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  • Telescopi e microscopi: Quello che hanno rivelato che effetto ha avuto su di voi
    Svegliatevi! 1985 | 22 febbraio
    • Telescopi e microscopi: Quello che hanno rivelato che effetto ha avuto su di voi?

      TELESCOPI e microscopi hanno rivelato meraviglie nascoste: galassie che coprono stupefacenti distanze, microrganismi così piccoli che nel punto che è in fondo a questa frase ce ne potrebbero stare duecentocinquantamila. E in seguito a quello che tali strumenti hanno rivelato le prospettive dell’uomo sono profondamente cambiate. Nell’antichità l’uomo osservava i cieli con un senso di religiosa meraviglia. Stelle e pianeti erano visti come dèi che esercitavano una profonda influenza sulla vita degli uomini. D’altra parte, l’uomo era convinto che lui e il suo pianeta Terra fossero il centro stesso dell’universo.

      Questo concetto di un universo avente come centro la terra fornì “un sicuro fondamento per la religione [pagana]”, afferma il professore di astronomia Edward R. Harrison, e in apparenza “dava un senso e uno scopo alla vita umana sulla Terra”. Il telescopio e le cose sensazionali che esso permise di scoprire sconvolsero questo comodo universo. Il microscopio ha svelato il mistero del concepimento e della nascita (un tempo considerati degli incomprensibili miracoli, ma pur sempre miracoli) e delle malattie (un tempo considerate un castigo degli dèi).

      Molti ritengono pertanto che i ricercatori in camice bianco siano ora quelli maggiormente in grado di rispondere alle domande a cui un tempo rispondeva la religione. Ma l’uomo è proprio diventato così abile nell’osservare, nel misurare e nell’analizzare da non avere più bisogno di un Dio che dia un senso a quello che vede? Il telescopio e il microscopio hanno forse eliminato la base per credere nel principale libro che parla di Dio, la Bibbia?

  • Telescopi e microscopi: Progressi da ieri a oggi
    Svegliatevi! 1985 | 22 febbraio
    • Telescopi e microscopi: Progressi da ieri a oggi

      I TELESCOPI dei moderni osservatori sono dei veri e propri giganti in paragone con i modelli di Galileo che avevano un diametro di 4,5 centimetri. I suoi strumenti primitivi erano telescopi rifrattori. Avevano a un’estremità una grande lente convessa in cui si formava l’immagine e all’altra estremità una piccola lente concava — modificata in seguito in un’altra lente convessa — che ingrandiva l’immagine. Cosa sorprendente, con quello strumento si potevano ottenere fino a 33 ingrandimenti dell’oggetto, per cui Galileo era in grado di vedere meraviglie remote come le quattro lune di Giove e le fasi di Venere analoghe a quelle della luna.

      Gli odierni telescopi riflettori usano enormi specchi parabolici (che possono avere fino a un diametro di 6 m!) per raccogliere la luce proveniente da lontanissimi corpi celesti. Sono pertanto in grado di individuare oggetti che sono dieci milioni di volte meno visibili che a occhio nudo. Si afferma che con un telescopio installato in Australia si potrebbe scorgere la fiamma di una candela lontana 1.600 chilometri!

      È interessante, tuttavia, che gli astronomi d’oggi hanno ancora lo stesso problema che si presentava a Galileo. Questi notò che le stelle, ingrandite, crescevano di numero, ma non di dimensioni. Galileo calcolò che le stelle dovevano essere incredibilmente lontane per continuare ad essere semplici punti luminosi nonostante l’ingrandimento. Sebbene gli astronomi odierni sappiano in apparenza quanto sono distanti questi corpi celesti, continuano a vedere le stelle come puntini luminosi, malgrado le loro lenti di precisione e i loro lucidi specchi. Un libro di astronomia (The Observer’s Book of Astronomy) dichiara: “Le stelle sono così remote che nessun telescopio finora costruito ce le mostrerà se non come punti luminosi”.

