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  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1969 | 15 luglio
    • Domande dai lettori

      ● Perché, sotto la legge mosaica, normali funzioni come la mestruazione, rapporti sessuali fra marito e moglie, e parto erano considerate come se rendessero “impuri”? — L. A., Spagna.

      I regolamenti della legge mosaica riguardo all’impurità relativa alla mestruazione, alle emissioni seminali e al parto si trovano in Levitico capitoli 12 e 15. Prima di considerare quali erano questi regolamenti e le ragioni per cui possono essere stati dati, si noti che non consideriamo qui le leggi relative allo scolo dagli organi genitali per malattia. — Lev. 15:1-15, 25-30.

      Sotto la Legge, l’uomo che aveva un’involontaria emissione seminale doveva fare il bagno ed essere “impuro” fino alla sera. Se, durante i rapporti, l’uomo aveva un’emissione seminale, sia lui che sua moglie sarebbero stati “impuri” da quel momento fino alla sera. La donna che aveva la regolare mestruazione doveva contare sette giorni come periodo di impurità mestruale. Nel caso che i corsi della moglie cominciassero durante i rapporti, il marito era anch’egli “impuro” per sette giorni. Chi toccava gli abiti di una donna che aveva le mestruazioni, il letto o gli oggetti su cui ella si sedeva, sarebbe stato “impuro” fino alla sera. — Lev. 15:16-24.

      Anche il parto significava “impurità” per la madre. Se partoriva un maschio, era “impura” per sette giorni. Dopo ciò rimaneva trentatré giorni nell’intimità della sua casa, e non le era permesso di toccare nulla di santo né di entrare nel santuario. Quando si trattava di una femmina, la madre era “impura” per quattordici giorni e il suo periodo di semiritiro era di sessantasei giorni. Alla fine di entrambi i periodi di purificazione ella doveva presentare un olocausto e un’offerta per il peccato come sacrifici di purificazione. — Lev. 12:1-8; Luca 2:22-24.

      Questi regolamenti avevano senza dubbio un buon effetto in vari modi. Mentre l’occasionale emissione notturna da parte di un uomo non sposato poteva essere una normale funzione del corpo maschile maturo, il disagio d’essere “impuro” per un giorno avrebbe scoraggiato l’Israelita dal cercare piacere in tale emissione; l’avrebbe spinto a evitar di pensare a cose sensuali. Inoltre, gli studi di medicina attribuiscono in parte la bassa incidenza di cancro uterino fra le donne ebree alla loro astensione dai rapporti durante la mestruazione; c’erano dunque dei benefici igienici. Questo medesimo regolamento avrebbe rammentato al marito israelita di tener conto dei cicli biologici e delle limitazioni di sua moglie, sia fisiche che emotive. (Lev. 18:19; 1 Piet. 3:7) Inoltre, queste leggi avrebbero insegnato agli uomini e alle donne l’autodisciplina, il ragionevole controllo delle loro passioni e il rispetto per gli organi sessuali.

      Per quanto riguarda la mestruazione, pare vi fosse implicato il rispetto per il sangue come qualche cosa di sacro a Dio. Se il marito e la moglie avevano volontariamente relazione mentre ella aveva le mestruazioni, l’uomo avrebbe “esposto la fonte” di lei, e la donna avrebbe “scoperto la fonte del proprio sangue”. (Lev. 20:18; 17:11) Giacché il marito israelita non doveva avere relazione con sua moglie in questo tempo, come si è già detto, quelli che deliberatamente mostravano disprezzo per la legge di Dio al riguardo, dovevano essere stroncati. — Num. 15:30, 31.

      Ma pare vi fosse un altro motivo per tutti questi particolari regolamenti relativi all’impurità. Dio creò l’impulso sessuale e le facoltà di procreare in Adamo ed Eva e disse loro di produrre una progenie. (Gen. 1:28) Ma quando peccarono riguardo al mangiare dell’albero proibito, le cose cambiarono; divennero imperfetti, peccatori. La loro coscienza colpevole, ferita dal peccato, li rese consapevoli che erano nudi. Non erano più puri e senza peccato dinanzi a Dio, ed evidentemente i loro pensieri nel guardarsi non erano più puri e innocenti. Essi coprirono rapidamente i propri organi genitali. — Gen. 3:7, 10, 11.

      Che se ne rendessero immediatamente conto o no, poiché avevano peccato, Adamo ed Eva non poterono produrre figli perfetti come Dio si era proposto. Ora la procreazione mediante i rapporti sarebbe stata possibile solo per l’immeritata benignità di Dio nel lasciarli in vita. Avrebbero trasmesso ai loro figli gli ereditari difetti del peccato, l’imperfezione e infine la morte. — Sal. 51:5; Rom. 5:12.

