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  • In cerca di un modo per rilassarsi
    Svegliatevi! 1984 | 22 luglio
    • In cerca di un modo per rilassarsi

      Scegliete la vostra poltrona più comoda. Sedetevi, allentate la cravatta o i legacci del grembiule, sfilatevi le scarpe e chiudete gli occhi.

      Ora immaginate di avere i piedi immersi nell’acqua azzurra, limpida e fresca di un lago di montagna. Odorate il dolce profumo dei fiori. Ascoltate il canto felice e spensierato degli uccelli. Lasciatevi stimolare dalla frizzante aria di montagna. Per pochi minuti lasciate fuori, il più possibile, ogni altro pensiero, e con questa pacifica scena in mente, meditate.

      Vi sentite meglio? Più rilassati?

      CHI di noi non ha bisogno di rilassarsi? Secondo un esperto, il 70 per cento di coloro che vanno dal medico sono malati solo perché non riescono più a far fronte alle difficoltà della vita.

      Inoltre nuovi studi indicano che molte malattie che affliggono l’uomo sono causate dallo stress e da altre emozioni che compromettono le reazioni immunologiche e le funzioni vitali dell’organismo. La scienza medica sta scoprendo che il legame esistente fra mente e corpo è più importante per la salute dell’uomo di quanto si credesse in precedenza, per cui ha coniato un nuovo nome per il ramo della ricerca che studia questo meccanismo, chiamandola psiconeuroimmunologia. Commentando la funzione fisiologica del cervello, il dottor George F. Solomon dell’Università della California dice: “Mente e corpo sono inseparabilmente legati. Il cervello influisce anche su quei processi fisiologici che un tempo non si pensava fossero regolati” dal sistema nervoso centrale.

      Ovviamente il medico che può aiutare a rilassarsi sta facendo i migliori interessi del suo paziente. I medici possono dare svariati, ottimi suggerimenti su come rilassarsi in modo cosciente. Alcuni impiegano dispositivi elettrici per rendere i pazienti più consapevoli del modo in cui il corpo reagisce a certe situazioni, insegnando loro a controllare a livello cosciente le loro reazioni. Per esempio la tecnica del biofeedback è usata per intervenire sul battito cardiaco o sulle onde cerebrali mediante un cosciente controllo mentale. Finché l’obiettivo che si cerca di raggiungere è quello di rilassarsi fisicamente, può non esserci niente da ridire su alcuni di questi metodi.

      Ma che dire se i medici, come mezzo per rilassarsi, raccomandano certe tecniche di meditazione trascendentale e anche lo yoga o lo zen? Il numero di coloro che danno suggerimenti del genere è in continuo aumento. Nel 1978, per esempio, oltre 5.000 medici formarono associazioni in una ventina di paesi per incoraggiare l’uso della meditazione trascendentale in medicina. Un’altra tecnica di meditazione particolarmente comune in alcuni paesi europei, e in via di diffusione in altre nazioni, è quella del training autogeno. Ma prima di sottoporsi a una terapia del genere è senz’altro opportuno conoscere i fatti.

      Tecniche di meditazione

      Meditare significa sostanzialmente riflettere su un soggetto, pensarvi di continuo, esaminarlo. Ma le tecniche di meditazione sono spesso tutt’altra cosa.

      Un ex guru indiano, convertitosi al protestantesimo, ha spiegato di recente a un gruppo di ecclesiastici tedeschi in cosa consiste la differenza. Egli ha fatto notare che l’obiettivo delle tecniche orientali di meditazione è quello di separare l’io dal mondo della realtà e del pensiero cosciente, portando spesso il soggetto a una sorta di trance. In questo modo la persona per così dire “trova se stessa”, affronta i suoi problemi e, con l’aiuto del “suo io interiore”, è in grado di risolverli.

      La dottoressa e scrittrice tedesca Gisela Eberlein si è espressa al riguardo in questi termini: “Ciò che accomuna tutte le tecniche di meditazione è l’interesse per l’interiorità, [ciò che permette di] rilassarsi nella profonda calma. Yoga, meditazione trascendentale o training autogeno, per quanto siano diversi, hanno pur sempre un obiettivo comune: l’appagamento del proprio io”.

