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  • La commemorazione dei morti che recherà gioia
    La Torre di Guardia 1959 | 1° novembre
    • de’ morti [sceol], tenermi occulto finché l’ira tua sia passata, fissarmi un termine, e poi ricordarti di me!” Un angelo del cielo disse al profeta Daniele che avrebbe riposato nella morte fino al tempo della risurrezione: “Ma tu avviati verso la fine; tu ti riposerai, e poi sorgerai per ricevere la tua parte d’eredità alla fine de’ giorni”. — Ebr. 11:19; Giobbe 14:13; Dan. 12:13, VR.

      I MORTI NON SONO COSCIENTI

      Non vi sarebbe alcuno scopo nella risurrezione dei morti se i morti fossero vivi o coscienti, provando pena o piacere. Ma poiché i morti sono effettivamente morti, inconsci, inesistenti, l’umanità ha bisogno della risurrezione dei morti. Cristo Gesù paragonò la morte al sonno. Quando Lazzaro, l’amico di Gesù, morì, Gesù disse ai suoi discepoli: “Lazzaro, il nostro amico, dorme, ma vado a svegliarlo dal sonno. Dissero perciò i discepoli: Signore, se dorme sarà salvo. Or Gesù aveva parlato della morte di lui”. — Giov. 11:11-13, Ti.

      Benché fosse morto da quattro giorni, Lazzaro fu risuscitato per la potenza di Dio mediante Cristo Gesù. Nel tornare in vita, Lazzaro non parlò affatto di essere stato cosciente nella morte, perché la morte è uno stato di completa incoscienza o inesistenza, come afferma la Bibbia: “Quelli che vivono sanno di dover morire; ma i morti non san più nulla, non han più nulla da guadagnare”. — Eccl. 9:5, Ti.

      Quindi i morti che sono nella memoria di Dio dormono nella morte, attendendo il tempo a cui la Bibbia si riferisce con queste parole: “E il mare rese i morti che erano in esso, e la morte e l’Ades resero i morti che erano in essi”. — Apoc. 20:13.

      QUELLI CHE SONO NELLA MEMORIA DI DIO

      Chi può dunque avere la risurrezione dai morti, per godere la vita sulla terra, una terra pacifica e paradisiaca? Cristo Gesù menzionò due gruppi: “Quelli che hanno fatto il bene a una risurrezione di vita” e “quelli che hanno praticato il male a una risurrezione di giudizio”. L’apostolo Paolo incluse questi due gruppi in una delle sue numerose affermazioni circa la risurrezione. “Ho in Dio la speranza”, egli disse, “che ci sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. — Giov. 5:29; Atti 24:15.

      La risurrezione di vita è per coloro che fecero il bene, che fecero cose giuste, in armonia con i comandi di Dio. Questi ebbero conoscenza di Geova Dio, ebbero fede in lui e nella sua Parola e dedicarono la propria vita a servirlo. Fra coloro che fecero il bene vi sono Abrahamo, Giobbe, Daniele e Giovanni Battista. Nell’undicesimo capitolo del libro di Ebrei, sono nominati altri che fecero il bene e la cui speranza fu ‘di ottenere una risurrezione migliore’. (Ebr. 11:35) La loro risurrezione sarà “migliore” in quanto non dovranno morire di nuovo, come coloro che furono risuscitati nell’antichità.

      Che dire dell’altro gruppo menzionato da Gesù, di “quelli che hanno praticato il male”? Questi non furono malvagi volontariamente; furono piuttosto coloro che non seguirono una condotta di vita giusta in armonia con la Parola di Dio, che non ebbero conoscenza di Geova Dio. Poiché Dio può leggere il cuore dell’uomo, sa chi può trar profitto dalla risurrezione dei morti. Questi, risuscitati dai morti, saranno giudicati, non secondo le loro opere d’un tempo, ma secondo le loro opere future, sulla terra sotto il regno di Cristo il Re.

