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Il memoriale — Avete voi il diritto di partecipare?La Torre di Guardia 1952 | 1° aprile
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[di Lui] ciascuno per parte sua”. (1 Cor. 11:28-30; 12:27, Co) Questa comprensione è sostenuta da ciò che Paolo dice ancora in questa medesima lettera. Eccolo nella traduzione cattolica:
33 “Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse la comunione del sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è egli la comunione del corpo del Signore? Siccome vi è un unico pane, noi, pur essendo molti, formiamo un sol corpo, comunicandoci col medesimo pane”. (Ti) “Il calice della benedizione, cui noi benediciamo, non è egli comunicazione del sangue di Cristo? e il pane che noi spezziamo, non è egli comunicazione del corpo del Signore? Dappoiché un pane solo, un solo corpo siamo noi molti, quanti di quel solo pane partecipiamo”. — 1 Cor. 10:16, 17, Ma.
34. Quindi quando una persona mangia il pane del Memoriale che cosa deve discernere o riconoscere per non incorrere nel giudizio?
34 Ora, dunque, la persona che partecipa al pane del Memoriale deve discernere o riconoscere che vi è una tale organizzazione o congregazione come il “corpo di Cristo”. Anzi, mediante prova o scrutinio di se stessa deve dimostrare a se stessa che è un membro del corpo di Cristo, che è un membro di quella congregazione di Cristiani i quali sono dedicati a Dio completamente, generati da lui come suoi figli spirituali, unti col suo spirito santo per essere predicatori e coeredi con Gesù, e attenentisi fedelmente a Gesù come l’unico Capo della loro congregazione o corpo. Facendo questo, essa confessa quindi mangiando il pane del Memoriale che essa pure partecipa del “corpo del Signore”, vale a dire, è un membro d’esso. Così essa non mangia ipocritamente o senza discernimento e perciò non incorre nel giudizio divino contro se stessa.
35. Quando beve il vino del Memoriale, che cosa confessa egli riguardo al nuovo patto?
35 Quando un Cristiano che si è così esaminato beve del vino del calice del Memoriale egli confessa che il sangue di Gesù fu il mezzo per mettere in vigore il nuovo patto di Dio. Inoltre, che per mezzo di questo nuovo patto la divina remissione dei peccati è ottenuta e un popolo è tratto da tutte le nazioni per essere un popolo per il nome di Dio, onde agisca come testimoni di Geova. — Atti 15:14; Eso. 19:5, 6; 1 Piet. 2:9, 10.
36, 37. Che cos’altro significa il vino del Memoriale per la persona che beve, e che cosa è egli quindi determinato di fare?
36 Un’altra cosa: il versato sangue di Cristo significa morte, non semplicemente affinché un nuovo patto sia fatto sopra una morta vittima, ma primariamente per la rivendicazione della sovranità, del nome e della parola di Geova. E in questa morte per la rivendicazione di Geova il “corpo del Signore”, i membri del corpo di Cristo, hanno parte. Essi sono innestati con lui nella somiglianza della sua morte, sepolti assieme a lui con un comune battesimo nella sua morte, affinché siano destati alla celeste vita spirituale nella somiglianza della sua risurrezione. “Non sapete forse che, quanti siamo battezzati in Gesù Cristo, nella morte di lui siamo stati battezzati? Noi dunque pel battesimo siamo stati sepolti con lui nella (sua) morte, . . . Se infatti siamo stati innestati su lui per somiglianza di morte, lo saremo anche per somiglianza di resurrezione”. — Rom. 6:3-5, Ti.
37 Quindi per il bevitore del vino il calice significa le sofferenze che il Padre celeste ha versate come una bevanda per tutto il gruppo di Cristo, il Capo e il corpo. Come Gesù disse a Pietro nel Getsemani: “Rifiuterò io di bere il calice che il Padre mi ha dato? Egli lo bevve, e assicurò anche a quei seguaci che si sarebbero mostrati fedeli fino alla morte partecipando nel sangue del Signore: “Voi, sì, berrete il calice ch’io bevo e sarete battezzati”. (Giov. 18:11 e Mar. 10:39, Ti) Bevendo del calice del Memoriale si confessa di esser determinati a soffrire con Gesù fino alla morte.
