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Felici i mansueti e i pacifici!La Torre di Guardia 1960 | 1° agosto
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LA MANSUETUDINE CRISTIANA PRODOTTA DALLO SPIRITO DI DIO
6. Per nascita e per natura quale disposizione hanno i moderni testimoni di Geova, e perché?
6 Dopo diciannove secoli, i cristiani unti testimoni di Geova oggi viventi sono, come i felici discepoli del primo secolo, “ambasciatori in sostituzione di Cristo”. (2 Cor. 5:20) È quindi volontà, proposito e beneplacito di Geova che ognuno di questi rappresentanti possieda le stesse divine qualità di mansuetudine e padronanza di sé che caratterizzarono il principale Ambasciatore, Gesù. Ciò non significa né implica che i testimoni di Geova siano persone di razza superiore con innata disposizione alla mansuetudine e perfetta padronanza di sé. Niente affatto. Come tutti gli altri sulla terra, essi sono discendenti di Adamo ed Eva che peccarono volontariamente. Furono concepiti nel peccato e generati nell’errore (illegalità) e le loro tendenze naturali sono discordi, il loro carattere ribelle per natura. — Giob. 15:14; Sal. 51:5; 53:2, 3; Eccl. 7:20; Rom. 3:10; 5:12; Giac. 3:2; 1 Giov. 1:8.
7. Divenendo veri cristiani, come avviene la radicale trasformazione della disposizione personale?
7 La pacifica mansuetudine deriva dunque da qualche altra fonte e da qualche causa estranea alla cattiva tendenza dell’imperfetta eredità umana. Non si può negare che una completa trasformazione deve aver luogo e effettivamente avviene quando l’individuo diventa testimone di Geova. La questione è: Come e con che mezzo? Perché un albero produca buon frutto ci vuole, prima di tutto, terreno buono, poi altre cose ancora. Lo stesso avviene in questo caso. Prima di tutto si deve avere un “cuore giusto e buono” (il terreno). (Luca 8:11-15) Poi ci vuole tempo e fatica per seminare il seme, per sorvegliare, coltivare, annaffiare e nutrire le tenere pianticelle. Molto tempo e lavoro da parte dell’individuo stesso sono necessari, ma, come nel caso del naturale albero da frutto, prima che sia prodotto il dolce e gradito frutto della mansuetudine cristiana, deve intervenire la potenza o spirito di Dio per attivare il cuore e la mente. (1 Cor. 3:6, 7) La Scrittura dice chiaramente che “amore, gioia, pace, longanimità, gentilezza, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé” sono i frutti prodotti dallo spirito di Geova. — Gal. 5:22, 23.
8. Perché la dedicazione è tanto importante nella vita del cristiano?
8 Perché un individuo abbia lo spirito di Dio, deve prima dedicarsi a Geova. Questo significa che la sua volontà personale è di cercare, trovare, accettare e compiere la volontà di Dio. Allora viene battezzato dinanzi a testimoni per simboleggiare la propria dedicazione. Come bambino appena nato alla verità deve quindi continuare a cibarsi dell’ispirata Parola di Dio, la Bibbia, e questo, a sua volta, lo rende forte abbastanza da raggiungere la maturità. A coloro che non fanno progressi Pietro scrive: “Mettete dunque da parte ogni malizia e inganno e ipocrisia e invidia ed ogni specie di maldicenza, e, come bambini appena nati, abbiate il vivo desiderio del puro latte della parola, affinché per mezzo d’esso cresciate verso la salvezza”. (1 Piet. 2:1, 2) Paolo inoltre consiglia “che vi spogliate della vecchia personalità che si conforma alla vostra passata condotta e si corrompe secondo i suoi ingannevoli desideri; ma che vi rinnoviate nella forza che fa agire la vostra mente [tale forza è lo spirito di Geova], e rivestiate la nuova personalità che fu creata secondo la volontà di Dio con vera giustizia e amorevole benignità”. — Efes. 4:22-24.
9. Descrivete le belle vesti che il popolo di Geova ha il privilegio d’indossare.
9 Spogliandosi così della vecchia personalità ereditaria, formata nel peccato, col suo cattivo carattere, i dedicati testimoni di Geova si rivestono e si adornano di una nuova personalità teocratica, a somiglianza di Dio, con mitezza, tolleranza e padronanza di sé. “Come eletti di Dio, santi ed amati, rivestitevi del tenero affetto di compassione, di benignità, modestia di mente, mitezza e longanimità”. Che mirabili vesti identificano e distinguono i servitori dell’Altissimo Dio! — Col. 3:12.
PERSONALITÀ MODELLATE SECONDO UN NUOVO SISTEMA DI COSE
10. Che cosa significa essere “trasformati rinnovando la vostra mente”?
10 Tale modo di vivere esposto e raccomandato sopra richiede certo un radicale cambiamento di tutto il proprio modo di pensare. Le reazioni dell’individuo alle influenze esterne sono completamente mutate, come pure il modo di considerare le circostanze e l’ambiente. Ma l’apostolo sapeva che tale completa trasformazione del processo mentale sarebbe stata necessaria, poiché scrive: “Cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente, affinché proviate a voi stessi la buona e accettevole e completa volontà di Dio”. (Rom. 12:2) Tutti coloro che compiono tale trasformazione nella propria vita fanno effettivamente parte della nuova mansueta società di Geova, che è ben diversa dalla vecchia e violenta società del Diavolo.
