-
Servitevi di noiSvegliatevi! 1978 | 8 giugno
-
-
Servitevi di noi
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Italia
“BUONGIORNO, Aglio, hai visto la Carota?”
“No, perché?”
“Pare sia di buon umore. E che bel colore ha in viso!”
“Tutto merito del carotene”.
“Che cosa?”
“Sì, il suo famoso pigmento, quello che contiene la vitamina A, che fa tanto bene agli occhi, specialmente ai bambini e ai miopi. Infatti, Cavolo, se ci fai caso, la Carota ha degli splendidi occhi”.
“Oh, se ti sente lo scambierà per un complimento”.
“In effetti è piena di buone qualità”.
“E tu che pensi di me, Aglio? Anche se mi vedi così grosso e pacioccone, non sono mica da sottovalutare. . . . Devi sapere che nell’antichità ero molto stimato. Pensa che gli antichi mi adoperavano quasi esclusivamente in medicina”.
“Però!”
“Il filosofo e scienziato Pitagora lodò le mie proprietà e, pensa, nientemeno che Catone il Vecchio usava ripetere che se i Latini avevano potuto fare a meno dei medici per diversi secoli, potevano dir grazie a me. Ci fu anche il celebre naturalista romano Plinio che mi prescriveva per la febbre e il mal di stomaco. Perché sorridi ora?”
“Oh, scusami caro Cavolo; ma sai, proprio non ti ci vedo nei panni di pianta medicinale. Tu sai che sono un tipo diffidente e che per convincermi di una cosa ho bisogno di fatti. Perché dunque non mi parli un po’ delle tue proprietà?”
“Sono contento che tu me lo chieda. Capita raramente che qualcuno s’interessi di me sotto questo aspetto. Gli uomini, ad esempio, quando parlano di me mi pensano quasi sempre cucinato in un buon minestrone o, sotto forma di crauti, in compagnia di una grossa fetta di salumi, senza considerare il fatto che sono efficacissimo contro alcuni mali che li affliggono. Ad esempio la gotta, i reumatismi, i dolori muscolari, le ulcere, le varici e la sciatica”.
“E come ti dovremmo usare?”
“Semplicissimo: basta scaldare le mie foglie con una passata di ferro da stiro e poi applicarle, in diversi strati, sulla parte dolente. Si dovrebbe far ciò almeno due volte al giorno. Le mie foglie calde sono efficacissime sul fegato in caso di dolori; sul ventre, in caso di diarrea, dissenteria e dolori intestinali; sulla fronte nel caso di emicranie; sul petto e sulla gola per chi è affetto da asma o raffreddore”.
“Non avrei mai immaginato che avessi così tante virtù! Hai fatto bene a dirmelo”.
“Figurati, è stato un piacere. Ma non vorrai far parlare solo me. Le tue doti medicinali sono ben note, certo più delle mie: perché non me ne parli un po’?”
“Anche tu sei in vena di complimenti. Che cosa vorresti sapere?”
“Innanzi tutto vorrei conoscere le tue origini. È da tempo che ti vedo bazzicare in quest’orto, ma sicuramente non sei di queste parti. Il taglio dei tuoi occhi non mi è nuovo, sei forse asiatico?”
“Esatto, sono oriundo dell’Asia centrale, ma sin dall’antichità ero molto coltivato presso Egiziani, Greci, Romani. Anticamente gli Egiziani facevano di me collane che mettevano al collo dei loro bambini per proteggerli dai parassiti. Sì, perché devi sapere che odio ogni tipo di batterio pericoloso e faccio di tutto per distruggere parassiti come la tenia, gli ossiuri e gli ascaridi. Recentemente la medicina ufficiale ha riconosciuto due mie virtù: curare il diabete e ridurre la pressione arteriosa. Odio tanto i parassiti quanto amo il sistema circolatorio umano, nel quale mi trovo proprio a mio agio. Per ringraziare l’uomo che mi ingerisce, cerco di rendergli il maggior numero possibile di servizi. Ad esempio, lo aiuto a combattere l’ipertensione, che può provocare, più facilmente di quanto si creda, un infarto o una congestione cerebrale. È sottinteso che l’uomo deve offrirmi la sua collaborazione non essendo ansioso di beni materiali, di cose futili o del domani. (Matt. 6:34; Luca 21:34) Inoltre, agevolo le funzioni dei globuli rossi che riforniscono di ossigeno il sistema circolatorio; sono anche un antidoto contro i moderni agenti inquinanti”.
