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Isole di “paradiso” nel PacificoSvegliatevi! 1982 | 8 marzo
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Isole di “paradiso” nel Pacifico
PALME DA COCCO ondeggianti, spiagge sabbiose, acque verdazzurre, campi fruttiferi, serene notti di luna: questa descrizione vi fa pensare al paradiso? Qui nella Micronesia, nel Pacifico occidentale, c’è tutto questo e anche di più. Nel nostro secolo tormentato molti vorrebbero andarsene “lontano da tutto e da tutti” e vivere in qualche posto incantevole e tranquillo. Un’isola del Pacifico potrebbe essere il rifugio ideale?
Le duemila isole della Micronesia — 97 delle quali abitate — sono sparse su oltre 7.770.000 chilometri quadrati di oceano. Viste dall’alto, somigliano ai frammenti di una deliziosa collana di smeraldi adagiata sul velluto blu dell’Oceano Pacifico. Ciascun luogo ha la sua peculiare bellezza: dagli splendidi tramonti di Guam e Belau alle palme da cocco e alle spiagge bianche e inondate di sole di Kiribati; dalle montagne color smeraldo e dalle cascate verdeggianti di Ponape alle luccicanti acque della laguna di Truk.
Sognate di vivere in un paradiso? Allora venite con noi a visitare alcune di queste belle zone. Forse potrete scegliere il “paradiso” che preferite!
Belau e Yap
Cominciamo dalla parte che per alcuni è la più bella: Il gruppo insulare di Belau (già Palau), il più occidentale delle Isole Caroline.
Mentre l’aereo si avvicina, ai nostri occhi si presenta uno spettacolo incredibilmente bello. Quelli che sembrano giganteschi funghi verde giada spuntano dalle acque color acquamarina e zaffiro, acque così trasparenti che si può vedere il fondo, fino a 10-12 metri di profondità. All’atterraggio riscontrate che l’isola mantiene la promessa fattavi con l’immagine descritta prima. La vegetazione è lussureggiante. Le colline ondulate sono ammantate di fitti boschi. La terra è fertile, e ci sono abbondanti raccolti di frutti dell’albero del pane, arance, canne da zucchero e altri prodotti tropicali. Nelle basse acque costiere crescono le mangrovie, che offrono riparo a una ricca fauna marina. E qui, come in quasi tutte le isole della Micronesia, noterete il SILENZIO.
Ma non ci fermeremo qui. Proseguiamo per Yap, un altro insolito “paradiso”, un paese di palme da cocco e di serena bellezza. Non esistono strade asfaltate. La vita procede a ritmo lento e la terra è fertile.
Una caratteristica particolare di Yap è il denaro: i famosi grandi dischi di pietra. In alcuni luoghi, le strade sono letteralmente fiancheggiate di denaro! Oggi il denaro di pietra non viene usato negli scambi commerciali, ma gli viene ancora attribuito un valore culturale. Questo valore si determina non tanto in base alla grandezza del disco di pietra quanto in base alla sua età e storia. Ci sono alcune “banche monetarie” di proprietà dei villaggi, e allineati lungo la strada che porta alla “banca”, e appoggiati contro i muri degli edifici, si vedono enormi dischi di pietra con un buco al centro.
I bambini di Yap, dagli occhi vivaci, sono molto carini, come lo sono in tutta la Micronesia. E hanno nomi molto interessanti, l’equivalente di Radio, Amami, Nulla, Negligente, Strizzatina d’Occhio e perfino Adolf Hitler. Ad alcuni viene dato il nome di personaggi celebri in visita, col soprannome e tutto!
Volete stare qui? Prima che decidiate, terminiamo il viaggio.
Truk, Ponape e Kiribati
Per risparmiare tempo, sorvoliamo per alcuni minuti la magnifica laguna di Truk. Con un diametro di cinquanta chilometri, questa laguna è abbastanza grande da contenere tutte le isole della Micronesia. Le sue acque azzurre costituiscono uno speciale paradiso per gli appassionati di pesca subacquea. C’è anche un famoso cimitero subacqueo, dove fantastiche forme di vita marina hanno preso dimora tra le navi affondate della seconda guerra mondiale.
