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La bontà, una qualità che attraeLa Torre di Guardia 1976 | 15 gennaio
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di Paolo, lo baciarono teneramente”. — Atti 20:37, 38.
Considerando quello che Geova Dio ha fatto per noi, come l’apostolo Paolo dovremmo volerne imitare la bontà. A tal fine, cerchiamo le opportunità di fare del bene ad altri, prodigandoci altruisticamente per aiutare chi è nel bisogno, in senso fisico e spirituale. Così anche noi potremo renderci cari ad altri.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1976 | 15 gennaio
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Domande dai lettori
● Gesù Cristo fu risuscitato fisicamente come uomo di carne e sangue?
Secondo le Scritture ispirate, Gesù Cristo non fu destato alla vita nella carne. In I Pietro 3:18 leggiamo che fu ‘messo a morte nella carne, ma reso vivente nello spirito’. (Traduzione del Nuovo Mondo; La Bibbia di Gerusalemme; versione a cura di S. Garofalo) Altre scritture confermano che Gesù non avrebbe potuto essere destato fisicamente come uomo di carne e sangue.
Era proposito di Dio che suo Figlio riprendesse a vivere nel cielo e non continuasse a vivere come uomo sulla terra. Ciò richiese che Gesù fosse destato come persona spirituale, poiché le persone di carne e sangue non possono vivere nei cieli. L’apostolo Paolo scrisse: “Carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, né la corruzione eredita l’incorruzione”. — 1 Cor. 15:50.
Nel caso dell’uomo Gesù Cristo, la carne era una barriera che impediva l’accesso al reame celeste. Perciò, in Ebrei 10:20 è detto che la “carne” di Gesù era rappresentata dalla “cortina” che separava il Santo dal Santissimo nel tabernacolo. Prima di poter entrare in cielo, il vero “Santissimo”, Gesù dovette cedere la sua esistenza carnale e ricevere la natura spirituale. Il suo corpo di carne sarebbe stato una barriera che gli avrebbe impedito di oltrepassare la “cortina” come persona spirituale.
Un altro fattore da non trascurare è che il capro e il toro offerti il giorno di espiazione rappresentavano il sacrificio di Gesù Cristo. La Legge, che prescriveva questi sacrifici, fu “un’ombra delle buone cose avvenire”. (Col. 2:17; Ebr. 10:1) Sappiamo che un’ombra fornisce la forma o i contorni generali della realtà che la getta. Pertanto, affinché l’ombra si adempisse nella realtà, Gesù non avrebbe potuto riprendersi il suo sacrificato corpo di carne e sangue, giacché i corpi di quelle vittime dei sacrifici erano completamente tolti di mezzo essendo bruciati. (Ebr. 13:11, 12) Ne consegue dunque logicamente che Geova Dio tolse di mezzo il corpo sacrificato di suo Figlio. Inoltre, se Gesù avesse ripreso il suo corpo di carne, il suo sacrificio sarebbe stato temporaneo, senza che il valore espiatorio durasse.
Il fatto che Gesù non fu destato nella carne spiega perché due suoi discepoli e Maria Maddalena non lo riconobbero nelle apparizioni fisiche avvenute dopo la sua risurrezione. Capirono chi era solo da quello che disse o da quello che fece. — Luca 24:13-31; Giov. 20:14, 15.
È vero che nell’interesse del dubbioso Tommaso, Gesù apparve con l’evidenza fisica dei segni dei chiodi nelle mani e della ferita di lancia nel fianco. (Giov. 20:24-29) Tuttavia, anche in relazione a tale manifestazione, c’è la prova che Gesù deve avere momentaneamente materializzato un corpo fisico di carne. Un testimone oculare, l’apostolo Giovanni, riferì: “Gesù venne, benché le porte fossero serrate, e stette in mezzo a loro”. (Giov. 20:26) È evidente che l’apostolo Giovanni non avrebbe precisato questo particolare se Gesù avesse solo aperto la porta e poi fosse entrato fisicamente nella stanza. Evidentemente Gesù apparve all’improvviso fra i discepoli; la porta serrata non gli impedì di entrare. Questa era una cosa che un uomo di carne non avrebbe potuto fare. Ma è qualcosa che le persone spirituali possono fare materializzandosi. Per esempio, l’angelo Gabriele apparve fisicamente al sacerdote Zaccaria nel santo del tempio. (Luca 1:11) E l’angelo apparso ai genitori di Sansone ascese in una fiamma di fuoco. — Giud. 13:19, 20.
Il caso relativo all’angelo che parlò ai genitori di Sansone pure fa luce sull’ascensione di Gesù ai cieli. Ai genitori di Sansone, quell’angelo rimase visibile mentre ascendeva in una fiamma di fuoco ma poi evidentemente si smaterializzò e svanì alla vista. Nello stesso modo, quando Gesù ascendeva al cielo rimase visibile finché una nube non lo nascose alla vista fisica dei discepoli. Poi dovette smaterializzare il corpo carnale col quale era stato visto, come avevano fatto angeli materializzatisi in altre occasioni. — Atti 1:9-11.