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Che dire di quelli che non partecipano?La Torre di Guardia 1952 | 1° aprile
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Che dire di quelli che non partecipano?
1. Quando i testimoni di Geova celebrarono il Memoriale l’anno scorso, quanti furono presenti e quanti parteciparono?
IL MEMORIALE del pasto serale del Signore è celebrato dai testimoni di Geova ogni anno nella sua data anniversaria con l’intendimento espresso sopra. L’anno scorso alla celebrazione del Memoriale furono presenti 623.760 testimoni di Geova e persone ben disposte, ma solo 21.619 presero gli emblemi. Perché tanti non li presero?
2. Quanti intervenuti non parteciparono, e perché no?
2 Gli emblemi del Memoriale furono passati in giro perché ognuno ne partecipasse e ciascuno fu libero di prenderli se avesse desiderato. Perché 602.141 presenti non ne presero? Perché, con scrutinio personale e dopo aver udito il discorso del Memoriale, essi ammisero a se stessi e ad altri che non erano membri del corpo di Cristo, il quale le Scritture mostrano che è formato di soli 144.000 membri sotto Gesù l’unico Capo. Quelli che non parteciparono potrebbero essere tutti stati dedicati a Geova Dio mediante Gesù Cristo. Ma essi non avevano nessuna prova in loro stessi che fossero stati generati dallo spirito di Dio alla risurrezione spirituale e alla vita spirituale nel cielo. Non avevano nessuna prova che fossero stati unti con lo spirito di Dio per un luogo con Gesù nel suo trono celeste. Quindi non avevano nessuna speranza di regnare con lui ed essere sacerdoti di Dio per mille anni. Non avevano sacrificato le loro speranze umane di un paradiso terrestre per speranze spirituali, celesti. Essi non si attendevano d’essere battezzati con Gesù nella sua morte e di bere il calice di tale esperienza con lui. Poiché tutto questo è ciò che avrebbe simbolizzato la partecipazione agli emblemi del Memoriale, essi non li presero.
3. Sebbene siano un solo gregge col rimanente che cosa non potrebbero dire essi rispetto al corpo del Signore?
3 Quei 602.141 che non parteciparono non poterono dire a loro stessi con pura coscienza: “Siccome v’è un solo pane, noi, quantunque molti, siamo un solo corpo, poiché siamo tutti partecipi di quel solo pane”. (1 Cor. 10:17, NM) Essi sapevano d’essere associati col piccolo rimanente (i 21.619) del corpo di Cristo, ma non poterono dire a loro stessi che erano “un solo corpo” con quel rimanente o con tutti i 144.000. È vero, sono portati in contatto col rimanente in modo che ora sono “un solo gregge” con loro sotto il medesimo Pastore, come Gesù Cristo una volta profetizzò riguardo al nostro giorno: “Ho altre pecore, che non sono di questo ovile; quelle pure io devo addurre, ed esse ascolteranno la mia voce, e diventeranno un solo gregge, un solo pastore”. (Giov. 10:11, 14, 16, NM) Ma questo non significa che tutte quelle pecore siano del corpo di Cristo, dimoranti in unione con Gesù il Capo. Per le “altre pecore” che sono fuori del corpo di Cristo mangiare il pane del Memoriale e bere il vino del Memoriale al pasto serale del Signore varrebbe a dire che il pane e il vino rappresenterebbero semplicemente la carne e il sangue personali di Gesù che egli sacrificò come riscatto. Esse esprimerebbero l’opinione della Cristianità in merito, la quale ha avuto per risultato tali confuso settarismo, malvagia lotta e sanguinario conflitto tra i pretesi Cristiani.