      Alcune tecniche di meditazione impiegate allo scopo di favorire l’“appagamento del proprio io” sono state prese in esame in precedenti numeri di Svegliatevi!a Un altro metodo non ancora preso in considerazione, ma noto a molti nostri lettori, specialmente a quelli che vivono nei paesi di lingua tedesca, si chiama training autogeno. Una breve considerazione del soggetto ci aiuterà a capire meglio come certe tecniche di meditazione differiscono dalla meditazione “normale”. Questo dovrebbe aiutare il lettore a trarre conclusioni corrette in merito a tecniche simili che possono venir proposte dai medici del suo paese.

  • “Training autogeno”: la soluzione?
    Svegliatevi! 1984 | 22 luglio
    • “Training autogeno”: la soluzione?

      IL TRAINING AUTOGENO fu sviluppato mezzo secolo fa da un neurologo berlinese di nome Johannes Heinrich Schultz (1884-1970). Nel 1932 egli scrisse un libro sulla sua teoria spiegando che il nome derivava dal termine greco autòs, che significa “stesso”, e gènesis, che significa “nascita od origine”. Il training autogeno, perciò, consiste di una serie di esercizi (il termine training, letteralmente, significa esercizio) che hanno origine nell’io stesso del paziente.

      Il training autogeno si divide in due stadi, uno inferiore e uno superiore. Lo stadio inferiore consiste di una serie di sei esercizi, da imparare progressivamente e da eseguire per pochi minuti diverse volte al giorno. Ciascun esercizio include una breve frase su cui il paziente deve concentrarsi il più intensamente possibile, ripetendo mentalmente questa frase mentre esegue l’esercizio. Un manuale di training autogeno dice: “Lo studente, però, non deve ‘pensare’ a parole ma deve semplicemente ‘guardare’ interiormente, concentrandosi sulle immagini dell’io interiore che corrispondono a quella frase”.

      Perciò, quando il soggetto compie il primo esercizio e immagina che “il braccio destro è molto pesante”, sente effettivamente il braccio pesante. Eseguito il primo esercizio, c’è il secondo: “Il braccio destro è molto caldo”. Man mano che si acquista padronanza di un esercizio, si passa ad altri. Gli ultimi quattro esercizi mirano a ottenere il controllo del battito cardiaco, della respirazione, degli organi interni e della mente. Per tutta la durata dell’esercizio il soggetto deve sempre concentrarsi sul pensiero: “Sono completamente rilassato”.

      L’obiettivo è quello di raggiungere il completo rilassamento fisico, arrivando così a padroneggiare il corpo, costringendolo a seguire le istruzioni della mente. La dottoressa Gisela Eberlein, che ha studiato il training autogeno sotto la guida del suo ideatore, il dott. Schultz, dice che presenta il training autogeno ai suoi studenti “come quel metodo di autorilassamento e concentrazione che permette, anzitutto, di conseguire il riposo e il rilassamento in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo”.

      Ma come spiega ulteriormente la dottoressa Eberlein, il training autogeno mira a ottenere altri risultati: “Per di più, si impara a influire sugli organi e sul sistema organico, vale a dire a calmare le palpitazioni cardiache e il nervosismo che prende allo stomaco. Ad esempio si può influire sul sistema circolatorio e riuscire a non arrossire”.

      Funziona?

      Sì, pare che in molti casi funzioni, almeno fino a un certo punto. Ma perché? Primo, perché il rilassamento e la riduzione della tensione del corpo possono giovare al fisico.a

      In secondo luogo c’è l’“effetto placebo”. Un medico tedesco si è espresso così: “Oltre metà delle malattie moderne sono di origine psicosomatica, vale a dire si possono curare con l’autosuggestione. Alcuni medici ritengono che questo includa persino certi tipi di cancro. Coloro che vivono con la perenne paura di contrarlo vanno più soggetti al cancro di altri. . . . Gli individui che credono fermamente nell’efficacia di certe medicine tendono a migliorare”.

      Non si può sottovalutare il potere del pensiero positivo, quando si tratta di prendere decisioni o perdere abitudini. Di fronte a importanti decisioni, solo l’individuo positivo si farà abbastanza coraggio da compiere i passi difficili ma ciò nondimeno necessari. La persona che è convinta di non farcela di rado ci riesce; quella decisa a riuscire in genere ce la fa.

      Ma nonostante questi aspetti positivi, il training autogeno ha anche degli aspetti negativi che bisogna prendere in considerazione.