11. (a) In che modo spesso amici e parenti considerano coloro che abbandonano le pratiche del vecchio mondo? (b) Questo è forse un prezzo troppo alto?
11 A coloro che hanno così trasformato il proprio modo di vivere e hanno coltivato disposizioni simili a quelle di Cristo, l’apostolo Pietro scrive: “Poiché basta il tempo che è passato nel compiere la volontà delle nazioni quando procedevate in azioni di condotta dissoluta, concupiscenze, eccessi nel vino, gozzoviglie, sbevazzamenti e idolatrie che sono senza legale restrizione. Siccome non continuate a correre con loro in questa condotta sullo stesso basso livello di corruzione, essi sono perplessi e parlano ingiuriosamente di voi. Ma costoro renderanno conto a colui che è pronto a giudicare quelli vivi e quelli morti”. (1 Piet. 4:3-5) Come avvertì Pietro, spesso parenti e amici o conoscenti d’un tempo parlano male di coloro che cominciano ad allontanarsi da questo sistema dominato dal Diavolo, e fanno tutto il possibile per scoraggiare coloro che cercano la vita affinché non cambino il loro modo di vivere. Ma quelli che si dedicano a compiere la volontà di Geova non dovrebbero mai pensare che a motivo della parentela o per ragioni finanziarie o sociali sono in alcun modo obbligati a continuare a vivere e agire come quelli che fanno parte del presente sistema. Far questo significa morte inevitabile. Geova non viene a compromessi a questo riguardo, e neanche il suo popolo devoto. “Noi non siamo in obbligo verso la carne per vivere in accordo con la carne; poiché se vivete in accordo con la carne morirete; ma se fate morire le pratiche del corpo mediante lo spirito, vivrete. Poiché tutti coloro che son condotti dallo spirito di Dio, quelli sono figli di Dio”. (Rom. 8:12-14) Certamente nessun legame o amicizia carnale potrebbe mai essere paragonato a questa condizione. Quale privilegio indescrivibile essere per sempre figli del Sovrano Signore e Governatore dell’intero universo!
12. Attenendosi al mondo di Satana quale messe si è certi di raccogliere?
12 Il mondo di Satana, invece di produrre i frutti dello spirito di Geova, ha raccolto un’abbondante messe di opere empie, prodotte dalla ribelle carne decaduta. “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono fornicazione, impurità, condotta dissoluta, idolatria, pratica di spiritismo, odii, lotte, gelosia, eccessi d’ira, contese, divisioni, sette, invidie, ubriachezze, baldorie, e cose simili. In quanto a queste cose io vi preavverto, nello stesso modo in cui vi ho preavvertiti, che quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”. (Gal. 5:19-21) Le opere della carne non danno a quelli che indulgono in esse vera gioia e reale felicità neanche momentaneamente nelle attuali condizioni, e, in quanto all’avvenire, tutti coloro che bevono questa feccia moriranno al più tardi ad Armaghedon. Le persone ragionevoli approfitteranno dunque con gioia dell’opportunità di sostituire le opere della carne che distruggono la felicità con i frutti dello spirito che producono felicità.
13. (a) Come considerano la mansuetudine e la padronanza di sé i grandi e i potenti di questo mondo? (b) È bene seguire l’esempio dei capi di questo vecchio mondo?
13 In considerazione di ciò è senza dubbio strano che coloro che si attengono a questo vecchio sistema di cose scherniscano, deridano e disprezzino la mitezza di spirito e la padronanza di sé come mancanza di carattere e smidollata debolezza da evitare. I cosiddetti uomini di successo del mondo, i dirigenti dei sindacati, i magnati della finanza, gli uomini che detengono il potere politico e giudiziario, le autorità militari e di polizia, i condottieri grandi e potenti, i dirigenti e i dittatori di questo sistema satanico si vantano di essere insensibili e duri, collerici, pronti ad offendere, impazienti, impulsivi, e quasi sempre di carattere crudele e spietato. E poiché i capi danno l’esempio, le masse hanno cercato di seguirlo. Molto giustamente Proverbi 29:22 (VR) dice: “L’uomo iracondo fa nascere contese, e l’uomo collerico abbonda in trasgressioni”. Non è dunque meraviglia che, essendo la terra piena di uomini ‘iracondi’ e ‘collerici’, l’attuale sistema si trovi in una situazione così disgraziata e infelice, poiché senza dubbio è un mondo pieno di contese, di odii, di guerre, traboccante di delitti e trasgressioni. E tutte le decine di migliaia di compresse d’aspirina consumate ogni giorno, tutti i calmanti e gli stupefacenti, e tutti i balsami della “pace mentale” degli psicologi non sono riusciti ad alleviare le pene e i mal di testa di questo vecchio mondo morente.
14. Com’è possibile che i cristiani vivano sulla terra senza condividere le incurabili pene di questo mondo?
14 Che ristoro dà la diversa condizione della società del nuovo e felice mondo di Geova! I Testimoni sono sulla terra, è vero, ma invece di imitare le detestabili abitudini della maggioranza del popolo, o di seguire le loro tendenze e pratiche pervertite, essi danno ascolto all’istruzione divina scritta in Proverbi 22:24 (Na): “Non far lega con chi è collerico e non t’accompagnare con l’iracondo, per non imitare i suoi modi, né rischiar di perdere la tua vita”. L’apostolo fu dello stesso avviso: “Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. — 1 Cor. 15:33.