      Fra “quelli che hanno praticato il male” e che sono nella memoria di Dio vi è uno dei malfattori che morirono vicino a Cristo Gesù sul Calvario. Mentre era al palo questo malfattore disse: “Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno”. Gesù gli rispose: “Veramente io ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. (Luca 23:42, 43) Questo malfattore è nella memoria di Dio, nella tomba commemorativa, che attende il tempo in cui il paradiso terrestre sarà stabilito, dopo Armaghedon, durante il regno millenario di Cristo il Re. A suo tempo dunque quel malfattore ritornerà dai morti insieme a coloro “che hanno praticato il male”. Con le sue opere future potrà dimostrare di meritare il dono della vita eterna sulla terra.

      LA BASE PER LA RISURREZIONE

      Il sacrificio di riscatto di Cristo ha reso possibile la risurrezione dai morti. “Poiché come per mezzo di un uomo [Adamo] è la morte, per mezzo di un uomo è anche la risurrezione dai morti”, per mezzo di Cristo Gesù. Questi è colui che Dio ha nominato giudice dei vivi e dei morti. “Poiché a questo fine Cristo morì e tornò in vita, per essere Signore dei morti e dei viventi”. Risuscitando Cristo dai morti alla vita celeste, Dio ci ha dato la garanzia che il giorno da Lui stabilito per commemorare i defunti sarà certo un’occasione di gioia: “Ha stabilito un giorno nel quale si propone di giudicare con giustizia la terra abitata per mezzo di un uomo che ha incaricato, e ne ha dato a tutti una garanzia in quanto lo ha risuscitato dai morti”. — 1 Cor. 15:21; Rom. 14:9; Atti 17:31.

      Ma nonostante quest’assicurazione oggi vi sono persone che trovano difficile credere nella risurrezione dei morti. Sono come coloro ai quali l’apostolo di Cristo chiese: “Perché fra voi si giudica incredibile che Dio risusciti i morti?” Non è davvero incredibile, perché la potenza di Dio mediante Cristo rende possibile la risurrezione. Gesù disse: “Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio”. E come l’Iddio Onnipotente disse ad Abrahamo: “Vi è qualche cosa di troppo straordinario per Geova?” La potenza di Dio, esercitata mediante Cristo, mentre Gesù era sulla terra, dimostra che anche la risurrezione dei morti non è troppo difficile per Geova. Entrambi i profeti di Dio, Elia e Eliseo, risuscitarono una persona dai morti; lo stesso fecero gli apostoli Pietro e Paolo. Cristo risuscitò almeno tre persone dai morti: il figlio della vedova, la figlia di Giairo e Lazzaro. Com’è facile dunque a Dio risuscitare i morti! — Atti 26:8; Luca 18:27; Gen. 18:14.

      Il fatto che tanti siano nelle “tombe commemorative” ad attendere la risurrezione non pone alcuna difficoltà di fronte a Dio; perché tali persone sono nella memoria di Dio, e la memoria di Dio è qualche cosa di meraviglioso. Noi ci meravigliamo persino che certi uomini abbiano una memoria eccezionale; come ci sorprende che possano ricordare ciò che vogliono! Quanto più meravigliosa è la mente di Geova Dio, il Creatore del nostro cervello umano!

      Dalle Scritture possiamo avere una certa idea della meravigliosa memoria del Creatore. La Parola di Dio ci dice: “Egli conta il numero delle stelle, le chiama tutte per nome”. (Sal. 147:4, VR) Il Creatore fa questo! L’uomo non può neanche contare le stelle, ve ne sono così tante; non può vederle tutte neanche col telescopio da 500 centimetri. Eppure Dio non solo le conta, ma le chiama per nome e ricorda il loro nome. Questo è certamente qualche cosa che ci rivela come sarà facile per Dio ricordare coloro che meritano la risurrezione.

      Considerate il numero delle stelle che compongono una galassia soltanto; il loro numero varia, ma nella nostra Via Lattea vi sono circa 200.000.000.000 di stelle! Eppure questa galassia è soltanto una su centinaia di milioni di altre galassie!