      I regolamenti della Legge circa la mestruazione, le emissioni seminali e il parto avrebbero vigorosamente rammentato agli Israeliti il loro stato peccaminoso. Gli organi sessuali erano fatti per uno scopo giusto e retto, per trasmettere la vita perfetta. Per l’Israelita, la trasmissione della vita implicava l’emissione di seme. Per sua moglie, implicava la mestruazione, poiché essa faceva parte di un ciclo mediante cui ella poteva concepire. Il parto era spesso il risultato finale delle loro relazioni coniugali. Ma poiché erano creature umane imperfette, queste normali funzioni trasmettevano la vita imperfetta e peccaminosa. I periodi di temporanea “impurità” associati a queste cose avrebbero continuamente richiamato alla loro attenzione tale ereditaria peccaminosità. E questo avveniva specialmente al parto, poiché era richiesta un’offerta per il peccato. — Lev. 12:8.

      Gli Israeliti sarebbero stati così aiutati a capire il bisogno di un sacrificio di riscatto per coprire i loro peccati e ristabilire la perfezione umana. I sacrifici animali che offrivano non compivano ciò. (Ebr. 10:3, 4) La Legge, dunque, doveva condurli a Cristo e aiutarli a capire che per mezzo del suo sacrificio umano era possibile il vero perdono, preparando la via per riavere la perfezione umana. — Gal. 3:24; Ebr. 9:13, 14.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1969 | 15 luglio
    • Domande dai lettori

      ● È corretto che il cristiano fidanzato per sposarsi rompa tale fidanzamento? — A. H., U.S.A.

      Il matrimonio è un dono di Dio che può recare felicità e soddisfazione all’individuo; tuttavia comporta anche serie responsabilità, per cui non si dovrebbe prendere alla leggera. Mentre in alcuni luoghi i genitori predispongono ancora il fidanzamento dei loro figli, in molte società l’adulto non sposato ha la libertà di scegliersi il coniuge. Se due cristiani che si trovano in quest’ultima situazione accettano o promettono di sposarsi, ci si può aspettare, in normali circostanze, che mantengano la parola.

      Prima che la persona accetti di fare una cosa, dovrebbe dunque riflettere secondo la serietà della cosa. Quindi, allorché dà la sua parola, può seguire il consiglio di Gesù: “La vostra parola Sì significhi Sì, il vostro No, No”. (Matt. 5:37) I cristiani non hanno bisogno di fare solenni giuramenti per rendere credibili le loro parole. Quando si dice una cosa, si dovrebbe avere l’intenzione di mantenerla.

      Quando due cristiani acconsentono dunque a sposarsi, dovrebbero mantenere la parola data. Non è di solito necessaria nessuna speciale pubblica dichiarazione o azione, sebbene spesso venga fatta. Considerando “Rottura della promessa di matrimonio”, American Jurisprudence, Volume 8, pagine 849 e 850, diceva: “Non è necessaria nessuna particolare formula per dare origine al [fidanzamento]; è sufficiente che la mente delle parti sia d’accordo e che il fidanzamento sia reciprocamente accettato”.

      Naturalmente, non c’è fidanzamento quando la proposta è stata solo fatta, ma non accettata. Lo stesso libro di legge diceva: “La promessa di una parte senza che gli sia fatta una promessa corrispondente è solo una proposta di matrimonio e non un contratto [fidanzamento]”. (Pagina 849) Pertanto, quando parliamo di fidanzamento, intendiamo un mutuo accordo che implica l’onesta parola di entrambe le parti.

      Fra gli Ebrei il fidanzamento era considerato così serio che si parlava della donna fidanzata come della moglie di un uomo, sebbene, naturalmente, egli non potesse avere relazione con lei finché non fossero effettivamente sposati. (Gen. 29:21; Matt. 1:18, 19) La donna fidanzata aveva una posizione legale diversa dalla vergine non fidanzata. (Eso. 22:16, 17; Deut. 22:23-29) Questo mette in risalto l’importanza della condizione del fidanzamento.

      Vi sono però cose che giustificherebbero l’unilaterale rottura di un fidanzamento. Sarebbe una situazione molto rara quella che autorizzerebbe il maturo cristiano a far questo unilateralmente. L’inganno o il celare fatti essenziali potrebbe autorizzare a por fine a un fidanzamento. Facciamo due esempi: Una donna ha deliberatamente nascosto il fatto che non era scritturalmente libera di sposarsi, e ha accettato la proposta di un uomo che aveva fatto limitate investigazioni circa il suo stato coniugale. Se in seguito apprendesse che ella non era ancora in grado di sposarsi, egli sarebbe autorizzato ad annullare il fidanzamento. Anzi, sarebbe scritturalmente obbligato ad annullarlo. (Matt. 5:32) O se un uomo mentisse deliberatamente per celare alcuni fatti affinché una donna accettasse la sua proposta, quando ella venisse a conoscenza dei fatti e della sua menzogna potrebbe essere indotta a por fine al fidanzamento. (Col. 3:9) In questi casi, gli uomini spiritualmente anziani responsabili di proteggere la purezza morale della congregazione cristiana vorrebbero essere portati a conoscenza di tale disonestà per fare i passi necessari onde proteggere altri cristiani.

      In altri casi, dove non c’è una ragione valida, l’unilaterale rottura di un fidanzamento sarebbe indice di instabilità e immaturità. Ovviamente, questa persona non potrebbe essere messa dinanzi alla congregazione come esempio di maturità cristiana. Se un uomo della congregazione cristiana facesse questo, non sarebbe idoneo per ricevere responsabilità nella congregazione. I

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