4. Se le altre pecore prendessero gli emblemi del Memoriale, che cosa simbolizzerebbe questo e perché mai rappresenterebbe il loro caso?
4 Se le altre pecore avessero preso gli emblemi del Memoriale, avrebbero in realtà simbolizzato che mangiavano la carne di Cristo e bevevano il suo sangue e così erano in unione con lui ed egli con loro. Questo avrebbe significato che esse avrebbero avuto vita in loro stesse come il Padre celeste ha la vita in se stesso e come egli ha concesso al suo diletto Figlio d’aver vita in lui stesso. (Giov. 5:26; 6:53-57) Ma non è vero per le “altre pecore” che Gesù ed esse siano mutualmente in unione l’uno con le altre come membri del suo corpo. Esse invero sono un solo gregge con l’odierno rimanente del corpo di Cristo, ma non partecipano alle medesime speranze del rimanente e non parteciperanno allo stesso destino con loro. Non sperano in tutte le promesse della Bibbia nelle quali spera il rimanente, ma esse riconoscono solo le promesse terrene come sono riservate loro nel giusto nuovo inondo. Pertanto non partecipano agli emblemi del Memoriale, perché non sono comandate da Gesù Cristo il giusto Pastore di fare così. Non vogliono mal rappresentarsi mangiando e bevendo un giudizio contro loro stesse a causa del peccato contro ciò che il corpo e il sangue del Signore significano. Lasciano che quelli che ne sono degni mangino e bevano.
5. Perché questa non è una scusa per proibire loro d’intervenire?
5 Questa non è una scusa per proibire loro di intervenire alla celebrazione del Memoriale. Il clero cattolico usava mandar via dall’assemblea della chiesa i nuovi convertiti o i catecumeni e i penitenti prima che i degni della congregazione partecipassero al pane e al vino della comunione. Ma questa pratica non si addice al “solo gregge” del giusto Pastore. Ogni pecora deve essa stessa determinare se è degna di partecipare agli emblemi, e quindi deve esser presente e ricevere l’opportunità di partecipare quando essi sono serviti. Anche se non partecipa, essa onora l’occasione con la sua presenza e fa questo in commemorazione di Gesù Cristo.
6. Perché esse non lottano col rimanente come se fossero private di qualche diritto?
6 Il rimanente del “piccolo gregge” degli eredi celesti discernono appropriatamente il corpo di Cristo e la loro associazione in esso. In armonia con questo essi prendono gli emblemi. La grande folla delle “altre pecore” presenti discernono pure il corpo del Signore e che non ne sono membri, e consistentemente non prendono gli emblemi. Esse non lottano col rimanente per questo come se fossero privati di qualche diritto. Certo durante il regno millenniale di Cristo quando questo rimanente sarà glorificato con lui in cielo queste altre pecore sulla terra paradisiaca non si ciberanno del medesimo cibo spirituale del quale ora si ciba il rimanente. Perciò qual danno vi è per le altre pecore se non sono cibate di tutte le promesse di Dio ora, compreso il Memoriale? Nessuno.
7. Che cosa mostra se le altre pecore parteciperanno al Memoriale o lo celebreranno durante il Millennio?
7 Il Memoriale non sarà in vigore sulla terra per tutto il Millennio e per sempre, perché l’apostolo Paolo scrisse alla congregazione dei Cristiani che sono santificati in unione con Cristo Gesù questa istruzione sul Memoriale: “Ogni volta che mangiate questo pane e bevete questo calice, voi continuate a proclamare la morte del Signore, finché egli giunga”. (1 Cor. 1:1, 2; 11:26, NM) Poi, quando il Signore Gesù innalza il rimanente dalla terra alla gloria del Regno nel cielo, allora la celebrazione del Memoriale sulla terra cesserà. Le “altre pecore” non parteciperanno ad esso allora più di quanto vi partecipino ora.
8. Ebbero i fedeli dei tempi antichi lo stesso cibo spirituale come lo ha il rimanente ora e soffrono le altre pecore ora carestia spirituale? Perché date questa risposta?