Procediamo ora per Ponape, nelle Isole Caroline orientali. Ponape ha numerose cascate di grande bellezza e vanta la cima più alta delle Caroline, oltre 750 metri. È un paese di abbondanti precipitazioni e di fitte foreste montane. I ponapesi, però, ci vanno di rado, perché prediligono le insenature e le baie lungo la costa.
La gente è piuttosto timida e usa toni molto dolci nel parlare. Il loro “benvenuto”, “Casalelia”, è uno dei saluti più deliziosi della Micronesia. Tra parentesi, ai ponapesi piacciono molto le donne coi fianchi larghi; quindi se vi ritenete un po’ “pesanti”, forse questo è il vostro “paradiso”!
Al largo della costa ponapese si trova un interessante tesoro archeologico, la città abbandonata di Nan Matol. Detta “Venezia del Pacifico”, questa città fu costruita con colossali blocchi di basalto su oltre 100 isolotti di una laguna paludosa. Oggi nessuno sa come o quando la città fu costruita.
Molto a sud-est dell’arcipelago della Micronesia sono situate le pittoresche Isole Gilbert (Kiribati), con l’atollo principale di Tarawa. Qui vediamo quelle che per alcuni sono le abitazioni tipiche delle isole del Pacifico: case fatte con tronchi e rami di palme da cocco, legati con corda ricavata dall’involucro delle noci di cocco, e con un originale tetto di paglia.
La gente è insolitamente calorosa e ospitale. Abbondano le noci di cocco e i frutti dell’albero del pane, le loro principali derrate agricole, e si consuma una gran quantità di pesce. Non appena atterriamo a Tarawa proviamo un senso di tranquillità. Si è contagiati dal lento ritmo della vita e il visitatore può veramente cominciare a pensare d’essere riuscito ad ‘allontanarsi da tutto e da tutti’.
Qui c’è un pubblico mezzo di trasporto, la corriera, ciò che manca in quasi tutte le altre isole della Micronesia. È una benedizione, perché su questo atollo lungo e stretto le distanze sono notevoli. Ma non cercate di prendere la corriera in orario. La corriera non ha orario; ricordate, siamo nei tropici.
La laguna orlata di palme riflette di giorno i veri colori della Micronesia, l’azzurro e il verde, mentre di notte la luna e le stelle sembrano così vicine da poterle toccare. Il dolce rumore delle onde che lambiscono l’atollo da ambo i lati e i miti venti alisei favoriscono il sonno. Benché Tarawa sia situata sull’equatore, gli alisei mantengono l’aria piacevolmente fresca, almeno per alcuni mesi dell’anno.
Avete deciso in quale di queste zone esotiche vorreste rifugiarvi? Prima di prendere la decisione finale, è bene che sappiate alcune altre cose.
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Problemi nel “paradiso”Svegliatevi! 1982 | 8 marzo
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Problemi nel “paradiso”
È BENE sappiate che, anche se le isole hanno un aspetto paradisiaco, i problemi ci sono. Per esempio, vi piacciono gli insetti? Speriamo di sì, perché qui abbondano: zanzare, mosche e anche formiche, specialmente le piccole formiche rosse che pungono.
Un altro problema è che a volte il cielo azzurro scompare e si scatenano tifoni, frequenti in tutte le isole del Pacifico occidentale. In anni recenti, spaventosi tifoni hanno seminato distruzione nelle Marianne. Qui molte case sono di legno col tetto di lamiera e i venti dei tifoni — venti così forti da conficcare piccole schegge in grossi alberi — le spazzano via. Per fortuna ora gli isolani costruiscono case di cemento.
A proposito, c’è almeno un vulcano attivo, il Mount Pajaros. E non dimenticate i terremoti. Sì, ci sono anche quelli. Fortunatamente, di solito non sono troppo forti, ma ogni tanto una scossa crea notevole caos. Nel 1902 un terremoto distrusse quasi tutti gli edifici in cemento di Agana, capoluogo di Guam, e fece sollevare l’intera isola di oltre mezzo metro.