15, 16. (a) La mansuetudine e la dolcezza sono dunque il marchio del codardo? (b) Quale esempio di forza hanno dato i testimoni di Geova sia dentro che fuori di prigione?
15 La mansuetudine dunque, invece di essere il marchio del debole codardo, identifica coloro che sono veramente coraggiosi e forti, ben più forti dei potenti capi civili e militari di questo mondo. “Chi è lento all’ira è migliore di un uomo potente, e chi padroneggia il suo spirito migliore di chi conquista una città”. (Prov. 16:32) Se volete un esempio della forza che vi è nella mansuetudine, considerate i mansueti testimoni di Geova che vivono in paesi totalitari, i quali furono nell’impossibilità di partecipare all’Assemblea della Volontà Divina di New York. Invece di tentar di fuggire o di celare la propria identità dietro la maschera del compromesso e il manto dell’ipocrisia, i felici Testimoni in quelle terre senza luce sono rimasti impavidamente saldi al posto assegnato loro da Dio, uniti nell’adorazione del vero Dio Geova, ed hanno dato eccellente prova di calma e padronanza di sé, anche se brutalmente torturati fino alla morte, avendo così il rispetto e l’ammirazione di molti dei loro nemici.
16 Con questa condotta i Testimoni perseguitati hanno compiuto la volontà del loro Padre celeste, com’è indicato nella sua Parola scritta: “Se l’animo del sovrano s’inalbera contro di te, non abbandonare il tuo posto, perché la calma impedirà molti peccati”. Ma sia dentro che fuori di prigione, in camere di tortura o in campi di concentramento, i felici Testimoni conservano la stessa mansuetudine verso tutti quelli che incontrano. “[Siate] sempre pronti a fare una difesa davanti a chiunque vi domandi la ragione della speranza che è in voi, ma con gentilezza e profondo rispetto”. — Eccl. 10:4, Ti; 1 Piet. 3:15.
17. Qual è il popolo più felice sulla terra oggi, e perché?
17 Quali benefici si hanno seguendo la via stretta ed angusta della disciplina cristiana qui indicata? Ebbene, nessuno ha mai visto una persona allegra e ridente che allo stesso tempo sia in collera. La ragione è che la felicità e la collera non stanno insieme né vanno d’accordo. Se subentra l’una, l’altra se ne va immediatamente. Ora i testimoni di Geova sono benedetti più di tutti gli altri perché sono il popolo più felice, più pacifico e più contento della terra. Ma tali benefici immediati sono di secondaria importanza in confronto alle finali e di gran lunga maggiori benedizioni riservate ai mansueti.
18, 19. Quali preziose benedizioni sono promesse a coloro che sono veramente mansueti e pacifici?
18 Nell’introduzione del famoso “sermone sul monte” Gesù, il grande Insegnante, non disse semplicemente: “Felici quelli che sono consapevoli della loro necessità spirituale”, “Felici i pacifici”, o, “Felici i mansueti”. Benché sia vero che chi ha soddisfatto le proprie necessità spirituali ed è mansueto e pacifico ne abbia una certa felicità, pure queste non sono le cose principali o le maggiori benedizioni che Cristo abbia promesse. Lo scopo della venuta di Gesù sulla terra era di recare leale testimonianza del glorioso regno di Geova, e in questa particolare occasione egli non venne meno a questo scopo, infatti, ecco ciò che Gesù realmente disse: “Felici quelli che sono consapevoli della loro necessità spirituale, perché il regno dei cieli appartiene a loro”. “Felici i pacifici, poiché saranno chiamati ‘figli di Dio’”. “Felici i mansueti, poiché erediteranno la terra”. — Matt. 5:3, 9, 5.
19 Questo dunque dà maggiore intendimento e apprezzamento dell’indescrivibile gioia e felicità concessa ai fedeli testimoni di Geova. Prima di tutto, di assistere effettivamente alla terribile e insolita battaglia di Geova ad Armaghedon, quand’egli in tutta la sua maestosa gloria e potenza sradicherà e distruggerà per sempre i malvagi, e quindi, quali “figli di Dio”, ricevere personalmente un assegnato posto di servizio come eterno possesso ed eredità sotto il pacifico governo del Regno: tutto ciò a grandiosa rivendicazione del nome e della Parola di Geova! Quella sarà certamente la più meravigliosa benedizione e il privilegio più ambito per i mansueti, ben superiore alla semplice libertà che ora godono, libertà dall’attuale turbolenza e dai dolori che affliggono questo mondo malato e piangente!
Il frutto della giustizia sarà la pace, e l’effetto della giustizia, tranquillità e sicurezza per sempre. Il mio popolo abiterà in un soggiorno di pace, in dimore sicure, in quieti luoghi di riposo. — Isa. 32:17, 18, VR.
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Mansuetudine e padronanza di sé producono frutti pacificiLa Torre di Guardia 1960 | 1° agosto
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Mansuetudine e padronanza di sé producono frutti pacifici
“Chi è saggio e ha intendimento tra voi? Mostri le sue opere mediante la retta condotta con la mansuetudine propria della sapienza. Inoltre, il frutto della giustizia si semina in condizioni pacifiche per quelli che fanno la pace”. — Giac. 3:13, 18.