“Sei veramente indispensabile! Ma come ti dovremmo usare?”
“Mangiami come e quando vuoi, soprattutto spesso. Comunque, ti posso fornire una ricetta specifica: devi far bollire la mia testa in un litro d’acqua o di brodo per qualche minuto, quindi munirti di forte coraggio e berne tre tazze al giorno. Ti assicuro che è il toccasana per la pressione alta e le conseguenze che ne derivano. Il sacrificio richiesto è ampiamente ricompensato, anche perché il decotto è un ottimo antidoto per le malattie polmonari e dell’intestino; attiva la circolazione e agisce contro la gotta e l’artrite”.
“Mi hai convinto, dovrei mangiarti un po’ più spesso. Ma . . . c’è un problema. Hai già capito di che si tratta, vero?”
“Certo, è il motivo principale per cui molti mi evitano: il mio odore che produce quel certo alito tristemente noto. . . .
“Non te la prendere, caro amico. Questo inconveniente è insignificante rispetto agli innumerevoli benefici che mi hai enumerato. Tuttavia, se esistesse il modo di eliminarlo . . .”
“Be’, proprio eliminarlo . . . Comunque, esiste il modo di mascherarlo, o per lo meno attenuarlo considerevolmente. Dopo avermi ospitato nel tuo stomaco, e nell’attesa che la digestione compia il suo naturale decorso, puoi bere qualche goccia di essenza di angelica, masticare cerfoglio o prezzemolo, ingoiare lentamente una mela grattugiata e qualche cucchiaio di miele, o sgranocchiare qualche chicco di caffè dopo il pasto. Come vedi non è poi un grosso problema; eppure molti, nonostante ciò, quando pensano a me storcono il naso”.
“Non ti arrabbiare, lo sai che può farti male, lo hai detto tu stesso prima. Chi più chi meno tutti quanti noi siamo soggetti a critiche. Lo sai ad esempio che voci circolano sul mio conto?”
“No, quali?”
“Hanno messo in giro la voce che sono estremamente indigesto. Bene, questa è proprio una calunnia. Posso essere digerito molto più facilmente di quanto non si creda; la verità è che a essere indigesti sono i salumi con i quali spesso mi mangiano. Ma io non me la prendo, anche perché è contro i miei principi; infatti, tra l’altro, sono io stesso un potente calmante per i nervosi e per chi è afflitto da insonnia. Ma non solo, faccio bene anche alla opposta categoria, gli apatici e i depressi. Entrambi questi opposti estremi farebbero bene a sfruttare al massimo le mie virtù. Pensa che alcuni studenti apprensivi mi usano addirittura prima di affrontare gli esami”.
“Scusa la battuta, ma mi piacerebbe proprio vedere uno studente che prima di una interrogazione mastica nervosamente una tua foglia”.
“Che spiritoso! Si possono ottenere risultati migliori col mio decotto di cavolo verde. Devi mettere due mie foglie grandi, mi raccomando che siano fresche, pulite e sane, in un litro d’acqua, farle bollire per qualche minuto e quindi usarne da due a tre tazze al giorno. Ti consiglio, però, anche una bella cura primaverile, aumentando la dose fino a cinque tazze per una settimana”.
Parlano la Carota e la Cipolla
“Che chiacchieroni quei due! E poi dicono di noi donne!”
“Davvero! Chissà che cosa stanno dicendo ora . . . Avvicinati, ti devo dire una cosa all’orecchio. Passando prima ho sentito che l’Aglio mi stava facendo un complimento”.
“Ah, sì? E che cosa diceva?”
“Diceva al Cavolo che ho degli splendidi occhi!”
“Sono d’accordo con lui, hai degli occhi veramente belli. Peccato che non si possa dire la stessa cosa dei miei; sono sempre così rossi e gonfi . . .”
“Ma perché mia cara?”
“Sai, piango in continuazione. Tutte le persone che mi si avvicinano non fanno che lacrimare; io mi commuovo e così piango sempre”.
“Eh no, così non va, su il morale! Se permetti vorrei consigliarti un succo fresco adatto proprio a coloro che, come te, si sentono fuori forma”.
“Di’ pure, ti ascolto”.