Ebbene, potete dormire sotto una zanzariera, evitare le formiche, prendere precauzioni contro i tifoni e agire in modo assennato durante un’eruzione vulcanica o un terremoto. Il fungo tropicale, però, può crearvi maggiori difficoltà. Essendoci caldo umido, abiti e scarpe possono fare la muffa in una notte. Ma ci sono altri problemi più seri.
Inquinamento nel “paradiso”
Sebbene l’aria della Micronesia sia ancora straordinariamente pura, spesso quelle acque verdazzurre non lo sono. Non esistono ancora abbastanza fogne, e in molti distretti si lascia che siano le maree a portare in mare i rifiuti. Come conseguenza, gli abitanti del posto che mangiano i pesci pescati nella scogliera hanno problemi di parassiti, dissenteria, diarrea e disturbi di stomaco. Ci si può anche ammalare bevendo non l’acqua delle limpide cascate, ma — come avviene spesso — l’acqua piovana che cade dai tetti. E nella maggioranza delle isole non c’è una farmacia all’angolo dove correre a prendere le medicine con cui curare queste malattie.
Il XX secolo ha causato anche inquinamento da rumore in certe zone, rompendo il magnifico silenzio. Su un’isola, con una circonferenza di una ventina di chilometri, vengono usati camioncini dai quali giorno e notte si sente suonare disco music a tutto volume. I giovani si ammucchiano su questi camioncini, specie in quelle belle sere di luna, e cantano al ritmo della disco music mentre scorrazzano su e giù per l’isola fino all’alba. Su quasi tutte le isole, nei piccoli ristoranti e negli alberghi, specie nei fine settimana, si suona disco music fino alle ore piccole.
In certi casi, la stessa bellezza naturale delle isole è deturpata da operazioni minerarie. L’isola di Nauru e la sua vicina, Ocean (chiamata ora Banaba), nonché Anguar (nelle Belau), sono state sfruttate e spogliate dalle operazioni di estrazione dei fosfati. Banaba è stata talmente saccheggiata che la popolazione è insorta, ed è scoppiato uno scandalo che ha avuto ripercussioni sino alla Camera dei Comuni in Inghilterra.
A Nauru le operazioni minerarie continuano a pieno ritmo, anche se si pensa che per la fine del secolo le rocce fosfatiche saranno quasi esaurite. Nel frattempo, se nessuno interviene, Nauru rischia di diventare una terra desolata e priva di attrattiva.
Infelicità nel “paradiso”
L’estrazione dei fosfati, comunque, fa almeno affluire denaro a Nauru. Che dire dei distretti dove non ci sono fosfati da estrarre né alcun’altra fonte di reddito? Tristemente, la povertà è anche troppo conosciuta. Spesso il cibo scarseggia. C’è poco sviluppo industriale e gli abitanti si nutrono essenzialmente dei prodotti del mare.
Lo spiritismo è diffuso in tutte le isole della Micronesia. Alcuni turisti possono essere affascinati dalle “case degli spiriti” dove si suppone abitino gli spiriti, ma tali credenze turbano la vita di coloro che le seguono. Gli spiriti sono temuti, e si pensa causino infermità e morte se non vengono placati. Si pratica la magia, e sono ancora in uso amuleti benefici e malefici.
Un altro problema è quello dell’ubriachezza, specie fra i disoccupati. Spesso, sotto l’effetto dell’alcool, i familiari sono maltrattati e si commettono delitti. Un fatto sorprendente è l’alto numero di suicidi. Recentemente, su una piccola isola con soli 3.000 abitanti, otto adolescenti si sono tolti la vita nel giro di appena tre mesi. Ovviamente, per essere veramente felici non basta vivere su una bella isola.