      Questo però non impedisce agli scienziati di cercar di guardare le stelle più da vicino. Per esempio, nel 1986 la NASA (ente spaziale americano) intenderebbe lanciare in orbita sopra l’atmosfera terrestre un grande telescopio spaziale. Gli scienziati credono di poter vedere con esso oggetti 50 volte più indistinti di quelli che si possono vedere con i telescopi installati sulla terra.

      Fortunatamente ci sono altri modi per osservare l’universo. Qualche tempo fa è stato scoperto che certi corpi celesti emettono radioonde. Quando questi segnali raggiungono la terra possono essere più deboli di un trilionesimo di watt. Quindi sono stati costruiti grandi radiotelescopi per captare e amplificare questi segnali. In questo modo gli astronomi sono riusciti a vedere le quasar, le pulsar e altri interessantissimi fenomeni.

      Gli astronomi perciò non passano più ore a guardare attraverso l’oculare di un telescopio come faceva Galileo. L’Encyclopædia Britannica spiega: “Quasi tutte le ricerche astronomiche vengono effettuate con mezzi fotografici o fotoelettrici, anziché visivamente . . . Si possono fotografare oggetti che sono molto meno visibili che con un oculare. Una lastra fotografica può contenere un’enorme quantità di informazioni . . . 1.000.000 d’immagini di stelle e 100.000 immagini di galassie”.

      Gli scienziati possono fare cose sorprendenti con queste fotografie. La rivista Sky and Telescope spiega che con una particolare tecnica di interferometria si può vedere il disco di alcune supergiganti rosse, anche se le altre stelle — anche quelle più vicine — rimangono dei semplici punti luminosi.

      La stella più vicina al nostro sole, così come appare a occhio nudo, quando è vista attraverso un telescopio risulta essere formata di tre stelle. Una è Proxima Centauri. Le altre due sono un sistema doppio che si chiama Alpha Centauri le cui due componenti ruotano l’una attorno all’altra ogni 80 anni. A parte il sole, queste tre stelle sono le più vicine, eppure si trovano a 4,3 anni luce (40 trilioni di chilometri) dalla terra! Il libro Astronomy afferma: “Se si rappresentasse la grandezza del sole con uno dei punti di questa pagina, la stella più vicina al sole, il sistema doppio Alpha Centauri, sarebbe indicata su questa scala da due punti distanti 16 chilometri”.

      Il polo sud celeste è attraversato da ciò che appare come due macchie nebulose. Nel XV secolo i navigatori portoghesi le chiamarono Nubi del Capo. In seguito fu dato loro il nome del famoso esploratore Ferdinando Magellano. I telescopi rivelano che si tratta in entrambi i casi di immense galassie esterne. Si calcola che solo la Grande Nube di Magellano contenga cinquemila milioni di stelle.

      L’uomo si ritrova dunque al punto di partenza. Sebbene grazie al telescopio abbia accantonato le idee superstiziose sull’universo, si trova ciò nondimeno a guardare verso l’alto con un rinnovato senso di meraviglia!

      Vedere il mondo nascosto

      Non meno affascinante è il mondo delle cose microscopiche. Spinto da insaziabile curiosità, Leeuwenhoek studiava qualsiasi cosa riuscisse a mettere sotto la sua lente. Una volta prese un po’ di saliva dalla sua bocca e la esaminò al microscopio. Con sua sorpresa vide “tanti organismi animali microscopici, che si muovevano con grande leggiadria”. Nel 1683 inviò pertanto alla Royal Society di Londra una descrizione e un disegno di questi batteri della bocca. “E che dire”, esclamò in seguito Leeuwenhoek, “se nei rifiuti che si trovano sui denti nella bocca di un uomo ci fossero più organismi viventi degli uomini che ci sono in un intero regno?” Secondo le stime moderne, i microrganismi viventi nella bocca dell’uomo sono miliardi.