1. (a) In che cosa consistono i frutti pacifici dello spirito di Dio? (b) Quali precauzioni si devono prendere per avere un’abbondante messe di tali frutti?
È VOLONTÀ di Geova che i suoi felici testimoni producano continuamente un’abbondante messe di frutti spirituali. Questo prodotto dello spirito di Dio non consiste soltanto di bontà, fede, gioia, amore e benignità, ma anche di pace, mansuetudine, misericordia e padronanza di sé. Ma per produrre un frutto così delizioso, non solo il seme deve essere seminato nelle dovute condizioni, ma, ugualmente importante, si deve piantare la giusta specie di seme. L’antica legge di Geova proibiva a Israele di seminare seme mescolato o semi di due specie insieme. E Gesù disse: “Non si coglie uva dalle spine né fichi dai cardi, non vi pare? Un albero buono non può portare frutto cattivo, né può un albero guasto produrre buon frutto”. Quindi accertatevi di piantare solo buon seme, la giusta specie di seme. “Qualunque cosa l’uomo semini, questo pure mieterà; perché chi semina in vista della carne raccoglierà la corruzione dalla sua carne, ma chi semina in vista dello spirito raccoglierà la vita eterna dallo spirito. Quindi non cessiamo di fare ciò ch’è giusto, perché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo”. L’apostolo aggiunge quindi questo importante punto: “Realmente, dunque, finché abbiamo il tempo favorevole per farlo, facciamo del bene a tutti, ma specialmente ai compagni di fede”. — Lev. 19:19; Deut. 22:9; Matt. 7:16, 18; Gal. 5:22, 23; 6:7-10.
2. (a) È appropriato che un servitore dedicato aspiri all’incarico di sorvegliante? (b) Prima di essere qualificato come sorvegliante quale reputazione si deve avere?
2 Nella disposizione di cose teocratica alcuni servitori del Signore hanno incarichi di sorveglianti del gregge di Dio. (Atti 20:28) Avendo tale posizione di responsabilità devono prendere la direttiva nel produrre frutti pacifici e nel fare del bene a tutti, specialmente ai loro compagni, i fratelli e le sorelle fedeli che fanno parte della congregazione di Dio. È una cosa lodevole, dice la Scrittura, che il dedicato servitore di Dio aspiri all’incarico di sorvegliante. Questo perché si devono avere eccellenti requisiti prima di essere qualificati per ricoprire tale incarico. Fra i requisiti necessari per divenire economi di Geova in qualità di sorvegliante si “dovrebbe anche avere una testimonianza favorevole da quelli di fuori”, essere “non un ubriacone, non un percotitore, . . . non belligerante”. Non si deve mai essere pugnaci, mai imperiosi, dittatoriali o prepotenti, né incutere spavento al gregge, né essere irritabili e litigiosi. Piuttosto, per raggiungere l’alto livello richiesto da Geova bisogna essere “di abitudini moderate, giudizioso, ordinato”. Non si deve “parlare ingiuriosamente di alcuno”, ma essere “ragionevoli” verso tutti, comprensivi nei confronti degli altri e dei loro problemi, “mostrando ogni mansuetudine verso tutti gli uomini”. — 1 Tim. 3:1-3, 7; Tito 3:2.
3. Quali buoni consigli diede a Timoteo il sorvegliante Paolo, nel sesto capitolo di Primo Timoteo?
3 Il giovane Timoteo era un qualificato sorvegliante della primitiva congregazione cristiana, e a lui l’apostolo Paolo, in qualità di sorvegliante, diede alcuni buoni consigli sul da farsi quando sorgano invidia, gelosia e dispute violente. Timoteo fu avvertito che vi sarebbero stati alcuni, proprio in mezzo alla congregazione, che sarebbero stati gonfi d’orgoglio e insani di mente riguardo a questioni dottrinali. “Da queste cose sorgono invidia, lotta, discorsi ingiuriosi, malvagi sospetti, violente dispute intorno ad inezie da parte di uomini corrotti di mente e privati della verità”. In tali circostanze che cosa avrebbe dovuto fare Timoteo? Gli fu detto di non aver niente a che fare con questi perturbatori né col loro micidiale veleno. Doveva affrettarsi e fuggire la loro malvagità e cercare “giustizia, santa devozione, fede, amore, perseveranza, mansuetudine”. Qui Paolo mette la mansuetudine insieme agli altri cinque requisiti essenziali. — 1 Tim. 6:4, 5, 11.
4, 5. (a) Verso chi dovevano mostrar mansuetudine i cristiani del primo secolo, secondo le parole dell’apostolo Paolo, e perché? (b) Che cosa è richiesto al riguardo dai cristiani del ventesimo secolo?
