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Perché la “fede nel nome” di Gesù Cristo reca vita?La Torre di Guardia 1973 | 1° agosto
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governi politici degli uomini perché rechino pace e giuste condizioni sulla terra.
Ma di Cristo Gesù fu profetizzato che “il suo nome si chiamerà Consigliere meraviglioso, Dio possente, Padre eterno, Principe della pace”. (Isa. 9:6) Oggi centinaia di migliaia di persone abbandonano i progetti e i sistemi umani per volgersi al regno del Figlio di Dio come sola vera speranza e guardano al suo dominio come quello che ha l’autorità e il potere di recar loro la giustizia e il sollievo che bramano. In questo modo si adempie un’altra profezia, che “le nazioni spereranno nel suo nome”. — Matt. 12:18-21; si paragoni Isaia 42:4, dove l’ebraico usa la parola “legge” invece di “nome”.
Questo ci aiuta a capire perché, in Efesini 1:21, l’apostolo Paolo mette in relazione i ‘nomi’ con ‘governi, autorità, potenze e signorie’. Possiamo anche vedere che, poiché Dio ha posto suo Figlio a capo del potere del Regno e gli ha dato ogni autorità per eseguire la volontà divina, Filippesi 2:9-11 dice che Dio ha esaltato Gesù a “una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome ch’è al di sopra d’ogni altro nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre”. Sì, il nome di Cristo Gesù dovrebbe ispirarci un sentimento di rispetto e onore e ubbidiente sottomissione superiore a quello ispiratoci da qualsiasi capo umano sulla terra e secondo a nessuno in cielo eccetto il nome del Padre suo, Geova Dio.
PRINCIPALE AGENTE DIVINO DELLA VITA
Cristo Gesù diede la vita come sacrificio di riscatto e serve come grande Sommo Sacerdote di Dio a favore del genere umano. Benché molti preghino Dio “nel nome di Gesù”, alcuni usano dunque questa espressione senza capirne il vero significato. Pensano più o meno a Gesù come a una sorta di celestiale ‘operatore del quadro di controllo’ che trasmette a Dio le loro richieste.
In realtà, pregare nel nome di Gesù, come egli stesso comandò, significa pregare tramite i suoi buoni uffici quale divino “principale Agente della vita” che, come nominato Sommo Sacerdote e Giudice, effettua la purificazione dal peccato e saggiamente amministra i benefici del riscatto alle persone del genere umano secondo che siano degne di vivere sotto il dominio del suo Regno. (Ebr. 2:10; 6:20; Efes. 1:8-10; Giov. 5:22, 27) Quando preghiamo nel “nome” di Gesù, perciò, vuol dire che facciamo appello alla sua autorità. Chiediamo che il suo potere e la sua posizione e i suoi benefici come principale Agente della vita siano esercitati a nostro favore, rendendo accettevole la nostra preghiera al Sovrano Governante, Geova Dio.
LEALI AL SUO NOME
Se vogliamo essere fra quelli che mostrano fede nel nome di Cristo Gesù per avere la certezza della vita eterna, dobbiamo anche mostrargli lealtà. Dobbiamo servirlo come Capo della congregazione cristiana, sostenendo fedelmente la sua autorità esecutiva e gli interessi del suo Regno. Dobbiamo essere come quei cristiani della congregazione del primo secolo a Pergamo che, in pericolo per la loro vita da parte di quelli che erano contrari al dominio del Regno di Cristo, continuarono a ‘tenere il suo nome e non negarono la loro fede in lui’, e come quelli di Filadelfia che ‘mantennero la sua parola e non si mostrarono falsi al suo nome’. (Riv. 2:13; 3:8) La nostra condotta, sia fra noi che verso quelli del mondo, dev’essere tale che non rinneghi ciò che il nome del Figlio di Dio rappresenta. Come allora i cristiani subirono la persecuzione, oggi possiamo attenderci la stessa cosa, poiché Gesù predisse: “Quindi vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a motivo del mio nome”. — Matt. 24:9.
Tale odio internazionale viene sulle organizzazioni religiose e sui membri delle chiese che semplicemente asseriscono di credere in Gesù come loro Salvatore che li redime dal peccato? No, tale odio non viene semplicemente dall’accettare Cristo Gesù come “Agnello di Dio” che sparse per noi il suo sangue vitale. Esso deriva dal ‘tenere il suo nome’ lealmente come simbolo di ‘ogni autorità in cielo e sulla terra’ che egli ha perché Dio gliel’ha data. Deriva dal riconoscerlo come legittimo Re di tutta la terra e dal riconoscere il suo governo come il solo e unico dominio che ha il sostegno divino. È questo il vostro atteggiamento e l’atteggiamento della vostra chiesa? O asserisce la vostra religione di riporre fede nel nome di Gesù mentre in effetti guarda a “Cesare”, i governi del presente sistema, come sua speranza?
Per vostro eterno benessere e quello di coloro che vi sono più vicini, apprendete tutto ciò che significa il “nome del Figlio di Dio”. Riponete piena fiducia nel fatto che Dio sostiene il dominio regale di suo Figlio, e quindi anche voi conoscerete “che avete vita eterna, voi che riponete la vostra fede nel nome del Figlio di Dio”. — 1 Giov. 5:13.
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Dio ha tenera cura dei modestiLa Torre di Guardia 1973 | 1° agosto
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Dio ha tenera cura dei modesti
“Geova è molto tenero in affetto e misericordioso”. — Giac. 5:11.
1. Quanto è estesa l’adorazione di Geova Dio, e che relazione ha questo con Giacomo 5:11?
QUESTA invitante dichiarazione: “Geova è molto tenero in affetto e misericordioso”, ci raccomanda Geova senza eccezione, chiunque noi siamo. Desideriamo certamente essere trattati con tenero affetto e in modo misericordioso e specialmente da Colui che riconosciamo e adoriamo come Dio Supremo. In tutta la terra molti adorano sicuramente Geova Dio e provano molto conforto e incoraggiamento comprendendo la misericordia e il tenero affetto di Geova. Coloro che hanno tale benedizione sono le persone più disparate; infatti sono così varie come i lettori di questa rivista. Mentre ora considerate questo soggetto presentatovi nella vostra lingua e messo a vostra disposizione nella vostra località, potete essere certi che altri, diversi da voi, abitanti in altri luoghi con usanze e origini diverse, pure considerano queste parole dello scrittore biblico Giacomo. Giacomo fu discepolo di Cristo Gesù, e fu perciò cristiano e adoratore e testimone di Geova, l’Iddio e Padre di Gesù Cristo.
2. In quale periodo della storia sono state manifeste le amorevoli qualità di Geova? A chi?
2 In tutta la storia, le amorevoli qualità di Geova sono state manifeste ai suoi adoratori, sia in passato che al presente. Infatti, facendo il suo commento riguardo al tenero affetto e alla misericordia di Geova, Giacomo si riferì ai profeti di Dio dei tempi antichi. Menzionò il fatto che avevano esercitato pazienza e avevano sopportato il male mentre parlavano nel
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