      In effetti, gli scienziati che esplorano quel mondo sconosciuto hanno scoperto cose che avrebbero sbalordito lo stesso Leeuwenhoek. Ora per esempio sono in grado di vedere che una goccia di sangue può contenere circa 35 milioni di globuli rossi. Ciascuno di questi globuli, a sua volta, può contenere più di 280 milioni di molecole di emoglobina. “Immaginate che impresa sarebbe esplorare i 10.000 atomi di una sola molecola di emoglobina”, esclama il dott. Coppedge nel suo libro Evolution: Possible or Impossible? (Evoluzione: Possibile o impossibile?).

      Microrganismi: utili o nocivi?

      Molti di noi naturalmente rabbrividiscono al solo pensiero dei germi. Ed è vero che alcuni microrganismi causano malattie e morte. Questo però sembra essere l’eccezione piuttosto che la regola.

      Per esempio, vi piace bere un bicchiere di latte? Ebbene, nello stomaco di una mucca devono esserci trilioni di microrganismi perché possa digerire il foraggio e produrre il latte. Anche nell’intestino dell’uomo ci sono germi benigni. Un testo di microbiologia (Elements of Microbiology) afferma: “Molti batteri che vivono nell’intestino possono sintetizzare le principali vitamine del gruppo B e le vitamine E e K. Le vitamine così prodotte contribuiscono in sensibile misura a soddisfare le esigenze vitaminiche dell’ospite”.

      Piccoli microrganismi fungono anche da efficiente impianto igienico. “Se i microbi non la eliminassero”, scrive Ludovici, autore di lavori scientifici, “la materia morta e di rifiuto si accumulerebbe a tal punto che moriremmo per mancanza di spazio. In effetti non è un’esagerazione dire che la nostra esistenza dipende dai microbi, da un mondo invisibile che si presenta ai nostri occhi grazie al microscopio”.

      Disponendo di migliori apparecchiature, i biologi possono osservare gli stessi microrganismi più da vicino. Anch’essi sono straordinariamente complessi. Alcuni sono provvisti di una coda simile a una frusta detta flagello. È affascinante guardarli al microscopio e vedere come si muovono in una semplice goccia d’acqua! Un tipo di batterio (detto Spirillum serpens) ha addirittura delle appendici che girano come eliche elettriche. (Sono state cronometrate a 2.400 giri/min.!) E se questo minisommergibile deve cambiare direzione, non fa altro che muoversi verso l’estremità opposta!

      Microscopi: A che punto di perfezione sono

      È abbastanza sorprendente che Leeuwenhoek, con i suoi strumenti fatti in casa, potesse ottenere 250 ingrandimenti o più. Ma con i microscopi ottici di oggi si possono ottenere fino a un migliaio di ingrandimenti. “La comune mosca domestica ingrandita nella stessa misura apparirebbe lunga più di 9 metri”, spiega il summenzionato testo di microbiologia.

      Nel 1931 fu inventato il microscopio elettronico. Puntando un fascio di elettroni su un oggetto, si può produrre un’immagine visiva nella quale gli oggetti sono ingranditi circa un milione di volte. C’è però un serio svantaggio: Non si può impiegare per studiare esemplari vivi. Un nuovo strumento, però, che combina il microscopio ottico con telecamere e la memoria di un computer, permette ora agli scienziati di osservare effettivamente l’attività biologica delle cellule viventi! Il New York Times riferiva: “Si possono osservare canali, o filamenti microscopici, del diametro di appena un milionesimo di pollice che trasportano contemporaneamente in direzioni opposte particelle quali alimenti e rifiuti”.

      Telescopi e microscopi sono pertanto strumenti efficaci. Hanno permesso all’uomo di esaminare a fondo il mondo — e l’universo — in cui vive. Ma questa nuova capacità di penetrazione accresce o elimina in qualche modo il bisogno di fede?