4 A un altro sorvegliante del primo secolo, di nome Tito, fu detto che aveva la responsabilità in qualità di sovrintendente di continuare “a ricordar loro [nella congregazione] di . . . non parlare ingiuriosamente di alcuno, di non essere litigiosi, di essere ragionevoli, mostrando ogni mansuetudine verso tutti gli uomini. Anche noi fummo una volta insensati, disubbidienti, essendo traviati, essendo schiavi di varie passioni e voluttà, procedendo in malignità e invidia, odiosi, odiandoci l’un l’altro”. (Tito 3:1-3) Come esempio nell’essere mansueti verso tutti gli altri uomini, Tito doveva ricordare alla congregazione la grande generosità e l’amore di Dio stesso verso di noi, salvandoci non per qualche opera giusta da noi compiuta che obbligasse Dio nei nostri confronti, ma salvandoci per la sua divina misericordia, mediante Gesù Cristo, il Figlio suo che volontariamente si sacrificò. Quale ineguagliabile generosità nei nostri confronti fu questa da parte dell’Altissimo Dio! Oltre che generoso, Dio è stato ben misericordioso verso tutta l’umanità nel corso dei secoli fino ad ora! Non perché Dio sia lento o indifferente, ma perché non desidera che siamo distrutti. Ha desiderato darci il tempo necessario per giungere al pentimento che porta alla salvezza. Quindi possiamo ben dire che è la dolce pazienza di Dio verso di noi che ci dà la salvezza. — Tito 3:4-7; 2 Piet. 3:9, 15.
5 Lo stesso è richiesto oggi dai fedeli sorveglianti cristiani. Anch’essi devono continuamente ricordare alle congregazioni di essere subordinate con umiltà e volontariamente soggette a “Dio, nostro salvatore”, e di imitarlo comportandosi con mansuetudine nei rapporti con altri. Suo Figlio, “Gesù Cristo, nostro Salvatore”, imitò il Padre celeste in questo, e noi dovremmo fare lo stesso.
SORVEGLIANTI, PASCETE IL GREGGE DI DIO!
6, 7. (a) Quale animale raffigura bene il popolo del Signore, e perché? (b) Quali ammonimenti diedero Pietro e Paolo a coloro che hanno l’incarico di sorvegliare il gregge di Dio?
6 Vi sono delle ottime ragioni che dobbiamo considerare per cui le Scritture si riferiscono e rappresentano il popolo del Signore come “pecore” invece che con altri animali, come mucche, maiali, muli, orsi, lupi, cani o capri. Le pecore si lasciano facilmente condurre dai loro pastori. Sono creature mansuete, docili e pacifiche, non solo verso gli altri animali, ma anche verso quelli della stessa specie. Tutti gli altri animali ben noti mancano più o meno di queste desiderabili qualità. E dato che le pecore sono così docili i pastori devono trattarle amorevolmente. Ai pastori del gregge di Dio, nominati come tali dallo spirito santo, l’apostolo Pietro scrive: “Agli anziani [sorveglianti] che sono fra voi, do questa esortazione, perché anch’io sono un anziano [sorvegliante] come loro . . . Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, non per forza, ma volontariamente, né per amore di disonesto guadagno, ma con premura, né come signoreggiando sopra quelli che sono l’eredità di Dio, ma essendo esempi per il gregge”. — 1 Piet. 5:1-3.
7 State attenti, voi tutti, sorveglianti e servitori di ministero! Voi servitori nominati nelle congregazioni locali, voi servitori di circoscrizione, voi servitori di distretto, voi servitori di filiale, voi servitori di zona, voi tutti uomini maturi ed influenti che lo spirito santo di Geova ha costituiti perché sorvegliate e nutriate il suo felice gregge, non dimenticate mai che dovete essere straordinariamente pacifici, amorevoli, mansueti, pazienti, gentili e generosi, specialmente verso le pecorelle del Signore affidate alla vostra sorveglianza. Non dimenticate mai che dovete avere queste qualità prima e dopo esser stati raccomandati per il vostro speciale incarico di economi in questa società teocratica. “Il sorvegliante”, è scritto, “dev’esser libero da accusa come economo di Dio, non ostinato [ma pronto a farsi guidare dalla volontà divina], non iracondo, non ubriacone, non percotitore, non avido di disonesto guadagno, ma amorevole verso gli estranei, amante della bontà, assennato, giusto, avendo amorevole benignità, padronanza di sé, attenendosi fermamente alla fedele parola riguardo alla sua arte d’insegnare, affinché possa esortare con l’insegnamento che è salutare e rimproverare quelli che contraddicono”. — Tito 1:7-9.
8. (a) Per quale ragione a Mosè non fu permesso d’entrare nella terra promessa? (b) Perché è importantissimo che il sorvegliante abbia completa padronanza di sé in ogni tempo?
8 La padronanza di sé o padronanza del proprio spirito è un’autodisciplina. La padronanza di sé dev’essere sorvegliata continuamente, preservata ed esercitata costantemente per essere efficace all’occorrenza. Ricordate il sorvegliante Mosè, di cui è scritto: “Mosè era un uomo molto mansueto, più d’ogni altro uomo sulla faccia della terra”? (Num. 12:3, VR) Eppure questo stesso Mosè non poté entrare nella Terra Promessa, tutto perché lasciandosi trasportare una sola volta dall’ira perse il controllo di sé. Ecco perché un sorvegliante non deve mai lasciarsi andare e perdere il controllo di sé, neanche per un momento. Se non ha padronanza di sé e non sa trattenere il suo spirito, allora, come dicono i Proverbi, è come “una città smantellata, priva di mura”. Al contrario, i fedeli sorveglianti devono essere forti e fidati in tempo di bisogno, in grado di proteggere, sostenere e difendere i più deboli della congregazione, e possono fare questo solo se in ogni momento conservano la mansuetudine insieme alla padronanza di sé. — Num. 20:9-12; Prov. 25:28, VR.
