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  • Libro biblico numero 43: Giovanni
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
    • perché si è fatto figlio di Dio”. Quando Pilato dice a Gesù che ha l’autorità di metterlo al palo, Gesù risponde: “Non avresti contro di me nessuna autorità se non ti fosse stata concessa dall’alto”. Di nuovo i giudei gridano: “Toglilo di mezzo! Toglilo di mezzo! Mettilo al palo! . . . Non abbiamo altro re che Cesare”. A ciò Pilato lo consegna perché sia messo al palo. — 19:6, 7, 11, 15.

      28. Cosa accade sul Golgota, e quali profezie vi si adempiono?

      28 Gesù è condotto al “cosiddetto Luogo del Teschio, che in ebraico si chiama Gòlgotha”, ed è messo al palo fra due altri. Sopra di lui Pilato fa porre il titolo “Gesù il Nazareno, il re dei giudei”, scritto in ebraico, latino e greco, perché tutti lo vedano e lo capiscano. (19:17, 19) Gesù affida sua madre alle cure di Giovanni e, dopo aver ricevuto del vino acido, esclama: “È compiuto!” Quindi china la testa e spira. (19:30) In adempimento delle profezie, i soldati gettano le sorti sulle sue vesti, si astengono dal rompergli le gambe e gli forano il fianco con una lancia. (Giov. 19:24, 32-37; Sal. 22:18; 34:20; 22:17; Zacc. 12:10) In seguito Giuseppe di Arimatea e Nicodemo preparano il corpo per la sepoltura e lo pongono in una tomba commemorativa nuova situata nelle vicinanze.

      29. (a) Quali apparizioni fa il risuscitato Gesù ai discepoli? (b) Quali pensieri esprime Gesù nelle esortazioni finali che rivolge a Pietro?

      29 Apparizioni del Cristo risuscitato (20:1–21:25). La serie di prove che Giovanni presenta riguardo al Cristo termina con la felice notizia della risurrezione. Maria Maddalena trova la tomba vuota, e Pietro e un altro discepolo (Giovanni) corrono sul posto ma vedono solo le bende e il panno per la testa. Maria, che è rimasta presso la tomba, parla con due angeli e infine con quello che le sembra l’ortolano. Quando egli risponde “Maria!”, lei riconosce immediatamente che è Gesù. Gesù si manifesta poi ai suoi discepoli chiusi in una stanza con le porte serrate, e parla loro della potenza che riceveranno per mezzo dello spirito santo. Più tardi Tommaso, che non era presente, non vuole credere, ma otto giorni dopo Gesù appare di nuovo e gli dà la prova che è lui, al che Tommaso esclama: “Mio Signore e mio Dio!” (20:16, 28) Giorni dopo, Gesù incontra di nuovo i discepoli, presso il mare di Tiberiade; concede loro una pesca miracolosa, dopo di che fa colazione con loro. Tre volte chiede a Pietro se lo ama. Mentre Pietro ribadisce il suo amore per lui, Gesù gli dice chiaramente: “Pasci i miei agnelli”, “Abbi cura delle mie pecorelle”, “Pasci le mie pecorelle”. Predice quindi con quale sorta di morte Pietro glorificherà Dio. Pietro lo interroga riguardo a Giovanni, e Gesù dice: “Se è mia volontà che egli rimanga finché io venga, che te ne importa?”. — 21:15-17, 22.

      PERCHÉ È UTILE

      30. Quale particolare enfasi dà Giovanni alla qualità dell’amore?

      30 Vigorosa per il suo linguaggio schietto, e convincente per la sua intima e commovente descrizione della Parola, che divenne Cristo, la buona notizia “secondo Giovanni” ci offre un’immagine a distanza ravvicinata di questo unto Figlio di Dio, del suo modo di parlare e di agire. Benché lo stile e il linguaggio di Giovanni siano semplici, tali da farlo definire uomo ‘illetterato e comune’, nelle sue parole c’è una forza straordinaria. (Atti 4:13) Il suo Vangelo raggiunge altezze sublimi, facendo conoscere l’intimo amore che esiste fra il Padre e il Figlio, nonché la benedetta e amorevole relazione che si gode se si è uniti a loro. Giovanni usa le parole “amore” e “amato” più spesso degli altri tre Vangeli messi insieme.

      31. Quale relazione è messa in risalto in tutto il Vangelo di Giovanni, e dove raggiunge essa il culmine?

      31 Che meravigliosa relazione esisteva in principio fra la Parola e Dio Padre! Nella provvidenza di Dio, “la Parola è divenuta carne e ha risieduto fra noi, e abbiamo visto la sua gloria, una gloria tale che appartiene a un figlio unigenito da parte di un padre; ed [egli] era pieno di immeritata benignità e verità”. (Giov. 1:14) Quindi, in tutto il Vangelo di Giovanni, Gesù sottolinea che la sua è una relazione di sottomissione e di assoluta ubbidienza alla volontà del Padre. (4:34; 5:19, 30; 7:16; 10:29, 30; 11:41, 42; 12:27, 49, 50; 14:10) La sua espressione di questa intima relazione culmina splendidamente nella commovente preghiera riportata nel capitolo 17 di Giovanni, dove Gesù comunica al Padre di aver portato a termine l’opera che gli aveva dato da compiere sulla terra e aggiunge: “E ora, Padre, glorificami presso te stesso con la gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse”. — 17:5.

      32. Con quali espressioni Gesù indica la relazione che ha con i discepoli e mostra che egli è l’unico canale mediante cui il genere umano sarà benedetto con la vita?