      [Testo in evidenza a pagina 4]

      Si calcola che nella nostra galassia ci siano 200 ammassi globulari, ciascuno con un numero di stelle che varia dalle migliaia alle centinaia di migliaia

      [Immagine a pagina 5]

      I telescopi hanno rivelato un universo contenente miliardi di galassie, in ciascuna delle quali ci sono miliardi di stelle

      [Immagini a pagina 6]

      Una goccia di sangue contiene milioni di globuli rossi, ciascun globulo contiene milioni di molecole di emoglobina, ciascuna molecola contiene 10.000 atomi

      In un cucchiaino di terra possono esserci miliardi di microrganismi

      [Immagine a pagina 7]

      I flagelli di questo microscopico batterio girano come eliche, alcuni alla velocità di ben 2.400 giri/min.

  • Telescopi e microscopi: Quello che hanno rivelato ha minato o rafforzato . . .
    Svegliatevi! 1985 | 22 febbraio
    • Telescopi e microscopi: Quello che hanno rivelato ha minato o rafforzato la vostra fede?

      PENZIAS e Wilson diedero la colpa ai piccioni. Poiché le loro sensibili apparecchiature radio continuavano a captare uno strano sibilo, i due scienziati controllarono e scoprirono una coppia di piccioni appollaiati sulla loro gigantesca antenna. Ma poiché l’irritante sibilo persisteva anche dopo che avevano cacciato gli intrusi, cominciarono a pensare che forse il rumore che udivano proveniva dalle profondità dello spazio.

      Secondo gli scienziati, ciò che Penzias e Wilson pensarono fossero semplici disturbi di origine elettrostatica era in effetti l’eco di un “big bang”, un’esplosione cosmica che epoche fa diede origine al nostro universo. La loro scoperta, insieme a un crescente cumulo di altre prove, ha indotto alcuni scienziati a considerare una sorprendente possibilità: La Bibbia è nel giusto quando dice: “In principio Dio creò i cieli e la terra”. — Genesi 1:1.

      Per esempio, nel numero della rivista New Scientist del 23 giugno 1983 comparve il seguente titolo: “La scienza emergente della cosmologia non nega e non può negare l’esistenza di Dio”. L’autore dell’articolo, un professore di fisica, diceva:

      “Negli scorsi pochi anni un crescente numero di scienziati sono rimasti colpiti da ciò che considerano un susseguirsi di improbabili ‘coincidenze’ o ‘incidenti’ che sono incorporati nelle leggi fisiche le quali permettono all’universo di produrre i sistemi familiari che vediamo: galassie, stelle, atomi e, il più notevole di tutti, l’uomo . . . Il più minuscolo cambiamento nell’intensità relativa delle forze gravitazionali ed elettromagnetiche trasformerebbe stelle come il Sole in giganti azzurre o nane rosse. Tutt’intorno a noi vediamo la prova che la natura ha fatto le cose per bene”.

      Ovviamente il telescopio non ha eliminato il fondamento per credere in un Creatore. È dunque possibile che si possa prendere sul serio anche la Bibbia, il più importante libro di religione del mondo? Sì, poiché sia il telescopio che il microscopio forniscono impellenti ragioni per farlo. Consideriamone alcune.

      “UNA STELLA DIFFERISCE DA UN’ALTRA”

      Spesso i testi scientifici sono superati poco dopo essere stati stampati, tanto frequentemente le nuove scoperte annullano le vecchie convinzioni. Eppure la Bibbia, sebbene sia stata scritta secoli prima che telescopi e microscopi fossero anche solo ideati, spesso parla di argomenti scientifici con sorprendente accuratezza.

      Un caso è quello di I Corinti 15:41 dove l’apostolo Paolo dice: “La gloria del sole è d’una sorta, e la gloria della luna è di un’altra, e la gloria delle stelle è di un’altra; infatti, una stella differisce da un’altra stella in gloria”.