      Motivi per esercitare cautela

      Il dott. Schultz avvertiva che gli esercizi di training autogeno si devono imparare solo sotto la sorveglianza di un insegnante competente. Perché? Perché, a suo avviso, ciascun esercizio “può avere degli svantaggi insieme ai vantaggi”. Anche il dott. Malcom Carruthers, direttore del Centro londinese per il training autogeno, consiglia di non imparare gli esercizi di training autogeno per mezzo di corsi registrati o sotto la sorveglianza di personale non qualificato. “Essendo un metodo dalle grandi potenzialità, può essere molto pericoloso se non lo si pratica nel modo giusto”, avverte il dott. Carruthers. “Sappiamo di persone i cui insegnanti non erano qualificati e che alla fine stavano peggio che in principio. Se una persona emotivamente turbata cerca di fare questi esercizi e le cose non migliorano, può sentirsi ancor più depressa”.

      Ci sono altri motivi per esercitare cautela, specialmente quando si progredisce fino allo stadio superiore del training autogeno. Questo stadio e le relative suggestioni su cui ci si concentra mirano “a produrre l’‘uomo nuovo’, a sviluppare nuovi modelli di pensiero e di comportamento”, secondo B. Peter e W. Gerl nel loro libro Entspannung (Rilassamento).

      Due manuali di training autogeno elencano le possibilità offerte dal metodo nello stadio superiore. Queste possibilità o questi obiettivi vanno al di là del miglioramento della salute fisica. Uno di questi manuali dice: “Come l’allievo può concentrarsi sul pensiero ‘il braccio è caldo’ può pure immaginare che ‘la parsimonia dà gioia’ . . . o che ‘la lettera sarà scritta’”.

      L’altro manuale osserva: “Una volta afferrato il punto e intuìto che si è sulla strada giusta, si può coscientemente fare ulteriore progresso . . . ‘Scopro le mie capacità. Le metto all’opera’. ‘Sono cosciente della vita. Sto facendo la cosa giusta’. ‘Ho un atteggiamento positivo’. ‘Mi sforzo di conseguire l’armonia e la felicità’. Questi pensieri su cui l’individuo si concentra, scelti da lui e continuamente sviluppati attraverso il training autogeno — mai più di uno ogni due settimane — producono il loro effetto. Spesso permettono all’‘uomo nuovo’ di sviluppare nuovi modelli di pensiero e di comportamento”.

      Secondo alcuni, il training autogeno può pertanto fare di voi una ‘persona nuova’, rinnovare la vostra personalità, sì, cambiare il vostro comportamento. È “un segreto per avere salute fisica e mentale”, dice la dottoressa Eberlein. Secondo alcuni esperti in materia, non esiste nessun problema troppo grande, neppure le menomazioni e le malattie fisiche. Anzi, alcuni definiscono il training autogeno un rimedio per tutti i mali. Ma lo è?

      No, risponde il dott. Malcom Carruthers, esperto di training autogeno. “Non è una magica panacea”, afferma. “È semplicemente una terapia di cui [i medici] si occupano sempre più di frequente”. Perciò l’idea che il training autogeno sia un rimedio per tutti i mali può avere conseguenze dannose. Come mai? Per il fatto che alcuni medici potrebbero non suggerire altre terapie necessarie.

      Lo stadio superiore del training autogeno è irto di pericoli specie per il cristiano. Ai cristiani infatti è rivolta l’esortazione: “[Toglietevi] la vecchia personalità che si conforma alla vostra condotta di un tempo e . . . [rivestite] la nuova personalità che fu creata secondo la volontà di Dio in vera giustizia e lealtà”. — Efesini 4:22-24.

      La “nuova personalità” che il cristiano si sforza di rivestire non si sviluppa con il training autogeno. Si sviluppa invece meditando sulla Parola di Dio e facendo la sua volontà come ce l’ha rivelata lui. — Vedi Salmo 143:5; Filippesi 4:8.

      Un altro motivo per stare attenti è che lo stadio superiore del training autogeno somiglia sotto alcuni aspetti allo yoga. Una definizione di yoga è “soppressione di ogni attività del corpo, della mente e della volontà”. In altre parole la mente dev’essere completamente svuotata. In molti casi si ripete continuamente un mantra (formula magica) per far sì che la mente si liberi da ogni pensiero. Questo è pericoloso. Una mente del tutto vuota è facile preda di influenze esterne, o di insegnanti umani imperfetti o, peggio ancora, di sovrumane forze demoniche che, secondo la Bibbia, desiderano impadronirsi della mente dell’uomo. — I Timoteo 4:1; confronta Luca 11:24-26.

