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Giosuè, libro diAusiliario per capire la Bibbia
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e Debir e conquistare regione montuosa, Negheb e Sefela nella parte S di Canaan (10:28-43)
IX Coalizione di re cananei del N capeggiata da Iabin di Hazor raduna eserciti presso acque di Merom per combattere contro Israele (11:1-5)
A. Geova dà la vittoria a Israele; per ordine divino Giosuè taglia garretti ai cavalli e brucia carri da guerra nemici (11:6-9)
B. Hazor conquistata e incendiata (11:10-15)
X Completate conquiste maggiori; elenco di trentuno re sconfitti (11:16–12:24)
XI Terra, incluse regioni non conquistate, data in eredità agli israeliti (13:1-7)
A. A gaditi, rubeniti e mezza tribù di Manasse assicurate eredità a E del Giordano ricevute da Mosè; leviti non ricevono eredità (13:8-33)
B. Giosuè dà al giudeo Caleb Ebron, speciale eredità promessagli da Geova per mezzo di Mosè (14:6-15)
C. Altre eredità a O del Giordano assegnate a sorte (14:1-5)
1. Eredità di Giuda (15:1-63)
2. Territorio attribuito a Efraim e Manasse (16:1–17:18)
a. Eredità degli efraimiti include città nel territorio di Manasse (16:5-10)
b. Manassiti, incluse figlie di Zelofead, ricevono eredità; dieci appezzamenti di terra a O del Giordano e città nel territorio di Issacar e Aser (17:1-13)
c. Tribù di Efraim e Manasse ritengono eredità troppo piccole; Giosuè dice loro di abbattere foreste e scacciare cananei (17:14-18)
D. Tabernacolo a Silo dove continua distribuzione del paese a sorte (18:1-10)
1. Tribù di Beniamino, Simeone, Zabulon, Issacar, Aser, Neftali e Dan ricevono a sorte eredità; Giosuè riceve Timnat-Sera come speciale eredità (18:11–19:51)
2. Sei città di rifugio per gli omicidi involontari (20:1-9)
3. Quarantotto città dei leviti, tredici delle quali sono città sacerdotali (21:1-42)
E. Con la divisione del territorio si adempiono promesse di Geova a Israele (21:43-45)
XII Rubeniti, gaditi e mezza tribù di Manasse tornano all’eredità a E del Giordano dopo esser stati esortati e benedetti da Giosuè (22:1-9)
A. Costruiscono altare, inducendo tribù a O del Giordano a preparare azione militare contro di loro per infedeltà (22:10-12)
B. Problema dell’altare risolto pacificamente quando tribù a E del Giordano rivelano che l’altare doveva essere una testimonianza di fedeltà a Geova (22:13-34)
XIII Giosuè raduna anziani, capi, giudici e responsabili di Israele, esortandoli a mettere in pratica parola di Geova (23:1-16)
XIV Giosuè convoca tutto Israele a Sichem, ricorda l’operato di Dio e li incoraggia a servire Geova; israeliti rinnovano patto di fare volontà di Geova (24:1-28)
XV Morte di Giosuè, sepoltura delle ossa di Giuseppe a Sichem e morte del sommo sacerdote Eleazaro (24:29-33)
Vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 41-45.
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GiovanniAusiliario per capire la Bibbia
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Giovanni
[Geova è stato benigno].
1. Giovanni il Battezzatore, figlio di Zaccaria e di Elisabetta; precursore di Gesù. I genitori di Giovanni erano entrambi della famiglia sacerdotale di Aaronne. Zaccaria era un sacerdote della divisione di Abia. — Luca 1:5, 6.
NASCITA MIRACOLOSA
Nel 3 a.E.V., durante il periodo in cui prestava servizio la divisione di Abia, venne per Zaccaria il turno di avere il raro privilegio di offrire incenso nel santuario. Mentre era davanti all’altare dell’incenso l’angelo Gabriele gli apparve e gli annunciò che avrebbe avuto un figlio, che si doveva chiamare Giovanni. Questo figlio doveva essere nazireo per tutta la vita, come Sansone. Sarebbe stato grande al cospetto di Geova e sarebbe andato davanti a Lui “per preparare a Geova un popolo ben disposto”. La nascita di Giovanni sarebbe stata un miracolo di Dio, poiché sia Zaccaria che Elisabetta erano avanti negli anni. — Luca 1:7-17.
Quando era incinta di sei mesi, Elisabetta ricevette la visita di Maria sua parente, allora incinta per opera dello spirito santo. Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il nascituro le saltò nel grembo e, piena di spirito santo, essa riconobbe quale suo “Signore” il bambino che sarebbe nato a Maria. — Luca 1:26, 36, 39-45.
