-
Un fondamento migliore per la fedeLa Torre di Guardia 1953 | 1° giugno
-
-
14, 17, NW) Voi dovete udire la notizia di queste cose della Parola di Dio prima che possiate edificare la vera fede, una fede che non sia credula o superstiziosa o morta, una fede che è viva e mostra la sua vitalità con le opere. (Giac. 2:14-26) Che la fede non è soltanto cieca credulità, ma è fondata sulla conoscenza, è mostrato dalla preghiera di Gesù: “Io faccio richiesta, non soltanto per questi, ma anche per quelli che ripongono fede in me per mezzo della loro parola”. (Giov. 17:20, NW) È mediante le parole che sarebbero state predicate che i futuri nuovi discepoli avrebbero riposto fede in Gesù. Le profezie adempiute come abbiamo appreso ora confermano la fede e sostengono il fondamento per cui crediamo.
20. Come possiamo sussistere, insieme alla Parola di Dio?
20 “La parola pronunziata da Geova dura per sempre,” cita l’apostolo Pietro. (Isa. 40:8; 1 Piet. 1:25, NW) Geova Dio ci assicura che la sua Parola sarà adempiuta, che non tornerà a lui a vuoto, ma compirà ciò per cui l’ha mandata. (Isa. 46:10, 11; 55:11) Sì, la Parola di Dio durerà. Ma dureremo noi con essa? Renderemo noi con lo studio e l’osservanza di questa Parola la nostra fede forte abbastanza da superare tutte le prove, da sostenere tutti gli assalti che sono rivolti contro di essa in questi ultimi giorni? Noi lo possiamo se studiamo, poiché sebbene gli uomini mondani prendano piacere denigrandoci e dicendo che solo gli ignoranti credono alla Bibbia, la crescente conoscenza dimostra che è vero il contrario! Sono gl’ignoranti volontari che chiudono i loro occhi alla sua rivendicazione per mezzo delle scoperte scientifiche e archeologiche, e soprattutto alla sua rivendicazione resa manifesta dal crescente numero delle profezie adempiute che illuminano i nostri tempi. Studiate quindi la Parola di Dio, agite conformemente ad essa, edificate sulle fondamenta della roccia, e la vostra fede sosterrà gli assalti degli uomini ora e fra breve la tempesta di Harmaghedon. Così potremo sussistere insieme alla Parola di Dio per godere la vita nel predetto nuovo mondo di giustizia.
-
-
Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1953 | 1° giugno
-
-
Domande dai lettori
◆ Ne La Torre di Guardia del 10 febbraio 1952 la “Tabella di importanti date storiche” indica la creazione di Adamo come avvenuta nell’autunno del 4025 a.C. Quali ragioni esistono per questo? — D. D., Iowa.
Alla fine della tabella viene fatta la seguente dichiarazione: “Il lettore dovrebbe notare che molti antichi avvenimenti biblici si verificarono durante anni che andavano da autunno ad autunno. I Giudei hanno anche oggi un ‘anno civile’ che decorre da autunno ad autunno: Dopo l’Esodo del 1513 a.C. furono inaugurati gli ‘anni sacri’ che si contavano da primavera a primavera”. Questo dimostra che nei tempi antichi gli anni decorrevano da autunno ad autunno, mostrando che il loro anno nuovo cominciava in autunno. Come venne introdotta questa pratica? Ebbene, è logico credere che cominciò con Adamo, e se fu così, è logico concludere che fu creato in autunno. Egli avrebbe naturalmente contato il tempo in rapporto a se stesso, contando i suoi anni dal tempo della sua creazione. Dopo esser vissuto un anno, sarebbe cominciato per lui un anno nuovo; perciò un anno nuovo sarebbe cominciato per lui al tempo di ciascun anniversario della sua creazione. La sua intima famiglia, e più tardi tutta la loro discendenza, avrebbe molto logicamente adottato quello stesso tempo come loro anno nuovo. In questo modo gli antichi avrebbero potuto aver fissato per loro la pratica di contare i loro anni in base al tempo della creazione di Adamo; e se questo è vero, dato che essi contavano i loro anni da autunno ad autunno, noi possiamo credere con logica che Adamo fu creato nell’autunno dell’anno.