9. (a) Come si devono rimproverare e correggere i ribelli? (b) Se vi è opposizione dentro o fuori della congregazione, non è forse giustificato arrabbiarsi e andare in collera?
9 Come è stato già citato dalle Scritture, il sorvegliante deve attenersi fermamente alla fedele Parola di Dio, e deve essere in grado di esortare con l’insegnamento che è salutare, e di “rimproverare quelli che contraddicono”. È quindi necessario che a volte il sorvegliante rimproveri e corregga coloro che hanno vedute squilibrate e confuse, coloro che contraddicono la verità. Ma tali consigli non dovrebbero mai essere dati con prepotenza, in modo polemico, né in un impeto di collera. Il vecchio mondo segue la teoria di ‘combattere il fuoco col fuoco’, ma nell’organizzazione di Geova tale consuetudine è completamente fuori luogo. È molto meglio combattere il fuoco letterale con acqua fredda invece di gettarvi una miscela altamente esplosiva. Quindi secondo la sapienza e il consiglio divino, le aspre dispute nella congregazione devono essere placate con la rinfrescante e ristoratrice acqua di verità della Parola di Dio, con tranquillità e dolcezza. La sapienza divina dice: “La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira. L’uomo iracondo fa nascere contese, ma chi è lento all’ira acqueta le liti”. “Lo spirito paziente val meglio dello spirito altero”. Certo il paziente sorvegliante che dice la verità in modo dolce e gentile è pienamente in grado di combattere qualsiasi opposizione possa sorgere nella congregazione, poiché, in verità, la sua lingua, se controllata e usata secondo la direttiva di Geova, è un’arma potente, tanto potente che infatti “la lingua dolce spezza dell’ossa”. In armonia con questi princìpi di verità le istruzioni teocratiche trasmesse dall’apostolo Paolo a tutti i sorveglianti dicono: “Lo schiavo del Signore non deve contendere, bensì deve aver tatto con tutti, essere qualificato per insegnare, trattenendosi dal male, istruendo con mansuetudine quelli non favorevolmente disposti”. — Prov. 15:1, 18; 25:15; Eccl. 7:8, VR; 2 Tim. 2:24, 25.
10. A che scopo si rimproverano quelli che s’allontanano dalla fede, e quindi come si dovrebbero trattare coloro che sono malati spiritualmente?
10 Lo scopo di rimproverare quelli non favorevolmente disposti, e quelli che si allontanano dalla fede, dovrebbe essere quello di proteggere il gregge di Dio da influenze deleterie e false filosofie, e allo stesso tempo di ristabilire, non distruggere, quelli che s’allontanano. “Fratelli, nonostante che un uomo faccia qualche passo falso prima che se ne accorga, voi che avete i requisiti spirituali cercate di ristabilire tale uomo con spirito di mitezza, mentre badate a voi stessi, per tema che voi pure siate tentati”. Se si devono curare teneramente le pecore sane, tanto più si dovrebbero considerare con gentilezza le pecore malate! I sorveglianti, dunque, che sono forti spiritualmente e maturi dovrebbero essere comprensivi quando cercano di aiutare e soccorrere quelli che sono malati spiritualmente. Dovrebbero ricordare che le pecore non appartengono a loro; sono pecore del Signore. Quindi non trattatele mai da mercenari, anche se per qualche tempo si sviano. Ma quando “lupi rapaci” si travestono da pecore per corrompere il gregge, allora i sorveglianti, come fedeli pastori, agiranno prontamente contro di loro secondo quello che sono realmente. “Togliete il malvagio di mezzo a voi”. — Gal. 6:1; Matt. 7:15; Giov. 10:11-13; Atti 20:29, 30; 1 Cor. 5:9-13.
11. Si richiede meno in quanto ad umiltà, mansuetudine, padronanza di sé, eccetera, da chi non è sorvegliante o servitore di ministero?
11 Tutti questi meravigliosi consigli e la sapienza che derivano dall’ispirata Parola di Geova, così appropriatamente rivolta qui ai sorveglianti e ai servitori di ministero, si applica con ugual forza a tutti e ad ognuno dei testimoni di Geova. Nessun novizio, nessun bambino nella verità, o tanto meno nessuno che abbia fatto parte per tutta la vita dell’organizzazione di Geova, pensi per un solo momento che sia richiesto meno da lui che da quelli che prendono la direttiva, per quanto riguarda la qualità del frutto che si deve produrre. Geova non ha rispetto per la persona, per il sesso o per l’età. Come nell’antico Israele, anche oggi vi è un’unica legge per tutti, sorveglianti e popolo, come per gli stranieri e i forestieri. Tutti partecipano alla stessa lotta, alla stessa corsa, una corsa per la vita o per la morte. Tutti quindi si comportino come consigliò Paolo: “Ogni uomo che prende parte ad una lotta esercita padronanza di sé in tutte le cose. . . . Perciò . . . percuoto il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato ad altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. Paolo si rivolse a tutti i veri cristiani scrivendo ai “fedeli in unione con Cristo Gesù”, e disse: “Io . . . vi supplico di camminare in modo degno della chiamata con la quale foste chiamati, con completa modestia di mente e mansuetudine, con longanimità, sopportandovi l’un l’altro nell’amore, cercando ardentemente di osservare l’unità dello spirito nell’unificante vincolo della pace. V’è un solo corpo”. Tutti coloro che fanno parte della congregazione o corpo devono preservare la pace e l’unità cristiana. Quindi ciò che è richiesto dai sorveglianti in quanto a mansuetudine, pazienza, gentilezza, padronanza di sé, misericordia, umiltà, amore, eccetera, è richiesto anche da tutto il dedicato popolo di Geova. — Eso. 12:49; Lev. 24:22; 1 Cor. 9:25-27; Efes. 1:1; 4:1-4.