Infine, malattie e morte, i secolari nemici dell’uomo, mietono vittime qui come nelle altre parti del mondo. Questo accresce l’infelicità e i dispiaceri, guastando la gioia di vivere in quelli che, sotto molti aspetti, sono luoghi paradisiaci.
Paura nel “paradiso”
Molti si sentono insicuri a causa di quello che succede nelle altre parti del mondo. I micronesiani sono stati dominati da quattro grandi potenze mondiali, e ognuna ha causato problemi. Alcuni dei più aspri combattimenti della seconda guerra mondiale si sono avuti qui e in queste belle isole ci sono ancora i segni delle battaglie. Carcasse arrugginite di navi parzialmente affondate, parti dello scheletro di aerei abbattuti, cannoni antiaerei a pezzi, fusti di proiettili coperti di vegetazione che sporgono da grotte piene di muffa, enormi buche nel terreno e nelle strade: tutte queste cose sono un silenzioso ricordo degli orrori che le isole hanno visto pochi decenni fa.
Dopo la guerra, un uomo politico del distretto di Truk, dov’è stata combattuta una delle più aspre e sanguinose battaglie navali, disse supplicando: “Se mai gli Stati Uniti decideranno di combattere un’altra guerra, sono pregati di non combatterla a Truk!” Quest’uomo aveva visto l’unica strada della sua isola macchiata di rosso per il sangue degli uccisi nei bombardamenti, e l’acqua del mare tinta di sangue umano. Due anni dopo la battaglia, la nafta delle navi affondate veniva ancora spinta a riva.
Tali appelli sono ascoltati? Pare di no. Sull’atollo di Kwajalein, nelle Marshall, c’è una base missilistica per neutralizzare la presenza dei sottomarini russi che si dice siano stati avvistati nelle vicinanze e delle navi da guerra il cui obiettivo è quello di spiare le installazioni militari americane. Guam, per la sua posizione strategica nel Pacifico, è circondata e sorvegliata da unità militari statunitensi.
Nel 1946 i miti abitanti della Micronesia presero coscienza dell’orribile realtà dell’era nucleare quando gli Stati Uniti fecero esperimenti nucleari sull’isola di Bikini, nell’arcipelago delle Marshall. Gli abitanti dell’isola non possono ancora tornarvi a causa del pericolo delle radiazioni e può darsi che debbano aspettare ancora molti anni. Anche Gran Bretagna e Francia hanno sperimentato le loro armi nucleari su altre belle isole del Pacifico.
Recentemente una nuova proposta ha suscitato allarme e preoccupazione. Il Giappone ha proposto di depositare vicino a Guam, nell’Oceano Pacifico, contenitori pieni di scorie chimiche e nucleari. Finora, però, simili intenzioni sono state rimandate per l’opposizione del governo di Guam.
Ora non fraintendeteci. Queste isole sono veramente belle, e vi farebbe senz’altro piacere visitarle. Il sole sorge ancora sull’oceano e tramonta sempre dietro le palme carezzate dal soffio degli alisei. I colli ammantati di boschi, le cascate rumoreggianti e le spiagge sabbiose sono sempre lì. Ma non è un paradiso sotto ogni aspetto. Ci sono problemi, molti dei quali causati dall’uomo.
Vuol dire questo che non c’è speranza di vivere in un vero paradiso, in un luogo ricco di bellezze naturali e dove l’uomo non faccia nulla per deturparle, dove tutte le persone si interessino sinceramente le une delle altre e dove la vita sia veramente soddisfacente?
[Immagini a pagina 6]
FORMICHE ROSSE
TIFONI
VULCANI
[Immagini a pagina 7]
SCHIAMAZZI NOTTURNI
SUOLO DETURPATO
SPIRITISMO
[Immagini a pagina 8]
UBRIACHEZZA
SEGNI DELLA GUERRA
VECCHIAIA E MALATTIE
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Ci sarà mai un vero paradiso?Svegliatevi! 1982 | 8 marzo
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Ci sarà mai un vero paradiso?