      Ma si può dire che il training autogeno sia vero e proprio yoga? Anche se ci sono delle somiglianze, non sembra che il training autogeno e lo yoga siano la stessa cosa, non per lo meno negli esercizi dello stadio inferiore. Non si usa nessun mantra, e non si svuota la mente, secondo alcuni libri di training autogeno. Nondimeno i cristiani devono andare cauti, poiché non vogliono vedere quanto riescono ad avvicinarsi a pratiche che possono essere spiritualmente nocive. Vogliono assumere un atteggiamento chiaro e deciso a favore della vera adorazione. — II Corinti 6:14-17.

      Le sue origini sono legate all’ipnosi

      Ecco un motivo per stare molto attenti. Il dott. Schultz cominciò a interessarsi del soggetto mentre lavorava insieme a un altro medico che curava i pazienti con l’ipnosi. Le sue osservazioni gli permisero “di sviluppare il ‘training autogeno’”, per usare le sue parole, “dall’ipnosi”. Infatti Schultz lo definì addirittura “figlio dell’ipnosi”. Alcuni medici che usano il metodo del training autogeno riconoscono che è una forma di “autoipnosi”. Comunque non tutti coloro che usano questo metodo ricorrono all’ipnosi. Essi impiegano invece la suggestione, il concentrare il pensiero su parti o funzioni del corpo.

      Qualora si usi l’autoipnosi, il vero cristiano può trovarsi veramente in pericolo. Perché? Sebbene nessuno sia realmente in grado di spiegare come funzioni l’ipnosi, le sue origini sono ben note. Un’enciclopedia (An Encyclopædia of Occultism) dice che “la sua storia è inseparabilmente legata all’occultismo, e anche oggi molti fenomeni ipnotici sono definiti ‘spiritici’”. Chi pratica qualsiasi forma di spiritismo incorre nella disapprovazione divina. — Deuteronomio 18:10-12; Galati 5:19-21.

      Il cristiano non può seguire pratiche aventi a che fare con l’occultismo. Per esempio, cosa fecero nel primo secolo alcuni praticanti di arti occulte di Efeso, in Asia Minore, dopo che l’apostolo cristiano Paolo aveva predicato nella loro città? “Molti di quelli che eran divenuti credenti venivano, confessando e comunicando apertamente le loro pratiche. In realtà, un gran numero di quelli che avevano praticato le arti magiche portarono insieme i loro libri e li bruciarono dinanzi a tutti. E calcolarono insieme i loro prezzi e li trovarono del valore di 50.000 pezzi d’argento”. — Atti 19:18, 19.

      Per quanto concerne il cristiano, il training autogeno è irto di pericoli. Le sue origini sono legate all’ipnosi, alcuni di coloro che lo praticano usano effettivamente una forma di autoipnosi, e nello stadio superiore vengono impiegate tecniche di meditazione simili a quelle dello yoga.

      Dato che le tecniche di meditazione non forniscono la giusta soluzione dei mali dell’umanità, qual è la soluzione che Dio offre?

      [Nota in calce]

      a Per suggerimenti su come rilassare il fisico e vincere lo stress, si veda Svegliatevi! dell’8 febbraio 1975, pagine 16-20 e del 22 aprile 1981, pagine 3-15.

      [Testo in evidenza a pagina 5]

      Molte malattie moderne sono legate allo stress e alla tensione

      [Testo in evidenza a pagina 6]

      Gli esercizi di training autogeno si devono imparare solo sotto la sorveglianza di un insegnante competente — Dott. J. H. Schultz

      [Testo in evidenza a pagina 6]

      “Essendo un metodo dalle grandi potenzialità, può essere molto pericoloso se non lo si pratica nel modo giusto” — Dott. M. Carruthers

      [Testo in evidenza a pagina 8]

      I cristiani devono esercitare cautela, altrimenti finiranno per meditare su concetti che non sono in armonia con gli insegnamenti biblici, perdendo così la fede

      [Immagine a pagina 7]

      Il rilassamento e il ridurre la tensione possono giovare al fisico

      cervello

      cuore

      stomaco

      reni

      fegato

  • Qualcosa di molto migliore
    Svegliatevi! 1984 | 22 luglio
    • Qualcosa di molto migliore

      I MERITI attribuiti a certe tecniche di meditazione sono piuttosto allettanti: aiutano a comprendere meglio se stessi, sostituiscono tendenze negative e cattive abitudini con altre positive, vincono le ansie e i timori e, sì, migliorano perfino la salute.

