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  • Capanna
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Lì all’ombra i mietitori prendevano i pasti a mezzogiorno evitando di perdere tempo per andare e venire dal campo. Uno spesso strato di foglie riparava anche dalla pioggia. (Isa. 4:6) Giona si era fatto una capanna del genere per proteggersi dal sole in attesa di vedere cosa sarebbe accaduto a Ninive, contro cui aveva profetizzato. — Giona 4:5.

      USI FIGURATIVI

      Isaia illustra la desolazione di Giuda e Gerusalemme agli occhi di Geova, paragonando la città a una semplice baracca, in contrasto con una città popolosa, densa di edifici. (Isa. 1:8) Geova si raffigura come se dimorasse in una capanna di nubi quando scende temporaneamente dal cielo alla terra. Lì si nasconde la maestosa onnipotenza, e di lì proviene il fragore del tuono. (Sal. 18:9, 11; II Sam. 22:10, 12; Giob. 36:29) Davide paragona a una “capanna” di Geova il nascondiglio di quelli che confidano in Lui. — Sal. 31:20.

      Amos menziona la ricostruzione della “capanna di Davide che è caduta”. (Amos 9:11) Davide ebbe da Geova la promessa che il suo regno sarebbe rimasto saldo a tempo indefinito. A proposito della caduta del regno di Giuda e di Sedechia, ultimo re della discendenza di Davide, Ezechiele fu ispirato a profetizzare: “Una rovina, una rovina, una rovina ne farò. Anche in quanto a questo, per certo non diverrà di nessuno finché venga colui che ha il diritto legale, e a lui lo devo dare”. (Ezec. 21:27) Da quel momento in poi nessun re della discendenza di Davide occupò il “trono di Geova” in Gerusalemme. Ma il giorno di Pentecoste del 33 E.V. Pietro spiegò che Gesù Cristo era della discendenza di Davide ed era di lui che Dio aveva parlato come del Re permanente. Pietro informò gli ebrei radunati a Gerusalemme che Geova aveva risuscitato Gesù e l’aveva fatto Signore e Cristo. (Atti 2:29-36) Più tardi il discepolo Giacomo applicò la profezia di Amos al radunamento dei discepoli di Cristo (eredi del Regno) sia dagli ebrei che dalle nazioni gentili. — Atti 15:14-18; Rom. 8:17.

  • Caparbietà
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Caparbietà

      Il termine greco tradotto “caparbio” (Tito 1:7; II Piet. 2:10) significa letteralmente “che si compiace di se stesso” e “denota chi è dominato dall’egoismo, e, incurante degli altri, impone con arroganza la sua volontà”. (W. E. Vine, An Expository Dictionary of New Testament Words, Vol. III, p. 342) La caparbietà non è dunque consona allo spirito del cristianesimo, e non dovrebbe certo essere manifestata dai sorveglianti cristiani. (Tito 1:5, 7) L’apostolo Pietro descrivendo alcuni che si erano allontanati dalla giusta condotta cristiana disse che erano “audaci” e “caparbi”. — II Piet. 2:10.

  • Capelli
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Capelli

      Nel corso della storia, uomini e donne hanno considerato i capelli un ornamento che poteva renderli più attraenti e, in molti casi, un segno di vigore e gioventù. Perciò hanno sempre avuto molta cura dei propri capelli.

      PRESSO GLI EBREI

      Fin dall’inizio gli uomini ebrei usavano lasciarsi crescere la barba, che però era ben curata; e tenevano i capelli di lunghezza moderata. Ne è un esempio Absalom, benché i suoi capelli crescessero così tanto che quando li tagliava una volta all’anno pesavano duecento sicli, 2 kg circa, (senza dubbio resi più pesanti dall’uso di olio o unguenti). (II Sam. 14:25, 26) La legge di Dio ordinava agli israeliti di non tagliarsi le basette né l’estremità della barba. Ciò non vietava di regolare i capelli o la barba, ma voleva evidentemente impedire che si seguissero usanze pagane. (Lev. 19:27; Ger. 9:25, 26; 25:23; 49:32) Trascurare i capelli o la barba, probabilmente lasciandoli spettinati e scomposti, era segno di lutto. (II Sam. 19:24) Nelle istruzioni date ai sacerdoti per mezzo del profeta Ezechiele, Dio comandò loro di tagliarsi i capelli, ma senza radersi la testa, e di non portare i capelli sciolti quando prestavano servizio nel tempio. — Ezec. 44:15, 20.