“VERAMENTE ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. Queste parole, pronunciate quasi duemila anni fa, mostrano che l’interesse dell’uomo per il Paradiso non è una cosa nuova. Gli uomini ne parlano da molto tempo.
Questa promessa, comunque, fu fatta in un’occasione che sarebbe potuta sembrare tutt’altro che propizia e a qualcuno che forse sarebbe potuto apparire un candidato improbabile per vivere nel Paradiso. A farla fu Gesù Cristo che stava morendo di una morte lenta e dolorosa, messo al palo secondo l’usanza romana. Parlava a un criminale condannato, che pure stava morendo su un palo.
Questa promessa del Paradiso era un semplice, pio desiderio? O è possibile che un giorno un vero paradiso abbracci tutta la terra? Consideriamo alcuni fatti.
Il potenziale c’è
Il nostro giro in Micronesia ci ha permesso di appurare tre cose importanti. Primo, che la terra ha le possibilità materiali per essere un paradiso. Nonostante i saccheggi e gli errori degli uomini, queste isole sono ancora veramente belle. E sebbene la bellezza di un’isola tropicale sia qualcosa di particolare, tutta la terra è bella. Dalla maestà dei monti innevati allo splendore delle valli verdeggianti e ondulate, dalla peculiare serenità della tundra artica alle lussureggianti giungle tropicali, c’è tanta bellezza sulla terra che il cuore trabocca di gratitudine! Nelle giuste condizioni, potrebbe essere tutta un paradiso.
Vediamo pure le prove che la terra ha l’insita facoltà di bonificarsi, così che può cancellare le cicatrici lasciate dall’uomo. Nella laguna di Truk, per esempio, gli scafi delle navi da guerra affondate, col loro aspetto sinistro, sono stati colonizzati e perfino abbelliti da strane e meravigliose forme di vita marina. In ogni parte del mondo quando l’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo cessa, i processi naturali di bonifica producono trasformazioni sorprendenti.
Infine, è l’uomo che per la maggior parte rovina l’ambiente. È l’uomo che, con l’inquinamento, la delinquenza e la violenza, col depauperamento delle ricchezze materiali del suolo, o a causa delle rivalità militari tra potenze mondiali, rovina gradualmente l’ambiente. E questo avviene non solo nel Pacifico ma in tutto il mondo.
È questione di governo
Quindi, perché esista un vero paradiso, è l’uomo che deve cambiare. Le sue errate tendenze devono essere vinte e le sue capacità costruttive devono essere indirizzate nella giusta direzione. Questo dovrebbe essere compito del governo, ma il problema è che nessun governo è stato in grado di impedire all’uomo di ridurre gradualmente in rovina la terra.
In considerazione di ciò è interessante notare che quando Gesù promise il paradiso stava rispondendo a un commento sul governo. Il delinquente al palo accanto a lui aveva notato la scritta sopra la testa di Gesù: “Questo è il re dei Giudei”. Per cui disse: “Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno”. Rispondendo a queste parole Gesù promise: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. — Luca 23:38-43.
È Gesù un re in grado di fare qualcosa che nessun altro governante può fare? Può trasformare tutta la terra in un vero paradiso? Sì, perché il regno di Gesù è celeste, non terreno. Ed è sostenuto dal potere di Dio.
Se consideriamo la natura stessa di Gesù, possiamo capirlo meglio. La Bibbia dice che per mezzo di lui Dio creò la terra e ogni vita su di essa. (Prov. 8:22-31; Col. 1:15-17) Quindi Gesù ne capisce l’ecologia alla perfezione. Sa come usarne debitamente le risorse. Quando fu sulla terra diede prova di saper controllare le forze della natura calmando una tempesta e dicendo ai suoi seguaci come prendere un bel po’ di pesce dopo che avevano faticato invano tutta la notte. (Mar. 4:35-41; Giov. 21:4-8) Certo, sotto il dominio di un tale re gli uomini non saranno danneggiati da tifoni, terremoti o vulcani e tutti gli organismi viventi saranno nel debito equilibrio.
