e ferita. È bene che tale persona si vergogni delle sue visioni che sono in disaccordo con la Parola di Dio. In tal modo non si farà più passare in mezzo a noi per uno speciale profeta di Dio avente rapporti diretti e personali con Lui. Anziché avanzare la pretesa di avere l’alto incarico di speciale profeta per annunciare qualcosa di nuovo e di diverso, dovrà ammettere che non profetizzava sotto l’influenza dello spirito sparso da Dio. Non era un uomo spirituale. Pronunciando tali false profezie egli non era altro che un “naturale uomo” terreno, del suolo, come un agricoltore, un uomo schiavo di un agricoltore che divenne padrone dei suoi servizi fin dalla sua fanciullezza. Non fu mai un vero profeta. Fategli capire che non può ottener nulla nella purificata organizzazione di Geova i cui membri amano Dio più profondamente dei loro cari amici terreni.
28. Come dobbiamo dunque agire verso i profeti della cristianità?
28 Se siamo contro i falsi profeti entro la società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova e dobbiamo smascherarli, certamente dobbiamo smascherare anche i falsi profeti della cristianità che affermano di parlare in nome di Dio come se fossero ordinati e mandati da lui. Tenendo i falsi profeti fuori della leale organizzazione della società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova si mostra che questa è la Sua leale organizzazione con la quale Egli annuncia le profezie predette.
29. (a) Di che cosa è una prova esteriore l’opera di profetizzare veracemente, e da chi è compiuta? (b) Unendo il cuore di ciascuno quale risultato si avrà nell’organizzazione?
29 L’opera di profetizzare veracemente è la prova esteriore dello spargimento dello spirito di Geova. Quest’opera di profetizzare, che è ora intrapresa non da una schiera di eletti, ma da tutti i membri, da ogni carne, è la predetta predicazione di “questo Vangelo del regno”. Siamo al sicuro se restiamo entro l’organizzazione leale a Geova Dio, che è ripiena del suo spirito e compie la sua prestabilita opera profetica. Ciascuno di noi dovrebbe pregarlo di unire il nostro cuore per temere il suo nome. Unendo il cuore di ciascun individuo per temere il nome di Geova si contribuirà a rendere unita l’intera, leale organizzazione. Tutti gli appartenenti all’organizzazione parleranno allora con una sola bocca. (Rom. 15:6) In tal modo staremo “fermi in uno stesso spirito, combattendo assieme d’un medesimo animo per la fede del Vangelo, e non essendo per nulla spaventati dagli avversari: . . . prova . . . per [noi], di salvezza; e ciò da parte di Dio”. — Filip. 1:27, 28, VR.
30. Se gli siamo leali, come agirà Dio benevolmente verso di noi?
30 Se siamo leali verso Dio, egli sarà leale verso di noi. Esaudirà la nostra unanime preghiera: “Dammi un segno di benevolenza, e vedano i miei nemici e siano confusi”. (Sal. 86:17, Na) Affinché siano confusi, ma per dare a noi un segno di benevolenza, Geova Dio ci userà per terminare la predetta opera di profetizzare, di predicare la buona notizia del suo regno, servendosi in tal modo di noi insieme alla sua leale organizzazione, finché giunga la fine ed egli sia completamente rivendicato. — Matt. 24:14.
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Perché hanno paura di parlare della Bibbia?La Torre di Guardia 1962 | 15 maggio
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Perché hanno paura di parlare della Bibbia?
RECENTI notizie pervenute in molti paesi hanno reso noto al mondo che la Chiesa Cattolica Romana non vuole che i suoi fedeli parlino della Bibbia con i testimoni di Geova. Questo induce molti sinceri cattolici a chiedersi: ‘Che cosa hanno i testimoni di Geova che noi non abbiamo? Perché essi non esitano a parlare della loro fede con persone di qualsiasi religione, mentre a noi cattolici vien detto che se provassimo a fare la stessa cosa potremmo rimanere confusi?’
Un articolo stampato nel settimanale cattolico nazionale America del 24 giugno 1961 suscitò la controversia nella stampa pubblica. L’articolo “Questi Testimoni di Geova”, di Albert Muller, uno dei fondatori di un gruppo dedicato a ostacolare la predicazione dei testimoni di Geova fra i cattolici, affermò: “I testimoni di Geova sono specialisti nel loro particolare campo. In genere essi conoscono la Bibbia meglio della maggioranza dei cattolici. Dato che insistono nel voler basare le loro conversazioni sulla Bibbia, il cattolico che parla con loro è costretto a fare la stessa cosa. Anche se la veduta che i testimoni di Geova hanno della Bibbia è errata [benché egli non citi una sola scrittura per provare la sua asserzione], la probabile e deplorevole mancanza di conoscenza delle Sacre Scritture da parte del cattolico lo mette in serio svantaggio”. Perciò i cattolici sono avvertiti di “evitarli”.
Simili istruzioni sono state date ai cattolici di altri paesi, inclusa la Spagna. A Palma di Majorca, per esempio, un giornale distribuito in tutte le case disse: “Se doveste essere visitati da due propagandisti, che cercano di parlarvi, Bibbia alla mano, circa la preghiera, il Regno di Dio, l’imminente fine del mondo, la morte, l’inferno, Cristo Gesù uomo perfetto ma non Dio . . . non conversate con loro; non accettate le riviste e gli opuscoli che vi offriranno. Evitate ogni opportunità di conversazione e pregateli di non ritornare”.
LA VEDUTA CRISTIANA
Quanto è diverso questo dalle istruzioni che Gesù diede a coloro che istruì! Ben sapendo che sarebbero venuti a contatto con persone di diverse convinzioni religiose, Gesù li mandò a predicare. In armonia con ciò, l’apostolo Pietro esortò i suoi fratelli cristiani: “Santificate nei vostri cuori il Signore, che è il Cristo, sempre pronti a difendervi, con dolcezza e rispetto, di fronte a chiunque vi chiede conto della speranza che è in voi”. — Matt. 10:7; 1 Piet. 3:15, Na.
In risposta a questo consiglio della Parola di Dio i testimoni di Geova vengono alla vostra porta. Se non avreste allontanato gli apostoli di Gesù Cristo, perché respingere coloro che oggi seguono l’esempio degli apostoli? Riconoscendo che i testimoni di Geova sono coloro che seguono questo esempio apostolico, il sacerdote cattolico John A. O’Brien, nell’Alamo Messenger, giornale ufficiale cattolico dell’Arcidiocesi di Sant’Antonio, nel Texas, del 7 luglio 1961, disse: “Il segreto del fenomenale successo di S. Paolo fu di seguire instancabilmente il metodo delle visite di casa in casa per fare convertiti. È ironico che tale metodo sia ora usato da sette non cattoliche, specialmente dai testimoni di
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