Quando nacque il bambino di Elisabetta, vicini e parenti volevano chiamarlo come il padre, ma Elisabetta disse: “No, davvero, ma si chiamerà Giovanni”. Allora venne chiesto al padre quale nome voleva dare al bambino. Come aveva detto l’angelo Gabriele, Zaccaria non era stato più in grado di parlare da quando aveva ricevuto l’annuncio, perciò scrisse su una tavoletta: “Il suo nome è Giovanni”. In quel momento Zaccaria riacquistò la favella. Allora tutti riconobbero che la mano di Geova era sul bambino. — Luca 1:18-20, 57-66.
INIZIO DEL SUO MINISTERO
Giovanni trascorse i primi anni della sua vita fra le colline della Giudea, dove abitavano i suoi genitori. Egli “cresceva e si fortificava nello spirito, ed era nei deserti fino al giorno che si mostrò apertamente a Israele”. (Luca 1:39, 80) Secondo Luca, Giovanni iniziò il suo ministero nel quindicesimo anno del regno di Tiberio Cesare, quando aveva circa trent’anni. Anche se non si ha notizia che Giovanni abbia svolto mansioni sacerdotali nel tempio, quella era l’età in cui i sacerdoti prendevano servizio. (Num. 4:2, 3) Tiberio assunse il potere come imperatore romano il 19 agosto del 14 E.V.; il quindicesimo anno come tale andava dunque dal 19 agosto del 28 E.V. al 18 agosto del 29 E.V. Poiché Gesù (pure all’età di trent’anni) si presentò per essere battezzato nell’autunno, Giovanni, maggiore di sei mesi, doveva aver iniziato il suo ministero nella primavera del 29 E.V. — Luca 3:1-3, 23.
Giovanni cominciò a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matt. 3:1, 2) Indossava un abito di pelo di cammello con una cintura di cuoio ai fianchi, simile al vestito del profeta Elia. Si nutriva di locuste e miele selvatico. (II Re 1:8; Matt. 3:4; Mar. 1:6) Siccome Giovanni era un insegnante, i suoi discepoli lo chiamavano “Rabbi”. — Giov. 3:26.
SCOPO DELLA SUA OPERA
Giovanni predicava un battesimo per il perdono dei peccati a coloro che si pentivano, limitandosi a battezzare ebrei e proseliti. (Mar. 1:1-5; Atti 13:24) L’invio di Giovanni era una dimostrazione dell’amorevole benignità di Dio verso gli ebrei. Essi erano in una relazione di patto con Geova, ma erano colpevoli di peccati commessi contro il patto della Legge. Giovanni faceva loro notare che avevano infranto il patto, ed esortava quelli di cuore sincero a pentirsi. Il loro battesimo in acqua simboleggiava tale pentimento. Perciò erano pronti per riconoscere il Messia. (Atti 19:4) Persone di ogni genere andavano da Giovanni per essere battezzate, perfino meretrici ed esattori di tasse. (Matt. 21:32) Venivano al battesimo anche farisei e sadducei, ai quali Giovanni rivolse un severo messaggio del giudizio ormai vicino. Non li risparmiò, chiamandoli “progenie di vipere” e facendo notare che non serviva a nulla confidare nella discendenza carnale da Abraamo. — Matt. 3:7-12.
A coloro che venivano da lui, Giovanni insegnava a essere generosi, a non rendersi colpevoli di estorsione, ad accontentarsi di quello che avevano e a non maltrattare nessuno. (Luca 3:10-14) Ai suoi discepoli battezzati insegnò anche a pregare Dio. (Luca 11:1) In quel tempo “il popolo era in aspettazione e tutti ragionavano in cuor loro di Giovanni: ‘Che sia egli il Cristo?’” Giovanni negò di esserlo, e dichiarò che colui che l’avrebbe seguito sarebbe stato molto più grande. (Luca 3:15-17) Quando sacerdoti e leviti andarono da lui a Betania oltre Giordano chiedendo se era Elia o Il Profeta, rispose che non lo era. — Giov. 1:19-28.
Anche se non fece miracoli come Elia (Giov. 10:40-42), Giovanni venne ugualmente con lo spirito e la potenza di Elia. Compì un’opera poderosa volgendo “i cuori dei padri ai figli e i disubbidienti alla saggezza dei giusti”. Adempì lo scopo per cui era stato mandato: “preparare a Geova un popolo ben disposto”. Fece “tornare molti dei figli d’Israele a Geova loro Dio”. (Luca 1:16, 17) Fu il precursore del rappresentante di Geova, Gesù Cristo.
PRESENTA “L’AGNELLO DI DIO”
Nell’autunno del 29 E.V. Gesù andò da Giovanni per essere battezzato. Dapprima Giovanni obiettò, riconoscendosi peccatore mentre Gesù era giusto. Ma Gesù insisté. Dio aveva promesso a Giovanni un segno affinché potesse identificare il Figlio Suo. (Matt. 3:13; Mar. 1:9; Luca 3:21; Giov. 1:33) Quando Gesù fu battezzato si adempì il segno: Giovanni vide lo spirito di Dio scendere su Gesù e udì la voce stessa di Dio dichiarare che Gesù era Suo Figlio. Evidentemente nessun altro era presente al battesimo di Gesù. — Matt. 3:16, 17; Mar. 1:9-11; Giov. 1:32-34; 5:31, 37.