È notevole il fatto che l’autunno è molto preminente nell’ordinamento delle cose di Geova. Una delle tre principali feste che il patto della Legge comandava agl’Israeliti d’osservare, cioè la festa dei tabernacoli o della raccolta, avveniva in autunno. Il giorno dell’espiazione era in autunno. Inoltre, il tempio di Salomone fu dedicato in autunno, la completa desolazione di Gerusalemme avvenne in autunno, dopo i settant’anni di desolazione l’adorazione di Geova vi fu restaurata in autunno, Gesù nacque nell’autunno del 2 a.C., egli fu unto come Messia nell’autunno del 29 d.C., e fu nell’autunno del 1914 d.C. che egli fu intronizzato nel cielo.
-
-
Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1953 | 1° giugno
-
-
Domande dai lettori
◆ Come può una persona determinare se essa è della classe degli unti, e quindi se deve partecipare agli emblemi del Memoriale? — E. B., California.
Dopo la Pentecoste nel primo secolo chiunque avesse avuto lo spirito di Dio, manifestato dal possesso di uno o più doni dello spirito, non avrebbe trovato nessuna difficoltà nel decidere se era della classe degli unti, poiché quello era un tempo destinato esclusivamente alla generazione degli eredi celesti. Su questo solido fondamento egli avrebbe nutrito speranze celesti. Oggi le circostanze sono cambiate. Uno può essersi dedicato per fare la volontà di Dio, aver simbolizzato questa dedicazione, e aver dimostrato di possedere lo spirito di Dio facendo la volontà di Geova, facendola nell’amore di Dio e cercando d’imitare Lui e il suo caro Figlio; ma come saprebbe egli che possedere lo spirito di Dio è certezza di andare in cielo? Lo spirito di Dio è anche sulle “altre pecore”, e non solo sull’unto rimanente. Perciò come possiamo noi determinare la cosa oggi?
Considerando le Scritture sembra che Dio prendesse in ispecie la classe spirituale fino al 1931, in modo generale, e questo ha qualche relazione col soggetto. Però non è conclusivo. Dal 1931 in poi vi sono di quelli che sono entrati nel servizio, danno prova di essere generati dallo spirito e han riposto la loro speranza sull’eredità celeste. V’è quindi la prova che alcuni sono entrati nella classe celeste dopo il 1931; benché non in senso generale, ma solo alcune persone qua e là che sono prese per occupare i posti di alcuni che sono diventati infedeli.
Tu dovresti esaminarti in questo senso: “Ho io dedicato la mia vita a Dio per mezzo di Gesù Cristo per fare la sua volontà per sempre? Ho io lo spirito di Dio? Agisce Dio verso di me? Sì, io ho l’evidenza che Dio agisce verso di me; egli mi adopera al suo servizio. Provvede per me. Mi affida un posto in relazione con la sua organizzazione, e io ricevo molte benedizioni e cresco nell’intendimento della sua Parola. Io ho tutte queste indicazioni che ho il suo spirito, e cerco di agire come agirebbe un vero Cristiano e seguace di Gesù Cristo mostrando lo spirito del Signore in questa maniera”. Questo esame coi risultati esposti sopra indicherebbe che uno ha lo spirito del Signore o che appartiene alla classe degli unti o a quella delle “altre pecore”.
Qual è dunque la cosa che pone la linea di divisione tra le due classi e mette te o dalla parte della “grande folla” o dalla parte del rimanente unto? Mentre ti esamini devi determinare qual è la tua speranza, perché Dio tratta con te e coltiva in te qualche specie di speranza. In Romani capitolo 8 Paolo discute come “lo spirito stesso reca testimonianza col nostro spirito che noi siamo figli di Dio” chiamati ad essere coeredi con Cristo nel regno celeste, e aggiunge: “Poiché noi fummo salvati in questa speranza, ma la speranza che si vede non è speranza, poiché quando un uomo vede una cosa spera egli forse per essa?” — Rom. 8:16, 24, NW.