Anche gli uomini impareranno a vivere insieme in pace. Su ciò che il regno di Gesù compirà le Scritture dichiarano: “Egli renderà per certo giudizio fra molti popoli, e metterà le cose a posto rispetto a potenti nazioni lontane. Ed esse dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Non alzeranno più la spada, nazione contro nazione, né impareranno più la guerra”. (Mic. 4:3, 4) Sotto tale dominio, la bellezza della terra non sarà più deturpata dalle guerre.
Accadrà davvero?
‘Ma un minuto’, potreste dire. ‘Gesù morì poco dopo aver fatto la promessa del Paradiso’. È vero, e potrebbe sembrare che così finisse qualsiasi speranza di adempimento di queste meravigliose promesse.
Ad ogni modo, il terzo giorno dopo la morte di Gesù accadde qualcosa di meraviglioso. Geova Dio lo ridestò alla vita. Per quanto sembri sorprendente, questo è un fatto storico ampiamente comprovato. Circa 500 persone lo rividero vivo. (I Cor. 15:3-22) Pertanto, la speranza del paradiso sotto il dominio di Cristo divenne una cosa realizzabile. La promessa fatta al criminale morente poteva effettivamente essere adempiuta. — Atti 17:31.
Sin da quel memorabile avvenimento, le cose sono andate inesorabilmente in direzione del tempo in cui Gesù avrà il pieno controllo degli affari di questa terra. (Dan. 2:44) Si può dimostrare che le attuali pericolose condizioni del mondo sono la prova che siamo molto vicini a quel tempo.a Quindi, in adempimento della profezia, la “buona notizia del regno” retto da Cristo viene predicata in tutti i paesi della terra, incluse queste isole del Pacifico. (Matt. 24:14) Molti, pur vivendo ora in quello che può sembrare un paradiso, attendono un futuro paradiso in tutta la terra. Sperano che ciò avverrà mediante il regno di Dio retto da Cristo.
Gli abitanti del paradiso
Gli insegnamenti di Gesù ci mostrano il tipo di persone che vivranno nel Paradiso sotto il suo governo. Anzitutto egli mise in risalto che coloro che volevano ottenere la vita dovevano veramente amare Dio. “Devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua forza e con tutta la tua mente”. (Luca 10:25-27) Persone mosse da un tale amore verso Dio ubbidiscono a tutti i suoi comandi. Non si ubriacano né commettono azioni immorali; né rovinerebbero egoisticamente la creazione di Dio, la terra, per trarne un guadagno materiale.
Inoltre, Gesù disse ai suoi seguaci: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati. Nessuno ha amore più grande di questo, che qualcuno ceda la sua anima a favore dei suoi amici”. (Giov. 15:12, 13) Gesù sacrificò la sua vita umana spinto dall’amore per il genere umano, per persone di ogni razza, nazione e lingua. Insegnò ai suoi seguaci a mettere gli interessi altrui prima dei propri. In tutto il mondo ci sono già milioni di persone che si sforzano sinceramente di farlo. In una comunità dove le persone manifestassero questa qualità, delinquenza, inquinamento da rumore e simili problemi sparirebbero presto. Nemmeno la povertà durerebbe a lungo se tutti mostrassero altruistico interesse per gli altri.
‘Ma’, potete pensare, ‘c’è sempre un serpente in paradiso. Per quanto il regno di Cristo possa avere successo, arriverà qualche guastafeste a rovinare tutto’. Questo potrebbe dirsi dei tentativi di riforma dell’uomo. Ma stiamo parlando di ciò che farà il celeste governo di Dio di cui Cristo è re. Nessuno rovinerà il Paradiso che questo Regno porterà.
Primo, si ricordi che Dio può cambiare le persone. Saulo di Tarso era un violento oppositore del cristianesimo. Ma quando accettò la verità del messaggio cristiano, la sua personalità cambiò drasticamente e divenne l’apostolo cristiano Paolo. Oggi avvengono cambiamenti simili. — Atti 22:1-11; Col. 3:9-14; I Tess. 2:5-12.