8 I fedeli uomini e donne degli antichi tempi avanti Cristo non celebrarono il Memoriale, neanche Melchisedek, che ristorò con pane e vino Abrahamo stanco della battaglia. Né essi ebbero il cibo e le promesse spirituali che ha il rimanente ora. Eppure quegli antichi saranno risuscitati alla vita umana sulla terra sotto il Regno e diverranno parte delle “altre pecore” del giusto Pastore. Benché non partecipino al Memoriale e alle promesse celesti col rimanente del “piccolo gregge”, la gran folla delle altre pecore non soffre alcuna carestia d’udire la Parola di Geova e non è affamata Esse sono soddisfatte del cibo scritturale e dei privilegi che il giusto Pastore dà loro mediante la classe del suo “schiavo fedele e discreto”. È la classe dello “schiavo malvagio” che pretende che si presti troppa attenzione alle altre pecore e non si serva bastante cibo spirituale alla classe spirituale per lei esclusivamente. Non soltanto le altre pecore sono soddisfatte, ma esse preferiscono la loro particolare dieta. Le cose che i giusti uomini del passato vollero vedere e capire ma non poterono, le altre pecore ora vedono e capiscono ed esse si rallegrano e diventano spiritualmente forti. Esse non hanno più fame e non han più sete, poiché l’Agnello di Dio le ha guidate in verdi pascoli e a “fontane d’acqua della vita”. — Luca 12:32; Amos 8:11, 12; Matt. 24:45-51; Apoc. 7:9-17, NM.
9. Perché quelli del “solo gregge” ora sono spiritualmente sani in contrasto con la Cristianità, grazie alle istruzioni di Paolo?
9 Come risultato di questo discernimento scritturale del corpo del Signore al tempo del Memoriale tutte le pecore, il rimanente e la grande folla di altre pecore, sono vigorose, sane ed energicamente attive al servizio di Dio come testimoni della sovranità universale e del nome di Geova. A causa del corretto discernimento del corpo sono in pace e armonia l’una con l’altra sebbene vivano fra nazioni mondane che sono in guerra l’una contro l’altra per il dominio della terra. Se le centinaia di milioni di cosiddetti “membri di chiesa” ed ecclesiastici della Cristianità avessero avuto discernimento del corpo del Signore e si fossero comportati conformemente come hanno fatto i testimoni di Geova durante le passate due guerre mondiali, non ci sarebbero stati tali conflitti totali né ci sarebbe l’incubo di una terza guerra che tormenta tutti i popoli ora. Fu per correggere la disunione, l’immoralità e il settarismo della primitiva congregazione dei Cristiani di Corinto che l’apostolo Paolo scrisse la sua prima lettera a loro e parlò sul soggetto della cena o pasto serale del Signore. Fu per aiutarli a discernere il corpo del Signore e per promuovere pace e unità fra quei Cristiani corinzi che Paolo dedusse lezioni dal significato degli emblemi del Memoriale. — 1 Cor. 1:11-13; 3:3, 4; 5:1-13; 11:17-22; 2 Cor. 12:20, 21; 13:10.
10. (a) In armonia con quale illustrazione i membri del rimanente non combattono l’uno contro l’altro? (b) Come operano e ancora opereranno con le altre pecore?