      “Se abbiamo la giusta disposizione interiore circa i problemi della vita possiamo anche risolverli”, promette il libro Autogenes Training für Fortgeschrittene (Training autogeno per studenti di grado superiore). Molti ritengono che l’“appagamento del proprio io” e il ritrovare l’“io interiore, o reale” siano la soluzione di tutti i problemi. Ma è questo un approccio realistico?

      “Il cuore [la sede dei motivi] è più ingannevole di qualsiasi altra cosa ed è avventato”, dice la Bibbia. (Geremia 17:9) Quindi, in effetti, le nostre inclinazioni e i nostri sentimenti più profondi, il nostro “io interiore, o reale”, non è una guida fidata.

      Nella vita ci sono molti problemi. Ne menzioniamo solo alcuni: discriminazione, invecchiamento, gravi malattie, morte. Di che utilità può essere la “giusta disposizione interiore” per risolverli? È vero che la giusta disposizione può aiutarci a far fronte a questi difficili problemi e impedire che ci rovinino emotivamente o psicologicamente, ma non può risolverli. Questo è al di fuori delle possibilità umane.

      Il re israelita Salomone, l’uomo più saggio dell’antichità, disse: “Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non t’appoggiare al tuo proprio intendimento. In tutte le tue vie riconoscilo, ed egli stesso renderà diritti i tuoi sentieri”. (Proverbi 3:5, 6) Alcuni tuttavia possono pensare che questo non sia pratico. Una persona che è ricorsa a una tecnica di meditazione ha osservato: “La fede religiosa e la preghiera mi apparivano troppo passive; avevo bisogno di qualcosa di più: dell’attivo appoggio del subconscio. . . . Il training autogeno doveva aiutarmi a ottenerlo”. Ma la fede religiosa e la preghiera non devono necessariamente essere passive; anzi non possono esserlo se sono autentiche.

      Dai veri cristiani si richiede che cambino la loro personalità, ma non mediante un programma di “fai da te” che impiega tecniche di meditazione egocentriche. La Bibbia invece esorta a fare totale assegnamento su Dio per essere aiutati a ‘spogliarsi della vecchia personalità e rivestirsi della nuova’. (Colossesi 3:9, 10; Efesini 4:22-24) L’apostolo cristiano Paolo disse: “Per ogni cosa ho forza in virtù di colui che m’impartisce potenza”. (Filippesi 4:13) Ovviamente i cambiamenti di personalità che Paolo fece furono possibili in base all’accurata conoscenza con l’appoggio e la guida dello spirito santo di Dio, non con l’“attivo appoggio del subconscio”.

      Una forma superiore di meditazione

      Questa forma superiore di meditazione si impernia non sulla creatura ma sul Creatore. Uno scrittore biblico disse di Lui in preghiera: “Per certo mediterò su tutta la tua attività, e mi occuperò di sicuro delle tue opere”. (Salmo 77:12) Questo tipo di meditazione fa rivolgere la nostra attenzione alla vera soluzione dei problemi dell’uomo, il Regno di Dio, ora imminente.

      Sotto il Regno di Dio, l’uomo sarà completamente sanato da tutte le sue debolezze, le sue cattive abitudini e le sue tendenze errate, sì, addirittura da tutte le sue malattie: “Benedici Geova . . . che perdona tutto il tuo errore, che sana tutte le tue malattie”, dice Salmo 103:2, 3. Pensate cosa significherà questo! Nientemeno che la perfezione umana! Quale notizia migliore potrebbe esserci o quali parole potrebbero essere più gradite di queste? E l’udire una simile notizia non dovrebbe avere un effetto benefico sull’organismo umano sia dal lato mentale che da quello fisico? Sì, secondo Proverbi 15:30 e 16:24: “La notizia che è buona fa ingrassare le ossa” e “i detti piacevoli sono . . . salute alle ossa”.