      All’osservatore casuale la maggioranza delle stelle sembrano uguali, salvo forse per la diversa luminosità. Ciò nondimeno gli astronomi dicono che le stelle variano anche per colore, da bianco, bianco-azzurrino, giallo, arancione, rosso-arancione a rosso. Le pulsar — corpi celesti in rapida rotazione che si crede siano il prodotto del collasso di stelle precedenti — hanno una “gloria” del tutto particolare. Come cancelletti ruotanti a scatto, emettono segnali radio con eccezionale regolarità. La pulsar della Vela e quella della Nebulosa del Granchio emettono perfino luce visibile. Le stelle differiscono molto in densità. Variano notevolmente anche per grandezza. La supergigante Betelgeuse, secondo stime moderate, ha un diametro di oltre 400 milioni di chilometri! Se fosse al posto del nostro sole, la Betelgeuse incorporerebbe la terra e il resto del nostro sistema solare fino all’orbita di Marte!

      Come poté l’apostolo Paolo scrivere delle verità scientifiche quando non aveva neppure uno strumento così rudimentale come quello di Galileo per informarsi? L’ispirazione divina è la logica risposta.

      “GLI STATUTI DEI CIELI”

      “Puoi tu attaccare i legami della costellazione di Chima, o puoi sciogliere le medesime corde della costellazione di Chesil?”, chiese Dio. “Hai conosciuto gli statuti dei cieli o ne potresti porre l’autorità sulla terra?” (Giobbe 38:31, 33) Per secoli gli uomini sono stati all’oscuro del fatto che i movimenti dei corpi celesti sono regolati da “statuti” o leggi. Valendosi delle scoperte di Giovanni Keplero, Isaac Newton, Albert Einstein e altri, gli astronomi hanno compreso che le forze gravitazionali sono i “legami” che tengono insieme le costellazioni, come ad esempio quella di “Chima”.

      Gli astronomi dicono inoltre che le stelle non sono fisse; ma, come afferma uno di loro, esse ‘ruotano attorno al centro, o al nucleo, della galassia come una giostra gigantesca’. Si calcola che il nostro sole impieghi 200 milioni di anni per fare il giro della Via Lattea. La Bibbia è nel giusto quando indica che le stelle hanno un’orbita.

      LA VITA PROVIENE SOLO DALLA VITA

      Anche il microscopio fornisce dei motivi per credere nella Bibbia. Considerate la legge biologica enunciata nel primo capitolo di Genesi: Gli organismi viventi si riproducono “secondo la loro specie”. I potenti microscopi di oggi hanno aiutato gli scienziati a capire meglio il fenomeno della riproduzione e i confini genetici comprovanti che la dichiarazione della Bibbia è scientificamente valida.

      In Salmo 36:9 la Bibbia dice ulteriormente riguardo a Dio: “Presso di te è la fonte della vita; mediante la luce da te noi possiamo vedere la luce”. Per secoli gli uomini hanno creduto alla teoria del filosofo greco Aristotele sulla generazione spontanea della vita da materia non vivente. Appena nel XVII secolo, perfino gli istruiti credevano ancora che i topi nascessero da vecchi stracci, il punteruolo dal grano, le rane dal fango e le anguille dalla rugiada.

      La polemica infuriava ancora quando nel 1859 Darwin pubblicò L’origine delle specie. Molti citavano la presunta generazione spontanea dei batteri a sostegno dell’evoluzione per spiegare l’origine della vita. Lo stesso anno lo scienziato francese Pouchet “dimostrò” che i microrganismi erano generati dall’acqua, dall’aria e dal fieno. Ma un altro scienziato francese, Louis Pasteur, contestò queste affermazioni, mostrando che i batteri trasportati dall’aria sulle particelle di pulviscolo avrebbero potuto contaminare gli esperimenti di Pouchet.