      Le donne ebree avevano cura dei capelli considerandoli un segno di bellezza (Cant. 7:5), e li portavano lunghi. (Giov. 11:2) Per una donna tagliarsi i capelli era segno di lutto o afflizione. (Isa. 3:24) Quando un soldato israelita catturava una vergine di una città nemica e desiderava sposarla, essa doveva prima radersi i capelli e tagliarsi le unghie e poi piangere per un mese i genitori uccisi nella conquista della città. — Deut. 21:10-13; 20:10-14.

      PRESSO I CRISTIANI

      Sia l’apostolo Pietro che l’apostolo Paolo si sentirono in dovere di consigliare alle donne cristiane di non prestare eccessiva attenzione all’adornamento e all’acconciatura dei capelli, come si usava in quell’epoca. Erano invece esortate ad adornarsi della veste incorruttibile di uno spirito quieto e mite. — I Piet. 3:3, 4; I Tim. 2:9, 10.

      L’apostolo Paolo richiamò l’attenzione anche sulla situazione e le usanze prevalenti fra coloro a cui scriveva e spiegò che era naturale per un uomo avere i capelli più corti di una donna. Era un disonore per una donna essere rapata. Dio le aveva dato i capelli lunghi “in luogo di copricapo”, ma, ragionava Paolo, la donna non poteva approfittare di questo manto naturale, che era per lei una gloria, come scusa per non coprirsi il capo in “segno di autorità” quando pregava o profetizzava nella congregazione cristiana. Riconoscendo questo fatto e coprendosi il capo in tali circostanze, la donna cristiana riconosce l’autorità teocratica e manifesta sottomissione cristiana. Così rende gloria sia al suo marito e capo che a Geova Dio, il Capo di tutti. — I Cor. 11:3-16.

      USO FIGURATIVO

      Giobbe si tagliò i capelli come simbolo della condizione disperata in cui si trovava, avendo perso i figli e ogni possedimento. — Giob. 1:20.

      Ezechiele ebbe ordine di tagliarsi i capelli e la barba, dividerli in tre parti e disfarsene in modi che avrebbero profeticamente descritto quello che doveva accadere agli abitanti di Gerusalemme nell’esecuzione dei giudizi di Dio contro la città. (Ezec. 5:1-13) Dolore e afflizione erano espressi anche strappandosi i capelli o tagliandoli. (Esd. 9:3; Ger. 7:29; 48:37; Mic. 1:16) Si poteva esprimere vergogna, disprezzo o biasimo per qualcuno strappandogli i capelli o la barba. — Nee. 13:25; Isa. 50:6.

      Il numero dei capelli (che pare siano in media 120.000 circa) è stato usato per rappresentare qualche cosa di molto numeroso o innumerevole. (Sal. 40:12; 69:4) Ed essendo molto sottile un capello era usato in senso figurativo per indicare qualcosa li molto piccolo. (Giud. 20:16) ‘Nemmeno un capello della vostra testa perirà (o cadrà)’ è una promessa che garantisce piena e completa protezione e sicurezza. (Luca 21:18; I Sam. 14:45; II Sam. 14:11; I Re 1:52; Atti 27:34) Significato simile hanno le parole di Gesù Cristo ai discepoli circa la cura che Dio si sarebbe preso di loro: “Gli stessi capelli della vostra testa son tutti contati”. — Matt. 10:30; Luca 12:7.

      CAPELLI GRIGI

      I capelli s’imbiancano in seguito alla ridotta pigmentazione dovuta ad alterazioni metaboliche. A parte i casi infrequenti in cui ciò avviene prematuramente, di solito è un fenomeno che accompagna la vecchiaia. Con tale significato ricorre nella Bibbia il verbo ebraico siv (diventare, essere grigio, vecchio), e più spesso il sostantivo ebraico sehvàh (canizie, età). (Rut 4:15; I Sam. 12:2; I Re 2:6, 9; Giob. 15:10; Sal. 71:18) Abraamo, Gedeone e Davide vissero fino a una “buona vecchiaia [sehvàh]”. — Gen. 15:15; 25:8; Giud. 8:32; I Cron. 29:28.