Dunque, tu vedi che devi esser salvato in una data speranza. Ora Dio tratta con te, e dev’essere col suo trattar con te e con le sue rivelazioni di verità a te che egli coltiva in te qualche speranza. Se coltiva in te la speranza di andare in cielo, questa diviene una ferma fiducia, e tu sei immerso in quella speranza, in modo che parli come uno che ha la speranza di andare in cielo, fai assegnamento su questo, a questo pensi, nell’espressione di questa speranza rivolgi preghiere a Dio. Tu poni ciò come tua meta. Essa penetra in tutto il tuo essere. Non puoi toglierla dal tuo organismo. È la speranza che t’assorbe. Quindi dev’essere Dio che ha suscitato questa speranza e la fa vivere in te, poiché non è una speranza naturale che l’uomo terreno debba nutrire.
Se sei uno dei Gionadab o uno della “grande folla” di persone di buona volontà tu non sarai consumato da questa speranza celeste. Alcuni Gionadab sono assai preminenti nell’opera del Signore e hanno in essa una parte importante, ma non esprimono quella speranza quando parli con loro. I loro desideri e speranze gravitano verso le cose terrene. Parlano delle belle foreste, come desidererebbero esserne degli abitatori adesso avendo tali foreste come loro immediate vicinanze, e a loro piace stare con gli animali e avere il dominio su di essi, e anche sugli uccelli dell’aria e sui pesci del mare e su ogni cosa che si muove sulla faccia della terra. Questo è ciò che essi desiderano e attendono di godere queste cose. Oh, capiscono la loro Bibbia. Hanno una comprensione molto avanzata delle dottrine e della verità della Bibbia. Ma quando parli con loro questo è il modo in cui si esprimono. Non hanno nessun desiderio per le cose celesti. Non vogliono essere come un angelo, né vedere Dio faccia a faccia, contemplandolo nella sua superna gloria. Questo sarebbe meraviglioso, lo ammettono, superiore ad ogni possibile benedizione terrestre; ma essi semplicemente non hanno in loro tali desideri o speranze.
Pertanto, sembra che dopo aver ponderato la questione del tempo, il possesso dello spirito di Dio, i suoi procedimenti a tuo riguardo, tu debba prendere quindi in considerazione: “Quali sono le mie vere, sincere, intime speranze a questo riguardo?” Indi decidi la tua posizione; nessun altro può decidere per te. Decidi se possiedi le consumanti aspirazioni spirituali. In tal caso, continua con codeste. Esse sono nel tuo organismo e non potrai sottrartene, perciò agisci in maniera conforme. Prendi gli emblemi del Memoriale. Mentre, se non hai quella speranza, se sei diviso e incerto, sembra allora che tu sia della classe terrestre, e quindi non dovresti prendere gli emblemi al tempo del Memoriale.
-
-
Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1953 | 1° giugno
-
-
Domande dai lettori
◆ Poiché Giovanni Battista aveva veduto lo spirito scendere dal cielo come una colomba e posarsi sopra Cristo Gesù, secondo il segno che Geova gli aveva detto di attendere per identificare il Messia (Giov. 1:32-34), perché poi mandò i suoi discepoli onde chiedessero a Gesù se era Lui quello che doveva venire? — E. P., Bolivia.
Matteo 11:2-6 (NW) dichiara: “Giovanni, avendo udito parlare nella prigione delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi propri discepoli mandò a dirgli: ‘Sei tu Quello che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?’ In risposta Gesù disse loro: ‘Andatevene e riferite a Giovanni quello che voi udite e vedete: I ciechi vedono nuovamente, e gli zoppi camminano, i lebbrosi son mondati e i sordi odono, e i morti sono risuscitati, e ai poveri è annunziata la buona notizia; e felice è colui che non trova nessuna causa d’intoppo in me.’”
Giovanni mandò per questo rapporto, non perché dubitasse che Gesù era il Messia, ma perché volle fare una verifica. Sapeva che le profezie avevan predetto alcune cose che sarebbero state compiute dal Messia, e avere un tale rapporto che queste cose avvenivano, e un rapporto diretto al riguardo, sarebbe stato molto incoraggiante per lui mentre languiva in prigione. Gesù non considerò l’inchiesta di Giovanni una prova di mancanza di fede e non mandò a Giovanni un rimprovero, ma inviò un incoraggiante rapporto di quello che stava succedendo, mostrando che profezie come
-