“Mi devi schiacciare con molta cura, fino a ottenere una poltiglia. Dovresti berne uno o due bicchieri al giorno. È un buon ricostituente. Se dolcifichi il succo con un po’ di miele, o aggiungi qualche goccia di limone, avrai un efficacissimo rimedio contro il mal di gola e, come t’ho già menzionato, per quando ci si sente depressi”.
“Grazie, seguirò il tuo consiglio; una bella cura a base di carota mi farà senz’altro bene. Ma cosa c’è: ti vedo assorta, hai da dirmi qualcosa?”
“Be’, sì, avrei qualcosa da chiederti”.
“Dimmi pure”.
“È risaputo che sei una delle più grandi piante guaritrici. L’altro ieri, parlando col signor Aglio, menzionavamo proprio le tue notevoli qualità antisettiche e vermifughe. Il signor Aglio mi disse anche che una cura a base di cipolla è ottima contro coliche renali, calcoli ai reni o alla vescica, contro la ritenzione delle urine, la gotta o i reumatismi”.
“Oh, vedo che sei ben informata”.
“Sì, ma è l’Aglio che mi ha così ben informata. Mi ha parlato di te per circa un’ora. Ha detto che sei l’unica pianta guaritrice che merita di essere apprezzata quanto lui”.
“Modestino il signor Aglio! Però, sono lusingata dell’accostamento; è risaputo che l’aglio è il re delle piante guaritrici. Ma tu non volevi chiedermi qualcosa?”
“Sì, un favore. Ho saputo che sei un’amica della bellezza della pelle e una nemica dell’acne. Vorrei proprio che mi consigliassi una crema di bellezza a base di cipolla”.
“Volentieri. Ti posso fornire una ricetta che è ottima anche contro le macchie della pelle e le fatidiche rughe. Sono quindi una vera amica per le signore”.
“Benissimo, proprio quello che mi occorre”.
“Sono contenta di esserti utile. Devi cuocere lentamente tre cipolle schiacciate finemente in un po’ di strutto. Mescola bene e aggiungi un cucchiaio di miele, un bicchierino di acqua di rose e una tazza di latte. Quando la crema sarà omogenea la dovrai applicare sui difetti della pelle che prima ti ho menzionato”.
“Ti ringrazio. Sono convinta che sarà più efficace di tante creme artificiali di oggi. Se vuoi sapere la verità, ti reputo proprio indispensabile”.
“Oh, non lusingarmi troppo, non è il caso. Io non ho alcun merito particolare. Ho parlato con tantissime piante e sono giunta a questa conclusione: tutte noi serviamo a qualcosa. È vero che potremmo essere inadatte o inutili per un determinato scopo, ma è altrettanto vero che siamo ‘proprio quello che ci vuole’ per tanti altri. Se esistiamo è perché serviamo a qualche cosa. Il nostro Creatore ci mise sulla terra con un preciso intento: quello di cibare l’uomo, oltre che rendere piacevole e bella la terra. Se qualche pianta è reputata addirittura velenosa, non lo è mai in senso assoluto; certamente ha anch’essa il suo preciso scopo utile, anche se per alcune di esse non lo conosciamo”.
-
-
“Il vecchio è buono”Svegliatevi! 1978 | 8 giugno
-
-
“Il vecchio è buono”
● In un’occasione fu chiesto a Gesù Cristo perché i suoi discepoli non digiunavano come i discepoli di Giovanni Battista e quelli dei Farisei. In parte rispose: “Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; ma se ve lo mette, il vino nuovo romperà gli otri, ed esso si verserà e gli otri saranno rovinati. Ma il vino nuovo si deve mettere in otri nuovi. Nessuno che abbia bevuto vino vecchio vuole il nuovo; poiché dice: ‘Il vecchio è buono’”. — Luca 5:37-39.
Dando questa risposta, Gesù Cristo indicava evidentemente che il suo insegnamento era troppo vigoroso e potente per confinarlo nel vecchio sistema del giudaismo, che, come otri vecchi, mancava di vitalità ed elasticità. In quanto a quelli che prediligevano il vino tradizionale o l’insegnamento del giudaismo, trovavano da ridire sull’insegnamento di Gesù Cristo. Lo respinsero come se fosse vino nuovo, preferendo le vecchie usanze tradizionali. Per loro, ‘il vecchio era buono’.
-