      La Bibbia riconosce sia la bellezza della gioventù che lo splendore della vecchiaia. “La bellezza dei giovani è la loro potenza, e lo splendore dei vecchi sono i loro capelli grigi”. (Prov. 20:29) Ciò è particolarmente vero di coloro che adorano e servono Geova. “I capelli grigi sono una corona di bellezza quando si trovano nella via della giustizia”. (Prov. 16:31) “Quelli che son piantati nella casa [di Geova] . . . porteranno ancora del frutto nella vecchiaia”. (Sal. 92:13, 14, VR) Non saranno abbandonati dal loro Dio. (Isa. 46:4) La legge di Geova dice: “Ti dovresti levare davanti ai capelli grigi, e devi mostrare considerazione per la persona del vecchio”. — Lev. 19:32.

      I capelli diventano grigi indipendentemente dal sesso del possessore e dal colore naturale dei capelli, siano essi biondi, bruni o rossi. Da tempo si ammette che non è in potere dell’uomo né della scienza medica impedirlo o porvi rimedio, come affermò Gesù dopo aver detto che non si deve giurare per la propria testa. — Matt. 5:36.

      I capelli grigi meritano rispetto (Prov. 16:31; 20:29), e a volte sono sinonimo di età e saggezza. (Giob. 15:9, 10) In una visione a Daniele, Geova fu rappresentato in modo simbolico come “l’Antico di Giorni” con capelli bianchi “come lana pura”. (Dan. 7:9, NW) L’apostolo Giovanni vide Gesù Cristo rappresentato in visione con capelli “bianchi come lana bianca”. — Riv. 1:1, 14, 17, 18.

  • Capernaum
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Capernaum

      (Capèrnaum) [villaggio di Naum o di consolazione].

      Città di notevole importanza durante il ministero di Gesù, che sorgeva sulle rive NO del Mar di Galilea. C’era un ufficio delle imposte, dove Gesù invitò Matteo a diventare suo discepolo (Matt. 9:9), e forse una guarnigione militare, infatti vi risiedeva un centurione. (Matt. 8:5) Queste indicazioni, oltre al fatto che vi abitava un servitore del re, abbastanza ricco da avere schiavi (Giov. 4:46-53), fanno presumere che Capernaum fosse abbastanza grande e importante da meritare di essere chiamata “città della Galilea”. — Luca 4:31.

      Due località potrebbero corrispondere all’ubicazione originale di Capernaum. Le rovine di Khan Minyeh, sul Mar di Galilea all’estremità NE della pianura di Gennezaret, erano ritenute da molti la più probabile ubicazione di Capernaum, ma gli scavi hanno rivelato che sono di origine araba. Resta Tell Hum, estese rovine quasi 5 km più a NE di Khan Minyeh lungo la costa, e circa alla stessa distanza a SO del punto in cui il Giordano s’immette nel Mar di Galilea. La pianura costiera qui è assai stretta, ma nell’antichità una strada dal Giordano passava per Capernaum e attraversava la pianura di Gennezaret per raggiungere la grande Strada Maestra, la principale via di comunicazione fra la Mesopotamia e Damasco e l’Egitto, che passava per la Palestina. Alcuni corsi d’acqua attraversano la pianura di Gennezaret per riversarsi nelle azzurre acque del Mar di Galilea, e la gran quantità di vegetazione trascinata dalla corrente attira il pesce in gran numero, rendendo la zona un’eccellente località per i pescatori.

      I pescatori Pietro e Andrea abitavano a Capernaum, e qui Gesù guarì la suocera di Pietro, dopo di che la casa fu assediata da coloro che gli portavano malati e indemoniati perché li guarisse. — Mar. 1:29-34; Luca 4:38-41.

      Capernaum fu inclusa da Gesù con le vicine città di Corazin e Betsaida fra le località in cui aveva compiuto più opere potenti. (Matt. 11:20-24; Luca 10:13-15) Capernaum era stata esaltata fino al cielo in senso spirituale dalla presenza, dalla predicazione e dai miracoli di Gesù, ma ora sarebbe stata abbassata, per così dire, fino all’Ades, che qui rappresenta la massima degradazione. Nell’antica Sodoma si sarebbero senz’altro trovati dieci giusti se fosse stata così altamente favorita come Capernaum. Oggi Capernaum, come Sodoma, non esiste più come città, e le sue rovine presso Tell

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