      Pensate alla mente che può chiamare per nome e ricordare i nomi di innumerevoli miliardi di stelle, il cui numero totale, se fosse conosciuto, supererebbe di gran lunga il numero totale degli uomini vissuti sulla terra! Quale mente infinitamente superiore all’intendimento umano! Quale mente meritevole delle nostre migliori espressioni d’ammirazione! Secondo le parole dell’apostolo di Cristo: “Oh profondità delle ricchezze, della sapienza e della conoscenza di Dio! Come sono imperscrutabili i suoi giudizi e impenetrabili le sue vie! Poiché ‘chi ha potuto conoscere la mente di Geova’?” — Rom. 11:33, 34.

      Non potremo mai conoscere la mente di Geova. Ma da ciò che le Scritture ci dicono, possiamo capire come sia facile per lui ricordare coloro che meritano la risurrezione. Cristo Gesù ci dice che coloro che sono nella memoria di Dio è come se fossero viventi agli occhi di Dio. “Che i morti siano risuscitati”, disse Gesù, “anche Mosè lo rivelò nel racconto del roveto, quando chiama Geova ‘il Dio di Abrahamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe’. Egli è un Dio, non dei morti, ma dei viventi, poiché tutti sono viventi dal suo punto di vista”. — Luca 20:37, 38.

      IL MODELLO DI VITA RICOSTITUITO

      Dunque la risurrezione di “tutti quelli che sono nelle tombe commemorative” è assolutamente sicura. Nella risurrezione Dio ricrea forse lo stesso corpo, atomo per atomo? No, Dio provvede un corpo nuovo, un corpo composto di altri atomi, ma ragionevolmente simile a quello che la persona ebbe prima di morire. Non sono gli identici atomi del corpo che fanno di uno la stessa persona nella risurrezione, poiché anche ora gli atomi del corpo umano mutano costantemente. Secondo il Science Digest del dicembre 1954, “in un anno circa il 98 per cento degli atomi che abbiamo ora in noi saranno sostituiti da altri atomi che immettiamo con l’aria, il cibo e le bevande”. Quindi nella risurrezione Dio non ricorda né ricrea gli stessi atomi del corpo; ciò che Dio serba nella sua memoria è il modello di vita della creatura. Questo è ciò che la rende la stessa persona nella risurrezione, il modello di vita.

      Che cos’è il modello di vita che Dio serba nella sua memoria? È il ricordo di tutta la vita della creatura, ricordo fatto dei suoi pensieri, delle sue esperienze, della conoscenza accumulata. Perciò il modello di vita risulta dalle memorie e dalle facoltà mentali dell’individuo. Il modello di vita comprende tutto il progresso intellettuale e le caratteristiche che determinano la personalità dell’individuo. Questo è ciò che Dio fedelmente ricostituisce nella risurrezione.

      Possiamo esser certi dunque che nella risurrezione ciascuno riavrà la sua identità personale, sebbene con un corpo composto di atomi diversi. Chi sarà degno di essere risuscitato dai morti non sarà come coloro che, dopo un incidente o una forte emozione di qualche genere, si destano colpiti da amnesia, perdita della memoria, non sapendo più neanche chi sono. No, nella risurrezione ciascuno, ridestandosi dal sonno della morte, saprà chi è e conserverà tutte le sue memorie. Sarà come se fosse andato a dormire e si sia svegliato. Così l’ultimo pensiero o sguardo cosciente si ricollegherà col primo pensiero.

      Quel giorno felice s’appressa, il giorno meraviglioso in cui Dio si ricorderà dei morti nella risurrezione, la Sua commemorazione dei defunti che recherà gioia. Che gioia essere in vita quando i propri cari e gli amici scomparsi ritorneranno in vita! Tale risurrezione terrena di “quelli che hanno fatto il bene” e di “quelli che hanno praticato il male” avrà luogo durante il governo di mille anni di Cristo, che seguirà la guerra di Dio ad Armaghedon. Poiché Armaghedon deve sopraggiungere su questa generazione in questi “ultimi giorni”, è ora tempo che coloro che desiderano rivedere i propri cari scomparsi, risuscitati nuovamente alla vita, facciano il bene. In che modo?