      Riflettete sulle benedizioni che saranno elargite sotto il dominio del Regno. Per fare un esempio, quando leggete Salmo 37:10, 11, raffiguratevi come sarà la terra quando sarà popolata solo da “mansueti”. Quindi rammentate qualcosa che di recente vi ha irritato, a causa dei modi bruschi di altri. Quei quotidiani motivi d’irritazione non esisteranno più perché i “mansueti” avranno preso il posto dei violenti. Pensate, quando “il malvagio non sarà più”, potrete camminare tranquillamente da soli la notte. Riflettete anche sull’“abbondanza della pace” di cui vi diletterete quando non avrete più sospesa sopra la testa la minaccia di un olocausto nucleare. Questo tipo di meditazione può recarvi benefici durevoli.

      Migliaia di testimoni di Geova sono un esempio vivente di come chi acquista accurata conoscenza dei propositi di Dio e ubbidisce agli eccellenti consigli della sua Parola può togliersi cattive abitudini, vincere la timidezza e le ansie, combattere pregiudizi, sviluppare una personalità gradevole sia per l’individuo che per chi gli sta vicino, e fino a un certo punto migliorare anche la propria salute. Come avviene questo? Non svuotando la mente, ma, piuttosto, mantenendola attiva, ripiena ‘dell’accurata conoscenza della volontà di Dio in ogni sapienza e discernimento spirituale’. — Colossesi 1:9.

      No, l’“appagamento del proprio io” non potrà mai portare i benefìci e la soddisfazione che si hanno meditando su Geova Dio e sulla sua Parola. Avete trovato il tempo per dedicarvi a questo superiore tipo di meditazione? In tal caso, eviterete le pericolose tecniche di meditazione che non potranno mai essere un rimedio per tutti i mali, ciò che solo il Regno di Dio può essere.

      [Immagine a pagina 10]

      Il superiore tipo di meditazione si impernia non sulla creatura ma sul Creatore e i Suoi propositi

  • ‘Non è l’edificio, ma quello che avete nel cuore’
    Svegliatevi! 1984 | 22 luglio
    • ‘Non è l’edificio, ma quello che avete nel cuore’

      “Non so cosa sia”, ha detto l’ispettore edile di una città del Colorado (USA), “ma se nel mondo fossero tutti come voi testimoni di Geova, non esisterebbero problemi insolubili”.

      Cosa ha indotto questo ispettore a fare un commento simile? Aveva appena visto costruire per intero un edificio di culto, una Sala del Regno, dalle fondamenta al tetto, in meno di due giorni! Squadre di testimoni di Geova volontari avevano lavorato ventiquattr’ore su ventiquattro per costruire un luogo di riunioni per la locale congregazione dei testimoni di Geova.

      Quarantadue ore dopo il primo colpo di martello, con cui aveva avuto inizio la costruzione, la congregazione si è riunita nell’edificio per la prima adunanza. Prima che il programma avesse inizio, l’ispettore, venuto per espletare alcune formalità legali, ha chiesto il permesso di dire alcune parole alla congregazione.

      “Voi mi sbalordite!” ha affermato. “Desidero dirvi soltanto che è stato un onore lavorare con voi. Sono andato in ogni parte del mondo insieme a squadre di operai edili, ma non ho mai visto l’unità, l’entusiasmo, la cooperazione e la solidarietà evidenti fra tutti voi”. Ha citato questo esempio: “Ho visto un falegname scendere dal tetto, togliersi il grembiule e cominciare a lavorare di badile. Questo è qualcosa che normalmente non si fa. Voi avete un entusiasmo che non capisco proprio!”

      In Canada e negli Stati Uniti vengono costruite da volontari almeno 15 Sale del Regno al mese in due giorni soltanto. Queste sale hanno in media una superficie di 370 metri quadrati con posti per 200 persone. E alcune vengono costruite in meno di 24 ore! Che avrebbe detto a questo riguardo l’ispettore?

      Espletate le formalità del caso, l’ispettore ha detto alla congregazione: “Il vostro edificio verrà classificato come chiesa [termine ufficiale per il piano regolatore], ma non è l’edificio a farne una chiesa, è ciò che avete nel cuore. Ho fatto ispezioni in tante chiese in questa città, ma questa è quella costruita meglio di tutte. Soddisfa più che largamente tutte le norme del Comune.

      “La prossima volta che vi chiedono come vi chiamate, non dite loro il vostro nome”, ha proseguito. “Dite che siete testimoni di Geova e siate fieri di esserlo!”

      Concludendo, l’ispettore ha detto: “Dio benedica questo edificio. Sono certo che lo farà!”

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