      32 Che dire della relazione esistente fra Gesù e i suoi discepoli? È posto di continuo in evidenza il ruolo di Gesù quale unico canale mediante cui le benedizioni di Dio sono elargite ai discepoli e a tutto il genere umano. (14:13, 14; 15:16; 16:23, 24) Egli è definito “l’Agnello di Dio”, “il pane della vita”, “la luce del mondo”, “il pastore eccellente”, “la risurrezione e la vita”, “la via e la verità e la vita”, “la vera vite”. (1:29; 6:35; 8:12; 10:11; 11:25; 14:6; 15:1) Mediante questa illustrazione della “vera vite” Gesù fa conoscere la meravigliosa unità che esiste non solo fra i suoi veri seguaci e lui stesso, ma anche col Padre. Portando molto frutto essi glorificheranno il Padre suo. “Come il Padre ha amato me e io ho amato voi, rimanete nel mio amore”, consiglia Gesù. — 15:9.

      33. Quale scopo del proprio ministero esprime Gesù in preghiera?

      33 Con quanto fervore egli prega poi Geova perché tutti questi che ama, e anche ‘quelli che riporranno fede in lui per mezzo della loro parola’, siano uno col Padre suo e con lui stesso, santificati dalla parola di verità! In effetti l’intero scopo del ministero di Gesù è meravigliosamente espresso nelle ultime parole della preghiera che egli rivolge al Padre: “Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, affinché l’amore col quale mi hai amato sia in loro e io unito a loro”. — 17:20, 26.

      34. Quali utili consigli diede Gesù su come vincere il mondo?

      34 Anche se stava per lasciare i suoi discepoli nel mondo, Gesù non li avrebbe lasciati senza un soccorritore, “lo spirito della verità”. Per giunta diede loro opportuni consigli sulla loro relazione col mondo, mostrando come avrebbero potuto vincere in qualità di “figli della luce”. (14:16, 17; 3:19-21; 12:36) “Se rimanete nella mia parola, siete realmente miei discepoli”, disse Gesù, “e conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. Ai figli delle tenebre invece disse: “Voi siete dal padre vostro il Diavolo e desiderate compiere i desideri del padre vostro. Egli . . . non si attenne alla verità, perché in lui non c’è verità”. Siamo dunque determinati a mantenerci sempre saldi nella verità, sì, ad ‘adorare il Padre con spirito e verità’ e a trarre forza dalle parole di Gesù: “Fatevi coraggio! Io ho vinto il mondo”. — 8:31, 32, 44; 4:23; 16:33.

      35. (a) Quale dichiarazione fa Gesù riguardo al Regno di Dio? (b) Perché il Vangelo di Giovanni dà motivo di provare felicità e gratitudine?

      35 Tutto questo ha pure relazione con il Regno di Dio. Mentre era sotto processo Gesù dichiarò: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai giudei. Ma ora il mio regno non è di qui”. Quindi, rispondendo alla domanda di Pilato, disse: “Tu stesso dici che io sono re. Per questo sono nato e per questo son venuto nel mondo, per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla parte della verità ascolta la mia voce”. (18:36, 37) Felici sono in realtà quelli che ascoltano e ‘nascono di nuovo’ per “entrare nel regno di Dio” unitamente al Re. Felici sono le “altre pecore” che ascoltano la voce di questo Re-Pastore e ottengono la vita. C’è davvero motivo di essere grati che sia stato provveduto il Vangelo di Giovanni, in quanto esso fu scritto “affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate la vita per mezzo del suo nome”. — 3:3, 5; 10:16; 20:31.

  • Libro biblico numero 44: Atti
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
    • Libro biblico numero 44: Atti

      Scrittore: Luca

      Dove fu scritto: Roma

      Quando fu completato: ca. 61 E.V.

      Tempo a cui si riferisce: 33–ca. 61 E.V.

      1, 2. (a) Quali avvenimenti storici e quali attività sono descritti in Atti? (b) Quale periodo di tempo abbraccia il libro?

      NEL 42º libro delle Scritture ispirate Luca narra la vita, l’attività e il ministero di Gesù e dei suoi seguaci fino al tempo dell’ascensione di Gesù. Il racconto storico del 44º libro delle Scritture, Atti degli Apostoli, continua la storia del cristianesimo primitivo descrivendo l’istituzione della congregazione come risultato dell’operato dello spirito santo. Descrive anche l’espansione della testimonianza, prima fra i giudei e poi fra gli uomini di tutte le nazioni. La maggior parte del contenuto dei primi 12 capitoli riguarda le attività di Pietro, e i rimanenti 16 capitoli le attività di Paolo. Luca fu un intimo compagno di Paolo, e lo accompagnò in molti suoi viaggi.

      2 Il libro è indirizzato a Teofilo. Poiché questi viene chiamato “eccellentissimo”, è possibile che ricoprisse qualche carica ufficiale; ma potrebbe anche trattarsi semplicemente di un’espressione di grande stima. (Luca 1:3) Il libro fornisce un accurato resoconto storico dell’istituzione e della crescita della congregazione cristiana. Comincia con le apparizioni di Gesù ai discepoli dopo la sua risurrezione e poi narra importanti avvenimenti del periodo che va dal 33 E.V. a verso il 61 E.V., per cui abbraccia all’incirca 28 anni in tutto.

      3. Chi scrisse il libro di Atti, e quando fu completato?

      3 Fin dai tempi antichi la compilazione di Atti è stata attribuita allo scrittore del Vangelo di Luca. Entrambi i libri sono indirizzati a Teofilo. Ripetendo gli avvenimenti finali del suo Vangelo nei versetti iniziali di Atti, Luca collega i due racconti

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