      Imparate a conoscere meglio i propositi di Geova. Imparate che cosa dovete fare per sopravvivere ad Armaghedon nel nuovo mondo di Dio. Agendo in armonia con la Parola di Geova potrete avere l’indicibile gioia di accogliere “quelli che sono nelle tombe commemorative” quando Dio si ricorderà di loro nella risurrezione dai morti.

  • “Sia fatta la tua volontà in terra”
    La Torre di Guardia 1959 | 1° novembre
    • “Sia fatta la tua volontà in terra” (Quattordicesima puntata)

      La “marcia delle potenze mondiali” dai giorni di Nabucodonosor, re di Babilonia, era stata predetta mediante una simbolica statua di metallo apparsa in sogno a quel potente sovrano del mondo. Interpretando il sogno Daniele, profeta di Geova, spiegò che il capo d’oro rappresentava la dinastia di re babilonesi a partire da Nabucodonosor; il petto e le braccia d’argento rappresentavano l’Impero Medo-Persiano o la sua dinastia di re; il ventre e le cosce di bronzo (rame) rappresentavano la successiva potenza mondiale, quella greca o macedone, stabilita da Alessandro Magno; e le gambe di ferro raffiguravano, prima di tutto, l’Impero Romano, che assorbì i vari imperi ellenici lasciati dietro di sé da Alessandro Magno. L’Impero Romano divenne così la sesta potenza mondiale della storia biblica. Ma l’adempimeno di ciò che è raffigurato dalla statua sognata da Nabucodonosor termina con l’Impero Romano?

      34. Perché quella romana non fu la sola potenza mondiale rappresentata dalle gambe di ferro?

      34 La sesta potenza mondiale, di Roma, non fu la sola simboleggiata dalle gambe di ferro. Durante i secoli d’esistenza di tale ferreo sistema, sorse la potenza mondiale più grande e più potente di tutte quelle che l’avevano preceduta in ordine di marcia. Si trattava della settima potenza mondiale, predetta nella profezia biblica: l’Impero Britannico, la cui potenza fu accresciuta nel corso del tempo nel continente nordamericano con la cooperazione degli Stati Uniti d’America. Questo diede origine ad una duplice potenza mondiale, la più potente e la più estesa di tutta la storia fino al 1914 d.C.

      35. Qual era l’ultima parte della statua sognata da Nabucodonosor, e quale interpretazione ne diede Daniele?

      35 Ma la statua simbolica aveva un’ultima parte conclusiva, cioè “i suoi piedi, in parte di ferro e in parte d’argilla”. In proposito il profeta Daniele fece questo ispirato commento: “E come hai visto i piedi e le dita, in parte d’argilla di vasaio e in parte di ferro, così quel regno sarà diviso; ma vi sarà in lui qualcosa della consistenza del ferro, giacché tu hai visto il ferro mescolato con la molle argilla. E come le dita de’ piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile. Tu hai visto il ferro mescolato con la molle argilla perché quelli si mescoleranno con seme d’uomo; ma non saranno uniti l’uno all’altro, nello stesso modo che il ferro non s’amalgama con l’argilla”. — Dan. 2:41-44, VR, nota in calce.

      36. Che cosa suggerisce il ferro della statua, e che cosa è raffigurato dalle dieci dita dei piedi?

      36 Poiché la sezione di ferro della statua simbolica ebbe inizio con l’Impero Romano giungendo fino alla duplice potenza anglo-americana, la solidità e forza del ferro rappresenterebbe la durezza e la tenacia della loro autorità e dominio mondiale. Ma che dire delle dieci dita con cui terminava la simbolica statua? Queste indicavano che al tempo della fine di questa simbolica statua, il rimanente della sesta potenza

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