Un uomo anziano di Nauru, per esempio, era molto addolorato per la perdita dei suoi tre figli, morti per malnutrizione durante l’occupazione giapponese della sua isola durante la seconda guerra mondiale. Potete immaginare i suoi sentimenti nei riguardi dei giapponesi? Ad ogni modo ha studiato la Bibbia con i testimoni di Geova e quando è venuto a conoscenza del regno di Dio retto da Cristo, il suo modo di ragionare è cambiato. Quando recentemente un turista giapponese si è trovato in difficoltà, egli lo ha accolto in casa sua. Ha detto che da quando studia la Bibbia non c’è più stato nessun pensiero di vendetta nel suo cuore.
Il regno di Dio sta cambiando la personalità degli individui in ogni parte del mondo. Uomini violenti diventano pacifici. Criminali imparano a rispettare la legge. Gente amareggiata o disillusa trova conforto e gioia. Inoltre, persone di ogni sorta — alcune abitanti in luoghi incantevoli e altre in quartieri poveri e squallidi — stanno vivendo fin d’ora in quello che è stato definito un paradiso spirituale.
Com’è possibile? Perché frequentano veri cristiani, persone che mettono Geova Dio al primo posto nella loro vita e hanno la sua benedizione, persone che guardano a Gesù Cristo come nuovo re della terra e che sono conosciute perché parlano liberamente ad altri del regno di Dio e hanno amore fra loro. Indipendentemente dal luogo in cui si trovano, conoscono “la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero”. (Filip. 4:7; Efes. 4:20-32) Pensate come sarà la vita sulla terra quando verrà trasformata in un paradiso letterale e popolata di persone simili!
‘Ma non tutti cambieranno’, potreste obiettare. È vero. Ma la vita sulla terra sotto il regno di Dio è solo per quelli che sono disposti a cambiare. Dio ‘ridurrà in rovina quelli che [persistono nel] rovinare la terra’. La Bibbia dice con enfasi: “Ancora un pochino, e il malvagio non sarà più; e per certo presterai attenzione al suo luogo, ed egli non sarà. Ma i mansueti stessi possederanno la terra, e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace”. (Sal. 37:10, 11; Riv. 11:18) Che felicità avranno quei mansueti!
Una speranza vera
Ma non sarebbero completamente felici se essi e i loro cari continuassero ad ammalarsi e a morire, non vi pare? È perciò degno di nota che quando Gesù fu sulla terra sanò ogni specie di infermità, cacciò demoni e destò perfino i morti. (Matt. 8:28-32; 11:2-5; Giov. 11:43, 44) Espellendo i demoni per mezzo dello spirito di Dio, Gesù mostrò di essere più potente delle forze spirituali malvage. Quindi in quel paradiso non ci sarà motivo di temere stregoneria e demonismo. E sanando i malati e destando i morti, Gesù dimostrò chiaramente che Dio ha disposto che lui, come nuovo re della terra, liberi per sempre l’umanità dall’infermità e dalla morte. — Isa. 25:8.
Pertanto il criminale che morì accanto a Gesù vedrà l’adempimento della sua promessa e sarà ‘con lui in Paradiso’. Ovviamente, se desidera restare nel Paradiso, dovrà cambiare condotta per conformarla alle vie di Geova.
Volete veramente vivere nel Paradiso? È possibile. E a tal fine non è necessario venire in queste isole tropicali dall’altro capo del mondo. Presto il Paradiso abbraccerà l’intera terra, sia in senso fisico che spirituale. Nel frattempo, ovunque vi troviate, potete vivere nel paradiso spirituale che già esiste.
Perché non leggete la Bibbia per conoscere personalmente queste cose? I testimoni di Geova saranno lieti di aiutarvi in tal senso. Convincetevi che questa speranza è realistica. Appurate ciò che Dio vuole da voi per vederla realizzata. Quindi vedrete adempiersi la straordinaria promessa: “Dio . . . asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate”. (Riv. 21:3, 4) Allora tutta la terra sarà un vero paradiso.
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