Dopo il battesimo Gesù rimase nel deserto per circa quaranta giorni. Al suo ritorno, Giovanni lo additò ai propri discepoli come “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. (Giov. 1:29) L’indomani Andrea e un altro discepolo, probabilmente Giovanni figlio di Zebedeo, furono presentati al Figlio di Dio. (Giov. 1:35-40) Così Giovanni il Battezzatore, quale fedele “portiere” dell’“ovile”, cominciò a cedere i suoi discepoli al “pastore eccellente”. — Giov. 10:1-3, 11.
Mentre i discepoli di Gesù battezzavano in Giudea, anche Giovanni battezzava a Enon presso Salim. (Giov. 3:22-24) Quando giunse a Giovanni la notizia che Gesù faceva molti discepoli, egli non ne fu geloso, anzi rispose: “Questa mia gioia è stata perciò resa piena. Egli deve continuare a crescere, ma io devo continuare a diminuire”. — Giov. 3:26-30.
CONCLUSIONE DEL SUO MINISTERO
Le parole di Giovanni furono veritiere. Dopo un anno o più di ministero attivo, Giovanni venne messo a tacere. Erode Antipa lo gettò in prigione perché gli aveva rimproverato la relazione adulterina con Erodiade, portata via al fratello Filippo. Antipa che, professandosi proselito, avrebbe dovuto rispettare la Legge, aveva paura di Giovanni, sapendo che era un uomo giusto. — Mar. 6:17-20; Luca 3:19, 20.
Mentre era in prigione Giovanni sentì che Gesù aveva risuscitato il figlio di una vedova a Nain e compiuto altre opere potenti. Desiderando avere conferma da Gesù stesso, mandò due suoi discepoli a chiedergli: “Sei tu Colui che viene, o dobbiamo aspettarne un altro?” Gesù non rispose direttamente, ma in presenza dei discepoli di Giovanni compì molte guarigioni, scacciando anche demoni; quindi disse ai discepoli di riferire che ciechi, sordi, zoppi, ecc. erano sanati, e la buona notizia era predicata. Così, non solo a parole, ma mediante la testimonianza delle opere di Gesù, Giovanni fu confortato e rassicurato che Gesù era davvero il Messia (Cristo). (Matt. 11:2-6; Luca 7:18-23) Dopo che i messaggeri di Giovanni se n’erano andati, Gesù rivelò alle folle che Giovanni era più di un profeta: era colui di cui aveva scritto Malachia, profeta di Geova. Inoltre applicò a Giovanni la profezia di Isaia 40:3, come aveva fatto Zaccaria padre di Giovanni. — Mal. 3:1; Matt. 11:7-10; Luca 1:67, 76; 7:24-27.
Gesù Cristo spiegò inoltre ai discepoli che la venuta di Giovanni era un adempimento della profezia di Malachia 4:5, 6, secondo la quale Dio avrebbe mandato Elia il profeta prima del grande e tremendo giorno di Geova. Tuttavia, per quanto grande fosse (“Fra i nati di donna non è stato suscitato uno maggiore di Giovanni Battista”), non avrebbe fatto parte della classe della “sposa” che sarebbe stata con Cristo nel suo regno celeste (Riv. 21:9-11; 22:3-5), infatti “la persona che è la minore nel regno dei cieli è maggiore di lui”. (Matt. 11:11-15; 17:10-13; Luca 7:28-30) E per concludere Gesù difese Giovanni dall’accusa di essere indemoniato. — Matt. 11:16-19; Luca 7:31-35.
Qualche tempo dopo, Erodiade sfogò il rancore che provava nei confronti di Giovanni. Durante la celebrazione del compleanno di Erode la figlia di Erodiade deliziò Erode con la sua danza, al che egli giurò che le avrebbe dato qualunque cosa avesse chiesto. Istigata dalla madre, chiese la testa di Giovanni. Erode, per riguardo verso il giuramento e verso i presenti, accolse la sua richiesta. Giovanni fu decapitato in prigione e la sua testa presentata su un vassoio alla ragazza, che la portò alla madre. I discepoli di Giovanni andarono poi a prenderne il corpo e lo seppellirono, riferendo la cosa a Gesù. — Matt. 14:1-12; Mar. 6:21-29.
Dopo la morte di Giovanni, Erode udì che Gesù predicava, guariva e scacciava demoni. Fu spaventato, temendo che Gesù fosse in realtà Giovanni risuscitato dai morti. D’allora in poi ebbe gran desiderio di vedere Gesù, non per sentirlo predicare, ma perché non era sicuro che la sua congettura fosse giusta. — Matt. 14:1, 2; Mar. 6:14-16; Luca 9:7-9.
FINE DEL BATTESIMO DI GIOVANNI
Il battesimo di Giovanni continuò fino al giorno di Pentecoste del 33 E.V., quando fu versato lo
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