MANSUETUDINE E PADRONANZA DI SÉ IN CASA
12. Dove non esiste mansuetudine né padronanza di sé, e quale ne è il risultato?
12 Alcuni dei più ingarbugliati problemi della vita sono quelli domestici. Considerate il sorprendente numero di coniugi infelici, il prevalere della delinquenza di genitori e ragazzi, il terrificante numero di famiglie distrutte e la crescente percentuale di divorzi che sono l’evidenza del crollo e del declino morale dell’infelice società di questo vecchio mondo. Marito e moglie litigano e s’insultano sia in privato che in pubblico. La delinquenza minorile va dai capricci e dalle piccole collere infantili alla violenza e all’assassinio dei genitori. È fin troppo ovvio che pace e tranquillità non abitano in queste case rovinate, perché vi mancano completamente la mansuetudine cristiana e la padronanza di sé.
13. Quali felici condizioni domestiche prevalgono invece quando marito e moglie adempiono la volontà divina?
13 Quando marito e moglie sono felici testimoni di Geova non esistono queste deplorevoli condizioni. Perché no? Semplicemente perché gli stessi princìpi cristiani di pazienza, amore, gentilezza, misericordia, tolleranza e padronanza di sé, sviluppate e praticate nella congregazione, sono messe in pratica nella vita familiare. “Mogli, siate soggette ai vostri mariti, come si conviene nel Signore. Mariti, continuate ad amare le vostre mogli e non siate amaramente in collera con loro”. E sia ai mariti che alle mogli sono date queste istruzioni: “Continuate a sopportarvi l’un l’altro e perdonatevi liberamente l’un l’altro se qualcuno ha motivo di lagnarsi contro l’altro”. Non vi sono scuse o ragioni, né perciò problemi tanto grandi o circostanze tanto critiche da giustificare che i coniugi perdano il controllo delle proprie emozioni e del proprio carattere. Se marito e moglie compiono la volontà divina, saranno dunque sempre mansueti, generosi, comprensivi e tolleranti fra loro e con i figli. — Col. 3:18, 19, 13.
14. In una famiglia divisa quale consiglio divino dovrebbe seguire il coniuge cristiano?
14 Questo va benissimo, qualcuno potrà dire, in una famiglia teocratica, dove sia il marito che la moglie sono dedicati servitori di Dio, ma che dire per esempio della famiglia in cui la moglie è cristiana e il marito non è nella verità? Oggi ci sono molte famiglie del genere, e quando il capo famiglia non è un vero cristiano immancabilmente andrà in collera, sarà irragionevole e a volte anche cattivo. Questo però non consente alla moglie di perdere la sua serenità e condividere l’infelice stato mentale del marito. In tali circostanze il coniuge dedicato dovrebbe seguire la volontà divina, cioè: “Voi, donne, siate soggette ai vostri mariti, affinché se alcuni di loro non ubbidissero al Vangelo, siano guadagnati, senza parole, dalla condotta delle loro mogli . . . ma l’ornamento [vostro sia] . . . il tesoro incorruttibile di uno spirito dolce e calmo, che è di grande valore davanti a Dio”. In questo modo le mansuete mogli dedicate avranno una felicità e serenità non condivisa dai loro irascibili mariti. — 1 Piet. 3:1-4, Na.
15. Quale consiglio scritturale devono seguire i genitori di figli minorenni se vogliono che in casa regni la pace e la serenità?
15 In una famiglia cristiana i genitori non devono avere un’indole dolce solo fra loro, ma devono avere lo stesso atteggiamento mentale verso i figli. “Voi, padri, non irritate i vostri figli, ma continuate ad allevarli nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova”. La disciplina dei figli è assolutamente necessaria, poiché il consiglio di Geova è: “La verga e la correzione danno saggezza; ma il fanciullo abbandonato ai suoi capricci fa vergogna a sua madre. Educa tuo figlio e ti sarà di consolazione, sarà la delizia dell’anima tua”. È per un atto d’amore e non d’odio o di malevolenza che i genitori somministrano al figlio un castigo disciplinare. “Chi risparmia la verga odia il suo figliolo, chi lo ama ha premura di correggerlo”. — Efes. 6:4; Prov. 29:15, 17; 13:24, Ti.
16. Quale importanza ha la correzione dei genitori per voi ragazzi che volete vivere nel nuovo mondo di Dio?
16 E voi ragazzi, e questo include tutti gli adolescenti, ricordatevi che questa disciplina prescritta da Geova è una medicina per il vostro bene, perché la disubbidienza, l’ostinazione e la collera sono le vie del peccato e della morte, e sono legate al vostro cuore sin dalla nascita. Se volete vivere sotto il regno di Dio, dovete sradicare completamente queste diaboliche tendenze ereditarie e sostituirle con qualità divine, e la verga della correzione dei vostri genitori vi aiuterà a farlo. “La stoltezza è legata al cuore del ragazzo; la verga della disciplina l’allontanerà da lui”. — Prov. 22:15.