      Imperterrito Pouchet ripeté i suoi esperimenti, questa volta nell’aria esente da pulviscolo dei Pirenei. Fece inoltre bollire il miscuglio di acqua e fieno per uccidere eventuali batteri. Così quando questo miscuglio pullulò subito di batteri, fu certo di avere infine dato una dimostrazione della generazione spontanea. Negli anni che seguirono il 1870 però lo scienziato irlandese John Tyndall scoprì che i batteri del fieno formano spore resistenti al calore che possono sopravvivere a molte ore di bollitura. Purtroppo per Pouchet, il miscuglio di fieno non era stato debitamente sterilizzato. Gli esperimenti di Tyndall diedero così un colpo mortale alla teoria della generazione spontanea.

      Con i moderni microscopi, gli scienziati possono vedere come si dividono e come si moltiplicano le cellule. Che la vita provenga solo da vita preesistente è ora un fatto scientificamente stabilito, fatto che la Bibbia fece notare secoli fa!

      “PURE L’EMBRIONE DI ME”

      In Salmo 139:16 la Bibbia dice: “I tuoi occhi [o Dio] videro pure l’embrione di me, e nel tuo libro ne erano scritte tutte le parti”. Si noti l’affermazione della Bibbia, cioè che “tutte le parti” di un embrione sono “scritte”. Con questa figura poetica il salmista si riferisce evidentemente a qualcosa che gli scienziati hanno scoperto solo di recente: il DNA, o codice genetico, contenuto in ciascuna cellula. La rivista sudafricana Huisgenoot ci rammenta che “nessuno è mai stato capace di ‘leggere’” questo materiale genetico, “neppure col più potente microscopio elettronico. Ma gli scienziati sanno che queste informazioni contraddistinguono ciascuna persona e ne determinano la personalità e l’aspetto”.

      IL LIBRO CHE EDIFICA LA FEDE

      Il prof. Merlyn Mehl, fisico dell’Università del Western Cape (Sudafrica), ha detto non molto tempo fa: “È difficile immaginare come chiunque abbia imparato a ragionare in modo scientifico non sia colpito dalla veracità delle Scritture. La stessa unità e la stessa armonia evidenti nel mondo fisico inanimato sono chiaramente visibili nel più straordinario dei libri: la Bibbia”. Ovviamente la Bibbia non è un testo scientifico. Ciò nondimeno risponde alle domande che sono veramente importanti per l’uomo. La scienza fa le sue rivelazioni sull’universo e analizza gli intricati meccanismi dei processi vitali. Ma di che utilità è tutto questo se non sappiamo qual è lo scopo della vita? Solo la Bibbia dà risposte soddisfacenti a queste domande.

      Il salmista Davide se ne rese conto. Come gli astronomi di oggi, passò molto tempo a studiare i cieli stellati. “I cieli dichiarano la gloria di Dio”, osservò. Ma Davide si rese conto che non bastava meravigliarsi davanti alla natura. Nello stesso salmo proseguì dicendo: “La legge di Geova è perfetta, ridona l’anima. Il rammemoratore di Geova è degno di fede, rende saggio l’inesperto. Gli ordini da Geova son retti, fanno rallegrare il cuore”. — Salmo 19:1-4 7, 8.

      Il telescopio e il microscopio hanno dimostrato in modo straordinario che, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, il mondo in cui viviamo è complesso e ispira meraviglia. I problemi che ci si presentano sono similmente complessi, troppo complessi perché l’uomo riesca a risolverli senza l’aiuto divino. “So bene, o Geova, che non appartiene all’uomo terreno la sua via. Non appartiene all’uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo”. (Geremia 10:23) Montagne di dati scientifici non possono salvare l’uomo mentre pare corra a precipizio verso l’autodistruzione. Le persone riflessive, perciò, cercano le risposte altrove. E queste risposte si trovano in un libro che ha resistito alle offese del tempo, superando ora anche l’attento esame scientifico reso possibile dal telescopio e dal microscopio.

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