10 I membri del corpo umano non combattono l’uno contro l’altro ma operano unitamente per la salute fisica e la preservazione del corpo. I veri membri del corpo di Cristo non soccombono alla egoistica, divisiva influenza di Satana e di questo mondo combattendo fra loro. Né essi combattono le altre pecore del Signore. Mentre il rimanente oggi partecipa all’unico pane del Memoriale, esso discerne che è un unico corpo sotto Gesù Cristo il Capo e muore la stessa morte con lui a rivendicazione di Geova. Così essi si tengono ripieni dell’unificante spirito di Dio e insieme si attengono strettamente al loro Capo Gesù Cristo e in tal modo adorano, studiano e servono Dio in inscindibile unità e pace e reciproco amore. Riconoscono le altre pecore che il loro Signore Gesù Cristo ha ora rese un solo gregge con loro, e servono amorevolmente gli interessi delle sue pecore terrestri. Le altre pecore rispondono a tale amorevole benignità. Assieme, esse e il rimanente operano per mantenerlo “un solo gregge” sotto il solo giusto Pastore. Sotto la protezione e la guida del Pastore supereranno insieme la guerra finale di Harmaghedon e perverranno agli eterni destini che li attendono nel radioso nuovo mondo di pura, eterna vita. È con questa brillante prospettiva che noi ci raduniamo quest’anno il giovedì 10 aprile, dopo le ore 18, o 6 pomeridiane, ora solare, per la celebrazione del pasto del Memoriale.
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Fu Cristo appeso a una croce?La Torre di Guardia 1952 | 1° aprile
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Fu Cristo appeso a una croce?
PER MOLTI milioni di persone la risposta a questa domanda sembra tanto semplice quanto il monosillabo “Sì”. Per i seri studenti sia della storia antica che della Bibbia la risposta è altrettanto semplice, tanto semplice quanto il monosillabo “No!” Ma due risposte così contrastanti come queste scavano tra loro un profondo abisso che ogni cercatore di verità deve poter colmare per basarsi sul solido fondamento della verità.
È comunemente noto in quest’epoca illuminata che la Bibbia non fu da principio scritta in italiano. Di conseguenza per soddisfare la domanda se Cristo fu o no appeso a una croce è necessario consultare le lingue originali ebraica e greca nelle quali la Bibbia fu scritta. Per grazia di Dio le copie manoscritte degli scritti originali, alcune delle quali copie sono state fatte dopo cinquant’anni dagli originali, sono disponibili per gli eruditi. Oltre a queste, i termini originali sono definiti e spiegati in dizionari o lessici scritti in italiano moderno, se è questa l’unica lingua che leggete. E, inoltre, ci sono attendibili enciclopedie, storie, ecc. alle quali si può far riferimento.
La rivista Catholic Digest del maggio 1948, pagina 108, disse quanto segue sul soggetto della croce: “Molto tempo prima della nascita di Cristo la croce fu un simbolo religioso. Sul posto dell’antica Troia sono stati rinvenuti recentemente dei dischi di terra cotta con impressa una croce. Due oggetti simili furon trovati a Ercolano. Gli Atzechi dell’antico Messico scolpivano la croce sugli amuleti, sul vasellame e sulle mura del tempio. Molte tracce dell’uso della croce da parte degli Indiani nordamericani sono state scoperte. I Buddisti del Tibet vedono nella croce un segno dell’impronta del piede di Budda. I Mongoli disegnano una croce sulla carta e la mettono sul petto dei loro morti. Le iscrizioni egizie hanno spesso la croce Tau (T). Essi considerano lo scarabeo sacro perché i segni che ha sul dorso e sul torace formano una T. Una croce di questa forma fu usata per sostenere le braccia degli Indù ascetici dell’India i quali solevano restare per giorni e notti in un’attitudine simile a quella di Budda. La crux ansata (croce con manico) ha un buco che serve da manico. Per gli Egizi questa croce era un simbolo di vita e nel loro linguaggio figurato significava ‘vivere’”. Vedere pure The Catholic Encyclopedia, Vol. 4, pagina 517; l’annotazione in calce sulle pagine 312, 313, della Storia della Cristianità (inglese), di Gibbon, edizione di Eckler, 1891.
Ma com’era la croce un “simbolo di vita” per i pagani? Ebbene, un padre, il maschio, è il datore della vita dei suoi figliuoli per mezzo della madre. Perciò, quei pagani adoratori del sesso, per ispirazione del Diavolo e dei suoi demoni, costruirono un’immagine fallica dell’eretto
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