17. (a) Spiegate perché non esisteva la delinquenza minorile nell’antico Israele quando era in vigore la legge di Geova. (b) Perché il problema della delinquenza praticamente non esiste fra i testimoni di Geova d’oggi?
17 Vi possono essere rari casi in cui un ragazzo sia così cocciuto nella sua ostinazione che neanche la verga della correzione può eliminarla. Ai tempi d’Israele i genitori avevano ordine da Geova di portare il ribelle dai padri della città che, a loro volta, avrebbero portato fuori l’incorreggibile e l’avrebbero lapidato a morte. Non esisteva la delinquenza minorile con tale sistema. (Deut. 21:18-21) Anche oggi, la società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova non può e non vuole tollerare in mezzo a loro la delinquenza minorile. Quindi, per evitare il colpo mortale della disassociazione dalla congregazione, i saggi ragazzi teocratici daranno ascolto e seguiranno ciò che la Parola di Dio dice: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in unione col Signore, poiché questo è giusto”. “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in ogni cosa [senza alcuna eccezione], poiché questo è accettevole al Signore”. “Ascolta tuo padre che ti ha dato la vita”, dice il Proverbio, “e non disprezzare tua madre solo perché è diventata vecchia”. — Efes. 6:1; Col. 3:20; Prov. 23:22.
18. Sotto quali aspetti l’organizzazione dei testimoni di Geova è simile al giardino di Eden coi suoi bei frutti, e in che modo ciò è possibile?
18 Quindi sia che siano sposati o no, sia adulti che ragazzi, del rimanente o delle “altre pecore”, sorveglianti o no, tutti i testimoni di Geova con l’aiuto dello spirito santo di Dio, e dimostrando mansuetudine e padronanza di sé, sono in grado di produrre un’abbondante ed infinita messe di pacifici frutti. Con l’amorevole cura di Geova la loro organizzazione è simile al giardino di Eden nella bellezza della pace e dell’unità. Questo avviene perché ognuno ha profondo rispetto e amore per le leggi e i comandamenti di Geova, insieme allo zelo e alla devozione nel compiere la volontà di Geova in ogni cosa. “Figlio mio, non dimenticare la mia legge, e il tuo cuore osservi i miei comandamenti, perché ti saranno aggiunti lunghi giorni e anni di vita e di pace”. “Gran pace hanno quelli che amano la tua legge, e non c’è nulla che possa farli cadere”. — Prov. 3:1, 2; Sal. 119:165, VR.
19. Soltanto in che modo coloro che amano la pace e la serenità possono essere certi di goderle per sempre?
19 Tutti voi di buona volontà ovunque siate, che amate la pace e l’unità, se desiderate condividere l’insuperabile felicità e vivere eternamente nella pace e felicità di un giardino paradisiaco sotto il regno di Dio, unitevi prontamente ai pacifici testimoni di Geova, e insieme a loro siate mansueti, calmi, amorevoli, pazienti ed equilibrati. Continuate ad ubbidire alla volontà divina, che include anche ciò che dice il Salmo 37: “Non t’infiammare a causa dei malfattori. . . . Perché come erba tosto seccheranno . . . Poiché i malfattori stessi saranno recisi, ma quelli che sperano in Geova possederanno la terra. Ancora un poco e l’empio non sarà più, e certamente tu farai attenzione al suo luogo ed egli non vi sarà. Ma i mansueti stessi possederanno la terra e realmente troveranno squisita delizia nell’abbondanza della pace”. — Sal. 37:1, 2, 8-11.
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Gli Apocrifi — da Dio o dagli uomini?La Torre di Guardia 1960 | 1° agosto
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Gli Apocrifi — da Dio o dagli uomini?
GLI Apocrifi ebbero origine da Dio o dagli uomini? Fanno parte di “tutta la Scrittura [che] è ispirata da Dio” e benefica affinché ognuno sia “pienamente capace, del tutto preparato per ogni opera buona”? O appartengono alla “tradizione degli uomini”, alle “cose elementari del mondo”, contro cui Paolo mise in guardia i cristiani? Qual è la realtà? — 2 Tim. 3:16, 17; Col. 2:8.
Il significato originale del termine “apocrifi” è reso chiaro dall’uso che ne fece Gesù: “Poiché non vi è nulla di nascosto che non sarà manifestato, né nulla di accuratamente celato che non sarà mai conosciuto”. Col tempo tuttavia il termine assunse il significato meno appropriato di “scritti o dichiarazioni di dubbio autore o autorità”. Secondo l’attuale uso più comune, con “Apocrifi” s’intendono gli undici scritti aggiunti dichiarati canonici dalla Chiesa Cattolica Romana nel suo Concilio di Trento (1546), ma che non sono riconosciuti da altri. — Luca 8:17.
Questi undici scritti aggiunti sono Tobia, Giuditta, Sapienza (di Salomone), Ecclesiastico, Baruc, 1 e 2 Maccabei, un’aggiunta al libro di Ester e tre aggiunte a quello di Daniele: Il cantico dei tre fanciulli, Susanna e gli anziani, La distruzione di Bel e del dragone. Gli scrittori cattolici chiamano questi libri deuterocanonici, che significa “del secondo (o successivo) canone”, per distinguerli da quelli protocanonici.
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