Che Gesù si rivestisse solo di un corpo per farsi vedere dai discepoli, come avevano fatto degli angeli in passato, si capisce pure dal fatto che apparve completamente vestito. Quando fu deposto nella tomba Gesù non era vestito ma solo avvolto in bende. Dopo la risurrezione, queste bende rimasero nella tomba. Quindi, come Gesù dovette materializzare gli abiti, dovette anche rivestirsi di carne per rendersi fisicamente visibile ai discepoli. — Luca 23:53; Giov. 19:40; 20:6, 7.
In base a quanto precede, possiamo capire che l’essere Gesù chiamato “Figlio dell’uomo” anche dopo la sua ascensione al cielo non potrebbe significare che avesse un corpo umano nei cieli. (Atti 7:56) Una profezia messianica che parla di come avrebbe ricevuto il potere regale dal Padre suo lo definisce “qualcuno simile a un figlio d’uomo”. (Dan. 7:13, 14) Pertanto, anche se offrì il sacrificio richiesto cedendo la sua natura umana, Gesù Cristo conserva il titolo messianico di “Figlio dell’uomo”. Similmente, Gesù Cristo ha il titolo di “Agnello” perché depose la propria vita in sacrificio. (Riv. 21:22) Questo titolo non descrive ovviamente né l’aspetto né la natura che ha nei cieli.
Pertanto le Scritture nell’insieme attestano che Gesù fu risuscitato non come uomo di carne e sangue, ma come gloriosa persona spirituale.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1976 | 15 gennaio
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Domande dai lettori
● Vedova con figli adolescenti, conobbi la verità della Parola di Dio circa un anno fa. Devo insistere che i miei figli vadano alle adunanze di congregazione, anche se sono riluttanti?
È appropriato che il genitore cristiano esiga che i figli assistano alle adunanze cristiane. La Parola di Dio ammonisce: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è grato al Signore”. “Addestra il ragazzo secondo la via per lui; pure quando sarà invecchiato non se ne dipartirà”. — Col. 3:20; Prov. 22:6.
Il progresso in questo, naturalmente, dipenderà in considerevole misura dall’età e dalla reazione del figlio e tu dovrai decidere quali misure è saggio prendere per far rispettare quanto esigi.
Nel tuo caso, i figli non sono stati ‘addestrati’ dalla nascita nei princìpi della vera adorazione, ma c’è ancora tempo per far loro del bene finché sono in casa. “Castiga tuo figlio mentre esiste speranza”, dice il proverbio ispirato. (Prov. 19:18) Naturalmente, quello di costringere con la forza un figlio, particolarmente se non è più in tenera età, ad assistere alle adunanze non è di solito il modo migliore per risolvere la situazione e in effetti può essere controproducente. Ma la giusta combinazione di amorevoli consigli, pazienza, comprensione e fermezza per correggere l’atteggiamento di un particolare figlio darà spesso risultati soddisfacenti. Non smettere di sperare o non ti scoraggiare o dare per vinta facilmente.
I genitori hanno l’obbligo di provvedere ai figli non solo materialmente ma anche spiritualmente. Ai figli forse non piace andare a scuola, ma la maggioranza dei genitori, sapendo ciò che è meglio per un figlio e rispettando la legge di “Cesare” secondo cui si deve andare a scuola fino a una certa età o classe, non esita a conformarsi alla legge secondo cui i figli devono frequentare la scuola. Se questo è importante riguardo all’istruzione secolare, quanto è più importante riguardo all’istruzione nella legge di Geova che reca vita.
Ma le circostanze variano. Se in passato c’era nella casa una certa permissività, prima di cominciare a inculcare i princìpi biblici, probabilmente ci vorrà tempo prima che i figli si abituino a una più stretta sorveglianza dei genitori. Il genitore cristiano può anzitutto considerare opportuno mettersi a sedere coi figli e spiegare loro benignamente come e perché in futuro ci saranno cambiamenti nella casa. Si può far questo progressivamente, passo per passo. Mostra come i consigli e le esigenze della Bibbia sono ragionevoli e recano benefici duraturi. Si tratta della vita eterna. Se riconosci gli errori di giudizio e di addestramento del passato aiuterai i figli a capire che anche tu stai cambiando la tua vita per conformarla alla migliore via di Dio. Capiranno più facilmente che non sei arbitraria o dittatoriale, imponendo loro solo la tua volontà. Dio sarà presentato loro come Governante e saranno incoraggiati a cooperare con più prontezza. Tieni presente la meta della partecipazione regolare, man mano che i princìpi biblici vengono progressivamente messi in pratica nella casa. Può essere più o meno realistico stabilire la meta immediata della partecipazione al 100
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